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Contest di scrittura creativa
Q di Qhorin Halfhand
creato il 11 giugno 2009

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hacktuhana
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hacktuhana
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Inviato il 15 febbraio 2014 14:33

ho provato un po' ad anticipare il tirar delle somme, rileggendomi, ancora, tutti gli scritti, e con piacere.

Forse lo faccio proprio per darmi modo e motivo di rileggere :)

 

Anzitutto, mi trovo ad avere già qualche sintonia di stile, cioè, già riconosco in alcuni di voi, una preferenza che non sta nell'idea tirata fuori, ne nella tecnica in se, nella quale siete abbastanza ferrati, e sulla quale mi rimane, per cui difficile fare critica più di tanto. Sta proprio nello stile narrativo, ed è un dato di fatto a cui non posso sottrarmi, specie io che prediligo scrivere in versi...

 

Ho già alcuni preferiti... si, ma son più di due, decisamente <img alt=" />

 

Stavolta ho già deciso che non farò come la precedente andando per esclusione e cogliendo l'occasione per cui, di commentare gli scritti esclusi...

 

Non penso di influenzare voti altrui, d'altra parte non escludo ancora nulla di definitivo, perché la qualità merita di essere sempre portata in primo piano e non liquidata per un mero discorso di scelta per il proprio voto personale.

 

Vado un po' a caso, ma alla fine direi qualche impressione molto personale sugli scritti finora postati.

 

L'ultimo postato da Maya, ribadisce un modo/stile che trovo molto piacevole, l'argomento è divertente e sviluppato molto bene, l'idea non è originale, ma allo stesso tempo la diventa, perché si fa spazio il dialogo dei personaggi, e questi, si, che sono evidentemente di pura fantasia, e alla fine evolve proprio dove mi aspettavo che finisse per fare. E in questo caso, per me è un bene, ossia, ci sta troppo bene questa soluzione, piuttosto che un'altra, sorprendente o spiazzante, perché è così che tutto lo scritto, non ho fatto altro che immaginare i vari studiosi felini <img alt=" />

Poi amo i gatti... e a proposito di sguardi, ce n'è uno che sempre fatto a "taglio" di palpebre... che è capace di esprimere migliaia di parole e poesie d'amore...

 

Vabbeh, andiamo avanti... <img alt=" />

 

Ygritte ha uno stile scorrevole disarmante, mi ritrovo a leggere le parti finali dei suoi racconti in pochi minuti, senza problemi di sorta... secondo me è bravissima a far scorrere la "scena", non importa cosa ci si aspetti, nemmeno qui, fin dall'inizio intuivo che quel bastone d'appoggio, sarebbe tornato utile... ma è tutto lo scritto che "corre" via, come girano le ruote del pullman...

 

Erin deve avere uno strano rapporto con le ambientazioni guerresche di trincea <img alt=" />, fatto sta che oltre allo stile fluido e preciso, vedo di fondo una poetica, una ricerca morale e d'insegnamento, di messaggio, proprie delle favole, o di certi tipi di racconti... anche qui non trovo colpi di scena, e non se ne sente il bisogno, trovo "colpi", quelli si, di riflessione.

 

Lady Robin è quella che continua a mettermi di più in difficoltà col suo stile "diretto" e "semplice"(non in senso semplicistico, tutt'altro), tematica interessante, portata ancor di più, attraverso riferimenti reali di luoghi, alla stregua di un vissuto, se non proprio, di qualcuno di familiare o conosciuto, magari, a pochi metri da casa propria.

 

Emma Snow scrive molto bene, ama evidentemente il macabro, con una punta(gigante), di malinconia, e sentimento "grigio".

Chi diavolo sia quella maledetta sorta di zombie al posto di Danny, non è dato sapere... resta un finale, anche qui, già letto altrove, ma non in occasione di scritti famosi eh, no, di alcune persone conosciute, ed aventi lo stesso stile e talento per questo tipo di tematiche, per cui, evidentemente... la forza di una sepoltura come questa descritta, è notevole e di per se, basta e avanza per chiudere il cerchio del racconto.

 

Albert, similare ad Emma, ma con stile diverso, bada poco alle ciance, e preferisce serrare il racconto.

Mi piace l'idea, ripeto, del dualismo di veduta riguardo "l'arcano", dei due amici, e anche la loro diversa convinzione...

Se poi l'altro trascende ogni preconcetto e rievoca la figura che più riteniamo "al di là" della comprensione, personalmente son sempre affascinato... eh.

 

Chi è rimasto...

 

Dario Snow, penso che tutti abbiano espresso il medesimo dubbio, anzi la stessa certezza riguardo cosa non conceda alla buona idea trovata, di divenire qualcosa di più apprezzabile, e soprattutto paragonabile agli altri scritti.

Ma a me, resta un dubbio che, davvero, solo per gusto personale, mi fa apprezzare meglio il tutto, colui che non interviene, ma vorrebbe, è anche colui che subisce la "prova" trovandosi egli stesso sul cornicione? Non so... :)

 

Se ho dimenticato qualcuno, provvedo poi a scrivere e scusarmi...

 

Metamorfo, infine: trovo il racconto, la scelta dei personaggi, del linguaggio, e di certe frasi, non solo riguardanti l'esprimersi del bambino trasparente, notevoli, e a dire il vero, questo racconto, se lo avessi saputo fare, avrei avuto piacere di poterlo scrivere io!

Frase migliore: il sorriso che è solo denti. Pura poesia.

 

Bravissimi tutti :)


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δαηrys
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Inviato il 15 febbraio 2014 15:03

Scusatemi! Ma fino a quando ho tempo per postare il racconto? <img alt=" /> :ehmmm:


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Cavalier Stampella
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Cavalier Stampella
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Inviato il 15 febbraio 2014 15:07

Ciao δαηrys.La Scadenza per la presentazione dei racconti: lunedì 17 febbraio, ore 21:00.


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hacktuhana
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Inviato il 15 febbraio 2014 15:19

Sbrigatevi voi due <img alt=" />


Δ
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Inviato il 15 febbraio 2014 15:21

mhh, OK, credo di potercela fare.

E intanto mi sono ripreso dal mio periodo di inattività.

 

:)



Maya
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Inviato il 15 febbraio 2014 16:03

Mi raccomando daerys e Cavaliere: aspettiamo i vostri racconti. Questo mondo ha tanto bisogno di belle storie raccontate con passione. :)<br /><br />Inviato dal mio GT-I9100 utilizzando Tapatalk<br /><br />


"Il peccato più sciocco del diavolo è la vanità" (La ragazza nella nebbia - Donato Carrisi)

 

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Inviato il 15 febbraio 2014 16:57

Sbrigatevi voi due <img alt=" />

 

 

Mi raccomando daerys e Cavaliere: aspettiamo i vostri racconti. Questo mondo ha tanto bisogno di belle storie raccontate con passione. :)<br /><br />Inviato dal mio GT-I9100 utilizzando Tapatalk<br /><br />

Questa volta è difficile competere con voi, siete tutti bravi, io l’avevo già scritto da un bel po’ ma poi leggendo i vostri mi sono vergognato e l’ho messo nel cassetto. <img alt=" />



Maya
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Inviato il 15 febbraio 2014 17:12

Ma dai, Cavaliere, l'altra volta avevi scritto un racconto così bello... apri quel cassetto! Sono sicura che è un bel lavoro non tenerlo incatenato nel fondo buio di un cassetto. Le idee devono volare libere. :)<br /><br />Inviato dal mio GT-I9100 utilizzando Tapatalk<br /><br />


"Il peccato più sciocco del diavolo è la vanità" (La ragazza nella nebbia - Donato Carrisi)

 

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Ygritte baciata dal fuoco
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Inviato il 15 febbraio 2014 17:20

Cavaliere non dire così! Sono sicura che il tuo racconto merita di essere letto da noi...... Non farti pregare ;)


M
Metamorfo
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Metamorfo
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Inviato il 15 febbraio 2014 17:42

Inizio a commentare va. Avevo pensato di evitare, perché è pesante diventare il ricettacolo di tutto l’odio segreto e velenoso che produrranno i miei commenti. Però, vabbè, qualcuno deve pur accollarsi il lavoro sporco. Avete trovato un volontario.

 

Premessa: faccio considerazioni sui racconti, niente di personale (io sarei per pubblicare i racconti in maniera anonima, tramite i gestori, e dire solo alla fine il nome dello scrittore – non l’ho proposto perché sembra vada bene anche così, e vorrei evitare di passare sempre per i rompiballe -). Provo a dare dei suggerimenti. Sono cose difficili da fare e lo so bene, sia perché servono parecchio tempo, passione ed energie (che molti non hanno), sia perché serve capacità/talento (ce n'è ancora meno). Sono suggerimenti che ricordo anche a me stesso, perchè, come gli altri, anch'io manco delle cose di cui sopra. Credo siano buoni consigli: per diletto, ho letto una ventina di manuali di scrittura, e qualcosa deve essermi rimasto. Leggere manuali di scrittura è condizione necessaria ma non sufficiente per scrivere bene. Necessaria, perchè se non conosci ciò che insegnano dei buoni manuali, non puoi scrivere ad un certo livello. Non sufficiente, perchè tra il sapere cosa fare e farlo...c'è di mezzo il mondo.

E' come il tennis. Se non prendi lezioni da un maestro, non diventerai mai bravo. Ma poi serve l'allenamento. Ed entrambe le cose, potrebbero non servire a niente quando ti trovi davanti un avversario forte: lì deve subentrare la forza, la determinazione e il talento.

Ogni argomento che accenno, andrebbe spiegato e approfondito, ma serve tempo, quindi per ora accontentatevi.

 

Insomma, ho sentito che a qualcuno piacerebbe migliorare, e l’unico modo per farlo è beccarsi critiche e suggerimenti. Quindi, beccateveli.

Servono anche incoraggiamenti, ma di quelli ce ne sono stati! E pure di complimenti ne avete avuti in abbondanza. <img alt=" />

 

Avvertenza: se qualcuno è particolarmente sensibile alle critiche, per gli dei antichi e nuovi, non apra lo spoiler!

Dico sul serio. <img alt=" />

 

 

 

Un paio di cose che non mi sono piaciute e che valgono per tutti i racconti che ho letto: 1) i personaggi non risaltano, non sembrano vivi, ma dei “pupazzi” attraverso cui parla lo scrittore.

Manca qualcosa che li caratterizzi, che tiri fuori qualche aspetto particolare della personalità, e li renda memorabili (che rimangano impressi). Bisognerebbe creare una personalità unica, fare in modo che la “voce” del personaggio sia diversa da quella dello scrittore.

Prima di cominciare a scrivere, bisognerebbe immaginare il proprio personaggio, sapere cosa pensa, cosa ama e odia, cosa desidera e di cosa ha paura, come pensa e come parla, addirittura bisognerebbe conoscerne il background (anche se poi non se ne parla nel racconto). Se lo si fa, c’è la possibilità che ne risulti un personaggio vivo,"vero" e memorabile. Poi, c’è da scegliere i (pochi) dettagli fisici e non, che trasmettano quell’immagine. Altrimenti, come dicevo sopra, si hanno solo pupazzi senz'anima attraverso che parlano per conto dello scrittore.

 

2) si osa troppo poco. Soprattutto in un racconto così breve si può (e si dovrebbe) rischiare qualcosa di più. Se non a livello di forma (che è difficile), a livello di contenuto. Temi scottanti, ambiguità morali dei protagonisti, personaggi fuori dagli schemi che agiscano in maniera sbalorditiva, mostrarne i pensieri e i desideri più intimi e segreti. Tutti noi vorremmo sapere le cose che le persone fanno quando nessuno le vede; le cose che pensano e non dicono perché troppo estreme, o perché se ne vergognano; le paure più nascoste, ecc. Scrivere di quello che le persone sono veramente dentro, è il mestiere dello scrittore, ed è quello che rende vivo e unico il personaggio. Ciò che può trasmettere emozioni.

 

Ho trovato qualche refuso in quasi tutti i racconti (pure uno nel mio quando l’ho riletto <img alt=" /> ), ma sono pochi e su questo si può tranquillamente sorvolare.

Anche il tema dell’alterità, in alcuni racconti mi è sembrato troppo marginale, ma visto che il tema porta ad interpretazioni ampie, penso si possa sorvolare anche su questo.

 

La poesia non ho molti strumenti per giudicarla. Non mi metterò certo a guardare la metrica o le figure retoriche, perché non è quel genere di poesia. Per giudicare, rimane soltanto la sensibilità personale. A me piacciono le poesie brevi, al limite dell’ermetismo, così, per dire.

 

Lui, lei e l’altra.

Più raccontato che mostrato, cosa che in teoria sarebbe negativa, ma che in racconti di questa brevità credo sia più accettabile. Chiunque non conosca lo “show, don’t tell”, e la differenza tra raccontare e mostrare, corra subito ad informarsi, perché è la base per scrivere bene.

A parte questo, la prosa è classica e scorre bene.

Si poteva fare meglio per nascondere la sorpresa finale: a me è stata anticipata fin dal “Si erano conosciuti…” perché erano stati presentati due personaggi (Marco e Silvia), ma poi non si specifica quale dei due incontri Chiara. La mancata specificazione è un indizio (perché altrimenti sarebbe una grave mancanza non spiegare al lettore se è Marco o Silvia a incontrare Chiara). Poi diventa chiaro nel momento in cui si usa il “Lei”, poco dopo la metà del racconto.

Sarebbe stato meglio scriverlo in modo tale da lasciare davvero sorpreso il lettore.

 

Noi contro gli altri.

Sono stati usati molto i dialoghi, che è una cosa positiva, perché possono rendere il ritmo più serrato, e il racconto più godibile.

Purtroppo, qui i dialoghi hanno dei difetti.

Mancano di naturalezza e alcuni hanno quello che viene chiamato “inforigurgito” (lo scrittore, per dare delle informazioni al lettore, le fa dire ai personaggi, rendendo il dialogo innaturale). Ad esempio, i due militari si comunicano informazioni che già sanno (“Nessun morto tra i nostri, solo cinque feriti nessuno dei quali grave”; “Adesso che abbiamo risolto questa storia dei ribelli dobbiamo tornare al fronte”; ecc.) , che in un dialogo naturale non si direbbero mai. Anche il modo di esprimersi: i due soldati che si parlano “in stampatello”, con una voce identica a quella dello scrittore, usando termini che non soltanto due soldati, ma due persone qualsiasi non userebbero mai in un dialogo.

I soldati dovrebbero parlare con una voce diversa dallo scrittore, e con una voce differente tra loro (uso di parole di tipo differente, prolissità o secchezza, uso di vezzi particolari, ironia o sarcasmo, e tante altre cose. Bisognerebbe rendere le voci tanto distinguibili, da poter capire chi parla persino senza specificarlo, solo leggendo la battuta!).

Dialoghi naturali e con voci distinte è il primo passo. Il successivo è la brillantezza: per farlo, un trucco è renderli simili a un duello, con frasi oblique, che non portano a risposte precise, e con un continuo conflitto (i due “contendenti” si scontrano con attacco e contrattacco).

Riguardo il messaggio, credo sia troppo didascalico, troppo espresso, fin dall’inizio.

Manca un buon “amo”, che è una buona mossa per agganciare i lettori all’inizio. Inserire qualcosa per stimolare la curiosità fin dal primo paragrafo è una buona idea.

 

Pioggia e lacrime.

C’è qualcosa da rivedere per il troppo raccontato e i dialoghi (vedi sopra).

La storia scorre, ma è poco originale, e il finale è parecchio telefonato.

Anche qui manca un “gancio” iniziale.

 

L’evocazione.

Sempre come sopra.

Qui si può aggiungere che, in un racconto horror, bisognerebbe trovare il modo di far trasparire l’orrore. Particolari che impressionino, sia nella descrizione dei luoghi, che degli esseri; mostrare in modo più profondo il terrore dei personaggi (mostrare appunto, tramite dettagli vivi, non raccontarlo). Inoltre, la tensione dovrebbe salire tanto, fino ad un climax che precede la risoluzione (e questo in parte avviene, anche se piuttosto che un'anonima mano, sarebbe stato preferibile qualcosa di più shockante, tipo un mostro che interagisse, facesse o dicesse qualcosa di terribile, qualcosa che rimanesse impresso nella testa del lettore).

 

Il risveglio.

Atmosfera molto “Les Revenants”.

Scrittura molto scorrevole. Il racconto scivola via, però è una linea piana, senza cambi di ritmo e senza qualcosa che impressioni, o lasci un’impronta importante a livello emotivo. Il finale è quasi anti-climatico.

 

La creatura d Derlyn Stass.

Molto dialogo, e si ritorna a quanto ho scritto sopra sui dialoghi. In particolare, qui si poteva forse evitare di caratterizzare le voci dei singoli personaggi, ma si doveva caratterizzare la voce dei gatti, magari con qualche stramberia simpatica (manierismi, gestualità, sintassi, termini, ecc.). Avrei visto bene un maggiore uso di ironia, un racconto che puntasse di più sulla simpatia dei felini e sulla loro alterità.

 

 

 

Ps.: Ora potete pure odiarmi, io posso sopportarlo; non prendetevela con Nino e la ragazza senza volto: loro non c’entrano niente. <img alt=" />


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principe drago
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principe drago
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Inviato il 15 febbraio 2014 17:45

Complimenti Ygritte e metamorfo i vostri racconti mi sono piaciuti molto


Y
Ygritte baciata dal fuoco
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Ygritte baciata dal fuoco
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Inviato il 15 febbraio 2014 17:56

Metamorfo mi piacerebbe approfondire quello che tu chiami "troppo raccontato". Nel senso dei dialoghi non credo, forse per la scena?ci

 

Principe drago grazie :)


A
Albert Stark
Alchimista del Ghiaccio e del Fuoco
Guardiani della Notte
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Albert Stark
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Inviato il 15 febbraio 2014 18:09

 

 

 

 

L’evocazione.

Sempre come sopra.

Qui si può aggiungere che, in un racconto horror, bisognerebbe trovare il modo di far trasparire l’orrore. Particolari che impressionino, sia nella descrizione dei luoghi, che degli esseri; mostrare in modo più profondo il terrore dei personaggi (mostrare appunto, tramite dettagli vivi, non raccontarlo). Inoltre, la tensione dovrebbe salire tanto, fino ad un climax che precede la risoluzione (e questo in parte avviene, anche se piuttosto che un'anonima mano, sarebbe stato preferibile qualcosa di più shockante, tipo un mostro che interagisse, facesse o dicesse qualcosa di terribile, qualcosa che rimanesse impresso nella testa del lettore).

 

 

 

 

 

Ps.: Ora potete pure odiarmi, io posso sopportarlo; non prendetevela con Nino e la ragazza senza volto: loro non c’entrano niente. <img alt=" />

 

Nessun odio, a me fa piacere se scrivi critiche, anche negative...xD

 

Sul raccontarlo tramite dettagli vivi sono d'accordo, io quando penso ad una storia la penso sempre in chiave cinematografica più che letteraria, e anche qui faccio così, riadattandola...però non so bene come renderlo senza raccontare

 

Invece sul mostro non sono d'accordo (gusto personale probabilmente), io trovo molto più d'effetto il dettaglio e il lasciare il lettore/spettatore col dubbio rispetto a descrivere (o far vedere) il mostro/demone nella sua interezza senza lasciarlo all'immaginazione del lettore/spettatore!!


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Emma Snow
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Inviato il 15 febbraio 2014 19:32

Cerco di motivare le mie scelte nello scrivere il racconto alla luce dei vostri commenti :)

 

@Emma Snow il racconto l'ho letto e scorre molto bene, solo quale piccolissima sbavatura ma si legge con piacere. La tua scelta di vedere "l'altro" come l'uomo che ritorna dalla tomba, non mi ha convinto, ma è del tutto personale. Sarà che ho abusato di zombie (leggendo fumetti, con vari film etc) e quindi la trama non mi ha esaltato più di tanto.

Avrei preferito una scelta più quotidiana del tema "Altro", anche da parte degli ultimi racconti che ho letto, non solo il tuo. Ma è solo il mio personale gusto.

In effetti gli zombie sono un tema un po' abusato in questo periodo <img alt="> Diciamo che volevo far intendere l' "altro" come estraneo, sconosciuto, diverso da prima (non so poi quanto sia riuscita nell'intento) e che lo zombie è stato un espediente... Per dire, avrei potuto far subire a Danny uno shock emotivo tale da renderlo una persona diversa da prima, ma non ho trovato idee che mi convincessero fino in fondo - ad esempio quelle più quotidiane come dici tu mi sembravano tutte scontate e temevo di essere poco originale - e seguendo anche i miei gusti personali ho optato per questa...

 

 

@Emma Snow

 

Anche qui, il finale come stile non fa per me. Fino a metà/due terzi mi piaceva assai, avrei preferito un finale alla "Sesto senso" però sono consapevole che sarebbe stato abbastanza banale. Anche il tuo, come quello di molti altri, è scritto con semplicità e scorre molto bene. Come stile è molto molto buono!

Ora verrò linciata, ma ho dovuto cercare su Wikipedia come finisce il Sesto Senso perchè non l'ho visto <img alt="> In effetti sarebbe stato un bel finale alternativo, ma già nell'altro racconto la mia protagonista si ingannava su qualcosa che credeva di aver visto, per non ripetermi qui ho fatto una variazione sul tema ;)

 

 

Emma Snow scrive molto bene, ama evidentemente il macabro, con una punta(gigante), di malinconia, e sentimento "grigio".

Chi diavolo sia quella maledetta sorta di zombie al posto di Danny, non è dato sapere... resta un finale, anche qui, già letto altrove, ma non in occasione di scritti famosi eh, no, di alcune persone conosciute, ed aventi lo stesso stile e talento per questo tipo di tematiche, per cui, evidentemente... la forza di una sepoltura come questa descritta, è notevole e di per se, basta e avanza per chiudere il cerchio del racconto.

Eh purtroppo mentre scrivo mi rendo conto di mancare un po' di fantasia, spesso mi vengono delle idee o delle frasi che mi sembrano geniali e poi mi dico "Grazie tante perchè l'ha già scritto Tizio/interpretato Caio nel film" (anche se tu dici di non riferirti a scritti famosi), è un mio limite...

 

EDIT

Dimenticavo (inspiegabilmente) il commento di Metamorfo <img alt="> Les Revenants non l'ho ancora visto ma so che tratta un argomento simile in effetti... Nella prima stesura che avevo fatto credo che i personaggi fossero più incisivi, avevo messo più descrizioni e frasi che li caratterizzassero meglio e che aiutassero a lasciarli impressi, ma ero arrivata a più di 6000 caratteri e ho dovuto limare un bel po'!

Anti-climatico nel senso che il finale c'entra poco con il resto del racconto? :)


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hacktuhana
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hacktuhana
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Inviato il 15 febbraio 2014 21:48

Mi piace tecnicamente quanto abbia detto Metamorfo sotto spoiler... e si, di certo in riferimento a vari manuali di scrittura et similia, non si può che concordare, ma...

senza alcuna presunzione di sorta, io preferisco che la passione si concretizzi subito nel proprio modo di fare.

 

Certo, una volta scritte diverse cose, una volta esser diventati consapevoli che davvero si tiene molto al proprio scrivere, allora, bisogna diventare un ricettacolo di opinioni altrui, di qualunque tipo e livello di conoscenza, cercando di far tesoro dell'esperienza di chi ne sa di più, semplicemente perché lo leggi(che ne sa di più).

 

Ecco allora, "l'impianto" tecnico, il recupero della tecnica, diventano fondamentali, affinché quella passione diventi qualcosa di più, e possa, caso mai, fare il fatidico salto, il "superamento" che di solito, almeno io... individuo poi nella forma artistica riconosciuta.

 

Però spesso, molto spesso, ho visto talenti naturali e grezzi, venir sopraffatti dalla mole di nozioni tecniche, e dalla ancor più enorme e pesante mole di arte già scritta e comprovata dei "grandi", e diventare "normalissimi" bravi esecutori di qualcosa, che inesorabilmente perde personalità, "stile", laddove evidentemente quello stile era rimarcato anche dall'ignoranza e dalle lacune tecniche.

Sia chiaro, per poter far si che una stella artistica splenda, ci vuole proprio questo percorso, perché, una volta assorbito l'impatto con la cultura, propria, di quell'arte, si perfeziona alla grande, magari con un po' di tempo, ed esperienza, la propria "impostazione" di partenza, che evidentemente era forte e davvero significativa.

 

Ma come si dice... uno su un milione? Uno su mille? Beh è uguale :)

 

Penso e ritengo che la stragrande maggioranza di personalismo venga sotterrato da questo processo, e allora, non si ottiene un'artista(col proprio stile, ma quello si sa è difficile), e anche, si perde un ramoscello di talento personale, che, seppur pieno di difetti e mancanze riconoscibili, e adducibili, facevano, per quanto riguarda il mio gusto di leggere le "cose" personali di ognuno(per cui è ovvio che non sto discutendo la bontà del messaggio di Metamorfo), piccoli gioiellini di emozioni, piccole mostre di personalità, alla ricerca del proprio "linguaggio".

 

Detto questo, debbo dire che il Metamorfo ha diverse capacità oggettive di critica, e nel suo spoiler, io(non per quel che riguarda quanto scritto sulla mia poesia... <img alt=" /> ), non ci ho trovato proprio niente di cattivo. Ma proprio niente.

 

Beh si certo, si potrebbe vederlo come un saputello... <img alt=" />

 

Ma... a mio parere non è affatto così, no no, diamo a Metamorfo quel che è di Metamorfo, perché è proprio che sta cosa... la sa <img alt=" />

 

e poi è buono dai, altro che cattivo e polemico... <img alt=" />

 

 

Tanto io me la prendo col suo scritto!!! Grrr <img alt=" />

 


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