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Licia Troisi e il fantasy italiano
A di Argon Targaryen
creato il 04 dicembre 2011

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Inviato il 26 dicembre 2011 9:16

Nessuno credo dica che solo da noi ci sono porcherie. Io ho letto molto fantasy straniero e ci sono cose veramente turpi. Il marketing USA sappiamo che è efficace. Sappiamo che vendono prodotti scadenti come se fossero oro. (vedi McDonalds, GF, CocaCola) Ma il tema del post è il fantasy italiano. Credo che per scrivere fantasy bisogna aver letto fantasy, aver approfondito la materia. Io tiro con l'arco e se leggo una boiata tecnica, il libro mi diventa subito indigesto. Ma è pur vero, e lo ripeto, che l'utente medio fantasy si beve tutto. Vuoi per l'età, vuoi perchè non ha letto niente prima, vuoi perchè la cultura è quella che è...Il problema è comunque non risolvibile, gli scrittori che scrivono male ci saranno sempre e ci sarà chi li difende a spada tratta (per star in tema), noi pochi leggiamo Martin e alcuni altri, bene, siamo pochi e siamo felici che ci sia qualcuno che crea un opera d'arte epica ed emozionante, con personaggi veri e reali.

Gli altri? Che se li prendano gli estranei!


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Mornon
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Inviato il 26 dicembre 2011 9:20

Il problema sono gli editori, gli autori, semplicemente, si adeguano, hanno una fanbase che li giustifica ( perché se per ogni critica letteraria seria io ricevo venti "Sei un fenomeno continua così" io leggo la critica seria, sorrido, e vado avanti come sempre, soprattutto se io penso di scrivere bene, perché mi piace quello che scrivo.)

Il problema sono anche gli autori: se non sanno fare autocritica, se ignorano le critiche fondate, se non s'informano per valutare la fondatezza di eventuali errori segnalati con argomentazioni (evidentemente pensando di essere perfetti), il problema non parte dagli editori.

Vale piú una critica argomentata di mille "Sei un fenomeno continua cosí" immotivati, se uno non lo capisce e non si degna neanche di approfondire non è esente da responsabilità.


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Inviato il 26 dicembre 2011 10:13

Gli autori se ne fregano. Sono interessati ai soldi. Quando ne hanno tanti cominciano a fare cose per l'autostima, all'inizio invece si auto-referenziano, azzerano le critiche e vivono sugli allori . Questo succede soprattutto nella musica.


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Inviato il 26 dicembre 2011 12:42

Però il discorso fondamentale è questo: sicuramente il mercato dell'editoria italiana non è virtuoso, non favorisce la qualità; Ma il mercato americano o britannico non sono troppo migliori; Ci sono pessimi prodotti Fantasy anche di lingua inglese che vendono moltissimo, in patria, e non lasciano i confini; Il problema semmai è che a noi mancano autori in grado di sfondare sul piano internazionale (anché se, letterariamente, la Rowling e Paolini non sono dei fenomeni e hanno venduto a livello mondiale; Sono meglio della Troisi non c'è dubbio, ma hanno avuto dietro un buon marketing.)

Il problema sono gli editori, gli autori, semplicemente, si adeguano, hanno una fanbase che li giustifica ( perché se per ogni critica letteraria seria io ricevo venti "Sei un fenomeno continua così" io leggo la critica seria, sorrido, e vado avanti come sempre, soprattutto se io penso di scrivere bene, perché mi piace quello che scrivo.)

Sai però qual'è la differenza con l'Italia? Che là la spazzatura è minima rispetto a qua, almeno per ora. Se consideri che su tutte le opere di fantasy italiano italiano quelle che si salvano, cioè che raggiungono almeno la sufficienza, si conteranno sulle dita di una mano, capisci anche tu che la situazione USA è decisamente migliore. Ovvio, anche loro (come tutti), hanno i loro Troisi e Dazieri vari, ma là sono di meno. Perché? Perché sono più professionali. Ergo, un lettore con un minimo di conoscenza del genere non potrà fare a meno di essere meglio predisposto per un fantasy straniero piuttosto che per uno italiano. Non è esterofilia, è semplice buon senso. Poi magari si troverà davanti un Paolini con Eragon e sarà deluso lo stesso, però la probabilità che ciò accada è significativamente minore.

 

Arrabbiarsi è giusto? Si! Prendersela con l'autore è liberatorio, ma inutile, perché l'effetto dissuasivo di una critica letteraria violenta è minimo; mentre dire, guarda, questo libro è pessimo letterariamente, per questo, questo e quest'altro motivo, senza porsi in maniera aggressiva di solito è più efficace.

Può essere sbagliato, ma la maggior parte delle persone associa ad un modo di porsi aggressivo posizioni deboli;

Ti faccio un esempio: Gordon Ramsey ha ragione sul 99% delle cose che dice, quando parla di cucina, ma, in un dibattito pubblico la maggioranza lo ha trovato insopportabile, perché era inutilmente aggressivo.

Le persone percepiscono l'aggressività come arroganza, e l'arroganza, quando devi convincere qualcuno, è un handicap enorme.Quindi, detto che adesso condivido gran parte delle tue posizioni, Guardiano, secondo me il modo che scegli è controproducente rispetto al tuo scopo.

La forma, purtroppo, non è indifferente nella cumunicazione, qualsiasi tipologia di comunicazione.

Come lo dici, di solito, è importante quanto cosa dici, se non di più.

 

Tutto giusto, se non fosse che anche le critiche più motivate non hanno avuto effetto su quella gente. E' molto semplice, Argon: prima provi con le buone e, constatato che esse non funzionano, passi alle cattive. Non cambia niente come risultato, perché i vari scrittori/editor/editori/giornalisti continuano a ignorarti, ma almeno facendo rumore qualcuno s'incuriosirà, ti ascolterà e forse gli si aprirà la mente. Non arrivo al punto di credere, come fa Gamberetta, che "l'educazione è l'ultimo rifugio degli imbecilli", però è anche vero che quella gentaglia troppo spesso si nasconde dietro le "buone maniere" solo per prenderti in giro e ignorarti quando sei educato, dandoti poi del maleducato quando cominci a colpire più duro.

 

Nessuno credo dica che solo da noi ci sono porcherie. Io ho letto molto fantasy straniero e ci sono cose veramente turpi. Il marketing USA sappiamo che è efficace. Sappiamo che vendono prodotti scadenti come se fossero oro.

 

Vero, anche là ci sono boiate. Ma guarda anche la percentuale di roba scritta in maniera decente e vedrai che supera quella nostra.

 

Il problema sono anche gli autori: se non sanno fare autocritica, se ignorano le critiche fondate, se non s'informano per valutare la fondatezza di eventuali errori segnalati con argomentazioni (evidentemente pensando di essere perfetti), il problema non parte dagli editori.

Vale piú una critica argomentata di mille "Sei un fenomeno continua cosí" immotivati, se uno non lo capisce e non si degna neanche di approfondire non è esente da responsabilità.

 

E, nel non approfondire, rivela tutta la sua immaturità, come è tipico dei nostri Troisi, Strazzulla, Ghirardi, ecc.


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Mornon
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Inviato il 26 dicembre 2011 13:00

Se consideri che su tutte le opere di fantasy italiano italiano quelle che si salvano, cioè che raggiungono almeno la sufficienza, si conteranno sulle dita di una mano, capisci anche tu che la situazione USA è decisamente migliore

In realtà da quello non si capisce: la produzione estera è - per semplici motivi numerici - enormemente maggiore di quella italiana, e qui ne arriva solo una minima parte selezionata; su che base escludi che nell'enorme massa che non ci arriva ci siano talmente tante opere scadenti (vedi il coacervo di opere su D&D e simili, che nella massa non hanno esattamente una qualità eccelsa) da rendere la situazione qualitativamente analoga a quella italiana?

Se crediamo al Duca, "È dal 1987 che gli editor e i critici statunitensi si lamentano che non si fa più editing decente sui testi e ogni anno va sempre peggio. Anche nell'aMMeriga che tanti sognano" (http://www.steamfant...alva-leditoria/), quindi la situazione non sembra esattamente rosea; su cosa ti basi per dire che "la situazione USA è decisamente migliore"?


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Guardiano della notte
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Inviato il 26 dicembre 2011 21:44

Scusami, mi sono espresso male. Quello che avrei dovuto/voluto scrivere era "Se consideri che, prendendo tutte le opere di fantasy italiano, quelle che si salvano sono pochissime, mentre nel mercato USA sono in numero maggiore, capisci anche tu che per un lettore andare a pescare nel mercato USA è la soluzione migliore, perché trova più roba buona". In sostanza, io mi riferisco al numero assoluto di opere meritevoli, che negli USA, essendo il quantitativo di opere prodotte decisamente maggiore, come fai notare tu, è superiore a quello italiano.

 

A livello di percentuale, non so in effetti com'è la situazione. Per quanto riguarda l'Italia, sulla quarantina di autori pubblicati che hanno scritto fantasy, solo quattro di loro, in base a letture personali/recensioni lette/chiacchiere con professionisti del settore, hanno scritto buone opere ("Pan" di Dimitri, il ciclo di Eymerich di Valerio Evangelisti, il Ciclo dell'Anno Mille di Mariangela Cerrino, i romanzi/racconti sulle Amazzoni di Gianluigi Zuddas) e tra questi solo Evangelisti, Zuddas e Dimitri, con i lavori citati, possono competere con i migliori autori stranieri.

Negli USA, gli iscritti alla SFWA sono quasi duemila, ma non so quanti di questi abbiano scritto fantasy, né conosco la percentuale esatta di questi che ha scritto buone opere. Volendo prendere come base il dato dell'Italia (4 buoni scrittori su 40, cioè il 10%) e stabilendo che almeno la metà di quelli iscritti alla SFWA ha scritto fantasy, vorrebbe dire che gli USA dovrebbero avere almeno 101 bravi scrittori per superarci. Sinceramente però qui siamo nel campo della pura speculazione, in assenza di dati certi, quindi parlare di "situazione migliore negli USA" in senso di "probabilità maggiore di avere buone opere USA" è in effetti un errore e ti sono grato per avermelo fatto notare, Mornon.



joramun
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Inviato il 26 dicembre 2011 21:56

Però il discorso fondamentale è questo: sicuramente il mercato dell'editoria italiana non è virtuoso, non favorisce la qualità; Ma il mercato americano o britannico non sono troppo migliori;

È infinitamente migliore:lì il rapporto m***a-roba di qualità è 20-80....da noi è 90-10....

Ti faccio un esempio: Gordon Ramsey ha ragione sul 99% delle cose che dice, quando parla di cucina, ma, in un dibattito pubblico la maggioranza lo ha trovato insopportabile, perché era inutilmente aggressivo.

La parte in grassetto è tutto ciò che conta....il resto della frase,l'insopportabilità e tutto,è solo il nome che gli ignoranti non hanno il coraggio di dare alla propria ignoranza.

Può essere sbagliato, ma la maggior parte delle persone associa ad un modo di porsi aggressivo posizioni deboli;

 

La maggior parte delle persone crede che Licia Troisi sia una brava autrice fantasy...

Come lo dici, di solito, è importante quanto cosa dici, se non di più.

 

Ma assolutamente no...

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Inviato il 27 dicembre 2011 9:44

È infinitamente migliore:lì il rapporto m***a-roba di qualità è 20-80....da noi è 90-10

Stessa domanda fatta a Guardiano: fonti?

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Metamorfo
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Inviato il 27 dicembre 2011 10:16

È infinitamente migliore:lì il rapporto m***a-roba di qualità è 20-80....da noi è 90-10

Stessa domanda fatta a Guardiano: fonti?

 

Non può esistere una tale fonte, perchè non esiste una statistica basata sulla misurazione di cosa sia m**** e cosa sia qualità.

Un dato si può dare rispetto alla cultura della scrittura: negli USA, le Università hanno come materia indipendente la Scrittura Creativa, ed esistono numerosi e importanti seminari e master (oltre alle scuole a pagamento): l'idea è di formare professionisti della scrittura esperti e preparati. In Italia, la stragrande maggioranza delle volte, si naviga a vista, con esordienti che, anche per colpe non loro, si gettano nella mischia da ignoranti o da autodidatti.


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Mornon
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Inviato il 27 dicembre 2011 10:32

Se non può esistere una tale fonte (e non concordo: se partiamo dal presupposto che la qualità di un testo possa essere valuata su criteri tecnici, possono benissimo esistere studi, articoli, libri, qualcosa che analizzi la cosa), dare percentuali si basa sul nulla, quindi a fronte del dato di Joramun posso dire che in realtà è il contrario e le due affermazioni hanno lo stesso, identico valore (ossia nullo).

Anche perché, se è vero che è da oltre vent'anni che gli editor americani si lamentano che non si fa piú editing decente, i presupposti non sono rosei.


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Argon Targaryen
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Inviato il 27 dicembre 2011 15:34 Autore

Joramun, se uno vuole migliorare una situazione negativa, non basta dire il vero, devi anche convincere gli altri che lo stai dicendo;

Se chi devi convincere ti percepisce come un arrogante e non ti ascolta, hai parlato a vuoto oltre a esserti fatto il sangue cattivo perdendo le staffe!A chi giova?

Delle due l'una, o si vuole migliorare la sitazione, e si fa qualcosa, cercando di convincere coloro che non la pensano come noi, oppure non si fa nulla, ma a quel punto a che serve discutere? Se devi convincere chi pensa che l'arroganza sia segno di posizione debole non devi mostrare arroganza o fallirai.Se non vuoi convincere nessuno, poi, d'accordo, ma non ti lamentare allora se molte persone continuano a pensare che la Troisi sia una grande autrice Fantasy.

Se leggi un qualsiasi manuale di Comunicazione Politica (ti consiglio Con-vincere di Donato Bendicenti, Donzelli Editore) capirai che invece è assolutamente vero che come lo dici conta quanto quello che dici, se non di più!


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Inviato il 27 dicembre 2011 16:00

Nessuno credo dica che solo da noi ci sono porcherie. Io ho letto molto fantasy straniero e ci sono cose veramente turpi. Il marketing USA sappiamo che è efficace. Sappiamo che vendono prodotti scadenti come se fossero oro. (vedi McDonalds, GF, CocaCola) Ma il tema del post è il fantasy italiano. Credo che per scrivere fantasy bisogna aver letto fantasy, aver approfondito la materia. Io tiro con l'arco e se leggo una boiata tecnica, il libro mi diventa subito indigesto. Ma è pur vero, e lo ripeto, che l'utente medio fantasy si beve tutto. Vuoi per l'età, vuoi perchè non ha letto niente prima, vuoi perchè la cultura è quella che è...Il problema è comunque non risolvibile, gli scrittori che scrivono male ci saranno sempre e ci sarà chi li difende a spada tratta (per star in tema), noi pochi leggiamo Martin e alcuni altri, bene, siamo pochi e siamo felici che ci sia qualcuno che crea un opera d'arte epica ed emozionante, con personaggi veri e reali.

Gli altri? Che se li prendano gli estranei!

 

A me piace leggere di tattica e strategia e molte uscite di Martin sono boiate assurde e indigeribili. Ma visto che la cultura media è quella che è difficile che qualcuno si accorga che trattasi di boiata con situazioni del tutto paradossalil. Per fare un'opera epica e emozionante basta avere personaggi veri e reali? (e su molti ho molte riserve come per Jaime etc.)

A mio parer no.


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Inviato il 27 dicembre 2011 22:18

Però il discorso fondamentale è questo: sicuramente il mercato dell'editoria italiana non è virtuoso, non favorisce la qualità; Ma il mercato americano o britannico non sono troppo migliori; Ci sono pessimi prodotti Fantasy anche di lingua inglese che vendono moltissimo, in patria, e non lasciano i confini; Il problema semmai è che a noi mancano autori in grado di sfondare sul piano internazionale (anché se, letterariamente, la Rowling e Paolini non sono dei fenomeni e hanno venduto a livello mondiale; Sono meglio della Troisi non c'è dubbio, ma hanno avuto dietro un buon marketing.)

 

Personalmete non credo che il punto sia il successo "internazionale" dell'autore. [breve nota. Anche l'ultimo dei blogger sa che se il suo blog lo tiene in inglese verrà letto da più persone, a patto che sia capace di scrivere in Inglese]

 

Ora io considero di buon livello la Rowling, ed assai scadente Paolini (per motivi diversi dalla Troisi), però se guardiamo la letteratura in lingua inglese abbiamo molteplici ottimi autori, poi ognuno avrà i suoi preferiti okkay. Le ciofeche basta non comprarle. Come fantasy Italiano cosa abbiamo? La Troisi, e poco altro, se rimaniamo nel "canonico". (poi potremmo considerare Fantasy anche certe opere di Eco o Manfredi che deviano dal romanzo storico...)

 

Il problema sono gli editori, gli autori, semplicemente, si adeguano, hanno una fanbase che li giustifica ( perché se per ogni critica letteraria seria io ricevo venti "Sei un fenomeno continua così" io leggo la critica seria, sorrido, e vado avanti come sempre, soprattutto se io penso di scrivere bene, perché mi piace quello che scrivo.)

Arrabbiarsi è giusto? Si! Prendersela con l'autore è liberatorio, ma inutile, perché l'effetto dissuasivo di una critica letteraria violenta è minimo; mentre dire, guarda, questo libro è pessimo letterariamente, per questo, questo e quest'altro motivo, senza porsi in maniera aggressiva di solito è più efficace.

 

Lasciamo stare lo "stile" (che se rimaniamo nel caso "Troisi", lo trovo anche discreto). Il problema non è come vengono dette le cose ma cosa viene detto!

 

A me piace leggere di tattica e strategia e molte uscite di Martin sono boiate assurde e indigeribili. Ma visto che la cultura media è quella che è difficile che qualcuno si accorga che trattasi di boiata con situazioni del tutto paradossalil. Per fare un'opera epica e emozionante basta avere personaggi veri e reali? (e su molti ho molte riserve come per Jaime etc.)

A mio parer no.

 

Okkay, si leggono cose che lasciano sbalorditi dalla meraviglia, cose che fanno inarcare un sopracciglio e cose che danno i conati di vomito, e mille possibilità intermedie. In questi casi io dico sempre "la cosa fondamentale è non essere il caso pessimo" (ma raggiungere la soglia dell'accettabile).


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Inviato il 28 dicembre 2011 3:20 Autore

Il come, Hildebrand, era riferito allo stile di critica, non a quello della Troisi; Abbiamo citato spesso il marketing, ecco, visto che alla base del successo di molti scrittori non bravi c'è il marketing, se si vuole contrastare, almeno in piccola parte, questa deriva bisogna saper comunicare, nel nostro piccolo, bene quanto chi fa marketing. Per questo, insisto, nella comunicazione, come dici qualcosa è importante tanto quanto quello che dici.


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Inviato il 28 dicembre 2011 10:40

"In questi casi io dico sempre "la cosa fondamentale è non essere il caso pessimo" (ma raggiungere la soglia dell'accettabile)."

 

Beh, un esercito regio che da l'assalto a una capitale nemica con difese formidabili senza nemmeno aver piantato le tende... è da conati di vomito. Stesso dicasi per una carica di cavalleria che sfonda frontalmente un riccio di lance.

Poi di esempi ce ne son quanti ne vuoi.

Insomma, a noi piace Martin, piace il suo stile etc., ma questo non ne fa un'opera d'arte epica e emozionante etc.

 

Concordo sia emozionante, che riesce a prendere il lettore (lasciam stare per carità gli utlimi libri)... ma teniam conto che non prende nemmeno tutti eh! E non parlo di persone che invece apprezzano la Troisi, ma di persone che han letto e parecchio.

Eppure la trovano piena di pathos, ma poco interessante.

E sull'epica... boh, non è che un'opera mi sembra epica perché ci parla delle rose che lasciano i cavalli da guerra sul campo di battaglia... mentre invece ci mostra situazioni inverosimili a raffica e deus ex machina a rotta di collo quando non si sa come salvare i cocchi dalle situazioni più catastrofiche.


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