Entra Registrati
ADWD - Progetto Rilettura ASOIAF
A di Albert Stark
creato il 25 marzo 2015

E
Erodiade Di Asshai
Confratello
Utente
181 messaggi
Erodiade Di Asshai
Confratello

E

Utente
181 messaggi
Inviato il 30 marzo 2017 0:07

Prologo

 

ASOIAF si apre in puro stile dark fantasy con questo prologo, l'horror che si mischia all'azione sullo sfondo simil-medievale, una vaga traccia di giallo per gradire. Penso sia l'unico prologo dei romanzi ad essere davvero autoconclusivo, pur contenendo alcuni tasselli fondamentali sui WW e un'infarinatura del mondo di zio Martin.

 

È tutto un capovolgimento: Gared snobba ser Waymar, ma è proprio ser Waymar ad affrontare il WW passando da ragazzo a uomo mentre Gared, che pure è un veterano e sul quale avremmo puntato tutto, si fa prendere dal terrore. Will sa che dovrebbe avvertire della presenza dei WW, ma è troppo impaurito per gridare. Ecco che quello che uno si aspetta all'inizio, quando pensa di aver inquadrato i personaggi, non si verifica, e si capisce subito che non saranno libri da leggere con una mentalità buono/cattivo: qui c'è il dubbio, qui c'è la paura di fronte alla quale anche il più coraggioso degli uomini può ritrovarsi a scappare. Nulla di questo indica che ci sia una scelta giusta e una sbagliata: è chiaro come la fuga di Gared sia comprensibile e dettata da un istinto più forte del dovere, soprattutto considerando che la sua lealtà ai GdN era tale da sottostare volontariamente agli ordini di un uomo con la metà dei suoi anni che considerava un pallone gonfiato, e Will, nel suo silenzio, si sente in colpa. Ser Waymar rimane, ma è cresciuto alla Valle ed è un cavaliere: di sicuro è un aspetto che lo influenza. Si tratta del modo stesso in cui Martin è solito gestire i suoi personaggi, una parabola in piccolo della strada che i principali affronteranno in futuro.

 

Comunque neppure io ricordavo che gli Estranei ridessero. Li abbiamo sentiti ridere e parlare, addirittura schernire in qualche altra occasione, che non rammento?

 

Bran I

 

Un'altra cosa che non ricordavo l'abbiamo qui: il fatto che Robb sapesse chi era Mance, ma dai, nonostante ricordassi che gli Stark fossero gli unici a considerare l'eventualità del pericolo che rappresentano i bruti. Da notare anche come i giovani Stark non reputino sciocchezze le storie sugli Estranei com'è solito per gli adulti e per gli uomini del Sud, eppure Robb non ha sette anni come Bran e per il resto a Westeros può considerarsi già un uomo...

 

Questo pov mi è prezioso perché è tra i pochissimi che abbiamo per assistere alle interazioni degli Stark ancora uniti e per vedere dall'esterno Jon e Robb (quest'ultimo da un pov che non sia quello di sua madre). Come avete detto su Jon si caratterizza subito come attento osservatore, un po' chiuso, cupo, mentre Robb appare subito espansivo e pronto a pensare il meglio degli altri. Noto anche un pizzico di competizione tra fratelli, di quella buona intendo. È Jon a trovare il cavillo adatto per permettere ai metalupi di salvarsi, e col senno di poi il modo in cui Ned lo studia quando si autoesclude dall'elenco degli Stark ha tutto un altro senso.

Ah, e poi c'è Theon, che riesce a rendersi odioso soprattutto quando non intende esserlo!

 

P.S.: la nostalgia a leggere di corni di unicorno infilzati nella metalupa morta... Altieri, mi sei mancato <3

 

Catelyn I

 

Capitolo che si fa sicuramente leggere ma che serve più che altro da spiegone introduttivo, è anche molto corto: vi è presentato il rapporto Ned-Cat, si fa cenno alla minaccia dei bruti che avrebbe potuto costringere Ned a scendere in campo contro Mance se non fosse stato coinvolto a King's Landing, ma soprattutto si fa riferimento alla morte di Jon Arryn, al passato di Ned e Robert come suoi protetti e ad Aerys.

Catelyn mi appare più superstiziosa di quanto la ricordassi, con i suoi timori sui WW e il suo disagio nel Godswood.

L'ostilità di Ned per i Lannister ha un altro sapore quando si pensa al fatto che l'unica vera mossa di Tywin dalla parte di Robert sia stata ordinare l'omicidio dei figli di Elia e la si associa alla vera identità di Jon.

Mi fa anche un po' tenerezza vedere Ned così in fermento per l'arrivo del re: nonostante il fastidio e il nervoso di dover accogliere la famiglia della regina è entusiasta all'idea di rivedere il suo amico.

 

Dany I

 

Quando Daenerys aveva ancora il diminutivo anziché il nome scritto per esteso, a sinonimo della sua crescita e della sua regalità come erede Targaryen...

 

Incredibile quanto la Dany degli inizi abbia pensieri simili alla Dany della 'crisi' di ADWD: lì, nel periodo in cui più risente del peso delle sue scelte politiche e della confusione, del sangue che ne conseguono, tornano insistentemente i ricordi di Braavos e della porta rossa, una nostalgia del passato, il desiderio di essere libera dal suo cognome e piuttosto povera e vestita di stracci.

 

In questo suo primo pov è una ragazzina, quasi una bambina, osserva e tace ma si dimostra molto perspicace nel cogliere la somiglianza tra la sua condizione e quella di una schiava, nel notare i modi adulatori e falsi di Illyrio verso suo fratello, ha anche una certa cautela nel coltivare i suoi sospetti verso il magistro, che d'altronde vuole solo usarla per scatenare una guerra a Westeros.

 

Viserys sì, si fa affabulare, è facilmente manipolabile attraverso gli elogi, e molto deriva dalla sua ossessione per la riconquista dell'Iron Throne – anzi, dall'ossessione per una rivincita che lo ripaghi delle umiliazioni che hanno ferito il suo ego narcisista, per lui è una cosa personale, tanto che viene convinto a vendere sua sorella per avere un esercito... e ad esserne geloso, anche, essendo la sua 'unica sposa possibile': tutte le critiche fisiche che muove a Dany sono degne di un passivo-aggressivo che desidera qualcosa che non può avere, così come le minacce sono da vedere sia in quest'ottica che in quella egoistica di un affetto per la sorella che considera una sua proprietà, quasi una sua estensione, e verso la quale prova un malcelato rancore (ha dovuto prendersene cura quando lei era bambina e incapace di gestirsi da sola, è considerata da lui la causa della morte della madre e insomma, è tutta una serie di circostanze che Viserys non regge, Dany è praticamente il suo sacco da boxe sempre disponibile da usare come antistress). Poi è davvero tanto insicuro, il modo in cui cerca conferma in Illyrio stona con l'alta considerazione che ha di se stesso, ma è completamente adeguato al suo profilo.

 

Eddard I

 

Un altro capitolo in cui si rispolverano gli altarini del passato.

Ned deve avere una specie di complesso nei confronti del fratello. 'Il vero erede degli Stark, il primogenito, l'uomo nato per regnare'. Si vede che non era stato cresciuto con la mentalità da lord di Winterfell e che al bastone del comando si è adeguato senza desiderarlo. (E Rickard, che fine grama. 'Nella sua esistenza, però, tutte le spade l'avevano tradito').

Poi, vero che Robert ha come politica interna quella di accontentare i Lannister (il motivo principale sospetto sia per non avere discussioni con quella vipera di Cersei XD), ma in sé volere Ned come Hand of the King era una buona idea, probabilmente la migliore se avesse funzionato. Sempre parlando di Robert, è un po' inquietante il modo in cui idealizza Lyanna senza averla mai conosciuta (sono pronta a scommettere che un loro eventuale matrimonio non sarebbe stato granché meglio di quello con Cersei) e ben più inquietante è l'odio-ossessione per Rhaegar, che dopo tutti questi anni immagina ancora di uccidere nel sonno... Ned, Ned, hai fatto proprio bene a startene zitto, e come darti torto?

 

EDIT: Mi è piaciuta tanto l'analisi di Silk riguardo a Robert che vive come nel passato, è proprio vero, perché d'altronde il suo presente non gli piace, non è diventato l'uomo che avrebbe voluto.

 

Poi uh, certo, si accenna a Lysa che porta via Robin prima che possa andare a Casterly Rock come protetto e ostaggio dei Lannister (e col senno di poi, boh, almeno nessuno lo starebbe avvelenando), nonostante Jon Arryn volesse mandarlo a Dragonstone con Stannis. Ricordo che questi dettagli causano un sacco di confusione a Catelyn e che sono sfruttati da Lysa e da Baelish per rafforzare l'idea dei Lannister come colpevoli della morte di Jon Arryn stesso.

 

'I morti lo stavano osservando. I morti lo stavano ascoltando.' Ecco che compare il tema ricorrente degli spiriti degli antenati quando si parla delle cripte di Winterfell. A leggere il finale di questo pov si ha la sensazione di un soffio gelido, pare un po' l'inizio della fine, come un brutto presentimento.

 

P.S.: quando si dice che Ned è quello serioso ci si dimentica del suo umorismo pacato e un po' burbero. 'Probabilmente sono troppo timidi per farsi vedere' e 'Ma per il piacere della mia compagnia'. È abbastanza adorabile, ridatemelo. E 'Devo dirlo a mia moglie', perché si sa che le decisioni le prende Catelyn.

 

P.P.S.: invece qui Ned ha ancora il nome per esteso a inizio capitolo, se non sbaglio poi si accorcia.

 

 

La prossima volta sarò più organizzata, devo cercare di scriverli appena dopo averli letti ma sono sempre incasinata in giro. Ora mi leggo meglio la discussione che finora ho giusto sbirciato.

Modificato il 05 July 2024 17:07

You may dress an ironman in silks and velvets, teach him to read and write and give him books, instruct him in chivalry and courtesy and the mysteries of the Faith, but when you look into his eyes, the Sea will still be there, cold and grey and cruel.

Sansa - Jaime - Theon
Sacra Triade del C.A.P.C.E.I.C.E. (Comitato Ammiratori Personaggi Complessi Ed In Continua Evoluzione)
C.P.J.L. : Comitato Pro Jaime Lannister
C.S.R.C.T.S. (Comitato per il Sostegno e la Riabilitazione di Catelyn Tully Stark)
G.M.S.S.: "Giù le mani da Sansa Stark", per la difesa della giovane lupa
G.M.A.S.: "Giù le mani da Arya Stark", per la difesa della giovane lupa
C.P.S.B - Comitato Pro-Stannis Baratheon
F.F.C. - Folletto Fan Club
TEAM DILF: I know no DILF but the DILF in the North, whose name is ROOSE BOLTON
BOLTON POWER: The North Dismembers
Thramsay and Proud
3
J
JonSnow;
Confratello
Utente
3334 messaggi
JonSnow;
Confratello

J

Utente
3334 messaggi
Inviato il 30 marzo 2017 19:50

Prologo:

Il nucleo di ASOIAF, pur essendo un nucleo freddo e tutt'altro che incandescente. Inutile sottolineare quanto centrale possa essere l'atmosfera e come, nonostante la concentrazione sia indirizzata verso tale aspetto, appaiano i primi segni di comportamento umano più realistici e abbietti possibili. L'egoismo della paura, la noncuranza per il prossimo, la contraddizione grigia, con quest'ultima che si ritroverà ad essere una costante di ogni cervello (pur fittizio che sia) e lingua pensante di ASOIAF. E' incredibile quanto il prologo richieda di concentrarsi sul mero fantasy e sulle sensazioni che esso possa trasmettere, per poi riuscire nell'impresa di riscoprisi dimenticabile in favore di questioni ancor più umane e, dunque, irrilevanti come può esserlo la politica. Rileggendolo ho riscoperto l'ironica sensazione di trovarmi dal punto di vista degli Estranei stessi più che di Will, Gared o Royce. Si ha la percezione di essere lì, in stallo, ad udirli battibbeccare, proprio alle loro spalle, tra il freddo e la tenebra.

Bran I:

Questo è in assoluto uno dei miei capitoli preferiti, perlomeno degli iniziali. E' travolgente e degna di nota, a mio avviso, l'abilità del character di Bran nelle vesti di narratore. Pur non essendo mai stato attratto dalla sua personalità e dal suo ruolo di singolo, gli ho sempre riconosciuto una certa obiettività visiva. La capacità unica dell'obiettività, di essere quasi esente dalle influenze, pur non smarcandosi dal giudizio dei Pov a venire. Emerge poi in principio la figura dell'Eddard Stark Lord e di quanto egli si esuli da ogni mania di grandezza o attrazione verso il potere. L'Eddard freddo e assurto al dovere, quello quasi enigmatico, la parte maggiormente forgiata da traumi passati. Ed è anche da sottolineare il fatto che nonostante ci ritroveremo poi nella sua mente, o testimoni dei suoi più grandi atti di amore e benevolenza, la figura precedentemente menzionata non è intaccata. La solennità, nient'altro che impassibile solennità davanti alla quale provare soggezione, ecco. Inoltre questo capitolo, almeno nella mia visione delle cose, getta i semi più di ogni altro per ciò che riguarderà Theon e Jon, poiché ancora una volta Robb sembra di passaggio. E' un semi-Tully, poi come il padre è sobrio e cerca una certa compostezza, ma narrativamente non catalizza. Si scorge invece l'immaturità di Theon, se tale si può definire, visto che è quasi una componente della sua personalità iniziale, la ricerca assoluta di una rilevanza, di gesti da eseguire che lo nobilitassero, il farsi trovare pronto, lo scherno, il sorriso stolido e facile, una nient'altro che apparente frivolezza, la facilità di giudizio. Dall'altro lato invece si può dire che il cap sia a tratti Jon-centrico. Le parti migliori di quest'ultimo non potevano essere presentate meglio. Oserei dire che è anche il soggetto che risalta maggiormente nella narrazione. Si cerca infatti di porre l'accento sulla sua capacità di osservazione a riguardo di eventi o esseri umani (emblematico è quando corregge Robb a riguardo della paura del disertore), sulla sua intelligenza naturale, sullo strato cupo, malinconico che lo accompagna e su quanto egli sia in parte vecchio dentro. Il confronto con il padre a riguardo dei metalupi non mi colpisce per abilità oratoria, quanto per il fatto che sembra invece diventare solo per un tratto un pari di Ned. C'è poi il legame con Ghost, che durante la saga si ritroverà ad essere rinomato per la capacità singolare di non emettere quasi alcun suono, marcato dal fatto che solo Jon si accorga di lui. Assonanza ancor più emblematica il paragrafo di Bran che ho in firma. Ghost è l'unico della cucciolata con gli occhi aperti, a simboleggiare che Jon sia più avanti moralmente e mentalmente rispetto ai suoi fratellastri. Troveremo un ''sinonimo'' di quest'aspetto nella frase futura: ''I bastardi crescono più in fretta''. Il battibecco finale con Theon è poi la ciliegina su un ottimo scritto. In poche parole qui c'è tutto Jon Snow.

Emotivamente il passaggio migliore è per me la domanda di Ned ''E tu Jon? Tu non lo vuoi un cucciolo?'' che lascia percepire tutto l'amore e il rammarico che egli possa provare nei confronti di Jon e quanto, effettivamente, possa pesare anche ad egli la sua esclusione. D'altro canto è quasi compassionevole accorgersi che Jon sia in quest'occasione del tutto passivo e rassegnato alla sua condizione.

Catelyn I:

Non ho mai trovato Catelyn pesante, salvo in alcune occasioni riguardo Robb. E' sicuramente tra i Pov femminili migliori nella saga. Un Pov di ricapitolazione ed emotività. Non ci si può esulare dal senso di pace che pervade la scena con Ned, connessa all'abitudine di quest'ultimo in seguito all'esecuzione di un uomo. Non vi trovo malinconia, ma piacevole nostalgia, residuo di giovinezza, realizzazione. Amore nell'accezione più diretta, rispetto reciproco, confidenza. Molto interessante anche l'aura di presentimento che ha da sempre accompagnato i due, in particolare Cat. Forse il pg ''umano'' che somatizza maggiormente con essi. E poi infine in Ned c'è l'ingenuità della persona perbene.

Daenerys I:

Tutta l'umanità possibile, in entrambi. Probabilmente è dove la mano di Martin ha calcato di più, almeno all'inizio. Si percepisce tutto lo sforzo possibile per presentare Daenerys nella maniera più genuina e naturale possibile, con il tentativo di esporla in tutte le sue insicurezze e debolezze, mantenendo al contempo la sua centralità e importanza. Una Daenerys che non definirei ingenua, ma effettivamente ancora pura e lontana da sfoghi di sicumera e rivendicazioni. Ne consegue quindi che emerge la figura di una Dany dal cuore ancora puro, la cui introspettiva è un'interlocutrice con cui è facile e a tratti piacevole dialogare, ritrovandosi ad essere più sopportabile. Una ragazzina che ha rifiutato di annegare in continue sofferenze ed è protagonista di dozzine di fughe dell'ultimo minuto, di giacigli di fortuna e memore perenne di un cuore che batte a mille. Non debole, forse inizialmente fragile, ma assolutamente capace di fare i conti con sé stessa e ragionare con cognizione a riguardo di ciò che le accade. Una sofferenza che non ne ha sbiadito il raziocinio, ma che anzi, ne incrementa la lucidità. Come già detto, è una Dany che rivedremo poi solo in ADWD, dopo aver fatto i conti con folle adoranti e con fattori che per larghi tratti ne avevano asfissiato l'umanità in favore di qualcosa di divino. Mi è poi di facile empatia quando giudica e soprattutto compatisce il fratello.

Viserys... che dire? C'è sempre un piccolo spazio di cuore per Viserys, forse anche grazie alla bravura di Harry Lloyd. Nulla cambia il fatto che resti un idiota, un violento e assolutamente bacato, ma a differenza di altri soggetti distorti come un Joffrey non vi vedo il lascito dell'immaturità, del vizio o del divertimento. Vedo solo una follia esplosiva partorita da una sofferenza eterna e dall'abbandono a sé stesso, dal peso di dover sopravvivere e lasciar sopravvivere con lui anche la sorella, tutta l'umanità estintasi poi per via del rancore, dell'odio e della sete di vendetta che ne hanno eroso ogni piccola particella. Vedo una persona essenzialmente debole e svuotata che sopravvive solo di bile, tremendamente insicura e verso cui non poter provare altro se non la stessa pena e compassione che Daenerys prova per lui, soprattutto alla luce del fatto che non si rende minimamente conto di quanto gli altri lo scherniscano o non lo ritengano idoneo.

Eddard I:

Robert Baratheon non mi ha mai fatto provare un briciolo di simpatia, tantomeno sono stato investito dalla sua abilità di suscitare risa e allegria. Verso di lui, onestamente, non provo altro che un sincero disgusto e rileggere queste righe ha sollecitato nuovamente questa sensazione. Becero, rozzo, codardo, irrispettoso, rassegnato a sé stesso, con ben poco da dire nel tempo corrente. Ogni suo gesto è quasi un delitto nei confronti della decenza. Non è casuale se poi si scopre che l'unico Baratheon degno di sostegno e su cui spendere le proprie energie mentali sia Stannis. E' comunque encomiabile come Ned sappia gestire l'inadeguatezza del suo vecchio amico con assoluta dignità, non sottraendosi dal sentimento di sincera amicizia che tuttora prova nei suoi confronti. La figura di Ned poi svela i suoi traumi, la parte più fragile, il fatto di essersi ritrovato catapultato in una vita costruita per il fratello maggiore ecc. Le parti centrali riguardano ovviamente la R+L=J e la nomina a Primo Cavaliere del Re. Essendo i primi scritti di Martin relativi ad ASOIAF, è palese che siano le parti con più indizi, verità celate e giochi controversi. Rileggerli adesso fa apparire determinate cose ancor più chiare. Tutt'oggi quei ''They'' che trovarono Ned insieme ad Howland Reed stimolano la mia mente e la incuriosiscono. Sottolineerei poi una nota ironica, chissà se voluta o meno, relativa all'affermazione di Robert a riguardo delle persone del Nord nascoste alla sua venuta, dove afferma ''Secondo me si sono nascoste sotto la neve''. Ed in effetti sappiamo benissimo chi, proprio lì, sia a lui nascosto under the ''Snow''.

Modificato il 05 July 2024 17:07

I1er4og.png

« I did what I thought was right. » Jon Snow

« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister

« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learnWinterfell is Our Home, we have to fight for it.  » - Sansa Stark 

« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark

« good act does not wash out the bad, norbad act the good. » - Stannis Baratheon

Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.

u1Rxfyo.png

Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.


Euron Gioiagrigia
Confratello
Utente
9055 messaggi
Euron Gioiagrigia
Confratello



Utente
9055 messaggi
Inviato il 01 aprile 2017 14:25

Non sono d'accordo su Robert, che trovo essere un personaggio molto sottovalutato. Martin è molto bravo a esaminare il contrasto tra l'immagine passata di Robert che emerge dai racconti dei vari personaggi (forte, coraggioso, energico, volitivo) e quello presente (rassegnato e volgare), e questo declino personale è molto umano e realistico. Quante persone si rovinano la vita a causa di una passione?

(Fermo restando che comunque Robert non si era reso conto che Lyanna non lo desiderava affatto)

 

Per quanto riguarda il prologo, come dissi a suo tempo, trasmette tutta l'epicità della saga in poche pagine, anzi nella prima riga ("Le tenebre stavano avanzando") che suggerisce non solo una situazione contingente (si stava facendo buio) ma uno stato delle cose quasi metafisico che proprio in TWOW troverà (probabilmente) la sua massima espressione


E
Ellyn Reyne
Confratello
Utente
302 messaggi
Ellyn Reyne
Confratello

E

Utente
302 messaggi
Inviato il 01 aprile 2017 16:28

Seguo in attesa di ACOK :)


A
Aegon il mediocre
Confratello
Utente
1113 messaggi
Aegon il mediocre
Confratello

A

Utente
1113 messaggi
Inviato il 01 aprile 2017 17:13

Quindi adesso come funziona? 4 capitoli a settimana commentabili da domani? Da lunedì?


                   2zexno1.png                       

 

" Sono io la tempesta, mio lord. La prima tempesta e l'ultima "

 

Volevo essere il re del mare, ma all'anagrafe sbagliarono una lettera

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E
Erodiade Di Asshai
Confratello
Utente
181 messaggi
Erodiade Di Asshai
Confratello

E

Utente
181 messaggi
Inviato il 01 aprile 2017 19:27

Direi che da lunedì si possono commentare gli altri quattro, Jon, Catelyn, Arya e Bran.

 

 

 

Non sono d'accordo su Robert, che trovo essere un personaggio molto sottovalutato. Martin è molto bravo a esaminare il contrasto tra l'immagine passata di Robert che emerge dai racconti dei vari personaggi (forte, coraggioso, energico, volitivo) e quello presente (rassegnato e volgare), e questo declino personale è molto umano e realistico. Quante persone si rovinano la vita a causa di una passione?

(Fermo restando che comunque Robert non si era reso conto che Lyanna non lo desiderava affatto)

 

Per quanto riguarda Robert, anche a me piace molto e mi piace moltissimo il rapporto che ha con Ned -- penso che via via coi capitoli avrò modo di parlarne, ma è sotto gli occhi di tutti che si tratti di un'amicizia tragicissima fino alla morte. Loro sì che sono fratelli, altro che Robb e Theon.

 

Non trovo che si sia rovinato per amore in particolare, sai? Non fraintendermi, per lui è stato un trauma e temo abbia influito sulla sua esistenza rendendolo più passivo, alla ricerca di sensazioni forti con cui dimenticare il dolore (e la vergogna per se stesso, ormai), ma secondo me quella per Lyanna è più una scusa. Lyanna era la sposa-premio, mai conosciuta e solo per questo idealizzata come una sorta di donna angelicata, e Rhaegar il nemico, capro espiatorio del suo fallimento; insieme erano due obiettivi (l'uno mancato, l'uno raggiunto ma privo di significato a fronte della morte di Lyanna) dopo i quali Robert avverte che la sua vita manca di scopo.

E sono d'accordo con te: se non si sentisse intrappolato nel suo ruolo di re, se non avesse lo stesso disamore che ha Ned per l'etichetta di corte e per i suoi complotti (sono entrambi uomini pragmatici), oppure se le condizioni in cui si trova fossero diverse, ad esempio se la sua vita fosse un po' quella di Gendry a combattere per la Brotherhood without Banners, ecco che Robert non sarebbe l'uomo che è diventato, non avrebbe bisogno di aggrapparsi ai ricordi degli 'anni validi' con Ned, né di uccidere di continuo un uomo morto nei suoi sogni a simbolo di una vendetta che non gli è servita e di cui si nutre come in un'ossessione.

È simile ad un uomo che fa male il suo lavoro perché non gli piace, ma farebbe bene un lavoro che gli piacesse, non è che sia privo di qualità.

In ogni caso, a me piace prevalentemente perché mi sta simpatico. È comprensibile che possa essere detestato a fronte del suo carattere e della sua mentalità. Ci sono personaggi che a me fanno lo stesso effetto che fa Robert a JonSnow; (non molti, ma ce ne sono).

Modificato il 05 July 2024 17:07

You may dress an ironman in silks and velvets, teach him to read and write and give him books, instruct him in chivalry and courtesy and the mysteries of the Faith, but when you look into his eyes, the Sea will still be there, cold and grey and cruel.

Sansa - Jaime - Theon
Sacra Triade del C.A.P.C.E.I.C.E. (Comitato Ammiratori Personaggi Complessi Ed In Continua Evoluzione)
C.P.J.L. : Comitato Pro Jaime Lannister
C.S.R.C.T.S. (Comitato per il Sostegno e la Riabilitazione di Catelyn Tully Stark)
G.M.S.S.: "Giù le mani da Sansa Stark", per la difesa della giovane lupa
G.M.A.S.: "Giù le mani da Arya Stark", per la difesa della giovane lupa
C.P.S.B - Comitato Pro-Stannis Baratheon
F.F.C. - Folletto Fan Club
TEAM DILF: I know no DILF but the DILF in the North, whose name is ROOSE BOLTON
BOLTON POWER: The North Dismembers
Thramsay and Proud
3
*
***Silk***
Confratello
Utente
1752 messaggi
***Silk***
Confratello

*

Utente
1752 messaggi
Inviato il 02 aprile 2017 13:37

Su Robert sono d'accordo con JonSnow; anche io trovo che sia un personaggio disgustoso, l'emblema della mediocrità, ma allo stesso tempo è anche un personaggio estremamente affascinante dal punto di vista della costruzione letteraria, a tratti anche molto realistico. Lui era bravo a combattere, quando alla vittoria ha dovuto prendere il comando però gli sono mancate le qualità ulteriori per regnare. Vedi l'estrema tolleranza verso i Lannister che lo caratterizza fin dalla presa di KL.


"And now at last it comes. You will give me the Ring freely! In place of the Dark Lord you will set up a Queen. And I shall not be dark, but beautiful and terrible as the Morning and the Night! Fair as the Sea and the Sun and the Snow upon the Mountain! Dreadful as the Storm and the Lightning! Stronger than the foundations of the earth. All shall love me and despair!”

 

She lifted up her hand and from the ring that she wore there issued a great light that illuminated her alone and left all else dark. She stood before Frodo seeming now tall beyond measurement, and beautiful beyond enduring, terrible and worshipful. Then she let her hand fall, and the light faded, and suddenly she laughed again, and lo! she was shrunken: a slender elf-woman, clad in simple white, whose gentle voice was soft and sad.

 

“I pass the test”, she said. “I will diminish, and go into the West and remain Galadriel.”

 

***

 

"A ruler needs a good head and a true heart," she famously told the king. "A cock is not essential. If your Grace truly believes that women lack the wit to rule, plainly you have no further need of me." And thus Queen Alysanne departed King's Landing and flew to Dragonstone on her dragon Silverwing. [...] The queen died of a wasting illness in 100 AC, at the age of four-and-sixty, still insisting that her granddaughter Rhaenys and her children had been unfairly cheated of their rights. "The boy in the belly," the unborn child who had been the subject of so much debate, proved to be a girl when born in 93 AC. Her mother named her Laena. The next year, Rhaenys gave her a brother Laenor. 

 

 

*
***Silk***
Confratello
Utente
1752 messaggi
***Silk***
Confratello

*

Utente
1752 messaggi
Inviato il 04 aprile 2017 5:18

Inzio con Jon I.

Qua vediamo Jon in un'occasione in cui si approfitta positivamente del suo stato di bastardo, seduto lontano dalla famiglia, per poter dar sfogo alla sua voglia di alcol senza supervisione del padre. Ed anche per poter portarsi dietro Ghost.

Nella descrizione dei personaggi che vede sedere al tavolo di onore abbiamo Cersei di cui Jon riconosce la bellezza ma anche la stronzaggine, quello che è rimasto della leggenda di Robert Baratheon, un grasso ubriacone (come nel capitolo precedente c'è una forte contrapposizione tra il giovane Robert e il Robert attuale), che è per Jon una grossa delusione. Per Jon, è Jaimie ad avere l'aspetto di un re. Per quanto l'aspetto non aiuti Tyrion, viene presentato come affascinante agli occhi di Jon e in fondo al pov, considererà anche le qualità di Tyrion "regali".

C'è anche un pizzico d'invidia verso Robb, quando incede con Myrcella alla festa, niente di cattivo neh, ma si vede che è irritato dal suo ruolo e dalla sua spensieratezza. Peggiore l'impressione su Joffrey: A Jon non piace il modo in cui si atteggia, né il modo con cui osserva Winterfell.

Viene di nuovo sottolineato quanto diverso sia ghost dagli altri metalupi: sia perché non fa rumore, sia perché è albino.

Col senno di poi fa un po' impressione quanto teso sia Ned, sommato all'inusualità di non far sedere Jon al tavolo con la famiglia. Su tutto il capitolo aleggiano due fantasmi: Lyanna, in particolare, ma di rimando anche Rhaegar. Ned fa sedere Jon lontano perché chiunque abbia conosciuto Rhaegar non possa notarne la somiglianza. Ma il pensiero e la preoccupazione di Ned sono rivolti maggiormente a Lyanna e alla promessa che gli fece. È quasi buffo vedere come anche il disagio di Cersei sia legato a Lyanna: la donna che anche da morta continua attraverso Robert a minare il suo orgoglio.

È poi apprezzabile anche l'affetto dell'altro zio che arriva addirittura a rivolgersi a Jon chiamandolo figlio.

E ancora, Jon, nella sua arrabbiatura ci ricorda quella di Lyanna a Harrenhal: entrambi bevevano del vino, entrambi si sono offesi per qualcosa detto con leggerezza da Benjen. Il parallelismo va avanti invertito: mentre a Harrenhal Lyanna si commuove sentendo Rhaegar cantare, qua Jon sente la musica dei bardi e piange per la sua condizione dopo, mentre lascia la festa.

 

Di Jon, inoltre, vediamo che si rende ben conto di non poter aspirare ad un grande futuro come si aspetta possano avere i suoi fratelli. Vede nei guardiani della notte l'unica occasione di poter emergere. Nella sua ammirazione verso Daeron Targaryen si capisce che abbia delle aspirazioni per il futuro, e l'unico luogo in cui un bastardo possa sperare di vedere i suoi meriti riconosciuti sono i guardiani della notte, tale è lo stigma della sua condizione nella società di westeros. È talmente toccato dalla questione che reagisce alla leggerezza con cui Benjen gli suggerisce di provare i piaceri della carne facendo qualche bastardo prima di entrare nei gdn. È in questa occasione che scambia le prime parole con Tyrion, l'incontro inizia in maniera brusca ancora con riferimenti espliciti alla condizione di bastardo di Jon, ma vira verso una sorta di coaching da parte di un più navigato Tyrion:

 

Never forget what you are, for surely the world will not. Make it your strength. Then it can never be your weakness. Armor yourself in it, and it will never be used to hurt you.

 

Ed è proprio alla fine di questo capitolo che vediamo l'ombra di Tyrion crescere grazie alla luce tanto da essere paragonata all'altezza propria di un re.

 

È anche in questo capitolo che ci viene presentato il terzo personaggio nato dalla morte: Tyrion.

Modificato il 05 July 2024 17:07

"And now at last it comes. You will give me the Ring freely! In place of the Dark Lord you will set up a Queen. And I shall not be dark, but beautiful and terrible as the Morning and the Night! Fair as the Sea and the Sun and the Snow upon the Mountain! Dreadful as the Storm and the Lightning! Stronger than the foundations of the earth. All shall love me and despair!”

 

She lifted up her hand and from the ring that she wore there issued a great light that illuminated her alone and left all else dark. She stood before Frodo seeming now tall beyond measurement, and beautiful beyond enduring, terrible and worshipful. Then she let her hand fall, and the light faded, and suddenly she laughed again, and lo! she was shrunken: a slender elf-woman, clad in simple white, whose gentle voice was soft and sad.

 

“I pass the test”, she said. “I will diminish, and go into the West and remain Galadriel.”

 

***

 

"A ruler needs a good head and a true heart," she famously told the king. "A cock is not essential. If your Grace truly believes that women lack the wit to rule, plainly you have no further need of me." And thus Queen Alysanne departed King's Landing and flew to Dragonstone on her dragon Silverwing. [...] The queen died of a wasting illness in 100 AC, at the age of four-and-sixty, still insisting that her granddaughter Rhaenys and her children had been unfairly cheated of their rights. "The boy in the belly," the unborn child who had been the subject of so much debate, proved to be a girl when born in 93 AC. Her mother named her Laena. The next year, Rhaenys gave her a brother Laenor. 

 

 

A
AemonTargaryen
Confratello
Utente
513 messaggi
AemonTargaryen
Confratello

A

Utente
513 messaggi
Inviato il 04 aprile 2017 12:53

Jon I. In soli sei capitoli (incluso il prologo) Martin riesce già a delineare in maniera chiara, seppur in grandi linee, il mondo (vastissimo) di ASOIAF, senza confondere il lettore e senza cadere in un fastidioso infodump, e contemporaneamente a caratterizzare davvero bene i suoi personaggi.

Varie considerazioni sul capitolo:

1. A Jon Snow non sfugge nulla. Molto dipende, chiaramente, anche dalla sua condizione sociale che, pur non essendo la peggiore possibile – il contadino di Città dell'Inverno vive molto peggio di lui – non lo ha esentato certamente da grandi sofferenze interiori e, per certi versi, lo ha costretto ad adattarsi. Emblematico questo passaggio introspettivo in terza persona: "[…] Un bastardo era costretto a notare le cose, a intuire le verità che si celavano dietro gli sguardi."

2. Passerella Stark-Baratheon-Lannister. Intanto, colpisce molto, anche in rilettura, "rivedere" gli stendardi del meta-lupo, del cervo incoronato e del leone l'uno accanto all'altro. In seconda battuta, sottolineerei il commento di Jon Snow su due ospiti in particolare: Robert Baratheon e Jaime Lannister. Qui l'osservatore dà, in sostanza, due pareri diametralmente opposti, prendendo come (unico) metro di paragone l'aspetto che un re debba o non debba avere. E pensare che uno dei due, di Re, ne è lo Sterminatore.

3. Confronto Benjen-Jon. Fin dal "sorriso carico di calore" lanciato al nipote al suo ingresso in sala si nota un'attenzione particolare del fratello minore di lord Stark nei confronti di Jon. C'è dell'affetto non indifferente per il nipote, è evidente. Benjen, che pur avrà cenato accanto al Re dei Sette Regni ed al Protettore del Nord, si alza per trascorrere dei momenti con lui.

Il sospetto che possa sapere qualcosa sulle origini di Jon c'è sempre. La curiosità di sapere il perché egli scelse di prendere il nero, anche.

4. Il rapporto Jon-Ghost conquista fin dal primo capitolo di Bran. Qui, Martin, continua a calcare la mano. Ha un impatto emotivo non indifferente il passaggio in cui si descrive la reazione del meta-lupo in un momento di profonda umiliazione per Jon (quando lascia la sala in lacrime): "Spettro gli tenne dietro, e uscì assieme a lui nella notte."

5. Nell'interazione fra Jon e Tyrion va sottolineata senz'altro la citazione da te riportata. Una delle mie preferite.

Sul confronto in sé: quando Jon corregge Tyrion, che usa la parola "fratelli" anziché "fratellastri", sembra quasi inconsciamente consapevole del fatto che del suo status di bastardo dovrà farne un'armatura. La correzione avviene prima che il Lannister gli dia il suo consiglio.

Inoltre, Tyrion sottolinea il fatto che ci siano – come dicevo in precedenza – condizioni peggiori dell'essere bastardo.

6. Jon è ancora abbastanza acerbo, ma molto meno di quanto non lo siano i suoi coetanei. Questo, comunque, traspariva anche da Bran I. Anzi, del fatto di essere più maturo degli altri, si trovano diversi parallelismi con il suo meta-lupo, sia in quel capitolo di Bran e sia in Arya I.

Catelyn II. Qui, Martin, ci mostra il lato più fragile di lord Eddard Stark. Un uomo pieno di dubbi e di paure. Emblematico il modo in cui fa l'amore con Cat ed il suo: «Rifiuterò» non convinto. Sembra che cerchi conforto, sostegno, in sua moglie. Nonostante non avrebbe dovuto essere la sua sposa, Catelyn – in questo capitolo – viene fuori come una figura decisamente importante per lord Stark. Due persone che, pur non essendosi sposate per amore, hanno accettato di affrontare insieme – nel senso più ampio del termine – le gioie ed i dolori della vita. A tratti, i loro dialoghi sembravano quelli fra due amici. Tutto questo, ovviamente, tenendo fuori la questione Jon.

E, a proposito, Jon Snow si trova già a Grande Inverno assieme alla sua balia, all'arrivo di Catelyn.

Vorrei poi sottolineare il fatto che Benjen abbia parlato a maestro Luwin di Jon. Il Maestro viene descritto come un uomo a cui non sfugge non nulla, e si trova nella sede ancestrale degli Stark almeno dall'arrivo di Catelyn (che infatti dice: «Maestro Luwin ha portato alla luce tutti i miei figli.»). Un uomo del quale Ned si fida ciecamente: «[...] la fiducia che ho in te è la medesima che ho nel sangue del mio sangue.» Mi chiedo se anch'egli non sapesse qualcosa sulle origini di Jon Snow.

Arya I. Anche lei deve trovare il suo posto nel mondo, proprio come Jon Snow.

Il siparietto iniziale è decisamente indicativo su diversi aspetti: la sua personalità, il rapporto con Sansa, il suo modo di vedere Jon. In poche righe, dal confronto impietoso tra il suo ricamo e quello di Sansa al «A ferrare un cavallo», Martin riesce a darci un'idea chiara, ben delineata, del personaggio di Arya.

Interessante come Ghost sia già (nettamente) più grosso dei suoi fratelli.

Bello il confronto aspro fra Clegane e ser Rodrik.

Bran II. Apertura con i sogni carichi di aspettative di un bambino. La realtà, di lì a poco, prenderà una piega ben diversa.

Curioso che scelga di evitare proprio l'albero del cuore, di cui ha sempre avuto paura.

Straordinario il suo meta-lupo, per ora senza nome. Sembra avvertirlo, nel momento in cui Bran comincia ad arrampicarsi.

Magnifica, la descrizione di Winterfell.

Bella la complicità fra Ned ed il figlio, nel momento in cui si rende conto che cercare di farlo desistere dalle sue scalate sarebbe stato inutile.

La dice lunga, questa frase di Jaime Lannister parlando di Ditocorto: «Datemi mille nemici onorevoli piuttosto che un solo nemico ambizioso, e dormirò sonni più tranquilli.»

Con il senno di poi, i riferimenti ironici all'onore da parte dello Sterminatore di Re hanno tutto un altro sapore.

Sull'onore, peraltro, se in riferimento alla faccenda di Aerys se ne potrebbe anche discutere, il gesto che compie contro Bran dovrebbe rappresentare una macchia indelebile, sull'onore di un cavaliere. Triste, il fatto che i sogni di Bran di indossare una cappa bianca, siano stati infranti proprio da un membro della Guardia Reale.

Modificato il 05 July 2024 17:07

E
Erodiade Di Asshai
Confratello
Utente
181 messaggi
Erodiade Di Asshai
Confratello

E

Utente
181 messaggi
Inviato il 04 aprile 2017 17:25

Jon I

 

Questo pov è un'ottima base da cui partire per l'analisi di Jon; è tutto molto chiaro e ordinato, mentre più avanti GRRM adotterà tecniche più sottili per caratterizzare i personaggi, anche con lo stesso Jon.

 

Cose che saltano subito all'occhio:

la sensibilità di Jon alle provocazioni che lo colpiscono nei punti deboli,

la ricerca di un posto nel mondo che sente esserci per i suoi fratelli ma non per lui,

il suo desiderio di dimostrare che anche un bastardo può avere onore e un valore.

Il modo in cui si rivolge a Ben, la rabbia e l'offesa a quelli che percepisce come 'insulti', l'orgoglio che prova quando Tyrion gli dice che somiglia al padre: è tutto collegato alla vergogna che avverte per le sue origini bastarde, o meglio alla vergogna che avverte ad essere nato da un atto di disonore compiuto dal suo onorevole padre.

Jon è relegato lontano dalla famiglia per il banchetto in onore del re, la sensazione di essere un emarginato duole molto vicino al suo nervo scoperto, ed è proprio questo che lo porta a chiedere a Benjen di entrare nei Guardiani della Notte: il bisogno di dimostrare se stesso.

 

Benjen è la prima figura a metà tra mentore e padre dopo quella di Ned che incontriamo sul cammino di Jon, sebbene il contatto tra loro alla Barriera duri pochissimo; lo mette in guardia parlando di ciò che comporta il giuramento, ma tralascia di dirgli che i GdN sono composti in gran parte dai criminali del regno (uno schiaffo di realtà che ci teniamo per il seguito). Quando fa il passo falso di scherzare sui suoi futuri figli bastardi, Jon scappa in lacrime, in puro stile adolescenziale.

 

In cortile incontra Tyrion, anche lui una specie di mentore se vogliamo, o per meglio dire uno dei primi che si confrontano con lui e che gli aprono gli occhi. Quel «Mai dimenticare chi sei, perché di certo il mondo non lo dimenticherà. Trasforma chi sei nella tua forza, così non potrà mai essere la tua debolezza. Fanne un'armatura, e non potrà mai essere usata contro di te.» non è altro che un invito al realismo: accetta di essere nato come sei nato e non lasciare che ti abbatta. E si può proprio dire che Jon accetterà questo consiglio per quanto in conflitto con se stesso, e che mai si farà chiamare Stark per quanto lo desideri.

 

Un'altra cosa che traspare dal dialogo è il parallelo tra i due: Jon nasce bastardo, Tyrion nasce Lannister, Jon viene cresciuto in un ambiente tutto sommato affettuoso, Tyrion viene cresciuto in mezzo a Tywin e Cersei, entrambi hanno una madre morta prima della nascita ma l'uno vi pensa sempre l'altro mai, entrambi hanno un rapporto centrale col padre e lo ammirano, solo che Jon ama Ned mentre Tyrion odia Tywin... sia Jon che Tyrion, infine, raggiungono alte cariche di potere prima di venire 'traditi' e di cadere. Sinceramente non penso che tutto questo abbia chissà quale valenza di trama, è che mi diverto con poco. ^_^

 

Altre annotazioni a casaccio:

 

  • Eppure Jon non era riuscito a distogliere lo sguardo da quell'uomo. Un pensiero aveva preso forma nella sua mente: "È questo l'aspetto che dovrebbe avere un re". Ecco l'effetto che fa Jaime alle persone. Da notare anche l'impressione positiva che fa a Jon a differenza di Cersei, e nonostante l'appellativo di Kingslayer.

  • Tra le altre cose, Jon nota anche la preoccupazione di Ned nell'avere i Lannister in giro, la loro vicinanza gli rammentano Lyanna e la promessa fattale, gli rammentano King's Landing dove suo padre e suo fratello sono morti.

  • Per contro, Theon l'aveva smaccatamente ignorato: nulla di nuovo. L'antipatia tra loro è stata evidente anche in BRAN I e di certo c'entrano i loro caratteri agli antipodi, ma nel fatto che Theon ignori Jon si nasconde anche l'idea di volersi 'distanziare' dal ragazzo bastardo quanto più in lui riconosce un altro 'non-Stark/emarginato' (emarginato poi è un termine che va preso con le pinze, ma per dirne una: siamo in un capitolo in cui Jon fa di tutto per divertirsi solo per scacciare la sensazione di essere stato relegato lontano dalla famiglia).

  • «Anche la regina è arrabbiata» disse Jon a voce bassa, calma. «Questo pomeriggio, mio padre ha portato il re a visitare la cripta, ma la regina non voleva che ci andasse.» L'amore per Lyanna da parte di Robert rappresenta una ferita all'orgoglio di Cersei, tanto più per il dettaglio del nome sussurrato durante la prima notte di nozze. Cersei è abituata a sedurre gli uomini facilmente e ad essere considerata la più bella di tutte (Specchio delle mie brame), il fatto che l'odiato marito le preferisca un'altra è per lei un grande smacco.

  • Jon in queste osservazioni è sì un osservatore ma sembra più che pronto al giudizio con la mannaia tipico dei ragazzi, per non dire al pregiudizio: è come se decidesse a pelle chi gli sta simpatico e chi antipatico, una sorta di sesto senso (anche dotato della sua utilità!) che poi smusserà sempre più ma che per ora è presente e che ha in comune con Arya.

  • «... mi sono guadagnato il diritto di vestire in modo schifoso e di dire qualsiasi cosa fetente mi passi per la testa.» Ecco, questa del voler apparire eccessivo e controcorrente (volgare in reazione alle convenzioni nobiliari, acido in una sorta di schiettezza che finisce per risultare scortese e fuori luogo) è una reazione di difesa che Tyrion ha adottato per ripararsi dai pregiudizi che le persone provano nei suoi confronti. «Mai dimenticare chi sei, perché di certo il mondo non lo dimenticherà. Trasforma chi sei nella tua forza, così non potrà mai essere la tua debolezza. Fanne un'armatura, e non potrà mai essere usata contro di te.» Tyrion non solo fa suo il soprannome di Folletto, ma fa sua anche la natura maligna del folletto, non solo fa suo il fatto di essere un nano, ne farà questione di vittimismo estremo, e a forza di rafforzare la sua corazza tutti avranno di lui un'immagine di crudeltà e di meschinità che se lo rappresenta, lo rappresenta in parte. Insomma, secondo me la sua stessa filosofia gli si ritorce contro a lungo termine.

 

 

Catelyn II

 

La scena di apre su Catelyn e Ned che discutono la proposta di re Robert:

Ned rifugge dall'idea di un ruolo di governo a King's Landing dicendo che quello sarebbe stato il posto giusto per Brandon e non per lui (di nuovo il paragone col fratello al confronto del quale si sente carente), teme l'idea di venire coinvolto negli intrighi politici del Sud e manifesta un rifiuto per il luogo in sé derivante da traumi personali («Molto tempo fa, anche mio padre andò al Sud, rispondendo alla chiamata di un re.» Qualcosa luccicava tra le sue palpebre. «Non fece mai più ritorno.»);

 

Catelyn ha una vena protettiva verso il marito, al contempo, prima di confortarlo, vuole convincerlo ad accettare, sia in vista dei vantaggi che un'alleanza con i Baratheon-Lannister arrecherebbe alla famiglia, sia per scongiurare i rischi che un rifiuto potrebbe comportare.

Il bene della famiglia o la sua salvaguardia, insomma.

Per raggiungere lo scopo, Cat sfodera le sue doti persuasive e politiche: afferma che Robert non è più l'uomo con cui Ned è cresciuto, osserva che non si dice di no al re di fronte all'intera corte che l'ha seguito al Nord al fine stesso di siglare quell'alleanza.

Lo spirito analitico di Catelyn si ripresenta quando Maestro Luwin parla della lente di Myr che servirebbe a 'vedere con maggior chiarezza', e Catelyn sa quali tasti premere per far capitolare il marito: prima il richiamo ai suoi doveri, poi, saputosi della presunta congiura dei Lannister, l'immagine di Robert circondato da nemici.

 

Palese e commovente l'affetto profondo che nutrono i due coniugi l'uno per l'altra e il dolore di Catelyn all'idea di separarsi da marito e figli. A una Cat cresciuta in un luogo come Riverrun, Winterfell proprio non riesce a piacere del tutto: un luogo enorme, sconfinato, che senza la sua famiglia la fa sentire sola.

Anche perché, diciamocelo, è un po' sprecata lì, avrebbero dovuto scambiarsi di posto lei e Ned... Non penso affatto che Ned sia uno sciocco ingenuo morto per troppo onore, ma la sua è un'intelligenza pratica, con doti di sintesi più che d'analisi, e come tipo manca completamente dell'etichetta cortese-ipocrita alla base dei rapporti di corte – ad esempio, non ce l'avrei visto per nulla al posto di Catelyn a siglare l'alleanza matrimoniale per Robb con Walder Frey.

 

Proseguendo con il discorso sul futuro di Jon, si è detto tanto sulle ragioni della freddezza di Cat nei confronti di Jon, mi viene da chiedermi se Ned non avrebbe potuto rivelarle chi fosse la sua vera madre per risparmiarle paranoie e avversione nei suoi confronti. Certo mi rendo conto che sia politicamente rischioso e soprattutto personalmente traumatico (per Ned).

Ho avuto l'impressione che quella di mandare Jon nei Guardiani della Notte non fosse una decisione chissà quanto ponderata: Jon dice di volerlo quando farebbe qualsiasi cosa per provare se stesso e nessuno gli dice in cosa consiste davvero la vita alla Barriera (se non Tyrion, ma troppo tardi), Catelyn lo vuole lontano da sé e Ned capitola perché non sa quale altra strada prendere. Perché Benjen non ha approfondito il discorso con Jon stesso anziché con Maestro Luwin, tanto più che sembra un uomo da trattare un ragazzo con sufficiente rispetto per la sua intelligenza?

 

Ma forse la risposta sta qui:

L'estate è prossima alla fine, così come l'infanzia. Quando il tempo verrà, sarò io stesso a dirglielo.

Jon è visto ancora in quel confine che separa i giovani dagli adulti, le leggende dalla realtà, la stessa linea di pensiero che concede a Sansa di sognare con le sue ballate, pertanto gli si permette di 'restare ragazzo' ancora un po' prima del risveglio alla realtà, prima dell'arrivo dell'inverno.

 

Altre annotazioni a casaccio:

 

  • Il linguaggio in codice tra Cat e Lysa è indice di un rapporto deterioratosi col tempo a causa delle invidie di Lysa e della situazione con Petyr, d'altronde Cat è intelligente, determinata, Lysa da giovane viene descritta come timida, probabilmente era abituata a stare un po' nel cono d'ombra della maggiore e la cosa le pesava...

  • «Ser Rodrik mi dice che tra Robb e il principe Joffrey non corre buon sangue, il che è male. Bran è in grado di rimediare a quell'ostilità. È un bambino dolce, sempre allegro, cui è facile voler bene. Che cresca tra i giovani principi e diventi loro amico, così come io divenni amico di Robert. La nostra Casa ne uscirà rafforzata.» Per prima cosa mi fa ridacchiare l'idea di un Joffy che nutra dell'affetto per Bran anziché fregarsene (o mandare sicari ad ucciderlo per farsi notare da babbo Bob), in secondo luogo mi sono sempre chiesta se questa delle 'amicizie tra giovani di Casati diversi' sia un po' il modello che, avendo portato buoni frutti tra lui e Robert, Ned abbia tentato di riprodurre in altre occasioni... per esempio tra Theon e Robb? Ovviamente le condizioni sono troppo diverse, Theon è un ostaggio, ma fatico a far collimare l'immagine di Ned che piuttosto che prendere in ostaggio Joff si fa fregare da Littlefinger e che accetta di ammazzare Theon qualora Balon si ribelli (sì, non può prendere in ostaggio Joff perché ha promesso a Robert di proteggerlo, e Robert è un amico, non un nemico di guerra. Ma comunque).

 

Arya I

 

Il pov riguarda Arya nel suo rapporto con Sansa e con Jon, con tanto di disquisizione sui diritti mancati di donne e figli illegittimi e infine uno sguardo di perlustrazione nel cortile di allenamento dove il principe ereditario provoca Robb.

Mi pare chiaro che Arya abbia un complesso d'inferiorità nei confronti della sorella; non mi sembra che provi astio per lei (né Sansa sembra provarne) se non quello conseguente ad una naturale, comprensibile gelosia trovandosi sempre paragonata in negativo a lei da tutti quanti.

 

Parentesi su Sansa

Sansa non è una ragazza meschina che la deride, tutt'altro, ma essere spesso al centro dell'attenzione, essere bella e versata nelle arti femminili l'hanno resa molto più sicura di sé rispetto ad Arya, e la sicurezza di sé si traduce di frequente in un pizzico di presunzione o di vanità. Tutto sommato, per com'è stata cresciuta a me Sansa appare fin troppo umile – a King's Landing si sentirà ripetere così tante volte di essere stupida che finirà per crederci, una persona tanto sicura non sarebbe stata manipolabile in questo senso invece.

Ricordo che anni fa, appena letto AGOT, certe uscite di Sansa mi sembravano cattivelle, come quella in cui sottolinea che Jon sia un bastardo, ma pensandoci ragiona come le hanno insegnato a fare, non è una 'ribelle del pensiero' come Arya che si lamenta sin da subito perché a Jon non è permesso duellare con gli altri e a lei non è concesso di impugnare una spada.

Nonostante tutto, e più avanti avrò modo di approfondirlo, le due ragazze sono facce di una stessa moneta: hanno tante differenze ma unite si compensano a vicenda, e hanno entrambe un fortissimo senso della giustizia che le guiderà in direzioni opposte: Sansa preserverà i suoi ideali incorrotti ma passerà sopra a diverse ingiustizie (le torture a Marillion, l'omicidio di Lysa, la lenta morte di Robin, l'omicidio di Dontos...), Arya perseguirà i suoi ideali nel modo 'sbagliato', uccidendo chi a suo giudizio merita la morte.

 

La relazione di Arya col cucito assumerà prossimamente un ruolo rilevante (XD) e diverrà un'interessante metafora, per ora, però, umiliata da septa Mordane, Arya scappa ad assistere all'addestramento dei giovani rampolli reali e conversa con Jon. Esiste una forte empatia tra questi due, un rapporto che possiamo vedere all'attivo solo in AGOT ma che possiamo notare continuare fino ad ADWD, poiché l'uno e l'altra si pensano a vicenda diverse volte (fino all'esplosione di Jon a causa della Pink Letter).

«Una ragazza può avere l'addestramento, ma non le spade.» Jon si strinse nelle spalle. «Un bastardo può avere le spade, ma non l'addestramento. Le regole non le ho fatte io, sorellina.»

Per la seconda volta notiamo gli svantaggi dei bastardi e quanto tra le righe pesino a Jon – è anche la seconda volta che lo vediamo lontano dalla scena, ad osservarla dall'alto, emarginato nella sua stessa casa. Lui e Arya si trovano e si capiscono molto bene: anche lei si sente un po' esclusa dalle altre ragazze del castello per le sue doti differenti e il suo caratterino, in più sono non solo esteticamente, ma anche mentalmente simili, entrambi acuti, abili osservatori. Jon le arruffa i capelli nello stesso modo in cui lo ha fatto a lui Benjen, un gesto tra il tenero e il protettivo.

 

Insieme notano il dettaglio dello stemma cervo-leone (un dettaglio utile al lettore per iniziare a farsi un'idea sulle ambizioni di Cersei) e un assaggio della personalità del buon Joffy, che è tutto sua mamma meno il fegato, il modo in cui provoca Robb e come Robb si fa provocare, reagendo impetuosamente, desideroso di battersi. Sandor Clegane, cane fedele, ci tiene a dare una raddrizzata a ser Rodrik e al concetto che hanno questi uomini del Nord di spade e ammazzamenti sanguinosi. Ancora non si è svelato se non come una guardia del corpo grande e grossa, ma il lettore non impiegherà molto a cambiare idea, e già si vede il suo modo di sbatterti la verità in faccia fino a farla sanguinare.

 

Altre annotazioni a casaccio:

 

  • Jeyne Poole è una ragazzina molesta ahahah XD inventa soprannomi per Arya, sorride della sua umiliazione con septa Mordane... eppure sappiamo che è molto sensibile (la scena del pianto quando vede morire ser Hugh al torneo a King's Landing). È un po' triste vedere che la sua personalità sia annegata nel terrore in ADWD.

  • «Questa è roba da bambini, ser Rodrik.» Theon Greyjoy se ne uscì con un'improvvisa risata. «Voi siete bambini» disse con derisione. Theon ci tiene a rimarcare che lì è il più grande, niente scherzi.

    Theon Greyjoy fu rapido nell'afferrare Robb per un braccio, impedendogli di saltare addosso al principe ereditario. (…) Theon Greyjoy continuò a tenere Robb in una presa d'acciaio fino a quando i principi e il loro manipolo non furono a distanza di sicurezza.

    Notiamo 1) la ripetizione di nome-cognome, a sottolineare la distanza emotiva tra Arya & Jon e Theon e il fatto che lui tenga costantemente a far capire chi è *pun intended*, un Greyjoy delle Isole, mica ca...voli; 2) il fare cameratesco col quale tratta Robb. Gli impedisce di saltare addosso a Joff, lo tratta come un fratello minore.

 

Bran II

 

Bran ci si presenta come un ragazzino avventuroso che non sta nella pelle all'idea di partire per il Sud e di diventare cavaliere e che non riesce a stare fermo per cinque secondi. Nonostante questo, fin da subito sembra destinato a guardare il mondo dall'alto, da una prospettiva differente rispetto agli altri, con la metafora delle scalate: scalando riesce a vedere gli altri senza essere visto e a vedere cose che nessuno può osservare tranne lui.

 

Una cosa che mi ha colpito e che non ricordavo assolutamente è il timore del ragazzo verso l'albero del cuore, che avverte come qualcosa di spaventoso perché munito di occhi e foglie simili a mani insanguinate, quasi lo percepisse come un essere senziente legato in qualche modo alla morte.

 

Bran non ha ancora trovato un nome al suo meta-lupo, lo troverà emblematicamente solo al suo risveglio dalle visioni durante il coma. Il fatto che ululi quando capisce che Bran vuole scalare è uno dei primi segnali che GRRM offre al lettore sul sesto senso dei meta-lupi riguardo ai pericoli che si presentano ai loro padroni.

Durante la scalata si ha occasione di leggere la descrizione di Winterfell, a cui Bran sarà legato: è l'ultimo a restarvi, e alla fine di ACOK, quando la vedrà distrutta, farà un parallelo tra se stesso e il castello, entrambi spezzati ma non morti.

 

Ed eccolo spiare Jaime e Cersei nel loro nido d'amore. La regina appare preoccupata dall'influenza che Ned ha sul re, facendo intendere che Ned abbia deciso di mettersi contro i Lannister ritenendoli responsabili della morte di lord Arryn e che Jaime sarebbe dovuto diventare Hand of the King al suo posto; parla di Lysa Arryn e del pericolo che rappresenta per il loro Casato e lancia un indizio esplicito sulla sua volontà di architettare l'omicidio di Robert, timorosa di perdere la sua posizione di potere. Quanto tempo pensi che passerà prima che mi metta da parte per una nuova Lyanna? Non molto, considerando gli intrighi di Renly e dei Tyrell.

Jaime non è per niente interessato a discutere di complotti. XD Si mostra annoiato, ironico, impaziente.

 

Prima che Jaime spinga impulsivamente Bran nel vuoto, appare disgustato della sua stessa azione e dalle ragioni per la quale la compie – la protezione del suo segreto con Cersei quando, fosse per lui, non esiterebbe a dichiararlo di fronte al reame senza aver bisogno di ricorrere a certi mezzi: L'uomo spostò lo sguardo sulla regina, la voce carica d'improvvisa repulsione.

In seguito Jaime dichiarerà di non provare rimorso anche se implicitamente ne proverà (o meglio, vergogna), stesso discorso per quando definirà Joffrey come (perdonatemi il linguaggio ma è una semi-cit.) 'uno sputo di seme in f**a' ma tenterà di avvicinarsi a Tommen con fare paterno, o a tutte le volte che è sarcastico riguardo al suo desiderio di cambiare strada rispetto al passato. I suoi pov quando pensa a se stesso sono molto contraddittori.

C'è da precisare una cosa, ovviamente: Cersei non gli chiede di buttare giù da una torre un ragazzino (in seguito sapremo che si sarebbe opposta all'idea se Jaime gliel'avesse lasciata intendere), quindi il gesto dell'uomo è impulsivo, non c'è una vera riflessione, e fa capire quanto sia facile per lui compiere azioni del genere. Facile, se riguardano la protezione di sua sorella e del suo Casato. Ma facile, diciamocelo, in generale.

 

Altre annotazioni a casaccio:

 

  • È buffo notare come le descrizioni di ser Boros e di ser Meryn contrastino con quella che Bran ci presenta come la leggendaria grandezza delle spade bianche. E anche Bran, come Jon, pensa che Jaime sia formidabile e abbia proprio l'aspetto di un cavaliere delle leggende.

  • Jon secondo Bran in quel periodo è sfuggente, quasi come se fosse arrabbiato. Tutti loro avvertono questo periodo di cambiamenti, a quanto pare Jon di fronte all'ansia per la prova che lo aspetta e all'idea di lasciare i suoi fratelli e suo padre si chiude a riccio.

  • Stannis farebbe venire un'occlusione intestinale a un morto. Queste sono perle!

  • «La scelta del re avrebbe potuto ricadere su uno dei suoi fratelli, o addirittura su Ditocorto... Che gli dei ci assistano. Datemi mille nemici onorevoli piuttosto che un solo nemico ambizioso, e dormirò sonni più tranquilli.» Altra perla, così.

Modificato il 05 July 2024 17:07

You may dress an ironman in silks and velvets, teach him to read and write and give him books, instruct him in chivalry and courtesy and the mysteries of the Faith, but when you look into his eyes, the Sea will still be there, cold and grey and cruel.

Sansa - Jaime - Theon
Sacra Triade del C.A.P.C.E.I.C.E. (Comitato Ammiratori Personaggi Complessi Ed In Continua Evoluzione)
C.P.J.L. : Comitato Pro Jaime Lannister
C.S.R.C.T.S. (Comitato per il Sostegno e la Riabilitazione di Catelyn Tully Stark)
G.M.S.S.: "Giù le mani da Sansa Stark", per la difesa della giovane lupa
G.M.A.S.: "Giù le mani da Arya Stark", per la difesa della giovane lupa
C.P.S.B - Comitato Pro-Stannis Baratheon
F.F.C. - Folletto Fan Club
TEAM DILF: I know no DILF but the DILF in the North, whose name is ROOSE BOLTON
BOLTON POWER: The North Dismembers
Thramsay and Proud
3
A
Aegon il mediocre
Confratello
Utente
1113 messaggi
Aegon il mediocre
Confratello

A

Utente
1113 messaggi
Inviato il 05 aprile 2017 0:26

Jon I

 

Sveglio e perspicace, un po' permaloso.

Divertente la valutazione su Robb: Jon reputa stupidotta Myrcella, ma si accorge di come Robb invece non se ne accorga e parli e rida con lei allegramente.

L'ombra di Tyrion. Per la caratterizzazione senza cadere in eccessi descrittivi Martin è piuttosto in gamba.

 

Catelyn II

 

Ned metodico pure nell'espletare i doveri coniugali.

Cat arguta, un po' superstiziosa, carattere focoso.

 

Arya I

 

Personaggio amabile fin da subito. Quando si lamenta della sua condizione... povera Arya quante ne vivrai di peggiori di situazioni.

Joffrey odioso fin da subito. Robb sempre lievemente beota.

 

Bran II

 

Ho notato similitudini tra ciò che Bran prova e vede nell'arrampicarsi e ciò che avvertirà da essere verde.

I corvi fin da subito caratterizzano questo pov.


                   2zexno1.png                       

 

" Sono io la tempesta, mio lord. La prima tempesta e l'ultima "

 

Volevo essere il re del mare, ma all'anagrafe sbagliarono una lettera

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

J
JonSnow;
Confratello
Utente
3334 messaggi
JonSnow;
Confratello

J

Utente
3334 messaggi
Inviato il 06 aprile 2017 18:13

@Euron Gioiagrigia Non discuto la qualità o il realismo del personaggio. In un'opera del genere è forse necessario avere un simile elemento. Il mio è un giudizio puramente personale forse nei confronti del Robert Baratheon persona. Oltre che la mancanza di decenza, sono molteplici le azioni che non gli perdono e che non mi fanno avere una buona opinione di lui. Ecco perché la sua morte non mi lascia alcun dispiacere, se non nella mancanza di equilibrio tra i regni che poi comporterà. Ciò che mi ha maggiormente disgustato è la vicenda di Aegon e Rhaenys, semplicemente perché si è comportato forse in modo peggiore di un Tywin, che almeno ha preso posizione sporcandosi indirettamente le mani, rendendosi responsabile di un crimine atroce, ma con coscienza. Robert è stato invece ipocrita, meschino, codardo e ha fatto finta di non vedere. Anzi, è stato ampiamente sollevato che quell'atrocità sia stata commessa e ne ha raccolto i benefici. E questo si ripropone anche con l'eventuale figlio di Daenerys e il relativo omicidio orchestrato. Non c'è mai stato pentimento, né tantomeno la capacità di scindere la persona che compie un torto dai suoi parenti. E taccio dei suoi comportamenti come padre, della mancanza di buon esempio, della mancanza totale di rispetto che compie anche nei confronti di Cersei, per quanto questa non faccia poi molto per meritare comprensione.

Ecco, vi sono fin troppi elementi che non mi permettono di osservare Robert Baratheon con il sorriso e considerarlo un amorevole guascone chiassoso. Per me è tutt'altro. Ma ribadisco, per me.

Jon I:

Per la prima volta si assiste in modo diretto ai pensieri del bastardo. Ed effettivamente, per quanto egli sia indubbiamente profondo, si nota un'immediatezza palese che non lascia adito a fronzoli o controversie. Risulta assolutamente lineare, coerente ed al tempo stesso traumatico. Per quanto mi riguarda ho sempre inteso e percepito l'eccessiva libertà pratica di Jon in questo capitolo come una magra consolazione personale, non un suo auto convincimento, ma un'adolescenziale forma di protesta verso il mondo. Una libertà dalle imposizioni dell'educazione e del nobile decoro solo apparente, della cui totale miseria egli è consapevole. Forse, ma qui si va nel campo delle ipotesi più pure, se avesse la possibilità di osservarsi in terza persona, proverebbe pena per sé stesso e si compatirebbe più di quanto già non faccia. In definitiva non vedo un divertimento sincero e percepibile nelle azioni di Jon, nel suo ubriacarsi. E' solo un ulteriore estensione della sofferenza che prova a causa del suo status, della mancanza di un vero e proprio posto di appartenenza nella società.

Viene poi messa nuovamente in risalto la sua capacità di osservare, questa volta in maniera meno implicita. Più che altro se ne coglie la precisione. In tal caso si concentra primariamente sulle apparenze vere e proprie, sull'aspetto, su ciò che possa colpire nell'immediato. Emergono i gozzovigli di Robert e il carisma di Jaime. Nel dualismo sull'aspetto di un Re io credo che la superficialità di giudizio di Jon, in tal caso, oltre alla spontaneità della giovinezza sia innescata anche dal concetto di Re in cui egli crede, ossia una figura sobria, ricercata o più banalmente, decente. E la decenza è qualcosa che, come facevo cenno precedentemente, non appartiene a Robert. Per cui non credo sia proprio una questione di aspetto fisico in sé, quanto il contorno che rimanda ad esso. Il passaggio in questione mi ha poi ricordato molto le parole di Stannis nel giorno in cui, da ragazzo, scambiò Tywin Lannister per Aerys Targaryen e osservò come egli avesse il vero aspetto di un Re. Un parallelo, secondo me, non da poco per quanto riguarda Jon-Stannis e Jaime-Tywin.

Il legame Jon-Ghost, va detto ancora una volta, è tra i più belli e meglio costruiti di ASOIAF per purezza ed istinto. Il gesto di Jon e del pollo mi colpisce non tanto come testimonianza dello stesso, quanto perché è il primo episodio che mette in risalto la natura completamente altruista e priva di avidità di Jon. E' palese, poi, come Martin continui a giocare sul parallelo tra metalupo e padrone, mettendo in evidenza i tratti in comune dei due.

Benjen ha un'evidente predilezione per Jon, dettata molto probabilmente dalla condizione sociale di quest'ultimo e dal rammarico che egli prova nel vederlo escluso. Si relaziona a lui con leggerezza, ponendosi nei suoi confronti in modo scherzoso, probabilmente nel tentativo di stemperare la perenne tensione e tristezza che egli percepisce nel nipote. Con la questione di Cersei e della cripta viene poi accennato ancora, tra le righe, che egli sia il più perspicace e sveglio tra i figli di Ned Stark. Io direi che in questo confronto Jon ceda totalmente, dimostrando una sottile fiducia nei confronti dello zio. Cede perché, forse, vede in lui una possibilità di essere trattato da pari, anche se ciò viene smorzato sul nascere. Emerge tutto il fuoco della giovinezza, l'impeto, una maturità che per quanto sia in stato avanzato non è ancora totale e completa. Credo anche che Jon veda nei GdN una prospettiva di grandezza, di percorso individuale e non una vera e propria fuga dalla propria condizione. La frase che lo fa esplodere in lacrime non gli pesa solo per quest'ultima, quanto per la promessa personale di non generare mai un altro bambino a cui sarebbe riservato il suo stesso destino. Ulteriormente penso che Jon sia anche irritato dalla facilità e dalla superficialità di quell'affermazione, che pur essendo priva di malizia mette in evidenza il generare bastardi come fosse solo un esclusivo atto di virilità di cui andare fieri, esente da ogni responsabilità.

C'è poi il faccia a faccia con Tyrion, il migliore in ASOIAF, fonte forse del suo più saggio insegnamento. Tyrion è apparentemente divertito dal confrontarsi con Jon, ma è in realtà solamente più addestrato a determinate sensazioni ed emozioni, al punto da gestire con meno difficoltà la sua condizione, per quanto essa abbia un'influenza forse anche maggiore sulla sua morale e sul suo modo di vivere rispetto a quanto accada a Jon. Tyrion offre quel consiglio in modo sincero, rivedendo parte del suo percorso nel ragazzino che ha di fronte. Come già osservato, si autocommisera passivamente e sguazza nella considerazione che le persone hanno di lui, estremizzandola ulteriormente. Penso comunque che i due abbiano un'affinità ed una compatibilità incredibile, che spicca ben al di là delle similitudini relative al loro status.

Ultima nota: non so se sia influenzato da fantasmi di Stannis-siana memoria, ma Jon me lo ha ricordato molto nel parlare con Tyrion. Molto piccato, molto estremo.

Catelyn II:

Catelyn, con i suoi pregi e difetti, è un pilastro narrativo. Nel suo secondo PoV emerge la sua propensione verso il motto della propria casata. Lei mette la famiglia al primo posto e tenta in tutti in modi di preservare lo status quo. Verso il marito nutre un affetto tale che potrebbe anche essere letto sotto la lente della pura adorazione. Un tipo di sentimento che è perfettamente corrisposto. Nonostante ciò per me è il rispetto che hanno reciprocamente a colpire davvero. Entrambi fanno di tutto per non mancare mai ad esso, per quanto l'unica pecca di Ned l'abbia fatto più di ogni altra cosa (Jon, senza la dietrologia della R+L=J, è una mancanza di rispetto). Adoro gli strascichi che i traumi vissuti lasciano al personaggio di Ned. Egli è in continuo tormento, è quasi un tutt'uno con la propria terra, ma nonostante questo non è mai in grado di raggiungere una pace significativa, se non una temporanea quiete. I fantasmi del passato, tra cui Brandon e Lyanna, pesano su di lui e non lo abbandonano mai. La sua stessa morale e dignità pesano ancor di più e gli impongono di non volgere lo sguardo altrove. Vedo una Catelyn per niente mossa da mire espansionistiche o da future ambizioni, quanto semplicemente soggiogata ed influenzata dalla superstizione e dal presagio. Per quanto sia una mente in grado di pensare a buoni livelli, ella non può esimersi dall'essere preda della propria percezione e agisce in conseguenza a questo. Da qui il fare di tutto pur di convincere il marito. Su Jon emergono poi ulteriori indizi ''Jon è sangue del mio sangue'' e soprattutto altri lati di Ned. Come Cat ricorda, quello fu l'unico momento in cui ebbe paura del marito. Jon è persona di smisurato amore per Ned, un tutt'uno con la sua etica e il non voler mancare ad una promessa, per quanto quell'amore non sia tale da favorirlo ulteriormente nella sua condizione. Ed è al centro di tutti i traumi subiti, come centrale può essere anche per Cat, rappresentando appunto la ferita mai chiusasi. E' un po' deludente la mancanza di programmazione che Ned dimostra nei confronti di Jon. Pensava forse che fosse possibile tenerlo eternamente a Grande Inverno? Possibile non abbia mai pensato al da farsi? Per il resto Ned, per quanto sia molto pratico e concreto nel rendersi conto del valore delle persone che palesemente manifestano una certa antipatia, non lo è altrettanto verso questioni o soggetti più subdoli, ciò lo rende per certi versi un po' illuso.

Arya I:

Il mio secondo personaggio preferito, da sempre. In vero i PoV di Arya, per stile di scrittura, mi sono piaciuti anche di più di quelli di Jon, forse sono quelli scritti meglio da Martin assieme a quelli di Theon. Per quanto riguarda il contenuto dello stesso: c'è tutta la volontà da parte di George di presentare un ulteriore outsider, anche se con modalità differenti. Arya non ha pregiudizi e non si autoesclude, è solamente il risultato del modo di fare delle persone intorno a lei, un rigetto ad un'ossessiva imposizione di conformismo e uniformità, è insofferenza allo stato puro per essere ripresa continuamente ed essere costretta ad ascoltare quanto lei sia sbagliata e quanto Sansa sia, per contro, perfetta. Il suo spirito di ribellione - comunque, a tratti innato - non è che alimentato da tutto ciò, finendo per plasmarla lentamente in ciò che è. Essendo poi solo una ragazzina, ella tende a cogliere solo l'aspetto più immediato ed emotivo a riguardo delle azioni di chi ha intorno. E' perspicace, sveglia, ma ancora distante dall'accettare che dietro alcuni gesti, per quanto dal sapore amaro, ci sia della razionalità o intenzioni a fin di bene. Vi sono poi i primi segni di insofferenza di una tipologia di persona che, in quel tipo di società, non si ritrova poi in una condizione migliore dei bastardi: la donna. Come Arya fa notare anche la donna è importante. In essa, forse anche grazie al modello Nymeria, lei vede molto di più che canzoni, balli e ricamo. Come uno Stannis, poi, anche lei è affezionata alla verità e non ha alcun collegamento con la menzogna. C'è poi l'ingresso in scena di un altro rapporto cardine, ossia Jon-Arya, forti di una consolazione reciproca a riguardo del posto che occupano nel loro mondo e, appunto, di una totale mancanza di pregiudizio o razzismo. La base di tutto, oltre che il loro immenso affetto, è l'accettarsi come sono.

Infine due considerazioni;

«Perché non sei anche tu giù nel cortile?» gli chiese Arya.

«Perché ai bastardi non è permesso danneggiare i giovani principi.» Jon ebbe un mezzo sorriso.

E' ironico pensare che sia effettivamente così, ma a parti invertite, dato che è Joffrey il bastardo e Jon il principe di sangue reale.

Inoltre è malinconico leggere di quel Theon che trattiene Robb, ennesima testimonianza del loro rapporto. Dispiace pensare che poi il tutto si sgretolerà, ma è stato anche giusto così sotto il profilo della narrativa, sia generale che introspettiva per quanto riguarda Theon.

Bran II:

E si giunge così al primo spartiacque. Gran parte del capitolo è legata al puro spirito di fanciullezza di Bran e a metafore sul salire sempre più in vetta. Inconsapevolmente è predisposto al ''volo'', pur non quello effettivo, ma non è ancora in quella fase. Di rilevanza è l'ululare di Summer, che dà prova effettiva dell'estesa e sensoriale percezione latente nei metalupi, un ''fenomeno paranormale'' che si renderà sempre più evidente nel corso delle Cronache ed aprirà a diversi interrogativi. Tuttavia questo dovrebbe sfatare almeno in parte una delle tante teorie sulle loro origini. Se fossero effettivamente un dono di BloodRaven, allora non avrebbe senso per Summer cercare di far desistere Bran da quella scalata, impedendogli di andare incontro a quel preciso destino. Ci si affaccia, poi, in tutti i sensi per la prima volta sul rapporto Jaime-Cersei. Il primo non dà peso ad intrighi e ambizioni di potere, la seconda ne vive. Il primo è totalmente concentrato su di lei, arreso agli istinti del momento e al sentimento autodistruttivo che prova, nonostante sembri nello scambio più voglioso del contatto fisico che altro. La seconda ignora bellamente tutto ciò, perché effettivamente il vero piacere può trovarlo solo nell'unico chiodo fisso che ne fa da componente: il potere, totale e materiale. Abbiamo dunque conferme sulla negatività di Cersei e si cerca di trarre in inganno il lettore presentando un Jaime di pari livello sotto quest'aspetto. E' poi da notare che Jaime dà dimostrazione di arguzia ed intelligenza quando cataloga Ditocorto come un vero e proprio pericolo. Sarà uno dei pochi, perché nei libri Ditocorto riesce a beffare tutti presentandosi come innocuo e verso qualcuno, tra i più sprovveduti, degno di fiducia. Il gesto finale di Jaime è la totale contraddizione del personaggio. Forse un gesto verso il quale non c'è mai stato, nelle cronache, un successivo raffronto vero e proprio o magari ricordo male io, ma Jaime non si è mai soffermato più di tanto sulla questione, non ne ha dato centralità. Quest'azione impedisce di esautorare totalmente Jaime dalle sue pene con un'assoluzione definitiva, anche perché per quanto l'omicidio di Aerys avesse motivazioni nobili e comprensibili alla base, questo ne è completamente privo e frutto di un impulso di protezione morbosa.


I1er4og.png

« I did what I thought was right. » Jon Snow

« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister

« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learnWinterfell is Our Home, we have to fight for it.  » - Sansa Stark 

« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark

« good act does not wash out the bad, norbad act the good. » - Stannis Baratheon

Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.

u1Rxfyo.png

Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.

L
Lyra Stark
Confratello
Utente
14108 messaggi
Lyra Stark
Confratello

L

Utente
14108 messaggi
Inviato il 06 aprile 2017 19:07

Ricordi bene Jonsnow, a posteriori non si percepisce alcun pentimento, o almeno alcuna riflessione su questo gesto orrendo e vigliacco, molto più grave rispetto a quanto accaduto con Aerys. Qui infatti la vittima è un bambino e il tutto è dettato da una motivazione totalmente egoistica (dato che la cosa non pare condivisa da Cersei).

Ragion per cui non ho mai capito la simpatia verso questo personaggio, nè quanti lo assolvono perché vittima di non meglio specificati eventi.


E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.

 

A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.

 

When the snows fall and the white winds blow,

the lone wolf dies, but the pack survives

 

Stark è grigio e Greyjoy è nero

Ma sembra che il vento sia in entrambi

 
 
What do they say of Robb Stark in the North?
They call him The Young Wolf
They say he can't be killed...
 
A thousand years before the Conquest, a promise was made, and oaths were sworn in the Wolf's Den before the old gods and the new. When we were sore beset and friendless, hounded from our homes and in peril of our lives, the wolves took us in and nourished us and protected us against our enemies. The city is built upon the land they gave us. In return we swore that we should always be their men. Stark men!

 

 
J
JonSnow;
Confratello
Utente
3334 messaggi
JonSnow;
Confratello

J

Utente
3334 messaggi
Inviato il 06 aprile 2017 19:18

E sì, in effetti è stato sempre un enorme masso tra me e l'empatia che posso nutrire per lui. Vi sono molte cose su cui posso comprendere o rispettare il suo punto di vista. Altrettanto trovo interessanti i suoi fantasmi passati, la voglia di redenzione e quanto tutto il processo di evoluzione lo logori. E' indubbiamente tra i migliori per introspettiva e come creazione in generale. Ma l'episodio di Bran non l'ho mai dimenticato e non perché nutra simpatie per quest'ultimo o antipatie per Jaime. Semplicemente perché è un enorme macigno che ne impedisce una totale assoluzione così come ne impedisce la comprensione, per quanto sia un'azione scaturita da un amore autodistruttivo e perlopiù morboso. Forse è anche meglio che vi siano su di lui tutte queste macchie, dove nella narrativa talvolta l'imperfezione della persona avvicina alla perfezione come personaggio e avere gli elementi per un'assoluzione d'animo ne diminuirebbero forse anche l'aura e il prestigio.

 

La gravità, più che nella mancanza di un pentimento in relazione al gesto compiuto, sta proprio nella mancata considerazione. Non vi riflette come su Aerys o Cersei, tantomeno come invece riflette sul non aver protetto i figli di Rhaegar. Non è come se se ne dimentichi, ma quasi. Mi sarei aspettato, se non altro per coerenza, un peso cerebrale maggiore per quest'episodio. Ma qui forse è una pecca di Martin più che del suo Jaime.


I1er4og.png

« I did what I thought was right. » Jon Snow

« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister

« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learnWinterfell is Our Home, we have to fight for it.  » - Sansa Stark 

« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark

« good act does not wash out the bad, norbad act the good. » - Stannis Baratheon

Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.

u1Rxfyo.png

Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.


Euron Gioiagrigia
Confratello
Utente
9055 messaggi
Euron Gioiagrigia
Confratello



Utente
9055 messaggi
Inviato il 06 aprile 2017 20:35

Ragion per cui non ho mai capito la simpatia verso questo personaggio, nè quanti lo assolvono perché vittima di non meglio specificati eventi.

 

Da simpatizzante di Jaime (non è comunque tra i miei 10 preferiti), non lo assolvo di certo da questa colpa. E' ingiustificabile: come ha detto JonSnow, lo ha fatto per puro impulso.

Però posso spiegare il motivo per cui risulta simpatico a molti: la sua crescita morale che si snoda in ASOS e AFFC per prima cosa, e anche il fatto che i suoi racconti ti rendono quasi partecipe degli eventi conclusivi della Guerra dell'Usurpatore e in qualche modo ti fanno affezionare a lui.

In ogni caso, mi chiedo se alla fine non dovrà fare i conti con quanto fatto a Bran. Ha perso una mano, è vero, ma forse per Martin non è sufficiente

Modificato il 05 July 2024 17:07

Messaggi
1.3k
Creato
9 anni fa
Ultima Risposta
5 anni fa

MIGLIOR CONTRIBUTO IN QUESTA DISCUSSIONE
A
Albert Stark
137 messaggi
*
***Silk***
108 messaggi
J
JonSnow;
68 messaggi
A
Aeron Plain
59 messaggi