La tua è una lettura molto precisa, concordo soprattutto sulla definizione di disumano che attribuisci a quanto Stannis compie e sostiene. In effetti è un procedimento inevitabile, perché il risentimento è parte dell'umanità. Possedere la forza di ignorarlo e di non perorarlo, e farlo in modo perpetuo, richiede una potenza interiore tale da trascendere i meccanismi umani. Resta comunque, secondo me, almeno parzialmente applicabile.
Molto interessante il tuo parallelo tra le sorti di Lady e di Robb. In effetti la frase è applicabile anche alle sorti del fu King In The North. Emblematico perché egli in effetti non avrà modo di risposare a Nord, visto che le sue spoglie non faranno mai ritorno.
Per quanto riguarda la decisione odierna, mi rifaccio alla seguente:
« There are no men like me, only me. » - Jaime Lannister
Una scelta che percepisco molto vicina.
Un'affermazione potente, dal significato duplice, altresì ingannevole.
Estrapolata dalla sua apparenza vanesia, tale citazione enuncia un elevatissimo grado di auto riflessione, che a sua volta pone in essere una condizione di afflizione e logorante tormento. Se da un lato è una rivendicazione di unicità e irreplicabilità, dall'altro il meccanismo di unicità e inimitabilità è qui inteso sotto una luce negativa.
Quanto il primogenito di Tywin sta a indicare è che, nel bene e nel male, non vi siano individui che corrispondano alla totalità della sua indole, né che siano realmente tormentati e interiormente inquieti quanto lo è lui. L'espressione non è dunque un dipinto di immodestia e superbia, quanto invece il configurarsi di un'auto-testimonianza analitica sulla propria natura, qui percepita come contorta e irreplicabile, soprattutto negli aspetti più negativi.
Il contrasto tra la percezione del circondario verso una simile affermazione e ciò che essa stia realmente a significare, nonché la sua portata dolorosa, è il solito quanto ironico contrappasso che persegue Jaime da quando egli ha facoltà di respirare. Coloro i quali hanno scelto di inquadrarlo e percepirlo in un determinato modo saranno dunque orientati a vedere in tali parole un'attestazione di presunzione e vanità, tralasciando del tutto la criticità e l'intimo quanto reale contesto delle medesime. Quelle stesse parole sono difatti straordinariamente equivoche, sintomatico paradosso di come lo Sterminatore di Re appaia, dell'etichetta e di come egli di fondo sia e senta di essere realmente.
Ingannevole è qui il suo esprimersi: la sua particolare estrinsecazione è letta come la conferma di un'arroganza che ha pochi eguali, eppure ciò che egli intendeva con la stessa ha una derivazione completamente opposta, avversa, ostile, a sé stesso quasi sfavorevole. Ciononostante l'affermazione permane ardita e onesta nella sua complessità, nonché umanamente veritiera e corrispondente.
Nel bene, ma soprattutto nel male, nel positivo ma soprattutto nel negativo, non vi sono uomini come lui.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister
« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learn. Winterfell is Our Home, we have to fight for it. » - Sansa Stark
« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark
« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
Non so se può essere considerata una citazione perché a rigore è una frase che non pronuncia esplicitamente nessuno (è più una specie di pensiero di Tyrion), ma mi è davvero rimasta impressa. La citazione con cui si chiude ASOS, epilogo escluso:
Lord Tywin Lannister did not, in the end, shit gold.
La citazione è superbamente costruita anche in senso formale: inizia con la parola "Lord", a sottolineare l'importanza e il prestigio del personaggio; prosegue con "in the end", a sottlineare l'ineluttabilità di quanto si esprime; termina con la volgarità, a sottolineare il contrasto con la parte iniziale della citazione.
A livello "filosofico", la citazione mostra il terribile e definitivo contrasto tra la potenza e la gloria imperitura di Tywin e il destino misero e volgare che egli subisce, per di più per mano del proprio figlio deforme. Come dissi altrove, in una discussione fra l'altro proprio aperta da JonSnow, mostra la natura nietzscheanamente "umana, troppo umana" del vecchio leone Lannister. Un personaggio così tanto salito in alto e così rovinosamente caduto in basso. Fra l'altro, la citazione si lega perfettamente ai capitoli di AFFC in cui si dice che il cadavere di Tywin puzzava. È per questo che non ho mai creduto alla teoria secondo cui la puzza fosse da addebitare ad un avvelenamento da parte di Oberyn. Un inutile esercizio di complottismo.
@JonSnow; nella citazione di Jaime non ci avevo tanto letto una consapevolezza sfavorevole verso sé stesso, quanto una sorta di sfacciataggine che il giovane leone lancia, come una sorta di guanto di sfida, contro Catelyn che in quel momento lo teneva prigioniero. Siamo nella fase in cui Jaime è ancora disilluso e cinico, non avendo ancora incontrato Brienne.
Avete tutti scelto bellissime frasi, complimenti.
Anche la mia citazione non é mai stata pronunciata, ma è un pensiero, sempre di Tyrion:
"Tutto trae origine dal passato, dal lontano passato" pensó Tyrion "dai nostri padri, dalle nostri madri, e prima ancora dai loro padri e dalle loro madri. Noi siamo solo marionette che ballano appese ai fili di coloro che ci hanno preceduto. E un giorno, i nostri figli saranno costretti a ballare al nostro posto, appesi ai nostri fili".
Questa riflessione per me esprime una delle caratteristiche più affascinanti dell'opera, ovvero il suo estendersi nel tempo, attraverso un passato che ritorna o che forse non se ne era mai andato.
A volte ció é reso tramite piccoli dettagli, come la presenza di Balerion, il gattino della piccola Rhaenys, che vive ancora nella Fortezza Rossa, quasi fosse un fantasma.
"Gli dei esistono" ripetè a se stessa. "E anche i veri cavalieri. Tutto questo non può essere una menzogna".
Comitato Pro Brandon Stark; Comitato S.P.A. Salvate il piccolo Aemon (in difesa del figlio di Mance, del figlio di Gilly e di tutti gli altri bimbi di ASOIAF); Comitato QUANDO C'ERA LUI (Meglio Tywin di quella psicopatica di sua figlia); Comitato A.T.P.A. (Aemon Targaryen pro-pro-prozio dell'anno); Comitato E.S.S.S. (Eddard Stark Santo Subito); Comitato E.T.S.T. (Eddison Tollett li seppellirà tutti); Comitato M.E.F.H. (Martin esci fuori Howland) gemellato con M.E.F.W. (Martin esci fuori Willas); Comitato T.M.G.M.S. (Theon Mezzo Greyjoy Mezzo Stark); Comitato Y.L.J.E.M. (Ygritte levati, Jon è mio), Comitato T+S: Tyrion+Sansa (possibilmente a regnare su Castel Granito); Comitato Pro Jojen e Meera Reed; Comitato G.M.S.S. (Giù le mani da Sansa Stark); Comitato L'unico Vero Aegon (ovvero l'Egg delle novelle);
Che iniziativa interessante!
Purtroppo non credo di poter partecipare attivamente perché ormai le mie conoscenze su Asoiaf cominciano a cadere nel dimenticatoio, indi per cui il mio bagaglio di citazioni, salvo quelle della firma è assai limitato,
ma vi seguirò con piacere!
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
@Figlia dell' estate il tema del passato che influenza il presente, e in particolare dei genitori che influenzano i figli, è presente anche nella trilogia The First Law di Abercrombie, che molti fan di ASOIAF conoscono.
Magari non l'ho specificato nell'incipit ma non è necessario riportare solo esternazioni verbali. Anche meri quote narrativi, come il tuo su Tywin, sono altrettanto validi.
Il contrasto di tale citazione è molto affascinante, ed echeggia la fine paradossale e inversa compiuta dallo stesso Lord di Castel Granito. Come abbiamo modo di vedere perfino nel suo percorso, qualunque uomo sia presuntuoso al punto da voler ascendere a dimensione divina, è destinato ad essere fortemente disatteso e a disattendersi. La citazione fa riflettere molto soprattutto perché pone in essere il risultato delle sue stesse azioni antinomiche. Per quanto abbia perorato lo splendore, inteso come superiorità materiale, si è ritrovato ad epilogare sé stesso nel versante totalmente opposto. Costante della rovina di Tywin e di Casa Lannister è proprio la sua figura accentratrice, incapace di scostarsi da un concetto e da un desiderio di immortalità onirica; il nome dei Lannister è tutto ciò che continuerà a esistere, egli è solito intendere, eppure egli stesso ha contribuito in un misto di vanità e cecità a far volgere la propria Casata al desio, ritrovandosi ad essere fautore tanto quanto del successo e tanto del declino della stessa. Più di tutto ha un ruolo in questo l'enorme fallimento paterno che egli ha perpetrato, ignorando tanto l'ambiguo rapporto tra Jaime e Cersei, quanto la pericolosità latente dello stesso Tyrion, la cui continua umiliazione e ambizione lo porterà ad una nefasta ribellione che coinciderà con la fine del patriarca Lannister.
Riguardo a quanto dici su Jaime, difatti quella è la lettura che dà proprio Catelyn. Ma le meccaniche dietro quell'esternazione sono più profonde di quanto si pensi. Il contesto superbo e canzonatorio si configura solo nel momento in cui egli fa a pezzi le convinzioni di Cat, mettendone in risalto la contraddizione di fondo: ritenere privo di onore lui, ma non Ned, che nell'immaginario collettivo più di tutti si era disonorato e l'aveva disonorata. Ma nella frase di Jaime si cela tanto una parziale rivendicazione di unicità, quanto una forma di autoriflessione nefasta verso di sé. Inoltre egli è sempre stato ciò che è, al di là dell'etichetta. Cambia solo come egli venga percepito, ma rimane profondamente disilluso. E' lo stesso che assassina Aerys, che getta dalla torre un bambino ma che al contempo salva una donna dall'essere profanata e violentata. Capace di gesta discutibili e di ferire gli altri, quanto di disattenderli in positivo con gesta che denotano invece grandezza e cuore. E compie tutto ciò rimanendo profondamente coerente, senza pentirsi mai realmente. Non c'è redenzione o vero cambiamento, solo sempre più consapevolezza. E' ciò che rende Jaime Lannister Jaime Lannister.
Per approfondire la questione, ho trovato in linea e ottima la trasposizione fatta in GoT di quella stessa frase. Metto sotto spoiler per rispettare il regolamento e spiego meglio. SPOILER GoT Season 2:
Ovviamente tutto avviene nell'ultima decina di secondi.
Come si può notare, a dispetto della superbia precedente, non c'è vita nella voce di Jaime quando egli pronuncia simili parole.
Il tono è passivo, afflitto, stanco e decadente, come a celare una controversa forma di afflizione. Ma è ancor più interessante il linguaggio del corpo.
Nel momento in cui fa quest'esternazione egli non mantiene lo sguardo su Catelyn. Non abbiamo il mento elevato e lo sguardo di sfida di chi vuole scandalizzare e sottolineare vanità. L'ottimo Nikolaj volta il capo dall'altra parte e guarda in basso, più a fare i conti con sé stesso e con la reale portata interiore di quanto affermato.
Una sequenza che trovai molto intima, che propone la percezione della frase in questione.
La portata della citazione che hai scelto è ridondante. Tyrion mette in luce una tematica molto delicata e importante. Le ripercussioni delle scelte dei membri di una generazione nei confronti della prossima. Fa pensare anche a come ognuno possa diventare a propria volta l'immagine di un esempio propositivo o nefasto, a seconda della propria condotta e della percezione che si possa lasciare di sé e delle proprie azioni. Ciò si estende tanto alla genitorialità quanto all'autorità e al mero codice etico. Tutto ciò che facciamo ha delle conseguenze e può arrivare a lasciare strascichi per coloro che verranno dopo di noi.
Un aspetto molto significativo se applicato all'esistenza in generale.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister
« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learn. Winterfell is Our Home, we have to fight for it. » - Sansa Stark
« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark
« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
"Up and down, then down and up. Then up and down again. I hate these stupid mountains of yours, Prince Bran."
"Yesterday you said you loved them."
"Oh, I do. My lord father told me about mountains, but I never saw one till now. I love them more than I can say."
"But you just said you hated them."
"Why can't it be both?"
" A Grande Inverno giuriamo la fedeltà della Torre delle Acque Grigie. Cuore e focolare e raccolto a te noi doniamo, mio lord. Le nostre spade, le lance e le frecce sono al tuo comando. Da’ misericordia ai nostri deboli, aiuta i nostri inermi e fa’ giustizia per tutti. Noi mai ti volteremo le spalle. Lo giuro sulla terra e sull’acqua. Lo giuro sul bronzo e sul ferro. Lo giuriamo sul ghiaccio e sul fuoco. "
La coerenza dovrebbe essere la virtù dei forti ,appunto : dei forti, quelli veri .
Comunque Bran pur se ancora bambino è saggio lui ,in fin dei conti è figlio di Ned Stark
Ringrazio il mio caro amico JonSnow; per aver ideato e creato le immagini dei miei bellissimi ed elegantissimi avatar e firma
;
« I am a wolf and I fear nobody. »
''They were insulting Jon and you sat there and listened.''
''Offend them and Jon loses his army.''
''Not if they lose their heads first.''
« Leave just ONE wolf alive and sheeps will NEVER be safe. »
« When the snows fall and the white winds blow, the lone wolf dies, but the pack survives. »
''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.
20 hours fa, JonSnow; dice:There are no men like me, only me.
Un'affermazione potente, dal significato duplice, altresì ingannevole.
Estrapolata dalla sua apparenza vanesia, tale citazione enuncia un elevatissimo grado di auto riflessione, che a sua volta pone in essere una condizione di afflizione e logorante tormento. Se da un lato è una rivendicazione di unicità e irreplicabilità, dall'altro il meccanismo di unicità e inimitabilità è qui inteso sotto una luce negativa.
Una potentissima citazione di quello che rimane uno dei miei POV preferiti del Leone Dorato nella sua fase pre vasca. Non trovo sia casuale infatti che egli si metta a nudo di fronte a due donne dall'imponente levatura umana e morale (per quanto in molti frangenti Cat si dimostri fin troppo impulsiva nelle scelte che compie, non ponderando le conseguenze delle proprie azioni, è innegabile quanto ella sia figura estremamente forte e dignitosa), diversissime dall'unica donna che egli ha fin lì conosciuto, quella Cersei di cui è senziente vittima e complice. Esse hanno se non altro il merito di porre dinanzi a Jaime un ideale di femminilità diverso da quello della sorella/amante, di fronte al quale egli si sente inadeguato.
La tua citazione, come perfettamente cogli, non è in alcun modo vanesia, pavoneggiante o autocelebrativa, tutt'altro: nella sua unicità, nella sua irreplicabilità, nel suo essere diverso da ogni altri uomo sulla faccia della terra Jaime si afferma quasi come opera d'arte: non ce n'è un altro come me, sembra dire con presa di coscienza estrema, ci sono io e basta con tutto il mio carico di negatività e di peccati. Egli non si auto assolve, non cerca alibi né li desidera, sa di trovarsi di fronte alla donna a cui qualche tempo prima ha tentato di assassinare il figlio, eppure non ha alcun tentennamento nel dichiararlo. La sua forza, anche la sua bellezza se vogliamo, sta infatti nel non porsi mai moralmente al di sopra di altri, semplicemente si limita a prendere atto della visione parziale e distorta che il mondo ha scelto di avere di lui ed a registrarne il disprezzo, che al momento contraccambia in toto.
Molto belle anche la citazione di @Euron Gioiagrigia su Tywin Lannister e quella di @Figlia dell' estate sulle ripercussioni e conseguenze che ogni nostra azione inevitabilmente avrà sul destino di chi ci succede. In questo, i romanzi di Martin sono sempre fortemente didascalici e contengono brillanti riflessioni sia sulla condizione umana che sull'importanza di perpetrare determinati codici etici e morali, laddove naturalmente li si possieda.
La mia citazione di oggi è tratta da un POV di Tyrion di ASOS: siamo nel frangente in cui Tyrion, Kevan e Tywin discutono del destino dei Westerling e in generale Tywin prepara piani matrimoniali per Cersei ed il Folletto.
"Jeyne Westerling è figlia di sua madre" disse lord Tywin. "E Robb Stark è figlio di suo padre." […] "Che i Westerling e gli Spicer siano davvero stupidi al punto da credere che il lupo sia in grado di sconfiggere il leone?"
Estistevano momenti, molto lontani nel tempo l'uno dall'altro, in cui lord Tywin Lannister minacciava di sorridere. In realtà non sorrideva mai, ma anche solo la minaccia di un suo sorriso era una cosa spaventosa da guardarsi.
"Spesso, i peggiori stupidi sono più astuti degli uomini che ridono di loro".
Oltre a disvelarci che il vero burattinaio dietro la liason Robb Stark - Jeyne Westerling (che la ragazza ne fosse al corrente o meno è irrilevante al momento, contano le conseguenze) è il patriarca dei Lannister, questo estratto ci configura sia la grande fiducia che egli ripone nel fatto che entrambi i ragazzi, tanto Robb quanto la Westerling, siano diretta estensione di pregi e difetti dei proprio genitori, quanto, dal punto di vista di Tyrion, la consapevolezza del grande intelletto paterno, della sua arguzia strategica e soprattutto dell' incapacità di Tywin di dimenticare e/o perdonare a chicchessia un torto subito.
Andando ancora più a fondo, egli si chiede se davvero i due rami da cui discende Jeyne, un tempo vassalli dei Lannister, siano stati così ingenui da credere che la guerra dei cinque re possa concludersi con la vittoria degli Stark e quanto folli siano stati ad avere avuto l'ardire di schierarsi così apertamente contro suo padre, unendo la loro causa a quella del Lupo di Grande Inverno, memori di quali potrebbero essere le conseguenze per loro laddove si sbagliassero. Ed è qui che Tywin sforna un'altra delle sue tante perle.
Spesso, si tende a sottovalutare gli altri ponendosi intellettualmente al di sopra di essi; un classico errore di superbia che è sempre pericoloso commettere e che di certo per uomini come Tywin Lannister rappresenta un passo falso da cui è impossibile non trarre vantaggio.
”My faith's in people, I guess. Individuals. And I'm happy to say that, for the most part, they haven't let me down.”
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"Dreams don't mean anything, Dolores. They're just noise, they're not real." "What is real?" "That wich is irreplaceable."
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"Gli umani sono strane creature, ogni loro azione è guidata dal desiderio, i loro caratteri forgiati dalla sofferenza. Per quanto essi provino, non potranno mai liberarsi dall'essere eternamente schiavi dei loro sentimenti. Finchè la tempesta li sconvolgerà dall'interno non riusciranno a trovare pace. Né da vivi, né da morti. E quindi, giorno dopo giorno, faranno ciò che è necessario.
La sofferenza sarà la loro nave.. il desiderio la loro bussola."
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Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza; ti salverò da ogni malinconia
perché sei un Essere speciale ed io avrò cura di te. Io sì, che avrò cura di te.
Rimanendo in tema Jaime Lannister, vorrei proporre la sua citazione definitiva, non a caso espressa nella famosa scena della vasca. Tutto il dialogo del giovane leone è memorabile, ma il finale è davvero calzante:
By what right does the wolf judge the lion? By what right?
Oltre ad essere l'espressione definitiva del relativismo martiniano, rappresenta anche il massimo sfogo di Jaime in cui viene riversata tutta la sua amarezza, non a caso al termine di un monologo in cui mostrava la sua verità riguardo la fine di Aerys. Tutto il monologo andrebbe in effetti paragonato a quanto detto da Ned su quella stessa scena in AGOT, a mostrare la diversità dei punti di vista.
In ogni caso, non è casuale che da qui in poi la visione che Brienne ha di Jaime non sarà più la stessa. Ma anche il contrario.
10 hours fa, porcelain.ivory.steel dice:La tua citazione, come perfettamente cogli, non è in alcun modo vanesia, pavoneggiante o autocelebrativa, tutt'altro: nella sua unicità, nella sua irreplicabilità, nel suo essere diverso da ogni altri uomo sulla faccia della terra Jaime si afferma quasi come opera d'arte: non ce n'è un altro come me, sembra dire con presa di coscienza estrema, ci sono io e basta con tutto il mio carico di negatività e di peccati. Egli non si auto assolve, non cerca alibi né li desidera, [...]
Hai compreso perfettamente quanto io intendessi e quanto presumo intendesse anche lui.
Da parte sua non c'è l'iscrizione ad una superiorità morale, ma ad un disincantato e quasi barbarico constatare. Che Jaime possa pentirsi o meno di quanto commette, egli ha forte consapevolezza di ciò che compie e della portata dei suoi atti. Nell'esternazione c'è coscienza e al tempo stesso afflizione, profondo rammarico. Lo Sterminatore di Re reclama la propria unicità sotto un riflesso per niente lusinghiero. Non vi sono altre esistenze come la sua, altre intimità costituite allo stesso modo in cui è costituita la sua. La capacità di affacciarsi ai propri peccati e di non rinnegarli. E' poi lo starter di ciò che sarà, di quanto egli si dimostrerà monocratico nel relazionarsi a sé stesso e ai pesi che vigono dentro di lui.
Il modo in cui l'esternazione è captata, rivestita di un senso di alterigia e autoesaltazione che in vero non ci sono, è tanto occasione di distinguere enorme e ulteriore vanità in lui per chi ha una determinata idea della sua natura, come altrettanto è occasione per Jaime di confrontarsi nuovamente con il proprio cammino e con tutto ciò che lo ha reso e lo rende ciò che è, essere non replicabile, per istanze che sono correlabili tanto ad una lettura positiva quanto ad una lettura negativa.
Perfino in queste parole, che ineluttabilmente trascinano la sua intimità verso l'esterno, si ha il contrasto tra come egli sia e possa essere, nonché come egli venga invece percepito. In un senso o nell'altro si ha una conferma quasi brutale, a seconda delle orecchie e dello sguardo che incedano su di lui nel preciso istante. La portata è quasi spassionata, priva dell'ardimento con cui le persone esigono tributo, esprimendo tutta la loro volontà di venerazione. C'è invece molta, molta consapevolezza del complessivo, nei dolorosi spigoli dell'auto riflessione.
Quindi in definitiva there are no men like me, only me.
Notevole anche la citazione che hai scelto tu, soprattutto perché ha una doppia valenza.
Laddove è vero che Tywin approfitti del subdolo meccanismo altrui di sopravvalutarsi, così egli sarà vittima della propria sorte beffarda proprio per essersi elevato al di sopra, al punto da credersi incommensurabile e da aver sottovalutato le altrui possibilità. E' un procedimento che ci insegna molto, poiché se è vero che un'eccessiva umiltà possa confinare nella mediocrità e rendere impossibile il miglioramento di sé, così un'eccessiva sicumera e padronanza dei propri mezzi potrebbe risultare decisamente pericolosa, e inficiare ogni lettura razionale delle proprie circostanze.
Come per ogni evenienza dell'esistenza stessa, la chiave risiede nel compromesso altresì denominato equilibrio. L'allontanamento dev'essere circostanziato e compiuto tanto verso un approccio colpevolmente narcisista e auto-esaltante, tanto verso un approccio eccessivamente denigratorio delle proprie possibilità. Ogni altra misura che non contenga una metrica d'equilibro porta elementi limitativi.
Quello che traiamo da questo passaggio di ASOIAF è come il peccato enunciato sia poi commesso sia da chi lo rileva che da chi lo vive in prima persona. Non c'è dunque altra strada se non quella di evitare di equivocare l'umanità degli individui. Perché ignorare la propria fallibilità significa segnare il proprio declino.
In questa frase sì che emerge il profondo orgoglio del Leone.
Volendo andare oltre la cortina di questa facile per quanto veritiera conclusione, sottolineerei che essa profonde anche la totale avversione di Jaime Lannister a meccanismi di giudizio. Egli vive il profondo logorio rappresentato da pedissequi e incessanti giudizi sulla sua persona, in parte meritati ed in parte no, soffrendo la trappola di un processo causa-effetto che lo rende continuamente straziato a livello interiore. Il procedimento è così efferato da essere avvertito in modo carnale, e dal rendere il soggetto in questione del tutto scettico verso il prorompere in giudizio altrui. Pertanto lo Sterminatore di Re rifugge il giudicare il prossimo, non è interessato a farlo e non lo è sia da una dimensione meramente personale, di mancanza di interesse, sia poiché fin troppo leso internamente per aver subito proprio lo stesso meccanismo che evita di mettere in pratica sugli altri.
Per quanto concerne la citazione che scelgo io oggi:
« His fur was white, where the rest of the litter was grey. His eyes were as red as the blood of the ragged man who had died that morning. Bran thought it curious that this pup alone would have opened his eyes while the others were still blind. »
Citazione tratta dal primo vero capitolo di ASOIAF, inerente al ritrovamento della cucciolata di metalupi e, nello specifico, di Ghost.
La meticolosa e affascinante descrizione pone in risalto diversi significati reconditi. La singolarità del metalupo albino, dato il suo aspetto caratteristico, nonché la sua precocità su determinati aspetti. Impossibile non cogliere quanto ciò si allinei ai tratti del suo stesso padrone, a propria volta singolare e precoce tanto nella sua condizione di outsider quanto nella sua capacità di giungere all'auto-consapevolezza prima di altri.
Laddove gli altri sono ancora ciechi, gli occhi rossi di Ghost si ritrovano aperti prima del tempo. Così come laddove altri siano ancora ciechi dinanzi a talune prese di coscienza, Jon Snow è invece in anticipo sulla tabella di marcia. I suoi traumi e i suoi blocchi interiori, nonché la reazione verso i medesimi, portano Jon a sviluppare in anticipo il proprio Io e ad una costruzione di sé stesso quantomai subitanea, nello stridere di idealismo e disincanto che si sovrappongono e che lo portano ad un costante ed inesorabile divenire.
I sensi del metalupo bianco sono per l'appunto più sensibili e sviluppati, lo rendono più acuto e innestato all'esistenza, tanto quanto più sensibili e sviluppati sono i sensi di Jon Snow rispetto ai propri fratelli di nobile lignaggio, per quanto si ritroveranno a raggiungerlo presto nel momento in cui essi si scontreranno con gli aspetti più atroci della vita stessa.
Molto singolare e dal retrogusto metaforico anche il passaggio sugli occhi correlati all'osservazione: Jon Snow si rivelerà difatti un fine osservatore, facendo dell'assimilazione dal circondario e dalle esistenze intorno a sé il suo mantra, ciò che lo renderà incline ad evolvere di continuo senza mai alcuna vera sosta e a plasmarsi a livello cosciente, sino a raggiungere la proiezione di sé più auspicabile, in modo perentorio, ineluttabile e dinamico.
Un meccanismo su cui abbiamo avuto modo di dibattere nel topic dei Mentori, in cui l'estrinsecazione dello stesso è evidente nell'osservazione da parte di Jon Snow degli stessi maestri di vita con cui avrà a che fare.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister
« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learn. Winterfell is Our Home, we have to fight for it. » - Sansa Stark
« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark
« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
@JonSnow; la citazione da te scelta è quasi metafisica, perché rivela indizi, sebbene in maniera vaga, su come potrebbero andare le cose in futuro. Questa è una cosa tipica dei primi libri di ASOIAF, quando Martin non aveva ancora bisogno di ricorrere a mezzucci ed espedienti per mantenere un alone di mistero sulla storia.
In ogni caso dimostra chiaramente il ruolo sicuramente determinante di Jon Snow.
Circa il ritrovamento di Ghost ( la descrizione nel testo è quasi a livello di quella dei miti greci ) aggiungo un particolare che ritengo interessante .
Ned acconsente a che i figli prendano ognuno un metalupo solo dopo che Jon glielo aveva chiesto
Il particolare probabilmente sfugge ma dimostra il bene che Eddard voleva al suo cosiddetto figlio bastardo.
Tutta la scena presentata e’ fortemente simbolica visto che in essa e’ descritta una metalupa morta ad opera di un cervo .
Ancora da notare come Jon stia al suo posto di bastardo ma alla fine anche lui prende lo scarto della cucciolata ,in realtà sui compagno fedele e silenzioso ea ben vedere il lupo più letale della cucciolata , quello con occhi aperti
Altro indizio preciso ed interpretabile direi
E Jon dimostrerà di aver occhi ben aperti in tutto quello che sceglierà di fare in seguito un poco come la pietra scartata dai costruttori che diventa testata d’angolo
Ringrazio il mio caro amico JonSnow; per aver ideato e creato le immagini dei miei bellissimi ed elegantissimi avatar e firma
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« I am a wolf and I fear nobody. »
''They were insulting Jon and you sat there and listened.''
''Offend them and Jon loses his army.''
''Not if they lose their heads first.''
« Leave just ONE wolf alive and sheeps will NEVER be safe. »
« When the snows fall and the white winds blow, the lone wolf dies, but the pack survives. »
''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.
Apro la giornata di oggi con una citazione da parte del mio personaggio preferito, Euron Greyjoy. La citazione è tratta da AFFC, come è ovvio.
"The choice is yours, brother. Live a thrall or die a king. Do you dare to fly? Unless you take the leap, you'll never know".
La parte che mi ha colpito di più è quella sottolineata: il riferimento al volo l'ho sempre visto come un riferimento a Bloodraven e a tutta la faccenda dei corvi. Ma al di là delle varie teorie del complotto, se si pensa SPOILER TWOW
al capitolo The Forsaken in cui vediamo una parziale immagine dell'orrore che circonda Euron
questo invito a "volare" può essere visto come una perversione di quell'invito che solitamente ci fanno i nostri genitori e i nostri amici fidati, ossia "spiccare il volo" e sviluppare le nostre doti. Anche Euron lo dice a Victarion, ma da quanto detto sopra sembra che il significato nascosto sia ben più inquietante.
@JonSnow; Sulla tua citazione, sul fatto che il metalupo dal manto bianco e dagli occhi rossi sia il primo ad offrire il suo sguardo al mondo, e quanto questa sia stata una scelta narrativa precisa da parte di Martin, c'è poco da aggiungere.
Ghost sceglie Jon, attende Jon, chiama Jon; Ghost spesso viene descritto come l'ombra di Jon, ma è anche anche Jon stesso, al punto tale che quando leggiamo i suoi capitoli ci è difficile discernere i pensieri del lupo da quelli del ragazzo. Similmente al cucciolo, Jon è il primo tra i giovani Stark a raggiungere una sua propria maturità quando gli altri fratelli ancora arrancano, forse perché guidato da un istinto, quello dei diversi, quello dei rifiutati, di coloro che hanno dovuto lottare per esistere che inevitabilmente porta chi lo possiede a sviluppare prima e più di altri la capacità di fare affidamento solo sulle proprie forze.
Così, durante il corso del tempo passato alla Barriera ed oltre, Jon è il primo tra i confratelli a rendersi conto di alcune necessità, come quella di allearsi con il Popolo Libero, di accoglierlo e di non respingerlo, e di alcuni pericoli, primo tra tutti quello rappresentato dai White Walkers, mentre coloro che lo circondano sembrano essere ciechi.
Resta da capire quale sia il legame tra tutto ciò che nelle Cronache presenta caratteristiche dell'albinismo: alberi diga, donne, metalupi.
Una citazione che, pur nella sua semplicità descrittiva, ha il merito di porre fin da subito il lettore di fronte ad un qualcosa di straordinario ed inusuale e di spostare l'attenzione su due dei sicuri protagonisti della saga.
La mia citazione odierna fa parte di ADWD, uno degli ultimi capitoli in cui vediamo l'esercito di Stannis ridotto all'osso e bloccato tra le tempeste di neve che ne stanno fiaccando corpo e spirito.
"Un sacrificio sarà la prova che la nostra fede resta incrollabile, sire." [...] "Gli dèi del Nord hanno scatenato su di noi questa tempesta. Solo R'hllor può porvi fine. Dobbiamo consegnargli un miscredente".
"Metà del mio esercito è composto da miscredenti" aveva risposto Stannis. "Non manderò al rogo nessuno, pregate con più fervore."
Ho scelto questo passo poiché, negli ultimi POV che ne descrivono l'avanzata verso Grande Inverno, vediamo uno Stannis diverso. Più egli si allontana da Melisandre di Asshai e dal suo dio rosso, più emerge la forza e la coriacea determinazione dell'uomo. Tra l'altro SPOILER GOT
é questo il punto in cui secondo me la serie maggiormente tradisce i libri, poiché da tale laconica replica, che non ne ammette alcuna, possiamo facilmente intuire come mai lo Stannis dei libri acconsentirebbe a bruciare per sacrificio un prigioniero che per lui non rappresenta nulla e verso il quale non prova alcun sentimento, figurarsi la propria unica figlia.
Mi sono sempre piaciuti moltissimo gli scambi verbali tra Stannis e chiunque abbia avuto l'ardire di suggerirgli cosa fare e come comportarsi (maestro Cressen, ser Davos, Jon), ma qui il suo noto sarcasmo lascia spazio a qualcosa di diverso: alla ferrea volontà che si oppone con tutte le proprie forze e tutta la propria razionalità ad un barbaro ritro propiziatorio, anche laddove questo potrebbe portargli un vantaggio. Determinismo contro libero arbitrio.
Ed è impossibile per me non pensare a quanto rimorso egli provi per quanto ha consentito che accadesse a Renly, a quanto quel fratricidio abbia pesato e pesi ancora sul suo cuore.
Più Stannis si allontana da una fede che in cuor suo non ha mai abbracciato, più egli si riappropria di se stesso e della propria facoltà di essere fautore supremo ed ultimo non solo del proprio destino, ma anche di quello degli uomini che sta guidando, verso una vittoria o verso una sconfitta, ma dei quali è pur sempre responsabile: egli si conferma in questo modo l'uomo che si spezzerebbe pur di non piegarsi.
”My faith's in people, I guess. Individuals. And I'm happy to say that, for the most part, they haven't let me down.”
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"Dreams don't mean anything, Dolores. They're just noise, they're not real." "What is real?" "That wich is irreplaceable."
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"Gli umani sono strane creature, ogni loro azione è guidata dal desiderio, i loro caratteri forgiati dalla sofferenza. Per quanto essi provino, non potranno mai liberarsi dall'essere eternamente schiavi dei loro sentimenti. Finchè la tempesta li sconvolgerà dall'interno non riusciranno a trovare pace. Né da vivi, né da morti. E quindi, giorno dopo giorno, faranno ciò che è necessario.
La sofferenza sarà la loro nave.. il desiderio la loro bussola."
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Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza; ti salverò da ogni malinconia
perché sei un Essere speciale ed io avrò cura di te. Io sì, che avrò cura di te.