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Licia Troisi e il fantasy italiano
A di Argon Targaryen
creato il 04 dicembre 2011

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Guardiano della notte
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Guardiano della notte
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Inviato il 23 dicembre 2011 14:26

Stai quindi dicendo che la Troisi fa bene a seguire il ragionamento "Tanto i miei fan sono di bocca buona, si bevono/comprono tutte le cose che scrivo, anche se fatte male, quindi perché migliorarmi? Continuo a scrivere così e comunque lo stipendio a casa lo porto lo stesso"? No, perché in tal caso allora alzo le mani e rinuncio a qualsiasi discussione, perché io parto dal presupposto che uno scrittore debba cercare di fare un buon lavoro SEMPRE, anche quando il suo pubblico si accontenta. Uno scrittore (ma il discorso vale anche per attori, musicisti e altri artisti) deve avere il massimo rispetto per il pubblico ed il pubblico non è solo il SUO pubblico, quello che lo segue fedelmente dall'inizio, ma anche quello che becca la sua opera in mezzo a tante altre e, curioso, la compra per visionarla/ascoltarla/leggerla. Questo è rispetto, quello che dici tu è un rispetto limitato ad un certo numero di persone...e nemmeno può dirsi rispetto, come sottolinea Mornon, perché equivale a ridacchiare sotto i baffi dell'ignoranza di un certo pubblico e continuare a propinargli i pessimi prodotti di sempre.

Non voler correggere i propri errori OGGETTIVI (come tu stesso peraltro riconosci) non è indice di rispetto per il pubblico, ma al contrario di maleducazione verso di esso e di scarsa maturità: so che è difficile accettare le critiche (richiede sicuramente più maturità che rifiutarle a priori), ma sono proprio le critiche (quando sono motivate, è chiaro) che ci fanno crescere e migliorare. Se generazioni di solerti e sovente spietati editor non avessero corretto le opere di gente come Martin, Howard, Erikson, Gibson, Asimov, Heinlein e tanti altri, o se questi non avessero imparato dai propri errori, non avremmo letto quei bei libri che oggi conosciamo, libri che ancora vendono e venderanno per un lungo periodo di tempo. Libri che dimostrano come la qualità può tranquillamente andare a braccetto con la quantità.



joramun
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joramun
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Inviato il 23 dicembre 2011 16:28

Ho letto con interesse questa discussione molto accesa; Sono personalmente un cultore della letteratura Fantasy in generale,

e leggo di tutto, a prescindere dalla qualità;

 

Beato te...io vorrei riuscire a prescindere dalla qualità ma proprio non ci riesco... http://www.labarriera.net/forum/public/style_emoticons/default/rolleyes.gif

 

Credo però che Argon sia stato frainteso; Lui non ha difeso la qualità del lavoro della Troisi, quello che ha cercato di spiegare è stata la non opportunità di giudizi assoluti, come quelli espressi;

Assoluto, intendo, nella sua accezione di valido secondo qualsiasi parametro. Di qui tutta la faccenda.

Siamo d'accordo, dal punto di vista letterario, non si sfugge; Quello che secondo me intendeva Argon è che il giudizio su opere letterarie, in quanto effettivamente soggette anche al gusto dei lettori, potrebbe non seguire canoni squisitamente letterari.

 

Ma qui siamo d'accordo:anche a me piacciono un sacco di cose che,oggettivamente,sono fuffa della peggior specie.Il punto sta nell'accettare i propri gusti per quel che sono e non avventurarsi nel difendere romanzi e opere che sono al di là del difendibile.

Un semplice "la Troisi scrive di m***da,ma i suoi libri mi piacciono....che volete non ci posso fare nulla" da parte di Argon ci avrebbe evitato 6 pagine di discussione.

 

Personalmente poi condivido l'intero discorso, estremamente acuto, sulla differenza fra Fantasia e Immaginazione.

Peccato,perchè quella è la parte più campata in aria di tutto il suo ragionamento.Non esiste alcuna differenza dotata di senso tra il termine Immaginazione e il termine Fantasia.

 

Se però andiamo nel metodo direi che il giudizio si ribalta; Guardiano della Notte, sul piano del metodo tu sei in torto; Argon ha esordito con delle osservazioni sia sul merito che sul metodo, e, per deboli che fossero le sue argomentazioni ti ha risposto sul merito nei post successivi; Lui, a parte uno sfogo comprensibile è stato educato e rispettoso, pur peccando di inesperienza nelle discussioni in rete. Ha poi risposto, ingenuamente, alle tue provocazioni, per altro difendendosi bene.

Il discorso del metodo è del tutto irrilevante.

Se il discorso di Argon fosse stato supportato da un qualsiasi dato,piuttosto che cercare di giustificare quanto fatto dalla Troisi citando Coleridge,per quanto mi riguarda poteva tranquillamente esordire con "teste di c***o,le regole che danno ragione alla Troisi ci sono e sono queste qui : ....".

Un discorso non acquista maggiore validità perchè circondato da mille salamelecchi.

 

La Troisi non manca di rispetto nessuno scrivendo male, semplicemente perché un autore non scrive per un lettore generico, ma per il suo lettore; Diverso sarebbe il caso se la Troisi avesse cominciato bene e proseguito male, perché effettivamente avrebbe deluso le aspettative dei suoi lettori; Così non è, ha fatto presa su un pubblico, ed è a quello che lei fa riferimento; Il primo libro è un azzardo; Per l'autore, per l'editore e per il lettore; Un giurista lo chiamerebbe contratto aleatorio;

I successivi sono rivolti non più a tutti i lettori del genere ma ai lettori dell'autore specifico.Quindi è lecito leggere il primo libro e dire che fa schifo per le motivazioni dette sopra; Non ci si può, e qui aveva ragione Argon, sentire offesi dal modo di scrivere di qualcuno, semplicemente perché il primo libro è un azzardo, il secondo e i successivi non sono diretti a noi

Ma questo discorso è del tutto insensato!

Il primo libro è un azzardo?Bravo....vale anche per quelli che scrivono bene:e allora?Sospendiamo il giudizio su tutte le opere prime?

E poi dove sta scritto che una volta creato il target lo scrittore continua a dar loro la stessa sbobba "perchè tanto a loro piace"?Renditi conto che se stai cercando di difendere la Troisi stai solo peggiorando la situazione: prima,nel caso,la ritenevo soltanto incapace ma se fa il ragionamento descritto da te la trovo anche profondamente scorretta.

 

A Joramun contesto i toni irrispettosi e l'interpretazione di alcune risposte di Argon, lui ti ha risposto dicendo che l'autore serve; serve per dare una direzione ben precisa alle tue fantasie.

 

Esatto:dargli una direzione, renderle concrete,tangibili.....ma per farlo (e l'ho dimostrato) devi essere bravo a scrivere,cosa che la Troisi non è.

 

Certamente si nota che venite da due mondi molto distanti fra loro, voi e Argon, che è poco avvezzo, si capisce, al metodo scientifico, come me del resto, e vede una discussione come l'occasione di esprimere opinioni ed elaborare teorie personali, e non come la dimostrazione di quelle tesi. Dovreste però cercare di andargli incontro con un atteggiamento meno aggressivo (perché si, Guardiano della Notte e Joramun, i primi ad aggredire siete stati voi, lui ha solo reagito.)

HAHAHAHA.....ma se sono arrivato alla 5 pagina di discussione... <img alt=" /> :stralol: <img alt=" />

 

Da un punto di vista letterario, i libri della Troisi sono scritti male; Ma siccome i suoi fan non fanno un ragionamento letterario, e ribadiscono, sui vari fan-sites che a loro quello stile pessimo piace, la Troisi non manca di rispetto dando loro ciò che vogliono;

Ooooohhh.....e ci volevano 6 pagine per arrivare alla conclusione che quello che fa la Troisi non è letteratura ma becero fan-service?

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Urron Manorossa
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Urron Manorossa
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Inviato il 23 dicembre 2011 20:10

Delle sei pagine non ho colpa, ma caro Joramun, una discussione che si mantenga su toni civili di solito aiuta a comprendere prima e meglio. Se uno si sente aggredito, passa sulla difensiva e appunto, si arrivano a cinque pagine di discussione.

Tu sei arrivato alla quinta ma non sei entrato in punta di piedi, ma un po' a gamba tesa.

(E io non dicevo che bisogna scusare l'opera prima, ma che si sa che si corre un rischio comprandola)

Filosoficamente parlando, Fantasia e Immaginazione sono due concetti distinti, ma ti congedo che non esistano teorie scientifiche

che lo dimostrino; Dal mio punto di vista però il discorso che faceva Argon non era affatto campato in aria.

 

Guardiano,se gli editor non editano non è colpa della Troisi, ma non è nemmeno del tutto loro; La colpa è delle case editrici, che seguono la regola del prodotto vincente, che se funziona non si cambia.

Mi dispiace, ma io non simpatizzo con chi si imbatte in un pessimo libro per caso, la lettura è un avventura, se si intraprende ne vanno accettati i pro e i contro.

Insomma la causa primaria della continuata esistenza di un prodotto sono le persone che lo comprano, in parte per il marketing, in parte perché a queste persone piace; E non perché siano minorati mentali, ma perché a loro piace quel prodotto.


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Guardiano della notte
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Guardiano della notte
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Inviato il 23 dicembre 2011 21:07

Urron, se la Troisi non corregge i suoi vistosi errori nonostante questi siano stati più volte evidenziati, la colpa è sua. Se gli editor non fanno il loro lavoro e anzi presumono che l'opera della Troisi non richieda quasi editing, sbagliano loro (e la casa editrice che fa lavorare questa gente). E' colpa loro, non si scappa da questo. Il mio compito è leggere l'opera senza pregiudizi, pagandola (ma anche no, esistono le biblioteche per fortuna), il loro compito è fare bene il loro lavoro. Punto. Altrimenti se cominciamo a dire che le persone non hanno responsabilità finché gli altri gliela fanno fare franca, arriviamo all'Italia e a tutto il suo bel corredo di inefficienze. (Piccola parentesi: Sarà un caso che autori che scrivono così da cani s'incontrano solo in Italia, mentre in USA e nel Regno Unito, pur in presenza di prodotti biecamente commerciali, la media di opere scritte secondo i criteri minimi di decenza è decisamente più alta? Non è che magari agli autori/editori/editor italiani piace nascondersi dietro le solite scuse citate in tutte queste pagine solo perché non riescono ad ammettere di non saper fare il loro lavoro? Mi sa tanto di si).

 

E' ovvio che la letteratura sia un'avventura, ma se becco un'opera scritta con i piedi ho tutto il diritto di criticarla e d'incavolarmi se l'autrice, l'editor, la casa editrice e gli stessi fan continuano a prendermi in giro dicendo "Non esistono regole assolute", "A molti piace, arrangiati", "Io seguo le mie regole" e altre "perle" del genere.

E se è vero che un prodotto esiste perché c'è chi lo compra, è anche vero che la colpa ricade anche su chi quel prodotto lo fa, nonostante questa gente preferisca riversare la "colpa" sui clienti. Se esiste la droga, col fiorente mercato che ne consegue, non è solo perché ci sono i drogati, ma anche perché ci sono tutte quelle persone che contribuiscono a mantenere il ciclo di produzione e vendita. E allora che facciamo, ce la caviamo con un "Tanto c'è gente che lo vuole, contenti loro contenti tutti"?

 

E si, alla gente potrà anche piacere quel prodotto, ma il fatto che piaccia non li rende meno ignoranti circa il suo essere stato scritto coi piedi. Un prodotto non diventa improvvisamente migliore solo perché una massa di lettori ignoranti in fatto di letteratura lo ritiene tale, ma rimane sempre scritto con i piedi. Hanno il diritto di apprezzarlo anche se scritto così? Certamente. Ha il diritto la gente che conosce un po' più la letteratura di far notare a quelli come il libro resti comunque scritto da cani? Si. Ha il diritto, chi conosce la letteratura, di incavolarsi se i suddetti fan, editori, editor e scrittori lo prendono per il c*** dicendogli che sta dicendo cavolate perché "Non esistono regole", "Piace a tanta gente quindi è scritto bene" e (la mia preferita) "L'ha scritto Licia/Tizio, quindi è fiko"? Si, ne ha il sacrosanto diritto.

 

Ah, by the way chi scrive una pessima opera commette anche un altro crimine, peggiore degli altri: sottrae spazio, tempo e denaro. Spazio ad altri libri magari meritevoli sugli scaffali della libreria, spazio in casa del lettore, spazio nelle biblioteche. In tutte queste situazioni, la spietata legge della logistica fa si che non tutti i prodotti trovino il loro spazio, quindi un'opera scritta da cani ma iperpompata dal marketing verrà necessariamente preferita ad una magari scritta meglio, che avrebbe anche potuto trovare un buon pubblico.

Tempo alla lettura di libri che avrebbero potuto arricchire e divertire di più e che, purtroppo, non tornerà più.

Denaro, che sarà ormai stato speso per l'opera in questione invece che per una migliore. Neanche questo tornerà più, a meno di non essere così cattivi dal vendere il libro a qualcun altro che, si spera, ci caschi e lo compri.

I libri elettronici risolveranno il problema dello spazio, ma per quello di tempo e denaro (soprattutto il primo), purtroppo, non ci sarà mai niente da fare, essendo noi creature limitate nel tempo.

Il minimo che posso pretendere, come lettore, è di trovarmi davanti un libro scritto almeno da sufficienza.


B
barone del sabato
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barone del sabato
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Inviato il 24 dicembre 2011 12:20

Saluti a tutti, dopo essermi letto le molte pagine i molti interventi, aggiungo i miei due centesimi.

Sono vicino al pensiero del Guardiano. Vorrei però dire una cosa. Mi sembra che la situazione culturale italiana sia da analizzare.

La Troisi ed altri scrivono per la generazione del "grande fratello" de "isola dei famosi" I loro scritti sono lo specchio della decadenza culturale.

Per chinon ha letto la mia presentazione dico che sono del 65", ho visto la cultura cadere sempre più in basso, il fantasy (come gli altri generi) prendere la via "semplice". Quando un genere fa tendenza arrivano i soldi e con essi arriva l'incuria. L'abbiamo visto nella Fantascienza, nel thriller..

Del resto "Chi legge fantasy non si pone certe domande, " sembra essere il motto degli editori italiani. All'estero la situazione è leggermente migliore.

Ma chi salviamo di autori Fantasy? Dico tre o quattro....Cinque, forse.... Martin (ovviamente) Jordan, Erikson, Gemmell, Goodkind... Di cinque solo tre sono ancora con noi. Due di questi sono abbastanza discutibili (Goodkind e Erikson) ma non è questo il post adatto. Quin di il panorama futuro del fantasy non è roseo. Ma tornando a noi, La troisi vende, ed all'editore non è MAI interessato vendere 100 copie di un capolavoro bensì 10000 di una ciofeca. Sono i numeri che fanno la differenza. Probabilmente tra le strenne natalizie troveremo tanti libri della Troisi e pochi di Martin. Non mi stupirò. Così va il mondo che noi piaccia o meno.

Saluti


L
Lochlann
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Lochlann
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Inviato il 24 dicembre 2011 14:08

Io non so fino a che punto i lettori della Troisi continuerebbero a leggerla dopo aver "provato" altri autori che scrivono meglio.. il problema in Italia non è tanto il mercato che vuole solo la Troisi o chi per lei, il problema da una parte è che in generale il fantasy viene identificato (e spesso anche a ragione) come un sotto-genere qualitativamente scarso ma nonostante questo con un suo "bacino d'utenza", e dall'altra parte, in conseguenza di ciò, gli editori tendono a sfornare cicli relativamente scadenti spingendoli al massimo nel mercato con marketing e distribuzione capillare, basta vedere le sezioni fantasy delle librerie, se non era per la serie tv Martin era un quasi sconosciuto.


Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.

All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.

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"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.

I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"

"Yes" said Caladan Brood "you never learn."

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G
Guardiano della notte
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Inviato il 24 dicembre 2011 14:56

Barone del sabato, hai ragione sulla situazione culturale, ma considera che al di fuori degli autori da te citati ne esistono MOLTI altri che sono validi e tutti costituiscono ottime alternative al fantasy italico: Neil Gaiman, Michael Moorcock, Ursula Le Guin, Terry Pratchett, Robin Hobb, Brandon Sanderson, Jonathan Stroud, Rick Riordan, ecc. A prescindere dai gusti personali, che porterebbero ad esempio un lettore a non amare il peculiarissimo fantasy di Pratchett, sono tutti autori che raggiungono e superano abbondantemente la sufficienza e che vendono molto bene.

 

Ora, questo non accade da noi perché, come tu giustamente evidenzi, la situazione culturale è andata sempre più peggiorando, la generazione di riferimento è quella del Grande Fratello, ecc ecc. Però, per quanto anche all'estero ci siano queste cose (il GF nasce là, non da noi), là le cose funzionano meglio. Perché?

In primis, per la tradizione. La fantasy e la fantascienza hanno una lunga e onorata tradizione nel mondo anglofono e sono sempre state considerate e trattate meglio che da noi. Questo significa che uno scrittore inglese che si cimenta nel genere è ben consapevole di doversi confrontare con un mondo che gli richiede una certa preparazione MINIMA.

In secondo luogo, perché il lavoro di editing all'estero (in questi ambiti) è sempre stato più accurato che da noi (Troisi e Strazzulla sono due ottimi esempi di pessimo lavoro di editing, ma non dimentichiamo un'altra "perla" come "Bryan di Boscoquieto" di Daniele Ghirardi), anche per via del maggiore peso che hanno le agenzie letterarie. Queste, agendo da filtro preventivo, fanno si che all'editore arrivi una mole di cavolate significativamente minore rispetto a quanto accadrebbe se non ci fossero.

In terzo e ultimo luogo, banalmente, perché siamo un paese di ladri. Se c'è modo di trarre un profitto non facendo bene una cosa (cosa che permette risparmio di tempo, fatica e denaro), allora la si fa. Se la Troisi può fare i soldi scrivendo un'opera scadente, lo fa. All'estero è diverso. Non tanto per via di una maggiore onestà (per quanto anche questa possa avere il suo peso), quanto per il fatto che all'estero (mi riferisco al mondo anglofono) c'è una maggiore cultura del lavoro onesto. A torto o a ragione, negli USA credono che se vuoi riuscire nella vita devi farti il mazzo e fare bene le cose. Qui da noi ci sono persone che la pensano così, ma purtroppo c'è anche una vasta fetta di popolazione che non lo crede. I risultati li vediamo ogni giorno.

 

Quindi, il problema del fantasy italiano è che risente dei difetti propri del nostro Paese. Ecco perché io m'inca**o quando l'autore mi dice "L'ho fatto leggere a mio marito e gli è piaciuto" (Troisi) e "Quando ti viene l'ispirazione devi scrivere, la pratica precedente non serve a niente" (Strazzulla) o quando un professionista del settore se ne esce con "L'opera della Troisi è così perfetta che quasi non serve editing" (Dazieri) e altre "perle" del genere. Perché è (anche) grazie a queste cose che il nostro Paese va a pu****e. E dato che io non mi rassegno a subire passivamente la cosa, ritengo che sia giusto e doveroso incavolarmi e mettere in guardia il potenziale lettore. Lo facevo quand'ero libraio, sconsigliando i libri di Troisi, Strazzulla, Ghirardi e compagnia bella, e continuo a farlo tutt'ora.


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Inviato il 24 dicembre 2011 15:37

Io non so fino a che punto i lettori della Troisi continuerebbero a leggerla dopo aver "provato" altri autori che scrivono meglio.. il problema in Italia non è tanto il mercato che vuole solo la Troisi o chi per lei, il problema da una parte è che in generale il fantasy viene identificato (e spesso anche a ragione) come un sotto-genere qualitativamente scarso ma nonostante questo con un suo "bacino d'utenza", e dall'altra parte, in conseguenza di ciò, gli editori tendono a sfornare cicli relativamente scadenti spingendoli al massimo nel mercato con marketing e distribuzione capillare, basta vedere le sezioni fantasy delle librerie, se non era per la serie tv Martin era un quasi sconosciuto.

 

Questo è il punto.


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Inviato il 25 dicembre 2011 8:48

Concordo. Il fantasy è visto come sotto cultura. Ci sono molti autori non italiani che sono sicuramente validi. Sul discorso che la cultura, anzi la non cultura americana d'esportazione sia nativa negli USA è un tema complesso. In realtà la situazione culturale americana è drammatica, ma i professionisti sono professionisti veri, quindi come dici correttamente l'editing è fatto da veri professionisti seri e preparati. Spesso gli autori americani sono "del settore" specie quelli dei libri genere spionaggio, militare avventura. Potrei citarne alcuni ma adesso non sono utili al discorso. Chi fa Editing fantasy, comunque in Usa ha una minima conoscienza del campo (in realtà massima, conoscendoli)


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Inviato il 25 dicembre 2011 13:12

Esattamente. Il problema, in definitiva, nasce proprio dal fatto che il fantasy (ma il discorso vale anche per la scifi) non è un genere "nostro" e quindi gli autori italiani in grado di cimentarvisi con competenza sono pochi. Manca tutta l'infrastruttura, il background culturale che ha permesso a questi generi, nel mondo anglofono, di produrre opere degne. E finché gli autori, gli editor, le case editrici e la stampa specializzata non capiranno che per scrivere un buon romanzo fantasy/scifi occorre seguire certe regole e, soprattutto, mettere tanta serietà e impegno così come avviene per opere di altro tipo, la situazione non migliorerà di certo.

Ecco perché i vari soggetti tipo Troisi, Strazzulla e Ghirardi e chi li sostiene devono essere criticati ogni qualvolta sia possibile. Perché, rallentando (per non dire fermando) la formazione di quel background, pregiudicano tutto lo sviluppo del genere e fanno più danni di un'opera non scritta.


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Mornon
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Inviato il 25 dicembre 2011 14:36

Non sia te cosí positivi, non è una cosa limitata al fantasy:

di solito parlo della me**a riferendomi al Fantasy e alla Fantascienza perché li conosco meglio, nonostante abbia avuto modo di constatare la presenza di pattume di pari livello anche nel mainstream, ma l’amico editore me lo ha detto chiaro e tondo: piantala di indicare “Fantasy”, non serve precisarlo, la situazione è messa di me**a anche nel resto della narrativa. L’incompetenza è endemica. La cialtronaggine degli autori è insita nel sistema editoriale italiano attuale, mica solo nel fantasy [fonte]

Il problema non nasce dal fatto che un genere sia nostro o no.


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Inviato il 25 dicembre 2011 18:24

l'incapacità di distinguere il soggettivo dall'oggettivo... il recepimento delle critiche come attachi personali... l'assenza di umiltà nel riconoscere la propria ignoranza su determinate questioni, difendendo in maniera orgogliosa una conoscenza superficiale e lacunosa... e, cosa peggiore, la mancanza della voglia di colmare quelle lacune. Questo è il lettore medio. a 15 anni pensavo che harry potter fosse il miglior fantasy di sempre.. il perché? semplice : era l'unico `fantasy` che avessi letto. non avendo alcun altro libro con cui paragonarlo, lo reputavo il migliore. per mia fortuna un amico( che ne sapeva più di me) mi ha parlato di brooks e partendo da lì ho approfondito il genere. fino a qualche anno fa consideravo vasco rossi e ligabue grandissimi cantanti rock.. un amico musicista, duramente, mi ha fatto capire la verità: di musica non sapevo un tubo come invece credevo. ferito nell'orgoglio, mi sono messo ad ascoltare alcuni gruppi rock e metal che mi aveva consigliato, per dimostrargli che si sbagliava.... oggi ascolto progressive. Cosa voglio dire con tutto ciò? scrittori, editori e case editrici hanno le loro colpe per i prodotti scadenti che troviamo nelle librerie. su questo sono perfettamente d'accordo con tutti voi. ritengo però che la responsabilità principale sia del compratore che, dinanzi ad uno prodotto scadente, non solo manca della capacità di giudicare in maniera oggettiva l' opera( bisognerebbe farli capire che il detto non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace, NON è applicabile in campo letterario), ma difetta anche della voglia di capire cosa renda degna un opera di essere considerata bella. che un adolescente si faccia influenzare dal marketing è comprensibile, ma adolescente o giovane non sono sinonimi di stupido. e comunque tutti finiscono per crescere e maturare(e capire un pò meglio le cose). supponiamo poi che un lettore non conosca i criteri OGGETTIVI per giudicare un opera. cosa fa? lo paragona con altri libri dello stesso genere da lui letto. un libro della troisi esce sconfitto da qualsiasi confronto. le cose quindi possono essere 4: 1) il lettore è stupido e non capisce che ciò che scrive la troisi è m***a. 2) è orgoglioso a tal punto da non voler ammettere che un libro che gli PIACE in realtà non è BELLO. 3) sa che il libro della troisi fa schifo ma non gli importa. 4) il LETTORE non ha LETTO altri libri fantasy e parla di cose che non sa(il che va molto di moda oggi). in ogni caso, finché chi compra non inizierà a dare maggior peso alla qualità del prodotto letterario, andando oltre al puro gusto soggettivo, saremo sempre di punto e a capo.


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Metamorfo
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Metamorfo
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Inviato il 25 dicembre 2011 20:27

E questo di dawa90 è l'altro punto: la "qualità" del lettore.

E' ovvio che un lettore giovanissimo, e/o alle sue prime letture, ha più possibilità di trovare interessante una trama Troisiana e di non notare le incongruenze e semplificazioni. Tutti noi abbiamo letto romanzi che ci hanno fomentato quando avevamo tredici anni, e che ci deluderebbero se li leggessimo ora.

Quella che per un lettore esperto è la solita idea trita e ritrita, per il giovanissimo, che la legge per la prima volta, può risultare eccellente.

Il lettore esperto è più esigente, pretende una trama originale, dialoghi sagaci, qualità della scrittura. Quello inesperto si fa piacere anche roba di bassa qualità.

Già un giovanissimo che ha letto Martin, dubito che poi si fomenterebbe con la Troisi, la Strazzulla & Co.

Insomma, un buon criterio per giudicare la qualità di un'opera è anche esaminare la "qualità" di chi la giudica.


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barone del sabato
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Inviato il 25 dicembre 2011 23:05

Già, sul discorso nostro/non nostro bisognerebbe aprire un post lungo come il mondo, partendo dal fatto che gli yankee non hanno inventato nulla semmai le basi sono l'odissea e l'iliade. Che sono nostri...... inteso come cultura greco-latina. Se analizziamo poi la mitologia celtico- normanna troviamo tutte quelle creature e quei miti che più o meno gli scrittori fantasy ripropongono. (si potrebbe aprire un bel post , infatti) Poi che uno legga Troisi all'inizio e poi si ravveda, è normale...credo che il punto sia questo: sono le case editrici , spesso, a creare mostri. Ad alimentarli e a costruire un business. Ecco il punto la vil moneta. Probabilmente un Martin in italia non verrebbe neppur compreso...


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Argon Targaryen
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Argon Targaryen
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Inviato il 26 dicembre 2011 2:23 Autore

Allora, dopo aver ringraziato Urron per l'accorata difesa d'ufficio, ritorno dopo svariati giorni d'assenza dal forum, nei quali, grazie al tempo trovato, finalmente, ho riletto tutti, o quasi, i libri Fantasy della mia biblioteca;

Devo fare autocritica, letterariamente avete ragione voi. (Chiedo scusa anche per i refusi; Ammetto d'aver avuto, nel mese passato troppa fretta nel rispondere.)

Però il discorso fondamentale è questo: sicuramente il mercato dell'editoria italiana non è virtuoso, non favorisce la qualità; Ma il mercato americano o britannico non sono troppo migliori; Ci sono pessimi prodotti Fantasy anche di lingua inglese che vendono moltissimo, in patria, e non lasciano i confini; Il problema semmai è che a noi mancano autori in grado di sfondare sul piano internazionale (anché se, letterariamente, la Rowling e Paolini non sono dei fenomeni e hanno venduto a livello mondiale; Sono meglio della Troisi non c'è dubbio, ma hanno avuto dietro un buon marketing.)

Il problema sono gli editori, gli autori, semplicemente, si adeguano, hanno una fanbase che li giustifica ( perché se per ogni critica letteraria seria io ricevo venti "Sei un fenomeno continua così" io leggo la critica seria, sorrido, e vado avanti come sempre, soprattutto se io penso di scrivere bene, perché mi piace quello che scrivo.)

Arrabbiarsi è giusto? Si! Prendersela con l'autore è liberatorio, ma inutile, perché l'effetto dissuasivo di una critica letteraria violenta è minimo; mentre dire, guarda, questo libro è pessimo letterariamente, per questo, questo e quest'altro motivo, senza porsi in maniera aggressiva di solito è più efficace.

Può essere sbagliato, ma la maggior parte delle persone associa ad un modo di porsi aggressivo posizioni deboli;

Ti faccio un esempio: Gordon Ramsey ha ragione sul 99% delle cose che dice, quando parla di cucina, ma, in un dibattito pubblico la maggioranza lo ha trovato insopportabile, perché era inutilmente aggressivo.

Le persone percepiscono l'aggressività come arroganza, e l'arroganza, quando devi convincere qualcuno, è un handicap enorme.Quindi, detto che adesso condivido gran parte delle tue posizioni, Guardiano, secondo me il modo che scegli è controproducente rispetto al tuo scopo.

La forma, purtroppo, non è indifferente nella cumunicazione, qualsiasi tipologia di comunicazione.

Come lo dici, di solito, è importante quanto cosa dici, se non di più.


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