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Contest di scrittura creativa
Q di Qhorin Halfhand
creato il 11 giugno 2009

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korlat
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korlat
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Inviato il 21 novembre 2009 22:35

Non so se ho ben capito il genere, ma provo a postare il brano che la traccia del Prete Rosso mi ha suggerito:

 

Il prezzo della Tomba

 

“Perché si posa, la farfalla sulla pelle, lecca il sale, o sugge il sangue? Quale affanno, quale cura, cosa pensi mia bella notturna sposa?”

 

Orbite vuote ricambiarono lo sguardo del becchino, disinteressate, disincantate e fragili. La falena volò via.

Riprese a vangare, lento, ritmato e mezzo folle; nel puzzo che si levava fino ad angeliche vette incorrotte e sicuramente assai altezzose.

 

Le labbra dipinte di nero si stirarono in un mezzo sorriso, mentre le mani callose lasciavano cadere il manico unto per stringere quelle ossute della sposa.

 

“Dolcezza mia, ascolta, trombette assai fetenti, non credi? Taci stupido corpo, non turbare la quiete sublime degli Innocenti!!”

 

Gridò il necroforo, assestando calci su calci agli immondi appestati, pubblico irriverente e olezzante, così lontani dal Palais, così ridicoli nei pizzi e nelle trine.

Nere bestie agghindate a festa, sotto la luce fioca e pietosa di una luna sorda.

Per sua fortuna...

 

Ed il becchino danzava fra le fosse, abbracciato alla sposa bianca, cantando arie da Boulevard, ebbro di notte e di vita.

La peste aveva rapito solo lei.

 

D’un tratto una voce tenorile distrusse la bizzarria della scena, portando il gelido respiro della morte immortale nella morte mortale.

 

“Buon uomo”Il vampiro chiamò con un cenno imperioso.

 

Il becchino sbuffò, riconoscendo un cadavere per quanto arzillo esso fosse.

“Sepoltura andata male?” Chiese premuroso, stringendo a sé la timida sposa, sempre silente, di sicuro imbarazzata!.

 

Un sottile naso aquilino si storse sprezzante e pallide labbra snudarono bianche zanne. “I tuoi servigi, ora

 

Si mossero fra le tombe recenti, sempre le più inquiete, alla ricerca di una fossa in particolare, uguale a tutte le altre, vecchia appena due notti.

Il becchino, affiancandosi al vampiro contemplò la terra, rimirando la sua opera con la soddisfazione di chi svolge bene il proprio lavoro.

 

“Bella, eh?” Commentò espansivo.

 

“Aprila, o lei soffocherà”

 

“Non posso, caro sire, davvero vorrei ma questa vedete, è la mia arte, là sotto c’è solo il pasto del verme e della mosca, la pace della larva se comprendete …”

 

Ed apparve nella lustra faccia bianca dell’immortale una nera crepa di disperazione, il tormento della solitudine, dell’era trascorsa, della malinconia.

 

“No” Sussurrò inginocchiandosi nella terra smossa, sfiorando con dita guantate il suolo traditore.

“Io le ho dato il mio sangue, lei DEVE vivere, capisci, uomo?”

 

Il becchino levò il cappello e mise una mano sulla spalla dell’altro.

“Caro sire, la vita è un dono ma assai comune, assai profano. La pace è ciò che voleva, ciò che il suo corpo afflitto desiderava. Sollievo, oblio. Io esisto per dare pace, sapete? Perché la gente possa dormire tranquilla sapendo che dei loro cari mi occupo io. Le tombe che chiudo nessuno riapre, perché non potete fare lo stesso?”

 

Il vampiro sollevò occhi grandi, blu e vuoti, per guardarlo. “Io l’amavo”

 

“Rendete grazie a Dio per questa consolazione, lei lo sapeva”.

 

Annuì bruscamente, rialzandosi a scatti, una marionetta dai fili tagliati, indipendente, libera e sofferente.

“Per i tuoi servigi” Disse semplicemente, traendo dal mantello monete di metallo lucente e porgendogliele in silenzio, prima di svanire, dissolto fra le ombre che lo avevano generato, uno spettro di fame e dolore destinato suo malgrado all’eternità.

 

Il becchino, di nuovo solo, raggiunse la sposa, coricata presso l’ultima fossa.

 

Lì gettò fra i corpi degli appestati tutto il denaro donatogli dal vampiro.

“Mia adorata, mio miele succulento, a che servono i denari dei tristi? Il bel signore non è soddisfatto, non oggi almeno, ma un giorno troverà chi sta cercando, allora e solo allora, quando sarà in pace riscuoterò il prezzo della tomba”

Il vento si levò portandogli i rumori di Parigi, delle sue bettole e delle sue chiese, ma lui scosse il capo.

La vita vera non era quella.

 

Guardò teneramente lo scheletro sbiancato che sempre lo accompagnava e riprese allegramente a lavorare, mentre in alto, sotto una cupa luna fosca, una singola falena agonizzante lottava per lasciare i fetidi miasmi degli Innocenti.


E
Erin
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Erin
Confratello

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Inviato il 22 novembre 2009 9:27
Korlat : &gt;_&gt;<img alt=" /><img alt=" /><img alt=" /> bellissimo brano, mi è piaciuto tantissimo!! non so, come te, se va bene con in tema proposto da Prete Rosso (perchè anche io non l'ho capito bene), ma per ora è uno dei brani che ha il mio voto

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Tyrion Hill
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Tyrion Hill
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Inviato il 22 novembre 2009 22:30

Questi, a mio parere, sono errori gravi perché inceppano brutalmente la lettura:

“Sepoltura andata male?”

Chiese premuroso, [...]

 

“Bella, eh?”

Commentò espansivo.

 

“No”

Sussurrò inginocchiandosi nella terra smossa,

 

“Per i tuoi servigi”

Disse semplicemente, [...]

Si dovrebbe scrivere così:

“Sepoltura andata male?" chiese premuroso, [...]

 

“Bella, eh?” commentò espansivo.

 

“No,” sussurrò inginocchiandosi nella terra smossa,

 

“Per i tuoi servigi,” disse semplicemente, [...]

Non considero questo nel mio giudizio sul racconto, che non ho capito, mi ha infastidito, non mi è piaciuto per nulla.


AryaSnow
Assassina al servizio della Barriera
Guardiani della Notte
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AryaSnow
Assassina al servizio della Barriera



Guardiani della Notte

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Inviato il 22 novembre 2009 23:37

EDIT: SU QUESTO LINK LA VERSIONE SISTEMATA IN SEGUITO

-----------------------

 

 

Contest di scrittura creativa: pulp fiction

 

Cose che capitano

 

L’assassino si svegliò sussultando mentre un getto liquido gli ruscellava sulla fronte. Vide una donna dalla chioma bionda che lo sovrastava, in mano la caraffa con cui l’aveva innaffiato.

«Ma che cazzo...» Scattò a sedere tra i cuscini del divano. La sua vista diventava più nitida e ora metteva a fuoco i lineamenti tesi della sconosciuta.

«Questo lo dovrei dire io,» si sentì ribattere, «cosa diavolo ci fa nel mio appartamento?»

La testa gli pulsava, due mosche intrappolate zampettavano nelle tempie. Si toccò la fronte: rosso sulle dita… «Sangue?»

«E’ spremuta, imbecille.» La donna agitò la caraffa facendo risuonare i resti del succo, senza schiodargli gli occhi di dosso.

Solo a quel punto gli venne l’impulso di allungare la mano dove teneva sempre la pistola…

… che invece ritrovò puntata su di sé. «Mi dia una spiegazione, o il sangue lo avrà davvero.» Click del cane alzato. «Le faccio un buco in testa, capito?»

Nella mente dell’assassino i pensieri iniziavano a riordinarsi. “Convincila a tirare giù l’arma, poi sarà facile.” «Guardi che si sta turbando per niente: io sono un amico di Rob.»

«… amico?» Gli storse la bocca in risposta.

«Passavo di qui per scambiarci quattro chiacchiere. Lui però stava uscendo, doveva sbrigare una faccenda, così mi ha lasciato in casa ad aspettarlo e… ho avuto un colpo di sonno.» Emise una risatina che sperava suonasse rassicurante. «Non so come sia successo, sarò stato proprio esausto…» Già, come cazzo si era potuto addormentare in un momento simile?

«Il sonnifero,» suggerì lei, con un’occhiata al bicchiere vuoto. «L’avrà bevuto per sbaglio. So che lui lo prende sempre.»

«… merda…» Ora ricordava. Li per lì, compiuta l’impresa, non aveva immaginato che potesse essere altro che acqua.

La donna sospirò, posò la caraffa. Si sedette sul tavolo a gambe accavallate. La pistola però continuava a tenerla alzata. «Benché oggi non abbia preso la dose, temo che il mio povero inquilino Rob non si sveglierà più.»

«… di che sta parlando?»

«L’ho trovato in cucina col cervello esploso: non so giungere ad altra conclusione.»

L’assassino percepì blocchi di ghiaccio gravargli sullo stomaco: la sgualdrina aveva visto il corpo, dunque tutto era perduto. Mai avrebbe presagito una fine così idiota.

«Lei è un assassino. L’ho smascherata, inutile mentirmi oltre.» Accompagnò l’accusa con un cenno di pistola, come se fosse stato il suo sogno rivolgersi a qualcuno in modo tanto figo.

«Va bene, brillante investigatrice, ha vinto e ora può denunciarmi. Contenta?» Si chiese se sarebbe riuscito a colpirla con una cuscinata.

La donna lo guardò duramente. «No che non sono contenta. Ha ucciso Rob, lui doveva ancora pagarmi l’affitto.»

«Sono desolato...»

«Cosa crede di fare con quel cuscino? Su le braccia!» E per un po’ rimase a fissarlo irritata; si sentiva qualche macchina sfrecciare in strada. «Non è il primo crimine che compie, vero?»

«Beh...»

«Mica ci trovo qualcosa di male, non voglio rimproverarla. Potrei persino lasciarla andare. Se le accadesse qualcosa di brutto sarei dispiaciuta.» Fece affiorare un sorriso. «Tutti quei soldi nella borsa… immagino lo abbia fatto per quello… Accidenti, saranno più di mille jeil!»

Lui e Rob avevano faticato assai per il colpo, ma poi lo stronzo si era creduto tanto furbo da poter tenere l’intero bottino per sé. Ora perlomeno aveva pagato. «Mi sta chiedendo una parte?»

«Oh, solo quanto basta per l’affitto di Rob.» Gli fece cenno di lasciarla proseguire, vedendolo sorpreso. «E poi, un secondo favore che non costa nulla.» Dal tavolo recuperò un foglio di carta, e anche una penna, sempre tenendo l’assassino sotto tiro. «Me lo fa un autografo?»

«Se proprio ci tiene...» Ma non le avrebbe certo svelato il vero nome.

«Voglio che si firmi come “Jack Lennis”.»

L’assassino inarcò le sopracciglia, come faceva sempre davanti a qualcosa di assurdo.

Lei arrossì, un po’ imbarazzata. «Non guarda mai Night Running? Io non ne perdo una puntata, e ho notato una somiglianza incredibile tra lei e Jack Lennis.»

«Il protagonista?»

«Un personaggio straordinario, un criminale proprio come lei, un grande. Letteralmente lo adoro!» Gli occhi della donna luccicavano. «Mi capisce? In questo modo è un po’ come se avessi il suo di autografo!»

L’assassino annuì, si fece lanciare il foglio e firmò: se la tizia era stramba, tanto meglio.

«Grazie infinite, non sa quanto mi ha resa felice!» Ricevuto l’autografo, se lo strinse al petto come un diamante in dono dal principe azzurro. «Provi a vedere Night Running pure lei: non può perderselo. Le lascio il mio indirizzo e spero che mi scriverà se le è piaciuto.»

 

Così l’assassino riuscì a farla franca, portandosi per giunta dietro quasi tutto il denaro.

“Anche queste sono cose che capitano,” ripensò, ormai in viaggio verso una città lontana.


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Tyrion Hill
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Tyrion Hill
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Inviato il 23 novembre 2009 0:03

AryaSnow: ottimo racconto, ma mi suona inverosimile che nel dialogo si diano del "lei". Una situazione del genere rende intimi, ci si dà del tu, secondo me.

 

Il finale didascalico mi ha infastidito: basta eliminarlo, non serve. È già tutto chiaro.



AryaSnow
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AryaSnow
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Inviato il 23 novembre 2009 0:08

Eheh, sul lei/tu avevo dei dubbi... ho deciso di mettere lei perchè boh... a pelle lo preferivo... ma non saprei nemmeno io.

 

Per il finale il problema è che se lo elimino mi si interrompe il dialogo bruscamente, senza una conclusione.

Non mi convinceva tanto chiudere così. Secondo te starebbe bene?


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Lochlann
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Lochlann
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Inviato il 23 novembre 2009 0:25

Forse si può togliere la penultima riga e lasciare il pensiero finale.. &gt;_&gt;


Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.

All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.

200s6pw.jpg

"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.

I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"

"Yes" said Caladan Brood "you never learn."

2ajc9r8.jpg


AryaSnow
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AryaSnow
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Inviato il 23 novembre 2009 0:40

Boh, così però mi sembra uno sbalzo ancora più brusco e innaturale, senza nemmeno un'introduzione <img alt=" />

 

Korlat: Ho dovuto leggerlo due volte prima di capirci qualcosa &gt;_&gt;

Non è il mio genere di stile, io sono una sostenitrice della scrittura semplice e che permette l'immersione immediata nella storia. Però un certo "strano fascino" il brano lo trasmette. I contenuti sono carini, anche se piuttosto classici.


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Tyrion Hill
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Tyrion Hill
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Inviato il 23 novembre 2009 7:58

Per il finale il problema è che se lo elimino mi si interrompe il dialogo bruscamente, senza una conclusione.

Non mi convinceva tanto chiudere così. Secondo te starebbe bene?

 

Beh, sicuramente andrebbe meglio: ma forse, come dici tu, non andrebbe ancora del tutto bene. Forse una frase conclusiva ci andrebbe: ma non con questo salto di stile, con questa "uscita" dal PdV utilizzato in tutto il racconto per passare a una voce narrante onnisciente, con questo affettato "Così l’assassino riuscì a farla franca, portandosi per giunta dietro quasi tutto il denaro", quasi da cantastorie.

Anche il pensiero dell'assassino: “Anche queste sono cose che capitano,” ripensò, ormai in viaggio verso una città lontana, è decidamente debole, insignificante, come frase da usare in un finale. Si ha l'impressione che tu abbia dovuto concludere in fretta, dato il limite sulla lunghezza dei racconti. Stona con il resto del racconto, che è scritto davvero molto bene, che cattura l'attenzione del lettore, e in certi punti arriva persino a farlo sorridere divertito (che non è facile).


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korlat
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korlat
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Inviato il 23 novembre 2009 10:18

Erin: Grazie! probabilmente non ho azzeccato il tema però &gt;_&gt;

 

Tyrion Hill: per citare fantozzi "Com'è buono lei..."...a parte gli scherzi, non l'hai capito? e perchè mai? ti ha infastidito? e perchè dovrebbe averlo fatto? Non ti è piaciuto per nulla? mi spiace ç_ç

 

AryaSnow: "è spremuta, imb****le" <img alt=" /> mi sono piaciuti parecchio i dialoghi, veloci, immediati, ironici. Il finale per me ci sta.

 

Ho dovuto leggerlo due volte prima di capirci qualcosa

sorry -__-

Però un certo "strano fascino" il brano lo trasmette. I contenuti sono carini, anche se piuttosto classici.

strano fascino= non è da buttare <img alt=" /> grazie Arya, dopo il commento di Tyrion avevo gia pronto il cappio... XD

 

Prete Rosso: Brano molto 'gangsteroso', mi ha fatto venir voglia di rivedere Michey occhi blu, magari mangiando caramelle ^^



AryaSnow
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AryaSnow
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Inviato il 23 novembre 2009 10:23

Si ha l'impressione che tu abbia dovuto concludere in fretta, dato il limite sulla lunghezza dei racconti.

Infatti è vero <img alt=" />

Per una scena decente non trovavo lo spazio...

 

Peccato, perchè questo è finora il mio racconto che ho trovato più difficile da scrivere, come costruzione di trama e dialogo. Mi ha fatto spremere un po' più del solito.

Mi fa piacere quindi che ti sia piaciuta la scena principale.

 

AryaSnow: "è spremuta, imb****le"

Eh, questa è un'autocitazione, nel mio primissino racconto avevo parlato di "caraffa di sangue" e a molti era rimasta impressa... ho pensato che poteva essere una cosa un po' da Tarantino pure questa &gt;_&gt;

A
AryaStark
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AryaStark
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Inviato il 23 novembre 2009 11:20

Letti tutti, per ora quello che mi piace di più è quello di AryaSnow ^^

Mi piace anche quello di Korlat, ma sinceramente la scrittura in certi punti è un po' troppo arzigogolata per i miei gusti @.@ preferisco le cose più semplici^^

Per quanto mi riguarda, questo tema mi è un po' troppo oscuro per partecipare xDMagari comincerò dalla prossima volta, sempre che accettiate una che non ha mai scritto niente xD


T
Tyrion Hill
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Tyrion Hill
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Inviato il 23 novembre 2009 14:26

Tyrion Hill: per citare fantozzi "Com'è buono lei..."...a parte gli scherzi, non l'hai capito? e perchè mai? ti ha infastidito? e perchè dovrebbe averlo fatto? Non ti è piaciuto per nulla? mi spiace ç_ç

[...]

strano fascino= non è da buttare <img alt=" /> grazie Arya, dopo il commento di Tyrion avevo gia pronto il cappio... XD

 

Devo ringraziare AryaSnow per avermi salvato la vita, o per averla salvata a te? <img alt=" />

 

Il racconto mi ha infastidito perche' secondo me da una parte era troppo sperimentale, e dall'altra era scorretto (in modo non intenzionale) dal punto di vista della punteggiatura. Il che confonde: posso aprire volentieri la porta alla "sperimentazione", ma se poi mi riesce difficile distinguere cio' che e' errore e cio' che e' effettiva sperimentazione, finisce che mi irrito... <img alt=" />

 

Poi, volendo assegnare uno stile a questo pezzo mi viene in mente la parola "rococo'". E io detesto il rococo'. <img alt=" /> Troppo arzigogolato, sbrodolone, esagerato. Preferisco la nudita' del gotico. ;)


K
korlat
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korlat
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K

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Inviato il 23 novembre 2009 15:21

In tal caso sono lieta di accettare la tua critica costruttiva ed il tuo parere <img alt=" /> se invece ti limiti a dire che un brano ti 'infastidisce' non solo non mi aiuti a migliorare ma hai la grazia di una porta sbattuta sul naso!!

 

Per quanto riguarda il mio uso della punteggiatura...che vuoi che ti dica? per me hanno valore assoluto gli spazi e le pause (per quanto scorretti possano sembrare) mentre hanno valore relativo le parole ^^ hai mai letto una poesia futurista o d'avanguardia ? terribili dal punto di vista contenutistico ma brillanti per gestione degli spazi e creatività.

 

Es di poesia Fut

Avanguardia

 

Se invece mi dici che stona con il racconto o ne impedisce il recepimento del messaggio allora sono disposta a (sigh) cambiare qualcosina.

 

Grazie per avermelo fatto notare ^^


L
lysmaya
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lysmaya
Confratello

L

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Inviato il 23 novembre 2009 15:33

Ok, ecco a voi l'esperimento della Dama, non ancora troppo sicura di aver afferrato il tema, ma questo è quello che ne è uscito...

L'idea iniziale era un po' diversa, ma si è resa conto che non sarebbe stata in grado di omaggiare davvero lo stile di Lovecraft in soli 5000 caratteri, per cui ha cercato di dare al brano un taglio più cinematografico e impersonale, allontanandosi dal suo classico modo di scrivere...

Proprio per questo lei non riesce a giudicare troppo bene il risultato, lo sente un po' estraneo (specie dopo aver tagliato i quasi 700 caratteri in eccesso, arrivando al totale di 5000 tondi)...

In realtà la Dama stessa ne è un po' perplessa, ma dopo svariate riletture non è riuscita a trovare cosa esattamente potrebbe cambiare, perciò, rompe gli indugi e ve lo getta in pasto...

 

 

 

Decimo contest di scrittura creativa: Pulp/Fiction

 

“Jack, perché dobbiamo farlo?”.

“Lo sai: dobbiamo risvegliare Nylia, la Dea dell’Amor Proibito!”.

“Sì, lo SO, ma perché dobbiamo FARLO in una fossa?”.

“Il rituale prevede il dono della vergine, la fusione d’amore e morte… L’ultima volta hanno usato una bara… Ma una tomba aperta andrà bene lo stesso”.

“Perchè vuoi richiamarla?... Se l’hanno di nuovo bandita ci sarà un motivo”.

“E’ giunto il momento di riportare il suo culto di sesso e sangue… Saremo degli eroi, tu soprattutto, e Lei ci ricompenserà… Immagina: un mondo dove finalmente l’ordine si baserà sulla libertà sessuale in ogni forma, dove chi non sarà degno verrà sacrificato per fortificare gli altri, un mondo retto da una Dea bella, spietata, e più amorevole di qualunque altra divinità!”.

 

“Siamo arrivati: spogliati e calati con quella scala… Stenditi a terra con le gambe aperte, io nascondo i vestiti e ti raggiungo”.

Il frusciare della gonna che scivolava a terra si unì al debole sibilo del vento. La camicia fece crepitare un cumulo di foglie secche ai piedi dell’albero davanti al quale era stata scavata la buca.

Nel cimitero non c’erano altri rumori. Anche il vento sembrava trattener il respiro, in attesa.

L’improvviso gugulio di una civetta nascose lo scricchiolare della scala a pioli.

Un lieve tonfo, poi il silenzio riprese ad aleggiare simile alla nebbia esalante dai putridi fossati attorno alle mura di quella necropoli.

 

“Eccomi. Ti ho detto di stenderti, che fai ancora in piedi?… Dobbiamo muoverci, potrebbe scoprirci il custode”.

“Ho freddo Jack, ho paura… Perché stanotte?... Non… Non credo di essere ancora pronta per farlo… Non possiamo aspettare?”.

“Come sarebbe a dire? Sei innamorata di me, no? Questo è il più grande gesto d’amore che potresti fare.”.

“Sì, certo che sono innamorata di te… Ma non pensavo che sarebbe stata così la nostra prima volta… La MIA, prima volta…”.

“Sta’ tranquilla. Hai detto che volevi farlo in un’occasione speciale,e niente può essere più speciale di questo! Vedrai, sarà perfetto…Adesso stenditi, chiudi il becco e apri le gambe!”.

 

“Jack! Fa’ piano, ti prego… Mi fai male…”.

“Sta’ ferma… E’ peggio se continui ad agitarti…”.

“Jack, per favore… Ti prego!”.

Lo schiocco dello schiaffo risuonò come uno sparo nella profondità della fossa.

“Ti ho detto di stare ZITTA e FERMA!... Adesso cerca di collaborare… Voglio che per te sia un momento speciale, lo sai…”.

“S-sì, certo… Sto zitta, sto ferma… Sarà speciale…”.

La lacrima che scivolò sul terriccio non fece alcun rumore, e neppure il sangue che iniziò a scorrere con dolce lentezza quando il rituale cominciò.

 

Il debole rumore delle foglie mosse dal vento non riuscì a coprire gli ansiti di dolore e piacere che salivan dalla buca, né gli umidi suoni che li accompagnavano. Colpita dal ritmico e sempre più veloce ondeggiare, una manciata di terra franò dalla parete della fossa.

 

“Jack… Oh, Jack… Ti prego, aspetta, piano… Oh… Jack!”.

“NYLIAAAH!”.

L’urlo si levò all’apice del rito, esclamazione e invocazione a un tempo, sovrastando i gemiti e i singhiozzi che lo accompagnavano.

L’odore di sudore, sperma e sangue andò a mischiarsi con quello della terra smossa, trasformandosi in un disgustoso olezzo che aderiva alla pelle.

Un molle suono si perse nel rumore di un’altra piccola cascata di terra che scivolava dalle pareti della buca.

“Non alzarti, non abbiamo ancora finito…”.

“Ma Jack, io pensavo…”.

“Tranquilla, questo ti piacerà ancora di più… Apri di nuovo le gambe, quel sangue non può andar sprecato, o il rituale sarà vano… La vergine deve essere soddisfatta e Nylia dovrà udire il suo piacere per potersi risvegliare…”.

“Che vuoi fare, Jack?”.

“Ti ho detto che ti piacerà. Va’ verso la parete, altrimenti non ci sto… E non stringere le cosce, o rischio di soffocare.”.

 

Mormorii appena articolati si fusero col sibilar del vento che carezzava l’erba sull’orlo superiore della fossa, finché un nuovo grido non si alzò nuovamente nella notte.

 

“Sta’ qui: salgo a vedere che non ci sia nessuno e poi ti chiamo… Non muoverti.”.

“Sì, Jack… Mi tremano le gambe… Non riesco ad alzarmi subito”.

“Non preoccuparti, mia piccola dea, riposa…”.

Il cigolare della scala si armonizzava perfettamente con il respiro affannoso del rito appena compiuto.

All’improvviso uno schiocco secco ed un frusciare, e poco dopo un botto, nuova terra che franava nella buca…

“Jack!... La scala! Perché hai tolto la scala?”.

“Smettila di urlare.”.

Un altro sordo tonfo, altra terra… E poi ancora, e ancora… Ed il gelido gracchiare del metallo che raschiava sul terreno.

“Jack! Jack!”.

“Scusa, mia piccola dea… Te l’ho detto, serve il sacrificio di una vergine soddisfatta per richiamar la Dea… Ascolta: sta arrivando!”.

“Jack, ti prego, smettila!”.

I singhiozzi sempre più acuti creavano una macabra sinfonia con lo stridente raspare della vanga e col basso colpo che la terra faceva cadendo a chiuder quella tomba, il vento si accompagnava quasi in sordina a questi rumori, trasportando il suono di una sovrannaturale risata.

Un urlo riecheggiò per un istante dalla fossa. E poi il silenzio.


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