Ciao ragazzi,
da assiduo lettore ma anche da "antropologo" del fantasy, mi chiedo (e vorrei sottoporvi, se possibile, a indagine "scientifica") che cosa cerchino i lettori di fantasy, in genere. Mi piacerebbe, e in parte già lo sto facendo, un saggio sull'argomento.
Martin è molto, molto diverso da tutta la schiera dei suoi predecessori, eppure la presenza di una tale quantità di politica/tradimento/bassezze umane non va a suo danno, bensì si rivela la chiave del successo. Perchè voi lo leggete?
Puro desiderio di evasione, a dispetto della cornice?
O è proprio la cornice pseudostorica e realistica ad attrarvi?
E in che rapporto mettete Martin con altri autori fantsy?
E, più in generale, cosa cercate allora in un romanzo fantasy?
Insomma, dite la vostra, mi piacerebbe vedere un bel dibattito animato e complesso!
(io interverrò spesso, con subdoli interventi e domande a trabocchetto. Voi intanto skannatevi con argomentazioni appassionate!! )
Sinceramente non ho mai pensato a cosa cerco in un romanzo fantasy...
Intanto da subito includo nei requisiti per essere di mio gradimento una buona dose di sangue e squartamenti, che non possono mancare...
Poi sinceramente quello che mi tiene incollato ad un libro di solito è un grande mistero riguardo il protagonista, quindi direi che una certa ermeticità dei personaggi è d'obbligo...
Poi, anche se parliamo di fantasy, non riesco a farmi piacere libri dove si scade dal fantasy al surreale,
SPOILER DRAGONLANCE e PORTALE DELLE TENEBRE
tipo le varie resurrezioni di Raistlin...
Sinceramente anche quella di Cat mi è stata sulle balle, avrei preferito fosse rimasta morta...
FINE SPOILER
Alla fine un fantasy molto blando come quello di Martin è il giusto compromesso per evitare di scadere nel ridicolo
quello che cerco io è la descrizione complessissima ed omnicomprensiva del mondo fantastico in questione. Da qui il mio amore per Jordan su tutti ed ultimamente per erikson. Accanto a questo mi piace osservare l'esercizio del potere da parte dei personaggi. Sia individualmente (vedasi druss, anche se il mondo di gemmell è abbastanza semplice), sia in scene epiche (finali di praticamente tutti i volumi della ruota del tempo, battaglia presso la barriera per martin e cose così).
Il tutto anche a scapito della caratterizzazione dei personaggi, basta che non si arrivi a stereotipi troppo betti tipo brooks o dragonlance
http://www.labarriera.net/forum/index.p...2465
ANTICIPAZIONI
tipo le varie resurrezioni di Raistlin
Se prendiamo un'ambientazione ad alta magia, dove la resurrezione è all'ordine del giorno (D&D), non è poi strano; anzi, in simili ambientazioni sarebbe irreale il contrario
perchè il fantasy.. intanto sono molto selettiva nei confronti degli autori e dell'ambientazione fantasy scelta..
adoro in particolare il fantasy-storico come quello d martin o tolkien.. in cui c'è una componente fantastica, ma nn è eccessiva e soprattutto nn comanda il mondo..
una base storica inoltre per me è importantissima per evitare d inventare cose che nn stanno nè il cielo nè in terra..
poi ho una grandissima passione per i draghi.. ma sono pochi quelli che ritengo esser ben descritti... una cosa che m piace della saga d dragonlance ad esempio è il fatto che i draghi vengono descritti in modo "reale", con i loro difetti, con i loro pregi, con le loro vendette e con il carattere spesso nn proprio perfetto..
anche la le guin come tratta i draghi s adatta al mio stile..
e anche martin m sembra veda i draghi come esseri normali..
una cosa che ritengo importantissima nel fantasy è il fatto che nn c devono essere esseri superiori.. sono sinceramente "stufa" d elfi e razze simili perfette!!
è una cosa che in martin apprezzo moltissimo.. nn c'è uno superiore all'altro.. tutti i personaggi sono umani, coi loro difetti e coi loro pregi..
per me il fantasy nn dev'essere altro che un modo per parlare del mondo reale e del suoi problemi.. ma dato che è difficile farlo ambientando nel mondo normale perchè la gente s identifica troppo facilmente e se nn vuole capire nega nn riconoscendosi.. il fantasy.. dando l'illusione che sia tutto inventato può insinuare dubbi nella mente del lettore senza farlo reagire..
secondo me il fantasy ha anche importanza nello sconfiggere i dubbi e le dicerie, le credenze.. portando in un mondo che potrebbe essere quello d ogni giorno le nostre paure c può aiutare a comprenderle e a sconfiggere le paure ancestrali..
anche la magia se viene trattata in modo "pulito", sincero e nn esagerando la rivela essere qualcosa d comune e che nonostante nn sia per tutti non può evitare malattie e morte.. in fondo.. anche i maghi protetti dalla magia sono esseri umani!
a me piace il fantasy anche un po' come fuga dal mondo reale.. ma sopratutto nei libri cerco frammenti d verità e d mondo reale su cui riflettere e elaborare idee..
peace rhox
ecco cosa mi piace sentire dire.
Ancora, ancora!
Più di tutto in un romanzo cerco dei personaggi umani e reali, non a caso i miei due autori preferiti sono Gemmell e Martin, che seppure abbastanza diversi nello stile, riescono creare personaggi unici. Più immediati quelli di Gemmell, ma non per questo poco sviluppati, anzi penso che personaggi come Druss, Waylander e Jon Shannow siano forse i tre personaggi più belli di sempre. Più complessi quelli di Martin, collocati in un mondo dove la storia e i collegamenti alle spalle di essi sono molto più ampii. Alla fine quindi personaggi in primis, e poi una grande storia, non infantile come molte produzioni rinomate oltre il loro effettivo valore, che riesca a coinvolgere e catturare.
quindi mi dite che una caratterizzazione dei personaggi molto marcata ha la preminenza su altre caratteristiche, che ne so, lo stile o l'ambientazione?
Personalmente ho sempre ritenuto che sarebbero belli degli esperimenti sul fantasy.
E' un genere sottovalutato e per molti versi, proprio per questo, si è fossilizzato su alcuni stilemi che si ripetono, quasi che l'unico modo di fare accettare il prodotto fantasy alla sua nicchia di mercato (sappiamo bene che in America e nei paesi anglosassoni non è una nicchia in senso quantitativo! Ma lo rimane in senso qualitativo... o almeno è ritenuta tale!) sia rispettare l'adesione alla classicità.
Proprio per questo mi chiedo se sia possibile rinnovare il fantasy, osare di più.
L'uscita dei romanzi di Martin è stata in parte uno shok, una rivelazione, per me: mi stupisce (in senso del tutto postivio!!) che abbiano successo, un grande successo. Questo significa che il pubblico era già pronto a letture più mature o semplicemnte diverse, nel grande alveo della tradizione. Insomma, se la fantasy si è fossilizzat per almeno trent'anni su posizioni retrive, barocche e ripetitive, questo è stato solo per l'inerzia di autori ed editori.
Ora forse i tempi sono maturi per una nuova ondata di ottima letteratura fantasy, ma del tutto differente da qyella sempre immaginata, a causa dei restrittivi orizzonti narrativi e stilistici imposti da autori old-style.
Diversi tipi di protagonisti? Diversi esperimenti stilistici/narrativi? Al limite, anche il tentativo di inserire tematiche reali e sociali, come nella migliore fantascienza, invece che cercare a tutti i costi un'evasione che a tratti (solo a tratti, e mi rifersico agli autori, MAI ai lettori) è stupida e superficiale, nonchè artificiosa?
Ditemi che ne pensate.
dunque, prima di tutto questa discussione mi piace moltissimo. in primo luogo perchè è dificile riuscire a parlare di libri fantasy senza essere guardata come divoratrice di Harmony (mentre chi legge gialli è spesso considerato un essere superiore!) e, successivamente, perchè credo sia giusto dicutere non solo del contenuto dei libri, ma anche della loro forma, in senso ampio.
allora, mi piace il fantasy perchè, come un'allegoria, riesce a comunicare temi molto complessi in termini semplici e di imemdiata comprensione: es. io credo che il peccato punito con maggior violenza nei linri di Tolkien sia l'avidità mista all'invidia, non ho mai trovato altro libro che riuscisse a trasmettere questo concetto con maggior efficacia.
il fantasy è una costruzione moderna, prima si parlava di mitologia, di epica :a nche l'orlando furioso è un fantasy nella sostanza.
i mondi fantastici ripropongono le stesse tendenze e valori del mondo reale, tuttavia, grazie alla potenza della letteratura spostano le questioni su un piano differente, dove possono essere esaminate lontano dalla contingenza quotidiana e quindi con maggiore lucidità.
Le caratteristiche sono più nette e più facilmente riconoscibili.
altra cosa importante, il fantasy, a mio avviso, educa al pluralismo e alla molteplicità dei punti di vista. Stare al gioco di un libro fantasy vuol dire immedesimarsi con personaggi, situazioni, ambienti che non hanno nulla a che fare con il mondo a cui siamo abituati. spesso vuol dire fare i conti con il diverso e alla lunga, secondo me, educa alla tolleranza (es provo pietà per gollum, simpatia per Tyrion anche se sono deformi e talvolta corrotti...)
per quanto riguarda il discorso sugli stilemi rigidi in cui è caduto il fantasy... è vero in parte: un libro è bello se ha qualcosa da comunicare, se riesce a commuoverti: talvolta sono stati scritti libri tanto per fare (soldi) e se sono senza anima si sente. Colpa degli editori, colpa degli scrittori, colpa del pubblico....mah
citando il prof tolkien nel suo discorso di commiato ad oxford, diventato poi il saggio "sulla fiaba", in risposta a chi l'accusava di aver creato un mondo di evasione, una fuga codarda dalla vita reale: la letteratura fantastica non è da intendere come la ritirata del disertore, ma come la fuga del prigioniero.
quello che cerco io in un fantasy è che ogni saga deve essere diversa dalle altre, insomma dopo un po' ambientazioni d&d e protagonisti predestinati che vengono inseguiti da trolloc stufano...cioè va bene uno o due ma ogni libro deve essere un mondo a se stante, un modo di pensare, una cultura che si rispecchia nei protagonisti, insomma un'atmosfera diversa.
mi piace trovare protagonisti simpatici ma umani, non perfettissimi, e soprattutto con un back ground ben costruito, non ficcati li a caso tanto per interagire con gli altri personaggi.
soprattutto mi piace vedere come in ogni libro ci sia una diversa visione del bene e del male.nei libri che ho letto finora è sempre visto in modo diverso e lo trovo molto interessante,sinceramente(signore degli anelli a parte, che è diverso perchè questo fa parte della sua atmosfera di mito, non andiamo OT...) preferisco quelli in cui non c'è un "oscuro signore del male", ma in cui male e bene si mischiano.
durante la narrazione deve succedere qualcosa, con qualche colpo di scena non tipo loro che devomno raggiungere un posto e basta e via così, però neanche troppo veloce, se no non te lo gusti
cmq la cosa più importante è l'ATMOSFERA, insomma un fantasy in fondo deve farti sognare, trasportarti in un mondo diverso, nel suo mondo, deve parlare di cose che qui non potremmo mai fare, ma cmq parlare di valori e ideali che possiamo sentire come nostri, in cui possiamo riconoscerci. ogni libro deve avere la sua atmosfera speciale, se no non è un bel fantasy.
Si dice "LA FANTASY" oppure "IL FANTASY" ? oppure tutt'e due le cose.
Come ho scoperto il fantasy, ci potrei scrivere un libro sull'argomento.
1 Mi piace in particolare George Martin perchè in certi momenti, in cui mi sento triste, in mente mia mando tutti a quel paese e dico: <<vediamo che sta facendo Arya>> (Arya è un personaggio delle cronache del ghiaccio e del fuoco) Con questo voglio dire che ha una tecnica narrativa, che non so descrivere: ad ogni capitolo cambia protagonista, e fa vedere la storia sotto punti di vista dei vari personaggi, ed è una cosa molto intrigante. E poi racconta in modo molto chiaro e lineare gli stati d'animo dei personaggi, pare quasi di stare al posto loro a sentire la paura, allegria, invidia...ecc.
Infatti sto leggendo un capitolo in cui la protagonista è Arya, e mentre lo leggo mi viene proprio da impostare il tono di voce (nella mente), dall'aria triste e angosciata, proprio perchè si trova in una situazione triste ed agosciosa.
2 Potrebbe essere un'evasione dalla realtà, è un fatto abbastanza soggettivo, oppure un modo per arricchirla, oppure entrambe. Forse dipende da come il lettore si pone davanti la realtà quotidiana. Personalmente è un'evasione, per me è come una forma di protesta, oppure un "luogo" per rifugiarmi quando mi sento triste e sconsolato.
3 Anche se c'è una componente pseudostorica che rende la saga realistca, o verosimile, anzi, forse è per quello che mi entusiasma piu degli altri racconti, perchè mi fa pensare: <<se fossi al posto del personaggio, cosa farei?>> Invece in un racconto fin troppo fantasioso, si rende la vita troppo facile perchè a quella domanda mi risponderei: <<farei apparire una vampata di fuoco e distruggerei l'intero esercito>>
4 Secondo me, la differenza tra George Martin e altri scrittori (vecchi o nuovi) non riguarda la qualità o "superiorità", ma semplicemente la diversità. La differenza da altri romanzi che ho letto è che Martin rende le vicende molto piu "terrestri", questo permette di far immedesimare di piu il lettore. Avviene anche nella descrizione dei paesaggi e dei luoghi, in questo modo ci si affeziona molto di piu alla saga, perchè un luogo tipo GRANDE INVERNO può assomigliare ad un qualunque paesaggio alpino oppure appenninico, e quindi il lettore può anche dire: <<sono stato a Grande inverno>>. Invece in certi romanzi raccontano di certi luoghi fin troppo fantasiosi e troppo poco concreti, che forse sono troppo difficili anche da immaginare.
5 Dal romanzo fantasy cerco un linguaggio lineare e pochi concetti sottointesi che vengono spiegati nel corso del racconto. Perchè quando qualcosa è sottointeso, vuol dire parlare di un mondo in cui lo scrittore non vuole che il lettore possa conoscere o immaginare completamente. Creare una sorta di mistero che poi viene svelato è affascinante, ma è diverso con il far dire ai personaggi cose che il lettore ancora non sa. E magari viene spiegato tutto dopo 20 pagine. E' probabile che il lettore poi si innervosisce, si incuriosisce troppo e si ferma alla diciannovesima pagina
Poi da un romanzo fantasy cerco anche la linearità del tempo, nessun salto, nessun avanti e dietro con gli eventi, è diverso se si crea un racconto dentro il racconto, perchè in questo modo si crea più curiosità per il lettore.
Insomma cerco un romanzo fantasy semplice nel linguaggio, con una trama intrigante, e con una certa linearità degli eventi. Addirittura cerco un romanzo fantasy che sia il piu semplice e banale come trama, e che sia altamente espressivo nel raccontare gli stati d'animo dei personaggi e quella "febbre da guerra", che tanto mi gasa.
Io penso che sia un bene il fatto che il fantasy sia di nicchia, mi piace che sia cosi sottovalutato da molti (che poi vai a vedere e quei pochi fan del fantasy in realtà sono tantissimi, un po come l'HEAVY METAL ). Mi piace proprio il termine "nicchia": una rientranza, un rifugio, una fuga... e cosi mi ricollego al fatto della fuga
A pensarci bene anche l'hevy metal era nato come un qualcosa di alternativo e una "fuga".
CHIEDO SCUSA SE HO SCRITTO TROPPO :smack:
io non cerco personaggi di spessore perchè questi li si trova in qualunque genere, più o meno. Da qui, ricerca di ambientazione
CHIEDO SCUSA SE HO SCRITTO TROPPO :smack:
e perchè mai?
L'idea è proprio quella!
Grazie delle vostre suggestioni, è sempre bello nonchè importante confrontarsi con altri punti di vista.
Personalmente sono molto in sintonia con quello che dice Ninaeve... la letteratura deve comunicare, in qualunque modo e qualunque cosa, ma deve comunicare.
Il vero problema della letteratura fanasty, oggigiorno, è che non genera miti perchè non è più il suo ruolo: nessuna società è più così semplice e basilare da potersi riconoscere nell'epopea culturale di un popolo, come potevano esserlo le saghe nordiche, i miti greci o la Bibbia (anche quello è un testo di epica antica), dove il mito forgiava gli elementi di coesione di un socità e in cui un gruppo sociale si riconosceva e fondava la propria identità.
Tolkien lo ha fatto, ma più come un divertissement intellettualistico, che con l'idea di fondare un'epopea nazionale. Eppure anche quella è epopea, e ha mlto da comunicare. Ma semplicemnte la critica (leggi: i circoli letterari "alti") non riconoscono questo ruolo a questa forma di letteratura, e tantomeno alla sua sorella "superiore", la sublime fantascienza, entrambe troppo spesso accomunate alla fughe di individui fantasiosi e romantici nei reami del non-vero.
E' lì che sbagliano. Io voglio (ehm, vorrei... ) una fantasy riscattata dal pregiudizio, una letteratura che veicola idee.
Mi consola constatare che c'è chi la pensa come me.
Altri?
vero, non è più possibile riconoscersi in gradi epopeee, am esiste comunquer il tentativo di farci assimilare alcune grandi narrazioni, anche se traballanti come la religione tradizionale o la fede nel progresso e nella scienza.
ogni tanto queste finiscono, giustamente a mio avviso, sotto l'etichetta di deologia, ma il desiderio di una storia in cui le persone possano riconoscersi è evidente, a cominciare dal continuo menzionare delle radici giudaico-cristiane delll'europa. sono confusa nella mia esposizione: quello che vorei dire che anche se non essite più una grande mitologia a cui tutti crediamo, perchè troppo variegati e diversi tra noi per farlo (grazie a dio), vi è la ricerca di una storia in cui riconoscersi.
da un bellissimo libro di Laurens van der post, non un fantasy, ma nella mia top ten: " una storia è come il vento, viene da molto lontano e noi lo sentiamo...."
"una storia come il vento"
editore, anno?
....suona interessante :smack: