Anche prima di un eventuale ingerenza russa la collusione tra (alcune) associazioni ambientaliste ed i petrolieri era abbastanza evidente, tra finanziamenti ed altro (Green peace è proprietaria di una centrale a gas in Germania), se ripensiamo al problema dell'accumulo e della necessità di avere un backup praticamente tutte le associazioni ambientaliste possono essere considerate quantomeno delle utili idiote.
Aspetterei di vedere di vedere la notizia ripresa da qualche sito "terzo". The Hill è un giornale abbastanza schierato, vicino alle ali più a destra del partito repubblicano. Il suo precedente proprietario, Jimmy Finkelstein, era in stretti rapporti con Donald Trump, al punto da essere accusato dalla CNN di aver svolto un ruolo di primo piano nello scandalo Ukraino con cui Trump aveva cercato di far fuori Biden.
8 ore fa, Il Lord ha scritto:Anche prima di un eventuale ingerenza russa la collusione tra (alcune) associazioni ambientaliste ed i petrolieri era abbastanza evidente, tra finanziamenti ed altro (Green peace è proprietaria di una centrale a gas in Germania), se ripensiamo al problema dell'accumulo e della necessità di avere un backup praticamente tutte le associazioni ambientaliste possono essere considerate quantomeno delle utili idiote.
Mi sfugge un particolare del tuo discorso: se nell'articolo da me postato lo scopo di corrompere gli ambientalisti è favorire la Russia, non capisco il senso dei legami da te segnalati tra ONG e produttori di combustibili fossili. Gli unici che perdono in questo scenario sono le aziende che lavorano nel nucleare. Conoscendo anche come la pensi in merito, stai dicendo che la lobby di carbone/petrolio/gas sta usando i sostenitori delle rinnovabili per boicottare la lobby del nucleare?
Le rinnovabili hanno bisogno dell'accumulo per garantire energia H24, attualmente l'accumulo non è possibile su larga scala, l'alternativa è quindi avete delle centrali di backup che vengono attivate alla bisogna (e vengono pagate profumatamente per rimanere inattive e pronte ad attivarsi), le migliori sono quelle a combustibili fossili (una centrale a gas entra in funzione in 3 minuti), le aziende produttrici di idrocarburi hanno (avuto) tutto l'interesse che si investisse massicciamente in eolico e fotovoltaico "sperando nella ricerca sulle batterie al litio ecc". La propaganda antinucleare è un problema parallelo ma che non è necessario venga tirato in ballo.
A proposito del rapporto tra M5S e le energie rinnovabili...
Un parere di limes sulle auto elettriche. Lo condivido perché è una posizione così pessimista da meritare di essere discussa
Articolo interessante @osservatore dal nord, come sempre. C'è però un passaggio che mi preme correggere perché mi fa pensare che gli articolisti non abbiano una conoscenza completa del settore.
CitaSe si ricaricano le batterie con elettricità proveniente da centrali a carbone (che riaprono a causa della crisi del gas), si sposta solo l’inquinamento da valle a monte. Inoltre, a differenza del motore a scoppio che sprigiona in modo efficiente l’energia solo nell’atto del suo impiego, il trasferimento di elettricità dalla centrale alla batteria di un’auto “ecologica” sconta una fisiologica dispersione: uno spreco di energia per la cui produzione si è comunque inquinato. Pensare di attingere da pale eoliche e pannelli solari energia sufficiente per un nuovo parco auto di milioni di unità significa dimenticare che la produzione di tecnologia green ha un costo sull’ambiente a causa delle sue componenti nocive/inquinanti.
Il fatto di trasferire il consumo di energia dal gasolio/benzina dell'automobile all'ipotetica centrale a carbone, gas o petrolio non è una cosa del tutto indifferente, perché il motore termico ha un rendimento che a voler essere generosi arriva al 20% mentre una centrale termoelettrica ben progettata e condotta ha rendimenti che arrivano quasi al 40%, senza considerare che ha emissioni molto più controllate. Per inciso, le centrali a ciclo combinato hanno rendimenti che arrivano quasi al 60%.
Per quanto riguarda il secondo aspetto evidenziato nel passaggio, l'errore è ancora più grossolano. Come detto prima un motore termico ha rendimenti bassi, mentre la conduzione dell'energia elettrica tramite la rete è davvero molto efficiente, con perdite di energia in percentuali sul totale molto basse. Il collo di bottiglia a livello di rendimento è costituito dalla centrale stessa, che però come detto ha un rendimento pari almeno al doppio di quello di un motore automobilistico.
Riguardo il terzo punto, ossia il dover alimentare il nuovo parco auto con un numero elevatissimo di impianti rinnovabili, l'osservazione dei giornalisti ci può anche stare, ma è molto semplicistica. Premesso che il discorso geopolitico sul monopolio sui materiali da parte cinese è giusto e sacrosanto, le fonti rinnovabili non sono solo solare ed eolico ma anche geotermico, idroelettrico, eolico ad alta quota, moto ondoso e biomasse. Usando una diversificazione delle fonti e andando anche ad incidere sui consumi di molte utenze, come gli edifici stessi, penso che si possa tirare avanti in attesa di fonti energetiche più definitive, come la fusione nucleare.
Ulteriore osservazione di carattere tecnico: quando si parla di energia, non conta solo come la si produce ma anche come la si trasporta. Nel corso degli anni si è parlato di incrementare le connessioni tra le varie reti europee, anche attraverso le linee HVDC. Ottimizzando i flussi si riesce a risolvere molte problematiche relative alla produzione energetica. In Italia ne abbiamo un esempio: il cavo SAPEI che collega la Sardegna del nostro @Il Lord alla penisola. Se ricordo bene lo scopo era far sì che il surplus energetico sardo prodotto dalle rinnovabili e non consumato in loco fosse esportato nel resto d'Italia, ma non sono sicuro se il flusso energetico sia effettivamente questo.
Parlando in generale dell'articolo, è evidente che chi lo ha scritto vede bene i movimenti geopolitici dietro tutte le vicende attuali, e fa impressione vedere che Deng Xiaoping aveva già previsto tutto nel 1986. Tuttavia non voglio neanche credere che i vertici europei siano così miopi da non accorgersi che si stanno vendendo alla Cina, anche se rimane il fatto che noi Paesi del Vecchio Continente abbiamo comunque una sovranità davvero limitata, e non solo dal punto di vista energetico.
Il 11/6/2022 at 10:55, Euron Gioiagrigia ha scritto:il cavo SAPEI che collega la Sardegna del nostro @Il Lord alla penisola.
La Sardegna dovrebbe diventare uno dei principali centri produttivi di energia elettrica, oltre che fotovoltaico ed eolico offshore a stecca, ci sarebbero anche 2 aree con potenziale geotermico (il calore non dovrebbe essere sufficiente per generare elettricità ma sarebbe utile per il teleriscaldamento "liberando elettricità", peccato che sia tutto bloccato) ed un area con un enorme potenziale per l'energia mareomotrice (tra l'altro proprio di fronte a dove abito io), ovviamente i sardisti son già sul piede di guerra: è inequivocabilmente colonialismo energetico, ci vogliono trasformare nella batteria d'Italia, sveglia!!1! Prevedo ritardi colossali...
Sulle materie prime, si stanno scoprendo sempre più giacimenti non cinesi: oltre a quello Serbo si cui avevamo già discusso, si stanno prendendo in considerazione giacimenti di litio in Portogallo e nei pressi di Roma, sono sempre molto inquinanti ma in qualche modo si dovrà fare.
Sarebbe bello un trattato di fantaeconomia in cui la fusione nucleare è realtà e l'Italia rifornisce di combustibile per fusione i balcani ed esporta in giro per il mondo I suoi reattori, come fa ora la Francia ncia con i reattori a fissione
5 ore fa, Il Lord ha scritto:ovviamente i sardisti son già sul piede di guerra: è inequivocabilmente colonialismo energetico, ci vogliono trasformare nella batteria d'Italia, sveglia!!1! Prevedo ritardi colossali...
Fra l'altro l'idea di essere la "batteria d'Italia" dovrebbe essere considerato un vantaggio perché banalmente produrre e vendere energia porta soldi, investimenti ecc. Invece nella narrazione che correttamente riporti sembra una forma di sfruttamento selvaggio con annessa distruzione dell'ambiente. Intendiamoci, molti progetti afferenti a impianti di energia rinnovabile e non possono essere davvero problematici, però non mi sembra un buon motivo per tornare alla decrescita felice di grillina memoria.
A proposito di materie prime c'è questo articolo del Sole 24 Ore sui giacimenti di gas nell'Adriatico...
Purtroppo il contenuto è riservato agli abbonati, ma il titolo e il sotto-titolo sono abbastanza chiari...
Bisognerebbe chiedere a un geologo perché la sponda nord del mediterraneo è così più povera di petrolio e gas di quella sud. Essendo poi l'Italia una zona vulcanica, non dovrebbe essere ricca di risorse che risalgono dal mantello?
https://www.unaltravia.it/lettera-aperta
Pubblico questo articolo molto interessante in cui si evidenziano alcuni errori nel calcolo dell'impatto ambientale dei pannelli solari nel loro ciclo vitale, nello specifico si lamenta il fatto che gli studi siano un collage di dati ideali che però non rappresentano la realtà.
Per esempio si è scelto un processo di produzione del silicio poco energivoro ma che non viene normalmente utilizzato nella produzione di pannelli, si tiene conto unicamente del contesto produttivo Europeo mentre è la Cina la principale produttrice di pannelli, si tiene conto della performance del pannello in un contesto che abbia un insolazione media paragonabile alla Sicilia e si ignorano tanti fattori come le emissioni derivante dal trasporto del materiali e del prodotto finito, in sostanza il dato che vuole l'intensità carbonica del fotovoltaico pari a 40g per kilowatt ora sarebbe riferibile ad una fabbrica svizzera che usa un processo produttivo inusuale, che si alimenta con un mix di idroelettrico/gas/calore di scarto, che nei pressi ha tutte le miniere di tutte le materie prime e che poi installa il pannello a 2 passi in un area della Svizzera molto simile a Siracusa, un pannello prodotto in Cina di avvicinerebbe (almeno) ai 200g per kilowatt ora, rendendo un impianto fotovoltaico inquinante quasi quanto una centrale a gas. Ora prenderei tutto con le pinze, l'articolo è stato pubblicato per primo da un associazione di ingegneri petroliferi (sus) e qualche approssimazione qua e là mi è sembrato di vederla, però credo che possiamo concordare sul fatto che i pannelli prodotti in Cina siano più inquinanti dei pannelli prodotti in UE e poiché sono circa i 3/4 dei pannelli installati in Europa il loro contributo alla decarbonizzazione è stato inferiore a quanto dichiarato; come conseguenza sarebbe opportuno riportare la produzione in Europa (ottimo anche per creare posti di lavoro e rendere più sicura la catena di approvvigionamento) ma con inevitabile rimodulazione dei piani di decarbonizzazione per via dei costi più elevati.
Il 13/6/2022 at 16:30, Euron Gioiagrigia ha scritto:
Fra l'altro l'idea di essere la "batteria d'Italia" dovrebbe essere considerato un vantaggio perché banalmente produrre e vendere energia porta soldi, investimenti ecc. Invece nella narrazione che correttamente riporti sembra una forma di sfruttamento selvaggio con annessa distruzione dell'ambiente. Intendiamoci, molti progetti afferenti a impianti di energia rinnovabile e non possono essere davvero problematici, però non mi sembra un buon motivo per tornare alla decrescita felice di grillina memoria.
Eh ma in regione non la pensano così:
Anche sulla fusione non ci si potrá contare in tempi brevi:
Per la metá del secolo dovrebbe essere attivo questo reattore, a scopo dimostrativo ma che per primo dovrebbe poter "funzionare" per davvero e alimentare 1,5 milioni di famiglie.
Significa forse che per un uso piú diffuso si dovrá aspettare almeno il 2060/2070?
Spero trovino un modo per arrivarci fino al 2070...