Peccato che sia quanto mai IMPROBABILE, quasi IMPOSSIBILE, dato che la gente sembra non saper ragionare con la propria testa... Uj esempio? Basta accendere la tv sulla Rai (che è dello Stato) per trovare a pranzo come a cena il Papa o il suo amico Ruini... >_>
questa mi sembra un po' un offesa gratuita. io sono cristiano cattolico praticante, ma questo non vuol dire che io non penso con la mia testa e faccio tutto qurello che i preti mi dicono. può essere che io mi soffermi a pensare su quello che hanno detto, ma se non sono d'accordo non mi piego solo perchè "lo dice la chiesa", e posso assicurarti che non sono l'unico a pensarla così.
per quanto riguarda i matrimoni gay: io forse sono cresciuto con una versione un po' stereotipata della famiglia, composta da mamma, papà e, se si può, i figli. posso essere d'accordo sulla protezione legale e sui diritti delle coppie gay, ma non al matrimonio che io condsidero come una cosa tra uomo e donna
Credo dipenda tutto dal concetto di "famiglia".
Fondamentalmente, cos'è la famiglia? Noi abbiamo un'unione di due persone, che scelgono di condurre assieme la loro vita, eventualmente di procreare. A questo è stato dato il nome famiglia. Uno status per tutelare questa unione.
Ora: quali sono le finalità della famiglia?
Forse la procreazione?
Oppure piuttosto la scelta di condivisione e di protezione reciproca dei suoi appartenenti?
O ancora la funzione di "garanzia" che lo status può offrire?
O magari altre cose che al momento non mi vengono in mente..
La posizione della Chiesa Cattolica è evidente: lo scopo primario della famiglia (semplificando, ovviamente) è la procreazione, quindi trovo più che legittimo che la Chiesa permetta solo il matrimonio eterosessuale, anche se francamente trovo incoerente la sua posizione per quanto riguarda le coppie senza figli. Ma non è questo il problema.
Parliamo di Stato, non di Chiesa. Attualmente l'Italia non è uno stato confessionale, quindi l'adesione alla procedura cattolica, se ci deve essere, non può derivare dal fatto che il cattolicesimo è la religione italiana. Così non è.
Per lo Stato, quale deve essere la finalità della famiglia? Soprattutto, per lo Stato, deve esserci una finalità? O piuttosto, lo Stato non deve semplicemente prendere atto del fatto che due suoi cittadini desiderano condurre vita in comune, con privilegi e oneri che ciò comporta, e stabilire le regole attraverso cui questa convivenza può avere luogo.
Allo Stato interessa qualcosa che i contraenti siano due uomini, due donne, o due persone di sesso opposto?
Secondo me queste unioni devono essere tutelate. Fornire la necessaria tranquillità a due persone garantendo la loro unione permette loro di affrontare con maggiore sicurezza le difficoltà della vita sociale e del mondo lavorativo, con un adeguato ritorno anche per lo Stato, quindi.
Infine, la questione del nome di queste unioni. Dovrebbe essere il fattore meno importante, ma dopo aver sentito opinioni del tipo "una cosa equivalente al matrimonio ma che non si chiami matrimonio mi sta bene" direi che invece il formalismo è la cosa fondamentale.
Il termine matrimonio oggi viene usato sia per unioni civili che religiose. A rigore pertanto non è un termine ecclesiastico e potrebbe benissimo essere usato anche per unioni omosessuali.
Purtroppo l'opinione comune non è d'accordo, quindi ecco un fiorire di formule alternative. Però a questo punto sorge un altro problema, sempre formale e non sostanziale. Avere un'unione con un particolare nome per le coppie etero, ed un'altra con un altro nome per le coppie omo significa, a conti fatti, introdurre una discriminazione, e non ci vorrebbe molto a definire un tipo di unione "di serie B" rispetto all'altro.
Da qui la necessità di introdurre un sistema molto più universale, valido per coppie etero e omo. Unioni di fatto, PACS, queste poi sono formule che differiscono nell'entità e nella stesura dei diritti da conferire alla coppia, diritti ovviamente proporzionali alle regole imposte sulla stabilità del legame.
Però la cosa importante è allargare il concetto di unione come legame tra due persone qualsiasi. Non potendo estendere la definizione di matrimonio, allora la creazione di un concetto nuovo mi pare l'unica soluzione.
Infine, la questione del nome di queste unioni. Dovrebbe essere il fattore meno importante, ma dopo aver sentito opinioni del tipo "una cosa equivalente al matrimonio ma che non si chiami matrimonio mi sta bene" direi che invece il formalismo è la cosa fondamentale.
Il termine matrimonio oggi viene usato sia per unioni civili che religiose. A rigore pertanto non è un termine ecclesiastico e potrebbe benissimo essere usato anche per unioni omosessuali.
Purtroppo l'opinione comune non è d'accordo, quindi ecco un fiorire di formule alternative. Però a questo punto sorge un altro problema, sempre formale e non sostanziale. Avere un'unione con un particolare nome per le coppie etero, ed un'altra con un altro a per le coppie omo significa, a conti fatti, introdurre una discriminazione, e non ci vorrebbe molto a definire un tipo di unione "di serie B" rispetto all'altro.
Da qui la necessità di introdurre un sistema molto più universale, valido per coppie etero e omo. Unioni di fatto, PACS, queste poi sono formule che differiscono nell'entità e nella stesura dei diritti da conferire alla coppia, diritti ovviamente proporzionali alle regole imposte sulla stabilità del legame.
Però la cosa importante è allargare il concetto di unione come legame tra due persone qualsiasi. Non potendo estendere la definizione di matrimonio, allora la creazione di un concetto nuovo mi pare l'unica soluzione.
Imho, questa questione è nata e sta prendendo sempre più piede perchè non è ancora _esattamente_ chiaro cosa vogliono gli omosessuali. Mi spiego meglio: quali sono le loro reali richieste? finora ho sempre ascoltato dichiarazioni di principio o riconoscimento di diritti, ma un mondo in cui ci sono solo diritti sarà iniquo come uno in cui non ci siano affatto. Infatti - e credo che tutti lo sappiano - il matrimonio (sia civile che concordatario) genera dei doveri, che comportano dei sacrifici, impegno, serietà...Ora io ancora non ho capito se gli omosessulali sono disposti ad accettare tali sacrifici (obbligo di fedeltà, di assistenza, di condivisione del tetto coniugale, ecc.): se sì, allora si potrebbe anche prendere in considerazione l'ipotesi di estendere a loro il concetto di matrimonio nella sua accezione civilistica; in caso contrario è evidente che bisogna introdurre un nuovo istituto, a meno che non si voglia modificare quello che attualmente disciplina il matrimonio (penso che sia la cosa che maggiormente temono i contrari).
In realtà, ho sentito spesso parlare di matrimonio semplificato, facilità e rapidità di divorzio, cioè aspetti che andrebbero valutati molto, molto attentamente prima di una eventuale modifica. Imho, infatti, il matrimonio è un impegno serio che sarebbe sbagliato prendere alla leggera, per le responsabilità che può comportare.
Per cui se le coppie di fatto preferiscono non sposarsi, avranno i loro motivi (e ci sono, credetemi, a volte anche di natura strettamente materiale); per quanto riguarda gli omosessuali, invece, vorrei prima capire cosa vogliono _realmente_ da queste unioni. Se vogliono il matrimonio devono accettare e sottostare alle regole ed ai doveri che esso comporta. Se vogliono una unione più blanda, da contrattare privatamente tra di loro per decidere le regole del loro rapporto, allora è evidente che di matrimonio non possa parlarsi a prescindere dall'aspetto formale.
posso essere d'accordo sulla protezione legale e sui diritti delle coppie gay, ma non al matrimonio che io condsidero come una cosa tra uomo e donna
dopo aver sentito opinioni del tipo "una cosa equivalente al matrimonio ma che non si chiami matrimonio mi sta bene" direi che invece il formalismo è la cosa fondamentale.
Il termine matrimonio oggi viene usato sia per unioni civili che religiose. A rigore pertanto non è un termine ecclesiastico e potrebbe benissimo essere usato anche per unioni omosessuali.
Purtroppo l'opinione comune non è d'accordo, quindi ecco un fiorire di formule alternative.
Ecco quel che secondo me è il nodo fondamentale che viene fuori.
Innanzitutto ha pienamente ragione Matt a dire che il formalismo è fondamentale. In ambito giuridico per lo meno è così.
Per quanto riguarda il termine "matrimonio" però dissento un pò da quel che è stato scritto. In effetti il matrimonio è un termine ecclesiastico, di cui però si è abusato anche in ambito civilistico, vuoi per comodità, vuoi perchè la formula del matrimonio concordatario (celebrazione contemporanea dell'unione religiosa e di quella civile) porta a pensare che sia definibile "matrimonio" anche quello civile. A questa confusione non ha fatto eccezione lo stesso Legislatore, che nel Codice Civile chiama "matrimonio" anche le pure e semplici unioni civili.
Ovviamente per me il problema non si pone quasi per niente. Che li chiamassero P.A.C.S., che li chiamassero matrimoni omosessuali, che li chiamassero unioni civili, o che li chiamassero Pippo o Pluto la cosa fondamentale è regolamentare una situazione DI FATTO che ESISTE e, allo stato attuale delle cose è senza tutela.
Di tutt'altro avviso è l'opinione comune (o parte di essa) che di matrimonio proprio non vuol sentir parlare. E' un'opinione condivisibile anche questa, in fondo è inutile negare che, nel sentire comune, "matrimonio" significa "uomo e donna, in chiesa", perciò a mio modesto parere ben venga la rinuncia al termine "matrimonio", se può aiutare a superare la situazione attuale che non offre nessuna tutela.
>_>
Imho, questa questione è nata e sta prendendo sempre più piede perchè non è ancora _esattamente_ chiaro cosa vogliono gli omosessuali.
Il tuo discorso mi pare estremamente corretto, ma mi permetto di esprimere un parere sulla parte che ho quotato.
Non credo sia possibile considerare il mondo omosessuale come un unicum. Ciascuna persona immagino abbia le proprie opinioni, il proprio concetto di legame... Nel dirlo mi baso su quanto vedo accadere nell corrispettivo eterosessuale, anche in virtù di quanto ho letto in svariati post in questo stesso topic.
Credo sia inevitabile che ognuno abbia le proprie idee, quindi chiedersi cosa vogliano gli omosessuali non mi pare una domanda realmente lecita.
In fase di legislatura, credo piuttosto occorra definire quali sono i formalismi che si intende attribuire all'unione, fermo restando che tali formalismi non possono essere scorrelati dalle esigenze dei richiedenti. >_>
Poi, una volta stabilita la fase sostanziale, la fase formale dovrebbe venire da sé... Tuttavia sono convinto che anche nel caso in cui gli omosessuali "accettassero" un legame del tutto equivalente a quello proposto oggi dal matrimonio, ci sarebbe lo stesso una guerra sulla nomenclatura del nuovo tipo di unione.
Beric, quando parlo di "cosa vogliono esattamente", mi riferisco al fatto che non ho ancora capito se essi stessi (come maggioranza portatrice di questo interesse, ovviamente) vorrebbero la possibilità di sposarsi civilmente (con tutto ciò che comporta a livello di diritti e doveri) oppure una forma alternativa che offra loro più libertà. Perchè il matrimonio quello è e quello dovrebbe restare (questo si racchiude in un solo istituto a carattere "rigido" una moltitudine di rapporti giuridici); ma se io (legislatore) decido di creare un istituto alternativo (chiamiamolo contratto di unione, per esempio) allora sarebbe più facile per i contraenti decidere quali sono gli aspetti del loro rapporto ai quali attribuire maggiore importanza, in aggiunta ad eventuali clausole inderogabili:altro che "unicum" >_>
Mi viene da pensare a quando si "creò" il matrimonio civile >_>
Ciao.
Alcune riviste tra le cui pagine potete trovare informazioni circa il comportamento sessuale dei delfini.
Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences
Molecular Ecology
Science
Buona lettura
"Mi viene da pensare a quando si "creò" il matrimonio civile"
In effetti Xaytar, ogni tanto un pensiero alla sua "difficile" nascita andrebbe dedicato
:-)
Ciao
Peccato che sia quanto mai IMPROBABILE, quasi IMPOSSIBILE, dato che la gente sembra non saper ragionare con la propria testa... Uj esempio? Basta accendere la tv sulla Rai (che è dello Stato) per trovare a pranzo come a cena il Papa o il suo amico Ruini... >_>
questa mi sembra un po' un offesa gratuita. io sono cristiano cattolico praticante, ma questo non vuol dire che io non penso con la mia testa e faccio tutto qurello che i preti mi dicono. può essere che io mi soffermi a pensare su quello che hanno detto, ma se non sono d'accordo non mi piego solo perchè "lo dice la chiesa", e posso assicurarti che non sono l'unico a pensarla così.
Speriamo sia davvero così :wub:
Sarò un noioso ultra conservatore, ma per quanto mi riguarda (e lo dico per inteso: non sono un cattolico, ma un odinista), la famiglia è così composta:
1 marito (UOMO)
1 moglie (DONNA)
famigliari di entrambe i coniugi (genitori, zii, cugini, nonni, nipoti)
la prole (naturale o adottiva)
Un uomo e una donna possono anche non avere figli, ma nel momento in cui si sposano, diventano la base della società civile: la FAMIGLIA, e di conseguenza hanno sacrosanto diritto ad una tutela e ad una posizione di privilegio rispetto ogni altra possibile unione.
Qualsiasi altra forma d'unione:
2 uomini
2 donne
2 transessuali
2 ermafroditi
1 uomo o 1 donna e un transessuale o un ermafrodito
1 transessuale e 1 ermafrodito
più di 2 persone di qualsiasi sesso siano
NON SONO UNA FAMIGLIA ma solo una coppia o un gruppo di persone: non hanno diritto a nessuna tutela straordinaria e soprattutto non hanno né possono avere diritto ad adottare figli.
Riguardo la Chiesa ed il suo intervento: assolutamente legittimo. Ha diritto a difendere la propria morale così come chi fa di tutto per imporre pacs, aborto facile, e sperimentazioni sul genoma umano hanno diritto a dire la loro. Poi sta solo alla coscienza delle persone decidere. Ma se un cattolico è un vero cattolico (così come io sono un vero odinista) ha il DOVERE MORALE di opporsi a qualsiasi tentativo di calpestare i valori morali in cui esso crede da parte di chi guarda solo alle liberalizzazioni facili in nome del cosiddetto "progresso".
la famiglia è così composta:
1 marito (UOMO)
1 moglie (DONNA)
famigliari di entrambe i coniugi (genitori, zii, cugini, nonni, nipoti)
la prole (naturale o adottiva)
Un uomo e una donna possono anche non avere figli, ma nel momento in cui si sposano, diventano la base della società civile: la FAMIGLIA
Scusa, mi pare ci sia una contraddizione: prima metti i figli tra i componenti della famiglia, e poi dici che la famiglia è tale anche senza...
la base della società civile: la FAMIGLIA, e di conseguenza hanno sacrosanto diritto ad una tutela e ad una posizione di privilegio rispetto ogni altra possibile unione.
Fondamentalmente ti chiederei il perché... Perché la famiglia, in quanto tale, deve essere privilegiata rispetto ad altre forme di unione? La "famiglia" non è l'unica forma di relazione, e non siamo in grado nemmeno di stabilire se sia la migliore... Perché dovrebbe essere privilegiata?
2 uomini
2 donne
2 transessuali
2 ermafroditi
1 uomo o 1 donna e un transessuale o un ermafrodito
1 transessuale e 1 ermafrodito
più di 2 persone di qualsiasi sesso siano
NON SONO UNA FAMIGLIA ma solo una coppia o un gruppo di persone: non hanno diritto a nessuna tutela straordinaria e soprattutto non hanno né possono avere diritto ad adottare figli.
Quindi le coppie di fatto eterosessuali dovrebbero godere di diritti civili, secondo il tuo elenco...
Ma se un cattolico è un vero cattolico (così come io sono un vero odinista) ha il DOVERE MORALE di opporsi a qualsiasi tentativo di calpestare i valori morali in cui esso crede da parte di chi guarda solo alle liberalizzazioni facili in nome del cosiddetto "progresso".
In pratica stai dicendo che un cattolico dovrebbe fregarsene dei valori morali di chi cattolico non è e imporre i propri... E con che diritto, scusa?
Mi domando perché un luogo in cui tutti abbiano il diritto di esercitare la propria fede e le proprie convinzioni proprio non va bene... Posso capire la missione di evangelizzazione, ma imporre il proprio dogma mi pare qualcosa di ben differente. Possibile che l'Inquisizione e le evangelizzazioni forzate delle Americhe non abbiano insegnato nulla?
Riguardo la Chiesa ed il suo intervento: assolutamente legittimo. Ha diritto a difendere la propria morale così come chi fa di tutto per imporre pacs, aborto facile, e sperimentazioni sul genoma umano hanno diritto a dire la loro. Poi sta solo alla coscienza delle persone decidere. Ma se un cattolico è un vero cattolico (così come io sono un vero odinista) ha il DOVERE MORALE di opporsi a qualsiasi tentativo di calpestare i valori morali in cui esso crede da parte di chi guarda solo alle liberalizzazioni facili in nome del cosiddetto "progresso".
No invece, perché ognuno ha diritto appunto di pensare con la sua testa. E se anche fosse così, trovami un solo passo in cui è condannata l'omosessualità da Gesù Cristo.
Riguardo la Chiesa ed il suo intervento: assolutamente legittimo. Ha diritto a difendere la propria morale così come chi fa di tutto per imporre pacs, aborto facile, e sperimentazioni sul genoma umano hanno diritto a dire la loro. Poi sta solo alla coscienza delle persone decidere. Ma se un cattolico è un vero cattolico (così come io sono un vero odinista) ha il DOVERE MORALE di opporsi a qualsiasi tentativo di calpestare i valori morali in cui esso crede da parte di chi guarda solo alle liberalizzazioni facili in nome del cosiddetto "progresso".
Appunto perchè sta alla coscenza di ognuno decidere, lo Stato dovrebbe tutelare anche chi non sceglie il matrimonio cioè dare delle possibili alternative e poi ognuno deciderà secondo coscienza come dici tu.
Nel momento in cui si passa dal proporre i valori cristiani al volerli imporre allora si passa per quanto mi riguarda dalla parte del torto
Appunto perchè sta alla coscenza di ognuno decidere, lo Stato dovrebbe tutelare anche chi non sceglie il matrimonio cioè dare delle possibili alternative e poi ognuno deciderà secondo coscienza come dici tu.
Quoto in toto.
Secondo me il problema principale della questione sta qui: a qualcuno non piace che qualcun'altro possa o voglia vivere in maniera completamente o parzialemte differente da come al vede lui.
Siccome però questo avviene, occorre che lo Stato ne prenda atto e regolamenti la situazione affinchè non ci siano cittadini di serie A e di serie B.