Hai ragione a sottolineare questo punto... non avrei dovuto suggerire questo parallelo in modo cosi' leggero... In questo modo sono riuscito a confondere anche me stesso.sono curiosa: i commenti (emotivi) positivi e negativi sul racconto andranno in parallelo con 'sono bambino' e 'adulto'?^^
Vediamo di rimettere un po' di ordine.
La contrapposizione, in questo racconto, e' tra individuale e collettivo. E' tra "scrivere per se' stessi" e "scrivere per gli altri" (mi e' stato ispirato due o tre giorni fa da Metal Duchess). Tra introversione ed estroversione. Tra "autismo" e "relazione".
L'idea e' che questi due poli possano essere ben rappresentati da "Odissea" e "Iliade".
E' chiaro che, mentre scrivevo questo racconto, davo per scontato che alla stragrande maggioranza della gente piaccia di piu' l'Odissea. In genere l'eroe solitario, pieno di risorse, impavido contro tutti, ecc., incontra facilmente i gusti del cosiddetto "grande pubblico". La ragione di questo e' presto detta: costruendo la societa' e la civilta' abbiamo dovuto rinunciare a molta della nostra natura individuale. L'educazione ci insegna a essere altruisti, a lasciare spazio anche agli altri, a comportarci seguendo una certa etichetta, mettiamo le stelline quando scriviamo ca**o, eccetera. In breve: dobbiamo soffocare il nostro egoismo e il nostro narcisismo e la nostra liberta'.
Alcune persone pero' crescono mantenendo intatta una buona parte del loro egoismo e del loro narcisismo: ebbene, queste persone (fateci caso) piacciono. Nel senso che non si puo' restare indifferenti al loro fascino: o le ami pazzamente o le odi furiosamente. Queste persone sono davvero attraenti - e lo sono perche' hanno conservato proprio quella cosa che quasi tutti hanno accettato di perdere (per diventare "adulti").
Ora, e' meglio restare bambini, o crescere e diventare adulti? Io, sinceramente, non lo so. Mi trovo in equilibrio fra Iliade e Odissea, non so davvero a quale di questi mondi stupendi rinunciare. La civilta' mi piace (con tutto quello che ha portato in termini di arte, scienza, consapevolezza). Ma mi piace anche la forza primitiva del bambino che sa quello che vuole, senza ipocrisie, e ama se' stesso senza alcuna vergogna.
In ogni caso, le opere d'arte piu' sublimi sono proprio opera di quelli che definiremmo "pazzi". E questi "pazzi" sono i sacerdoti che conservano per noi la memoria di quanto ci e' stato tolto dall'educazione. Per questo ci piace l'arte, il messaggio che questa contiene. Abbiamo bisogno dei pazzi, anche se i pazzi non hanno bisogno di noi (e possono permettersi di dire che scrivono solo per se' stessi). E questa e' la cosa che ho imparato dalla discussione con quella "pazza" di Metal Duchess! " />
Tyrion Hill : brano ben scritto che cita due opere a me particolarmente care, l'Iliade e l'Odissea (anche io preferisco la seconda...e della prima, francamente la figura di Achille non mi ha mai ispirato tanto...ho sempre preferito quella di Ettore :P). Mi ha un pò confuso all'inzio ma poi mi sono ripresa.
PS...bella l'immagine della casetta creata con un tavolo sopra il letto con un lenzuolo sopra *_*
In ogni caso, le opere d'arte piu' sublimi sono proprio opera di quelli che definiremmo "pazzi". E questi "pazzi" sono i sacerdoti che conservano per noi la memoria di quanto ci e' stato tolto dall'educazione. Per questo ci piace l'arte, il messaggio che questa contiene. Abbiamo bisogno dei pazzi, anche se i pazzi non hanno bisogno di noi (e possono permettersi di dire che scrivono solo per se' stessi). E questa e' la cosa che ho imparato dalla discussione con quella "pazza" di Metal Duchess!
tra genio e pazzia, stretta è la via...
bah, questo stereotipo non mi ha mai convinto
tantissimi artisti erano e sono persone tranquillissime, posate, razionali, in ogni caso perfettamente integrate nella società e nei costumi del loro tempo, e la loro opera non era e non è certo definibile come autoreferenziale.
personalmente ritengo il più triste lascito dell'intellettualismo di fine '800, l'idea dell'artista maledetto, "pazzo", ripiegato su sé stesso nella sua torre d'avorio.
per me (giudizio soggettivo, eh) le branche dell'arte che più hanno abbracciato questa concezione sono quelle che sono più decadute in questo secolo (pittura, poesia e letteratura dotta, musica classica)... mentre il generale rifiuto di questa concezione ha esaltato e portato ai massimi livelli la musica popolare, il romanzo e soprattutto il cinema.
comunque il brano è efficace, il vaniloquio di onnipotenza è credibile " />
per me (giudizio soggettivo, eh) le branche dell'arte che più hanno abbracciato questa concezione sono quelle che sono più decadute in questo secolo (pittura, poesia e letteratura dotta, musica classica)... mentre il generale rifiuto di questa concezione ha esaltato e portato ai massimi livelli la musica popolare, il romanzo e soprattutto il cinema.
mi permetto di dissentire (rispettando i giudizi sogettivi): coloro che nel secolo scorso (non comprendo con quali criteri tu ti riferisca a questo secolo) hanno abbracciato tale concezione lo hanno fatto proprio per contrapporsi alla decadenza del secolo stesso, svuotato, dall'arido intellettualismo e dalla scientizzazione della filosofia, dei valori più profondi al punto che l'unico modo di rendersi liberi per molti artisti è stato quello di diventare folli. " />
detto ciò vi saluto " /> buona notte " />
Beh... non posso certo negarlo. Tuttavia posso affermare (credo) che ciascuna di queste persone "tranquillissime, posate, razionali, e perfettamente integrate nella società" hanno saputo mantenere un contatto con la loro "follia": senza perderla mai, ma conservandola in un settore della loro mente.tantissimi artisti erano e sono persone tranquillissime, posate, razionali, in ogni caso perfettamente integrate nella società e nei costumi del loro tempo, e la loro opera non era e non è certo definibile come autoreferenziale.
È chiaro che esistono tutte queste possibilità di mescolanza tra follia e ragione, ma nel racconto ho pensato che fosse utile "purificare" il concetto base. Per l'arte la follia è essenziale, e la ragione è quasi un impedimento. Sinceramente, quando scrivo mi sento enormemente impedito dalla mia razionalità.
Tuttavia posso affermare (credo) che ciascuna di queste persone "tranquillissime, posate, razionali, e perfettamente integrate nella società" hanno saputo mantenere un contatto con la loro "follia": senza perderla mai, ma conservandola in un settore della loro mente.
mah, sono moooooolto più rare le persone che hanno completamente perso la loro "follia" (io direi nessuno).
forse l'abilità del genio sta proprio nel trasmettere, comunicare, rendere conoscibile e "comprensibile" al prossimo questa "follia" (io le chiamerei emozioni, istinti, follia ha troppo un connotato da pazziode)... e l'unico modo per comunicare e rendere comprensibile qualcosa al prossimo è proprio attraverso la razionalità.
il grande artista non rifiuta la razionalità, anzi è straordinario a usarla come "trasformatore"
Leonardo ne è il massimo esempio... una mente perfettamente razionale e allo stesso tempo un genio dell'arte.
Secondo me questo puoi affermarlo solo generalizzando al massimo il concetto di follia. Io parlo dei disturbi narcisistici della personalità, della mania di grandezza, della schizofrenia, della paranoia, e del "senso di onnipotenza del pensiero" (una cosa avviene perché io la penso). Che sono le primissime cose sulle quali l'educazione bombarda a tappeto, dato che sono un ostacolo all'organizzazione di una società.mah, sono moooooolto più rare le persone che hanno completamente perso la loro "follia" (io direi nessuno).
Mentre scrivevo questo racconto avevo sempre in mente Antonio Ligabue.forse l'abilità del genio sta proprio nel trasmettere, comunicare, rendere conoscibile e "comprensibile" al prossimo questa "follia" (io le chiamerei emozioni, istinti, follia ha troppo un connotato da pazziode)... e l'unico modo per comunicare e rendere comprensibile qualcosa al prossimo è proprio attraverso la razionalità.
Guarda che se ti preme mostrare l'importanza della razionalità nella comunicazione (o in qualsiasi altra attività umana) con me sfondi una porta aperta. Ma nel mio racconto ho voluto parlare solo dell'aspetto "follia", che è essenziale all'arte e quindi deve essersi mantenuto intatto, o almeno protetto dal processo educativo che connota negativamente l'egoismo, il narcisismo, la violenza, ecc. La parte razionale ci deve essere, ma come mostrato dal caso di Ligabue ne basta davvero un minimo, giusto quello sufficiente a rendere possibile la comunicazione. Occorre razionalità anche solo per amministrare pennelli e colore, dopotutto.il grande artista non rifiuta la razionalità, anzi è straordinario a usarla come "trasformatore"
Ma pazzo. Assolutamente pazzo. " />Leonardo ne è il massimo esempio... una mente perfettamente razionale e allo stesso tempo un genio dell'arte.
Voto SER LOSTDREAM e TYRION HILL " />
Si vota già?
E allora, per le ragione già dette, voto Ser Lostdream e AryaSnow! " />
Voto Arya Snow e Tyrion Hill!
I loro racconti mi sono piaciuti molto di più rispetto agli altri....w l'Odissea ^^
I miei voti vanno a Ser Lostdream e Tyrion Hill
E' sempre un piacere leggervi ragazzi. " />
Provo a fare qualche commento sparso:
lysmaya, mi hai ricordato che da piccola mi capitava spesso di trovare un mille o cinque mila lire con scritto qualcosa sopra, appunti frettolosi di gente che non aveva altro posto su cui scrivere o un ciao stilizzato. Chissà perchè con gli euro non mi capita mai, forse sono troppo giovani. Diciamo quindi che il tema mi è risultato piacevolmente familiare anche se il brano in sé manca un po' di brio, ma d'altronde l'hai anche scritto 7 anni fa.
Metal Duchess, il tuo stile promette bene, in questo caso poi era molto azzeccato vista l'ambientazione. Se non ho capito male, hai corretto qualche spazio dopo le segnalazioni degli altri? Penso che la difficoltà di questa traccia incentrata sulla scrittura fosse inserire una trama propriamente detta, una serie di eventi, e da questo punto di vista si vede che hai provato a farlo anche se non mi ha particolarmente colpito.
Erin, qualche ammiccamento a Pirandello è sempre gradito, visto il genio che era. Penso però che il brano potesse essere sviluppato con più originalità e meno autocitazione.
Seetharaman, una cosa di cui tu non manchi mai è certamente l'originalità ma i tagli che fai ai brani penso li penalizzino un po' perché a volte diventa astrusità. Diciamo che ho dovuto rileggerlo e poi leggere i commenti per apprezzarlo. Ma è un buon brano e tu, si sa, scrivi bene.
olyk, potrei anche giustificare una mancanza quasi totale di trama ma in questo caso il messaggio mi ha lasciata indifferente. Mi dispiace =P
AryaSnow, riesci sempre più spesso a bilanciare originalità delle idee, contenuti, stile, trama. Ormai ho dimenticato il numero delle volte in cui ti ho votato ma sono con piacere costretta a farlo ancora. Per inciso, non ho notato particolari riferimenti a cartoni, film, storie, qualsiasi cosa possa ricordare la penna magica. Che esistano, è praticamente certo, ormai scrivere qualcosa di assolutamente originale è quantomeno improbabile.
Ser Lostdream, il tuo stile è particolare e mi piace molto però stavolta ho trovato la storia leggermente meno brillante che negli altri racconti. Resta il fatto che sei un attimo narratore.
Tyrion Hill, mi è piaciuto, è ben scritto e riesci a creare immedesimazione nel protagonista in poco spazio. La cosa di cui non sono convinta è l'interpretazione dell'Iliade e dell'Odissea che hai dato, tra collettivo e individuale, e lo dico solo perché è un argomento di cui mi piace discutere. " /> Dai miei, pochi, studi a riguardo penso che l'Iliade sia al pari dell'Odissea un'esaltazione del singolo e delle sue capacità, l'idea che Achille agisca per il bene del suo popolo vi è totalmente estranea, tutti gli eroi achei ricercano solo la gloria personale e molto spesso i combattimenti si riducono a duelli, proprio a sottolineare ciò. Anche l'Odissea esalta le capacità del singolo, Ulisse, ma si pone ad un livello di sviluppo culturale successivo all'Iliade. A tal proposito ricordo che quando Ulisse visita la terra dei morti e vi incontro Achille, questi pronuncia una frase che mai avrebbe detto nell'Iliade, qualcosa che suonava tipo "sarebbe stato meglio aver fatto il pastore e aver vissuto una vita lunga e tranquilla che aver rincorso la gloria." Si potrebbe dire che nell'Odissea cade la patina nobiliare e si scopre un eroe molto più pragmatico, un furbo che cerca di sopravvivere, non di glorificarsi. Ma entrambi i lavori sono molto lontani da un'idea di società basata sulla collettività, piuttosto che sull'individualità.
Voto per l'ennesima volta Tyrion Hill e AryaSnow
p.s. visto che siamo in tema di storie nella storia, ho iniziato a scrivere questo messaggio ieri pomeriggio alle 14, stavo scrivendo i vari commenti quando è passato il terremoto. " />
Capisco quello che dici: la tua analisi e' molto piu' profonda, da "conoscitore", e non mi sogno di negarla.La cosa di cui non sono convinta è l'interpretazione dell'Iliade e dell'Odissea che hai dato, tra collettivo e individuale, [...]
Il punto e' che... un bambino di sei anni (e che vi rimane, mentalmente) non si accorge di tutte queste cose. L'Odissea e' banalmente la storia di "un uomo contro tutto e tutti", mentre l'Iliade e' la storia di "tutti contro tutti". Cio' che evidentemente non piace al protagonista e' che tutti, quindi, siano piu' o meno sullo stesso piano. Mentre Ulisse e' un individuo che primeggia su tutto il resto: da solo, con la sua astuzia e la sua forza, vince mostri, batte streghe, evita l'insidia del loto, scende nell'oltretomba e ne esce, ama le ninfe piu' belle del Mediterraneo, e distrugge tutti i Proci tendendo un arco che nessun altro riesce a tendere.
Insomma - e' un mito! " />
Dopo diffiiiicile riflessione stavolta voto Ser Lostdream e AryaSnow
Oltre che 'belli' mi sono sembrati un pochino più in tema degli altri (ma pochino, ormai i fuori traccia non li fa più nessuno!!) e scavalcano TyrionHill (di nuovo, di poco) solo perchè leggendo tutti 'sti commenti ho capito che avevo completamente frainteso il messaggio. Ergo è un racconto meno comprensibile di quello che credevo :P
e si, anche se lei non lo sapeva e continua a negarlo l'idea di Arya è trita, vecchia e ripetuta in più di un cartone animato e libro.
Ma non conta nulla ^^
Mi trovo a dover concordare col giudizio di chi mi ha appena preceduto. E' stato difficile trovare i due nomi finali perché in questo caso mi sono piaciuti più racconti.
Passo subito ai voti. Il primo è per Ser lostdream perché finalmente il suo racconto mi ha riportato alla mente i motivi per i quali l'ho spesso votato. Il tuo racconto è una storia che vivo mentre leggo e questa sensazione di realtà, nonché la forza visiva sono forti e giuste. Se uno di quelli di cui probabilmente acquisterei un romanzo completo.
Il secondo voto è per AryaSnow. Ti voto nonostante il tuo essere tignosa rispetto alle osservazioni perché sei sostanzialmente piuttosto brava e perché stai sviluppando uno stile molto personale nonostante la storia non ci legga mai te nel racconto.
Ci tengo a far un complimento generale anche ad altri, ma in particolare Erin per la leggerezza che mi ha strappato anche un sorriso durante la lettura.
Mi sarebbe piaciuto poter entrare di più nella storia raccontata da Carlo, ma sebbene abbia apprezzato ad esempio la parte del bambino nel suo mondo, purtroppo non sono riuscito a empatizzare col protagonista perché non conosco abbastanza bene i libri citati. Mi sono sentito escluso e quindi rifiutato dal tuo racconto (ovviamente non è colpa tua).
Addio Got
"Lo scempio ha due teste"