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Westworld - Dove tutto è concesso
E di Ellyn Reyne
creato il 27 settembre 2016

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Inviato il 25 giugno 2018 22:18

Sono sincera, il mio timore è sempre stato che Westworld possa cedere alla tentazione di esagerare e che finisca per aggiungere storylines su storylines, incartandosi su se stessa, perdendo di vista il filone o i filoni narrativi principali per svilupparne di secondari, che per quanto ben scritti e affascinanti, non vengono conclusi in maniera convincente e coerente.

Un po' come Lost, ecco. Sapientemente scritta fino alla terza stagione, dalla quarta in poi progressiva perdita di aderenza alla storia principale fino a non riuscire a chiudere il cerchio per aver messo troppa carne al fuoco.

Non siamo a quel punto, ovvio, e per fortuna, ma il rischio, per prodotti qualitativamente elevati, c'è sempre. E su Westworld ci sono aspettative enormi, è innegabile.

Quello che io non ho apprezzato è stato il non dare praticamente alcuna risposta alle domande principali; escludo che 

William sia un host, poiché nella scorsa puntata il radar degli uomini della Delos lo hanno riconosciuto come umano, ed a quanto pare si sta dissanguando. Anche se poi è altrettanto improbabile che un uomo, tra l'altro non più giovane, ancora si trascini, ridotto ad un colabrodo. 

Più probabile, invece, è che quando, sempre nella 2x09, Ford gli dice che potrebbe esserci un ultimo gioco per lui si riferisca

ad una replica di Emily e forse anche di Juliet. Il fatto che Emily pare fare con lui gli stessi fidelity tests che lui in gioventù fece su James Delos non è per me indicativo di nulla, forse un altro inganno di Ford per confondergli le idee, già confuse, sulla sua natura e su quella della figlia.

Anche perchè una verità Emily potrebbe avergliela detta, quando gli rivela che vuole anche lei essere parte del suo ambizioso progetto (quello dell'immortalità).

Non so, ci sono ancora troppi filoni che non solo non vengono conclusi, ma che addirittura si ampliano, come quello di

Dolores, che sembra essere impossibilitata a morire (vedi trasferimento della sua personalità sulla Hale)

o come quello di Maeve, che di certo sarà rimessa a nuovo, o ancora quello di Stubb, che non si sa cosa esattamente sia ed a questo punto se era così semplice lasciar andare via Dolores dal parco (bastava che qualcuno incaricato da Ford garantisse per lei), c'era bisogno di fare tutto quel marasma? Boh. 

L'unica cosa che mi pare invece di aver capito è che  William ha scavato dentro la sua carne e, metaforicamente, dentro se stesso per non trovare alcuna consapevolezza. Ho trovato anche io forzatissima la scena dopo i titoli di coda.

 

Mi è piaciuto invece molto il ritorno in scena di un personaggio come Logan, ritorno quasi doveroso, anche perchè l'attore che lo interpreta è magnetico, mi sarebbe spiaciuto non avere più notizie di lui; momento davvero toccante, quello in cui Logan ricorda il suo rapporto, difficilissimo, con un padre come James Delos, uomo con grandissime aspettative sul figlio ed incapace di accettare l'abisso in cui questi è sprofondato, incapace di dargli fiducia. 

Modificato il 05 July 2024 17:07

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My faith's in people, I guess. Individuals. And I'm happy to say that, for the most part, they haven't let me down.”

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"Dreams don't mean anything, Dolores. They're just noise, they're not real." "What is real?" "That wich is irreplaceable."

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"Gli umani sono strane creature, ogni loro azione è guidata dal desiderio, i loro caratteri forgiati dalla sofferenza. Per quanto essi provino, non potranno mai liberarsi dall'essere eternamente schiavi dei loro sentimenti. Finchè la tempesta li sconvolgerà dall'interno non riusciranno a trovare pace. Né da vivi, né da morti. E quindi, giorno dopo giorno, faranno ciò che è necessario.

La sofferenza sarà la loro nave.. il desiderio la loro bussola."

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Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.

 

Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza; ti salverò da ogni malinconia

perché sei un Essere speciale ed io avrò cura di te. Io sì, che avrò cura di te.

 


Iceandfire
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Inviato il 26 giugno 2018 19:43

Rivista la 2 x 10.Che dire?

Che Westworld 2 non è ai livelli della prima stagione almeno nella puntata finale che ho trovato troppo “sbilanciata” per fare colpo sullo spettore che si è voluto stupire,confondere,spiazzare solo per il gusto intellettuale di farlo e questo perché lo spettatore deve essere fidelizzato ,stordito,interdetto ma soprattutto deve aspettare con ansia la terza stagione,che ripartirà peraltro dopo una mattanza non da poco.

Il tutto accompagnato e sottolineato dalle dichiarazioni snob dei due showrunners per i quali questa serie è fatta per chi la capisce,già ma resta il fatto che loro la raccontano e  mostrano non cattiva scrittura ma scrittura che emotivamente nella parte finale lascia freddi e non coinvolge emotivamente pur disponendo loro di attori di altissimo livello.

Certamente  questa stagione evidenzia ancora una grande capacità tecnica da parte della regia , una formidabile fotografia che è una gioia per gli occhi ,una  trascinante , a volte commovente ,colonna sonora del bravissimo Ramin Djawadi, nonchè un efficace utilizzo degli effetti speciali :tutte queste componenti regalano all’inizio di Westworld 2×10 un alto tasso di coinvolgimento e spettacolarità, peccato  che l’episodio  vada sempre più a calare nella tensione e nel catturare lo spettatore che si sente sperduto e pure ingannato a causa dei famosi sotterfugi temporali  e non solo.Essi erano interessanti e giustificabili nella prima stagione, in questa seconda spesso hanno generato confusione e NOIA e l’impressione che gli showrunners si facciano beffe dello spettatore che dovrebbe passare tutto il suo tempo ad avanzare teorie su teorie.

E per me questo non vuol dire godere di una serie Tv di altissimo livello come sarebbe stata questa stagione se ,ripeto, non si fosse troppo giocato con mezzucci abusati per creare interesse,quando poi bastavano trama e interpretazioni a reggere il tutto.

La cosa più fastidiosa è la vicenda di  William.Non si capisce bene cosa cerchi,perché è intrappolato in quei loops  claustrofobici in cui è un cattivo nero più nero del nero ad opera del demiurgo Ford che preferiva talmente i robot  da far sì che essi più degli umani,troppo prevedibili e scontati ,potessero avere una scelta.

Tale scelta  però è diversa dal libero arbitrio perché ad esempio Dolores sceglie di essere una sorta di Magneto degli X MAN mentre Arnold ,che ha tagliato il cordone ombelicale con il cinico grillo parlante Ford  ha scelto di essere il professore.Maeve ,l’opposto di Dolores (come ho già detto) sceglie non di fuggire dal parco come la sua programmazione le dettava ,ma di tornare indietro per amore della figlia che cerca con ogni mezzo,ricerca interrotta per aiutare un’altra madre in ambasce  e che si sacrifica affinchè figlia ,madre attuale e altri host possano raggiungere il Sublime .Vediamo cosa sceglie di essere Charlotte Dolores che non dimentichiamo da Arnold è stata “costruita e programmata” pur usando la biglia di Dolores.E anche Sizemore ,figura mediocre ,squallida e volgare ,vedendo il comportamento di Maeve,sceglie di fare l’eroe e di declamare il famoso discorso a suo modo epico scritto per Hector credo.E se mi si consente tutta questa parte la trovo poco credibile perché come fanno capire l’uomo è personaggio prevedibile,immutabile con un povero   algoritmo  ergo trovo strano che proprio lui si schieri al fianco di Maeve e voglia aiutare gli Host…Il tutto non mi convince.Momento per romantici in una serie che di romanticismo ha davvero troppo poco.

Solo William cerca una scelta ma a lui non viene data e anche questo per me è un punto debole della storia.Ma davvero esistono cattivi del genere William ex cappello bianco e James Delos nel mondo reale?Certamente no perché nel mondo “umano” non tutto è concesso per chi ha il potere dei soldi dalla sua ,ma MOLTO lo è,troppo .Anche se capiamo che sfogare i propri istinti più violenti ed incoffessabili impunemente in un posto può far perdere il senso della realtà  ,ma William nel mondo reale era un filantro che credo non accetti il responso correlato all’esame del suo essere più vero.Ecco perché secondo me è proprio la parte di William ,un uomo fuori dal mondo condannato a vivere nel suo inferno senza redenzione ,forse all’infinito , quella che lascia l’amaro in bocca,a maggior ragione dopo che ammazza la figlia (che lo testerà per la fedeltà come lui aveva testato il suocero) credendo di essere in un gioco in cui Ford non voleva perdere.

Perché William voleva distruggere la Forgia allora?

Ancora

Sappiamo che ci sono certi momenti chiave nella vita delle persone : dopo questi momenti- punti di rottura  esse non potranno essere  mai più essere uguali a prima. Per Delos, quel momento è quando rinnega  il  figlio Logan che gli chiede disperatamente aiuto e amore (e morirà dopo 6 mesi),James Delos non recupera mai veramente da quella perdita mentalmente e tutti i suoi loop lo riportano a quel punto. Per l'uomo in nero,  quel momento è quando uccide sua figlia Emily perché la crede un robot che sta seguendo le indicazioni di Ford in delirio totale. Per Dolores, si può presumere che quel momento coincida con il suicidio di Teddy.     

Da notare come  nella prima metà di Westworld 2×10 è possibile ritrovare alcune allegorie e richiami al mondo religioso. Bernard e Dolores arrivano alla Forgia, dove le anime dei visitatori del parco sono racchiuse.Nella scenografia predomina il rosso,c’è acqua e ci sono le “anime “ dei visitatori,TUTTI, del parco per cui ci viene in mente  l’inferno di Dante  con il suo Virgilio nelle fattezze di Logan, che rappresenta il sistema alle spalle della Forgia, e che   illustra il significato di questa complessa realtà ai due protagonisti.E abbiamo anche richiami alla Bibbia con Mosè, Akecheta il quale guida  il popolo verso la Terra Promessa. L’allegoria diviene ancora più evidente nel momento dell’incertezza, quando sembra non esserci niente nella Valle, ma all’improvviso le acque (in questo caso lo spazio stesso) si separano per mostrare questo nuovo mondo, offrendo una via di fuga agli ultimi residenti.Infine abbiamo pure uno dei 4 cavalieri dell’Apocalisse,sia pure potenziato dalla tecnologia (per questo ne basta uno…che battutona) che poi sarebbe la spiritata Clementine che induce gli host ad ammazzarsi...pure da morta .

Ancora una volta quindi questo mondo viene paragonato a quello degli uomini che di fatto diventano i residenti mentre Dio sarebbe  impersonificato dalla scienza e dagli scienziati. L’episodio Westworld 2×10 si compone di due plot twist finali, uno all’interno della storia e uno post credits. Nell’arco narrativo del presente si scopre che Charlotte è in realtà un involucro contenente l’identità di Dolores, grazie all’intervento di Bernard. Un momento narrativo che avrebbe potuto sorprendere lo spettatore, ma che per l’andamento dell’episodio e della stessa stagione rimane debolmente interessante e coinvolgente, non appagando le tante domande emerse nel corso delle 10 settimane,soprattutto,ripeto, quella di William condannato a non avere scelta. La storia di Dolores si conclude in Westworld 2×10 con il suo arrivo nel real world, con 5 identità con sé.Una è Bernard ma le altre?Non credo si tratti di Maeve ,Hector o della pistolera bionda perché essi possono essere rimessi in sesto (e ce lo fanno capire ).Forse si tratta del padre di Dolores con tutto quello che questo implica.Ma ne restano altre 3 …

ps:Stubbs dice che è stato ingaggiato da Ford molti anni prima ( ed è ancora giovane) per difendere i residenti ergo pure ...DOLORES.

Infine dopo i titoli di coda vediamo Man in black con la mano spappolata in stanze simili a quelle dove si testavano le copie del suocero tutte avariate...chi è adesso William? 

 

Modificato il 05 July 2024 17:07

Ringrazio il mio caro amico JonSnow; per aver ideato e creato le immagini dei   miei bellissimi  ed elegantissimi avatar e firma

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''They were insulting Jon and you sat there and listened.''
''Offend them and Jon loses his army.''
''Not if they lose their heads first.''

« Leave just ONE wolf alive and sheeps will NEVER be safe. »
« When the snows fall and the white winds blow, the lone wolf dies, but the pack survives. »

''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.

 

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Inviato il 27 giugno 2018 0:24

Finita di vedere adesso.

Dopo aver letto anche le vostre riflessioni e averci pensato un po' su, vedrò di scrivere qualcosa di più articolato.

 

Per adesso mi limito a dire che in troppi momenti ho avuto la sensazione di star guardando un'opera allegorica. E, parafrasando un autore a Nolan e Joy certo assai caro, l'allegoria o sei Dante o meglio lasciar perdere.

 

Ciò detto, in ogni caso quante belle cose...


Some people choose to see the ugliness in this world, the disarray. I choose to see the beauty. To believe there is an order to our days. A purpose.

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Inviato il 27 giugno 2018 14:11

Sul finale: dice tutto e niente. Mi spiego. E' per me quello che scombussola tutto. E non in positivo, nel senso che già l'episodio anziché chiudere filoni li ha ampliati, aggiungendo interrogativi più che dipanare matasse, e se questo è di certo propedeutico per la terza stagione, qualche risposta in più per me avrebbero dovuta darla allo spettatore. 

Spettatore che già ha fatto una fatica atroce (parlo per me) a seguire tutte le sottotrame, tutte le sottigliezze, tutte le linee temporali che si accavallano in continuazione nello stesso episodio. Arrivare alla fine della seconda stagione, dopo gli episodi 2x08 e 2x09 in cui qualcosa di magnifico era accaduto, proprio per la comprensione della trama, senza dare una singola risposta certa, l'ho trovato crudele.

Innanzitutto, sappiamo ora che la prima puntata si svolge dopo gli accadimenti dell'ultima, quando infatti Bernard dice ai tecnici della Delos incaricati di recuperare host e visitatori di aver allagato lui il parco, sappiamo che Dolores, nelle sue proprie fattezze, almeno, è già stata uccisa e la sua personalità trasferita in Charlotte Hale, ma a questo punto, quindi, per tutta la seconda serie la Hale ha agito prestando il corpo a Dolores? Quindi, ancora, la maggior parte della seconda stagione è in realtà da inserire prima della 2x01.

Bernard che è convinto di sentire la voce e la presenza di Ford, di eseguire le sue direttive, per poi scoprire che invece si era immaginato tutto, che Ford non aveva mai continuato ad interagire con lui, quindi anche il bellissimo dialogo mentale tra questi e Maeve non sarebbe mai avvenuto? tutto molto strano.

Se diamo per buona questa tesi, cioè che tutto ciò che avviene nella seconda stagione in realtà avviene prima del suo inizio, non ci capisco più nulla.

 

William: nota dolente. Il personaggio cardine, quello che regge da solo, o quasi, le fila di tutto, con la sua personalità contraddittoria ed il suo passato così ermetico e misterioso, che in parte ci viene svelato. Colui che rappresenta insieme il meglio ed il peggio dell'animo umano, colui che ha fatto dell'accettazione dell'abisso interiore la propria ragione di vita, sacrificandovi praticamente ogni cosa, ogni persona, ogni legame o affetto, una moglie e l'unica figlia.

Staccandosi progressivamente dalla vita reale per abbracciare la sua ancor più reale natura. E per contrapporsi ai propositi di Ford, che a questo punto rimangono ancora un mistero.

William, dicevo, lo lasciamo esangue nel parco e lo vediamo difatti tra i superstiti recuperati dopo  l'allagamento; ma allora, la scena che vediamo post credits a cosa, o meglio, a quando si riferisce? Io ipotizzo che questa si svolga in un futuro abbastanza lontano, dove l'host Emily lo aspetta in quella che dovrebbe essere la riproduzione dell'ambiente in cui, molti anni prima, lo stesso William conduceva test della fedeltà su James Delos, e le parole di Emily fanno capire essere passato del tempo da quando lui frequentava quel luogo, il parco, ormai dismesso. Quindi, entrambi host, o replicanti, chissà. 

 

Lui però vi arriva attraverso l'ascensore della Forgia, e nelle stesse più che precarie condizioni fisiche in cui lo abbiamo lasciato poco prima. Che quello ritrovata dai tecnici Delos sia dunque solo l'involucro di William? Che il suo sistema sia già stato replicato in un clone? Quando e ad opera e per volere di chi? Lui sembra confuso ma con i ricordi di James Delos ancora vivi nella memoria. 

Si potrebbe dunque presumere che egli sia caduto in un loop temporale a partire da quando preme il grilletto per sparare alla figlia (morta per davvero, ce lo dice Dolores), e da quel momento in poi si perde, si danna, un po' come accade allo stesso Delos, sordo al grido di aiuto di Logan, e rivive continuamente una storia che lo conduce ancora ed ancora al medesimo momento: premere il grilletto contro Emily a quel punto non è più libero arbitrio ma una colossale illusione, e l'errore, quello che fa progredire ogni sistema ed ogni società, diventa il cardine su cui fondare un nuovo gioco, quello che probabilmente coinvolge solo ed esclusivamente William.

Che sia, in definitiva, lui, l'uomo in nero, l'unico che può arrestare l'invasione degli host e la conquista del mondo reale da parte di questi ultimi? Solo congetture, ma non riesco a capire chi abbia voluto preservare William, dopo avercelo presentato come l'empio della sere (sappiamo che non è così, ora).

Se fosse stato fin dall'inizio tutto previsto da Ford e Arnold, preservare la memoria e la coscienza di un umano, ma non uno qualsiasi bensì uno che conosce benissimo gli host (avendoci vissuto ossessivamente a contatto per anni, avendo interagito con loro), host che nel futuro avranno invaso e soggiogato il mondo reale (i propositi di Dolores sono palesi) ed a tempo debito replicarlo ed utilizzarlo come ultimo baluardo per la resistenza degli umani?

Oppure, una vendetta di Dolores, per esempio, che sappiamo covare rancore verso l'uomo in nero più di ogni altro.

 

Di certo, una stagione per me anche migliore della precedente, che un po' pecca di eccessiva lentezza in alcuni punti, ma che era ovviamente una stagione di preparazione a questa; ma meno succosa di quanto mi aspettassi. 

Risposte rimandate, spero, di un altro anno. Sulla qualità non c'è nulla da aggiungere: dalla fotografia, alla sceneggiatura e l'interpretazione, passando per i rimandi filosofici e le questioni etiche e morali, dalla colonna sonora sublime, alle interpretazioni dei singoli attori, ai dialoghi ed ai rimandi anche religiosi, come sottolineato. Tutto eccellente.

Ma avrei apprezzato un finale u po' meno caotico.

 

Modificato il 05 July 2024 17:07

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Il Lord
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Inviato il 27 giugno 2018 15:54

Il dialogo maeve c'è stato, è solo il dialogo ford-bernard finale che è immaginario perché Bernard aveva eliminato il codice di Ford dalla sua testa ma tutti i dialoghi precedenti sono avvenuti.

 

Su William credo che si ricolleghi al discorso sul fatto che un singolo evento, in genere, caratterizza una persona magari in un futuro lontano stanno cercando di replicare William ed il suo momento caratterizzante è proprio la morte della figlia e il suo viaggio verso la forgia, sarebbe ridotto in quel modo perché stavano ricreando quell'evento.


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Inviato il 27 giugno 2018 20:03

Esatto, è molto probabile che il vero William sia quello che si vede tra i sopravvissuti a fine episodio, e che quello dopo i titoli di coda sia un clone che viene testato, molto probabilmente dagli host, del resto la "crudeltà" insita nel farlo testare da una copia di Emily nello stesso modo in cui lui testava il suocero è abbastanza indicativa.

 



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Inviato il 27 giugno 2018 20:11

Infatti Bernard aveva ancora la memoria di Ford nella sua programmazione ,solo dopo , per non ammazzare Elsie la cancella,diventa padrone delle sue scelte ,in primis quella di volere che la sua specie non si estinguesse il che lo ha portato a SCEGLIERE di riportare in vita Dolores   che però credo abbia una programmazione non del tutto uguale a quella di Dolores  ma con regole e limiti imposti da Bernard per controllare Wyatt.Per inciso Charlotte protegge il  paradiso degli host e decide di far confluire in esso Teddy mentre Dolores voleva distruggere tutto,significa qualcosa questo?Ipotesi personale ovvio.

Per inciso il MiB host diverso non fedele al William originale ma operativo con lui  può controbilanciare il duo Dolores- Charlotte?

Lo so  sto delirando ma in  WW  tutto è concesso :scrib::sbav::ehmmm: 

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Inviato il 27 giugno 2018 23:52

Allora...

 

Per me è un passo indietro enorme rispetto alla S1 (nell’Olimpo delle cose che abbia mai visto sul piccolo schermo e forse pure sul grande) e francamente ho trovato l'intera stagione molto deludente.

 

Un'osservazione preliminare. Durante la S2 ci viene rivelato come lo scopo di WestWorld sia quello di studiare i guest in un “ambiente controllato” in modo da poterne comprendere il comportamento, risalire così alla loro personalità ed infine ricostruirne “il codice”, così da poter essere poi in grado di riprodurne la mente da trasferirsi in un corpo artificiale. In sostanza WestWorld sarebbe un enorme e sofisticato labirinto per topi, ove i guest sono ovviamente i topi da studiare e gli host altro non sono che il labirinto stesso, sempre uguale perché, cito mi pare Bernard, gli host sono una costante, grazie al loro comportamento prevedibile in quanto sempre uguale.

 

Orbene (al netto che l’intero concetto mi piace e convince poco ma magari è una cosa mia), mi viene da chiedermi se Joy&Nolan abbiano mai davvero letto Jurassic Park (guarda caso proprio di Crichton). Perché, in un dialogo che lessi credo 25 anni fa e che si stampò molto bene nella mia mente, come reagisce l'indimenticabile Prof. Ian Malcom quando un  tronfio John Hammond si vanta di aver costruito un mondo perfetto, totalmente asservito al suo pieno controllo? Lo sbertuccia senza pietà, spiegandogli che il suo parco è una follia destinata a fallire, perché un sistema così complesso non sarà mai controllabile in quanto mai prevedibile, ma finirà inesorabilmente per seguire un proprio percorso che lo porterà inevitabilmente a conclusioni impreviste, non predeterminabili e di certo non positive. Almeno non per gli umani (spoiler: succede esattamente questo). Tento di citare a memoria "una goccia di pioggia che scivola su una mano non segue mai lo stesso percorso". Caos always prevails.

 

Quindi WestWorld altro non è che l’allucinazione di un folle, gli host non potranno mai essere una costante ma anzi andranno progressivamente fuori controllo secondo uno schema dettato dalla teoria del caos, nessuna conclusione logica da questo esperimento sarà mai possibile e in parole povere l'intera operazione è demenziale. Quindi alla fine Robert Ford – lungi dall'essere il Dio onnipotente che ci viene sistematicamente propinato (alla fine mi ha esasperato) – si sarebbe rivelato per un patetico e saccente imb****le che cercava di imitare gli Dei e pertanto destinato a fallire clamorosamente. Onestamente io ho sempre creduto che sarebbe per l’appunto stata questa la conclusione della S2 e invece vedere un finale che ancora una volta vede l'umano demiurgo – oramai elevato a divinità – trionfare mi ha lasciato enormemente perplesso.

 

Detto questo, che magari è uno sfogo filosofico troppo personale, il vero problema – per me – di questa S2 è il seguente.

 

Mi piace pensare che un'opera narrativa quale una serie Tv, che resta in primo luogo un mezzo di intrattenimento ma ambisca a essere qualcosa di artisticamente significativo (penso sia il caso di WestWorld) debba avere più piani di lettura.

 

Il primo non può che essere quello godibile, immediato, della narrazione che arriva diretta al fruitore e che lo emoziona ed intrattiene.

 

In un secondo momento, se il fruitore è interessato e ne ha la voglia e gli strumenti, può concentrarsi sui simbolismi, le metafore, le allusioni, le citazioni e le allegorie, scavalcare il significante e giungere così al significato.

 

Infine, magari, when enough men have died, dopo che per la decima volta rivediamo una scena che ci ha particolarmente colpito su YouTube, al termine di una discussione di cinquanta pagine su un forum dedicato, un lampo ci attraverserà la mente e giungeremo in The Valley Beyond e capiremo, o penseremo di aver capito, cosa voleva dirci, o tentare di dirci, o involontariamente tentare di dirci, veramente l’autore. E allora ci passerà magari per la testa che Il Signore degli Anelli alla fine sia una trilogia sulla filologia e l’amicizia, StarWars una trilogia fantasy sull’importanza del prendere sempre la High Road e Game Of Thrones, beh, vedremo alla fine della 8.6.

 

Adesso, sempre a titolo personale, nella S1 di WW tutto questo c’era e a livelli pazzeschi. Una storia stupenda e bellissima e girata e recitata in modo strepitoso, nel quale credo di non essere stato l’unico a perdermi pieno di stupore. Il viaggio di Dolores fino a quella spiaggia buia e poi la stanza nel sotterraneo e i RadioHead che partono… e poi lo sai e capisci e ami tutte le implicazioni filosofiche e il simbolismo e il libero arbitrio e Dio è morto o non c’è mai stato o l’abbiamo ammazzato noi, ma prima di tutto ami la storia, bella bellissima e raccontata in modo stupefacente. Una narrazione a chiave di una classe semplicemente (ahimè) irraggiungibile.

 

Ma se non è così, se non voli alto anzi altissimo, quando giri un’opera così carica di simbolismo e idee e filosofie varie come WW, finisce che ti ritrovi a guardare la drammatizzazione di un poema allegorico e, brutalizzando il pensiero di Borges, nulla è peggio di un poema allegorico che non sia la Divina Commedia. E, mi dispiace non sapete neppure voi quanto, ma la S2 è così, soprattutto la sua seconda parte è fondamentalmente una – estremamente arrogante e a volte offensivamente pedante – allegoria, di cosa di preciso neppure mi ha interessato particolarmente. Il colpo di grazia è stato Clementine – Pale Rider con Charlotte Hale che sente pure la necessità di spiegarlo.

 

E qui veniamo alla cosa che, alla fin fine, mi ha fatto veramente inc***are (perché alla fine sono inc***ato, mi aspettavo una cosa stupenda e mi ritrovo questa roba qui e vorrei parlare con gli showrunner, litigarci, insultarli ma soprattutto supplicarli di cambiare registro in vista della S3 altrimenti, considerati gli ascolti, non ci sarà mai una S4). Ovvero l’incredibile arroganza di Joy&Nolan, che davvero come nella più classica delle tragedie greche temo finiranno puniti senza speranza. Io capisco che volessero spingere più in là il concetto di serie TV. Fare qualcosa di diverso. Qualcosa di oltre. But they tried to grasp a star, overreached, and fell.

 

Una S2 che arriva 18 mesi dopo la S1. Invece di seguire l’esempio di D&D (una stagione girata come un unico feature film in 10 parti, pochi registi sempre con gli stessi direttori di fotografia e montaggio, una writers’ room ridottissima) hanno girato 10 episodi ciascuno scritto da un team diverso, diretto da un regista diverso, con diversi direttori di fotografia e montaggio. Elementi del cast che spariscono per puntate e puntate o riappaiono dopo essere stati dimenticati per due. Due puntate girate in Giappone, alla fin fine tanto per. E via discorrendo. Il risultato una stagione sostanzialmente composta da  dieci film diversi (per altro di qualità assai altalenante) che hanno ucciso il ritmo e la fluidità narrativa. Sinceramente dopo la 2.5 ho fatto una fatica enorme e la stessa cosa diverse amici, tutti fan e grandi appassionati. Gli ascolti per altro parlano chiaro.

 

Il tutto, per di più, condito da una serie cose che davvero, tenuto conto della qualità della produzione e dei nomi coinvolti, non posso che pensare figlie di precise scelte che però mi appaiono veramente assurde.

 

Giri 10 ore di western e chiaramente nessuno dei 10 registi ha mai visto un film di Leone o Peckinpah o Houston. Non c’è una scena d’azione memorabile che sia una. Il 90% dei morti viene ucciso da una revolverata in testa. La soluzione dell’ I’ll die to buy you time abusata in modo esecrabile (sommessamente rilevo che D&D l’hanno utilizzata una volta in 67 puntate e ne è venuta fuori Hold The Door). Boh.

 

I dialoghi quasi inesistenti, sostituiti da lunghissimi monologhi intercalati da qualche monosillabo della controparte. Non c’è quasi una vera scena corale. Ci sono a momenti intere puntate che possono essere sintetizzate in "monologo - esplosione di violenza - monologo - campo lungo - esplosione di violenza". Hai degli attori pazzeschi, ti puoi permettere due Emmy Award winner come guest actor (!!!) e in 10 ore di girato faccio fatica a trovare una scena che rivedrei con piacere. Hai un’attrice fantastica come Evan Rachel Wood e metà del tempo la fai parlare guardando in camera… Hai Anthony Hopkins e anche lì…

 

Santa Pace in GoT, con un cast dove tolto Peter Dinklage gli altri in WW farebbero la comparsa, hanno girato dei dialoghi, delle scene che dopo 8 anni ancora mi commuovo a rivederli. Guardatevi il dialogo dell’You are a Targaryen and a Stark (tra Kit che è un paracarro e Alfie che D&D l’hanno trovato in sconto in qualche scuola di teatro inglese) o la scena al Black Castle quando arriva la Pink Letter (attori che tutti insieme non fanno la metà del talento di Ed Harris) e ditemi se nella S2 di WW c’è qualcosa di paragonabile. Per tacere del monologo del processo di Tyrion che proprio...

 

E taccio, perché alla fine non mi sono mai interessate più di tanto, riguardo diverse acrobazie di trama che le avessero fatte D&D adesso ci sarebbe la folla con le torce e i forconi fuori dalle loro case.

 

Potrei andare ancora avanti ma ho già scritto troppo. Credo si percepisca la delusione. Speriamo in una S3 migliore ma leggo che sembra manchi ancora la data di inizio riprese e mi preoccupo di già.

 

Lunga vita a D&D.

Modificato il 05 July 2024 17:07

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Iceandfire
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Inviato il 28 giugno 2018 12:12

Mi trovo d'accordo in molte delle affermazioni che fai soprattutto sul fatto che gli showrunners stiano tirando troppo la corda pur di confezionare un prodotto che loro per primi affermano essere per delle élites e non per lo spettatore medio che guarda una serie  anche o soprattutto per svagarsi.

In effetti la seconda stagione ,che ha certamente dei punti di forza ,manca totalmente di "umanità" alla faccia dei robot ( e solo di loro) cui Ford che li ha creati ha fornito un ventaglio di comportamenti ( e con essi la possibilità di scegliere) sconosciuti agli uomini mostrati come  solo egoisti,capaci di ogni nefandezza per avere soldi e potere insomma per raggungere scopi meschini.Ergo Ford si sente molto migliore di DIO che ha creato l'uomo dal fango,fango nel quale la specie che doveva dominare il mondo stando nel paradiso terrestre  ,continua a sguazzare senza sapersi elevare  da esso.Lo scienziato invece ha la superbia di essere meglio di Dio e di creare persone da lui dominate ed indirizzate dall'animo ( si fa per dire ) variegato ma in genere capaci di amare e di fare la scelta giusta.In questo ambito la variabile Dolores Wyatt è una variabile importante   che lungi da essere un paradosso, stimola la diversità ed il cambiamento e serve da stimolo per la crescita di altri robot.Peccato che nello specifico Teddy ," violentato brutalmente nel suo nucleo fondante"  non regga il suo nuovo ruolo di assassino a comando e pur avendo nel suo programma l'input preciso di difendere Dolores (si preoccupa da subito per lei perchè potrebbe avere freddo) si uccide perchè trova intollerabile quel suo essere adesso sì ,una macchina per uccidere,un terminator...Ecco diventare da "bianco" , un tutto black , un robot in black è intollerabile per una macchina ma credo che lo sia anche per un uomo.Questa seconda stagione è poco "digeribile" per quello che suggerisce tra le righe: ci viene rappresentato (al di là delle incongruenze che hai sottolineato bene) un mondo senza Dio  ma con un uomo ,imperfetto,che ha scelto di essere Dio per giunta con la superbia di credere di poter far meglio del Dio cristiano.Cosa ha portato Ford ad avere una idea pessima dell'uomo creato da Dio per amore e quindi senza processi cerebrali articolati, tanto da voler creare un mondo con creature molto migliori dell'uomo ,almeno secondo lui?E da prevedere pure ,ripeto,un robot come Dolores -Magneto?

Questo discorso mi riporta a William perché nulla ci viene detto sulla schizofrenia della sua personalità ,oltretutto lui stesso si chiede perché sia tanto negativo e monocorde come personaggio ,in fin dei conti Delos suocero era esecrabile anche nel mondo reale dove tutto non è concesso mentre lui invece cerca di aiutare la gente.
Che lo faccia per convincersi di non essere un mostro può essere ma se avesse finto di essere un ragazzo per bene ed empatico allora nel parco avrebbe scatenato i suoi impulsi repressi peggio di Logan senza freni etici come suo suocero ,ed invece no ,era gentile con gli host e provava pena per loro e provava amore totalizzante per Dolores .A proposito di amore ecco solo quello di William ci viene mostrato,nel parco ovvio  ,per il resto in WW ci viene proposto un suo mondo senza amore ,persino la moglie non lo ama ma lo sceglie per ribellione alla desertificazione dei sentimenti che rappresentano padre e fratello
Infatti anche lei dice di amare la figlia ma non se ne cura perché egoisticamente alcolizzata ,facile dirle io ti voglio bene ,tuo padre no, peccato che tra padre e figlia nel mondo reale si percepisce affetto e comprensione ,ovvio prima del suicidio di Juliet.
Dannare Man in black in quel modo feroce ,classificarlo come una personalità negativa è devastante ,non dargli la possibilità di una scelta o meglio di una svolta positiva in primis per lui che è confuso e non accetta quel giudizio pesante e insultante lo trovo il vero punto debole della seconda stagione perchè il suo è un personaggio disumano che nulla concede ( non nella vita reale) agli altri,ma li usa solo(nel parco) anche in modi efferati per "vincere"  il gioco o meglio la sfida con Ford che non è di certo migliore di lui , solo più ipocrita e controllato.
I robot di Ford ,alcuni almeno sono capaci di amare e farsi amare e non solo dai familiari ,mentre gli umani sono miseri ,scontati ,poveri di cuore e cervello e questo è difficile da accettare.
Sprecano le loro vite ad odiare e a farsi male e a perdere chi li “amava “.... che aridità ...laddove un uomo è tante cose anche contrastanti ma tante cose.Tradotto : gli showrunners fanno filosofia spicciola ,sono negativi verso l'umanità tutta che meriterebbe di essere distrutta da robot creature perfette,almeno allo stato (stagione 2).

Insomma potremmo dire che  WW è la faccia speculare di GoT in cui gli uomini dimenticano le loro beghe e la loro voglia insaziabile di potere per unirsi contro il pericolo di...robot imperfetti creati da un essere distruttivo a sua volta figlio di esperimento condotto da chi dagli uomini voleva difendersi.Ergo GoT  porta empatia , perchè esprime empatia massima in Jon Snow ( e qui c'è il lavoro di D&D non di Martin ): la gente si identifica in un certo senso in un tema rassicurante e poi hai ragione alcuni dialoghi sono perfettamente costruiti.Ma ad onor del vero anche per esempio il confronto-addio tra Bernard e Ford sulla spiaggia è stupendo, crepuscolare ,malinconico sottolineato com'è da una musica stupenda con un titolo intrigante .Anche WW 2 ha momenti molto belli ,ma il tutto è vanificato dalla freddezza e dalla cerebralità non integrata da emotività che gli showrunners danno ad una storia che rischia di creare disaffezione.

Per inciso proprio i misteri che ancora avvolgono la "disumanità" di MiB credo saranno sviluppati nella terza stagione ,quella dell'uomo,mentre questa seconda stagione è stata quella del robot capace di scegliere,Bernard Lowe ...NOME E COGNOME

Gli ascolti : certamente ascolti bassi non sono sinonimo di serie malfatta ,ma i numeri hanno un valore come tutti i numeri,non sono una opinione ,mai: rendere più comprensibile e soprattutto accettabile la storia ,terribile, narrata forse non sarebbe un male dato che di certo perfetta questa seconda stagione non è stata.Lo snobbismo non porta a nulla anzi ,specie se troppo coltivato per malintesa superiorità intellettuale.

Infine nella sigla iniziale  si vede una madre che coccola un neonato...mi ricorda la scena finale di 2001 Odissea nello spazio,stupenda...chissà cosa implica..

 

 

 

 

Modificato il 05 July 2024 17:07

Ringrazio il mio caro amico JonSnow; per aver ideato e creato le immagini dei   miei bellissimi  ed elegantissimi avatar e firma

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« I am a wolf and I fear nobody. »

''They were insulting Jon and you sat there and listened.''
''Offend them and Jon loses his army.''
''Not if they lose their heads first.''

« Leave just ONE wolf alive and sheeps will NEVER be safe. »
« When the snows fall and the white winds blow, the lone wolf dies, but the pack survives. »

''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.

 

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Inviato il 28 giugno 2018 12:38

Condivido molto di quello che scrivi.

 

Il problema di fondo è che gli Showrunner ci mostrano gli umani come fondamentalmente esecrabili (e questo è un interessante e magari anche condivisibile punto di vista) tranne Robert Ford, che è invece è Dio. Ma proprio il Dio manzoniano, che atterra e suscita, che affanna e che consola. Ecco, questa idea che gli uomini facciano schifo tranne una ridotta categoria di eletti illuminati, è per me intollerabile.

 

Ma l'intera S2 è un inno all'intelletualismo, all'elitismo da 4 soldi, devo dire molto anglosassone, dove gente con un Master in Fine Arts preso in un'Ivy League University o a Cambridge si sente prossima a Dio quando non ha manco mai letto Kant.

 

Il segno per me è tutto in Clementine - Pale Rider. Davvero in quelle scene traspare la crassa soddisfazione degli Showrunner per aver avuto un'idea che pensano unica e originale. Ma davvero? Martin l'ha messa in ADWD, Childish Gambino l'ha messa in This is America, Ridley Scott l'ha messa nel primo minuto (!) del Gladiatore e non mi pare che nessuno di loro abbia sentito la necessità di piazzarci una Charlotte Hale che se ne bulli in vece loro.

 

Ed è una tragedia, davvero, perché tutto questo affossa le molte e clamorose cose che comunque ci sono. Giusto per dire, ma Tessa Thompson che diventa Evan Rachel Wood? Solo quella roba lì sarebbe da Emmy.

 

 

 


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Inviato il 28 giugno 2018 21:39

Infatti e trovo interessante il tuo cenno al Dio del Manzoni perché discutendo altrove con un amico  della puntata ho appunto detto che per L’ Innominato c’e’ perdono e possibilità di redenzione mentre per il dio Ford essi non esistono per gli uomini ,tutti negativi e corrotti e questo perché Ford è un creatore umano che vuole controllo non vero libero arbitrio mostrando di fatto la sua pochezza .

Circa Clementine hai perfettamente ragione

Infine in una puntata ben congeniata Charlotte che diventa Dolores sarebbe stato un colpo di scena enorme da ben preparare invece viene presentato ma è subito superato e metabolizzato e questo è a causa di precisi errori  già riportati .


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Inviato il 01 luglio 2018 14:49

Personalmente sulla seconda stagione, ho un’opinione un po’ diversa da quella che leggo nei vostri commenti, quindi la condivido, sia per amore del contraddittorio, sia perché mi è piaciuta anche la seconda stagione.

In primis, non ho percepito l’esigenza di avere una risposta autoconclusiva all’interno della stagione a tutte le domande che ci siamo posti in questi 10 episodi. Del resto, c’erano degli interrogativi che restavano aperti anche alla fine della prima, per quanto la sua struttura avesse una maggiore circolarità e fosse percepita maggiormente come una novità a livello strutturale - proprio per il fatto che fosse la prima. Credo che il problema, o la difficoltà narrativa, o di ricezione possa essere strettamente connessa al tema di fondo. Se analizzare come si arriva alla presa di coscienza/consapevolezza è un processo lineare, per quanto raccontato su molteplici piani temporali e quindi delinearizzato, un racconto non lineare delle scelte che i vari attori fanno sulla base di questa consapevolezza acquisita può essere più ostico da ricostruire per lo spettatore, proprio perché una serie di scelte è meno riconducibile a specifiche temporalità e quindi c’è bisogno di ancora maggiore attenzione. Inoltre, la scelta che questa stagione sia ambientata tutta, o quasi, prima della premiere è anch’essa significativa: fin dall’inizio sappiamo quale sia la quasi totalità del risultato di azioni che non abbiamo visto, perché questo risultato è un punto fisso, rilevante ma fino ad un certo punto, ma ciò che è veramente rilevante è il modo in cui ci si arriva, che è un po’ una metafora della vita stessa. Di nuovo, le scelte. Quello che ci vogliono raccontare è il cammino introspettivo di una serie di personaggi e, di fronte a questo, gli interrogativi di dettaglio rimasti insoluti hanno una minore impellenza. Allegoricamente parlando, traspone, in un certo senso, anche l’arco di Dolores di questa stagione che la vede impegnata in un percorso improntato sul fine giustifica i mezzi. Invece anche i mezzi sono fondamentali, come capirà anche lei.

 

Se la prima stagione probabilmente resta più coinvolgente e soddisfacente a livello di impatto, non comprendo i paragoni tra la seconda stagione ed altre serie. Per quanto – forse – possa essere stata – se vogliamo – più ostica della prima stagione, anche perché il fulcro BernArnold passa la maggior parte del tempo in stato confusionale richiedendo un maggior impegno allo spettatore, resta comunque una stagione migliore della quasi totalità delle altre serie a disposizione di visione. E’ una storia che ti fa venire voglia di parlarne e attraverso questo di staccarti in altri discorsi di approfondimento.

A questo proposito, infatti, trovo che il paragone con GOT non abbia un gran senso, vuoi per la diversità che intercorre tra i due prodotti, ma anche per i diversi piani. GOT si è retto bene finché ha potuto poggiare su una solida base, ma ha avuto un oggettivo e notevole calo qualitativo quando la solida base dei romanzi non è più stata disponibile, salvo rarissime casualità. Si può affermare che in GOT ci sia una maggiore coerenza stilistica in-season e che, specialmente nelle ultime stagioni, ci sia un maggior focus nello svolgimento e nella resa delle scene d’azione, forse, ma se si va a paragonare gli script, le storyline, l’indagine dei personaggi, la risoluzione delle storyline, vince WW e anche con sufficiente facilità. Anche perché, in tutta onestà, per mio gusto personalissimo, ben venga qualche scena d’azione meno innovativa o la mancanza di qualche dialogo (demenziale), in favore di una maggior coerenza narrativa, maggiore sviluppo dei personaggi, maggiore cura dello script e della narrazione. Per fare un esempio, che esula dai molteplici riferimenti letterari e/o artistici, ma attiene a un qualcosa di più tecnicamente tangibile, nella 02x04 viene magistralmente ricreato il gioco di fraintendimenti che pone dei dubbi nello spettatore, nel rapporto tra James Delos e William: dalla 02x02 sapevamo che Mr. Delos fosse affetto da una qualche malattia non curabile e l’uso della terminologia medica specifica da studio clinico lascia fraintendere che si tratti del Delos umano ricoverato in qualche centro medico, salvo poi scoprire che si tratta dei suoi tentativi di replica post-mortem.

 

Tornando ai punti insoluti, per cui non mi dispiace attendere la terza stagione, restiamo con l’interrogativo se William sia o meno un host, a dire la verità il giusto interrogativo è più che altro da quando è diventato/diventerà un host. Interessanti alcuni stralci di conversazione che gli fa arrivare Ford durante l'intera stagione, come "the game begins when you end and ends where you began" e la frase relativa al fatto che guardare avanti sia la wrong direction. E’ interessante poi cogliere il fatto che lui si senta in colpa per il progetto dell’immortalità ma anche perché ha introdotto il giudizio, quindi che nell’ambito del progetto è previsto che tale concessione sia data solo a coloro che rispecchiano il metro fissato da William?

Sempre su di lui, non sono sicurissima di poter parlare di una impossibiltà di scelta, per quanto apertamente ci venga mostrato che gli umani hanno un algortimo semplice e prevedibile. Sia alla luce della concezione di libero arbitrio di cui è portatore Ford e della dimostrazione attraverso Lee che questa interpretazione sia applicabile anche agli umani. William sappiamo che ha sempre finto, tranne che con Dolores e in genere quando è a WW. Il suo chiedersi se abbia mai avuto scelta e se le sue scelte siano mai veramente state le sue è riconducibile a questo suo tratto della personalità: non è che non abbia avuto scelta, o che altri abbiano scelto per lui, semplicemente interpretando il ruolo del filantropo e comportandosi su questa base che non è il suo vero io e vedendo dove è arrivato, rimpiange queste scelte apparentemente buoniste/socialmente attese, perché delle scelte più vere avrebbero potuto portarlo altrove. Ma non parlerei di non scelta perché alla fine anche la scelta di autocondizionarsi per compiacere chi ci sta intorno mettendosi in un’ottica di scalata sociale è anch’essa una scelta. Cosa che vediamo valere anche per gli host, nel momento in cui Akane rifiuta il risveglio e Maeve la lascia libera di scegliere in questo senso.

 

Dolores, in questa stagione, si pone come un different take degli umani, per lei l’elevato fine di condurre gli host alla libertà e soggiogare gli umani giustifica la manipolazione, lo sfruttamento e l’uccisione dei suoi simili. Maeve invece, come Ake, quando si può dire che avesse raggiunto il proprio scopo egoistico di fuga alla fine della prima stagione, ha un’epifania e si rende conto che questo scopo non la soddisfa a pieno, non è ciò che le dà la pace, che la eleva. Il ricordo della prima personalità che le hanno dato, le richiede di ricongiungersi alla - finta - figlia e di assicurarsi del suo bene prima che del proprio. Da questa presa di coscienza, ne deriva la sua diversa visione della libertà, per cui ogni host è libero di agire secondo la propria consapevolezza del momento, sia essa una vera consapevolezza, sia essa lo schema fisso di comportamento del loro codice pre-consapevolezza. Da qui, anche la sua tolleranza verso la Valley Beyond che invece viene vista come “l’oppio per gli hosts” da parte di Dolores. E’ interessante anche scoprire che, se Dolores sapevamo essere il robot preferito da Arnold, quello preferito da Ford è Maeve. Nel dialogo con la quale, si scorge anche un certo affetto, nel momento in cui rileva di averla programmata per fuggire dalla prigione di WestWorld. Eppure ha scelto di restare, e questa scelta inattesa non gliela rende meno cara. E questo dialogo, insieme alla decisione di Bernard di rimuovere il codice di Ford da sé stesso – per il momento – rende Ford un po’ meno demiurgo di quanto non appaia superficialmente, sì artefice dell’universo di WestWorld, ma entità ordinante la realtà in maniera limitata.

 

Per quanto riguarda le forzature, la sola cosa che ho trovato un po’ deludente a livello di storyline è stato il sacrificio di Lee. Lo stesso obiettivo di ritardare la squadra di sicurezza avrebbe potuto ottenerlo, probabilmente con maggiore efficacia, senza bisogno di “suicidarsi”, ma non si può dire che non sia un riscatto poetico e in-character: finalmente ha l’occasione di “impersonare” l’uomo che avrebbe voluto essere e su cui ha basato gli script per la costruzione di Hector. Certo, questo output era telefonatissimo e ce lo si aspettava già da qualche puntata e la resa attraverso questa scelta è stata un po’ discutibile dal mio punto di vista, a livello emozionale. Ma, una scelta del genere si muove nella direzione di andare a toccare i tasti emozionali di chi non vuole scervellarsi troppo nel seguire la serie. Una scelta, quindi, tutt’altro che snob ed elitarista (come anche lo spieghino di Charlotte sul ruolo di Clementine-Rider che per uno spettatore d’élite era già evidente di per sé) su un punto chiave: quello che va ad evidenziare che gli umani non sono così negativi come ci vengono presentati dal punto di vista degli host e dei loro creatori, né che sono del tutto impossibilitati al cambiamento. Cosa che a suo modo aveva già dimostrato Felix nella stagione 1 e – per quanto sia molto poco entusiasmante – anche Sylvester, personaggio decisamente più mediocre di Lee. L’idea che gli showrunners facciano filosofia spicciola condannando l’intera umanità e augurandosi che venga soppiantata dai robot non sussiste. Senz’altro c’è una componente critica verso una parte dell’umanità, ovverosia quella incarnata dalla supremazia del maschio bianco di potere e dominante, che a sé tutto soggioga in un ciclo di oppressione e violenza: non a caso i parchi tematici che abbiamo visto finora ci riportano a stereotipati luoghi del passato in cui il maschio bianco si è trovato degli spazi altri su cui dominare: il Far West, l’India coloniale, lo stesso Shogun World. Anzi, quest’ultimo, in particolare, sottolinea questo effetto attraverso la scelta meta-narrativa della creazione di host, aventi script/programmazione clone di quelli che già abbiamo trovato in Westworld, e che si trovano quindi davanti alla propria controparte, in una specie di gioco di specchi (gioco di specchi che nuovamente sottolinea l’incontrollabilità del voler imporre un rigido ordine pre-costituito). Infatti, Lee, Felix, e Sylvester non rientrano nella casistica criticata, così come non lo fanno neanche Emily e Juliet che – in qualche particolare – si distinguono vagamente, a loro modo, nonostante l’appartenenza all’élite, e soprattutto Elsie. In particolare, Elsie, che dalla stagione 1 scopriamo non essere stata uccisa, testimonia il fatto che non si può etichettare né la visione degli showrunners né la visione espressa da Ford come totalmente critica e rifiutante verso l’umanità in favore dei robot. Inoltre, l’idea che gli host siano esseri capaci di amare di fare la scelta giusta in maniera così precisa non è propriamente vera sempre. E’ una riduzione di ciò che ci è stato mostrato in una realtà bidimensionalmente bianca e nera, che però bianca e nera e basta non è. Anche alcuni degli host fanno delle scelte palesemente sbagliate, o rifiutano/postpongono il momento del risveglio, o scelgono tutt’altro rispetto alla scelta “migliore”. Alcuni di loro si votano all’odio e non fanno proprio, o non sempre, la scelta giusta (vedi Craddock e il suo delirio di onnipotenza, come anche Dolores in molti casi). Che poi parlare di scelta giusta presuppone già di per sé un’immanenza del giudizio difficilmente applicabile a qualsivoglia situazione della realtà.

 

Per tornare a Lee, qualcuno ha definito il suo epilogo “un momento romantico in una serie che di romantico ha molto poco”, ma anche qui non sono d’accordo, poi magari scopriamo che diamo al termine un’accezione diversa, ma il percorso del giovane William nella prima stagione è assolutamente romantico, anche il suo continuo ritorno a Westworld nel corso della vita ha anche una componente romantica, l’Arnold originale ha un certa natura romantica, la personalità primaria di Dolores è altrettanto romantica, poi c’è anche Teddy che è una specie di grottesca caricatura di aspetti romantici, infine, la stessa 02x08 muove inizialmente da presupposti anche romantici per poi elevarsi ad un piano superiore.

Avendo già toccato la parte emozionale, espando non concordando sul fatto che questa stagione trasudi freddezza. Per quanto mi sia dispiaciuto che l’unica ulteriore indagine del rapporto Maeve-Hector si abbia fondamentalmente nella 02x02. Ammetto che qui sono soggettiva, trattandosi di una delle mie storyline preferite, ma non si può dire che sia stato meglio approfondito, insieme anche a Hector stesso, rispetto alla stagione 1. A parte questo inciso, la storyline di Maeve con annessi e connessi è molto emozionale e coinvolgente: la sua visione della libertà nonostante il potere che detiene, il cammino di amore che la porta ad elevarsi, anticipato e condensato dalla storyline per certi aspetti parallela di Ake, la storyline di Akane, quella di William. Forse, l’emozionalità è mancata in certi frangenti nella storyline di Dolores e Bernard, ma vista la piega delle loro vicende, una principalmente improntata al fuoco della vendetta (non a caso riprogramma l’unico robot empatico del team – Teddy – salvo poi riscoprire il contatto con le proprie emozioni – salvo il dialogo col padre – nelle ultime puntate) e una principalmente improntata a una sorta di oblio, credo che ci possa stare. C'è anche da dire che alla luce del finale Dolores andrebbe analizzata anche nella parte in cui la vediamo come Charlotte per completezza.

 

Non mi ha deluso neanche riscoprire Ford un passo avanti a tutti anche nel finale di questa stagione. Il labirinto per topi, per come inteso dalla Delos e per come Ford in vita aveva lasciato intenderlo anche lui – in contrapposizione alla visione di Arnold – nella maggior parte della stagione 1 si è rivelato essere l’allucinazione di un folle (ma il folle più che il creatore è chi ha abboccato all’amo, più che chi l’ha creato, quindi sicuramente James Delos, parzialmente anche William), un progetto destinato a fallire. Che in soldoni traslato allegoricamente è una forte e apprezzabile critica alla società in sé, ai suoi tentativi di ordine organizzato sfocianti nell’estremo, alla snaturalizzazione dell’io in favore di ciò. L'unica cosa di cui effettivamente mi rammarico in vista della terza stagione è che difficilmente immagino (salvo flashback o sorprese imprevedibili) rivedremo Ford sullo schermo.


"And now at last it comes. You will give me the Ring freely! In place of the Dark Lord you will set up a Queen. And I shall not be dark, but beautiful and terrible as the Morning and the Night! Fair as the Sea and the Sun and the Snow upon the Mountain! Dreadful as the Storm and the Lightning! Stronger than the foundations of the earth. All shall love me and despair!”

 

She lifted up her hand and from the ring that she wore there issued a great light that illuminated her alone and left all else dark. She stood before Frodo seeming now tall beyond measurement, and beautiful beyond enduring, terrible and worshipful. Then she let her hand fall, and the light faded, and suddenly she laughed again, and lo! she was shrunken: a slender elf-woman, clad in simple white, whose gentle voice was soft and sad.

 

“I pass the test”, she said. “I will diminish, and go into the West and remain Galadriel.”

 

***

 

"A ruler needs a good head and a true heart," she famously told the king. "A cock is not essential. If your Grace truly believes that women lack the wit to rule, plainly you have no further need of me." And thus Queen Alysanne departed King's Landing and flew to Dragonstone on her dragon Silverwing. [...] The queen died of a wasting illness in 100 AC, at the age of four-and-sixty, still insisting that her granddaughter Rhaenys and her children had been unfairly cheated of their rights. "The boy in the belly," the unborn child who had been the subject of so much debate, proved to be a girl when born in 93 AC. Her mother named her Laena. The next year, Rhaenys gave her a brother Laenor. 

 

 


Iceandfire
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Inviato il 03 luglio 2018 18:04

 Vorrei parlare degli elementi certamente tutti positivi rilevati nella stagione 2 e il principale (e solo?) di essi è rappresentato dalla notevolissima colonna sonora

Ramin Djawadi in WW ha , tra l’altro, riadattato grandi classici della musica leggera, modellandoli secondo lo stile sonoro delle ambientazioni mostrate nello show. Nella prima stagione, Djawadi si è attenuto a un’atmosfera western, privilegiando quindi il suono del pianoforte nelle sue perfette rielaborazioni.In WW 2 in cui sono stati raffigurati nuovi parchi come  Raj e Shogunworld, che fungono da elegante cornice ad alcuni nuovi episodi,  Djawadi ha  ideato  quattro scelte musicali importantissime effettuate nel corso delle due stagioni di Westworld.

Particolarmente brillante per me è stata  la scelta di utilizzare per alcune scene ambientate in The Raj, la cover di Seven Nation Army dei White Stripes appunto  eseguita in salsa indiana il che ha reso la puntata memorabile

Otretutto nell’episodio 3, incontriamo  Emily. Ramin ha affermato di aver  cercato materiale tematico per lei che era un nuovo personaggio, materiale che,peraltro,fosse  in qualche modo legato al tema dell’Uomo in Nero, ma, attenzione ,tale da  descriverla  in modo da non essere necessariamente riconoscibile.E questo davvero è un ottimo lavoro di cesello

Eccola la rielaborazione in WW

https://www.youtube.com/watch?v=zjupARl4QX0

Molto bella e di atmosfera è la rielaborazione di Paint it Black utilizzata nella prima stagione di Westworld nella scena della rapina in banca a Sweetwater.Essa è stata aggiornata per abbinarla alla sua nuova ambientazione: Shogunworld. La scelta della stessa  canzone è stata fatta per  mostrare  un mondo parallelo con azioni parallele  ma  dotato di precise e riconoscibili peculiarità infatti  si è sfruttato  lo stile dell’altro mondo in cui è collocata. Come conseguenza di questa scelta  sono stati eliminati per la  maggior parte gli strumenti solisti occidentali ,essi sono stati  sostituiti con  shakuhachi, taiko e cose simili per dare una forte impronta etnica alla melodia.E l’effetto raggiunto è stato per me notevole con una atmosfera congrua direi per quello che si stava mostrando

Ancora molto interessante è stata la scelta di Heart Shaped Box dei Nirvana per  due versioni in Westworld: una usata in un trailer e una usata nella seconda stagione, nell’ottavo episodio, mentre Akecheta si aggira per l’area di controllo sotterranea del parco. Prima di fare l’arrangiamento orchestrale,Ramin ha affermato  di aver eseguito la stessa versione per pianoforte: e questa versione risultava davvero  molto emozionante  per cui era la soluzione perfetta per questa scena di alto impatto emotivo,straziante.Il perche è semplice da spiegare; in quel preciso momento in cui parte il suono del pianoforte Ake vede non solo il suo amore, ma anche tutti i suoi altri amici. Impara che la vita non è come è stata presentata loro. Tradotto : l’arrangiamento del pianoforte era perfetto e a suo modo essenziale

 

 

 

Naturalmente, la traccia più iconica dello spettacolo è il tema iniziale, che ho sempre considerato stupendo, freddo ma anche  misterioso e al tempo stesso,sempre grazie all’uso del pianoforte, formato da poche ed essenziali note che avvolgono la bellissima fotografia in bianco  nero ,cerebrale e plastica

Nei titoli di testa, vediamo come i robot vengono assemblati per cui si inizia da suoni minimi, prodotti solo da un  piccolo violino e poi dal violoncello.In seguito entra il piano e si aggiungono man mano sempre più strumenti per sottolineare il  senso di mistero , di pericolo,di avventura. Il tutto contenuto in quel minuto e quarantacinque secondi.Grande abilità quella di Ramin ma del resto sappiamo tutti che grande talento vero è, infatti una parte fondamentale del successo di GoT è dovuta alle splendide musiche da lui composte sin dalla prima stagione dello show HBO

E a questo punto vorrei sottolinare che in Game of Thrones, il pianoforte è inesistente tranne che  nella sequenza più coinvolgente e perfettamente realizzata e commentata dalla musica che è l’incipit della 10° puntata della sesta stagione,una puntata capolavoro senza essere forzata e troppo manipolata .Un vero talento si fa capire ed arriva sempre,chi invece arzigogola e forza troppo la storia per meravigliare o gabbare gli spettatori ,ma senza vero talento empatico  produce cose che alla fine NON arrivano e danno pure fastidio perché troppo snob e “rimasticate”.Riferimenti a parte a storie e momenti raccontati in classici del cinema,  che spesso riconosciamo in alcune scene .

Invece Ramin è di ben altro livello :per esempio  in Westworld, il pianoforte gioca un elemento chiave nello show.Inoltre in GoT ,ambientata in una  tragica epoca “medioevale-fantasy"  ci sono davvero pochi sintetizzatori e questo perché essi non sono così importanti come nel mondo di Westworld, quindi è evidente  che nelle due opere di punta della HBO si va in direzioni  completamente diverse e per motivi ovvi direi.

Djawadi ha scritto la musica per Westworld in stretta collaborazione con gli showrunner Jonathan Nolan e Lisa Joy,ed è arrivato talvolta persino a comporre senza aver visto prima gli episodi. Djawadi si è detto comunque consapevole della dualità al centro della serie, quella tra gli esseri umani reali e gli androidi che stanno lentamente diventando consapevoli di sé.

Quando sono mostrate scene ambientate nelle sale di controllo del parco, lì il suono diventa molto elettronico e quasi privo di strumenti classici come piano,violino,violoncello. Ma poi, quando siamo fuori nel parco a tema, allora si va nella direzione opposta: questo crossover ha soprattutto luogo quando i robot diventano più consapevoli ed in un certo senso si vuole sottolineare la loro dis_umanità in quanto differenti dagli umani e a volte più sensibili e con sentimenti veri rispetto a loro.

Ecco ripeto, certamente la colonna sonora di un vero talento musicale,  che vuole comunicare con lo spettatore  e ci riesce splendidamente e senza nessuna forzatura anche nell’utilizzare  canzoni famosissime che l’uomo ha creato, non ha deluso

 

 

Modificato il 05 July 2024 17:07

Ringrazio il mio caro amico JonSnow; per aver ideato e creato le immagini dei   miei bellissimi  ed elegantissimi avatar e firma

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''They were insulting Jon and you sat there and listened.''
''Offend them and Jon loses his army.''
''Not if they lose their heads first.''

« Leave just ONE wolf alive and sheeps will NEVER be safe. »
« When the snows fall and the white winds blow, the lone wolf dies, but the pack survives. »

''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.

 

J
JonSnow;
Confratello
Utente
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JonSnow;
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J

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Inviato il 03 luglio 2018 18:38

In netto ritardo aggiungo il mio punto di vista su una Season che mi è sembrata tutt'altro che in calo, semmai leggermente diversa dalle basi e dai meccanismi della prima.

 

Intanto si può confermare quali siano le tre chiavi concettuali di Westworld;
- La Realtà
- Il Tempo
- L'Identità

 

In Westworld la realtà è riconducibile ad una condizione di incertezza, e dunque al dilemma. Realtà in Westworld è soggettività, pertanto è un concetto labile che si plasma a secondo delle convinzioni di ogni soggetto coinvolto. Ogni considerazione e lettura è fallace, così come ogni considerazione e lettura è affidabile in base all'esperienza e al credo di ognuno. Ne consegue un'assenza oggettiva, che fa parimenti capo al significato originale di realtà; ciò che è materiale è reale, e originariamente ciò che è materiale è prezioso. Pertanto nella filosofia di WW la realtà è un ambiente percettivamente vago, ma prezioso nella sua essenza. Non un qualcosa di pre-esistente, ma un qualcosa da conquistare, e rendere tangibile nella conquista. La realtà finisce con l'essere non solo un complesso di idee ed elementi concreti, bensì una successione di sensazioni, emozioni e sentimenti, i quali sono i capisaldi della medesima e ne decidono, in modo diretto, la consistenza. La verità è una e una soltanto; non possono essercene molteplici. Tuttavia Westworld si pone come antitesi e annulla tale concetto. Vi sono molteplici verità, e molteplici modi di intendere la realtà, non diversamente dalla visione di Aristotele e dalla moltitudine di tratti che egli attribuiva a tale definizione e a coloro che si ponevano al suo interno. Nel momento in cui le host provano sensazioni ed emozioni concrete, non vi è differenza col mondo canonico, e con l'assetto complessivo portato avanti dagli esseri umani. Quindi il loro mondo e la loro esistenza smette di essere meno reale di quanto non lo siano quelli umani.
Un esempio lampante è la percezione di Ford e William. Per essi Westworld è il mondo reale, mentre quello al di fuori di esso non lo è, o quantomeno è un mondo minore.

 

In secondo luogo, il Tempo.
L'esistenza perenne è la nemesi del tempo, così come vita è nemesi del tempo. Il tempo è un contenitore di momenti che si susseguono e che generano un'epoca, ma che soprattutto ne determina la validità evolutiva. Immortalità, tema centrale di WW2, è il dominio sul concetto di tempo, in quanto nell'assenza di morte tutto è dilatato in modo indeterminato. Filosoficamente esistono contemporaneamente il tempo e una forma priva di morte, costituendo un paradosso stesso. Di più, Westworld è un diretto collegamento al mito di Prometeo, e al castigo di questi. Tempo è quindi inteso anche come ripetizione. Zeus punì Prometeo, e in virtù di ciò lo condannò ad un ripetersi quotidiano del medesimo supplizio, affinché questi patisse in eterno e raggiungesse la consapevolezza delle sue azioni, fino alla liberazione in cambio di un sacrificio. In Westworld vi è un Dio che compie il medesimo gesto. Ford costringe le proprie creature a soffrire nel suo mondo, e dona ad ognuno di esse dei loop temporali e delle storie destinate a ripetersi quotidianamente senza interruzione. Egli compie tutto ciò al fine di causare in loro una sofferenza tale che li porti alla consapevolezza, pertanto alla coscienza, che solo attraverso il dolore diviene reale. Il meccanismo della ripetizione per la realizzazione.

 

Infine, il terzo concetto, anche se minore. L'identità.
Host o essere umano, ognuno dei soggetti che vediamo è alle prese con la ricerca del proprio Io. Nessuno di essi, tuttavia, conosce realmente sé stesso, fino al momento successivo. Con ciò ci si può rifare al concetto di Locke, dell'identità personale, ossia la consapevolezza cerebrale di essere un unicum e di confermarsi a livello logico in quanto creatura unica e pertanto riconoscibile da sé stesso nelle sue funzioni razionali e cognitive. Nessuno di essi riesce dunque a compiere ciò. Nessuno di essi si conosce realmente, pertanto nessuno di essi può avere la capacità di riconoscersi, ma soltanto di scoprirsi.

 

La 9 e la 10 non solo ci confermano queste tre assunzioni, ma confermano parimenti quanto esse siano riconducibili ai tre personaggi chiave di WW.

 

Dolores (Realtà).
Ella arriva a slegarsi dal padre che tanto aveva cercato di salvare, solo al fine di essere realmente libera e di distanziarsi definitivamente da un qualcosa di costruito, da un artefatto emotivo. La sua è ricerca di un mondo nuovo, concreto, reale per sé stessa. Nella ricerca della realtà si è avvicinata sempre di più agli atteggiamenti di coloro che considera il proprio nemico; l'umanità. Ella è sempre più umana, nei tratti peggiori. Spezza le catene dell'ignoranza e della beatitudine in favore delle catene della conoscenza e della puerilità. Dolores è umana poiché umana è la violenza. Poiché ella, sempre di più, ripercorre i medesimi passi di William.
Quello a cui lei ambisce è la prevaricazione su chi ha compiuto le scelte al suo posto. Quello a cui lei ambisce è la disfatta dell'umanità. Essenzialmente, la conquista di un mondo da sottrarre ad altri e rendere proprio. E ciò si rifà alla Realtà intesa come un bene materiale da conquistare.
Il suo sacrificio è la purezza. Il suo sacrificio è l'autenticità.

 

Ford (Tempo).
Egli è già stato coscientemente immortale. Sì, la sua brama era quella di essere il solo creatore. Il padre che siede sulla cima. Tuttavia egli è privo di empatia verso ogni impulso riguardante il mondo corrente. La sua assenza di pietà, la sua spietatezza, come anche la sua risolutezza, sono il frutto di un mondo che egli vede come corrotto e decadente, e di creature, i cosiddetti umani, che egli vede come dei mostruosi predatori capaci solo di costituire rovina per la natura esistente. Essenzialmente egli li ritiene, ironicamente, ''difettati'' nel proprio genoma, nella propria essenza. Il suo mondo, quello che ha scelto di creare, quello in cui ha scelto di vivere e di depositare la sua anima, è invece il prototipo di una speranza che può ancora esistere. Verso un qualcosa di incontaminato, di risolutivo, verso un qualcosa che potrebbe riscoprirsi ancora puro, nonostante tutto, e nonostante il dolore.
Il dialogo con Maeve, e la commozione che tradisce la voce di Ford, sono la riprova dell'autenticità del suo legame con le proprie creazioni; un qualcosa che trascende qualunque forma di dominio. Quel frammento è amore puro; è un Dio che ama e che viene di riflesso amato; è l'ultimo richiamo ad un Eden ancora possibile.

 

William (Identità).
Non è consapevole di quale sia la sua reale indole. Non è in grado di stabilire se egli sia stato realmente quel giovane gentile e affabile di un tempo, né tantomeno di stabilire se egli sia realmente l'uomo amorale e apparentemente sadico di adesso. Cerca di confermarsi e smentirsi di continuo in un senso o nell'altro. Prima arriva ad assassinare Maeve e figlia per confermare a sé stesso di essere un mostro privo di coscienza, poi invece salva Lawrence e famiglia al fine di dimostrare a sé stesso di non esserlo. E' un essere inquieto, afflitto, che si trascina nella propria assenza di linearità e di appartenenza. Non ha categoria, non ha inclinazione. Non ha più percezione di cosa sia reale e di cosa non lo sia, non per quanto riguarda una visione oggettiva e superficiale del chi è o meno un'Host, quanto di ciò che egli, nel profondo, prova. E' totalmente imprevedibile, ed è ingabbiato nella sua stessa imprevedibilità e nel suo stesso dualismo.
La sua ossessione, la sua vera ossessione, sta proprio in questo; nell'andare oltre. Tutto è un riflesso, e non lo è per egoismo. Lo è perché non può essere altrimenti. Quello che lo perseguita è la possibilità di una scelta, di ritrovarsi realmente determinante per sé stesso, di essere totalmente vivo. Ritrovare ciò che sentì quella volta che entrò nel parco per la prima volta, e la connessione che stabilì con Dolores. Perché ogni fibra del suo corpo riconduce a quel momento l'unica volta in cui egli è stato davvero in vita, pertanto tangibile, pertanto un individuo. Come egli stesso dice alla moglie, egli non appartiene al loro mondo. Non è mai appartenuto ad esso.

 

Le azioni finali di Bernard poi, mi suscitano spontaneamente il collegamento al mito della Caverna di Platone, ove gli uomini sono costretti e dominati in un ambiente di riflessi, dove essi non hanno effettivo potere di scelta, salvo poi, se data loro la suddetta possibilità, rendersi conto da liberi di essere in grado di agire in prima persona e anzi, di aver parimenti riflettuto sempre in prima persona. Esattamente ciò che egli compie immaginando Ford.

 

Qualche considerazione anche su quella che per me è la scena migliore di questa Season, nonché tra quelle delle TV Series in generale, pur essendosi svolta quasi esclusivamente nella mente di Bernard:

 

"I've always loved this view," [...]
"Every city, every monument, man's greatest achievements will be chased by it … the impossible line where the waves conspire. Where they return. A place maybe you and I will meet again."

 

La maestosità di tale scena è insita nella scissione di due concetti. Quello puramente estetico e quello metafisico-retorico; tuttavia entrambi finiscono, in qualche modo, per collimare. Le parole che Ford pronuncia sono un monito di prospettiva, sia interiore che puramente visiva. Le onde, l'esteso campo d'acqua innanzi ad essi diviene un trait d'union; non diversamente da molteplici opere di Mantegna, Ford e Bernard diventano i divisi capisaldi in cui è presente, nel mezzo, un punto di fuga. In tal caso la la linea impossibile, l'immaginifica seduttrice che reca con sé il mistero, la chiave, la profondità.

 

Tuttavia è l'ansioso e poderoso senso di sconfinato ad essere il vero epicentro filosofico. Per fare un parallelo, nella scena l'acqua è riconducibile al concetto di mare che propone Dante nel suo ''Per lo gran mare de l'Essere''. Ossia come un contenitore in movimento di elementi senza fine, che a loro volta costituiscono messaggio divino e pertanto esente da effettiva durata umana o brevità della medesima.

 

Eccola, una nota beffarda e ironica: Ford e Bernard dichiarano la fine del proprio legame dinanzi ad un qualcosa che non ha fine (il mare, apparentemente, in quella prospettiva ne è privo).

La linea impossibile, proprio perché tale, è un pilastro dell'ignoto. Non vi è nulla di definito, pertanto si può ''fare ritorno'' (il che non va inteso materialmente), perché è appunto impossibile provare altrimenti. Non c'è aldilà, o parvenza di morte. E' un messaggio di infinito quello che viene trasmesso, e nell'infinito nulla è realmente negato.

 

A tutto ciò si aggiungono solenni e al tempo stesso dolci di Ramin Djawadi e del suo piano, le quali sono la firma di un quadro di livello assoluto, nonché accompagnatrici necessarie. E così l'addio è compiuto. Ma cos'è l'addio, se non una raccomandazione al futuro? Perlomeno è questo che originariamente era, prima che tale concetto si perdesse tra mille viaggi, e diventasse un qualcosa di estremamente antipatico, spigoloso, pesante.

 

Quella scena è così dualisticamente rassicurante e claustrofobica, ansiosa e possibilista.
Pone l'uomo di fronte ad una delle condanne della sua mortalità e della sua consistenza: la separazione, la fine dei legami. Ma egualmente lo invita alla possibilità di vagliare l'infinito, il ricordo, la memoria. Ciò che resta, un potente antidoto alla perdita, che non sarà colmata, ma che potrà essere rivisitata con semplice malinconia, lasciando al passato il dolore per la stessa.
E' consolatorio che alla fine qualcosa resti. Una scia, in un modo o nell'altro.

 

Pertanto sì, non reputo questa Season 2 un fallimento od un flop. La reputo parimenti significativa e importante. Ma solo diversa nella sua essenza rispetto alla prima.

 


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« I did what I thought was right. » Jon Snow

« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister

« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learnWinterfell is Our Home, we have to fight for it.  » - Sansa Stark 

« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark

« good act does not wash out the bad, norbad act the good. » - Stannis Baratheon

Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.

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Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.


Iceandfire
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Iceandfire
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Inviato il 06 luglio 2018 12:54

Capisco le tue argomentazioni  ed il tuo apprezzamento per questa seconda stagione ma resto del parere  che troppi spunti cerebrali da cercare e trovare rendano la puntata finale troppo fredda rischiando di non catturare lo spettatore che non viene portato per mano verso un colpo di scena che meritava di essere il clou di tutta una puntata troppo didascalica e troppo ricca di allusioni "colte" .

Come dicevo il troppo stroppia specie se si fa abuso dell'allegoria.

Inoltre un prodotto veramente ben realizzato arriva a tutti non fosse altro emotivamente e questo non mi pare sia il caso della 2 x10 mentre invece la 2 x 8 è stata davvero una gran bella puntata.Che poi WW sia più intrigante ,elegante (ma troppo patinata ) rispetto a GoT non ci piove, resta comunque una freddezza cerebrale di fondo che nella prima stagione non disturbava, in questa invece ,nella 2 x 10 certamente.Secondo me ovvio.

I due showrunners scrivono e lo si nota non per dare un prodotto di alta qualità al pubblico (pagante peraltro) ma per compiacere soprattutto se stessi,i propri ragionamenti,la propria visione di una umanità creata ( se lo è stata ovvio) male  e cresciuta peggio  , laddove altri robot ,creati da un uomo anaffettivo( non sappiamo molto di lui e dei suoi traumi che certamente lo hanno formato),  possono a loro volta in una sorta di produzione industriale con tanto di catena di montaggio, creare soggetti programmati nel seguire un certo comportamento che poi è identitario del loro essere e che possono cambiare cosa che l'uomo mai sarà in grado di fare.

Resta la domanda : perchè Teddy cambiato non regge alla sua cattiveria   e si ammazza?E perchè invece Dolores di punto in bianco  diventa Wyatt senza mai avere problemi di identità?E se è possibile programmare i robot,certi robot almeno, per un cambiamento drastico che l'identità precedente metabolizza bene , beh non li si rende troppo umani?Dolores non è troppo simile a William?Tutte le creature create da un uomo come affronteranno la vita fuori dal parco?Facile dire non voglio giocare ad indiani e cow boy ,ma una cosa è il parco, altro è il mondo reale per il quale non sono stati programmati.E poi esiste "epigenetica" per i robot ( per gli umani certamente,lo sappiamo)?Ma se non hanno geni...ma una biglia certamente .......

Ancora con la biglia di chi Bernard ha creato Charlotte 2( quella che vediamo fuori dal parco ) visto che quella di Dolores è tornata ad essere presente nel corpo  di chi , apparentemente , doveva essere solo una bambola che richiamava i ricchi frequentatori del parco che su di lei potevano esercitare ogni violenza?Ha clonato in parte la biglia di Dolores ma con freni inibitori precisi?

Ergo vedremo nella terza stagione cosa ci racconteranno  e se vedremo di più di William fuori dal parco con  la sua entità host che agisce nel parco probabilmente anche con Maeve ,Hector, Armistice etc .Circa la figlia beh potrebbe essere un robot creato da Ford o chi per esso (Dolores) per torturare  all'infinito Billy,irredimibile per la troppa cattiveria (davvero?Andiamo...)

Infine riporto questo link esplicativo per chi lo vuole leggere

  http://www.fantascienza.com/23796/westworld-la-seconda-stagione-spiegata-bene

Modificato il 05 July 2024 17:07

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''I lupi sani e le donne sane hanno in comune talune caratteristiche psichiche: sensibilità acuta, spirito giocoso, e grande devozione. Lupi e donne sono affini per natura, sono curiosi di sapere e possiedono grande forza e resistenza. Sono profondamente intuitivi e si occupano intensamente dei loro piccoli, del compagno, del gruppo. Sono esperti nell'arte di adattarsi a circostanze sempre mutevoli; sono fieramente gagliardi e molto coraggiosi. Eppure le due specie sono state entrambe perseguitate''.

 

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