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Licia Troisi e il fantasy italiano
A di Argon Targaryen
creato il 04 dicembre 2011

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Argon Targaryen
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Inviato il 04 dicembre 2011 16:57 Autore

Scusate,ma devo dissentire con il Guardiano della Notte in primis e con gli altri che,a parer mio,impongono come dati oggettivi quello che dati oggettivi non sono;In puro stile Gamberetta, che considero un modo sbagliato di leggere, prima ancora che di commentare, qualsiasi libro.

Licia Troisi certamente non ha curato la verosimiglianza nei suoi libri,ma è questo un errore oggettivo? No, perchè non era questo il suo scopo;Il suo scopo era narrare la storia di ragazze fuori dall'ordinario, ma con i desideri e le emozioni tipici delle adolescenti;Le protagoniste della Troisi non sono complesse come un Drizzt od un Tyrion, perchè non devono esserlo;Vi sembra complesso Robb Stark? O Bran,all'inizio?No, perchè sono ragazzini;I personaggi della Troisi vanno analizzati alla luce dell'intento che è quello di creare un dramma d'azione non uno psicologico;Nihal non pensa, non ragiona,non fa riflessioni in solitaria,ma, piuttosto, combatte, piange, ride, parla, urla e interagisce visivamente col mondo;Il racconto della troisi è più grafico che letterario;Alcuni autori vogliono creare un mondo accurato fino al dettaglio,altri preferiscono essere più leggeri.

I racconti della Troisi hanno ritmo, a volte anche troppo,e posssono risultare un pò caotici,ma nondimeno si leggono bene.

Il discorso sullo stile,francamente non è una questione oggettiva;lo stile è unico per ogni autore,può piacere o no!


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Guardiano della notte
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Guardiano della notte
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Inviato il 04 dicembre 2011 19:25

Gli errori oggettivi di cui parlo io sono altri. Giusto per elencarne alcuni:

 

1) La scarsa documentazione circa la materia militare mostrata dalla Troisi. Non sto parlando di dettagli da amante delle armi, sto parlando di cavolate assurde come colpire un drago in volo con le catapulta, duellare con le spade sul suddetto drago contro un altro avversario ugualmente su dorso di drago, porre l'assedio alla rocca del cattivone e, quando è sul punto di capitolare per l'assedio, decidere di lanciare un attacco frontale (metodo rapidissimo per aumentare il giro d'affari dei becchini) e altre perle del genere.

2) Dimenticarsi di cose scritte in precedenza. Quando Sennar va nel mondo subacqueo, sembra che l'aiuto di quel popolo sia FONDAMENTALE per vincere, invece poi la Troisi si dimentica totalmente di loro, al punto che viene il legittimo sospetto che quel brano sia stato messo giusto per far vedere quanto è fiko Sennar.

3) La mancata osservazione di alcune delle più basilari regole della narrativa di genere, tipo il "mostra non raccontare" o il "cambiare il punto di vista troppo bruscamente crea confusione nel lettore". Non si tratta di regole imposte dall'alto, si tratta semplicemente di regole che qualunque scrittore con un minimo di competenza (cosa che la Troisi non è) segue spontaneamente per garantire la migliore riuscita della sua opera. Pensa ad esempio al fatto dello "show, don't tell". E' probabilmente l'unica regola della letteratura che sia stata dimostrata scientificamente: quando descrivi una scena nei dettagli, le aree del cervello deputate all'immaginazione si attivano in misura molto maggiore di quanto non avvenga con una rapida sintesi. Se io scrivo "Argon Targaryen uccise il cavaliere nero" è un conto, se invece scrivo "Argon Targaryen si gettò con un grido sul cavaliere nero, incalzandolo con una rapida serie di fendenti e affondi, fino a spaccare il cranio del cavaliere nero fino allo sterno con un solo possente colpo" è un altro. La prima scena svanirà dalla mente, la seconda è più difficile che lo faccia. Nel primo caso, lo scrittore è stato pigro, nel secondo ha avuto rispetto per il lettore ed i soldi da lui spesi. Nel primo caso hai la Troisi, nel secondo qualunque scrittore con un minimo di competenza.

 

E' vero che lo stile di ogni autore è personale, quello che non è personale è il rispetto di certe regole. Fosse solo il fatto di parlare di una ragazzina che piange e frigna ogni 10 pagine, non ci sarebbe tutto questo gran problema. Il problema è che la Troisi non ha imparato certe regole dello scrivere bene. Ancora più grave, è che il suo editor non l'abbia riportata in carreggiata. Con un editing decente, la sua opera sarebbe stata nettamente migliore.

Il modo di lettura alla Gamberetta non è giusto o sbagliato, è semplicemente il modo di leggere di chi ha competenza nel genere e certi errori li sgama subito. Per quale motivo poi, una volta sgamati, non dovrebbero essere spietatamente evidenziati? In base a quale concetto? L'educazione? Ma se lo scrittore/editor per primo non fa bene il suo lavoro, non impegnandosi perché tanto "sono storie di adolescenti e pazienza se sono scritte male, tanto chi se ne accorgerà?", non è lui per primo ad essere maleducato nei miei confronti?

Quando la Troisi e la Strazzulla eviteranno certe vaccate allora si meriteranno dei pareri migliori, ma fino a quel giorno il meglio che possono sperare di ricevere, da chi capisce il genere, è un bel "Quel libro è una cag**a!".


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Argon Targaryen
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Argon Targaryen
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Inviato il 05 dicembre 2011 2:10 Autore

1)Riguardo al drago e alla catapulta,c'era di mezzo un incantesimo,viene detto malissimo,ma viene detto,il combattimento con le spade a bordo dei draghi, basta che incrocino i colli per permettere ai cavalieri di incrociare le spade,nessuno ha mai detto che i Draghi non possino rimanerein volo come colibrì,almeno non i Draghi della Troisi;non è impossibile.Per l'assedio alla Rocca,sapessi quante strategie militari pessime sonostate adottate nel mondo reale,nel corso della Storia.

 

2)Gli uomini del Mondo Sommerso sono fondamentali per la contro-offensiva della resistenza ad Aster,invece,liberano la costa della terra del Mare e bloccano la flotta del Tiranno permettendo all'esercito della resistenza di concentrare le forze per l'attacco finale.

 

3)Se racconti e non mostri,consenti al lettore di utilizzare la propria immaginazione per colmare la lacuna,cosa che è estremamente positiva;Autore pigro o lettore pigro?Ci sono lettori, come me, a cui piace immaginare da soli ciò che l'autore non mostra.Indi,nemmeno questo criterio è oggettivo.

 

Nessuno obbliga una persona a leggere un libro,come non lo obbliga a vedere un film o giocare ad un videogioco;lo fa per sua libera iniziativa e può trovarsi bene o male;La critica costruttiva è un esercizio di libertà d'espressione sacrosanto, ma da quì all'insulto ce ne passa!Non ci si può sentire insultati per un opera d'intrattenimento, perché nessuno ci ha obbligati a fruirne in prima istanza;Non siamo soddisfatti?Diciamo perchè e smettiamo di fruire dell'opera di qull'autore,ma non possiamo insultarlo!


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Inviato il 05 dicembre 2011 21:11

E perché non posso insultarlo, scusa? Io ho pagato il libro, convinto di trovare un prodotto di qualità e me ne trovo uno pessimo. Permetti che mi girino i cosiddetti? Se vai a vedere un film che fa schifo, dopo aver speso i soldi del biglietto, non ne dici forse peste e corna, motivando le tue ragioni? E poi, perdonami, ma a cosa servirebbe andarci soft, quando ogni volta che si va soft l'unica cosa che si ottiene è...niente? Sono state mosse critiche anche più educate alla Troisi, ma mi sembra che lei se ne sia sempre bellamente fregata, trincerandosi dietro il solito "Finché piace, va bene". Certo, nessuno nega il suo successo commerciale, ma successo commerciale e qualità di scrittura, almeno nell'ambito del fantasy italiano, sono due rette parallele. E qui su questa discussione non stiamo parlando di successo commerciale, stiamo parlando di come è scritta male certa roba.

Quanto al resto delle tue obiezioni:

 

1) Se viene detto malissimo, altro punto a sfavore dell'autrice. Quanto al rimanere in volo come colibrì, in nessun punto dell'opera si fa menzione di una tale capacità dei draghi. Darlo per sottinteso, senza aver prima fatto almeno qualche riferimento ("Questi sono i draghi di migliore qualità, figurati che hanno un controllo di volo tale da rimanere sospesi" oppure "Nella battaglia di 100 anni fa il cavaliere Tizio rimase col suo drago sospeso in aria deviando tutte le frecce che gli venivano lanciate, in totale spregio del nemico", tanto per fare 2 bruttissimi esempio che rendono però l'idea), è l'ennesimo indizio di un autore/editor pigro.

2) Infatti sono talmente fondamentali che vengono appena menzionati...

3) Il lettore usa già la sua immaginazione per visualizzare le scene, tant'è che ognuno di noi si immagina i personaggi in un certo modo, i loro dialoghi in un certo modo, le battaglie descritte in un certo modo. Il compito dello scrittore è proprio quello di rendere questa esperienza il più intensa possibile ed è SCIENTIFICAMENTE dimostrato che ciò avviene tanto più dettagliata è la scrittura. Checché ne dicano quindi le fungirl della Troisi, non è per niente vero che una scrittura più pigra aiuta di più l'immaginazione/l'esperienza di lettura, semmai la peggiora. Indi, questo criterio è oggettivo eccome, sicuramente molto più della tua pretesa capacità di immaginare di più con meno roba scritta rispetto a quanto faresti con meno roba scritta.

 

La verità oggettiva è che la Troisi ha scritto una pessima trilogia (che però, se paragonata alle successive, è persino migliore, figurati un po') che ha però avuto un grande successo commerciale. Nessuno glielo nega, come nessuno nega che roba come quella possa piacere (del resto, i cinepanettoni incassano soldi a palate eppure nessuno si sogna di dire che sono dei gran bei film), ma il fatto che piaccia a qualcuno non significa che sia stata scritta bene. Eh si, purtroppo il gusto personale conta solo fino ad un certo punto.


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Inviato il 05 dicembre 2011 23:41 Autore

Io non sono una fungirl e nemmeno un funboy,sono uno che ha letto abbastanza libri in vita sua e ha sempre trovato qualcosa di buono in tutti; comunque,ribadisco,l'ignoto,il non detto,e il il non chiaro aiutano a sviluppare la fantasia;Ed è un fatto dimostrato altrettanto scientificamente;Pensa ai voli di fantasia che si fanno ipotizzando chi ci possa o meno essere sotto la maschera di una persona mascherata.Quindi non è questione di pigrizia, ma di diverso obiettivo narrativo,dopodichè sull'inc*****ura;Non mi è piaciuto?Bene scriverò questo e il motivo,ma non insulterò l'autore dell'opera ne mi permetterò di insultare coloro ai quali fosse piaciuto come invece fai tu,e come fa la crostacea,perchè non è vero che il gusto personale conta solo fino ad un certo punto, non quando si parla di questo tipo di cose;Il discorso è un conto è dire "Le Cronache non mi sono piaciute,perchè non mostrano,non spiegano e non sono abbastanza originali!" un altro è dire "Le Cronache sono scritte da cani per questo,questo e quest'altro motivo, quindi coloro a cui piacciano sono decerebrati ed inferiori da disprezzare!" la seconda cosa è quella che fai tu!Non è solo un approccio che uno può ritenere ingiusto nei confronti dell'autore, e questa è un opinione ma soprattutto è offensivo nei confronti di chi la pensa diversamente da te, e questo è un fatto.Non indurrai la Troisi a fare diversamente, non perché a lei non importi delle critiche, ma perchè ci sono molte più persone che la pensano in maniera opposta da te; Chi dice che i dati di vendita sono irrilevanti, lo fa perché ha una visione elitaria di una determinata attività; Le stroncature brutali sono uno spasso da scrivere e da leggere, ma anche l'opera più mediocre ha più valore della critica più arguta e feroce.

Ma le persone sono o non sono in grado di dire che una cosa piace loro o no? Hanno questo diritto, o sono vincolate da convenzioni, che si presentano oggettive, ma, poi, come ti ho spiegato non lo sono?


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Inviato il 06 dicembre 2011 0:12

Mi riferivo alle fungirl, senza specifico riferimento a te. Comunque, io pure ho trovato del buono nel libro della Troisi: il ritmo. Fine. E ribadisco, il discorso del non detto che stimolerebbe l'immaginazione mi sa tanto di giustificazione della pigrizia dell'autore. Sarà un caso che gli autori giudicati i migliori del genere seguono quanto dico io?

Quanto all'insultare l'autore, io ritengo più maleducato insultare il lettore, fargli pagare 18,60 euro per un tomo di pessima qualità e spacciarlo per capolavoro. Non solo, ritengo maleducato soprattutto pagare una casa editrice una cifra così alta per un lavoro di editing (uno dei tre compiti di una casa editrice, gli altri due sono promozione del libro e sua pubblicazione) praticamente nullo. Gli errori la Troisi li può anche commettere (quelli all'inizio almeno, quelli di ora sono meno giustificati), ma l'editor no.

E poi chi ti dice che sono interessato a far cambiare idea alla Troisi o alle sue legioni di fungirls/funboys? Voglio dire, se loro vogliono spendere i loro soldi per prodotti di bassa qualità, hanno tutto il diritto di farlo, contenti loro. E no, non ho una visione elitaria della scrittura, che poi parlare di elitario per un genere squisitamente popolare è assurdo. No, però sono uno di quelli che ritengono che un'attività, anche se destinata ad un pubblico vasto e non elitario, debba comunque essere fatta al meglio. Per una questione di rispetto verso il lettore. Heinlein, tanto per dirne una, passò non so più quanto tempo a fare calcoli su un'equazione che gli serviva per una battuta di un suo romanzo...per ragazzi. Questo è uno scrittore che, anche se non apprezzi il genere/lo stile/, puoi onestamente giudicare uno scrittore competente. Uno scrittore onesto. Uno scrittore serio. La Troisi non lo è. E non c'entra niente con l'essere letta da moltissimi, c'entra solo con la professionalità.

E poi, permettimi di dissentire sul discorso che la critica più feroce non vale quanto l'opera più mediocre. Ma davvero credi a questa cavolata? Una critica feroce e sensata, che spiega come mai un'opera non dovrebbe essere letta, ha un grande valore: impedisce a creature dal tempo (e presumibilmente dalle finanze) limitate come noi esseri umani di sprecare prezioso tempo (e soldi) in un'opera che non li merita, ma ci fa dedicare quel tempo a qualcosa di più meritevole. Un'opera mediocre invece che fa, a parte farci perdere tempo e denaro? Ah no aspetta, dimenticavo "il sublime atto della creazione letteraria": ma non eri tu quello contro una visione elitaria della cultura?

Tu hai tutto il diritto di farti piacere qualcosa ed io ho un diritto altrettanto sacro di criticare ciò. La differenza è che io faccio appello a criteri oggettivi e alla serietà professionale dello scrittore, tu invece fai appello...al gusto personale. Che è come dire "Si, uccidere è un reato, però mi piaceva mentre lo facevo, quindi non mi condanni giudice". Si commenta da solo un tale atteggiamento.


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Inviato il 06 dicembre 2011 2:39 Autore

Non c'è contraddizione fra ritenere la critica priva di valore assoluto e non ritenere elitaria la professione di scrittore, il semplice atto di scrivere va di per se rispettato;Poi se non ti piace e lo critichi,anche senza insultare fai lo stesso servizio di dissuasione.Nulla di ciò che ho scritto si basa sul gusto personale ma su una concezione ben precisa( e quindi oggettiva secondo l'impostazione Gamberettiana) della letteratura, della lettura e dell'interazione con il prossimo in generale;I tuoi criteri sono certamente oggettivi,in quanto seguono un canone prestabilito e lo fanno diversamente;io valuto secondo un canone diverso che non è però meno oggettivo del tuo.

Ammetti tu stesso che un pregio(per te il solo) della Troisi è il ritmo;Bene, quel ritmo è ottenuto proprio sacrificando lo storytelling, e la stessa autrice lo ha spiegato;era il suo obiettivo, soddisfa i suoi lettori,quindi non è pigra lei ne lo è l'editor;il loro canone è semplicemente diverso dal tuo;Siamo entrambi oggettivi,pur essendo su posizioni diverse;(E ribadisco un concetto, nessuno ti obbliga a comprare un libro, vedere un film o giocare ad un gioco, se lo fai ti esponi al rischio di insoddisfazione! Non esiste clausola di soddisfatti o rimborsati, per questo tipo di opere, proprio perchè non tutti i lettori/spettatori/utentii usano gli stessi criteri di valutazione;Chi reputa una cosa orrenda non ha meno ragione di chi la reputa stupenda, di solito, semplicemente usano parametri differenti, ma non meno oggettivi;L'unica critica vera che ti muovo io infatti è sul modo,non sul parametro.Su quello possiamo concordare di essere in disaccordo, ma io non ritengo il tuo sbagliato a priori, io ne seguo un altro, che reputo più appropriato;Considero errato oggettivamente il modo con cui viene espressala critica;Per due motivi espressi sopra: 1)Le offese alle persone vanno evitate,perchè poi distolgono l'attenzione da i fatti che vuoi criticare,ottenendo anche l'effetto contrario di porre le persone in antagonismo nei tuoi confronti,2) Si può ottenere, e lo si ottiene più facilmente, lo scopo di dissuadere persone dall'acquisto di un prodotto anche senza ricorrere ad insulti alle persone, e all'intelligenza degli estimatori di un determinato lavoro.


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Inviato il 06 dicembre 2011 12:06

Argon, tu proponi una specie di relativismo artistico, che impedirebbe di giudicare qualsiasi opera. In linea teorica potrebbe essere anche vero, ma è un'idea che non mi piace.

Quando dici che il non riuscire a mantenere la verosimiglianza e creare incongruenze non sono problemi, e che "l'ignoto,il non detto,e il il non chiaro aiutano a sviluppare la fantasia" non è facile da digerire. Perchè si tratta di incapacità dell'autore. E se vengono sminuite è a causa del fatto che esiste una quantità di lettori che usufruiscono dell'opera che accettano tali mancanze.

Quello che rende meno relativa la critica di un'opera è anche un'analisi del pubblico che l'apprezza. Oltre alla quantità del pubblico, uno sguardo va anche alla qualità.

Se io ora scrivo un racconto in mezzora e lo leggo a un pubblico di bambini di 6 anni, che non hanno mai letto un libro, probabile che piaccia. Se poi lo leggo a un pubblico di lettori adulti, mi spernacchiano.

In Italia, i cinepanettoni sono visti da milioni di persone, laddove film considerari capolavori dalla critica mondiale sono evitati come la peste. Secondo i tuoi criteri, non si potrebbe stabilire una qualche differenza di qualità tra i due tipi di prodotto. A seguire il tuo modello, uno potrebbe dire che il Vanzina della situazione sacrifica la cura della fotografia e dei dialoghi al ritmo; l'intreccio complesso è evitato per far risaltare la semplicità dei rapporti; l'originalità evitata per non disorientare gli spettatori, abituati alle gag sempre uguali; ecc.

Poi, la quantità di spettatori soddisfatti conferebbe che l'opera è di grande valore.


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Inviato il 06 dicembre 2011 12:46

MODERATORE MODE ON

La discussione sul peggiore autore fantasy è andata leggermente OT ultimamente, motivo che mi ha spinto ad aprire questo nuovo topic e a spostare i messaggi che lo riguardano direttamente qui.

Per chi arrivasse solo ora nella discussione, un rapido riepilogo. Come da titolo, l'ipotesi alla base è che Licia Troisi e altri autori di fantasy italiani (Chiara Strazzulla in testa) abbiano scritto alcuni dei peggiori romanzi fantasy mai apparsi sul mercato. Attenzione, peggiori non vuol dire "meno venduti", vuol dire semplicemente che non rispettano quegli elementi di qualità che un bravo ed onesto scrittore fantasy ha il dovere di rispettare per poter affermare di aver scritto un'opera quantomeno sufficiente. Tale critica è/deve essere naturalmente supportata da fatti oggettivi e scopo di questo topic è proprio quello di smontare razionalmente le opere della Troisi e quanti le sostengono a spada tratta, nella convinzione che una critica motivata, per quanto dura nei toni, sia più utile di un'opera mediocre, non fosse altro perché permette ad un potenziale lettore di risparmiare tempo e denaro nella lettura di un'opera inutile.

Ora la discussione può riprendere.

MODERATORE MODE OFF


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Inviato il 06 dicembre 2011 13:04 Autore

Non proprio;Io non ho detto che non è possibile criticare un opera;Ho detto che non tutti valutano nello stesso modo, e quando i numeri sono così alti diventa impossibile e altamente ingiusto affermare che tutti i fan siano degli idioti.

Quello Vanziniano è una forma di commedia che anche a me piace poco, ma che ha i suoi canoni,il suo auditorio, e ottiene il suo obiettivo, che è far ridere una certa fascia di pubblico;

Ripeto, non si tratta di incapacità dell'autore, ma di differenza di priorità;Ripeto, le critiche costruttive sono sempre apprezzabili, insulti e assolutizzazione della critica, non solo sono inutili ma anche controproducenti per il critico stesso;Giudizi "Gamberettiani" inducono gran parte del pubblico a leggere l'opera stroncata, per ripicca nei confronti dell'arroganza del critico.


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Bardo Spadaccino dalla corte di Kellgeard
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Inviato il 06 dicembre 2011 13:29

Il criterio di "critica" non può e non deve essere solo soggettivo; nel senso, questo libro non mi è piaciuto, allora è mediocre a priori.....

La critica deve essere oggettiva, ovvero, come ha detto Guardiano della Notte, essere basata su dei criteri specifici sui quali valutare la bontà della trama, degli intrecci, di tutte quelle caratteristiche, insomma, che danno vita ad un opera di senso compiuto.

A te probalbilmente la narrativa della Troisi piace a tal punto da non renderti conto delle evidenti mancanze; il "non dire" per lasciare aperta l'interpretazione del lettore sottintende, neanche troppo velatamente, come l'autore stesso non sia stato in grado di spiegare/descrivere quell'azione/concetto/stato d'animo....e che si tratti della Troisi o di Shakespeare redivivo, il risultanto non cambia: è sinonimo di incompetenza.

Serve a poco arrampicarsi sugli specchi e lottare contro i mulini a vento......


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Inviato il 06 dicembre 2011 13:32

Allora, chiariamo una cosa. La maggioranza non è affatto un criterio obbiettivo, come dici tu. Altrimenti, tanto varrebbe dire che siccome Hitler era seguito da milioni di tedeschi, lui aveva ragione. O che Stalin era un grande perché adorato da milioni di sovietici. Questa della maggioranza come criterio obbiettivo, almeno in critica letteraria, è una cavolata assurda, tipica peraltro di chi non conosce il genere e non ha altro a cui appellarsi.

Detto ciò, la maggioranza ha comunque un peso, che è cioè quello di decretare o meno il successo commerciale di un'opera. In questo senso, l'esempio dei cinepanettoni è illuminante. Nessuno con un minimo di gusto li riterrebbe dei capolavori del cinema, però raggiungono il loro scopo commerciale. Ma attenzione, perché commerciale non fa necessariamente rima con buona qualità, nel cinema come nella letteratura fantasy italiana.

 

Per poter dire "Quest'opera è bella" occorre ricorrere alla razionalità, alla critica motivata. In altre parole, a criteri obbiettivi. E i criteri obbiettivi sono quelli stratificatisi nel corso dei secoli. Uno di questi criteri, tanto per fare un esempio, è quello che una scena è meglio mostrarla, piuttosto che descriverla. E non l'hanno inventata gli autori fantasy americani o il cinema americano, ma un tizio chiamato Aristotele, di cui, se permetti, mi fido un po' di più che non di un'astrofisica di 20 anni (tanti ne aveva quando scrisse il suo primo romanzo) al suo debutto letterario. Ed il fatto che tale regola sia stata seguita dai migliori scrittori, rende evidente come essa sia obbiettiva, perché la sua validità perdura nel tempo. Quindi, chi non la segue, lo fa a suo rischio e pericolo, che è appunto quello di essere criticato, insultato e sbugiardato. E se l'unica cosa che questo autore sa fare è piangere per i toni con cui viene criticato, beh peggio per lui. Una persona matura sa incassare le critiche dure ma motivate e sfruttarle per migliorarsi. Un calciatore che non s'impegna più di tanto e che viene per questo insultato dai tifosi, se ha un minimo di maturità, capisce che loro hanno ragione a dargli del pigro (o peggio) e s'impegnerà di più. Fermarsi alla forma della critica è tipico di chi non ha il coraggio di confrontarsi con la realtà.

E la realtà è che finché un autore scrive male e si fa pure pagare pesantemente per questo, io ho tutto il diritto di criticarlo e persino insultarlo, se voglio. Non otterrò magari un gran risultato, ma del resto non lo avrei ottenuto nemmeno con l'educazione (come si è visto con più di un autore fantasy italiano) e poi, se lui per primo mi prende per il c*** col suo prodotto scadente, perché non dovrei ricambiargli la cortesia? Perché non dovrei applicare "occhio per occhio"?


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Inviato il 06 dicembre 2011 14:11 Autore

@ Darklady, non è vero, il criterio deve essere oggettivo,certo, ma il mio lo è quanto il vostro, anche se tiene conto di parametri diversi,che la Troisi mi piccia o meno;Mi piace ma non al punto del fanatismo,per intendersi.

@Guardiano della Notte, e chi mai ha detto che il gusto della maggioranza sia un criterio obiettivo? Ho detto che bisogna rispettare i gusti delle persone, e che il tuo modo di criticare è offensivo per loro.

La questione è semplice, esiste una norma universale di convivenza che è quello del rispetto;Puoi aborrire l'opera senza insultare l'autore, e puoi esprimere il tuo disappunto per il gioco di un calciatore senza insultarlo( che poi nel calcio gli insulti sono spesso talmente controproducenti da rovinare definitivamente il gioco di una persona, invece che spronarlo a migliorare, perché non siamo tutti uguali).Io ti ho risposto sul merito della critica, e sulle convenzioni ti posso anche dire che Aristotele parlava di teatro, dove certamente se non mostri manchi l'obiettivo, mentre ad esempio,nell'Eneide, Virgilio lascia molte cose all'immaginazione.Sei tu che ancora devi rispondere alla seguente domanda, chi ti obbliga a leggere un libro, andare allo stadio, andare al cinema? Nessuno;prendersela con l'autore dell'opera perché l'opera non ci è piaciuta è come prendersela con la pietra su cui siamo inciampati mentre cadevamo.Non è occhio per occhio è una reazione immatura.(da Cristiano poi potrei opporti che è obbligatorio perdonare chi ci fa un torto, ma anche questo sarebbe un criterio condivisibile solo dai Cristiani)


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Inviato il 06 dicembre 2011 14:50

Il tuo criterio non è oggettivo, aridaje. Solo perché tu lo ritieni oggettivo, non significa che lo sia. Inoltre hai appena detto una bugia, dicendo che "e chi mai ha detto che il gusto della maggioranza sia un criterio obbiettivo", perché poco prima avevi detto:

 

Ho detto che non tutti valutano nello stesso modo, e quando i numeri sono così alti diventa impossibile e altamente ingiusto affermare che tutti i fan siano degli idioti.

Deciditi: o la maggioranza è un criterio obbiettivo (e ti ho già dimostrato che non lo è) oppure non lo è (ed in tal caso non puoi proprio appellarti al numero dei fan per giustificare la validità della Troisi).

 

Quanto alla norma del rispetto, anche qua dici balle. Punto primo, la norma del rispetto non è universale e lo vediamo ogni giorno in giro per il mondo. Punto secondo, il rispetto deve essere reciproco: io non so in anticipo se il libro è scritto bene, mi fido della professionalità dello scrittore, ma se lui scrive una cag*** ed ha pure la faccia tosta di negare anche le critiche più costruttive e tranquille, allora mi dici per quale motivo io dovrei rispettarlo?

Ovviamente nessuno mi obbliga a leggere quel libro, vedere quel film, gustarmi quella partita, ma una volta che lo faccio e che pago per questo, io il diritto di avere un prodotto che raggiunga almeno la sufficienza, altrimenti mi hai dato la sola. Diverso sarebbe il discorso se un'opera potesse essere pagata DOPO averla consultata (cosa peraltro sperimentata con successo in diversi casi), ma dato che così non è in Italia, almeno al momento, lo scrittore ha il dovere di scrivere ALMENO DA SUFFICIENZA. Cosa che la Troisi e la Strazzulla non fanno.

Quanto al paragone col sasso, è semplicemente patetico. Io non scelgo di inciampare, mentre invece scelgo di gustarmi un'opera che, per quello che spendo, deve essere non dico un capolavoro, ma almeno scritta in maniera sufficiente.

 

La verità non è che io o altri tipo Gamberetta siamo troppo duri nel criticare la Troisi (che poi io sono andato in maniera molto più soft rispetto a Gamberetta, se hai letto il suo blog). La verità è invece che né la Troisi, né i suoi fan hanno ancora saputo rispondere alla seguente, semplicissima domanda: siete in grado di dimostrare secondo criteri razionali ed obbiettivi che Licia Troisi non ha scritto un'opera al di sotto della sufficienza? Non lo sapete fare per la semplice ragione che continuate a parlare di tutto, tranne che di letteratura. Quando lo fate, è solo per uscirvene con le solite frasi ormai diventate scoraggianti da sentire: "Se lo leggono in tanti, qualcosa vuole pur dire" (certo, che il pessimo gusto è ormai universale), "Non esistono regole oggettive in letteratura, posso fare quello che mi pare" (certo, anche scrivere vaccate), "Licia ha venduto parecchio, il suo successo indica che è brava" (indica solo che è brava nell'aspetto commerciale, l'assunto qualità = vendita per il fantasy italiano è quanto di più sbagliato si sia visto) e altre "perle" del genere.

Tenti/ate di spacciare per verità obbiettive cose che altro non sono che le vostre opinioni. Ora, se vogliamo parlare di gusti è un conto: "A me non piace Twilight perché le storie d'amore soprannaturali mi fanno schifo" è perfettamente legittimo in questo contesto. Se invece vogliamo parlare di "Il libro PincoPallinoelesuerutilantiavventure fa schifo perché...", non posso uscirmene con una cosa del genere. Proprio perché non sto parlando di gusti, ma sto dando un giudizio critico, che deve essere il più possibile obbiettivo. Parlare di gusti, in questo contesto, è solo la solita comoda scusa dell'italiano medio, che riduce tutto a campanilismo (politico, letterario, ecc) e ai gusti personali, i quali, proprio perché soggettivi, non possono essere criticati ("de gustibus non disputandum est", se non mi tradiscono i miei ricordi di latino): troppo comodo.

 

Ora, dopo questo ennesimo tentativo di chiarirti le cose, hai finalmente qualcosa di obbiettivo da contrapporre alle critiche mosse alla Troisi e alla sua ancora peggiore discepola Strazzulla, oppure dobbiamo continuare fino allo sfinimento questa discussione? Per obbiettivo intendo qualcosa che vada al di là del banale "A me piace", "Molti la leggono" e "Devi essere più educato" (al quale potrei anche obbiettarti, citandoti, "Nessuno ti obbliga a leggere queste critiche").


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Argon Targaryen
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Argon Targaryen
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Inviato il 06 dicembre 2011 16:41 Autore

Allora, nella frase da te citata ho detto che non tutti valutano nello stesso modo e che considerare svariate centinaia di migliaia di persone idiote è impossibile oltre che ingiusto;Se ti sembra che abbia detto:alla maggioranza piace,vende quindi è buono abbiamo un problema di comprensione.

Detto ciò,ti ho offerto i seguenti dati oggettivi:La Troisi ha sacrificato lo storytelling per il ritmo,e ha ottenuto il suo obbiettivo;Raccontare senza mostrare permette al lettore di sviluppare la propria fantasia(mi scuso per l'uso della parola immaginazione, non sono sinonimi);Lo sapeva Virgilio, lo sapeva Coledridge, lo sapeva Black ed evidentemente lo sa anche la Troisi.Aggiungo, per darti un idea completa del mio criterio:C'è un lieto fine, e dato che per me lo scopo della fiction in generale è la consolazione, questo è positivo, La storia mescola elementi classici in maniera nuova, a prescindere se ci siano o meno i cliché; si chiamano soluzioni classiche, e spesso funzionano meglio di arditi esperimenti letterari.Quindi, per il criterio che seguo io,ovvero,fedeltà dell'autore al proprio obiettivo(Mostrare o Raccontare che sia),capacità di raccontare storie classiche in maniera nuova o storie nuove in maniera classica, e valore consolatorio dell'opera,la Troisi è una buona scrittrice.

P.S.Che il rispetto non sia un valore per tutti è vero purtroppo, ma rimane un dovere anche se gli altri non lo fanno più.


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