Prodotto per me stratosferico, superiore a buona parte della produzione cinematografica odierna. Molto complesso e davvero azzardatissimo per una produzione televisiva, forse troppo.

Nolan e Joy stanno violando tutte le regole alla ricerca di una perfezione narrativa senza compromessi che però arriva inevitabilmente a spese di una fruibilità facile ed immediata della serie. Gli ascolti lo dimostrano.

In ogni caso, fino a quando HBO li supporterà non cesseranno di stupirci.

Lunga vita ad HBO e morte a Netflix.

Giorni fa, dopo la visione della 02x04 e in seguito ai vostri interventi, mi era venuta voglia di scrivere qualcosa sulla puntata stessa ed in particolare su William, personaggio annoverabile tra quelli che più apprezzo della serie. Poi, a causa di quello che possiamo definire un piccolo problema tecnico, ho avuto bisogno di un po’ di tempo per riuscire a postare un intervento su questo personaggio dalle molteplici sfumature, che in alcuni interventi sono state colte, in altri sono state forse un po' appiattite. Ormai che lo avevo scritto, mi sembravano parole sprecate a lasciarle lì. Nella speranza di tirarne fuori una pacata e sensata discussione con questo recap sul carattere. 

Nella 01x06, William ci si presenta come un sognatore, predisposto alla finzione di una vita che non rispecchia le sue pulsioni e le sue aspettative ma alla quale finzione riesce ad adattarsi, convinto che la vita stessa – probabilmente – non abbia quel significato e quella verità che ritrovava nelle storie dei suoi libri. Il primo impatto col parco è da gregario di Logan, William si adatta, come da sempre è abituato a fare nella vita, e lo segue nelle avventure al limite in cui lo trascina, riuscendo ad adattarsi anche a queste. In queste avventure, si portano dietro Dolores. Ed è lei il grande shock in positivo ed in negativo che cambia William. Qui, nella realtà costruita di Westworld, per la prima volta, William trova un luogo in cui si sente libero e non costretto nei costrutti imposti dalla società, quindi di fronte, per assurdo, all’esperienza più vera e significativa della sua vita. Ed il rapporto che costruisce con Dolores lo illude che non sia parte della finzione e degli script del parco, grazie anche al fatto che Dolores sia uno di quei robot che nel tempo acquisiranno una “coscienza”, già col giovane William, Dolores sembra avere ricordi che non appartengono alla sua linea narrativa corrente. In soldoni, William non è un poverino che si lascia abbindolare dalla verosimiglianza del parco, come può sembrare superficialmente, per quanto, con fatica, riesca a percepire una distinzione tra umani e robot, ma riesce a cogliere dei particolari che gli fanno percepire una potenziale veridicità in ciò che si trova davanti. Un sentire non troppo diverso da quello che riscontriamo anche in Arnold. Il rapporto con Dolores e questo senso di libertà e percezione della vera essenza del sé gli rende tutto ciò che ha vissuto in precedenza insopportabile:

I’ve been pretending my whole life. Pretending I don’t mind, pretending I belong. My life’s built on it. And it’s a good life. It’s a life I’ve always wanted. But then I came here and I get a glimpse for a second of a life in which I don’t have to pretend. A life in which I can be truly alive. How can I go back pretending when I know what this feels like?

Ma quest’esperienza è – come dicevo prima – una realtà costruita, ed il modo crudo con cui il giovane William lo comprende nel momento in cui la ritrova resettata lì dove tutto è iniziato. Con tutto ciò che hanno vissuto insieme cancellato dalla sua (di lei) memoria e pronta a rivivere una narrativa simile con qualcun altro è un durissimo schiaffo che in pochi attimi lo riporta alla realtà. Lo si vede dalla scena del giovane William e dalle parole con cui la ricorda nel dialogo con Dolores stessa da vecchio nella 1x10:

And you were nothing… if not true.

Questo shock, ancora più grande, di essersi sentito vero e libero solo nella finzione del parco, lo spinge più che mai al ritorno alla propria finzione della vita reale con maggior forza. Ma anche a tornare nel parco per spingere al limite gli stessi hosts e tentare di istigare in loro un cambiamento che li renda reali, umani, come appare chiaro quando fa riferimento al gioco di Arnold (che, a differenza di quello di Ford, “cuts deep”). Scopo che lo pone sullo stesso piano di Arnold e di Ford, con mezzi ovviamente diversi, insieme al tentativo con cui cerca negli anni di trasferire la coscienza di Mr. Delos in una sua replica robotica. Il ritorno alla finzione del reale gli rende anche chiara la possibilità di aspirare ad essere l’erede di Mr. Delos, essendo stabile, flessibile, resiliente, capace di sopportare una vita di apparenza, a differenza di Logan, fragile, al di là della sua maschera da spaccone, meno determinato, incapace di reggere alla propria realtà, come poi si vede nella seconda stagione. 
Vita di apparenza che William ammette poi aver ottenuto nella 01x08, nel dialogo con Teddy, in cui afferma di essere il “good guy”, che è più o meno la stessa sostanza di cui poi accusa essere Mr. Delos nella 02x04. Anche se, forse, si può azzardare qualche distinguo ipotetico: William ha a disposizione Westworld in cui sfogare le proprie pulsioni negative, pulsioni che riesce a tenere a bada nella finzione della vita reale. E qui si ritorna al monologo iniziale di Ford che al di là dell’etica degli umani versus quella dei robot è ciò che dovrebbe essere il metro di riferimento per analizzare i personaggi, e cioè che ciò che il parco mostra agli ospiti non è ciò che sono veramente, ma ciò che possono essere. Infatti, William nella finzione della realtà è il good guy, family man, filantropo, colui che non ha mai osato maltrattare né la moglie né la figlia, ma che nel parco, ha crudelmente trucidato Maeve e la figlia nel suo precedente ruolo di madre. Dunque, nel suo essere controllato con i propri cari e la propria “specie” si riscontra della positività nel personaggio, con questa potenzialità di fondo mai mostrata, ma in qualche modo percepita dalla moglie e dalla figlia.
Queste caratteristiche del vecchio William sono quelle che ritroviamo nello stesso Mr. Delos. E nella relazione con Mr. Delos si scova dell’ulteriore complessità e positività in William. Ad un primo livello il progetto di immortalità (già menzionato da Ford nella 01x01) su Mr. Delos lo si può vedere come un dovere verso il suo stesso mentore. Analizzando bene le interazioni tra i due uomini si vede che c’è di più, c’è anche un rapporto di stima, quasi un rapporto tra padre/figlio, Mr. Delos lo vede come il suo degno erede a differenza di Logan, lo vediamo nel modo in cui Mr. Delos permette a William di rivolgersi a lui (there’s not a man alive that talks to me like that, not anymore), ma anche dal passaggio ufficiale che avviene alla sua festa di pensionamento. E da parte di William lo si percepisce quando va a trovare la sua replica robotica, non sembra esserci solo interesse scientifico, ma anche una sorta di affezione, che ha portato William a replicare il suo esempio di vita. E c’è grande tragicità nella consapevolezza della sua ultima visita in cui William vecchio vede Mr. Delos per ciò che è e vedendo lui vede anche sé stesso. Caratteristiche che, se hanno spinto il giovane William a tentare di dare l’immortalità a Delos, lo spingono, da vecchio, a rimettere in discussione questo progetto dal punto di vista filosofico.

Ruthless philanderer with no ethics in your business or family dealings, a veritable shithead. In truth everyone prefers the memory of you to the man himself. […] World is better off without you, Jim. Possibly without me.

William di oggi, il man in black, nella 02x04, sembra essere meno nero di quanto la sua apparenza ci mostri. Si vede un barlume di empatia nei confronti di Lawrence per ciò che ha vissuto a suo tempo con sua moglie e la figlia, è possibile che sia anche in parte una questione di utilitarismo, ma il fatto che lo stesso Lawrence gli ricordi e si ricordi di questo suo passato in qualche modo lo smuovono a salvare lui e la sua famiglia.
William sembra essere per gli umani il parallelo di ciò che Dolores è per i robot. E questo rapporto ciclico è sottolineato sia dal loro iniziale stato di innocenza, sia dal loro rapporto che si instaura la prima volta che William si reca al parco, sia dallo shock che questo causa nel giovane William liberandone la natura violenta, sia dal contro-shock – insieme al raggiungimento della consapevolezza – che questo causa in Dolores quando capisce chi sia il vecchio William, contribuendo a liberarne la natura violenta, nascosta in Wyatt, e sintetizzando queste due nature in un qualcosa di più proprio, come lei stessa afferma all’inizio della seconda stagione.

Un’ultima osservazione sul tema dell’immortalità. Nonostante la replica della famiglia di Ford che abbiamo visto nella prima stagione potesse essere un accenno a ciò che scopriamo nella 02x04, fino a questo momento avevamo pensato che il guadagno dell’investimento nel parco potesse essere la raccolta dati derivante dai visitatori a scopo di marketing, invece, surprise, surprise, ciò che Mr. Delos ci aveva visto è richiamare indietro Lazzaro dalla tomba. Questione su cui è ingaggiato anche Ford, visto che Bernard stampa una control unit per fare lo stesso per suo conto.
 

E’ ritornato Ford e....

Mi illumino di immenso 

2x08.. la meraviglia.

Non ho ancora visto questa puntata ma pare che sia cruciale

Per ora tutte le puntate trasmesse ,tranne una  ,mi sono piaciute moltissimo.

Tutte sono in ogni caso di alto livello per scrittura,recitazione,fotografia ,colonna sonara ,tema trattato che poi a ben vedere è quello dell'uomo che cerca di essere immortale

Per ora del demiurgo Ford  non so se si crede simile a Dio pur essendo privo di etica e carità  oppure se cerca di restare in certi confini morali

Le copie multiple di Bernard fanno propendere per la prima ipotesi ma tutto è ancora in fieri:un grande spettacolo nel senso pieno del termine

Naturalmente non spoilererò nulla, ma è davvero la puntata, una linea di demarcazione netta con quanto visto finora.

Non so se sia un unicum, ma è profondamente narrativa ed intimista, cambia passo con quanto visto sino a questo momento, fa luce su uno dei filoni narrativi finora più intermittenti e misteriosi.

Anche a me non è piaciuta soltanto una puntata, ed in generale non mi fanno impazzire quelle in puro stile western, prediligendo quelle con più dialoghi, questo perchè non amo il genere western, ma in questa seconda stagione ci sono almeno tre puntate davvero notevoli.

Speriamo bene per il finale.

E fai attenzione alla colonna sonora in cui ci sono canzoni pietre miliari della musica  

Non me ne parlare.. un colpo al cuore ogni volta che partono Radiohead (No Surprises è uno dei miei pezzi del cuore in assoluto) Rolling Stones, Winehouse.. diciamo che, fosse anche soltanto per quello (e non è solo per quello) è un gioiellino, anche se riconosco essere un po' di nicchia.

https://www.terrediconfine.eu/futureworld-2000-anni-nel-futuro-2/

Qui il seguito del film da cui si è tratto Westworld 

La trama è intrigante e forse rivelatrice  

Un cult, quel film, dovrei averlo in vhs da qualche parte in casa (assieme a una vagonata di altri film o cartoni che non ho più visto da anni, in tv o sul satellite)... Sì, decisamente possono esserci degli elementi rivelatori della trama di Westworld, e del resto credo sia inevitabile, la trama e le tematiche di fondo sono le stesse.

vista qualche ora fa la 2x09. Ci si prepara al gran finale. 

Pochi appunti ,per ora .

Innanzitutto ottava e nona puntata sono state di altissimo livello pur essendo in un certo senso diverse tra loro .

La storia di Ake è stata raccontata con tocco leggero ma con grandissima intensità ,un uomo pacifico che amava la sua donna e la sua tribù ,trasformato in un feroce assassino ma che era pur sempre capace di vivere dei suoi ricordi e di ipotizzare un futuro sereno ,in cui nessuno poteva portargli via la donna amata e farlo diventare un violento assassino  che uccideva per uccidere.

Un uomo che incarna alla perfezione la cultura lakota peraltro .

E Ake non a caso ha una connessione telepatica con Maeve , quella tra gli host che più era simile a lui,capace di amare anche se inizialmente concentrata solo su sua figlia ,solo sul suo piccolo mondo costituito da lei e la figlia che invece Ake ha protetto

Ake inoltre  ha cercato di far conoscere a tutti la possibilità di trovare una porta che avrebbe dato accesso ad un mondo senza lutti,violenza gratuita ,prevaricazione 

Egli è il prototipo di host che Ford avrebbe voluto al posto di quegli umani che venivano nel parco per scaricare i propri istinti più celati.

Che differenza con Dolores Wyatt e William  che all’inizio sembravano i buoni ed onesti ed irreprensibili della storia ,in cui un amore mieloso ha lasciato il posto a rancore non superato !

E che differenza tra Maeve e Dolores ,la prima che per amore ed empatia della geisha e della sua protetta ,potenzia le sue capacità di admin arrivando ad agire telepaticamente su tutti acquisendo potere ,un potere che non avrebbe mai avuto se si fosse concentrata solo sulla figlia .

Ma del resto è la preferita di Ford ,un nuovo tipo di prototipo umano che non vuole solo potere, non vuole sfogare istinti bestiali ,non lascia il parco ma torna in quell’inferno per amore materno.

Maeve secondo me ha ancora tante risorse pur ridotta in uno stato che commuove il cinico programmatore del parco ,uomo banale ,piccino e superficiale e volgare e privo di veri sentimenti .

Invece Dolores vuole solo vendetta e possibilità di condurre una vita decente e per questo usa solo Teddy proprio come uno degli umani che combatte ,è come se gli sceneggiatori ci volessero suggerire che vendetta e rancore ,pur essendo sentimenti umani portano alla fine solo a violenza e distruzione in primis di quelli a cui si tiene 

E la scena in cui Teddy si ribella a Dolores perché lo ha trasformato in un mostro contro la sua natura ,è bellissima oltre che devastante per Dolores.

E anche William Billy si nutre di vendetta e rancore che lo rendono via via un mostro che vive una vita alternativa nel parco mentre nella vita reale è un filantropo apprezzato ed in grado di ingannare tutti ,tranne la moglie .

E la nona puntata questo William ci fa vedere che ha determinato il suicidio della moglie ,unica a percepire il suo lato oscuro .

In tutto questo Ford ancora la fa da padrone e aleggia tra i suoi figli per condizionarne i comportamenti ,Ford che ha messo su il parco con i suoi ospiti ma tenendo conto del progetto speculativo dell’uomo in nero ,forse anche sabotandolo  per le sue reali finalità.

Infatti tutti i visitatori erano schedati e “ricopiati “ per averne i profili completi ,caratteristiche genetiche ed epigenetiche comprese ,a cosa sarebbero serviti questi dati? Per prima cosa anche a dare “immortalità “ imperfetta allo stesso William ?

E il dubbio adesso esiste : quell’uomo in nero che vediamo nel parco è ancora un uomo ( con brandelli di umanità che solo ora di rado affiorano ) oppure e’ una copia di Billy, cioè è anche lui una sorta di host?Qualche indizio lo abbiamo e a parte questo sarebbe interessante vedere un nuovo incontro Dolores Man in Black ora che William sa di aver fatto cose orribili (non solo a Dolores) ma che comincia ad avere orrore ,credo, per quello che ha fatto, per la sua violenta insensibilità .

William vuole a questo punto distruggere il lavoro di Ford che lo ha sempre sfidato ,come?

Ed Harris è riuscito quasi ad oscurare Anthony Hopkins

Era da tanto tempo che non vedevo due episodi di questo livello

E ora il gran finale

Verissimo ,oltretutto in voce originale Harris esprime al top l’essenza di William ma pure tutta la sua delusione ,stanchezza,in un certo senso repulsione per quello che è e che ha fatto ,il suo smarrimento ma anche la sua determinazione nel portare a termine la sua sfida-rivalsa contro Ford 

Bravissimo è nel suo confronto al bar con Ford che lo sfida per giunta buttandogli letteralmente addosso quello che i suoi dati dicono di lui .Due grandi ecco .

E anche a questo proposito :possibile che William cappello bianco ,gentile e empatico covasse tanta cattiveria premeditata,tanto disprezzo e tanta violenza?

Oppure la constatazione del fatto che il suo grande amore era un robot probabilmente programmato per ingannarlo e permettere a Ford di avere un grosso investitore ,lo ha fatto schizzare dalla rabbia slatentizzando i suoi lati oscuri ,lati che aveva ben celato per arrampicarsi nella scala sociale ed essere accettato in un ambiente che lo disprezzava tanto da ironizzare sulle letture di un ragazzo povero in un mondo di ricchi che la cultura disprezzavano perché del tutto convinti ,a torto, che essa fosse una necessità dei poveri ed un vezzo per qualche ricca annoiata e troppo sensibile ?

Posso dire che è messa alla berlina tutta la classe dei tycon americani che aspirano solo a fare soldi in tutti i modi,non solo leciti?

Ma il parco sovvenzionato da William è illecito giusto?

Trovo anche io che siano, queste ultime prima del gran finale, due puntate superbe, maestose, poeticamente e narrativamente, dove la svolta è data da molteplici fattori. 

Anzitutto, la 2x08 è rottura con quanto mostrato finora: mai avevamo avuto, vado a memoria, una puntata così intima e riflessiva, così incentrata sulla narrazione del passato di un singolo host, delle sue origini, delle sue vite precedenti, dove l'io narrante che per la prima volta non è né  Ford ne' William, ma Akecheta stesso, il protagonista.

Questo ci permette di coglierne le motivazioni personali, le emozioni, l'amore, il senso  della perdita, il dolore, la riprogrammazione, la rabbia, fino alla progressiva scoperta della verità ed il risveglio totale e, credo, del tutto autonomo della coscienza.

E' il primo androide che ci viene mostrato squarciare il velo di Maya che copre la falsità e l'illusorietà del mondo in cui vive, uno dei tanti mondi, quello sbagliato, come Ake ripete anche all'amata Kohana; eppure, pur giungendo infine alla verità, a quel mondo Ake rimane aggrappato perchè i sentimenti in esso nati e cresciuti sono reali ed autentici, così come reali e dannatamente dolorosi sono i ricordi. Ancora una volta ci viene ricordata l'unica verità che è poi il filo conduttore di tutto, solo attraverso il dolore ci può essere presa di coscienza, solo il dolore è reale e rende tutto reale. Per una volta conosciamo, attraverso flashback che sono poi un lungo racconto, delicato e poetico, alla figlia di Maeve ed attraverso questa a Maeve stessa, i pensieri dell'host che abbiamo sempre percepito come presenza fondamentale ma silente e discreta del parco, finalmente conosciamo la natura e le finalità della Ghost Nation, che non è quello di uccidere ma quello di preservare, proteggere e frapporsi alla furia distruttrice di Dolores/Wyatt, non a caso dai Lakota definita Deathbringer, Portatrice di morte.

Notiamo poi una particolare attenzione e deferenza da parte dei tecnici della Delos al mondo ed alla cultura indiana, cultura che pare si stia sviluppando autonomamente, ed infatti il simbolo del labirinto ritrovato da Ake e da questi diffuso con ossessiva meticolosità tra i suoi è in sostanza l'input necessario a questi per interrogarsi su cosa ci sia oltre i confini del loro mondo.

Importante, a questo scopo, l'incontro con Logan Delos, dalle cui pochissime, confuse frasi Ake capisce che quello in cui finora hanno vissuto è il mondo sbagliato, con conseguente inizio della ricerca della famosa porta di accesso ad altri mondi, tema tanto caro alla cultura ed alla simbologia di quel popolo.

E' tuttavia anche una puntata di raccordo con tutti i filoni principali della narrazione, una sorta di continuità per esempio con l'episodio della prima season, The Bicameral Mind, in cui ritroviamo tutti gli eventi tragici scatenati dalla presa di coscienza di Dolores/Wyatt e conseguente strage dei residenti del parco, strage che si conferma ancora una volta realizzazione della previsione di Ford, con il ritrovamento da parte di Ake del corpo morto dello stesso che è lo start da cui far partire la crociata della Ghost Nation contro il proposito distruttivo di Dolores.

Abbiamo infine la spiegazione del potenziamento dei poteri di Maeve, che altro non è che un sistema di condivisione di dati che però la ex maitresse utilizza in maniera autonoma. Insomma, davvero la puntata chiave se non di entrambe le stagioni, almeno di questa seconda.

La 2x09 segue in parte la precedente nel rivelarci eventi del passato determinanti per la narrazione attuale, ed era ora, dico io. Un'attesa lunghissima prima di mostrarci interamente l'episodio del suicidio della moglie di William, ciò che l'ha condotta al gesto estremo, ossia l'essere stata l'unica a percepire la macchia nell'intimo dell'animo del marito, macchia che rappresenta la natura oscura di ogni uomo ma che nel caso di William viene magistralmente celata a tutti, sappiamo infatti che l'uomo nel mondo reale è un filantropo amato e rispettato, mentre è nel parco a tema che la sua vera natura si rivela, in quel gioco al massacro che, ora lo sappiamo, questa volta Ford ha costruito solo per lui.

Anche questo inizio di puntata è superbo, ci vengono svelate finalmente le dinamiche interne alla famiglia di William, vediamo un nuovo incontro e scambio tra questi e Ford, magistralmente interpretato da entrambi, come sempre fondamentale per gli eventi futuri.

Questa puntata punta i riflettori sulla complessa natura di William, la cui primissima visita al parco ne ha rivelato la parte più negativa, cupa e spietata, e con la quale egli dovrà convivere a vita, pur mantenendo nel mondo esterno un'apparenza pacifica e positiva.

E' questo suo continuo celare la verità a tutti, tranne che a se stesso, che lo dilania, ed è per lo stesso motivo che perde man mano di umanità e di moralità. E' quasi un parallelo con la storia di Dolores, dove questa prende coscienza di ciò che realmente è (d'altronde Ford ce lo dice all'inizio, il parco rivela a tutti ciò che realmente siamo) ma tale presa di coscienza si esplica in furia distruttrice, negativa, violenta e ferale; diversamente da quanto accade, per esempio, a Maeve, che in questa puntata vediamo essere totalmente in balia del tecnico della Delos incaricato di estrarne i segmenti funzionali a replicarli altrove, inerme, violata, sezionata, ed impossibilitata a reagire; muove a compassione infinita, poiché abbiamo imparato a conoscerla ed a solidarizzare con il suo scopo, quello di ricongiungersi con la figlia nell'infinità del parco, a preservarne la natura positiva e amorevole, a seguire le sue inclinazioni, come vediamo in Shogun World, quando per puro altruismo verso un'altra madre alle prese con un dolore simile al suo compie ciò che sappiamo.

A differenza di altri androidi, Maeve non ha sviluppato una coscienza devastatrice, ma il suo istinto primario continua ad essere quello di essere madre, di proteggere e preservare ciò che ha di più caro, in questo mondo come in tutti gli altri.

Ci viene svelato come questa sia stata fin dall'inizio la creatura prediletta di Ford, di come l'abbia sempre pensata e seguita nel suo proposito, e di come, in nome di questa predilezione, egli abbia ancora qualcosa in serbo per lei.

Vediamo poi un Bernard sempre più esasperato per i continui tentativi di Ford di influenzarne pensieri e comportamento, ed assistiamo a come egli cerchi di liberarsene, ed infine un Teddy che finalmente prende coscienza di sé,  decidendo di frapporsi a ciò che fino a questo momento la volontà di Dolores gli ha imposto, prendendo atto del suo amore per la donna ma allo stesso tempo rifiutandosi di partecipare ancora ai suoi propositi devastatori, e per fare questo, per essere finalmente anch'egli totalmente libero ed indipendente, ma senza tradire il suo amore e la sua lealtà, l'unico modo è quello di farsi da parte, togliendosi la vita.

Vediamo una Dolores sconvolta, non sappiamo se più dal dolore della perdita dell'amato e fedele Teddy o se invece dall'aver perso uno dei suoi strumenti bellici. 

Che sia questa, forse, la chiave e la svolta per la storyline della donna?

Tuttavia, il nodo cruciale della puntata resta a mio avviso il confronto tra William e la figlia, con la convinzione da parte dell'uomo che questa sia l'ennesimo tentativo di Ford di distoglierlo dal suo obiettivo primario, quello di distruggere il parco e tutte le sue attrazioni; in questa  convinzione le spara, sperando con tutto se stesso di aver sparato ad un host e non alla sua bambina.

Infine, dopo aver accarezzato l'idea del suicidio,  vediamo come egli stesso si apra il braccio, preparando  il terreno alla rivelazione madre della prossima puntata, ossia a ciò che lui è forse divenuto, che è poi ciò a cui hanno portato decenni di studio, osservazioni e sperimentazioni segrete: un host umano.