Voglio bruciarmi anch'io... " />Mi sono bruciato. " /> Mando dei bagliori tipo un lampione incandescente. " />
voglio andare al mare anch'io " />
Stamattina a me è venuta un'idea mentre stavo in spiaggia.
Non ho tempo di leggere il racconto di Nymeria - PC rotto, sto limitandomi a scorrere i messaggi brevi. Ma domani o dopodomani saro' di nuovo in sella (spero...)
Ecco qua la mia opera " />
Contest di scrittura creativa: La profezia
Karen correva disperata lungo il bosco, piangendo, mentre i cespugli e i rami la ostacolavano di continuo. Non era saggio addentrarsi in quel posto, specialmente ora che la luce del giorno iniziava a diminuire.
Di certo le guardie della città e molti altri la stavano cercando. Ma lei non voleva esser trovata: preferiva morire di stenti o sbranata da qualche animale piuttosto che sottomettersi a quello che pareva essere il suo destino.
Keren è stata prescelta dagli dei -aveva detto il Gran Sacerdote, presentandosi alla tenuta di famiglia -Secondo la profezia il suo sacrificio ci libererà dal ritorno della Ninfa.
Nel paese tutti conoscevano la leggenda: agli inizi dei tempi una Ninfa aveva abitato in quei luoghi. La sua vanità e il suo egoismo avevano indotto gli dei a confinarla in un mondo parallelo, affinchè non recasse danno alla neonata razza umana.
Tuttavia Keren, ormai tredicenne, riteneva che fosse la classica favoletta per ammonire i bambini disobbedienti.
La stanchezza incalzante la costrinse a fermarsi e a poggiarsi contro un albero. Ansimando continuò a piangere
“Non voglio morire-gridò mentre crollava in ginocchio-…sono solo…stupide favole!”
Piano piano si calmò e prese coscienza di essere sola in in posto sconosciuto e pericoloso: perire di stenti o a causa di animali non era poi così allettante…
Si accucciò maggiormente contro il tronco e attese.
“Ti sei smarrita?”mormorò una voce suadente
Karen si svegliò. Alzò lo sguardo e vide che era giorno e che a pochi metri da lei c’era una donna, molto bella che le sorrideva. Era così strana, con morbidi capelli tra il grigio e il verde che le cadevano in umidi boccoli sulle spalle, e brillanti occhi grigi che risaltavano sulla pelle diafana. Indossava solo una veste bianca, ricoperta da un mantello verde e, al collo, le pendeva una bellissima pietra azzurro mare.
A Karen, ancora impaurita, parve subito rassicurante. Non si chiese da dove venisse e cosa ci facesse da sola nella foresta.
“Io-balbettò alzandosi in piedi-credo di si”
“Allora vieni con me-sorrise amabilmente la donna porgendole la mano-ti porto alla mia casa dove potrai rifocillarti.”
Lieta dell’offerta che le veniva fatta, Karen si alzò dal suo piccolo rifugio.
Nella sua mente la Ninfa esultò: la ragazza che minacciava il suo ritorno nel mondo stava per essere eliminata. Gli dei l’avevano tenuta prigioniera per millenni, ma ora si sarebbe liberata. Essendo venuta a conoscenza della profezia, aveva compreso che se voleva tornare a dominare quelle terre, doveva eliminare la ragazza di cui si parlava.
Per creare un’illusione tangibile davanti a Karen, aveva dovuto incanalare i suoi poteri residui nella pietra preziosa che portava al collo: quella era l’unica parte di lei che sarebbe stata realmente nel mondo umano…ma ancora per pochi secondi…non appena la ragazza le avesse dato la mano…
Karen, ancora stordita per il sonno e per la scomoda posizione adottata nella notte, non si accorse di una piccola radice che usciva dal terreno. Fu un attimo, e una delle sue scarpe eleganti, ormai distrutte, si impigliò. L’equilibrio non era mai stata una delle sue migliori doti e cadde goffamente in avanti andando a finire addosso alla signora.
La Ninfa, colta alla sprovvista, ebbe difficoltà a tenere integra l’emanazione. Questa si dissolse per un solo, piccolo secondo…ma questo bastò a far cadere la pietra a terra, distruggendola.
Un urlo di disperazione, proveniente da un altro mondo, fece tremare di terrore Karen e tutte le creature nell’arco di chilometri.
L’esilio della Ninfa sarebbe stato eterno.
Karen si accasciò a terra e perse i sensi
I festeggiamenti durarono per mesi. Karen partecipò suo malgrado a cerimonie, feste, cortei: tutti volevano conoscerla e celebrarla.
Ovviamente da subito erano iniziate ad apparire le prime ballate sulla valorosa fanciulla: i bardi raccontavano di come avesse combattuto con coraggio le insidie della Ninfa. Il racconto diventava di volta in volta più ardito, carico di colpi di scena.
Persino il padre della ragazza, che l’aveva raggiunta insieme al Gran Sacerdote e ad altre guardie, appena qualche minuto dopo la scomparsa della Ninfa, ne esaltava le gesta.
Solo Karen si ricordò sempre di come candidamente, piangendo tra le braccia del genitore, aveva ammesso
“Ma io, sono solo inciampata”
^__^
Nymeria Sand: Attraverso il tuo brano sei riuscita, a parer mio, ad esprimere molto bene il desiderio di libertà di questo popolo, quindi emotivamente mi ha colpito molto ^^ la storia in sè, devo ammetterlo, non mi ha entusiasmata molto, ho preferito di gran lunga i tuoi brani precedenti. Ma mi rendo conto che è una storia completamente diversa e che, comunque, stilisticamente è ben scritta ^^
Erin: Il tuo brano mi è piaciuto molto ** ho apprezzato molto come la goffaggine della ragazza abbia determinato, e quindi dalvato, le sorti della razza umana. Lo trovo ben sritto, anche se ci sono piccoli errori di battitura, ma assolutamente nulla di che ^^ brava Giulia! " />
Nymeria e Erin: i brani sono gradevoli. Un po' banalotti per i miei gusti, però amen... Nella scrittura ci sono delle imperfezioni, ma nel complesso è discreta e scorrevole. In quello di Nymeria c'è qualche ripetizione in troppo che io eviterei, e forse mi dà un po' un'aria di "estratto". Per Erin, a parte gli errorini di battitura (ma quelli vabbè, si capisce subito che sono di battitura...), la descrizione della donna è un po' troppo ripetitiva e "pomposa", e la gestione del pdv all'inizio del quarto capoverso e nel quinto non mi piace.
Devo ammettere che di entrambe preferivo i due racconti precedenti " />
ehm, di quanto si può sforare affinchè il racconto sia considerato ancora accettabile? Bene o male ho quasi finito, ma sfora un po' " />, vorrei sapere quanto devo condensare e tagluzzare
Bho, io personalmente nei miei giudizi penso che lo penalizzarei un po' se raggiungesse/superasse i 4.500.
Poi dipende anche del racconto e dai motivi: un conto è se sfora e così sta bene, un altro se sfora con un polpettone inutile e noioso.
ehm, di quanto si può sforare affinchè il racconto sia considerato ancora accettabile? Bene o male ho quasi finito, ma sfora un po' " />, vorrei sapere quanto devo condensare e tagluzzare
Di quanto sforerebbe?
al momento devo ancora sistemare la punteggiatura dei dialoghi, ho eliminato vari spezzponi e siamo a 4400, però devo ancora finire di tagliuzzare...volevo sapere di quanto ancora devo tagliare per forza, ecco " />
Per me 4400 vanno bene.
Come hai scritto tu stessa tempo fa, il limite dei 4000 sta a significare che non si devono raggiungere i 5000.
Quindi se vuoi stagliuzzare ancora, fa pure, ma puoi tranquillamente evitare di perderci la testa.
x questo tema ho una mezza ideuccia, devo vedere se riesco a trasformarla " /> in qualcosa che sia abbastanza lontano da una schifezza assoluta " />
vedremo.. " />
Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.
All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.
"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.
I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"
"Yes" said Caladan Brood "you never learn."
okay, cambiando il tipo di punteggiatura per i dialoghi e tagliuzzando qua e là son scesa a poco più di 4250, spero vada bene e che non si sentano troppo i tagli " />
E' la prima volta che provo a scrivere seriamente un dialogo, spero di aver azzeccato la giusta punteggiatura e i giusti capoversi " />.
Contest di scrittura screativa: la profezia
Jed sedeva sul bordo della banchina, in attesa del suo cliente. Molti si rivolgevano a lui perché si occupasse di piccoli affari di ogni tipo, legali o meno, ma una richiesta stramba come quella non gli era ancora capitata. Nel frattempo, giocherellava col cilindro di plastica che aveva con sé. Puntualissimo, il suo cliente comparve all’imboccatura del molo. Jed gli fece un cenno di saluto “Come sta il tuo amico?”
“E’ morto stamattina. Andare in coma preventivo non gli è servito.”
“Miseria, mi dispiace. Non sembrava così grave.”
Si alzò, avvicinandosi all'altro “Beh, se vuoi cancellare i dati relativi al tuo amico, qui abbiamo uno dei migliori clinici. E’ uno che fa le cose per bene. Niente deja vu, niente altri ricordi danneggiati…”
“Grazie, ma non intendo cancellare nulla.”
“Sicuro? Pensaci bene. E’ un intervento senza alcun rischio, e qui abbiamo un dottore davvero bravo. Un artista. E’ un po’ caro, ma io posso fare in modo che per te ci sia…un trattamento speciale, e non costo molto. E poi non ci perdi nulla, potrai reinserire in dati in qualsiasi momento.”
“No.” stavolta non fece alcuno sforzo di sembrare gentile. Jed preferì non insistere oltre.
“Come vuoi. In fondo è la testa è tua, no? Tieni, qui c’è tutta la roba che mi hai chiesto.” gli porse il contenitore cilindrico “Permetti una domanda? Cosa te ne fai di mappe cartacee? Non c’è un archivio con tutte le informazioni, nei computer a bordo?”
“E’ una precauzione in più.” rispose l’altro scrollando le spalle “Faccio parte dei Cercatori di fabbriche.”
“Ah.”
Sapere di aver di fronte uno dei Cercatori spense il buonumore di Jed. Fare affari con dei fanatici era sempre stata una seccatura “Sei uno di quelli che si sono messi in testa di trovare i creatori delle fabbriche. Non pensavo foste ancora attivi”
“Molti lo credono. Sono 307 anni che siamo in viaggio, e ancora abbiamo esplorato pochissimo. Per questo è importante che il lavoro fatto non venga perso.”
“Immagino.”
Si sedette su una delle bitte “Ma se anche li trovaste? Siete davvero convinti che sistemeranno tutti quelli ridotti come il tuo amico? E se non fossero capaci di una cosa del genere? Magari nemmeno gli interessa, a quelli.”
“E’ ovvio che di noi gli importa. Non vedi quanta cura c’è in ogni essere nato dalle fabbriche?” la voce del Cercatore iniziò a infervorarsi “Non trovi che sia meraviglioso come dei pezzi di plastica e metallo percorsi da elettroni possano essere assemblati in una forma così perfetta?”
“Sì, è bellissimo, certo.”
La conversazione cominciava a prendere una piega sgradita per Jed. Un sermone era proprio quello di cui sentiva la mancanza.
“Comunque, non li stiamo cercando perché speriamo riavere indietro quelli che abbiamo perduto. L’arrivo dei costruttori significherà molto di più.”
“Tu pensa.”
Il Cercatore ignorò il commento “Torneranno per renderci finalmente come loro. E’scritto. Manterranno la parola data.”
“Quelle storielle potrebbe essersele inventate chiunque.”
“Vero. Ma come spieghi che ogni pianeta abbia i suoi racconti sull’origine delle prime fabbriche, e che tutti coincidano?”
“Nessuno ha mai trovato i resti di una di esse. Non ci sono prove che siano esistite.”
“E le rovine sui pianeti disabitati, uguali su pianeti ad anni luce di distanza ed in galassie diverse? Costruite quando ancora nessuno dei popoli disponeva di una tecnologia che consentisse i viaggi nello spazio!”
Jed cominciava ad averne abbastanza di quella conversazione.“Senti, io ho ancora un sacco di giri da fare. Non sei mica il mio unico cliente qui. Il resto dei soldi lo hai portato?”
Il cercatore gli porse la restante metà della cifra pattuita. Jed controllò che fossero tutti.
“A posto. E’ stato un piacere fare affari con te, Cercatore. Se dovessi ripensarci riguardo quell’intervento, o se ti servisse qualche altra strana roba…”
“Non avevo previsto uno stazionamento qui nell’ultimo piano di volo, ma ormai…Chi sono i maggiori esperti sul pianeta? Storici, geologi, tipi del genere. Puoi procurarmi la lista dei nomi?”
“Sicuro. Così su due piedi non so dirti quanto ti verrà a costare, però.”
“Quello non è un problema.”
“Perfetto, allora. Ci vediamo qui tra ventiquattr’ore. A domani, Cercatore.”
L’altro non lo salutò. Jed osservò la figura esile allontanarsi tra le banchine. Davvero un tipo seccante, pensò.
Spero che il dialogo suoni "naturale"
Seeth, non so come dirtelo... non l'ho capito tanto bene " />
doh " /> ! Forse ho esagerato coi tagli
vabbè, i dialoghi almeno son decenti?
comunque, letti gli altri due brani:
Nymeria: non m'è piaciuto. Non che fosse pieno d'orrori o che, semplicemente non mi ha preso per nulla. Non amo i discorsi prebattaglia, e nemmeno ho trovato interessante il modo in cui il tema della profezia stato riproposto. Meglio gli egiziani, per i miei gusti " />.
Erin : se non fosse per l'ironia finale (bella idea " /> )mi sarebbe piaciuto quanto quello di Nymeria, invece almeno un po' si salva (sempre per i miei gusti, eh). Anche qui però, mi son piaciuti di più i vecchi
doh " /> ! Forse ho esagerato coi tagli
vabbè, i dialoghi almeno son decenti?
ok, il nostro Esperto di Fantascienza Ufficiale GDN in chat ha dato qualche spiegazione " /> L'idea è molto carina e anche originale, però... quando l'ho letto l'ho trovato un po' troppo faticoso e difficile da capire " /> . A rileggerlo dopo la spiegazione lo sto apprezzando di più, in effetti...
I dialoghi in alcuni punti non sono male, in altri a dire il vero suonano impacciati (almeno a me...).
mmmmh..quale parte delle battute suona male " />?
Alcune battute del protagonista dovrebbero suonare volutamente tipo "discorso da ascensore", o almeno quella era la mia intenzione " /> .
Però dipende se sono quelle giuste , e sperando sempre che con "impacciate" intendessi questo.