Prendo spunto da una notizia di oggi di un detenuto condannato alla pena capitale in Arizona, morto dopo due ore di agonia perchè il cocktail di farmaci usato per l'iniezione non ha funzionato bene, per chiedervi: siete favorevoli o contrari alla pena di morte? E con quali motivazioni?
Io sono decisamente contraria: per quanto sia grave e orrendo il crimine commesso credo che nessuno, quindi nemmeno lo Stato, abbia il diritto di privare il colpevole della vita, e mi sembra un'incoerenza usare come strumento di punizione qualcosa che in un'altra circostanza è un reato.
In più a livello personale, se fossi vittima di un crimine, penso che sentirei di avere avuto più giustizia sapendo che il colpevole sta scontando una pena in un luogo dove non è libero di fare quello che vuole e quando vuole, di uscire, di poter gestire la sua vita; una volto morto non esisterebbe più, quindi non starebbe scontando proprio niente (per fortuna non mi è mai capitato quindi ovviamente parlo per ipotesi).
C'è anche la questione dei costi di mantenimento di un detenuto, ma come detto sopra per quanto possa essere spregevole il criminale in questione non credo si possa dare un prezzo a una vita umana e dire "Questo è un rifiuto della società, non vale la pena sprecarci risorse, perciò lo sopprimo."
Qual è (civilmente) la vostra opinione?
Contraria. Ucciderei quelli che sono favorevoli " />
Ovviamente sono contraria, principalmente per le ragione che hai esposto tu " />
"Noi samo figli di Cesare Beccaria."
...anche se Beccaria non mi è mai stato simpatico.
Non posso che essere contraria, naturalmente, ad uno strumento repressivo tanto disumano e degradante quanto può esserlo la tortura, con finalità rieducative pari allo zero e quindi assolutamente contrario ai principi garantistici a cui oggi si ispirano i più moderni sistemi penali.
Si sono d'accordo con voi, anche io sono contraria! La privazione della libertà è molto più costrittiva psicologicamente. La morte non è dolorosa, o almeno dura pochissimo, invece una vita in prigione è molto più difficile da sopportare.
Contrario, ma per motivi diversi da quelli esposti fin qui.
In primo luogo la morte è una sentenza piuttosto definitiva, Sfere del Drago a parte, e se uno condanna un innocente è difficile tornare indietro. Già è complicato tornare indietro quando si scopre che una persona si è fatta ingiustamente dieci anni di galera e ha una vita distrutta (magari ha perso il lavoro, è stato lasciato dalla moglie, gli amici lo schifano e via dicendo), figuriamoci con la pena di morte in gioco.
E questo rende secondo me impossibile applicare la pena di morte anche in caso di certezza assoluta della colpevolezza dell'imputato. Poiché a parità di crimine deve corrispondere una parità della pena, ritengo ingiusto che per due crimini di eguale entità ma per i quali c'è un diverso grado di certezza della colpevolezza dell'imputato ci siano pene diverse.
Quindi... niente pena di morte.
Innanzitutto complimenti per il sondaggio Emma .
Io sono contrario per tutti i motivi che avete elencato anche voi. ..Lord Beric in particolare ha centrato il mio pensiero: la morte è irreversibile e non si può nel dubbio rischiare di assassinare un innocente. Ho usato il termine assassinio perché NESSUNO stato compreso ha il diritto di togliere la vita a qualcuno.
Sono ateo e per me ognuno ha una sola chance..è terribile togliergli quell'unica chance..se sbagli paghi ok.. ma lo stato?chi la farebbe pagare allo stato?
Ci sono però persone(compresi i criminali) che vedono la morte come via di fuga ed è proprio per questo che ritengo la privazione della libertà molto più efficace. Per i casi più gravi come appunto assassinio,stupro,pedofilia voglio ergastolo senza sconti.
Molti di quelli che sono a favore della pena capitale spesso argomentavano con frasi come "parli così perché non ti sei mai trovato nella situazione di un familiare ucciso"..magari è vero e spero di non scoprirlo mai ma se penso che io soffrirò per tutta la vita la scomparsa della persona cara mentre il colpevole l'ha "scampata" venendo giustiziato non trovo alcun sollievo. Se invece so che il colpevole per il resto dei nostri giorni soffrirà in carcere..ecco trovo un po' di consolazione in questo.
Contraria e la penso come Lord Beric
Fondatrice dei Comitati
J.W.F.D. Jonny Wilkinson Fammi un Drop - M.N.Ü.A. Manuel Neuer Über Alles - M.B.F.C. Michael Ballack Fan Club
Membro del Comitato P.J.L. Comitato Pro Jaime Lannister - Membro del Comitato G.M.S.S. Giù le mani da Sansa Stark, per la difesa della giovane lupa (gemellato con G.M.A.S. Giù le mani da Arya Stark) - Membro del Comitato W.F.D.M. Walder Frey deve morire (possibilmente nel crollo delle sue torri) - Membro del Comitato GATTARYS! Comitato Gatti Uniti per Ser Balzo sul Trono di Spade - Membro del Comitato M.L.C.V.I.R.D. Ma con La Carne ci Vuole Il Rosso di Dorne - Membro del T.B.D.F. Team Baciate dal Fuoco - Membro del Comitato F.F.C. Folletto Fan Club
Never forget what you are. The rest of the world will not. Wear it like armor, and it can never be used to hurt you.
In primo luogo la morte è una sentenza piuttosto definitiva, Sfere del Drago a parte, e se uno condanna un innocente è difficile tornare indietro. Già è complicato tornare indietro quando si scopre che una persona si è fatta ingiustamente dieci anni di galera e ha una vita distrutta (magari ha perso il lavoro, è stato lasciato dalla moglie, gli amici lo schifano e via dicendo), figuriamoci con la pena di morte in gioco.
E' vero, c'è anche questo aspetto da tenere in considerazione.
Si sono d'accordo con voi, anche io sono contraria! La privazione della libertà è molto più costrittiva psicologicamente. La morte non è dolorosa, o almeno dura pochissimo, invece una vita in prigione è molto più difficile da sopportare.
Esattamente, dato che non credo che esista un Inferno con fiamme e Belzebù che pungola le terga col forcone credo che la cosa più simile e adatta a espiare la propria colpa sia appunto una vita dietro le sbarre, piuttosto che la morte dopo cui non sia ha più percezione di nulla.
Molti di quelli che sono a favore della pena capitale spesso argomentavano con frasi come "parli così perché non ti sei mai trovato nella situazione di un familiare ucciso"..magari è vero e spero di non scoprirlo mai ma se penso che io soffrirò per tutta la vita la scomparsa della persona cara mentre il colpevole l'ha "scampata" venendo giustiziato non trovo alcun sollievo. Se invece so che il colpevole per il resto dei nostri giorni soffrirà in carcere..ecco trovo un po' di consolazione in questo.
Sì anche a me spesso è capitato di leggerlo... Di sicuro sarebbe terribile trovarsi in una situazione del genere, forse a caldo anche a me verrebbe da pensare "Vorrei che morisse", ma poi credo non sarebbe di alcuna consolazione.
Qualche anno fa avevo anche letto un articolo su una rivista in cui dopo alcuni mesi veniva chiesto ai parenti delle vittime (quasi tutti favorevoli alla pena capitale subito dopo i delitti) se avessero provato alcun sollievo o senso di giustizia per l'esecuzione e la stragrande maggioranza aveva risposto di no... Era su una rivista cartacea, ma provo comunque a ricercarlo.
PS Grazie
Vedo che finora siamo tutti concordi!
Contrario, perchè vedo la morte come una via d'uscita troppo facile, è molto più duro un ergastolo!!
E lascerei sempre anche la possibilità di ridurre le pene, con la possibilità di offrire una seconda chance (naturalmente da valutare con la massima attenzione se è il caso di farlo)
Poi se mi ci trovassi in una situazione del genere non so come reagirei, ma sarei scosso e non ragionerei bene, probabilmente lo/la vorrei morto/a...ma a mente fredda confermo quanto detto sopra.
Assolutamente contrario, per tutta una serie di ragioni esposte in vario modo da chi ha scritto finora:
1) La prima e più importante: la possibilità di condannare un innocente. Pensare che chi viene condannato dal sistema giudiziario è sempre colpevole e quindi si merita la sua pena vuol dire essere davvero ignoranti in materia, un minimo di ricerca storica rivela come i casi di errori giudiziari siano purtroppo presenti. Non oso nemmeno immaginare come debba sentirsi un condannato a morte che sa di essere innocente.
2) Altra motivazione molto importante, il fatto che la morte è tutto sommato una pena comoda per chi ha commesso crimini orrendi. L'ergastolo può essere molto peggio, specialmente se in carcere diventi il bersaglio di trattamenti speciali.
3) L'effetto che la pena di morte ha sulla società esterna. In una società con pena di morte, come sono gli USA, si assiste a un pietoso stato di regressione della comprensione e dell'empatia umana, ad un ritorno a "tu ammazzare mio mammut, io ammazzare te". Voglio pensare che siamo migliori di questo.
Faccio tuttavia un'eccezione per quanto riguarda un caso particolare: il tradimento in periodo di guerra. Non so se ancora il nostro codice militare lo preveda, ma un tempo per chi tradiva durante un conflitto era prevista l'esecuzione. Ora, augurandomi di non dovermi trovare mai in guerra, io sono favorevole a questo: in battaglia occorre avere la certezza che chi sta dalla tua parte è pronto a rischiare la vita per te come tu lo sei per lui/lei. Togliere questo vuol dire far crollare tutto e condannare a morte tutto il resto dell'esercito. Un qualcosa che, in una situazione estrema come quella, va assolutamente evitato. Naturalmente a questo punto il discorso diventa definire cosa può essere effettivamente considerato tradimento (non vedrei come tale ad esempio il rifiuto di sparare su civili innocenti o di torturare prigionieri di guerra, protetti dalla convenzione di Ginevra) e cosa può essere considerato stato di guerra. Ma questo esula dal topic in corso, quindi lo lascio fuori da qui.
Contrario . Con la morte del condannato non si risolve nulla , ne ci guadagna la famiglia della vittima che potrà provare solo per pochissimo tempo un misero senso di giustizia ne ci guadagna la comunità. Invece la giusta punizione è il lavoro forzato , fargli spaccare la schiena in lavori massacranti e/o in lavori che comportano un certo rischio ( operai che scavano una galleria ad es. ) . Poi se qualcuno esiste lassù deciderà
Peccato che, con tutte le leggi fatte approvate e modificate (non dico che siano sbagliate eh, ma in questo caso rappresenterebbero un'eventuale "ostacolo") sui diritti dell'uomo e del cittadino, il lavoro forzato sia qualcosa di "non contemplabile"; e che, nonostante le rigide pene previste per assassini e criminali della peggior specie, esistano comunque cavilli legali che permettano i vari premi per buona condotta, la scarcerazione anticipata e tutte una serie di amenità che non danno parimenti un vero senso di giustizia.
Con questo non dico di essere favorevole alla pena di morte, anzi; tuttavia si tratta di un'argomento molto controverso che mi porta a riflettere sul fatto che, per quanto sia reale e concreto il rischio di condannare un'innocente, esiste anche l'altrettanto reale e concreta possibilità di fare uscire (per i vari cavilli sopra espsoti) dal carcere persone potenzialmente pericolose e recidive......e le cronache recenti e/o meno recenti l'hanno spesso dimostrato.
Pertanto, non posso dire di avere un'effettiva posizione in merito alla pena di morte; l'unica certezza è che se è vero che la giustizia è un valore assoluto ed imprescindibile, è altrettanto vero che viene amministrata da uomini per loro stessa natura fallibili e/o corruttibili.
In senso assoluto sarei contraria alla pena di morte; ma pragmaticamente non riesco a non pensare a tutti gli errori giudiziari a causa dei quali sono morte persone innocenti perché un pazzoide è stato liberato prima del tempo/condannato ad una pena troppo lieve.....
"Mangia questa mela: diventerai un dio"
All'essere umano piace giocare a fare dio, è la più antica e logorante delle sue ambizioni: clonare essere viventi, forzare la genetica, modificare gli habitat e anche disporre della vita di altri a proprio piacimento.
Nella pena di morte c'è il fatto di credere che ci siano crimini che solo la morte possa compensare e che quella sia l'unica forma di giustizia possibile. Solo che l'uomo è un essere imperfetto e fallibile, che i confini tra giustizia e vendetta sono spesso più fragili e sottili di quanto non si riesca ad ammettere e che ci sono orrori che rendono difficile essere lucidi, etici, morali, obiettivi quanto invece sarebbe necessario per poter prendere una simile decisione.
Alla domanda se sono pro o contro alla pena di morte quindi, io, come i più, rispondo senza esitazione: "contro". Devo, però, essere onesta: ci sono crimini e criminali di fronte ai quali mi dichiarerei comunque "contro", ma con qualche esitazione in più.
Sono contraria alla pena di morte perché credo che le colpe si debbano affrontare, con tutte le loro conseguenze, in questa vita prima che nella prossima.
Soprattutto, sono contraria alla pena di morte perché l'uomo non è dio e non può diventarlo, come per altro dimostrato dall'episodio della mela.
Argomento difficile. A caldo, con un amico o un parente assassinato, probabilmente vorrei solo vedere il responsabile morto, nella peggior maniera. Però come anche Martin ci insegna nei suoi libri, la vendetta spesso si ritorce contro a chi la porta avanti. Pertanto trovo che, come detto finora, un ergastolo o comunque la possibilità che il criminale possa essere confinato in quattro mura, privato di tutte le sue libertà e volontà sia ben più consolante di sapere che "sì, lo hanno giustiziato...ma ora quale conforto avrò dalla sua condanna?".
Insomma, è una questione complessa, e come dice Darklady gli uomini che amministrano la giustizia spesso e volentieri non la applicano correttamente. Il problema delle carceri è purtroppo attuale e sembra puntare verso il collasso, ma bisogna perseverare in questa direzione. Sono e dovrebbero essere lontani i tempi delle decapitazioni, degli squartamenti, delle impiccagioni. Negli USA utilizzano le iniezioni, ma stiamo sempre lì. Umanamente possiamo capire l'amico o il parente della vittima uccisa, ma bisogna pensare a ciò che avviene dopo...la "vendetta" si sarà consumata così, senza lasciarti alcuna soddisfazione, se non puramente effimera.