Lord Beric vuoi sapere come cresce una generazione che guarda Katia al posto delle tartarughe ninja...
bhè vienei a farti un giro dove lavoror io..
l' agenzia di viaggi è all'interno di un centro commercialee la sfilata di ragazze 13-40 perchè oramai la fascia teen-age copre questa età vestite uguali con la frangetta come lei, bionde anzi biondissime,con gli stessi vestiti o simil tali invade il centro dalla mattina alla sera...
e comunque nn c'è nulla di reale nello stare chiusi quattro mesi in una casa a vent'anni...anzi..
lo spero...
Il 25° libro delle Cronache avrà come tema principale un reality show in cui tutti i superstiti saranno rinchiusi per 4 mesi nel castello nero...
Prima di demoralizzarmi ancora di più (e con quattro ore di trasmissione numerica che mi aspettano sono già messo male), vorrei chiedere a questo augusto consesso: secondo voi, perché questi programmi hanno un indice di ascolto così alto?
perchè la gente non si fa mai i ca**i suoi.
Scerzi a parte, il pubblico medio ama vedere i fatti privati (o presunti tali) degli altri. Il voyeurismo è all'ordine del giorno, a partire dalle tristi storie di vita dei casi umani ai programmi come il Grande Macello. C'è inoltre una componente sadica in chi li guarda (vedi: "mi guardo la fattoria così vedo i vipps che sgobbano nella fangazza") e la speranza che ci siano storiacce di sesso... tra l'altro credo che stia per cominciare un reality sexy su La7...
ah, le tartarughe min**ia... quella era tv che valeva!!! e i robottoni! Mi sento un po' come la tipica vecchiettina: ah, ai miei tempi le cose erano diverse! si stava meglio quando si stava peggio!
..Però è vero, le bambine crescono col modello delle Bratz... io ci vorrei fare un'indagine sociologica sopra!povere piccineee!!!!!
Io mi sento fortunato ad essere cresciuto con Holly&Benji, I Cavalieri dello Zodiaco, L'Uomo Tigre, Sampei, Kenshiro...
Sì, è vero, confermo quanto hai detto sul reality sexy su la7...
Credo che un'indagine sociologica sarebbe decisamente triste... A mio avviso siamo in una situazione di "vuoto di potere", in cui agli adolescenti viene a mancare la guida parentale... E i modelli di vita che ci sono in giro finiscono di rovinarti.
Il brutto è che ci sono dei risvolti piuttosto spiacevoli. Io dò ripetizioni di matematica, e la settimana scorsa una di tali persone, una ragazzina di terza media, mi arriva sconvolta in lacrime: era stata vittima di uno sgradevolissimo mobbing da parte delle sue coetanee; queste le avevano tolto il saluto perché non era piacevole parlare con lei dal momento che non era informata sugli argomenti cool del momento, ovvero... Grande Porcello, Saranno Penosi eccetera eccetera...
E dire che mia nonna non voleva che guardassi Ken Shiro perché era troppo violento...
Come cambiano i tempi...
vERAMENTE ?????? Ecco perchè ho tanto odiato le medie ... ma per fortuna c'era la mia amica che mi ha salvata
Alle medie non si è in grado di riflettere, e grazie a questi programmi vengono su tutte quelle z*****e che stanno in giro
Che società marcia. Se una delle mie cugine dovesse venir su così la prenderei a calci...
z*****e? Complimenti per l'ampia identità di vedute... o_O
In ogni società e in ogni tempo ci sono quelli alla moda e gli emarginati... e non è mai un problema sociale... ma personale... viene emarginato chi si autoemargina, nulla di più e nulla di meno...
per la verità penso che queste trasmissioni siano utili: se crescendo lasci perdere il modo di pensare che le rappresenta, sei una persona capace di pensare; altrimenti, no... è selezione naturale, né più né meno
Cavoli raga interessante questa discussione
Premetto:temo di essere un po' di parte perchè la penso
Alle medie non si è in grado di riflettere, e grazie a questi programmi vengono su tutte quelle z*****e che stanno in giro
esattamente a questo modo
Interessante il discorso sulla selezione naturale..credo che ci possa stare..credo ci sarà sempre non fraintendere quello che sto per dire ma..la società odierna,con i principi che ha maturato nel corso dei secoli,e dei quali in via utopica si fa moralmente portatrice...non dovrebbe quantomeno cercare di attenuarla questa selezione?O comunque non fomentarla tramite la trasmissione via etere di programmi "idiotizzanti" o inebetenti?
Beh, se è per questo allora per gli stessi principi morali non dovrebbero più esserci 20 guerre sparse per il mondo, e 3/4 del pianeta sotto la soglia minima di povertà... purtroppo i bei prìncipi, almeno SECONDO ME, funzionano solo quando si ha la pancia piena... IMHO è valido solo ciò che viene concretamente realizzato, e le utopie lasciano il tempo che trovano...
secondo me questa "selezione naturale dell'intelligenza" non è un male... certo è triste... però almeno ti fa intuire subito come sono le persone... e tutto ciò che c'è al di fuori di ciò è meritevole d'attenzione...
forse ho fatto un discorso icasinato @_@ però la penso così... visto che non la si può cambiare, cerco di vederci un'utilità
viene emarginato chi si autoemargina, nulla di più e nulla di meno...
Se per mantenere un'autonomia di pensiero, se per essere considerato un individuo in grado di pensare con la propria testa, se per vivere nel modo che ritengo corretto devo emarginarmi dalla società...
Allora credo che ci sia una falla nella società stessa.
Una società non dovrebbe essere un bene pubblico nel senso etimologico del termine, una sorta di rifugio collettivo basato sulla cooperazione, in cui ogni individuo dona se stesso e può attingere agli altri? In cui avviene la formazione di ogni persona attraverso la comunicazione ed il confronto con le altre?
A mio avviso non dovrebbe essere un rullo compressore, in grado di schiacciare l'individualità, obbligando una persona a fingersi ciò che non è altrimenti scatta l'emarginazione. Non dovrebbe essere una pialla che ci spiana tutti, che ci propina gli stessi cliché, che ci obbliga ad avere gli stessi gusti, a pensare alla stessa maniera, a diventare, come sottolineava Melisandre, tante copie di Katia o Ascanio, tutti vestiti come loro, tutti che li imitano nel parlare, nell'agire, nel PENSARE.
Vivere in gruppo non vuol dire pensare tutti allo stesso modo. E la società ci porta su quella strada.
Ehm, Beric, teoricamente sono d'accordo con quanto dici... ma realisticamente mi ripeto:
[...]purtroppo i bei prìncipi, almeno SECONDO ME, funzionano solo quando si ha la pancia piena... IMHO è valido solo ciò che viene concretamente realizzato, e le utopie lasciano il tempo che trovano...
Inoltre emarginazione non vuol dire necessariamente non conformarsi alla società... ma bensì emarginarsi dalla società.
Io penso che si possa perseguire un proprio modo di essere anche se questo è ostico rispetto alla società. 1984, di George Orwell, è un grande esempio di ciò.
Indubbiamente, se io che non apprezzo il GF mi metto a guardare male, a parlare male, a giudicare male (e non giudicare è forse la prova morale più difficile) chi si veste in quel modo, chi parla di quelle cose, e comunque, più o meno consciamente, li disprezzo... beh, è inevitabile che con quel gruppo non potrò mai legare. Che mi emarginerò da loro, e contemporaneamente ne verrò emarginato.
Ma sotto ad ogni aspetto, vestito, discorso, c'è una PERSONA. E come per i fiocchi di neve, così è per le persone: non ce ne sono due uguali. Io che guardo il GF e ho i genitori divorziati, una sorella di 12 anni e amo Jordan, NON sono uguale a tu che guardi il GF, non hai il papà, sei figlio unico e ami Kubrick... (naturalmente ho usato "io" e "tu" a ca**o, solo per fare degli esempi...)
Io penso che a prescindere dal gusto per questa o quella trasmissione, o per questo o quel modo di vivere, ci sia la concreta possibilità di valicare le mura dell'apparenza, di conoscere, anche un poco, l'essenza di una persona: i suoi pensieri, sogni, dolori (specialmente questi). In questa nostra società si sta perdendo un contatto umano: e un abbraccio può schiuderti il cuore di una persona che ritieni superficiale fino a farti scoprire ciò a che non crederesti assolutammente possibile...
E sono fermamente convinto che sia semplicemente assurdo parlare di integrazione con altri popoli, culture, religioni, idee politiche, e quant'altro, finché non siamo neppure capaci di vedere oltre il vestito e l'acconciatura del vicino di casa, del compagno di classe, del collega di lavoro.
Con tutto questo non voglio criticare nessuno, sia ben chiaro! spero di essermi esposto come si conviene ^^
è selezione naturale, né più né meno
Quoto questo pezzo di un tuo messaggio precedente, ma in realtà rispondo al tuo ultimo intervento...
Hai parlato di selezione naturale. Da Darwin in poi l'idea di selezione naturale non è rimasta la stessa, soprattutto in questi ultimi tempi, con l'evoluzione della teoria delle complessità. Per farla breve, non è assolutamente detto che l'evoluzione sia da vedere in termine strettamente positivo. L'evoluzione è un cambiamento: non si sa se nel bene o nel male. C'est à dire, una popolazione (in senso biologico, ma per chi si diletta di programmazione genetica aggiungo anche in senso informatico), può benissimo assumere comportamenti alla lunga dannosi alla sua stessa sopravvivenza.
Sopprimere le diversità individuali a mio avviso è quanto di più pericoloso ci sia. Ed il fenomeno di mobbing a cui ho assisitito mi sembra un chiaro campanello d'allarme. La ragazzina che conosco è stata esclusa dal suo gruppo perché rifuitava di uniformarsi allo "standard". Tu mi dici: "bisogna saper vedere al di là". È verissimo, sacrosanto.
Ma ad aiutare l'individuo nella sua integrazione non dovrebbe essere la società stessa? La società non dovrebbe cacciare chi non condivide i suoi valori: è uno svantaggio per entrambe le parti; per la persona emarginata, che non potrà misurarsi con altri individui simili a lei, e per, lasciami usare queste parole, il gruppo emarginato, che si autocompiace di ciò che è e rifiuta il confronto con una realtà differente, in quanto tale portatrice di instabilità, sia essa disgregazione o miglioramento.
In fenomeni di uniformizzazione di massa ci si avvolge in maschere sempre più pesanti, sotto le quali è sempre più difficile ritrovare l'individuo. Ora, è inevitabile che io rinunci a parte della mia individualità se voglio vivere in mezzo agli altri, ma che la società mi imponga di rinunciare a ciò in cui credo... beh, è troppo.
Nella standardizzazione forzata sta, a mio avviso, il collasso della forma sociale.
Secondo me la tua speranza di essere sempre in grado di trovare l'individuo sotto la maschera è una bellissima utopia... E non perché sia difficile. Ma perché mi sto rendendo conto che per tante persone la maschera è diventata una forma di autodifesa così implicita che non vogliono, o ancora più inquetante non possono, farne a meno. La gente ha paura di essere sola. E così si adegua, sopprime ciò che è e ciò che potrebbe essere.
E questo è tristissimo.
stupenda sta discussione *_* un brindisi!!
In merito a quanto dici sull'evoluzione e sulla società che si autodanneggia: sono d'accordo con la tua critica, ma pensaci un attimo. L'uomo è l'animale fisicamente più debole, di tutta la natura. Non ha artigli, non ha zanne, non ha l'agilità, il fiuto dei cani, l'istinto dei lupi. Chi avrebbe mai detto che sarebbe sopravvissuto per tanto tempo, costruendo tante civiltà così diverse? L'uomo ha dovuto per forza di cose riunirsi in gruppi, farsi regole, e punire severamente chi non le rispettava: l'alternativa, era l'estinzione - non solo metaforicamente, se pensi alle guerre.
Purtroppo questo ha comportato lo svilupparsi di determinati schemi mentali, che vengono inculcati praticamente fin dalla nascita: questo si fa, questo no, questo è bene, questo è male, e via dicendo. E sempre, in sottofondo, lo stesso disco: il gruppo vive, il singolo muore. Stai assieme a tanti, e sarai protetto; isolati e sarai mangiato.
Tali schemi mentali, una generazione dopo l'altra, sono arrivati fino a noi, oggi: e gli stessi schemi dettano alla "società": il diverso è il pericolo. Chi è diverso va emarginato.
Naturalmente anche chi "è diverso" sa questo, e spesso si autoemargina.
La società dovrebbe aiutare... eticamente. Ma in realtà la gente teme ciò che è diverso, e lo nasconde dietro paroloni difficili, e facili etichette: chi fuma erba, è un pericoloso drogato. Chi tiene i capelli lunghi e i vestitoni sformati, è un anticonformista comunista noglobal terrorista. Chi ascolta metal è un metallaro naziskin esaltato. E via dicendo. E ci sono da tutte le parti questi ragionamenti, eh... il metallaro non risparmia giudizi a quello che ascolta nek così come il comunista non risparmia giudizi a quello che va a lavorare in giacca e cravatta.
Non so vedere una soluzione, se non nello sforzo, di nuovo, di vedere oltre giudizi ed etichette: tuttavia penso che tali schemi mentali non cadranno mai, e che gli uomini prima o poi, finalmente, si estingueranno anche loro. Magari alla seconda chance evolutiva avremo più corteccia cerebrale lupesca e meno coglionesca.
In merito all'altro punto, sul trovare sempre l'individuo sotto la maschera... purtroppo temo anch'io che sia un'utopia... e per quanto non sia un problema recentissimo (Pirandello un secolo fa scriveva kg e kg di roba sulle maschere, sul comprotamento, e via dicendo), è indubbio che il "male oscuro", la depressione, sia esponenzialmente aumentato nel XX secolo... e secondo me il terrore di caderci dentro, anche inconscio, anche non conoscendola, è così notevole da spingere le persone a chiduersi sempre di più, in sé e nei gruppi.
Però non vedo altra soluzione a tutto questo, se non un evento storico improvviso quale l'avvento di un nuovo "Messia", di qualsiasi religione sia, cui consegua un nuovo, immane, cambiamento morale - e tutto ciò mi sembra decisamente impossibile. Perciò rimango dell'idea che l'unico modo sia che ogni persona entri nelle persone intorno ad essa, perché dalla "società" non è mai venuto nulla di buono, e solo dai singoli può giungere un cambiamento.
odio tutti i reality show!!!
Beh, se è per questo allora per gli stessi principi morali non dovrebbero più esserci 20 guerre sparse per il mondo, e 3/4 del pianeta sotto la soglia minima di povertà... purtroppo i bei prìncipi, almeno SECONDO ME, funzionano solo quando si ha la pancia piena... IMHO è valido solo ciò che viene concretamente realizzato, e le utopie lasciano il tempo che trovano...
E' vero ma almeno dal punto di vista morale sono comunque condannati..o no? Almeno moralmente la società condanna guerre abusi e squilibri.Come dovrebbe condannare altre cose che portano alla distruzione del proprio futuro o che ne vadano a compromettere le dinamiche della sua futura permanenza.Il concreto spesso differisce dai valori espressi,ciò che dici è vero..ma se non ci fossimo posti dei principi che quantomeno risultino essere condivisi e che siano posti per un prosecuo della società...credi davvero che si potrebbero vedere le guerre i conflitti e cose del genere con la stessa ottica di adesso?
Tralasciando poi il fatto che ovviamente, i reality sono una cosa assai piccola rispetto a guerre e situazioni di disequlibrio e di questo ne sono consapevole (come di certo lo siamo tutti )
IMHO è valido solo ciò che viene concretamente realizzato, e le utopie lasciano il tempo che trovano...
Ecco mi sa che è qui che sta la differenza nelle nostre tesi.Premetto:ho fatto del pragmatismo una mia filosofia di vita,anche se purtroppo sono e rimarrò sempre un sognatore.
Partendo da questo presupposto (apparentemente una contraddizione..come quella che forse c'è anche nella nostra società ),credo che sia importantissimo il fatto concreto..ma che sia anche fondamentale il valore morale che si da al fatto,e questa valutazione morale credo posso dipendere proprio dai principi di cui un soggetto (individuo o società)si fa portatrore/trice.
Detto ciò ringrazio tutti voi per questa discussione E' bello vedere che c'è ancora gente che pensa
Cacchio mi avete fatto diventare pure serio Teribbile