Ehm...a me Word dà 54 caratteri in più " />
Mi spiace, perche' veramente non voglio sbattere la porta sul naso a nessuno.In tal caso sono lieta di accettare la tua critica costruttiva ed il tuo parere " /> se invece ti limiti a dire che un brano ti 'infastidisce' non solo non mi aiuti a migliorare ma hai la grazia di una porta sbattuta sul naso!!
No, quelli che ho indicato non mi sembravano espedienti "futuristici", ma errori inconsapevoli: a me sembrava che tu fossi convinta chePer quanto riguarda il mio uso della punteggiatura...che vuoi che ti dica? per me hanno valore assoluto gli spazi e le pause (per quanto scorretti possano sembrare) mentre hanno valore relativo le parole ^^
"Buonanotte!" disse Gino.
si scrivesse"Buonanotte!"
Disse Gino.
In effetti dovrei andare a controllare se facevi questo stesso errore (che distrugge la lettura) anche negli altri tuoi racconti.Si', purtroppo. " />hai mai letto una poesia futurista o d'avanguardia ?
Ho sempre odiato profondamente questa cosa. Tranne quando ero molto giovane: mi era parsa una idea brillante scrivere le cose in questo modo, e mi ci sono persino cimentato. Mi e' passata presto, comunque: il mio sogno era d'imparare a scrivere per comunicare sul serio. Dopo avere imparato a farlo sul serio (se e quando...), avrei potuto cimentarmi in questi esperimenti: farlo prima avrebbe significato solo tentare di nascondere la mia incapacita' (un po' come la gente che non sa disegnare, e allora si da' alla pittura "astratta"...).terribili dal punto di vista contenutistico ma brillanti per gestione degli spazi e creatività.
Io non cambierei mai niente: un racconto e' quello che e', bello o brutto che sia. Una volta terminato (cioe', reso pubblico) fotografa un momento della nostra crescita artistica. Non voglio distruggere alcuna testimonianza della mia incapacita': la voglio preservare come memento, mi stimolera' di piu' in questo modo.Se invece mi dici che stona con il racconto o ne impedisce il recepimento del messaggio allora sono disposta a (sigh) cambiare qualcosina.
Ehm...a me Word dà 54 caratteri in più " />
Senza il titolo sono 5000 giusti (ricontrollato)... Almeno stando a quello che dice il povero macinino della Dama...
A me continua a contarne 5054 " />
Comunque:
la trama mi è piaciuta: cattiva e con sorpresina " />
I dialoghi all'inizio partono un po' deboli, in particolare:
- nel primo paragrafo il dialogo sa troppo di "fatto apposta per spiegare le cose al lettore" e suona un po' artificioso. Non mi sembra molto credibile che lui le spieghi/rispieghi tutto nei dettagli (addirittura precisando la natura della dea, ad esempio) poco prima del rituale: dovrebbe già sapere tutto da molto prima, senza che lui le faccia tutte queste precisazioni.
-Qui
“Siamo arrivati: spogliati e calati con quella scala… Stenditi a terra con le gambe aperte, io nascondo i vestiti e ti raggiungo”.
Avrei messo almeno una pausa, almeno dopo "Siamo arrivati". Non mi suona molto naturale che dica tutto questo di seguito.
Più avanti i dialoghi diventano migliori e anche le descrizioni sono buone. Qualche piccola cosa la correggerei anche in altri punti, ma niente di speciale, tranne un'altra cosa più importante:
Il PdV è di una telecamera immaginaria posta appena fuori dalla tomba?
No perchè in spesso sembra così, ma non sempre è chiaro. Ad esempio questo punto non mi pare ci stia bene:
La lacrima che scivolò sul terriccio non fece alcun rumore, e neppure il sangue che iniziò a scorrere con dolce lentezza quando il rituale cominciò.
Ecco, alla gestione del PdV io dà molta importanza e questa scarsa chiarezza mi infastidisce un po'.
Il PdV è di una telecamera immaginaria posta appena fuori dalla tomba?
No perchè in generale sembra così, però per un breve momento:
La lacrima che scivolò sul terriccio non fece alcun rumore, e neppure il sangue che iniziò a scorrere con dolce lentezza quando il rituale cominciò.
Questo non mi sembra molto in linea con tale PdV e non ci sta bene.
In realtà l'idea è di non dare un vero proprio PdV: si può interpretare come una terza persona, un narratore onnisciente, ma potrebbe anche essere visto dal punto di vista della ragazza (per certi versi anche da quello di Jack, anche se, ovviamente, lui sa cosa deve succedere, per cui forse viene un po' tagliato fuori da questa possibilità... La Dama ha evitato apposta di dar descrizioni dei due protagonisti o di inserire didascalie ai dialoghi proprio per consentire al lettore di scegliere il suo PdV... Suoni e odori esterni raggiungono anche i protagonisti, così come un narratore onnisciente o una "terza persona" possono cogliere quello che succede nella fossa.
In quanto ai dialoghi, specie quelli dell'inizio, la volontà della Dama (oltre, certo dare una spiegazione al lettore, è ovvio) era quello di far capire come lei dipendesse in tutto e per tutto da Jack, far intuire i suoi dubbi, ma anche la sua adorazione per lui... inoltre con quelle battute si dovrebbe capire quanto lei non sia troppo sveglia, mentre le frasi di lui sono un'anticipazione di quello che accadrà davvero...
O almeno, queste erano le intenzioni della Dama...
E per i caratteri, se qualcun altro ha voglia di controllare e dare un terzo parere, se caso, se è consentito, la Dama vedrà di eliminar l'eccesso, chè a lei continua a segnar diversamente (ma il suo macinino potrebbe star facendo i capricci come al solito, povero vecchio portatile ormai da rottamare...).
Vederlo come il PdV della ragazza secondo me non va: ci si concentra troppo sulla descrizione dei rumori/assenza di rumori e per niente sui suoi pensieri, emozioni e sensazioni. Sembra che la sua preoccupazione principale sia pensare alle cose che fanno e che non fanno rumore che alla paura/sofferenza del momento, insomma " /> Ma non mi sembra nemmeno una buona idea piantarsi nel PdV della tipa, perchè diventerebbe un racconto triste e piagnucoloso, mentre invece dovrebbe mantenersi cinico e anche sadicamente divertente.
Mi piace molto di più l'idea di una telecamera immaginaria fuori dalla tomba, che percepisce i discorsi, i rumori... Però mi dispiace per lo sbalzo momentaneo che ogni tanto avviene di punto in bianco.
E la scelta del narratore onniscente che muove bruscamente la telecamera qua e là non mi piace quasi mai.
Per quel pezzo di dialogo... avevo già pensato alla ragazza intimorita e un po' tonta, ma mi sembra un po' troppo spiegato anche per quello.
A me continua a contarne 5054 " />
Anche a me ne da 5054 " />
Coraggio Dama, un piccolo sforzo " />
Vederlo come il PdV della ragazza secondo me non va: ci si concentra troppo sulla descrizione dei rumori/assenza di rumori e per niente sui suoi pensieri, emozioni e sensazioni.
E' il punto di vista della dea bastarda!! ">
Molto scifi di serie Z...hai presente 'space vampires' e compagnia "> ?
bello, dai taglia che in concorso ci sta bene! Potrebbe scavalcare Korlat nei miei due voti. Anche il suo mi è piaciuto molto (è il primo dei suoi che mi piace ^^') per le immagini-senzazioni che riesce a trasmettere, ma mi sembra un po' troppo malinconico e ovattato per il tema dato
Quello di Tyrion Hill invece per me non ci va proprio in questo contest: 'pulp' non doveva essere un concentrato di cinismo nei contenuti, scene 'immediate' se non addirittura forti nella stesura e dialoghi secchi e/o veloci e/o incisivi nelle forma? Qui c'è un finto-str***o che consuma tutti i caratteri per tenere una lezione di un'ora per la sua tesi di filosofia etica (esiste?) - e alla fine sembra più giustificarsi che altro ">. Carino ma mi sembra così fuori tema...
Per ora l'altro voto è per AryaSnow: l'unica cosa che non mi piace proprio è la penultima frase che spezza tutto il ritmo e suona assolutamente inutile - anzi dannosa (ma già lo sapevi "> ).
Ok, visto che a due persone dava un conteggio diverso da quello della Dama, ecco qua la versione "epurata" di qui caratteri eccessivi (giusto per la cronaca, alla Dama segna 4943 caratteri spazi inclusi)... Non è stato modificato altro se non quel che è stato tolto...
Ad ogni buon conto, decidete voi se la Dama può comunque partecipare o se fa testo la prima versione...
La Dama mette il brano sotto spoiler solo per non occupar troppo spazio in schermata, non sapendo se doveva andar a sostituire il precedente post...
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“Jack, perché dobbiamo farlo?”.
“Lo sai: dobbiamo risvegliare Nylia, la Dea dell’Amor Proibito!”.
“Sì, lo SO, ma perché dobbiamo FARLO in una fossa?”.
“Il rituale prevede il dono della vergine, la fusione d’amore e morte… L’ultima volta hanno usato una bara, ma una tomba aperta andrà bene lo stesso”.
“Perchè vuoi richiamarla?... Se l’hanno di nuovo bandita ci sarà un motivo”.
“E’ giunto il momento di riportare il suo culto di sesso e sangue… Saremo degli eroi, tu soprattutto, e Lei ci ricompenserà… Immagina: un mondo basato sulla libertà sessuale in ogni forma, dove chi non sarà degno verrà sacrificato per fortificare gli altri, un mondo retto da una Dea bella, spietata, più amorevole di qualunque altra divinità!”.
“Siamo arrivati: spogliati e calati con quella scala… Stenditi a terra con le gambe aperte, nascondo i vestiti e ti raggiungo”.
Il frusciare della gonna che scivolava a terra si unì al debole sibilo del vento. La camicia fece crepitare un cumulo di foglie secche ai piedi dell’albero davanti al quale era stata scavata la buca.
Nel cimitero non c’erano altri rumori. Anche il vento sembrava trattener il respiro, in attesa.
L’improvviso gugulio di una civetta nascose lo scricchiolare della scala a pioli.
Un lieve tonfo, poi il silenzio riprese ad aleggiare come la nebbia esalante dai putridi fossati attorno alle mura della necropoli.
“Ti ho detto di stenderti, che fai ancora in piedi?… Dobbiamo muoverci, potrebbe scoprirci il custode”.
“Ho freddo Jack, ho paura… Perché stanotte?... Non… Non credo di essere ancora pronta per farlo… Non possiamo aspettare?”.
“Come sarebbe a dire? Sei innamorata di me, no? Questo è il più grande gesto d’amore che potresti fare.”.
“Sì, certo che sono innamorata di te… Ma non pensavo che sarebbe stata così la nostra prima volta… La MIA, prima volta…”.
“Sta’ tranquilla. Hai detto che volevi farlo in un’occasione speciale,e niente può essere più speciale di questo! Vedrai, sarà perfetto…Adesso stenditi, chiudi il becco e apri le gambe!”.
“Jack! Fa’ piano, ti prego… Mi fai male…”.
“Sta’ ferma… E’ peggio se continui ad agitarti…”.
“Jack, per favore… Ti prego!”.
Lo schiocco dello schiaffo risuonò come uno sparo nella profondità della fossa.
“Ti ho detto di stare ZITTA e FERMA!... Adesso cerca di collaborare… Voglio che per te sia un momento speciale, lo sai…”.
“S-sì, certo… Sto zitta, sto ferma… Sarà speciale…”.
La lacrima che scivolò sul terriccio non fece alcun rumore, e neppure il sangue che iniziò a scorrere con dolce lentezza quando il rituale cominciò.
Il debole rumore delle foglie mosse dal vento non riuscì a coprire gli ansiti di dolore e piacere che salivan dalla buca, né gli umidi suoni che li accompagnavano. Colpita dal ritmico e sempre più veloce ondeggiare, una manciata di terra franò dalla parete della fossa.
“Jack… Oh, Jack… Ti prego, aspetta, piano… Oh… Jack!”.
“NYLIAAAH!”.
L’urlo si levò all’apice del rito, esclamazione e invocazione a un tempo, sovrastando i gemiti e i singhiozzi che lo accompagnavano.
L’odore di sudore, sperma e sangue andò a mischiarsi con quello della terra smossa, trasformandosi in un disgustoso olezzo che aderiva alla pelle.
Un molle suono si perse nel rumore di un’altra piccola cascata di terra che scivolava dalle pareti della buca.
“Non alzarti, non abbiamo ancora finito…”.
“Ma Jack, io pensavo…”.
“Tranquilla, questo ti piacerà ancora di più… Apri di nuovo le gambe, quel sangue non può andar sprecato, o il rituale sarà vano… La vergine deve essere soddisfatta e Nylia dovrà udire il suo piacere per potersi risvegliare…”.
“Che vuoi fare, Jack?”.
“Ti ho detto che ti piacerà. Va’ verso la parete, altrimenti non ci sto… E non stringere le cosce, o rischio di soffocare.”.
Mormorii appena articolati si fusero col sibilar del vento che carezzava l’erba sull’orlo superiore della fossa, finché un altro grido non si alzò nuovamente nella notte.
“Sta’ qui: salgo a vedere che non ci sia nessuno e poi ti chiamo… Non muoverti.”.
“Sì, Jack… Mi tremano le gambe… Non riesco ad alzarmi subito”.
“Non preoccuparti, piccola dea, riposa…”.
Il cigolare della scala si armonizzava perfettamente con il respiro affannoso del rito appena compiuto.
All’improvviso uno schiocco secco ed un frusciare, e poco dopo un botto, nuova terra che franava nella buca…
“Jack!... La scala! Perché hai tolto la scala?”.
“Smettila di urlare.”.
Un altro sordo tonfo, altra terra… E poi ancora, e ancora… Ed il gelido gracchiare del metallo che raschiava sul terreno.
“Jack! Jack!”.
“Scusa, piccola dea… Te l’ho detto, serve il sacrificio di una vergine soddisfatta per richiamar la Dea… Ascolta: sta arrivando!”.
“Jack, ti prego, smettila!”.
I singhiozzi sempre più acuti creavano una macabra sinfonia con lo stridente raspare della vanga e col basso colpo che la terra faceva cadendo a chiuder quella tomba, il vento si accompagnava quasi in sordina a questi rumori, trasportando il suono di una sovrannaturale risata.
Un urlo riecheggiò per un istante dalla fossa. E poi il silenzio.
Concordo... Il tipo spiega e rispiega tutto mille volte, è chiaro, per mantenere il controllo sulla sciocchina. Molto verosimile. Il racconto è davvero bello, cavolo. In certi punti mi ha fatto torcere dentro per il disgusto che quest'uomo mi dava. Molti uomini sono così, anche senza la scusa di un fantasioso rituale (noto per l'appunto un fortissimo valore allegorico del racconto). Complimenti, questo per me era da dieci e lode.In quanto ai dialoghi, specie quelli dell'inizio, la volontà della Dama (oltre, certo dare una spiegazione al lettore, è ovvio) era quello di far capire come lei dipendesse in tutto e per tutto da Jack, far intuire i suoi dubbi, ma anche la sua adorazione per lui... inoltre con quelle battute si dovrebbe capire quanto lei non sia troppo sveglia, mentre le frasi di lui sono un'anticipazione di quello che accadrà davvero...
O almeno, queste erano le intenzioni della Dama...
Anche a me dava 5054, per la cronaca... " /> Vabbè, ora hai messo a posto! " />E per i caratteri, se qualcun altro ha voglia di controllare e dare un terzo parere, se caso, se è consentito, la Dama vedrà di eliminar l'eccesso, chè a lei continua a segnar diversamente (ma il suo macinino potrebbe star facendo i capricci come al solito, povero vecchio portatile ormai da rottamare...).
Ok, visto che a due persone dava un conteggio diverso da quello della Dama, ecco qua la versione "epurata" di qui caratteri eccessivi (giusto per la cronaca, alla Dama segna 4943 caratteri spazi inclusi)... Non è stato modificato altro se non quel che è stato tolto...
Ad ogni buon conto, decidete voi se la Dama può comunque partecipare o se fa testo la prima versione...
Facciamo valere la secona versione, quella ridotta a meno di 5000 caratteri " />
Pulp fiction
allora, premetto che non so se sia un racconto adatto all'argomento del contest, ma l'idea che ho avuto è questa, se va bene ok sennò nessun problema " />
ATTENZIONE!! LIBERAMENTE ISPIRATO AD UNA STORIA REALMENTE ACCADUTA!
Ma che caxxo! Possibile che in questa casa non c'è mai nulla da mangiare se uno ha fame!? La dispensa metteva tristezza: il frigo era la sua ultima speranza. Ma che bella giornata del caxxo! Ivan rabbrividì, guardando la fitta pioggerellina attraverso i vetri sporchi della finestra, con il naso a pochi millimetri dai resti di una mosca spiaccicata qualche mese prima dal Rosso.
Clik! Clik!
Che giornata di me**a! inc***ato con il mondo aprì il frigo, disilluso, ma si dovette ricredere: il latte c'era, e pure la marmellata. Bè con quelle quattro fette biscottate stantie e un po' di caffè forse rimedio una colazione decente. Che c**o pensò sempre più incaxxato.
Clik-clik-clik-clik-clik! Clik! Clik!
Allora, dai, stavolta l'esame lo sfascio. Basta che non riconfondo Diocleziano con Domiziano ed il gioco è fatto. Brutta pu***na, bocciarmi per una caxxata del genere quando gli avevo detto tutto perfetto. Ma si può!? Meccanicamente preparò la macchinetta del caffè, sporca ed annerita sul fondo, e la mise sul gas evitando di guardare i fornelli, sui quali probabilmente Rasta avrebbe svolto la propria tesi in Ingegneria Chimica.
Clik! Clik-clik-clik! Clik!
Beato Sbè che dorme a tutta forza. Preparò la tavola, spostando con il coltello almeno mezzo chilo di pane in briciole mischiato a frammenti di pasti che risalivano all'anno passato ed oltre, mise al centro la tazza col latte e spalmò la marmellata sulle fette biscottate. Mah, non male Frà, poteva andarti peggio.
Clik!
Cristo, ma quando va a dormire quel co****ne? Attraverso la porta della cucina osservò Skipper, seduto nella sua poltrona bucata in sala, armeggiare col mouse per killare, expare, livellare e caxxate del genere.
E poi la vide.
No, dai, che ci penso a fare? Figurati se non se li è finiti tutti fino all'ultimo, quel fancaxxista ritardato. Va bè dai, tentar non nuoce. Avanzò quasi timoroso e, mentre l'altro neanche lo notava, continuando a fissare con quella faccia pallida e stanca da ebete lo schermo del pc portatile che aveva davanti, Ivan raccolse la confezione dal pavimento, dove la polvere regnava incontrastata da mesi, e fissò il suo interno. Sì! No, aspè! Ma va******lo! Solo due! Che st***zo!
Li prese con tenerezza e li portò in cucina dove li pose su di uno scottex pulito, quasi ad idolatrarli.
Due Pan di Stelle.
Dai, date le premesse ho tirato fuori una colazioncina niente male pensò ridendo sotto i baffi mi prendo 'sto trenta e lode e la giornata è bella che raddrizzata. Caxxo sei tosto Frà! Sei proprio un fregno! Sissisissì! Benedetti Pan di Stelle, hanno rivalutato di brutto la colazione, peccato che so' solo due, ma sticaxxi dai, guardiamo il lato positivò và.
Il caffè iniziò ad uscire, ma c'era qualcosa di strano. Come qualcosa che.. mancava.
...…
Ah! Skipper va a nanna dopo un'intensa giornata di duro lavoro. Hasta la vista, cujo! Notte notte! Ci vediamo stasera, se non usciamo. L'altro ragazzo si stirò goffamente e poi, grattandosi la schiena, si avvicinò ciabattando verso la cucina, emettendo penosi sbuffi dal naso semitappato. Si fermò sulla soglia ed Ivan lo fissò con un sorrisetto, la caffettiera sollevata per versare il liquido nella tazza.
- Caffè? - chiese ironico.
Skipper riuscì a scuotere la testa stancamente, mentre vagava con lo sguardo perso per la stanza, cercando un pretesto per rimandare il sonno, pensando chissà cosa in quella testa istupidita dall'inutilizzo.
Ivan si girò per versare il caffè, ed in un lampo accadde l'irreparabile: Skipper arpionò i due Pan di Stelle sul tavolo con gli occhi smorti, e come in un sogno Ivan lo vide avanzare, afferrarne uno rozzamente con la mano e portarselo in bocca, masticandolo pian pianino. Avrebbe voluto urlare, fermarlo, fare qualcosa per impedire quel crimine, quella tremenda ingiustizia! A lui neanche gli va, quel biscotto, lo sta mangiando per forza, giusto per far qualcosa! Non è giusto!! Questo avrebbe pensato Ivan, se lo sgomento non gli avesse impedito di farlo, di fare qualsiasi cosa.
Poi, come se niente fosse, l'altro prese il Pan di Stelle superstite ed inglobò anche quello, inghiottendo teatralmente. Quindi restò fermo, come indeciso sul da farsi, come a trovare altre vittime per placare la propria indole assassina.
Ed in quel momento, in quel singolo istante di calma totale, Ivan impazzì: senza proferir parola piombò con la caffettiera stretta in mano sulla testa di Skipper, spaccandogliela come un melone maturo ed uccidendolo sul colpo. Il suo corpo esanime non aveva ancora toccato terra che Ivan aveva realizzato appieno cosa aveva appena fatto e preso da un impeto disperato aprì la finestra e si gettò dal balcone.
Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.
All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.
"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.
I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"
"Yes" said Caladan Brood "you never learn."
Il brano nella forma scorre abbastanza bene. Ci sono un po' di difettini che aggiusterei (qualche aggettivo/avverbio in troppo, una ripetitività delle esclamazioni magari un po' eccessiva), ma niente di particolare, tranne:
A lui neanche gli va, quel biscotto, lo sta mangiando per forza, giusto per far qualcosa! Non è giusto!! Questo avrebbe pensato Ivan, se lo sgomento non gli avesse impedito di farlo, di fare qualsiasi cosa.
Lo ha pensato o non lo ha pensato? Se il PdV è di Ivan, eviterei di dire cosa avrebbe pensato nel momento in cui in realtà non lo pensa.
La svolta finale è carina e abbastanza sorprendente (e mi sembra sia in linea col tema) per quanto riguarda l'omicidio. Non male il concetto di fondo di "avere la luna storta e voler uccidere chiunque". Il suicidio mi sembra evitabile: in un racconto così splatter-trash-demenziale forse è meglio non lasciare spazio per sensi di colpa e cose simili.
La scena dell'uccisione inoltre pare descritta in modo un po' frettoloso e riassuntivo, mi sembra preferibile soffermarsi un filino di più sulla violenza finale e magari meno sull'inca***tura con tutte quelle esclamazioni all'inizio.
Però anche se il punto di vista è di Ivan il narratore è esterno, ma allo stesso tempo è quasi una appendice:A lui neanche gli va, quel biscotto, lo sta mangiando per forza, giusto per far qualcosa! Non è giusto!! Questo avrebbe pensato Ivan, se lo sgomento non gli avesse impedito di farlo, di fare qualsiasi cosa.
Lo ha pensato o non lo ha pensato? Se il PdV è di Ivan, eviterei di dire cosa avrebbe pensato nel momento in cui in realtà non lo pensa.
Frasi come ...sui quali probabilmente Rasta avrebbe svolto la propria tesi in Ingegneria Chimica... sono quasi da narratore onniscente ma volevo che apparissero come un altro pensiero del personaggio, espresso diversamente..
Invece nella frase che quoti sopra è il contrario: per non mettere le descrizioni tutte nella stessa forma, il "quasi" pensiero è come se fosse un'altra frase del narratore, ed in questo senso deve essere intesa.. ^^
Poi si il finale è forse frettolosino, ma il suicidio per me sta bene all'interno dello scenario demenziale (ma anche iper-realista " />)
Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.
All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.
"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.
I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"
"Yes" said Caladan Brood "you never learn."
Per me la scelta migliore era di mantenersi strettamente nel PdV di Ivan e basta (come ritengo giusto - e anzi indispensabile per non creare un brutto effetto - nel 99% dei casi, perlomeno nello stesso capitolo/paragrafo).
Il suicidio comunque avviene perchè lui si sente in colpa o comunque disperato. Per me sarebbe stato più figo non farlo suicidare e magari anche... chessò... fare in modo che la vittima prima di morire lasciasse un pezzo di biscotto non ancora mangiato, con Ivan che dopo aver ucciso lo pucciava nel sangue e se lo finiva " />
Comunque sì, mi piace molto il concetto di fondo di avere le p***e girate e voler uccidere il primo che ti fa un po' inc****e, mi ci ritrovo " />