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THE WINDS OF WINTER: news e speculazioni
di Lord Beric
creato il 13 luglio 2011

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Stefano Snow
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Stefano Snow
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Inviato il 11 gennaio 2016 2:23

 

 

Io sarei d'accordo con l'articolo se non esitesse la serie TV... Allora potrebbe metterci pure 10 anni a libro per conto mio .

Per me questo è un discorso a parte. Col senno di poi è sempre facile, ovviamente, ma era chiaramente opportuno attendere di essere più avanti nella saga prima di dare i diritti per la serie tv.

E rinunciare a un bel pacco di $$$$$ ???

...gli sarebbe apparso in sogno il fantasma di Ditocorto...


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OKbasta
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OKbasta
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Inviato il 12 gennaio 2016 17:04

Sto rileggendo per la quarta volta Le Cronache, sono a pag. 246 de Il Regno Dei Lupi, nella vana illusione di arrivare alla fine dell'ultimo libro pubblicato in concomitanza con l'uscita del nuovo. Vana illusione, ovviamente, è un modo come un altro per farsi del male. Sono quasi convinta, infatti, che la saga non si concluderà mai. La fonte s'è inaridita un po' per mancanza di idee, un po' per il fiatone che viene nel cercare di rincorrere la serie televisiva senza mai riuscirci e molto perché, quando l'ispirazione era all'apice, Martin si è lasciato prendere la mano ed ha intrecciato i fili in modo così inestricabile che non riesce più a trovare il bandolo della matassa senza scadere nell'ovvietà visto che i suoi lettori, con la loro inventiva, gli hanno spiattellato tutte le possibili soluzioni. Provate voi a trovare soluzioni ancora più nuove e alternative rispetto a quelle già proposte in tutto il mondo e portate ormai alla conoscenza di tutti!

Modificato il 05 July 2024 17:07


Euron Gioiagrigia
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Euron Gioiagrigia
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Inviato il 12 gennaio 2016 17:54

Non penso sia la mancanza di idee. L'età, la propensione naturale all'iperperfezionismo, i vari impegni (serie tv, TWOIAF, le convention...) e l'ingigantirsi della trama sono le vere cause di tutto ciò.

Ormai Martin se la prenderà ancor più comoda perché non è riuscito ad agganciare la serie tv e ci saranno (alcuni) spoiler a raffica, quindi sa che non ha più scadenze, a parte la pazienza dei fan più esasperati.


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Fux89
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Fux89
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Inviato il 12 gennaio 2016 19:50

Sto rileggendo per la quarta volta Le Cronache, sono a pag. 246 de Il Regno Dei Lupi, nella vana illusione di arrivare alla fine dell'ultimo libro pubblicato in concomitanza con l'uscita del nuovo.

Io aspetto la data di uscita ufficiale prima di iniziare la rilettura. Intanto leggo altro. :salta:

Io spero in un'uscita per la fine di quest'anno/inizio del prossimo. Se Martin pensava di farcela a consegnare il manoscritto entro la fine dell'anno scorso vuol dire che non gli può mancare troppo. Ha detto che gli ci vogliono ancora mesi, bene, magari tra sei mesi finisce e abbiamo il libro prima di Natale. :)


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AemonTargaryen
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AemonTargaryen
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Inviato il 13 gennaio 2016 0:28
Il 10/1/2016 at 14:23, Fux89 dice:

Io la penso come l'autore di questo articolo: http://bookriot.com/2016/01/05/george-r-r-martin-doesnt-owe-us-explanation/

 

Sì, mi dispiace che TWOW non sia ancora finito, mi dispiace di dover aspettare ancora non si sa quanto prima di leggere il seguito della mia saga preferita, MA trovo assurdo sentirsi "traditi" o parlare di "mancanza di rispetto" da parte di Martin. Non penso che Martin abbia qualche dovere nei miei confronti solo perché ho comprato e amato i suoi libri (ASoIaF e non solo). I suoi tempi di scrittura sono questi, non ci si può fare nulla a parte accettarlo.

 

Quando uscirà il libro lo leggerò, nel frattempo ci sono centinaia di altri autori, migliaia di altri libri tra cui scegliere per passare il tempo.

 

Sono completamente d'accordo.

 

E penso che le scadenze siano per i "tecnici", non per gli artisti. Le opere di un tecnico hanno una scadenza, sono fatte perché un giorno diventino desuete, finite. Un artista, invece, opera affinché la sua idea sopravviva al progresso tecnologico e al tempo. Le opere di un artista hanno un qualcosa di "infinito". Un artista deve pensare al tempo che occorre all'opera, non al tempo che è utile all'industria o al mercato.

 

Io non solo trovo di cattivo gusto i ragionamenti sulle aspettative di vita di George, ma non lo ritengo minimamente "responsabile" nei miei confronti e nei confronti di una marea di lettori di tutto il mondo. Gli ci vorrà il tempo che gli ci vorrà. Quando il libro uscirà lo leggerò e se c'è da aspettare significa che nel frattempo leggerò altro.

 

E a proposito dei potenziali spoiler della serie tv sui fatti principali, beh, se arriveranno credo che leggere gli eventi, anche più o meno simili dal punto di vista della trama ma narrati dalla penna di Martin, sarà un'esperienza profondamente diversa e di sicuro, con buona pace di chi non perde mai l'occasione di buttare giù GRRM, qualitativamente migliore (per quanto le due cose possano essere messe a confronto). Tra l'altro trovo che questo sia un punto molto soggettivo.

 

Martin resta pur sempre un grande scrittore, nonostante ci stia mettendo tutto questo tempo a finire il libro, e per le emozioni che i suoi libri mi hanno trasmesso, in particolare Asoiaf, gliene posso solo rendere merito. Sapere che malgrado i "risultati" che ancora non arrivano lui si stia comunque impegnando e che si sia esposto così tanto (mi riferisco al suo famoso post) dinanzi a tutto il pubblico di lettori non può rendermi deluso o arrabbiato nei suoi confronti, ma speranzoso. A me basta sapere che è al lavoro per realizzare l'opera ed avrà il mio sostegno ed il mio rispetto.

 

Se lo è guadagnato nelle pagine di Asoiaf, quindi non può perderlo in quelle del calendario.

 

Forza George.

Modificato il 05 July 2024 17:07

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xrnmas
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Inviato il 13 gennaio 2016 11:05

Personalmente non giustifico il suo operato ma neanche lo metto in croce(ormai è inutile,il libro esce quando esce)

Però siamo obbiettivi, si era prefissato due date di "uscita" e le ha mancate entrambe...sarà pure un "artista" ( manco fosse michelangelo che deve fare la cappella sistina)però allora si concentrasse più sulla sua opera e meno ad altre cose, e che avesse la decenza di non darsi scadenze inutili, che tanto per un motivo( vuoi che comunque ha una vita e impegni) o per un altro( il suo famigerato blocco) mancherà.

Ormai il tempo della "rabbia" è finito e rimane giusto pelo di amarezza.poi o la vita continua e ci sono o ci saranno altre letture interessanti da leggere.


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Manifredde
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Manifredde
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Inviato il 13 gennaio 2016 11:50

E penso che le scadenze siano per i "tecnici", non per gli artisti. Le opere di un tecnico hanno una scadenza, sono fatte perchè un giorno diventino desuete, finite. Un artista, invece, opera perchè la sua idea sopravviva al progresso tecnologico e al tempo. Le opere di un artista hanno un qualcosa di "infinito". Un artista deve pensare al tempo che occorre all'opera, non al tempo che è utile all'industria o al mercato.

L'immagine molto romantica dell'artista solitario ed eclettico mi piace, ma non so mica se si possa adattare ad un uomo che, comunque, per quello che ha fatto é stato pagato milioni da case editrici con cui aveva dei contratti. Questo lo rende, oltre che artista, anche un 'professionista': disegnatori di fumetti, registi, musicisti etc sono anche loro 'artisti', ma hanno precise scadenze da rispettare.

Martin non avrá forse firmato nulla sulla tempistica, ma l'essere artista non lo libera necessariamente da una certa affidabilitá e puntualitá (e i miei pochi esempi di prima lo dimostrano).

 

Inoltre, Martin non ci mette molto perché 'pensa al tempo che occorre all'opera', ma perché 'pensa poco all'opera': lo ammette lui stesso che é lentissimo a scrivere, e se passa mesi a fare altro, naturale che non riesca a produrre molto.

E cosí si torna alla discussione iniziale: se Martin debba sentirsi in qualche modo obbligato nei confronti dei lettori :ehmmm:


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niphredil
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niphredil
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Inviato il 13 gennaio 2016 12:15

Secondo me non è questione importante se Martin debba sentirsi o meno obbligato nei confronti dei lettori (si sentirà come gli pare, dipende dalle persone), questione diversa è se debba sentirsi obbligato nei confronti della sua casa editrice e tutto ciò che gravita intorno (e la risposta è si, mi spiace, al netto delle considerazioni sugli artisti). Un conto è se sei un artista indipendente, che fa come gli pare, un conto è se ti sei preso degli impegni con altre persone che stanno lavorando con te e per te, si chiama professionalità e anche rispetto (per gli addetti ai lavori, la casa editrice, eccetera), mi dispiace ma questo non è giustificabile in alcun modo, soprattutto perché le scadenze se le decide pure da solo e poi non le rispetta. A parer mio è inutile dire eh ma un artista ci mette quanto gli pare, per tutto il mio discorso precedente, altrimenti rimaneva in proprio o pubblicava tutto gratis e allora chi ti dice niente.

Per quanto riguarda il discorso dei lettori, credo sia lecito essere delusi, lamentarsi ed altro senza ogni volta dover cercare da parte di altri di giustificare Martin (che non ne ha certo bisogno né immagino gli interessi più di tanto), dato che non mi sembra che legga personalmente questa discussione ne che le nostre lamentele vengano spedite direttamente a lui, quindi non capisco il problema se uno si sente di dire che secondo lui Martin è stato una delusione o altre mille ipotesi e considerazioni, dato che ci troviamo in un forum. Io personalmente lo trovo ormai decisamente non professionale e che tutto quello che ha scritto siano solo scuse mentre probabilmente non sa come andare avanti o ha altro per la testa. Ognuno libero di fare ciò che vuole, ci mancherebbe, ma dato che nella storia del mondo ci sono sempre stati e ci saranno tanti scrittori e artisti eccezionali che sono persone serie e che riescono a fare le cose come si deve, non capisco come si possa pensare realmente che sia normale quello che fa lui e come si comporta e giustificarlo pure, praticamente facendo diventare l'eccezione la regola. Poi ovviamente si aspetta (e spero davvero che dopo tutta l'attesa il libro sia un capolavoro) ma credo che rimanere quantomeno perplessi sia il minimo dopo tutto questo tempo.


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Lady Wylla Manderly
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Lady Wylla Manderly
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Inviato il 13 gennaio 2016 13:15

Ormai il tempo della "rabbia" è finito e rimane giusto pelo di amarezza.poi o la vita continua e ci sono o ci saranno altre letture interessanti da leggere.

 

Questa affermazione rispecchia totalmente il mio pensiero.

 

Martin è liberissimo anche di non concludere la saga e lasciarci ad ADWD.

Sicuramente può decidere le sue tempistiche e di fatto lo fa, certo che viene naturale considerarlo un tantino inconcludente e decisamente lento.

Se parliamo di ADWD finito in sei anni (considerato inoltre che quando è uscito AFFC aveva già molto materiale ed era sicuro di finirlo in un anno) che non è un capolavoro, insomma, è un tempo decisamente lungo.

Sicuramente non trae più piacere dalle cronache e spende il suo tempo a fare altro. Non posso credere che si stia davvero impegnando considerato che ha sfornato AGOT, AKOK e ASOS in quattro anni e a parer mio sono i migliori della saga fin'ora.

 

Le supposizioni sulla sua morte sono decisamente di cattivo gusto e lasciano il tempo che trovano, non le prenderei proprio in considerazione.

 

E a proposito dei potenziali spoiler della serie tv sui fatti principali, beh, se arriveranno credo che leggere gli eventi, anche più o meno simili dal punto di vista della trama ma narrati dalla penna di Martin, sarà un'esperienza profondamente diversa e di sicuro, con buona pace di chi non perde mai l'occasione di buttare giù GRRM, qualitativamente migliore (per quanto le due cose possano essere messe a confronto).

Assolutamente d'accordo. Non può esserci alcun confronto. Senza considerare che ormai la serie sta divergendo.

 

SPOILER STAGIONE 5

 

 

Senza i libri avremmo potuto credere alla storyline di Dorne e al viaggio di Jaime.

Non avremmo conosciuto Arianne e il suo seguito. Insomma tutt'altro. Ed è solo un esempio. Per non parlare di Sansa

 

 

 


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Sir Alexander Stark
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Inviato il 13 gennaio 2016 13:40

 

 

E cosí si torna alla discussione iniziale: se Martin debba sentirsi in qualche modo obbligato nei confronti dei lettori :ehmmm:

Diciamo che se mai fosse davvero accettabile anche solo metterla in questi termini (il cui significato concreto è: bisogna che pubblichi un libro ogni 2-3 anni, magari dividendo quello che lui vuole sia un unico tomo intero in 2-3 più piccoli, per accontentare i fan) la risposta è ma anche NO.

 

L'unico obbligo (morale potremmo definirlo) auto imposto, è quello di scrivere la sua opera, nel miglior modo possibile, con tutti gli elementi che ritiene necessari (+ o - fantasy, lunghi capitoli meerenesi, divagazioni brienniane), coi suoi metodi (es. scrivere prima tutti i capitoli di un pg, poi tornare indietro nella linea temporale e calarsi in un altro pg), al massimo della velocità che il desiderio di creare l'opera migliore che il suo talento e le sua capacità, il suo carattere (super precisino quasi paranoico), la sua età (60+ anni), i suoi altri impegni lavorativi (molti) e la sua vita, di uomo adulto quasi anziano senza le vesti di scrittore o produttore, gli permette.

 

tutto il resto sono ipotesi, teorie, illazioni o accuse da parte nostra e che la generale isteria e crisi di nervi genera anche nei vecchi fan tutti d'un pezzo

 

Nessun contratto e nemmeno nessun presunto dovere morale, stabilisce quante pagine deve scrivere al giorno, ogni quanti anni completare un libro. Non ha ed è impossibile pretendere il contrario scadenze certe e fissate. Questa è la realtà, così stanno le cose. Prima lo capiamo, lo accettiamo e ce ne facciamo una ragione, prima vivremo meglio senza fare la bile, restare delusi e tutto il resto

 

se non siamo disposti a farlo, smettiamo di comprare i suoi libri così evitiamo di arricchirlo coi nostri preziosi soldi


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hacktuhana
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hacktuhana
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Inviato il 13 gennaio 2016 15:41

Beh l'editore ormai sa che il libro di Martin venderà uno scatafascio di copie, e piuttosto che fare intascare i soldi ad altro editore (che Martin troverebbe in un nanosecondo), è disposto ad aspettare l'inverno :D


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Sir Alexander Stark
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Sir Alexander Stark
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Inviato il 13 gennaio 2016 17:01

 

Nessun contratto e nemmeno nessun presunto dovere morale, stabilisce quante pagine deve scrivere al giorno, ogni quanti anni completare un libro. Non ha ed è impossibile pretendere il contrario scadenze certe e fissate. Questa è la realtà, così stanno le cose. Prima lo capiamo, lo accettiamo e ce ne facciamo una ragione, prima vivremo meglio senza fare la bile, restare delusi e tutto il resto.

 

Nessun contratto solo perchè l'editore è permissivo, eh. Un editore diverso gli avrebbe imposto una data da rispettare (lo possono fare per contratto) e a quel punto per Martin sarebbero stati problemi seri. Diciamo che è paraculato anche da questo punto di vista perché io, onestamente, da editore non avrei mai permesso che una saga da me pubblicata impiegasse tutto questo tempo a essere conclusa e parlo prima del successo post GOT.

 

Inoltre, anche l'idea dell'artista che fa quel che fa quando vuole personalmente non la condivido. Così può pensarla un dilettante che scrive per sé stesso e pochi amici, non un professionista che viene pagato per il suo lavoro. E sì, Martin viene pagato prima dal suo editore. I nostri soldi li prende dopo la pubblicazione e con parte di questi risarcisce quanto anticipato dall'editore.

La colpa di tutto questo è proprio di un editore così permissivo.

 

Per il resto, condivido e appoggio quanto detto dall'utente Manifredde in questo post, che sarebbe da incornciare e far leggere a chiunque sostenga che lo status di artista professionista ti giustifica a fare quel che vuoi e fottesega a tutto e tutti.

 

 

L'immagine molto romantica dell'artista solitario ed eclettico mi piace, ma non so mica se si possa adattare ad un uomo che, comunque, per quello che ha fatto é stato pagato milioni da case editrici con cui aveva dei contratti. Questo lo rende, oltre che artista, anche un 'professionista': disegnatori di fumetti, registi, musicisti etc sono anche loro 'artisti', ma hanno precise scadenze da rispettare.

 

Martin non avrá forse firmato nulla sulla tempistica, ma l'essere artista non lo libera necessariamente da una certa affidabilitá e puntualitá (e i miei pochi esempi di prima lo dimostrano).

 

Inoltre, Martin non ci mette molto perché 'pensa al tempo che occorre all'opera', ma perché 'pensa poco all'opera': lo ammette lui stesso che é lentissimo a scrivere, e se passa mesi a fare altro, naturale che non riesca a produrre molto.

E cosí si torna alla discussione iniziale: se Martin debba sentirsi in qualche modo obbligato nei confronti dei lettori :ehmmm:

 

 

 

Ti darei una medaglia per queste parole ^_^

 

 

i casi sono due:

 

A) grosso editore potente>scrittore

 

(perchè non ha un grande pubblico, è alle prime armi, o altro) e in questo caso bene o male deve stare agli ordini che vengono dall'alto, se no gli staccano la spina, addio stipendio, si fa la fame. Oppure l'editore ha cuore, è permissivo appunto e ti lascia lavorare nelle migliori condizioni possibili (senza stress e fiato sul collo, assolutamente controproducente per un artista)

 

B) scrittore affermato > editore

 

Va così con tutti i grandi scrittori affermati, di successo, belli navigati. Non ci sarà mai un limite, una data x, un termine perentorio. E' il secondo che si avvantaggia del successo e della fama del primo. Il coltello dalla parte del manico c'è l'ha l'artista. L'editore è il proprietario della fattoria, ma la gallina dalle uova d'oro è sempre l'artista, il genio, il visionario

 

Naturalmente questo discorso lo faccio con riferimento a tanti tipi di lavoro "non tradizionale". Pensate alle star del cinema, ai calciatori più pagati, alle case discografiche che si contendono l'artista più apprezzato del momento

 

la verità fondamentale è appunto quella espressa da Hack

 

 

Ma proviamo a lasciare da parte questi discorsi pratici, quasi cinici. C'è Tizio (datore di lavoro) che paga Caio (artista) per il suo prodotto (album di successo, film, libro best seller..) Quando di mezzo c'è l'arte il discorso si capovolge rispetto a quella che è la nostra "normale" visione del rapporto di lavoro; non si parla di un giudice che deve applicare la legge, un professore che deve insegnare la materia, un idraulico, un ingegnere, un operaio ecc ecc

 

Un artista deve essere lasciato lavorare come meglio ritiene

 

Tizio paga Caio per avere la di lui arte, la sua opera artistica. Se a tizio non va bene caio, i suoi tempi, i suoi metodi, pagherà Sempronio per avere però un diverso prodotto artistico. Altrimenti che senso ha pagare un artista per poi pretendere che questo lavori come vuoi tu. Un pittore ad esempio verrà pagato per dipingere quello che lui sa dipingere, col suo gusto, il suo metodo, la sua particolare deformazione professionale.

 

Tizio paga Picasso per avere un bel capolavoro cubista, se vuole il surrealismo va da Salvador Dalì

Compro Beckham, ma se poi lo metto in difesa e non gli faccio calciare ogni punizione a favore della mia squadra, è colpa mia non sua se poi non rende

Pago le bollette di Martin per avere un certo tipo di realismo fantasy, non mi aspetto un Giallo

 

 

Quindi, se tu da editore avessi agito come dici, ti saresti perso Martin che avrebbe fatto la fortuna della tua concorrenza per chissà quale artista, magari celere ma non altrettanto bravo

 

Poi, chi ha detto che Martin fa quel che vuole quando vuole? chi ha detto che pensa poco all'opera? Nona abbiamo nessuna prova per dimostrarlo, ne alcun diritto di accusarlo con ipotesi semi-complottistiche.

 

E' lo stesso discorso che personalmente già ho affrontato nei miei ultimi post su questo topic

 

 

 

L'unico obbligo (morale potremmo definirlo) auto imposto, è quello di scrivere la sua opera, nel miglior modo possibile, con tutti gli elementi che ritiene necessari (+ o - fantasy, lunghi capitoli meerenesi, divagazioni brienniane), coi suoi metodi (es. scrivere prima tutti i capitoli di un pg, poi tornare indietro nella linea temporale e calarsi in un altro pg), al massimo della velocità che il desiderio di creare l'opera migliore che il suo talento e le sua capacità, il suo carattere (super precisino quasi paranoico), la sua età (60+ anni), i suoi altri impegni lavorativi (molti) e la sua vita, di uomo adulto quasi anziano senza le vesti di scrittore o produttore, gli permettono.

Questo è ciò che sappiamo. Questo è ciò che Martin stesso ha detto e ribadito ogni volta che lo importunavano in tal senso. Questa è l'unica realtà che abbiamo, altro, non possiamo dimostrarlo neanche volendo.

Una volta venuta meno la tesi del "non è un professionista serio, non può lavorare come gli gira, l'editore..." tutto il resto viene dopo, le ipotesi di complotto, le accuse, la gente offesa e delusa, chi non prova pietà di lui. Questa è la nostra unica certezza o se volete ciò in cui credere, la nostra fede martiniana

 

Con questo, tutti possono lamentarsi e criticare come più ritengono giusto e opportuno, ma la vera verità, rimane questa semplice semplice


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hpr7
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hpr7
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Inviato il 13 gennaio 2016 17:42

[...]

 

 

Quoto tutto :)

Modificato da AlysanneTarg il 05 July 2024 17:07 per cerchiamo di evitare i quote a cascata, appesantiscono la lettura (soprattutto se è il messaggio immediatamente precedente)

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AemonTargaryen
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Inviato il 13 gennaio 2016 18:10

 

i casi sono due:

 

A) grosso editore potente>scrittore

 

(perchè non ha un grande pubblico, è alle prime armi, o altro) e in questo caso bene o male deve stare agli ordini che vengono dall'alto, se no gli staccano la spina, addio stipendio, si fa la fame. Oppure l'editore ha cuore, è permissivo appunto e ti lascia lavorare nelle migliori condizioni possibili (senza stress e fiato sul collo, assolutamente controproducente per un artista)

 

B) scrittore affermato > editore

 

Va così con tutti i grandi scrittori affermati, di successo, belli navigati. Non ci sarà mai un limite, una data x, un termine perentorio. E' il secondo che si avvantaggia del successo e della fama del primo. Il coltello dalla parte del manico c'è l'ha l'artista. L'editore è il proprietario della fattoria, ma la gallina dalle uova d'oro è sempre l'artista, il genio, il visionario

 

Naturalmente questo discorso lo faccio con riferimento a tanti tipi di lavoro "non tradizionale". Pensate alle star del cinema, ai calciatori più pagati, alle case discografiche che si contendono l'artista più apprezzato del momento

 

la verità fondamentale è appunto quella espressa da Hack

 

 

Ma proviamo a lasciare da parte questi discorsi pratici, quasi cinici. C'è Tizio (datore di lavoro) che paga Caio (artista) per il suo prodotto (album di successo, film, libro best seller..) Quando di mezzo c'è l'arte il discorso si capovolge rispetto a quella che è la nostra "normale" visione del rapporto di lavoro; non si parla di un giudice che deve applicare la legge, un professore che deve insegnare la materia, un idraulico, un ingegnere, un operaio ecc ecc

 

Un artista deve essere lasciato lavorare come meglio ritiene

 

Tizio paga Caio per avere la di lui arte, la sua opera artistica. Se a tizio non va bene caio, i suoi tempi, i suoi metodi, pagherà Sempronio per avere però un diverso prodotto artistico. Altrimenti che senso ha pagare un artista per poi pretendere che questo lavori come vuoi tu. Un pittore ad esempio verrà pagato per dipingere quello che lui sa dipingere, col suo gusto, il suo metodo, la sua particolare deformazione professionale.

 

Tizio paga Picasso per avere un bel capolavoro cubista, se vuole il surrealismo va da Salvador Dalì

Compro Beckham, ma se poi lo metto in difesa e non gli faccio calciare ogni punizione a favore della mia squadra, è colpa mia non sua se poi non rende

Pago le bollette di Martin per avere un certo tipo di realismo fantasy, non mi aspetto un Giallo

 

 

Quindi, se tu da editore avessi agito come dici, ti saresti perso Martin che avrebbe fatto la fortuna della tua concorrenza per chissà quale artista, magari celere ma non altrettanto bravo

 

Poi, chi ha detto che Martin fa quel che vuole quando vuole? chi ha detto che pensa poco all'opera? Nona abbiamo nessuna prova per dimostrarlo, ne alcun diritto di accusarlo con ipotesi semi-complottistiche.

 

E' lo stesso discorso che personalmente già ho affrontato nei miei ultimi post su questo topic

 

 

 

L'unico obbligo (morale potremmo definirlo) auto imposto, è quello di scrivere la sua opera, nel miglior modo possibile, con tutti gli elementi che ritiene necessari (+ o - fantasy, lunghi capitoli meerenesi, divagazioni brienniane), coi suoi metodi (es. scrivere prima tutti i capitoli di un pg, poi tornare indietro nella linea temporale e calarsi in un altro pg), al massimo della velocità che il desiderio di creare l'opera migliore che il suo talento e le sua capacità, il suo carattere (super precisino quasi paranoico), la sua età (60+ anni), i suoi altri impegni lavorativi (molti) e la sua vita, di uomo adulto quasi anziano senza le vesti di scrittore o produttore, gli permettono.

Questo è ciò che sappiamo. Questo è ciò che Martin stesso ha detto e ribadito ogni volta che lo importunavano in tal senso. Questa è l'unica realtà che abbiamo, altro, non possiamo dimostrarlo neanche volendo.

Una volta venuta meno la tesi del "non è un professionista serio, non può lavorare come gli gira, l'editore..." tutto il resto viene dopo, le ipotesi di complotto, le accuse, la gente offesa e delusa, chi non prova pietà di lui. Questa è la nostra unica certezza o se volete ciò in cui credere, la nostra fede martiniana

 

Con questo, tutti possono lamentarsi e criticare come più ritengono giusto e opportuno, ma la vera verità, rimane questa semplice semplice

 

 

Sono pienamente d'accordo con te

 

Beh l'editore ormai sa che il libro di Martin venderà uno scatafascio di copie, e piuttosto che fare intascare i soldi ad altro editore (che Martin troverebbe in un nanosecondo), è disposto ad aspettare l'inverno :D

...Dritto al punto. E su questo non ci piove.


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hacktuhana
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hacktuhana
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Inviato il 13 gennaio 2016 19:15

Sono sicuro che le maggiori pressioni gliele mettano proprio gli editori.

 

Per quanto mi riguarda, ormai, possono fare solo quello e sperare che gli parta la vena creativa e scriva...

Di certo gioirebbero alla vista di altri 3 4 989 lavori di Martin.

 

Ma George lo zio, questo è...

 

Non è tenuto a scrivere per forza, ne per dovere.

Ma è lui che se la canta e se la suona, persino quando dice che non darà più date di scadenza dopo la figuraccia fatta con Adwd.

Niente, piglia e scrive che non ce l'ha fatta a scrivere prima di quanto si era prefissato.

Allora ce l'avevi la scadenza! :D

 

Guardando tutto ciò, annoto che c'è da aspettare millanta giorni e ancora, e mi dico (da solo) che il buon George sbarella le date di brutto :D

In questo non ha nessuna professionalità, però non è che lo andrò a minacciare di morte.

 

Che me ne viene? :)

 

Che caspita però ma Scrivi! :stralol:


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