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Licia Troisi e il fantasy italiano
A di Argon Targaryen
creato il 04 dicembre 2011

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Argon Targaryen
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Argon Targaryen
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Inviato il 09 dicembre 2011 3:14 Autore

Se le regole da voi citate fossero inderogabili, allora tutti coloro che leggono libri di genere, dovrebbero pensarla allo stesso modo; A prescindere che si consideri valido o meno il criterio del successo, il successo dipende, fra le altre cose, dal gradimento, la domanda è quindi, il gradimento dipende dalla qualità del libro? Se per qualità si intendono i criteri da voi indicati decisamente no; Ma il vostro assunto di base, confermato dalla ricerca, voi dite, è che tutte le menti razionali ragionano nel modo da voi indicato, quindi apprezzano un libro che segue questi criteri mentre disprezzano quelli che non lo fanno? Giusto? Bene, dunque tutti quelli che leggono un libro di genere dovrebbero istinivamente concordare, e cercare, a prescindere dal gusto soggettivo, quegli autori che soddisfano questo criterio, a discapito di quelli che non lo fanno;perchè altrimenti sarebbero irrazionali, se negassero una reazione automatica, come distogliere lo sguardo da una luce troppo forte.

Tuttavia così non è, le persone non adottano in massa istintivamente questo criterio, vista la popolarità e il siuccesso degli autori che non seguono questo criterio.Qesto dimostra che una quota non trascurabile della popolazione razionale non segue il criterio da voi descritto, ovvero non giudica esclusivamente la storia.La teoria è quindi evidentemente non valida a livello assoluto.

Caro Joramun, diversamente da quando parliamo di regole in senso giuridico e scientifico, quando parliamo di regole in senso di comportamenti umani, le regole non indicano l'obbligo ma solo la tendenza generale.Così funziona nelle scienze sociali.

La scrittura è una forma d'arte, come le altre, e come le altre, di genere in genere obbedisce a regole diverse,che ci sono, ma come ho detto non sono assolute, perchè soggette ai non del tutto prevedibili processi di elaborzione della mente umana. L'architettura non è un arte in senso proprio del termie, mentre la decorazione, di interni e di esterni che ad essa si accompagna lo è proprio perchè libera da quella che Wilde chiamava la schiavitù dell'utilità.

Le costanti culturali si applicano alle culture, non agli individui, i cui coportamenti sono condizionati anche da essi ma non solo.

Infine, la frase in neretto non è contraddittoria, semplicemente la decisione sarà arbitraria,non hai però contestato le mie definizioni separate;Ho descritto due cose diverse o no?L'autore poi serve a dare spunti per nutrire la Fantasia;Gli imput iniziali che scatenano la curiosità, che, lasciata inappagata dall'autore porta il lettore a sublimare, con la Fantasia.Per intendersi, se mi parlano di un Re grasso con un martello in mano,l'immagine di Robert Baratheon con il suo elmo cornuto mi apparirà chiara in mente, ma se io non avessi materiale su cui basarmi, dovrei pensare io a quanto è grasso il re, a che faccia ha, quanto è alto;Ha una sua utilità, questo sforzo che faccio.

Il problema vero a questo punto, però potrebbe essere un altro ( e se me ne fossi accorto prima ci saremmo forse risparmiati cinque pagine accese);E se la Troisi, la Strazzulla, La Meyer ed altre autrici non dovessero essere giudicate con i canoni del Fantasy ma con i canoni di un sub-genere,chiamabile Teen-Fantasy?

Mi pare siano facilmente identificabili dei criteri oggettivi per valutare il subgenere, e su questa base possiamo tranquillamente dire che la Troisi scrive dell'ottimo Teen-Fantasy, così salviamo baracca e burattini.

Una scappatoia, direte voi, si, ma anche un modo per conciliare un dato sociale con uno letterario che paiono inconciliabili, ma non dovrebbero esserlo, visto che "i vari aspetti del comportamento umano sono collegati!"(Cfr Max Weber, Studi critici sulla logica delle scienze e della cultura.)

Al Guardiano della Notte, hai ragione, la rete è accessbile a tutti, ma a volte l'ansia di rispondere, in una discussione accesa come questa porta a trascurare comportamenti di buona educazione;Ma non per mancanza di rispetto, anzi, per non far attendere l'interlocutore;(Per la Le Guin chiedo venia, ma l'edizione che ho io della Saga di Terramare riporta Leguine per errore di stampa, e mi si è fissata in testa la dicitura errata!)



joramun
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joramun
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Inviato il 09 dicembre 2011 10:13

Se le regole da voi citate fossero inderogabili, allora tutti coloro che leggono libri di genere, dovrebbero pensarla allo stesso modo; A prescindere che si consideri valido o meno il criterio del successo, il successo dipende, fra le altre cose, dal gradimento, la domanda è quindi, il gradimento dipende dalla qualità del libro? Se per qualità si intendono i criteri da voi indicati decisamente no; Ma il vostro assunto di base, confermato dalla ricerca, voi dite, è che tutte le menti razionali ragionano nel modo da voi indicato, quindi apprezzano un libro che segue questi criteri mentre disprezzano quelli che non lo fanno? Giusto? Bene, dunque tutti quelli che leggono un libro di genere dovrebbero istinivamente concordare, e cercare, a prescindere dal gusto soggettivo, quegli autori che soddisfano questo criterio, a discapito di quelli che non lo fanno;perchè altrimenti sarebbero irrazionali, se negassero una reazione automatica, come distogliere lo sguardo da una luce troppo forte.

Sbagliato.

Queste regole ti indicano soltanto quale sia il modo più efficace per raccontare ciò che hai scelto di raccontare.i indicano il come......il cosa resta all'immaginazione dell'autore.

Tuttavia così non è, le persone non adottano in massa istintivamente questo criterio, vista la popolarità e il siuccesso degli autori che non seguono questo criterio.

"Miliardi di mosche non possono sbagliare:la m**da è buona!!!"

La quantità non è un fattore valido per determinare la qualita

Caro Joramun, diversamente da quando parliamo di regole in senso giuridico e scientifico, quando parliamo di regole in senso di comportamenti umani, le regole non indicano l'obbligo ma solo la tendenza generale.Così funziona nelle scienze sociali.

Le costanti culturali si applicano alle culture, non agli individui, i cui comportamenti sono condizionati anche da essi ma non solo.

No.Esistono costanti alle quali tutti gli individui di tutte le culture si adeguano:per es. il tabù dell'incesto rappresenta una di queste costanti a cui,salvo rarissimi casi statisticamente non rilevanti,tutti gli individui di tutte le culture si adeguano.

La scrittura è una forma d'arte, come le altre, e come le altre, di genere in genere obbedisce a regole diverse,che ci sono, ma come ho detto non sono assolute, perchè soggette ai non del tutto prevedibili processi di elaborazione della mente umana. L'architettura non è un arte in senso proprio del termine, mentre la decorazione, di interni e di esterni che ad essa si accompagna lo è proprio perchè libera da quella che Wilde chiamava la schiavitù dell'utilità.

Beh,Oscar Wild ha detto talmente tante frasi fatte (io le chiamo ca**ate,ma tant'è),che una in più una in meno non fa tanta differenza..... <img alt=" />

Ho utilizzato l'architettura perchè pensavo fosse più lineare come esempio,ma a ben pensarci il ragionamento può essere esteso anche a quei mestieri definiti "artistici" (fermo restando che l'Arte è il territorio in cui si rifugiano quelli che al solo sentire parlare di regole hanno la rogna,per celare la loro incompetenza).

Un pittore che ignori quali siano gli schemi di base attraverso i quali si mescolano i colori,non potrà mai utilizzarli in maniera creativa.

Infine, la frase in neretto non è contraddittoria, semplicemente la decisione sarà arbitraria,non hai però contestato le mie definizioni separate;Ho descritto due cose diverse o no?L'autore poi serve a dare spunti per nutrire la Fantasia;Gli imput iniziali che scatenano la curiosità, che, lasciata inappagata dall'autore porta il lettore a sublimare, con la Fantasia.Per intendersi, se mi parlano di un Re grasso con un martello in mano,l'immagine di Robert Baratheon con il suo elmo cornuto mi apparirà chiara in mente, ma se io non avessi materiale su cui basarmi, dovrei pensare io a quanto è grasso il re, a che faccia ha, quanto è alto;

Mi pareva implicito nella risposta che ho dato,che quelle due definizioni erano abbastanza campate per aria.

E non hai ancora risposto alla domanda:a che serve l'autore se tutto quello di cui hai bisogno è "uno spunto",a che ti serve l'autore?Per uno "spunto" su un castello basta guardare un documentario di History Channel.

Ti rendi conto che ciò significa slegarsi dal racconto?Come fai a sapere che il castello nella tua testa è lo stesso che il narratore voleva descriverti?E se i personaggi dopo devono attraversare un ponte levatoio e tu il castello te lo sei immaginato senza?

Cioè qua non parliamo più di narrativa ma di pi**e mentali.... &gt;_&gt;

 

;Ha una sua utilità, questo sforzo che faccio.

È un utilità che,onestamente,mi sfugge

Il problema vero a questo punto, però potrebbe essere un altro ( e se me ne fossi accorto prima ci saremmo forse risparmiati cinque pagine accese);E se la Troisi, la Strazzulla, La Meyer ed altre autrici non dovessero essere giudicate con i canoni del Fantasy ma con i canoni di un sub-genere,chiamabile Teen-Fantasy?

Mi pare siano facilmente identificabili dei criteri oggettivi per valutare il subgenere, e su questa base possiamo tranquillamente dire che la Troisi scrive dell'ottimo Teen-Fantasy, così salviamo baracca e burattini.

Ma è geniale....

Visto che descrizioni superficiali,character design ridicolo e scontato,scarsa documentazione e scrittura stereotipata sono delle pecche in quasi tutti i generi letterari,inventiamoci un genere in cui tutte queste belle cose diventano dei pregi.... &gt;_&gt;

Tra l'altro come se i teenager fossero dei decerebrati a cui è lecito appioppare qualsiasi porcheria.Ma roba da matti....


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Argon Targaryen
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Argon Targaryen
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Inviato il 09 dicembre 2011 12:28 Autore

In realtà nella Pittura è lo stesso;Autori che vogliono infrangere le regole creano una propria scuola.

L'esempio delle mosche è errato, semplicementeperchè le mosche ragionano in maniera diversa dalle personee;

Sull'incesto, hai detto una colossale scicchezza, perchè c'è un eccezione culturale bella grossa che sono gli egiziani del periodo ellenistico, (e non valeva solo per la casa reale, ma era praticato da buona parte della nobiltà;Alcuni studiosi affermano che sia questa la causa della decadenza della società egiziana dell'epoca, la cui classe dirigente, a causa dell'incesto, soffriva di varie turbe psichiche).Le costanti culturali sono come tutte le regole delle scienze sociali, una tendenza generale.

Riguardo alla tua prima risposta, io non ho parlato di cosa racconti un autore ma di come reagisca il pubblico.Non o parlato di quantità e qualità.

Per essere un psicologo in fieri, Joramun, mi sembra ti sfugga il fatto che la mente umana lavori in modo particolare, e che la Fantasia abbia bisogno di sfide per svilupparsi;

La Fantasia non si nutre di certezze, ma di dubbi;Se l'autore mi parla di un ponte levatoio, lo aggiungerò all'insieme;Certo, si possono trovare spunti da qualsiei parte, in un libro si trova anche una direzione per questi spunti,però.

Non è questione di essere decerebrato, la questione è che la mente di un teenager ha priorità particolari;è meno interessata ad essere coinvolto nella storia quanto ad identificarsi con i personaggi e con gli autori( quindi uno scrittura trasparente non li soddisfa, e un personaggio interessante, ma distante dal loro mododi pensare diventa noioso)e richiede ritmo e nella trama;Quindi effettivamente ciò che normalmente è un difetto diventa un pregio.


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Guardiano della notte
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Guardiano della notte
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Inviato il 09 dicembre 2011 13:11

Sarebbe esatto quello che dici a proposito del teen fantasy se non tenessimo conto del fatto che esistono autori per ragazzi che seguono le famose regole gamberettiane (in realtà non sono regole tirate fuori da Gamberetta, uso questo termine solo per farmi capire rapidamente) e sono ugualmente letti. Sarebbe parimenti esatto se non fosse che i teenager leggono anche libri non indirizzati specificamente a loro e li amano lo stesso, libri scritti per un pubblico "adulto" (nell'accezione di "non esclusivamente giovanile").

Come vedi, se dai ai ragazzi un libro scritto bene, loro non è che lo scartano perché "scritto troppo bene", ma lo leggono. Se poi propini loro delle castronerie come quelle di Troisi e Strazzulla, pompandole col marketing e cercando di far loro ignorare quanto di buono esiste, beh sappiamo tutti come i ragazzi siano influenzabili e come, pur in presenza di opere di valore, diventa a quel punto difficile spingerli verso tali opere. Eppure, nonostante ciò, libri scritti meglio di quelli della Troisi vanno ad un buon ritmo di vendita negli USA e nello UK e bada bene che si tratta di libri fatti puramente per cavalcare l'onda commerciale di certi successi: nonostante questo, risultano scritti decisamente meglio di quelli della Troisi e compagnia bella. Perché? Perché seguono le suddette regole. A questo punto è perfettamente lecito affermare che il fantasy scritto male sia un'anomalia puramente italiana, dovuta all'atteggiamento (pessimo) tutto italiano di non amare le regole e di rifugiarsi "nell'Arte" come scusa per non dover sottostare alle suddette regole.

 

Quanto al resto, la tua affermazione che la Fantasia si nutra di dubbi non tiene conto del fatto che essa si nutra parimenti di dettagli. Se tu mi scrivi "Il castello si ergeva massiccio davanti a lui" io certamente mi immaginerò un castello. Se però tu mi scrivi "Il castello si ergeva massiccio davanti a lui, le possenti mura di granito alte cento piedi che svettavano come montagne sul fossato scuro sottostante, mentre fili di fumo si levavano dalle torri bruciate nel settore nord" è un altro conto. Nel secondo caso, la mia fantasia sta galoppando a spron battuto, perché mi stai fornendo elementi su cui IO posso lavorare ed aggiungere cose, mentre nel primo caso la mia fantasia va al passo, al massimo.

 

Non commento nemmeno il discorso sulle regole e sull'infrangerlo, perché concordo con Joramun nel ritenere quelli che parlano male delle regole e si rifugiano "nell'Arte" come dei codardi che non hanno il coraggio di confrontarsi con le suddette regole. Del resto è lampante come, se andiamo nel puro territorio dell'Arte, vacuo ed etereo, sia possibile evitare ogni critica costruttiva perché ci si trova in un regno completamente soggettivo. Una scappatoia molto comoda per gente come la Troisi e compagnia bella.


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the Imp
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the Imp
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Inviato il 09 dicembre 2011 13:45

Cmq dal discorso emerge una fede incrollabile nelle SACRE REGOLE GAMBERETTIANE. Io direi che un bravo scrittore le segue, un ottimo scrittore sa quando seguirle, e quando violarle. Il che ovviamente non significa giustificare l'autore che manco le conosce e scrive come gli pare a lui.



joramun
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joramun
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Inviato il 09 dicembre 2011 13:48

In realtà nella Pittura è lo stesso;Autori che vogliono infrangere le regole creano una propria scuola.

Per infrangerle ,le regole,prima devi conoscerle.E l'infrazione dovrebbe essere motivata da un preciso intento comunicativo e stilistico.Non le si infrange tanto per infrangerle.... &gt;_&gt; ;

Entrambi questi punti escludono la Troisi

Sull'incesto, hai detto una colossale scicchezza, perchè c'è un eccezione culturale bella grossa che sono gli egiziani del periodo ellenistico, (e non valeva solo per la casa reale, ma era praticato da buona parte della nobiltà;Alcuni studiosi affermano che sia questa la causa della decadenza della società egiziana dell'epoca, la cui classe dirigente, a causa dell'incesto, soffriva di varie turbe psichiche).Le costanti culturali sono come tutte le regole delle scienze sociali, una tendenza generale.

"I tratti universali sono quelli che più o meno distinguono l’homo sapiens da altre specie.

I tratti biologici sono x es il lungo periodo di dipendenza infantile,la sessualità attiva tutto

l’anno,un cervello complesso che consente di utilizzare simboli e linguaggi.

I tratti psicologici sono le modalità di pensiero,di provare emozioni ed elaborare informazioni.. i

tratti sociali sono la vita di gruppo e la presenza di una qualche forma di famiglia. In tutte le

società umane la cultura organizza la vita sociale e dipende dalle interazioni sociali . La vita in

famiglia e la condivisione del cibo sono universali. Tra gli universali culturali più importanti c’è

l’esogamia e il tabù dell’incesto,la cui violazione viene punita in svariati modi in base alla

cultura. L’esogamia è un fenomeno fondamentale per l’evoluzione umana.

"

 

Antropologia Culturale" - C.Kottak - Capitolo 4

 

Con il termine incesto si intendono i rapporti sessuali tra parenti stretti: è considerato

universalmente un tabù, ma le sue definizioni cambiano a seconda delle culture. Presso alcune

culture, come gli Yanomamo, i rapporti sessuali tra cugini incrociati (figli di un fratello e di

una sorella), mentre quelli tra cugini paralleli (figli di due sorelle o due fratelli) sono

considerati incestuosi. Questo perché in alcune società unilineari i cugini incrociati

appartengono al gruppo opposto e non sono considerati parenti. Quindi, in generale, si può

sposare un cugino se non appartiene al proprio gruppo di discendenza (patri o matrilineare).

Le culture dunque definiscono in modo diverso rapporti equivalenti dal punto di vista biologico.

 

Antropologia Culturale - C.Kottak - Capitolo 10

 

Tutte le società proibiscono il matrimonio e i rapporti sessuali con alcuni parenti stretti,in conformità con il modello esogamico noto come tabù dell'incesto.

 

Manuale di Antropologia Culturale - Lavenda/Schultz - Capitolo 12

 

E con questo chiudo sull'argomento.....siamo OT,e combattere contro il tuo relativismo totale inizia a diventare snervante.

 

Per essere un psicologo in fieri, Joramun, mi sembra ti sfugga il fatto che la mente umana lavori in modo particolare, e che la Fantasia abbia bisogno di sfide per svilupparsi;

Che intendi per "particolare"?Ma quali "sfide"?

Questa è una tua personalissima definizione di fantasia

La Fantasia non si nutre di certezze, ma di dubbi

Ma smettila di parlare per frasi fatte che non vogliono dire nulla.... &gt;_&gt; >_> ;

Se l'autore mi parla di un ponte levatoio, lo aggiungerò all'insieme;Certo, si possono trovare spunti da qualsiei parte, in un libro si trova anche una direzione per questi spunti,però.

Non hai risposto alle mie domande,e in sostanza confermi quello che dicevo prima:per te il libro è solo uno spunto dal quale far partire le tue se**e mentali,e chissene di quello che avrebbe dovuto scrivere l'autore......tanto meno roba mette e meglio è....bah

Non è questione di essere decerebrato, la questione è che la mente di un teenager ha priorità particolari;è meno interessata ad essere coinvolto nella storia quanto ad identificarsi con i personaggi e con gli autori

Falso.Al contrario,in molti classici della letteratura per ragazzi la trama e l'intreccio spesso sono preminenti rispetto alla caratterizzazione dei personaggi:penso a "Ventimila Leghe Sotto i Mari",a "L'Isola del Tesoro",a "Il Richiamo della Foresta",a "Il Libro della Jungla" e tanti altri.

E poi..."identificarsi con l'autore"? <img alt=" />

un personaggio interessante, ma distante dal loro modo di pensare diventa noioso

Perfetto......ma in questa definizione rientrano tanto Nihal che Tom Sawyer:la differenza è che Nihal è un personaggio pessimo di una mediocre scrittrice italiana,ignota fuori dagli italici confini;Tom Sawyer è un personaggio ottimo,diventato immortale e noto a tutti i ragazzi del mondo,inventato da uno dei padri della narrativa contemporanea.

richiede ritmo e nella trama

Ma non avevi detto che ai teenager della trama non importa? <img alt=" />

Cmq dal discorso emerge una fede incrollabile nelle SACRE REGOLE GAMBERETTIANE. Io direi che un bravo scrittore le segue, un ottimo scrittore sa quando seguirle, e quando violarle.

Vedi al primo punto <img alt=" />

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Guardiano della notte
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Guardiano della notte
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Inviato il 09 dicembre 2011 13:57

Cmq dal discorso emerge una fede incrollabile nelle SACRE REGOLE GAMBERETTIANE. Io direi che un bravo scrittore le segue, un ottimo scrittore sa quando seguirle, e quando violarle. Il che ovviamente non significa giustificare l'autore che manco le conosce e scrive come gli pare a lui.

 

Le "sacre regole gamberettiane" non sono calate dall'alto. Sono il frutto di anni di esperienza nel genere e non servono per castrare la libertà di uno scrittore, ma semmai per dargli gli strumenti per esercitarla al meglio. Sono il frutto di puro buon senso. Se le si vuole violare, per tentare ad esempio di innovare il genere con qualche grande scoperta, liberissimi di farlo. Poi però non bisogna lamentarsi se qualcun altro, dati alla mano, ci mostra come il risultato ottenuto sia scarso e come si sarebbe potuto fare di meglio agendo altrimenti. Soprattutto, come evidenzi anche tu, bisogna comunque conoscerle, cosa che la Troisi e la Strazzulla non hanno fatto. La cosa più grave non è però questa (in fin dei conti, sono debuttanti nel genere), ma che i loro editor non le abbiano applicate. Significa infatti che abbiamo come "professionisti" gente che non conosce nemmeno l'abc del suo mestiere. Quando Dazieri scrive che "Nihal della terra del vento" era così perfetto che non serviva editing, qualche dubbio sulle sue capacità professionali e mentali mi viene.


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Darklady
Bardo Spadaccino dalla corte di Kellgeard
Guardiani della Notte
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Darklady
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Guardiani della Notte

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Inviato il 12 dicembre 2011 10:20

Allora....

Punto primo; chiedo venia per l'abuso protratto ed ingiustificato della "citazione da dizionario" che io stessa ho inaugurato (mio malgrado, con il senno di poi &gt;_&gt; ), poiché non era mia intenzione trasformare o infarcire questa discussione con banali espicazioni di stampo wikipediano, o definizioni reperite dal primo dizionario on-line disponibile in web......ma, in quel momento, data la difficoltà di comunicazione , mi pareva un valido aiuto per evitare fraintendimenti ulteriori; sempre con il senno di poi, non avrei potuto fare una scelta più infelice &gt;_&gt; ......ma tant'è.....

 

Punto secondo; Argon, hai una gran bella faccia tosta ad accusare gli altri di non saper "leggere" , quando tu per primo non rileggi assolutamente ciò che scrivi! Tralascerei di evidenziare gli errori di battitura (perché possono capitare), ma quelli da matita rossa, tipo i ripetuti e svariati casi di coniugazione del verbo "avere" senz'H, sono piuttosto eloquenti e confermano i miei dubbi.....Altro problema; la punteggiatura. Non voglio farti "le pulci", tuttavia vorrei che ti rendessi conto che scrivere su un forum, e quindi parlare virtualmente con altre persone, non rispecchia esattamente una discussione verbale fatta faccia a faccia o per telefono (dove l'intonazione, le pause, le ironie possono essere immediatamente riconoscibili grazie all'utilizzo espressivo che si fa della propria voce). Qui si è costretti a scrivere in modo DEGNO, altrimenti chi ti legge è messo a dura prova per cercare di capirti. Quindi, please, usa meglio la tua punteggiatura. Grazie <img alt=">

 

Punto terzo: e qui si ritorna in IT.

Scusa ancora, ma data la situazione, credo che bisogna chiarire almeno un piccolo particolare, altrimenti finiamo con il far notte e ripetere all'infinito sempre le stesse cose per altre 5 pagine; o qui su Barriera siamo in presenza di una congregazione segreta Anti-Troisi (& C.), oppure credo sia giunto per te il tempo di porti qualche seria domanda.......

Mi spiego; il fatto che "enne" migliaia di persone abbiano acquistato i libri della Troisi & C. e li abbiano pure graditi, non è indice di bontà (dal punto di vista strutturale) degli stessi. Significa solo che tutte le varie operazioni di marketing e le varie campagne pubblicitarie studiate ad hoc per questo genere di prodotti hanno funzionato in modo perfetto; altrimenti non si spiegerebbe il perché, ad esempio, programmi spazzatura come il Grande Fratello continuino ad imperversare indefessi sugli schermi delle TV degli italiani......la retorica di tutto ciò sta solo e semplicemente nel fatto che sono prodotti pubblicizzati al fine di vendere e creare profitto....punto.

E su questo, spero, siamo d'accordo.......

La congregazione segreta andi-Troisi & C., capirai anche tu, che su un forum come Barriera NON ha ragion d'essere; se le persone che partecipiano a questa discussione e che hanno letto la Troisi da ben 5 pagine ti riportano oggettivamente gli errori che la suddetta scrittrice ha commesso nei suoi romanzi, fossi in te, comincerei a chiedermi se, forse, magari, leggendo senza i paraocchi ciò che hanno scritto, possano eventualmente aver ragione.

Ti faccio un esempio pratico, magari riesco a renderti meglio l'idea: ho letto I Pilastri della Terra e non mi è piaciuto. Non riuscivo a comprendere il perché di tanto entusiasmo attorno ad un libro per me scritto in modo prolisso ed infarcito di palesi banalità; poi ho capito. Libri come I Pilastri della Terra e La Cattedrale sul Mare sono incentrati sulla costruzione di una cattedrale; è la cattedrale la vera ed indiscussa protagonista della storia, attorno alla cui costruzione si intrecciano le vite dei vari personaggi. E' la cattedrale il fulcro centrale della trama; e per quanto possano complicarsi le vicissitudini degli altri personaggi, l'autore non perde mai di vista il cuore pulsante di tutta la sua storia. Non importa se nel frattempo c'è chi nasce e c'è chi muore, si creano amori e si eseguono vendette; è la cattedrale che deve emergere su tutto il resto, che è mero sfondo mobile e, pertanto vivo, di un protagonista inerte e muto che altrimenti non potrebbe avere voce......

Non credo si possa, purtroppo, fare un discorso simile per i libri della Troisi; poiché abbiamo appurato tutti quanti (e tu stesso l'hai ammesso) che si tratta di una storia stereotipata, dove il/la protagonista incarna perfettamente i cliché obbligatori per il genere fantasy. Abbiamo appurato che il problema di questi libri non sta nella trama (o comunque non solo), ma nella gestione di alcuni aspetti ritenuti basilari. Ciò che ancora resta da chiarire è se l'evasione, il non contemplare tali aspetti è frutto di un esperimento volontario conclusosi nel peggiore dei modi, oppure frutto di ignoranza (nel senso che la Troisi non li conosceva affatto).......

In questo processo però, devi essere in grado di spogliarti di tutto il relativismo che hai ampiamente sciorinato in queste pagine e, a prescindere da quanto tu possa aver amato i libri della Troisi, ammettere candidamente gli eventuali errori. Credimi, è più difficile ammettere che qualcosa che non ci è piaciuto è oggettivamente buono, che non viceversa......Se sei davvero una persona obiettiva, sarai certamente d'accordo con me........

 

Ah, punto quarto: tra poco i vetri si rompono, se continui ad aggrappartici con le unghie e con i denti......ovvero; pur invertendo l'ordine dei fattori, il risultato non cambia.....


M
Metamorfo
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Metamorfo
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M

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10186 messaggi
Inviato il 16 dicembre 2011 14:05

Questa storia può far nascere qualche riflessione su letteratura fantasy, marketing e qualità:

http://angra-planet0.blogspot.com/2010/09/il-grande-talento-di-amanda.html


M
Mornon
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Mornon
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Inviato il 16 dicembre 2011 14:54

Non entro nello specifico della discussione su Troisi e fantasy italiano, ma vorrei sottolineare una cosa: le "regole gamberettiane" sono quelle di Booth (The Rethoric of Fiction) e della Scuola di Chicago, di Strunk e White (The Elements of Style), di Flaubert e James e di un'infinità di critici professionisti, autori, professori universitari emeriti, e avanti così. Non basta dire che sono "regole gamberettiane", che le si reputino sbagliate/opzionali/altro, per renderle tali.

In altri termini: sostenete che siano "regole gamberettiane", slegate dalla critica seria e da ciò che fanno veramente i grandi autori? Ottimo: però mi aspetto argomentazioni almeno pari a queste. Perché altrimenti non è altro che un "secondo me" infondato, che in quanto tale - soprattutto a fronte di un'altra posizione ampiamente argomentata - non ha valore in una discussione che voglia andare oltre il "Mi piace".

Se veramente sono solo "regole gamberettiane", se quanto sostenete è basato su una solida preparazione e non sul nulla, non dovreste avere problemi a portare quelle argomentazioni e fonti che chi sostiene il contrario ha già ampiamente fornito.



joramun
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joramun
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Utente
6293 messaggi
Inviato il 16 dicembre 2011 15:12

Questa storia può far nascere qualche riflessione su letteratura fantasy, marketing e qualità:

http://angra-planet0...-di-amanda.html

 

-Prima reazione:

Whahaha....

<img alt=" /> :stralol: <img alt=" />

EPIC FAIL dell'anno!!!

 

-Seconda reazione:

Che schifo.... &gt;_&gt;


T
the Imp
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the Imp
Confratello

T

Utente
1445 messaggi
Inviato il 16 dicembre 2011 23:43

che mi hai fatto scoprire <img alt=" />


U
Urron Manorossa
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Urron Manorossa
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U

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Inviato il 23 dicembre 2011 3:22

Ho letto con interesse questa discussione molto accesa; Sono personalmente un cultore della letteratura Fantasy in generale,

e leggo di tutto, a prescindere dalla qualità;

Da un punto di vista meramente tecnico, il Guardiano della Notte e gli altri hanno ragione;I criteri qualitativi sono quelli e non si scappa; Avete oggettivamente ragione.

Credo però che Argon sia stato frainteso; Lui non ha difeso la qualità del lavoro della Troisi, quello che ha cercato di spiegare è stata la non opportunità di giudizi assoluti, come quelli espressi;

Assoluto, intendo, nella sua accezione di valido secondo qualsiasi parametro. Di qui tutta la faccenda.

Siamo d'accordo, dal punto di vista letterario, non si sfugge; Quello che secondo me intendeva Argon è che il giudizio su opere letterarie, in quanto effettivamente soggette anche al gusto dei lettori, potrebbe non seguire canoni squisitamente letterari.

Personalmente poi condivido l'intero discorso, estremamente acuto, sulla differenza fra Fantasia e Immaginazione.

Devo condividere, però le osservazioni tecniche di Darklady sulle dimenticanze grammaticali, Argon, anche se non ho trovato nulla da eccepire sulla punteggiatura.

Devo dire poi che Argon si arrampica sugli specchi agilmente e con buone ventose, perché non ho notato contraddizioni nel suo pensiero, anche se gli argomenti che usa sono deboli.

Questa la questione di merito.

Se però andiamo nel metodo direi che il giudizio si ribalta; Guardiano della Notte, sul piano del metodo tu sei in torto; Argon ha esordito con delle osservazioni sia sul merito che sul metodo, e, per deboli che fossero le sue argomentazioni ti ha risposto sul merito nei post successivi; Lui, a parte uno sfogo comprensibile è stato educato e rispettoso, pur peccando di inesperienza nelle discussioni in rete. Ha poi risposto, ingenuamente, alle tue provocazioni, per altro difendendosi bene.

Tu, d'altro canto, hai dato sfoggio d'arroganza, pur avendo molte ragioni; Soprattutto, nella questione del rispetto devo dare ragione ad Argon; La Troisi non manca di rispetto nessuno scrivendo male, semplicemente perché un autore non scrive per un lettore generico, ma per il suo lettore; Diverso sarebbe il caso se la Troisi avesse cominciato bene e proseguito male, perché effettivamente avrebbe deluso le aspettative dei suoi lettori; Così non è, ha fatto presa su un pubblico, ed è a quello che lei fa riferimento; Il primo libro è un azzardo; Per l'autore, per l'editore e per il lettore; Un giurista lo chiamerebbe contratto aleatorio;

I successivi sono rivolti non più a tutti i lettori del genere ma ai lettori dell'autore specifico.Quindi è lecito leggere il primo libro e dire che fa schifo per le motivazioni dette sopra; Non ci si può, e qui aveva ragione Argon, sentire offesi dal modo di scrivere di qualcuno, semplicemente perché il primo libro è un azzardo, il secondo e i successivi non sono diretti a noi (se il primo non c'è piaciuto). Di conseguenza, non credo sia corretto sentirsi offesi perché un libro è scritto male.

E lo dico avendo avuto molte scottature con vari autori; Si, mi girano le scatole quando casco nella trappola del marketing, ma in tal caso,devo prendermela solo con me stesso;(Poi in realtà io leggo tutta la letteratura fantastica, ma cerco di risparmiare per i libri di maggior pregio, ripiegando su amici, biblioteche ed altro per le seconde scelte.)

A Joramun contesto i toni irrispettosi e l'interpretazione di alcune risposte di Argon, lui ti ha risposto dicendo che l'autore serve; serve per dare una direzione ben precisa alle tue fantasie.

Certamente si nota che venite da due mondi molto distanti fra loro, voi e Argon, che è poco avvezzo, si capisce, al metodo scientifico, come me del resto, e vede una discussione come l'occasione di esprimere opinioni ed elaborare teorie personali, e non come la dimostrazione di quelle tesi. Dovreste però cercare di andargli incontro con un atteggiamento meno aggressivo (perché si, Guardiano della Notte e Joramun, i primi ad aggredire siete stati voi, lui ha solo reagito.)

Trovo, ad esempio, che Darklady sia stata ineccepibile dal punto di vista dei toni, e dovrebbe essere l'esempio da seguire.

(Unico appunto, Darklady, Argon non ha difeso la Troisi con il paraocchi, ha fatto un discorso molto più generale).


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Mornon
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Inviato il 23 dicembre 2011 7:57

La Troisi non manca di rispetto nessuno scrivendo male, semplicemente perché un autore non scrive per un lettore generico, ma per il suo lettore

Mi sfugge per quale motivo si dovrebbe considerare, per un lettore della Troisi, migliore un libro scritto male. Secondo questo ragionamento, la Troisi pensa che il suo lettore meriti di leggere cose scritte male (o che sia giusto che legga cose scritte male, o che si aspetti quello di leggere cose scritte male, o che sia preferibile ecc.); mi pare decisamente una mancanza di rispetto.

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Urron Manorossa
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Urron Manorossa
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Inviato il 23 dicembre 2011 13:32

Da un punto di vista letterario, i libri della Troisi sono scritti male; Ma siccome i suoi fan non fanno un ragionamento letterario, e ribadiscono, sui vari fan-sites che a loro quello stile pessimo piace, la Troisi non manca di rispetto dando loro ciò che vogliono;

Se la Troisi sapesse scrivere diversamente, allora si potrebbe parlare di mancanza di rispetto, ma io non credo che questo sia il caso.


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