@Daerys all'inizio non avevo capito il senso che volevi dare al concetto di altro richiesto dal contest, la spiegazione finale ha chiarito definitivamente, forse si poteva dirlo senza essere così diretti, ma immagino che i caratteri a disposizione non fossero sufficienti. Molto buona l'idea di contrapporre la sacerdotessa e la sua vita finita nella tenebra con l'accenno all'amore che avrebbe potuto avere. Mi sarebbe piaciuto leggere qualche pensiero della sacerdotessa in questa direzione, ma avrebbe rubato la scena finale della sua dipartita. Mi è piaciuto più dell'altro racconto elo trovo scritto meglio. Bravo!
Per quanto riguarda i manuali di scrittura, ce ne sono svariati e si contraddicono pure tra loro, quindi alla fine secondo me va bene informarsi e conoscere le regole, ma meglio ancora leggere e confrontarsi.
Lo studio è importante, l'esperienza anche e l'uno non esclude l'altra. Poi c'è il talento ed infine la buona occasione, ma questi ultimi due sono fattori incontrollabili.
In nessun post ho scritto che conoscere la teoria e la tecnica di scrittura sia tutto ciò che serve.
Ho scritto che è fondamentale, ma che poi servono altre cose.
2) La pratica (alcuni scrittori dicono che per scrivere un buon romanzo, dovresti prima aver scritto un milione di parole –vi lascio fare il calcolo della quantità -).
3) Il talento
4) Il confronto (che sta per critiche costruttive e non per complimenti). Molti scrittori, che sono anche docenti in scuole di scrittura, raccontano aneddoti su scrittori molto talentuosi che si sono bruciati perché incapaci di recepire le critiche e migliorarsi; altri, con meno talento, capaci di accettare con umiltà i commenti altrui, migliorare i propri difetti, e diventare ottimi scrittori.
Che bisogna leggere, non c’è neppure da puntualizzarlo.
Riguardo ai manuali. Non so quali abbiate letto, tutti quelli che ho letto io, non si contraddicono mai.
Ti dicono: gli scrittori scrivono bene perché, anche se non te non lo sai e non te ne accorgi, fanno “questo”. Per riuscire a fare bene “questo”, puoi fare “così”, “cosìì” o “cosììì”. Magari aggiungono: “io mi trovo bene facendo cosìì, ma tu decidi quale ti si confà”.
Non ne ho trovato nessuno che ti dice “prendi la penna e fai così, altrimenti sbaglierai” oppure "l'unico modo per arrivare a "questo" è fare cosìììì".
Sarebbe ancora meglio avere uno scrittore a casa che ti insegna, ti corregge, ti ispira e ti aiuta? Certo. Ma in mancanza, la teoria la devi imparare dai manuali.
Quando sai quello che devi fare, e hai un'idea di come farlo, non è che devi andare in giro con un manuale in tasca: puoi continuare a dedicarti a mettere in pratica quello che sai.
Troppi aspiranti scrittori sono talmente digiuni della materia che vorrebbero padroneggiare, da non arrivare neppure a capire la complessità: sono convinti che basta avere l'idea di una storia e scrivere con una buona grammatica. Pensano che i bravi scrittori facciano così, ma che per qualche miracolo, a loro riesca meglio.
Non ho capito la questione di cui parla Maya sulla distanza autore/personaggio. E’ ovvio che in ogni personaggio c’è l’autore, visto che sono sue creazioni. Da questo punto di vista, è impossibile per uno scrittore prendere le distanze dai propri personaggi.
Quando parlavo di “distanza” autore/personaggio, intendevo che, nei racconti in cui c’è un narratore e un personaggio che parla, la “voce” del narratore e la “voce” del personaggio che parla devono essere diverse. E la voce dei personaggi tra loro deve essere differente.
Quando leggi Le Cronache, una linea di dialogo di Tyrion la riconosci anche senza che Martin ti dica che è lui. Perché ha una sua voce unica. La stessa cosa per tutti gli altri personaggi. Per riconoscerli, ti basta leggere quel che dicono e come lo dicono.
Nel racconto di cui ho criticato i dialoghi, c’è un narratore e due personaggi (i soldati) che parlano con un’unica voce: quella dell’autore. In questo modo i personaggi non sono vivi come un Tyrion, un Mastino, ecc., sono delle marionette attraverso cui l’autore parla, come un ventriloquo.
Salve a tutti.
Sono appena arrivata.
Ecco il mio racconto. Scusate per la cupezza, mi è venuto fuori così.
XXIII CONTEST DI SCRITTURA CREATIVA
Davanti allo specchio
Immaginate dei violini e degli uomini che fanno ciò per cui sono stati creati.
I violini suonano, e ogni tanto stonano.
Gli uomini soffrono, e qualche volta amano. e alla fine muoiono
Immaginate.
- Eccomi. Sono pronta. – disse guardando la sua immagine allo specchio.
- Il momento è giunto. – disse la voce. – non importa che tu abbia voglia di intraprendere questo viaggio. Ti trascinerà in ogni caso. Sarà una battaglia dura. Devi essere preparata, non è cosa da poco. Non puoi combattere il tuo nemico senza legittimarlo. Devi sapere chi avrai di fronte. Devi riconoscerlo. Centinaia di persone ti passano accanto ogni giorno con il loro mondo, mentre lottano, senza che tu te ne accorga. Ora tu sarai una di loro, ma nessuno se ne curerà. Sarai sola.
- Sì, lo so. - lo sguardo fisso e l’aria decisa.
- Non puoi distruggere il sistema se non dal suo interno. Ci saranno scoppi violenti, bombe, morti ammazzati e rock and roll. Ballerai la dolce danza che ti farà librare nell’aria, lui ti stringerà a sé, tu lo abbraccerai e ti tufferai in un virtuoso caschè.
- Ci saranno applausi del pubblico e il mio nemico diventerà il mio miglior alleato.-
- Attenta. Non credere che sia finita. Non ti serve da vivo. Non devi stringere rapporti. Devi distruggerlo. Ricordati che tu non esisti fintanto che lui è qui. Tutta la tua vita sarà solo una proiezione mal riuscita dei tuoi desideri se gli permetterai di continuare a decidere. Devi riconoscerlo. Ora!
- Ci sono. Lo so cosa sei. Ti ho riconosciuto. Vedo il tuo volto in questo momento e so come sconfiggerti. Io aspetto che tu venga fuori e mi affronti. E tu aspetti me. Sfonderò quella porta e ci sarà una lunga battaglia, vetri rotti, vasi e piante devastate, urla e pianti, corpi straziati. Ma alla fine sarò io a vincere. Sei tu che non esisti al di fuori di me. Senza di me tu non puoi nulla. Sono anni che mi alleno sulle tue debolezze. Combatteremo. Scegli pure tu il luogo e l’arma del duello, so già cosa dirai. La tua unica arma sono io. E sia.
- Mi rendo conto che sei davvero pronta. Il mio lavoro qui è finito. Questo è un addio.
- Addio. Grazie di tutto. Sarai ricompensato quando vivremo felici nel nuovo mondo. Lo costruirò a mia immagine. Ci sarà sempre un posto per te. Adesso però è il momento di agire.
Afferrò lo specchio con entrambe le mani e si lanciò contro di esso con la testa facendolo finire in pezzi. Parti di vetro le restarono conficcate sulla fronte, miste al sangue che iniziava a coprirle il volto. Già con la metà delle forze, si chinò per raccogliere una lama di specchio. I suoi occhi si osservarono in un ultimo riflesso. Un sorriso beffardo accompagnò il movimento.
- Ho vinto. – disse, e la punta della lama le trapassò l’occhio.
CSC23
Rispondo a qualcuno. Le integrazioni sono su questioni che riguardano una mia visione personale del racconto, quindi fallibile.
Lady Robin: come scrivevo, l’indicazione viene dal fatto che sono introdotti due personaggi, Silvia e Marco, senza che nessuno dei due prevalga, e con un “essi”...e poi c’è un capoverso che comincia con “Si erano conosciuti ad una festa di amici in comune”, dove il “si” non sta per Silvia e Marco, ma per uno dei due, e non viene mai detto chi parlasse e cantasse vecchie canzoni con Chiara. Cosa strana, perché, normalmente, subito, o dopo poco, si dice “Marco non ricordava” o “lui non ricordava” per specificare.
Sulla questione del “lei”, nel commento mi sono perso un “non”. Intendevo “Poi diventa chiaro nel momento in cui NON si usa il “lei”, poco dopo la metà del racconto”.
Mi riferivo a questa frase: “Sorrise pensando quanto Chiara fosse diversa: totalmente estrema nel suo essere di sinistra, totalmente atea, totalmente contraria al perbenismo: votare una destra moderata, andare a chiesa tutte le domeniche mattina, a Natale e Pasqua, assecondare la propria famiglia, per poi fare di nascosto quello che di norma veniva proibito”.
Frase arzigogolata, con il doppio “:”, e gli infiniti “votare” e “andare”, che ha lo scopo di non usare il pronome “lei” o il femminile (con cui la frase sarebbe stata molto più semplice).
Questo dal mio punto di vista. Può darsi che altri non l’abbian notato, e l’effetto sorpresa ci sia stato lo stesso.
Albert Stark: sì, si tratta di scelte personali. Ho pensato che sarebbe stato più impressionante se, piuttosto che una mano che si porta giù il ragazzo, ci fosse stata una qualche interazione. Avevo detto “un mostro” con l’idea di farlo parlare, fargli dire una frase che geli il sangue. Il concetto si può applicare anche con la mano, tipo (dico una cosa stupida per farti capire cosa intendo) che la mano strappa un braccio del ragazzo e lo usa come pennello per scrivere col suo sangue una frase raggelante sul muro (trovare quella frase, non è facile, ma ci si può riuscire).
La mano che porta giù a me non ha colpito. E in quel frangente, penso che il lettore dovrebbe essere raggelato da qualche immagine che rimanga impressa.
Emma Snow: Era un’integrazione sull'idea che il racconto non abbia picchi, e scorra “pianeggiante”, senza un crescendo, neppure verso il finale.
Col tempo che ho impiegato per scrivere i commenti e discutere di teoria e tecnica…avrei potuto migliorare il racconto che ho postato, e scriverne almeno un altro " />
Grazie, Ygritte.
Questo tema mi ha messo in grande difficoltà!
Ho buttato giù diverse idee, ma non sono riuscito a concluderne nessuna... Anzi, una sì... e, anche se non mi piace, visto l'avvicinarsi dello scadere del contest e della certezza che, per questa volta, non mi uscirà di meglio.... Pubblico lo stesso il mio racconto e lascio giudicare a voi " />
XXIII Contest di scrittura: l'Altro Inteso come tutto ciò di diverso da noi, tutto ciò che non comprendiamo, da un'altra cultura alla persona che ci sta affianco.
"Giorni bui"
“Siamo tutti due persone” sentenziò lei dopo un attimo di pausa. Le sue braccia lo stringono più forte.
“Forse, ma riuscirai ad amarle tutte e due?”.
“Nel bene e nel male” disse lei senza esitare.
******
Quella primavera si scambiano le promesse. Scendono di corsa le scale della chiesa stretti per mano. Ridono e salutano, mentre schivano le manciate di riso e gli invitati. La macchina parte sgommando, veloce. L’aereo non può attendere.
******
I due si baciano nei colori del tramonto, come i protagonisti di un film romantico.
“Domani voglio vedere l’alba,” dice lui.
“Ancora? Ti fa proprio schifo dormire?” chiede lei ridendo.
“È solo una perdita di tempo”.
Restano a lungo in silenzio, godendosi la bellezza del momento.
“È un paradiso” dice lei guardando l’orizzonte.
“Tu sei il paradiso,” dice stringendola a se. “Non sono mai stato così felice”.
******
“C’è qualcosa che non va?” chiede lei a tavola.
Lui sposta distrattamente le carote da una parte all’altra del piatto. Lo sguardo assorto. Non risponde.
“Ehi, tesoro” sussurra lei, prendendogli la mano.
Sembra risvegliarsi all’improvviso.
“Scusami, amore, mi sono distratto. Troppi pensieri.”
“Se c’è qualcosa che non va, puoi dirmelo.”
“No. No, tranquilla,” sorride. Un sorriso stanco. “Solo qualche noia sul lavoro”.
Lei gli bacia la mano ed inizia a sparecchiare, senza fretta.
******
“Pensi di alzarti dal letto?”
“Non ne ho voglia”.
“Sono giorni oramai…” lei non finisce la frase. Lui non la sta più ascoltando. Lo capisce subito. Con un sospiro esce dalla stanza e si chiude la porta alle spalle.
******
“Ascoltami,” dice lei. “Oramai non puoi più farcela da solo. Devi chiedere aiuto. Ho già chiamato il dottore”.
Lui non risponde. Fissa il vuoto davanti a lui, immobile.
“Forza, aiutami”.
C’è un altro uomo nella stanza.
Chi è? si domanda lui, confuso. Poi lo riconosce. È suo fratello.
I due lo aiutano a tirarsi su. Lo vestono. Lo accompagnano alla macchina.
“Non è colpa tua,” sente il fratello dirle “non è la prima volta”.
“Lo so,” dice lei. La voce poco più di un sussurro. “Me ne aveva parlato. Ma sono passati anni e pensavo…” lascia la frase in sospeso.
“È vero, sono passati anni. Tutto questo grazie a te. Ma, non siete solo voi al mondo: il lavoro, i soldi… la vita. Non tutti la sanno affrontare”.
Con la coda dell’occhio la vede annuire e abbandonarsi contro il finestrino.
Si addormenta e non sente più niente.
******
L’aria non gli arriva ai polmoni e per un attimo crede di morire. Annaspa e stringe i pugni. Poi, inspira, finalmente. Prende fiato, respirando a fondo una volta, due, tre.
Si gira su un fianco e cerca un punto di riferimento, confuso.
Dove sono?
Buio. È l’unica cosa che vede attorno a lui: il buio.
Lentamente la sua vista si abitua all’oscurità e i contorni famigliari della sua stanza prendono forma.
Quando è scesa la notte? si chiede.
Gli sembra di essere su quel letto da un’eternità, ma non ricorda di aver dormito.
“Sono sveglio?” chiede a se stesso. La voce roca, un sussurro. Il suono delle sue parole sembra giungergli da altrove, da lontano.
Sono vivo?
Una luce rossa attira la sua attenzione. È la radiosveglia appoggiata sul suo comodino.
Le 15:49.
Non è notte. Perché è così buio?
Cerca la finestra. Eccola, sulla sua sinistra.
Con movimenti lenti si alza e barcolla fino al davanzale.
Si accorge solo in quel momento che nella stanza stagna un cattivo odore. Sente il bisogno impellente di aria pulita. Di luce.
Apre la finestra e con impazienza butta le ante all’infuori.
La luce del sole lo colpisce in viso, accecandolo. Con lei aria fresca. Respira a fondo e un sorriso gli si dipinge sul viso. C’è profumo di pioggia nell’aria: deve aver piovuto fino a non molto tempo fa.
Allarga le braccia, stirandosi e sente che le forze gli stanno tornando. Senza sapere bene il perché, inizia a ridere.
In quel momento, sente bussare alla porta. Mentre la guarda aprirsi, gli tornano alla mente i ricordi delle ultime settimane. Solo un brutto sogno, ora.
“Stai bene?” è la voce di lei.
“Non te ne sei andata,” le va incontro e la abbraccia forte.
“Sono qui,” risponde lei semplicemente.
“Non posso prometterti che non ci saranno altri giorni così. Io… Non posso.” La voce si incrina: sta per piangere.
“Non importa. Io sono qui,” dice lei e le sue braccia lo stringono più forte.
CSC23
Col tempo che ho impiegato per scrivere i commenti e discutere di teoria e tecnica…avrei potuto migliorare il racconto che ho postato, e scriverne almeno un altro ">
Beh non è stato tempo sprecato comunque, io non ho mai letto manuali di scrittura ed è stato molto interessante leggere i post di qualcuno che invece ne ha letti e se ne intende!
Mi sono piaciuti anche gli ultimi due racconti postati! In quello di danrys ho apprezzato soprattutto il botta e riposta iniziale (come nel racconto di Maya), e in quello della Sposa del Re il fatto che sia tutto costruito su un'alternanza di dialoghi come una danza
Anzitutto benvenuto al nuovo racconto, della Sposa del Re(Cersei??? " /> ), e ancora un bravo e un complimento vanno via, doverosi, non per gentilezza, ma per propria, mia, convinzione.
Il livello degli scritti, per me, è ben alto, anche stavolta.
Sul discorso manuali, non manuali, maestri non maestri e artisti non artisti, ci torno con una semplice deduzione, siamo dilettanti, non vi offendete ma si vede e si presume... a me piace osservare e leggere non solo la bravura stilistica e artistica acquisita, ma anche ciò che rende chi scrive, fallace, imperfetto, e da quell'imperfezione partire ad "affondare" il mio senso "radar" " />, per scoprire una persona, o parte di essa, che comunque in altro modo, anche con una conoscenza più stretta, non verrebbe fuori.
Insomma, ci si mette una maschera di scrittore e si scrive qualcosa di se stessi, che altrimenti non si direbbe.
Non parlo di vita ed esperienze proprie, eh, ma anche di convinzioni sociali e di modo di osservare il mondo.
Questo non te lo insegna nessun manuale, questo fa parte proprio delle tue "debolezze" messe a nudo consapevolmente e per scelta, senza nemmeno accorgersene, più o meno.
Se poi qualcuno sente il bisogno di ottimizzare la propria arte, per fare, o provare a fare un salto necessario, allora la via abbisogna per forza dell'altrui esperienza, del maestro(non uno, non due, dipende insomma, e di certo anche i vari manuali, seppur contraddittori, avranno tra loro, diversa presa e valenza sul proprio personale... ecco, è una scelta verso quale maestro andare, anche quella.
Distinguerei arti di costruzione, come l'architettura che senza la tecnica non è niente, e anche gli sport, e lascerei a se, quelle arti più intime, come lo scrivere e in parte il disegnare e il suonare. Però il discorso, almeno su impostazioni base e minimo indispensabile per capire in che cosa ci si vuole imbattere, direi che resta.
Per cui ripeto, per me ha ragione Metamorfo, però è che a livello di gusto personale, sono attirato di più da elaborati dilettanti, che non da opere professionali.
Il perché, di sicuro è da ricercare anche nella mia grande difficoltà di essere un critico tecnico, sicuramente.
Comunque, onde evitare che una passione diventi una materia scolastica, preferisco chi ha l'umiltà di rinunciare e rimanere al proprio livello, piuttosto che qualcuno al quale pur mancando certe qualità... si incaponisca a emergere a tutti i costi.
Anche questo è un mio parere, pertanto opinabile e di certo non pretendente di essere verità assoluta.
Ammiro, d'altra parte, chi con abnegazione e costanza, raggiunge livelli davvero notevoli, senza che avesse mai mostrato particolari spunti d'interesse, se non la propria passione.
E ne ho conosciuti anche di questi tipi, sono quelli che meritano il mio applauso più convinto!
Ok...
Forza adesso, ancora scritti, dai dai!!! " />
@Sposa del re il tuo racconto mi è piaciuto, è una scena molto veloce e a leggere sembra di vederla, come una sceneggiatura. Non si sa chi sia il protagonista, dettagli c'è ne sono pochi, ma si vede che sta combattendo una lotta interna il gesto estremo che compie rimane l'unico evento in rilievo. Gli altri siamo noi, in pratica.
@Ser Lostdream tu non sei soddisfatto, a me il tuo racconto è piaciuto molto. Due persone che si conoscono e si innamorano, poi la vita scorre, e una delle due improvvisamente è colta da una malattia infame dei giorni nostri: svanisce. La depressione è la malattia che più si avvicina a ciò che descrive, compreso l'attacco di panico senza aria del protagonista. Ma la compagna di vita non demorde, anche se l'altro per un attimo ha vacillato e non era più lei è sempre lì per lui.
Forza gente, manca poco più di un giorno per la chiusura e consegna dei pezzi in gara! Vediamo che numero riusciamo a raggiungere stavolta!! ">
Addio Got
"Lo scempio ha due teste"
@Ser Lostdream: anche a me è piaciuto molto il tuo racconto! Soprattutto il modo in cui l'hai scritto, con frasi brevi e spezzate che rendono bene la sofferenza interiore del protagonista...
ebbene si, anche Ser Lostdream ce l'ha fatta!
Bello anche questo racconto!
Gli ultimi comunque, per par condicio me li devo rileggere, perché i primi li ho letti più volte " />
In ogni caso, e ancora, a me, che sia in prima o in seconda, terza lettura, son piaciuti tutti!
Che ci posso fare? Ci siamo divisi il compito delle lodi e delle critiche io e Metamorfo? No... no... " />
Come l'altra volta, cercherò qualche spiegazione dettagliatamente personale, forse... al momento di votare.
Io il mio lo posterò in tempo, forse anche più tardi... In verità l'ho finito già tre giorni fa, ma continuo a fare 'revisioni dell'ultimo momento...' " />
Per quanto riguardi gli altri racconti, devo ancora leggere quelli pubblicati oggi, ma gli altri mi sono piaciuti.
dirò qualcosa in più su cosa ne penso più avanti...
Che bravi che siete... io qui mi sto arrovellando attorno a un'idea da giorni, ho anche buttato giù una bozza, ma non sono neanche lontanamente soddisfatta del risultato e dubito che riuscirò a farne un racconto decente in meno di 24 ore. Com'è ora... fa acqua da tutte le parti :/
Nel frattempo ho letto buona parte dei racconti, e il livello stilistico medio lo trovo comunque alto. Ci sono meno cose che mi hanno stupita, rispetto al contest precedente... forse semplicemente perchè è il secondo contest, o per questioni di gusti personali, non so bene. Finora di racconti che mi sono rimasti realmente impressi ce n'è uno solo (tra quelli che ho letto).
Mi dspiace molto di non aver avuto tempo per fare commenti più accurati man mano che venivano postati i racconti, ma ho avuto giornate pienissime di cose a cui pensare.
A questo punto credo che commenterò tutti nella fase di voto, in modo da concentrare ogni momento nel tentativo di salvare qualcosa dal mio racconto.
Finora ho scritto solo post inutili in questa discussione, chiedo venia " />
Spero vivamente di leggere ancora Idriel, misterpirelli e Cavalier Stampella, forza ragazzi che il termine è prossimo