buona idea quella dei link...
Aeron Plain, la tematica ricorda si, lo scritto del Cavaliere
Ma è diversa la situazione, e al centro viene anche messa proprio "la memoria che non dovrebbe perdersi"(per non dimenticare...).
A me è piaciuto anche il tuo scritto! Vi assicuro che non sono banale, siete voi che scrivete bene, e avete belle idee da raccontare.
Eddard Greyjoy, sinceramente ho letto i nomi senza molta difficoltà nel pormi come leggerli, come pronunciarli.
Mi è venuto naturale, magari non è come vorresti che fossero pronunciati tu, probabile...
Questo rafforza l'idea che tu stia costruendo o abbia già costruito una vera e propria saga con questi personaggi
Tanto da "intendere" anche come pronunciarli, ossia come se ci fosse un linguaggio, o una "usanza" da te inventata a cui poi riferirsi.
Interessante...
Indovinato hack! In effetti sono in un certo senso un glossopoeta e se proprio vuoi saperlo i nomi non appartengonono a un solo linguaggio ma a tre distinti. Anche la tua ipotesi - saga è giusta.
Cavoli quanti racconti che avete postato! Io ho letto i due prima del mio (Erin e Idriel, mi pare) e quello di Lady Robyn, ma devo assolutamente recuperare tutti gli altri... mi riservo qualche giorno, comunque, visto che sto completando un altro racconto, con cui parteciperò ad un altro contest, organizzato da un blog, con in palio la pubblicazione *__* -
Un commentino solo sul racconto di Lady Robyn: l'ho letto anche prima che lo postasse, e mi è piaciuto un sacco, triste come piace a me, nonché molto realistico. E pensare che le è uscito praticamente di getto, e già quasi perfetto... invidia .
@Aeron Plain mi è piaciuto molto il tuo racconto, dallo stile pulito. Hai saputo raccontare una storia dalla trama non originalissima in maniera non banale. Bravo!
@Aeron Plain
Bellissimo, complimenti! Mi ha veramente toccato. Mi piace il soggetto che hai scelto, mi piace com'è scritto: lineare, semplice... proprio come sarebbero i pensieri di una bimba di 9 anni. Sei nella mia personale rosa di finalisti.
Approfitto anch'io della proroga per postare il mio racconto "> Stasera mi sono presa una pausa dallo studio e come alcuni di voi l'ho scritto di getto, rileggendolo giusto per controllare che non ci fossero strafalcioni troppo evidenti...
Devo fare una piccolissima premessa: mi sono ispirata a un'episodio di American Horror Story e come si intuisce l'argomento non è troppo allegro, ma non è niente di eccessivo (le battaglie di Martin sono 1000 volte peggio per intenderci) ">
XXII CONTEST DI SCRITTURA CREATIVA
"QUELLA SERA"
Il dottore uscì dall’ascensore al quarto piano, girò l’angolo e percorse il corridoio fino alla camera numero 13. Era il primo giorno di primavera: la luce del sole inondava ogni stanza e la brezza leggera che soffiava aveva spinto molti dei pazienti a uscire in giardino e godersi il bel tempo.
Quando entrò la vide seduta sulla sedia vicino alla finestra, con una gamba ripiegata sotto il corpo, la testa appoggiata alla mano e lo sguardo perso al di là del vetro.
“Allora, come stiamo oggi?” Esordì lui in tono cordiale. Lei si scosse, alzò la testa e puntò su di lui i suoi occhi celesti. “Come al solito” disse in tono piatto “Continuo a pensare, pensare, pensare. Non capisco come possa farmi bene continuare a rimanere qui: forse se uscissi, se vedessi qualcuno…”
“E’ ancora troppo presto” disse lui con pazienza “Hai subito un gravissimo shock e hai avuto un crollo mentale, basterebbe una parola, un gesto e potresti avere una ricaduta… E’ meglio aspettare ancora un po’.”
Lei non disse nulla e torno a guardare le aiuole fiorite nel cortile fuori dalla finestra. Ripensò a quando sua madre piantava le rose nel loro giardino, la cura con cui le innaffiava e toglieva i petali secchi; al suo fratellino che si dondolava sull’altalena vicino al melo, ridendo e spingendosi sempre più in alto; a suo padre che tagliava il prato con il tosaerba lamentandosi della velocità con cui cresceva.
Piccole cose a cui forse non avrebbe più nemmeno pensato… Finchè due settimane prima era tornata a casa una sera e aveva trovato la porta socchiusa. “Mamma? Papà? Siete a casa?” aveva chiesto spingendola. Strano che fosse rimasta aperta, di solito sua madre chiudeva tutto a chiave per il terrore dei ladri. “Siete di sopra? Dov’è la piccola peste?” Aveva scalciato via le scarpe e aveva posato le chiavi sul tavolo della cucina, sbuffando perché nessuno le rispondeva.
Era salita al piano superiore e aveva trovato tutte le porte chiuse, tranne quella della loro camera. Mentre si avvicinava sentiva una strana sensazione dentro di sé, un misto di nausea e panico alla bocca dello stomaco, come il presagio che stessa per accadere qualcosa di brutto.
Arrivata alla porta l’aveva appena spinta per entrare quando lo vide: uno schizzo rosso sulla parete, una serie di punti grandi e piccoli stranamente allineati al motivo a spirale che decorava il muro. Con la mente intorpidita abbassò lo sguardo verso il letto e lì vide lì, tutti e tre insieme, con gli occhi chiusi come se dormissero e le gole squarciate. Il sangue era dappertutto, aveva inzuppato le lenzuola e i cuscini e sgocciolava lento sul tappeto.
“Peccato per il tappeto, alla mamma piaceva tanto…” Questo pensierò incoerente durò solo una frazione di secondo. Poi iniziò a urlare.
Non sapeva cosa fosse successo dopo: sapeva solo di essersi risvegliata in ospedale, attaccata a una flebo, dove il dottore le aveva chiesto come si chiamava, che giorno era e se sapeva dove si trovava. “Sì, sono in ospedale… Tutta la mia famiglia è morta.”
Per due settimane era rimasta nella sua camera, aveva visto soltanto medici e infermiere e aveva preso le pillole che le avevano prescritto per riposare; ma ora quelle quattro mura bianche e quei camici cominciavano a ossessionarla, impedendole di pensare ad altro se non a quella maledetta sera. Era sicura che tornando a uscire e a vedere altra gente sarebbe stata meglio, avrebbe ricominciato a vivere.
“E’ meglio aspettare” ripetè di nuovo il dottore “So che è difficile ma devi avere pazienza. Tornerò da te domani e ne parleremo ancora”.
Uscì dalla stanza e si richiuse piano la porta alle spalle. Un’infermiera che passava di lì, avendo scorto la figura immobile accanto alla finestra, lo guardò e disse “Quella povera ragazza, sono giorni che sta sempre lì, da sola, accanto alla finestra, senza uscire né ricevere visite… Non è una condizione troppo severa perfino per lei?”
Il dottore le rivolse un sorriso amaro. “Non credo proprio” disse con voce stanca “E' una precauzione necessaria. La sua mente si rifiuta di ricordare, e se glielo chiede le racconterà una storia diversa… Quella ragazza due settimane fa ha sterminato la sua famiglia con un coltello da cucina. Suo padre, sua madre, il suo fratellino… Li ha sgozzati tutti nel sonno.”
Eccomi di nuovo qui... diamine, quanti racconti si sono aggiunti! " />
@Lochlann
Evviva, un altro della vecchia guardia che ritorna a postare un racconto!
Che bella la descrizione dell'atmosfera che si percepisce durante una battaglia di quel tipo. Certamente sei andato a pescare un periodo storico davvero particolare, ma l'ho apprezzato davvero tanto. Pare quasi di essere accanto al protagonista in quel carro, con la tensione che si accumula per poi essere scaricata in quel gesto con la lancia, l'attesa del segnale d'attacco che non arriva. E, nonostante tutto, riuscire ad avere la lucidità di capire che un gesto apparentemente irresponsabile come il lasciare vivo il nemico, sia in realtà una cosa saggia e voluta. Davvero bello!
@Albert Stark.
Oh, beh, poveraccio il tipo... forse gli avrebbe fatto davvero più comodo morire, considerata la situazione in cui si trova. Mi è piaciuta in particolar modo la prima parte, in cui appare la Morte in tutta la sua bellezza: non mi era mai capitato di leggere qualcosa dove essa si presentasse nei panni di una bellissima e terribile donna, tanto da suscitare il desiderio di essere abbracciato e di averla; ma questo probabilmente si lega al fatto che il protagonista anela fuggire dalle torture dei suoi aguzzini e desiderare la morte così tanto può averlo portato ad immaginarsela così.
Molto carino: ho visto solo qualche errorino di battitura mentre leggevo.
@Eddard Greyjoy
Oh, tema piratesco! Non credo di averne mai letto.
I nomi all'inizio mi hanno un po' confusa e avrei preferito che andassi a capo per i pensieri e per i dialoghi, o che usassi il corsivo per i secondi... ogni tanto dovevo recuperare il filo. Nonostante questo mi è piaciuta: il rimorso del capitano per quella ragazza così somigliante alla sorella è stato sincero, così come sono azzeccate le brevi citazioni dei genitori che ci fanno capire come la vita non sia stata facile sin dall'infanzia. E' vero, pare qualcosa di estrapolato da un progetto più grande, ma si può leggere tranquillamente singolarmente
Gli altri cercherò di leggerli stasera
@erin : per il fatto dell'andare a capo, non ci sono andato per risparmiare spazio. Ho dovuto "restringere" diciamo.
Ho letto alcuni dei vostri racconti, davvero brave/i ! E' bello sapere che fra di noi de La Barriera si nascondono tante/i scrttrici/scrittori in erba " />
Mastro Architetto dei giochi
Indiscusso Campione dell'errore di battituraù
`·.¸¸.·´´¯`·._.·`Proudly Stark!`·.¸¸.·´´¯`·._.·`
`·.¸¸.·´´¯`·._.·`LaBarriera Fanlover`·.¸¸.·´´¯`·._.·`
`·.¸¸.·´´¯`·._.·`Ned Wannabe`·.¸¸.·´´¯`·._.·`
"O Wind, If Winter comes, can Spring be far behind?"
(P.B.Shelley)
Emma Snow... bello il racconto, molto innocente... " />
No comunque mi è piaciuto anche questo!!! Scritto bene e reso altrettanto bene, uno sguardo "rapido" ad un innocente passato... e poi la tragedia!
Se ho capito bene, scegliere due sole storie tra tutte, sarà praticamente doloroso... essì!!!
Non ho ancora assolutamente valutato in questo senso il contest... e di contest si tratta!
A me sta piacendo la cosa, come fosse una rassegna, uno scambio di emozioni e creatività, e di gran lunga preferisco questo aspetto alla analisi dei vari scritti, in funzione di quelli che più mi son piaciuti.
Avrò molta difficoltà a scegliere...
@Aeron Plain mi è piaciuto molto il tuo racconto, dallo stile pulito. Hai saputo raccontare una storia dalla trama non originalissima in maniera non banale. Bravo!
@Aeron Plain
Bellissimo, complimenti! Mi ha veramente toccato. Mi piace il soggetto che hai scelto, mi piace com'è scritto: lineare, semplice... proprio come sarebbero i pensieri di una bimba di 9 anni. Sei nella mia personale rosa di finalisti.
Grazie Ygritte e Maya " /> sono davvero contento vi sia piaciuto!
anche i vostri racconti sono tra i miei preferiti sono entrambi così avvincenti e, in modo diverso, spiazzanti.
concordo con hacktuhana... scegliere sarà arduo!
Se ho capito bene, scegliere due sole storie tra tutte, sarà praticamente doloroso... essì!!!
Due??? Pensa che io ormai ero convinta di doverne dare solo una... " /> Eh sì che stavolta l'ho letto il regolamento e (credevo) anche bene! Mi sa che sono proprio "de coccio!" come si dice a Roma. " />
Meno male che Elvira non sta leggendo (credo), se no sai quanto mi prenderebbe in giro!
Emma Snow... bello il racconto, molto innocente... ">
Eheh dopotutto sono una Snow, in me c'è un po' di Jon ma anche un po' di Ramsay ">
Ho recuperato anche gli ultimi racconti che mi mancavano (ero ferma a quello di Lochlann)... Mi piacciono tutti! Come si fa a scegliere? ">
@Emma Snow
Ho letto il tuo racconto e mi piaciuto molto. C'è un'eco di qualcosa di già letto, però hai trattato questo tema molto bene e poi si tratta proprio di una memoria spezzata quindi hai centrato il tema perfettamente. E poi, sì è vero, c'è un po' di Jon Snow con un po' Ramsey Bolton!