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D di Doran Nymerios
creato il 19 aprile 2005

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frankifol
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frankifol
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Inviato il 20 aprile 2005 20:43

alcune cose che avete detto meriterebbero maggiore meditazione da parte mia (premessa d'obbligo nell'eventualità che quanto sto per dire sia stato già detto da voi su)

 

Secondo me il fantasy attualmente ha prettamente un valore evasivo; son rari gli autori che concepiscono quello che scrivono come dotato di valori "epici" nell'accezione più classica del termine.

Anche il rinnovamento che si vede ultimamente (erikson, martin, in misura minore jordan...non me ne vengono altri) per me prende le mosse da una situazione che vede il genere in auge grazie ad eventi cinematografici (hp, sda, tra poco narnia), che spingono gli autori a produrre qualcosa che sia nuovo. Io ad esempio mi immagino martin che si dice prima di iniziare le cronache "che mi invento per rinnovare il genere e spiccaresu tutti?" per poi risposndersi

 

 

 

spoiler

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

"metto poca magia, creo un mondo crudo al posto di quello tipicamente ovattato che si osserva di solito e faccio crepare qualche personaggio principale"

 

 

 

 

 

 

fine spoiler

 

 

 

Mera operazione commerciale? secondo me sì, anche se non intendo svilire l'opera solo perchè non spinta da un movente appunto "epico". Tanto che gente come martin sa quello che fa

 

In più il lettore medio non cerca qualcosa che possa diventare un manifesto culturale, ma qualcosa che lo estranei dalla realtà.

 

e dico tutta sta roba da grande amante del genere, frustrato da comemnti più che dei critici dei lettori stessi, specie quelli che si son visti sda e vedono tolkien come l'unico meritorio d'esser letto...

 

mica lo so che ho scritto.... :smack:


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Doran Nymerios
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Doran Nymerios
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Inviato il 20 aprile 2005 21:08 Autore

beh, che gli intenti commerciali oggi animino tutti è innegabile.

Escludo Tolkien, Howard, Lovecraft e pochissimi altri (tempi diversi, per giunta)., ma chiunque scriva senza avere le spalle coperte aspira ai $$$. Il che non è in sè immorale, se si mira a produrre qualcosa che piaccia.

La letteratura è anche evasione, e per esserlo deve essere forma, oltre che sostanza.

Ma se la forma è semrpe la stessa, viene a noia.

Esistono quindi due modi di rinnovare l'attenzione del pubblico: mutare forma, o mutare sostanza (o forse è meglio dire "aggiungere", visto che di solito non ce n'è poi tanta...).

 

La mia domanda, sostanzialmente, era: quale scegliete, tra le due alternative? (non confondete però la finalità con quella dell'altro thread!). E c'è davvero una contrapposizione?

 

Facciamo un esempio: cosa qualificate come forma di un romanzo fantasy, e cosa sostanza?


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Iskall Ytterligare
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Iskall Ytterligare
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Inviato il 20 aprile 2005 21:23

Guarda, un libro di solito mi deve dare un contenuto in cui io mi possa identificare o da cui io possa imparare molte cose per la mia vita e che comunque sia in sintonia con il mio modo di essere.

Però se è scritto in un italiano sempliciotto se non addirittura sgrammaticato... beh, non riesco a leggerlo. Mi ci vuole per forza qualcosa a un certo livello letterario.

Anche se i testi eccelsi dal punto di vista letterario ma non affini alla mia personalità non li leggo.


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rhox
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rhox
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Inviato il 20 aprile 2005 22:02

attualemtne vedo tantissimi libri fantasy che cadono negli schemi che la gente pensa siano quelli giusti per far soldi..

 

m spiego meglio.. se uno va a guardare in una libreria la sezione fantasy.. almeno 1\2 dei libri sono brutte copie d altri libri famosi o cercano d riutilizzare le ambientazioni forzandole..

 

una cosa che ho sempre pensato è che uno scrittore fantasy per iniziare bene un'opera deve immaginarsi dentro d sè dove ambientare il suo racconto e tracciarsi una traccia d storia.. partendo da quello incappa in meno incertezze e in meno ripetitività..

se sfrutta le idee d qualcun altro ne rimane imprigionato e s vede subito il tentativo d copiare.. se nn è una cosa tua le falle s aprono numerose..

 

m viene in mente brooks con la spada d shannara.. il primo libro s nota chiarissimamente come riprenda il SdA.. e nn è un libro particolarmente brillante.. poi man mano che s delinea nella mente dell'autore il mondo i romanzi crescono e le avventure diventano + complete e lineari..

 

cmq.. resta che se dovessi dire i migliori autori d fantasy che conosco metterei tolkien(su tutti.. ha scritto la + grande opera possibile.. partendo da una fiaba per i suoi figli), martin, kerr, furey hickman e weis...

 

peace rhox


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harrypotter26
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harrypotter26
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Inviato il 20 aprile 2005 22:39

Anche io, (non mi ricordo come) sono venuto a sapere che le opere di tolkien sono un "divertissement intellettualistico", un qualcosa di elitario che gira solo intorno a professoroni in giacca e cravatta in Inghilterra. Quindi potrebbe venire da pensare che non c'è niente di nobile nella realizzazione di quelle opere, eppure a me personalmente non mi interessa, perchè il signore degli anelli mi piace, e mi piace cosi tanto che spesso penso a certe frasi che ricordo del romanzo, o del film, e sono parole o espressioni che sono entrate a far parte della mia vita.

Quindi snobbismi intellettuali o no... il signore degli anelli è grandioso.

 

Scrittori moderni e un po meno moderni hanno tentato di creare una nuova mitologia ricalcando gli antichi miti di circa tremila anni fa. Solo che pochi ci sono riusciti e non molto bene, forse dovremmo dargli un po piu di tempo, e forse ci vogliono tremila anni anche per questi nuovi racconti, per farli diventare dei miti.

I fan dei libri, cercano "l'epico", io le prime volte che pensavo a "l'epico" mi veniva in mente un tizio grosso e coraggioso che con la sua spada magica uccideva tutti quanti. Poi ci ho riflettuto bene, e penso che epico sia tecnicamente un racconto "di percorso", nel senso che ci sta una partenza, un viaggio, ed un arrivo. Dentro lo stesso racconto possono esserci partenze dentro partenze e viaggi dentro viaggi....

Se i romanzi di questo ultimo periodo diventerrano racconti mitologici, potrà dircelo solo il tempo.

 

Da quel poco che ho studiato a scuola, so che alcuni scrittori ci tengono ad avere una loro intenzione comunicativa, e invece altri vogliono solo dei lettori che si divertano e che evadano dalla realtà, oppure tutt'e due le cose.

Io penso che alla fine se scrivi qualcosa ed hai voglia solo di creare intrattenimento non ti accorgi che involontariamente riesci anche a comunicare qualcosa di importante. Oppure può capitare il contrario.

 

FANTASCIENZA!! E' un'altra cosa che mi piace tantissimo. Ho tanti libri di fantascienza che ho comprato, anche all'edicola, e un po alla volta li leggerò tutti. Quello che mi è piaciuto piu di tutti è DUNE. Scritto da Frank Herbert, e la cosa ancora piu grandiosa è che l'ha scritto negli anni 50 !!! :wacko::D lo stesso periodo in cui Tolkien aveva scritto IL SIGNORE DEGLI ANELLI.

DUNE è ambientato..... beh non vi dico niente, cosi se volete leggerlo non vi rovino la sorpresa. Posso dire solo che ha un'aria molto medio orientale, si nota nei nomi e in alcuni temi principali. (hanno fatto anche alcuni film su DUNE, in cui c'è Sting il cantante). beh.... ;) sto perdendo il filo....

 

ah ritrovato il filo: ^_^

Si può pensare che certi scrittori insieme ad editori vogliono solo fare soldi, quindi visto che seguendo degli schemi "fritti e rifritti" si ha un successone assicurato, allora fanno un racconto in cui basta mettere un tizio con uno spadone luminoso che ammazza i cattivi. Magari ci esce fuori un racconto porno-allusivo:.... (spadone) :wacko:

(A parte le battute che non fanno ridere), volevo dire che seguire schemi a volte è fondamentale. Io sto tentando di scrivere una saga fantasy, gia da circa 5 anni. E siccome sono incapace allora ho tante difficoltà. Ci sono scrittori che non so come fanno: hanno gia tutto nella testa, devono solo scrivere. Altri invece pianificano, fanno schemi, e se ci pensate bene alla fine gli schemi possono essere classificati e messi su una tabella:

partenza

viaggio

arrivo

rapimento

salvataggio

prova da superare

donazione

furto

recupero di un oggetto importante....

e se ne possono inventare tanti di schemi, anche l'uno dentro l'altro tipo le matriosche. ah! sono gli stessi princìpi per un ipotetico gioco di ruolo.

Poi non finisce qui lo schema, perchè bisogna saper scegliere il nome dei personaggi, e dei luoghi. Insomma un lavoraccio per gli addetti ai lavori. Io nei loro confronti posso solo scrivere: <<e vissero per sempre felici e contenti>> :stralol:

 

"Tolkien unico e al di sopra di tutti"? una specie di Dio.

beh... mi viene in mente solo un'analogia:

Una band heavy metal che si chiama MANOWAR, Si fanno chiamare i re del metal. Probabilmente hanno inaugurato ed inventato un nuovo filone musicale che risale agli anni 80, poi altri musicisti si sono ispirati a loro ed hanno personalizzato quello stile rendendolo ancora piu gradevole.

Anche Tolkien ha dato il via.

 

La FORMA di un romanzo fantasy, secondo me è un qualcosa di tecnico che riguarda la struttura del racconto. E penso che la SOSTANZA sia il risultato della forma. Quindi cambiando la forma, cambi la sostanza. La qualità è soggettiva.

Anche la storia di ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE ha una forma molto elementare, ma se vai a vedere la sostanza: è una fiaba nera....nerissima... un terribile incubo... non mi ricordo chi l'ha scritta :stralol: che figura ^_^

ho tentato di dire la mia opinione su certe idee che ho raccolto leggendo nei messaggi precendenti, forse non ci sono riuscito, chissà.....


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Doran Nymerios
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Doran Nymerios
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Inviato il 20 aprile 2005 23:20 Autore

devo dire che c'è molta carne al fuoco, qui.

 

In generale, però, è proprio il movente intellettuale di Tolkien a rendere grande la sua opera. Innanzitutto perchè è frutto del lavoro di una vita. Un'opera, e non solo il Signore degli Anelli, cui Tolkien si è dedicato con uno zelo inimmaginabile, perchè era un'altra faccia di se stesso: vi ha riversato TUTTO, dalla propria cultura storico/filologica/letteraria al proprio lotto di idee e convinzioni sul mondo.

Se lo definisco un divertissement intellettualistico, lo dico solo perchè è qualcosa che è nato sostanzialmente come prodotto di autoconsumo. Credo che in pochi autori (forse il buon HPL sopracitato e Howard, sebbene con diversi motivi e risultati, nonchè CS Lewis, autore delle suddette cronache di Narnia e amico di JRRT) abbiano affrontato il problema con maggiore gratuità. Anche per questo, proprio perchè specchio di Tolkien, si tratta di un'opera così perfetta, così complessa, così rifinitia: ai nostri occhi non siamo mai indulgenti, e questo dimostra quanto poco commerciale sia il fenomeno alla base del Signore degli Anelli.

 

Quano a forma e contenuto... è vero che la forma influenza il contenuto, e sono anche d'accordo che la forma POSSA (ma non necessariamente) essere struttura narrativa, ma vogliamo veramente che vengano a coincidere? Certo può essere, il caso dell'Ulisse di Joyce è lampante del fatto che la sostanza è in realtà la forma, ma in generale credo che andrebbero tenute ben disgiunte. Se hai un messaggio da comunicare (sostanza), esso non muta con il mezzo scelto per comunicarlo (forma). Tuttavia dici una profonda verità: molto spesso l'adesione al clichè narrativo fantasy fa in modo che esso diventi fine a se stesso, comprendendo cioè le canoniche ricorrenze strutturali, e venendo a identificarsi infine con un vuoto esercizio di forma, e con il risultato di non avere nulla da comunicare.

Vuota evasione, e magari pure ripetittiva.

 

Ma il fantasy può/deve aspirare a comunicare qualcosa, come la SF? Oppure è perfettamente accettabile così com'è, vuoto ricettacolo di evasione a buon prezzo?


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Iskall Ytterligare
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Iskall Ytterligare
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Inviato il 20 aprile 2005 23:24

Imho assolutamente NO.

 

Sono piuttosto contraria all'evasione, è una brutta anticamera per la fuga dalla realtà e non ha niente a che fare con il relax.


D
Doran Nymerios
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Doran Nymerios
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Inviato il 20 aprile 2005 23:45 Autore

oh, ecco quello che volevo sentire dire.

 

Il fantasy può queindi veicolare idee. Che tipo di idee, però? qualsiasi cosa?

E' insomma, oppure non è, una forma di letteratura pari alle altre?


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frankifol
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frankifol
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Inviato il 20 aprile 2005 23:50

non mi pare il fantasy sia un vuoto ricettacolo....secondo me tutte le opere comunicano qualcosa. Che poi sia un'esaltazione di valori cavallereschi come in molta fantasy eroica o l'esaltazione della fede ortodossa ed il salvifico ruolo della famiglia tradizionale come in guerra e pace, bhe, cambia poco.

 

Per quel che mi rigurada poi credo che fare un discorso su forma e contenuto non porta lontanissimo. Io intendo per forma il modo di scrivere dello scrittore, e ritengo che un libro sia scritto bene se lo scrivente ha uno stile suo che lo rende riconoscibile tra gli altri (eco lo ha; jordan in originale lo ha; martin forse meno, weis e collega per niente, sempre IMHO). Il cpntenuto coincide coincide col grado di sviluppo dei personaggi e con l'approfondimento dell'ambientazione. Al''inizio dicevo che accostare le due cose non mi ispira perche alcune saghe, magari death gate, son scritte in modo barbaro, ma compensano con personaggi e background; Altri scrivono da dei ma l'ambientazione non è dettagliatissima (gemmell), poi c'è brooks che non ne imbrocca una....questo per dire che le cose si compenetrano e ceracre di dividere non giova.


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harrypotter26
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harrypotter26
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Inviato il 21 aprile 2005 0:28

Ma il fantasy può/deve aspirare a comunicare qualcosa, come la SF? Oppure è perfettamente accettabile così com'è, vuoto ricettacolo di evasione a buon prezzo?

Secondo me è accettabile cosi com'è. Per i veri appassionati di fantasy gia comunica cose importanti. Questo succede anche nel campo della musica.

E se è un'evasione, non è una cosa vuota. Almeno io non la trovo "vuota". Io lo vedo di più come uno stile di vita:

Mi sono accorto che lo stile del romanzo fantasy crea molta enfasi in sequenze in cui si racconta di CORAGGIO, ENERGIA FISICA, (io sono un pappamolla :D ) LEALTA' e cose del genere, ed è qui che può veicolare idee che nel corso degli anni si tendono a perdere, si tende a diventare nichilisti.

Tornando a quel fatto di FORMA/SOSTANZA: vedi lovecraft ;):wacko::wacko::D^_^ sta schizzato di brutto!!

lovecraft dice: <<il sentimento più forte e più antico dell'animo umano è la paura, e la paura piu grande è quella dell'ignoto>>

Ho letto alcuni dei suoi racconti, e mi sono accorto che da un punto di vista della forma del linguaggio è poco colto, molto lineare e tutti quelli che ho letto sono scritti in prima persona. Ripete in più occasioni sempre le stesse parole per descrivere un qualcosa di indefinito, una sua paura indefinita per un qualcosa di indefinito :stralol: E in questo modo crea una sostanza completamente accattivante ed originale.

Tolkien, può essere il "padre" del fantasy cosi come lo conosciamo in questo periodo. E cosi Lovecraft penso sia il Padre della fantascienza-horror cinematografica, ed è quasi del tutto sottovalutato.

 

A questo proposito vorrei segnalare un film che si ispira alle "tecniche" di lovecraft: PUNTO DI NON RITORNO (titolo originale EVENT HORIZON) regia di Paul Anderson. E anche DAGON LA MUTAZIONE DEL MALE regia di Stuard Gordon, che si ispira al racconto di Lovecraft intitolato LA MASCHERA DI INNSMOUTH.

Altra "chicca":

Il creatore di ALIEN, cioè il disegnatore del mostro alieno, deil film "ALIEN" si chiama H.R. GIGER, ed ha creato delle illustrazioni raccolte in un album intitolato NECRONOMICON, oddio.... parlare del necronomicon, vuol dire altri fiumi e fiumi di argomentazioni. :stralol::D^_^

 

Tornando a noi: il fantasy è una forma di letteratura pari alle altre?

E' la domanda di Doran Nymerios.

Secondo me è diversa. Ho letto alcuni romanzi non fantasy, e devo dire che mi hanno annoiato abbastanza. Sia per questione di gusti sia la complessità del linguaggio.

Riguardo ai gusti e alle preferenze, non si può dire niente, perchè io sono proprio fissato con il fantasy. Invece riguardo la complessità di un linguaggio, non credo che sia vero il fatto che un linguaggio più è complesso e aulico e piu diventa sublime e gradevole.

Insomma se io sto all'Aquila, e devo andare a Roma è inutile che me ne vado prima a Milano a prendere l'aereo.

Forse è anche questo il motivo per il quale la lingua inglese è abbastanza diffusa, perchè è facile, è altamente semplificata, nell'uso dei tempi e nelle coniugazioni dei verbi. Io penso che semplificare non vuol dire distruggere e togliere qualcosa di bello, ma MIGLIORARE.

 

Hai un pezzo di carta.... fai due puntini con la penna....

DOMANDA: qual'è la distanza piu corta tra quei puntini?

:D


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Doran Nymerios
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Doran Nymerios
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Inviato il 21 aprile 2005 10:54 Autore

RISPOSTA: dipende dalle coordinate di osservazione e dalla fisica dell'universo in cui i due puntini sono stati tracciati ;)

 

 

Harry, posso chiederti senza offesa quanti anni hai?

 

 

Tornando a noi. Credo che la "sostanza" di Lovecraft sia l'orrore cosmico che lui stesso provava di fronet alla vita. Il resto erano tentativi (a mio avviso assai ben riusciti... il suo stile è elegante e pulito. Non lo trovi tale?) di rendere in forma letteraria l'inesprimibile, le sue nevrosi e i suoi terrori estroiettati nel mondo circostante in forme più o meno tangibili. HP era pazzo, o molto prossimo alla follia, ma questo non toglie che i suoi lavori fossero e siano degni di lettura, quantomeno per comprendere la sua parabola umana e i motivi che lo hanno portato a descrivere orrori cosmici che lui percepiva come reali o quasi. L'orrore cosmico era poi in sostanza l'orrore per la vita.

Vedi che contenuti ce ne sono, non è mero intrattenimento.

 

Così pure la narrativa contemporanea, stilosa oppure classica, veicola sempre qualcosa, che può essere di valore personale o generale.

Quello che credo è che lo stile non muti in alcun modo ciò che si intende narrare, ma lo possa rendere più o meno fruibile e gradevole al pubblico. Mi pare di intuire che la rottura del canone che la letteratura d'avanguardia (e poi neanche troppo, oramai) attua non ti sfagioli, eppure può essere un metodo intrigante per descrivere.

 

La tua risposta circa contenuto/evasione mi induce a credere che anche in seno al fantasy, che a mio avviso rimane per forza un "genere" letterario, dovrebbero esistere delle distinzioni, dei target e delle correnti. Correnti che non siano solo estetiche (gotico, classico, al femminile e altre amenità del genere), ma soprattutto contenutistiche, un po' come il mainstream ha diversi, diversissimi orizzonti, e così pure la SF.

 

Mettetemi a tacere, se credete: ma su questo punto a mio avviso si gioca la possibilità di fare levare il fantasy dal gehtto letterario in cui è recluso dalla critica letteraria e anche dagli autori (che lo vedono e lo sfruttano come macchina di evasione per adolescenti troppo cresciuti e di $$$ facili), e trasformarlo in una pluralità di generi dotati di una loro autonomia e di una forma di riconoscimento in quanto letteratura capace, all'occasione, di parlare di qualcosa.

Secondo voi è possibile?


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harrypotter26
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harrypotter26
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Inviato il 21 aprile 2005 14:10

Ho 26 anni.

Però la risposta a quella sottospecie di indovinello è un po piu fantascientifica: basta piegare il foglio ed avvicinare i puntini. Non volevo entrare in argomenti che riguardano la fisica o la matematica, ma semplicemente dire che la risoluzione di un qualche problema, spesso uno ce l'ha sotto gli occhi e non se ne accorge, e invece di fare la cosa più semplificata, cerca concetti complessi ed articolati.

 

Doran Nymerios,

ti piacerebbe che il fantasy uscisse dal "ghetto" creato dalla critica letteraria. Quindi ti piacerebbe che un addetto ai lavori, considerasse i romanzi fantasy come dei testi importanti da conservare e da ricordare nel corso degli anni.

In parte gia sta succedendo: ho visto pubblicità con scritto tipo: <<George Martin, è uno tra i migliori scrittori della fantasy>> E infatti era proprio come dicevi, resta tutto in una cerchia ristretta del GENERE FANTASY.

Ma io penso che questi scrittori non se ne importino di voler sfondare il muro che divide il fantasy con tutto il resto della letteratura, quindi condivido la tua idea: hanno un target, quello di non voler uscire dal "ghetto" ( forse il loro stile narrativo, e i loro contenuti sono in funzione del target).

Però io ho più voglia di pensare che lo facciano solo perchè hanno il coraggio di fare qualcosa di diverso ed alternativo per i veri appassionati, contro la critica (anche questo è un obbiettivo :wacko: ).

E sono fissato sempre con l'analogia con la musica.

(Riguardo ai soldi, è tutto un altro argomento di cui si può parlare).

Anche nel cinema succede: molti film che non vengono proiettati, meriterebbero di più, ma sia gli spettatori che i registi non ne hanno bisogno.

Ho voglia di fare un esempio: BAD TASTE di Peter Jackson (ve lo sconsiglio se siete di animo sensibile :D e vi sconsiglio di vederlo mentre mangiate ) e le animazioni di Haiao Miyazaki (non so se si scrive cosi) LA CITTA' INCANTATA. E le animazioni giapponesi in generale poi? Vengono scartate senza neanche pensarci su.

Riguardo la musica, sono un grande fan di Luca Turilli. E qualcuno si starà dicendo: E CHI E'? :wacko:;)

E' un chitarrista, che proprio come il fantasy è spesso sottovalutato, odiato o amato. Turilli viene preso in giro, dicono che non sa suonare, è pacchiano, e la sua musica è anche pacchiana.

Eppure a me piace..... ^_^ sono etero, mi piace come personaggio. Perchè grazie alla sua musica il fantasy che leggo è molto più entusiasmante.

Ah!

Ho dimenticato di dire che la sua musica spesso viene chiamata FANTASY-METAL, perchè i testi delle sue canzoni raccontano cose fantasy, la musica ha un suono medievaleggiante ed è un mix di chitarre distorte tipiche del metal e strumenti di musica sinfonica.

Insomma provate a creare un film nella vostra mente, con i vostri personaggi preferiti delle cronache del ghiaccio e del fuoco, e metteteci come colonna sonora le musiche di Luca Turilli....... E' SPETTACOLARE, DOVREBBERO FARCI VERAMENTE UN FILM. Beh ci sono anche altre Band che dedicano la loro musica al fantasy.


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azael
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azael
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Inviato il 21 aprile 2005 14:14

Rispondo solo ora in maniera generale alle tante domande fatte...

 

>Cosa cercate allora in un romanzo fantasy?

 

Credo che la risposta da dare non sia "che cosa ci piace", come in molti han fatto...

I fantasy che mi piacciono sono quelli che hanno buone storie ma soprattutto grandi personaggi in ambientazioni ben studiate. Non devono essere eroi, non devono essere maghi incredibili. Devono essere veri (cioe' coerenti con la storia e con l'ambientazione) ed emozionanti.

Prendiamo Martin: personaggi come il folletto, la montagna che cavalca, Jaime Lannister... non sono "buoni", non sono modelli, ma sono veri ed emozionanti.

Quindi cosa cero? L'emozione vera in un contesto fantastico (altrimenti leggerei altro...).

 

>Evasione si', evasione no

 

Il romanzo fantasy deve essere anche evasione, per forza. Se non lo fosse sarebbe qualcosa d'altro: l'ambientazione serve a staccare dalla realta', forzatamente.

Questo non significa pero' che non possa veicolare informazione, idee, concetti... e quindi la assimilo, nella tua analogia, alla fantascienza.

Il fantasy puo' essere usato per veicolare valori sociali, ma in maniera sottointesa: le menzogne che Eddard dice per salvare le figlie, immolando il proprio onore... non e' un forte segno di importanza verso l'amore di un padre?

Il Folletto non e' l'esempio che l'intelligenza arriva dove la forza non puo' arrivare? Non ci insegna a valutare una persona non dall'aspetto.

Certo, queste sono inezie se confrontate con le tematiche toccate da un "io, Robot" di Asimov o da "Bladerunner" (per citare i piu' famosi), ma non deve essere sempre e per forza cosi': il fantasy e' giovane e anche nella fantascienza ci sono romanzi senza tante pretese comunicative.

Ricordo poi che il Signore degli Anelli (e lo Hobbit prima) sono proprio esempi di comunicazione alternativa: le critiche implicite al Regno Unito ed allo spirito inglese portate da Tolkien nei suoi romanzi sono state oggetto di ampie discussioni.

 

>Forma e sostanza

 

Oddio, hai fatto riferimento ad un altro thread che non ho ancora letto... chiedo scusa se dico cose gia' dette.

La forma e' come si scrive (al di la' della forma gramamticale, intendo)... come si punta l'attenzione sui diversi aspetti della realta': Tolkien era un "descrittore" che comunicava attraverso una spiegazione minuziosa dle mondo circostante, Eddings e' un "personaggista" in quanto descrive la storia attraverso le parole, gli atteggiamenti e i movimenti dei personaggi.

Martin e' a meta': rapide pennellate del mondo ma pennellate incisive. Caratterizzazione dei personaggi nelle loro azioni, piu' che nel loro linguaggio (parlato e corporale).

La sostanza invece e' composta da tante altre cose:

- la storia

- le sottotrame

- tutto cio' che si vuole comunicare.

La storia e' l'elemento portante, ma come in ogni cosa (libro, film), e' cio' che si vuole comunicare che conta. Mera descrizione degli stati dell'animo umano, tematiche sociali... quello che vuoi puo' essere comunicato in tanti modi diversi, ma questa e' la sostanza... e quando un lettore la percepisce, allora chiude il libro e gli rimane qualcosa dentro, anche a livello subconscio. Ed il libro gli e' piaciuto di piu'... ed il libro diventa qualcosa di piu'.

Quindi il percorso e': sostanza non significa avere un contenuto "sociale" (passatemi l'inesattezza) ma quando c'e' questa volontà di comunicare qualcosa, allora il romanzo puo' assumere dignita'.

 

>Dignita'

La domanda per me e' malposta: la dignita' non e' una caratteristica insita nel genere (giallo, saggio, ecc...) ma e' una caratteristica del singolo romanzo e non per forza implica che sia apprezato.

Il signore degli anelli la dignita' ce l'ha, questo non toglie che l'abbia trovato palloso (so gia' che verro' lapidato per questo).

I libri della Thorndon (La ragzza della Torre, ecc...) non mi hanno trasmesso nulla, se non la volonta' di raccontare una bella storia con belle parole.

I libri di Eddings non mi sono sembrati particolarmente "carichi di significati" ma mi sono piaciuti da matti.

 

Riassumo questo post volutamente ridotto all'osso (rispondendo a tante cose non volevo scrivere troppo).

 

Le emozioni, la voglia di raccontare una storia coinvolgente e' quello che cerco in un romanzo. L'ambientazione ha un suo ruolo rilevante ma non essenziale, basta che sia coerente e ben studiata.

Questo crea un romanzo che puo' avere sostanza ma non per questo un romanzo con una "dignita'" (se ho capito cosa volevi dire).

La dignita' viene da un passo in piu': quello di descrivere e comunicare qualcosa di personale, reale, vero, viscerale (l'orrore di Lovecraft, le idee e le critiche di Tolkien, per citare i vostri esempi).

 

Ciao,

 

Roberto


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Inviato il 21 aprile 2005 14:50
Martin e' a meta': rapide pennellate del mondo ma pennellate incisive. Caratterizzazione dei personaggi nelle loro azioni, piu' che nel loro linguaggio (parlato e corporale).

E' per questo che mi piace George Martin, perchè attraverso le sue parole riesce a creare una vicenda dinamica, sembra quasi di creare un film mentale.

 

Non mi ricordo dove avevo letto che Martin è anche regista. Potrei sbagliarmi.


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Nimièl
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Nimièl
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Inviato il 21 aprile 2005 14:51

Quoto in pieno quanto detto poco sopra da Azael. Più che il pg strafigo, è l'introspezione dei personaggi quella che mi affascina di più. Ovviamente l'ambientazione fantasy è elemento predominante! Non so se la scelta sia legata a mondi utopici e (fondamentalmente) positivi della mia infanzia, quelli delle fiabe e delle leggende, che mi hanno sempre affascinato.

Leggere di terre favolose dove regnano giganti, mammuth, o elfi e nani e orchi. Vivere battaglie epiche, prove di coraggio, avvincenti vittorie o clamorose sconfitte. Il sacrificio, la disfatta, la morte e la rinascita. Probabilmente amo quegli alti valori che sulla nostra terra sono quasi perduti. E' incredibile l'emozione che ti dà leggere di uomini che si battono fino alla morte, che sfidano mostri immensi, ma spesso anche le loro stesse paure.

Amo Martin più di qualsiasi altro autore perchè non ho trovato nessun altro che sappia rendere più vive e tangibili le sue creature.

Detto questo, voglio aggiungere che detesto ogni sorta di contaminazione. Trovo abbastanza irritante la concezione di alcuni per cui il fantasy possa essere il nostro mondo dopo una catastrofe nucleare. Detesto ancora di più i passaggi tra i mondi. Un attimo sono nel ventunesimo secolo, ma se faccio un passo nel portale incantato... oplà, eccomi tra mostri, maghi e guerrieri! *orrore e raccapriccio*

 

Scusate, non sono in grado di esprimere meglio quanto sia importante il fantasy per me :figo:


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19 anni fa
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19 anni fa

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