Ok, alla fine qualcosa sono riuscita a scriverla...
EDIT: SU QUESTO LINK LA VERSIONE SISTEMATA IN SEGUITO
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Contest di scrittura creativa: Scrivere e narrare.
Il castello degli scribi
In quel momento Niki stava odiando il calore della coperta. Lo avevano punito, mandato a dormire, privato dei programmi in TV. La nonna sedeva sul ciglio del letto e rigirava tra le mani la penna che lui aveva cercato di rubare: era proprio un bell’oggetto, ornato di pietrine colorate a cui la luce della lampada strappava bagliori.
«Raccontami, perché questa penna è speciale?».
La nonna si schiarì la voce con un verso sgradevole. «C’erano tempi in cui i libri venivano scritti a mano».
«Chissà che palle!».
«Esisteva un luogo apposito, lo chiamavano “Castello degli Scribi”. Sorgeva su una roccia circondata dal mare; era raggiungibile in groppa a gabbiani giganti».
«Ci sono ancora?» Niki fantasticò di averne uno e volare lontano da mamma e papà.
«Si sono estinti, ma non divaghiamo...» Proseguì con la storia. «Il castello era pieno di bambini della tua età, mandati lì da genitori cattivi e costretti a copiare libri. Il lavoro era duro. Per una macchia d’inchiostro sulla pagina si veniva frustati fino a sanguinare. Non c’era modo di passarla liscia, perché i supervisori erano attenti: ogni dettaglio entrava nei loro occhi crudeli e nulla usciva.» Esitò, forse temendo di spaventarlo troppo. «Un bambino non finì il libro in tempo. Infuriato, il supervisore mollò un pugno al tavolo, rovesciando il calamaio. Ciò lo adirò ancora di più, così il piccolo si ritrovò a passare la notte fuori dalla finestra, su una piattaforma di atterraggio per gabbiani: una stretta sporgenza sopra un abisso di onde scure che si scagliavano contro la roccia. Se il vento fosse stato più forte il bambino sarebbe caduto, ma resistette e ai raggi dell’alba notò qualcosa brillare tra le pietre del muro. Trovò la nostra penna incastrata nella fessura. Nessuno sa come fosse finita lì, né come potesse esistere una penna a sfera in quell’epoca. Lui la prese come un regalo degli dei.
«Riammesso nel castello, con la fronte calda per la febbre, ebbe l’ordine di sedersi a scrivere al solito posto. C’era un nuovo testo da copiare. Il bambino estrasse la penna e si mise all’opera. “Era una notte buia e tempestosa ”, iniziò. Di colpo una folata irruppe dalla finestra e girò le pagine rendendo il libro simile a un ventaglio, un rombo di tuono rimbalzò contro le pareti, il cielo si tinse di un nero notturno. Incredibile, essendo il sole sorto da poco. Per tutto il castello si levarono esclamazioni. Torce presero ad ardere per rimediare al buio. Dal canto suo, il ragazzino fu colto da un dubbio. Quindi scrisse: “I supervisori svennero ”.»
Niki vide la penna emettere un luccichio più intenso, come se volesse ammiccargli. «…no, non può essere …»
«Sì invece, è andata così. All’istante gli uomini caddero a terra privi di sensi.»
Perché allora papà la lasciava marcire nel cassetto? Potevano diventare padroni del mondo!
La nonna gli lesse nel pensiero. «Non è così semplice.» Celò la penna dietro la schiena, quasi temesse che Niki gliela strappasse di mano. «Il bambino non perse tempo: afferrò un foglio e si precipitò per le scale in cerca di un gabbiano. Ne intravide uno sulla piattaforma, si accovacciò e fece per scrivere: “il gabbiano mi obbedì e mi portò in città.” La penna però non tracciò nulla. Disperato, calcò con più forza, ma ottenne solo buchi nella carta. Poi si sentì sollevare da terra: un supervisore si era ripreso e prometteva i peggiori castighi. La penna gli scivolò via e rotolò ai piedi dell’uomo, come dotata di vita propria.»
Niki era rimasto a bocca aperta. Non sapeva più che dire.
«Ricordalo per sempre.» La nonna si chinò verso di lui e le sue labbra assunsero una piega severa. «Questa penna è dannata, e noi la conserviamo nascosta. Stanne lontano: aiuta solo i malvagi, tradisce i buoni, dirige tutto verso il male.»
***
Il commissario di fronte a lui sorseggiava un caffè. «Lei è accusato di violenza carnale e omicidio.»
«Mostro,» gli sussurrò il poliziotto alle spalle, lo stesso agente biondo che l’aveva condotto lì.
«Miei signori, io non ne so niente.» Niki alzò le mani nel classico gesto di difesa.
«Le ho già detto che il parcheggio era videosorvegliato: il filmato ci ha mostrato chiaramente che è stato lei.»
Niki strinse un pugno, con fare indignato. «Chiedo di vedere queste presunte prove!»
La cassetta slittò nel registratore e sullo schermo partirono le immagini. Furono però i poliziotti a restare di sasso, poiché il criminale non sembrava più quello di prima.
Niki uscì dal commissariato. Ora gli ci voleva un po’ pace, magari in una delle sue ville estive. Estrasse la penna dal taschino segreto e la rivolse al cielo. Com’era bella ai raggi del sole! Si tirò su la manica, scoprendo il braccio su cui ancora si leggeva la scritta sbiadita: “Il filmato incolpò l’agente biondo ”. Sorrise. La nonna aveva detto giusto: la penna aiutava gli infami, e cazzo se lo faceva bene!
I tuoi testi mi suggeriscono sempre l'idea del mezzo poliziesco " />
comunque,secondo me l'idea è un po frusta...l'elemento originale è nell'ultimo paragrafo:quella mi ha risollevato tutta la storia. " />
Quale idea e... cosa significa "frusta"? " />
Fusta vuol dire troppo utilizzata...quasi sciupata.
Mi riferisco all'idea della penna magica.Però è molto carino il rovesciamentora l'elemento magico va a vataggio del bambino,diventato un delinquente!Bello! " />
In quali storie c'era un'altra penna così?Mi riferisco all'idea della penna magica.
Non mi ricordo, vediamo se le conosco...
Non mi pare di averla presa da altre opere... a meno che non l'abbia fatto inconsciamente " />
Beh a me era già familiare il tema:mi è capitato di vederlo in alcuni cartoni animati e anche in alcuni racconti di autori minori. Ma non prenderla a male eh " /> poi tu l'hai rivisitata a modo tuo,e questo è bene! " />
Non me la prendo male, solo che io davvero non me ne ricordo e mi incuriosice sapere se le conosco pure io " /> Quali cartoni?
Cioè... di oggetti magici che esaudiscono i desideri ce ne sono ovviamente a tonnellate, ma proprio la penna così non mi torna in mente.
Death Note?Non me la prendo male, solo che io davvero non me ne ricordo e mi incuriosice sapere se le conosco pure io " /> Quali cartoni?
Il tuo racconto mi è piaciuto parecchio. Molto, molto, molto. Ci vuole una bella fantasia per tutta quella storia sui gabbiani giganti, la penna, i bambini costretti a scrivere, il tutto buttato là in pochissime frasi. Bravissima, mille volte brava.Cioè... di oggetti magici che esaudiscono i desideri ce ne sono ovviamente a tonnellate, ma proprio la penna così non mi torna in mente.
Ah, a proposito, magari metterei a posto la frase "mandati lì da genitori cattivi e costretti a copiare libri", è un po' ambigua, per qualche secondo ho pensato che fossero i genitori a essere costretti a copiare i libri (e che fossero cattivi per questo). Magari: "mandati lì da genitori cattivi per costringerli a copiare libri", o qualcosa del genere...
Comunque, complimenti.
Non conosco " />Death Note?
Che c'è lì?
Un tizio che se scrive il nome di qualcuno su un quadernetto, quel qualcuno muore. Vabbè, dai, il tema non è nuovo, ma chi se ne frega? Tu l'hai sviluppato proprio bene, e tanto basta. O se no sta a vedere che non possiamo più scrivere storie d'amore contrastato, perché Shakespeare ha già scritto Romeo & Giulietta?Non conosco " />
Death Note?
Che c'è lì?
Molto bello il brano di AryaSnow... Scritto bene, interessante il finale, molto bella la storia nella storia...
Però, in effetti, l'idea non è delle più originali: la scrittura come mezzo per la realizzazione di quanto viene narrato è, in effetti un tema piuttosto tipico (il primo esempio che viene in mente alla Dama: il Vecchio della Montagna Vagante de "La Storia Infinita" di Ende: basta dare un'occhiata alla citazione nella firma della Dama)... In effetti non sa con esattezza se altrove sia stata citata una penna magica (possibile, probabile), ma in un modo o nell'altro è abbastanza comune l'idea di rendere reale qualcosa narrandolo (un altro esempio, un po' più recente: "Inkheart", anche se lì bastava la lettura ad alta voce...)...
Ad ogni modo, insieme al pezzo di Olyk, questo finora è il preferito dalla Dama...
Al momento le mie preferenze vanno a AryaSnow e Metal Duchess. " />Ad ogni modo, insieme al pezzo di Olyk, questo finora è il preferito dalla Dama...
Beh, in Death Note (da quello che ho capito) e nella Storia Infinita le idee sono un po' diverse. E' lo stesso il generico tema di fondo, ma non le idee precise. Io chiedevo proprio della penna.
Poi ovviamente il concetto di "scrittura che crea la realtà" non pretendeva di essere chissà quale idea (c'è però da dire che lo trovo anche piuttosto ampio come concetto. Se per questo è forse ancora più comune il tema dello scrittore che cerca l'ispirazione, così come una miriade di altri temi generici). Però il brano non doveva affatto essere basato interamente su quella cosa in sè, ma anche su tante altre cose...
Vabbè, dai, il tema non è nuovo, ma chi se ne frega? O se no sta a vedere che non possiamo più scrivere storie d'amore contrastato, perché Shakespeare ha già scritto Romeo & Giulietta?
La mia idea è che "se la stessa identica cosa è già stata detta fino alla nausea da gente mille volte più brava, non vedo che senso abbia limitarsi solo a ripetere le stesse cose in modo banale". Non dico che adesso bisogna inventare chissà quali novità mai sentite prima... ma almeno un po' di originalità di norma per me ci deve essere. "Storia di un'amore contrastato" è un'etichetta troppo generica, ma all'interno ci possono stare parecchie di cose diverse (per non parlare dei vari miscugli che si possono fare).
Questo discorso vale in linea generale. Diciamo che in genere in un'opera spero sempre che ci sia qualcosa di non totalmente deja-vu fino alla nausea, di interessante in questo senso. Che sia una cosa particolare o un'unione di cose.
Poi vabbè, ci possono essere casi in cui mi piace anche una cosa banale al 100%, perchè per gusto personale amo particolarmente quella specifica cosa.
Ok, ho rotto abbastanza " />
Nella tua c'è.Questo discorso vale in linea generale. Diciamo che in genere in un'opera spero sempre che ci sia qualcosa di non totalmente deja-vu fino alla nausea, di interessante in questo senso.