Ciao Erin, sono molto contenta che questa sia la tua interpretazione, hai capito perfettamente! In realtà, in base al tema del contest, il tradimento della memoria più immediato è quello della moglie, che decide consapevolmente di ricordare il marito come perfetto, creando nei figli e in generale il mito di questo uomo tranquillo e gentile. Il secondo tradimento è più sottile. Esiste anche la terza interpretazione, come hai detto tu, con entrambi i tradimenti. Hai capito perfettamente@Ygritte
il tuo racconto mi è piaciuto, l'ho trovato carino e ben scritto. Il pov del marito morto è una bella idea ed ho apprezzato come tu abbia descritto le sue sensazioni quando compiva i suoi delitti. Ti dirò, sono rimasta un po' nel dubbio nella parte finale, proprio per il concetto chiesto dal contest: mi sono domandata se il tradimento della memoria consista nel fatto che Mary tradisce la memoria del marito, buttando il diario e facendo finta di niente (del resto il paragrafo prima si concludeva con lui che era impaziente di vedere quel momento)... oppure se l'inganno sia compiuto da Mary stessa nei confronti della propria memoria e dei propri ricordi. Ma è anche vero che c'è anche una terza interpretazione che prevede entrambi i tipi di tradimento/inganno.
O, almeno, questo è quello che è arrivato a me: un'eventuale interpretazione soggettiva da parte del lettore ci sta benissimo (poi magari ho capito male ed invece era tutto molto chiaro o a senso unico... nel caso domando scusa " /> )
Ti ringrazio dell'attenta lettura!
Bravo Hacktuana, ho visto che hai scritto, così si fa!!!! Appena la mia schiavista mi lascia tempo ti leggo con attenzione!Fatemi sapere, voglio proprio condividere anche io qualcosa, ed è diverso tempo che non scrivevo qualcosa di più lungo di una frase
Care amiche e cari amici,
ho dovuto fare due versioni perché la prima contiene 5.128 caratteri (spazi inclusi) pari a 824 parole. Certamente questa versione integrale mi piace molto di più.
La seconda epurata contiene 4.915 caratteri (spazi inclusi) pari a 790 parole.
Chiedo a tutti voi utenti, non è possibile applicare una regola che permetta una certa percentuale per lo sforamento?
Attendo con gratitudine i vostri commenti e la vostra decisione in merito.
P:S. Il conteggio è fatto con Microsoft Office Word. " />
XXII Contesti di scrittura creativa.
Traccia: inganno, tradimento della memoria.
Titolo: L'amore è perduto.
Battute (Spazi inclusi) : 4995.
Gli doleva il torace, come se qualche cosa glielo traforasse svariate e più volte, e avvertiva il battito del proprio cuore rallentare come una smielata melodia che è in condizione di essere conclusa in poco tempo.
Non era completamente sveglio, ma percepiva un lieve rumore di passi che si aggiravano intorno al suo corpo inerme e inaspettatamente sentì il leggero tocco di una gelida mano sul suo torso.
Quella figura gli stava parlando, ma lui non capiva cosa dicesse. “E’ come se mi conoscesse.” Lei lo conosceva. “Ma quale è il suo nome?” si chiese, in quello stato di dormiveglia.
La voce della figura era liscia come la roccia calcarea preziosa e tenera. Cercava di ricordare, si affaticava per intendere cosa dicesse quella figura… “E’ una donna,” pensò. “Mi trovo in un luogo chiuso.”
Ma non continuava a capire, conosceva quella donna eppure anche se proseguiva a sforzarsi per ritrovare i ricordi,
non gli veniva in mente nulla e neppure il proprio nome rincasava nella memoria.
“Come mi chiamo?” si chiese, quando la donna bisbigliò qualcosa. <<Amore devi capire che non posso restare qui,>>
La voce della donna era tremolante, gli sembrò mossa. <<Tornerò. Non ti arrendere. Non lasciarmi da sola in questa giungla.>> E così dicendo fuggì via.
Lui provò un dolore che non comprendeva perché non capiva chi era quella donna, un dolore ossessionante perché non ne capiva la causa. Amava quella donna, ma non sapeva per quale ragione. Passarono quelli che sembrarono giorni, ore per lui. Non esisteva più nulla, non capiva cosa avvenisse attorno a lui, era tormentato dalle domande. “Come mi chiamo?”
E quando iniziava con quell’interrogativo, sapeva che non avrebbe avuto pace per parecchio tempo.
“Chi era quella donna? Perché mi ha chiamato amore?’’ Questo lo ricordava.
Ricordava la dolcezza con cui la donna lo aveva accarezzato, la sua voce flebile che decantava l’amore per lui.
“Perché anche io la amo?”
E le domande fluivano veloci nella sua mente, una mente distrutta.
“Chi mi ha rinchiuso qui?” Non ricordava nulla di come fosse finito lì.
Sapeva che non era giusto trovarsi in quelle condizioni. Non ricordava chi fosse quella donna, non lo
comprendeva, non la capiva. “Forse non voglio ricordare perché la amo,” provava parecchio freddo nella zona toracica. “Forse la mia mente non vuole che io ricordi.” Entrò qualcuno, un’altra figura che gli poggiò una coperta sull’addome. Lui voleva parlare, ma qualcosa lo impedì.
Un bacio, quella figura si era avvicinata e lo aveva baciato. “E’ ancora una donna,” lei sussurrò qualcosa che non capì.
“Kyel” sussurrò ancora la donna. Lui ebbe una valanga di ricordi che lo avvolsero nel loro strato protettivo.
Ricordava il suo nome. “Sì, il mio nome è Kyel. Giusto, ora ricordo qualcosa.”
Gli circolarono di fronte alla memoria molti, ricordi, figure.
Immagini di una donna che tiene in braccia un neonato dagli occhi blu, come il cielo. “Madre?”
Immagini di un bimbo che gioca in un prato verde, e la pioggia che cade insistente. “Il periodo delle piogge.”
Un bambino dai capelli rossi, felice, che raccoglie un ranuncolo da un cespuglio basso. “I miei fiori preferiti.”
Un ragazzo in riva ad un lago, che schizza acqua ad un gatto dal manto grigio. “Lesto, il mio gatto.”
Di nuovo il neonato che viene preso in braccio da un uomo dalle braccia robuste. “Padre?”
Un adolescente dagli occhi blu, che bacia una dolce ragazza, dagli occhi ambrati. “Quella donna, quella che amo.”
Un inesperto ragazzo che si arrampica su un albero di fichi, per prenderne qualcuno. “Sono io? E’ la mia vita questa?”
Quell’esistenza sembrava lontana da lui, quel ragazzo era gioioso e felice. Non aveva la mente frantumata come era quella di Kyel. Il bambino, quella vita, vennero portate via dalla visione di una folla inferocita che distrugge una locanda. La popolazione di quel villaggio è in pieno subbuglio, nessuna legge, niente. “Insurrezione popolare?” si chiese. Le strade sono assalite da uomini e donne con bastoni, vetri come armi. Maciullano chiunque davanti a loro. “Perché?”
Quella folla si dirige verso un luogo ampio, un viale? vide una donna..
<<Kyel! Rispondimi, svegliati!>
La voce che prima era un sussurro lo fece uscire da quella dimensione extrasensoriale. Decise che doveva riaprire gli occhi e lo fece ma, non appena li aprì, rimase accecato dalla luce di una candela. Non era più nella cella di prima, era in una più larga.
<<Kyel, sei sveglio?>> lui fece di sì con la testa. La donna lo baciò, e lo abbracciò intensamente.
“Ricordo il suo nome. E’ Marxina, mia moglie!” lui ricambiò il bacio. <<Marxina, ti amo.>> ricordò il giorno delle loro nozze, la felicità nei suoi occhi e la meravigliosa cerimonia. Lei estrasse qualcosa dalle lunghe maniche del vestito. “Una rosa?” Marxina si avvicinò a Kyel e lo baciò sul collo. La rosa lo colpì: era un pugnale. <<Marxina è morta, durante l’insurrezione.>> disse la donna.
“Perché mi hai tradito, memoria?” ebbe il tempo di chiedersi Kyel quando un altro colpo gli tolse la vita, completamente.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.5 Italia.
Finalmente sono riuscita a leggere tutti i racconti (purtroppo leggere non è la sola cosa che in questi giorni non sono riuscita a fare, ahimé!)
Andiamo con ordine:
@Erin
Molto bello. Bella la scelta della trincea come contesto. Bello anche il flusso di pensiero che s'inserisce nel succedersi degli eventi. Dal linguaggio s’intuisce che il protagonista è giovane (come è assolutamente realistico che potesse essere... c’ho preso?). E poi mi piace l’effetto climax con la constatazione finale, che non conosceremo mai la promessa fatta dal protagonista, il quale presumibilmente muore o comunque va fuori di testa.
@Idriel
Mi piace molto anche il tuo. L’idea dell’uomo resettato per diventare una macchina guerra, senza più nome, né identità, ma i cui ricordi che riaffiorano in forma di frammento e soprattutto resistono nonostante tutto. E poi alla fine la consapevolezza che non si possa uscire dal meccanismo. Guarda, solo una cosa io la cambierei:terminerei con “Non aveva risposta” e leverei “Ma di certo sapeva che di lì a poco sarebbe morto”, perché creerebbe più suspense e lascerebbe aperta un’ipotesi più amara della morte, vale a dire una vita "non-vita" torturato da quei ricordi spezzati. Comunque, molto bello davvero.
@Ser Matthews
La scelta del meta romanzo biografico ed auto ironico è stata coraggiosa, ma devo dire che il risultato non è male. Chi l’ha detto che la vita reale è più banale della fantasia?
@Ygritte
Anche la tua è stata una scelta coraggiosa perché cimentarsi in 5.000 battute in due POV, inserendo un serial killer ed una vicenda di orrore che si inserisce in un’apparente normalità non è certo un’impresa facile. Tu però te la sei cavata alla grande ed il risultato mi è piaciuto e mi ha catturato. Brava!
@Hacktuhana
Un lungo giro in moto come metafora della vita: in una mia vita precedente probabilmente avrei stampato il tuo racconto per appenderlo sulla parete. In questa mia vita senza pareti lo leggo, rileggo, rileggo... complimenti, soprattutto perché se ho capito bene è stato estemporaneo.
@δηργς – Daerys
Romantico e tragico: mi è piaciuto il crescendo della storia tra reale ed onirico con il riaffiorare incalzante dei frammenti di ricordi ed il finale tragico, soprattutto perché non è chiaro chi sia la persona che uccide il protagonista e questo particolare mette in discussione tutto quello che si è letto prima. Personalmente l’ho trovato un effetto interessante.
P.S. il creative commons – che in pratica è una specie di dicitura che si usa su web per indicare che il testo non va copiato ecc., tipo diritto d’autore -, l’ho preso dal primo post cui rimandava Viserion con un link all’inizio di questo e che riporta le prime regole del contest. Francamente non avevo fatto caso fino ad ora che non l’avesse messo nessun altro. Una volta tanto avevo letto tutte le regole, ma questo non implica che io le abbia anche capite.
Infine, grazie a chi ha letto ed apprezzato il mio racconto. @Erin: ottima analisi.
Grazie Maya, appena avrò tempo leggerò anche i vostri racconti!
Maya, si scritto di getto, dopo aver letto i primi scritti vostri. In effetti si vede.
Belle anche le tue analisi, davvero, le trovo indovinate e condivisibili.
Devo ripetere che trovo tutti bravi/e, compreso l'ultimo scritto di Daerys, che ad un certo punto davvero ti trasporta "dentro".
Proprio come dici te, Maya, nel momento in cui comincia a "serrare" coi ricordi
Il tuo scritto, se posso permettermi... è davvero notevole
L'uomo di Keiroth... il Maestro... l'argento... la risposta che... rimane ondeggiante assieme al corpo, e chi legge non sa... seppure si fa la domanda tante volte.
Hai toccato in maniera ottima, un tema epico e tragico, che probabilmente è dentro le nostre coscienze più di quanto crediamo.
Mi piace anche lo stile narrativo guarda! " />
Ma se è per quello, come detto, mi piacciono davvero tutti.
Aspettiamo gli altri
Sì, Maya veramente uno stile narrativo ottimo, ho adorato.
Anche il tuo Hack è molto significativo, almeno dal mio punto di vista.
fatevi avanti, avete ancora del tempo!
ok, mi sono letta anche gli altri due
@hacktuhana
sicuramente il tuo è il racconto più "astratto", basato sui pensieri che corrono durante una corsa in moto. Tutto parte come un'esigenza d'evasione, ma poi si trasforma in qualcosa di più metaforico: strade che ritornano, percorsi già fatti, con quella strada dritta e lunga che continua ad andare. Non è proprio la mia tipologia di lettura, ma mi è piaciuto.
Inoltre sono felice che tu l'abbia scritto in preda all'esigenza del momento: secondo me sono in questi momenti che nascono le cose migliori. Non c'è niente di più bello che sentire il bisogno di scrivere (imho).
@δηργς
molto bello anche il tuo racconto, specie per il colpo di scena finale.
Ti lascia di stucco perché ti viene il pensiero che quella vita che ha ricostruito faticosamente con la sua memoria, sia stata solo un inganno. Considerate le sue condizioni la cosa è anche plausibile, anche se è davvero difficile rendersi conto che ha addirittura scambiato la sua assassina per la moglie morta.
In particolar modo mi sono piaciute le immagini che si susseguivano nella mente del protagonista alle quali lui poi assegnava un nome od un concetto.
Molto carino.
Beh, comunque dopo un'esitazione iniziale, vedo che i racconti stanno uscendo fuori... e sono davvero belli " />
E se la sua assassina fosse proprio la moglie presunta morta, anch'essa ingannata dalla memoria?
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grazie, comunque!
E se la sua assassina fosse proprio la moglie presunta morta, anch'essa ingannata dalla memoria?
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grazie, comunque!
ohibò!!! O___ò
a questo proprio non avevo pensato!! XD
Oh, beh, più interpretazioni allora...scusa per non aver azzeccato quella che intendevi tu XD
è ovvio che ognuno dia la propria interpretazione,
EDIT: OK, ho fatto una gaffe madornale! XD
Invece, se permetti Daerys, a me piace proprio lasciare la libera interpretazione in un finale come quello che hai scritto.
Altrimenti è come se stessi scrivendo la settimana enigmistica, con un enigma che verrà svelato... cioè, ci sarà la seconda puntata.
Ma nel tuo racconto non c'è, e di conseguenza, preso a se, non "obbliga" alla versione che l'autore(tu) aveva in mente.
Ed il colpo di scena è bello di per se, non per via di chi lo esegue(in realtà), sempre nel caso del tuo finale e naturalmente secondo la mia opinione eh.
Son contento che sia piaciuto anche a te, il mio racconto, Erin, ad hai detto bene, è proprio bello quando ti viene la voglia di scrivere!
Certo non è detto che poi quello che scrivi sia sempre "ben fatto", ma la soddisfazione di aver creato qualcosa resta.
Pensa che proprio leggendo te, per prima, ho avuto quasi l'esigenza di scrivere anche io qualcosa
Rafforzata poi dalle letture di Idriel e Mattia(anche lui molto fuori dagli schemi).
Segno che le storie, almeno per me, sono state scritte davvero bene!
Questa sta diventando una bella "pagina" del forum, sono contento anche io, e aspetto di leggere tanti altri racconti!
Dai!
Hack hai completamente ragione, alla fine nemmeno io so chi sia quella donna! XDXD
bello anche il tuo, complimenti a tutti!
Son contento che sia piaciuto anche a te, il mio racconto, Erin, ad hai detto bene, è proprio bello quando ti viene la voglia di scrivere!
Certo non è detto che poi quello che scrivi sia sempre "ben fatto", ma la soddisfazione di aver creato qualcosa resta.
Pensa che proprio leggendo te, per prima, ho avuto quasi l'esigenza di scrivere anche io qualcosa
Rafforzata poi dalle letture di Idriel e Mattia...
Sappi che questo è uno dei più bei complimenti che potessi farmi
Non é stato facile tornare a scrivere un racconto dopo tanto tempo e la traccia non era delle più semplici, ma.... ce l'ho fatta!
P.S: ho letto tutti i vostri racconti, alcuni mi sono piaciuti davvero molto! Più avanti cercherò di dare un mio commento...
Ecco a voi il mio racconto:
XXII Contest di Scrittura Creativa: Inganno, Tradimento della memoria.
8 ottobre 1984, l'Incidente
Buttò giù il suo terzo whisky tutto d’un fiato. Winston Shelby aveva sperato che l’alcool l’avrebbe aiutato a calmare i nervi, ma il tremore non era diminuito. Prese nuovamente in mano il quaderno degli appunti e lo sfogliò. Non gli serviva leggerlo. Tutto il suo contenuto era stampato nella sua mente. Probabilmente era quello il problema. Quello cui aveva assistito, l’avrebbe sicuramente tormentato per il resto della sua vita. Anni di incubi lo attendevano. Si versò un altro bicchiere.
“Ancora uno” pensò “poi mettiti a scrivere!”
Bevve in un solo sorso anche quel bicchiere e subito corse verso il bagno a vomitare tutto.
Si buttò un po’ d’acqua fredda sul viso e tornò barcollante verso il suo studio. Una volta entrato, scoprì di non essere più solo.
“Chi è lei? Come è entrato?” chiese all’uomo seduto che sfogliava il suo quaderno.
“Buonasera signor Shelby” rispose l’uomo, senza alzare lo sguardo.
Winston si prese un attimo per osservare l’intruso. Un uomo anziano, forse sulla sessantina. Vestito elegante e sicuramente molto costoso. Non aveva l’aria di un ladro, ma quella visita inaspettata lo metteva a disagio.
“Chiamo la polizia” disse Winson alzando la cornetta del telefono.
L’uomo smise di sfogliare i suoi appunti.
“Si calmi signor Shelby” disse alzandosi “La prego, si sieda. Dopotutto questo è il suo posto!”.
“Chi è lei? Cosa vuole?” domandò obbedendo.
“Io sono André O’Brien,” si presentò l’uomo tendendogli la mano. “Per intenderci: sono a capo della compagnia che l’ha ospitata negli scorsi giorni”.
Winston deglutì rumorosamente e il tremore si accentuò.
“Cosa vuole?”
“Non si preoccupi, signor Shelby. Non sono qui per farle del male; altrimenti non sarei certo venuto da solo, non crede?” domandò ammiccando maliziosamente “a dire il vero, io sono un suo grande ammiratore. Per me, lei è uno dei migliori reporter al mondo”.
“Signor O’Brien.” Fece una lunga pausa, “perché è venuto qui?”.
“Sono qui per parlare del terribile incidente a cui ha assistito e a cui è miracolosamente sopravvissuto”.
“I-incidente?” balbettò “lei lo chiama INCIDENTE? Come può parlare di un incidente quando…”
“Non dica altro, la prego” lo interruppe O’Brien.
Per un momento i due si scrutarono in silenzio.
“Signor O’Brien. Sono morte venticinque persone. L’evento a cui ho assistito avrà conseguenze per il resto del secolo. I libri di storia ne parleranno”.
“Ottantanove” disse semplicemente André O’Brien.
“Come?” chiese Winston.
“Ottantanove vittime. Lei è l’unico sopravvissuto”.
“No” Shelby scosse la testa confuso “non è vero, io..”
“Lei è stato fortunato a sopravvivere all’incidente signor Shelby. Ecco la verità.” O’Brien puntò l’indice contro il petto di Winston “Lei è sopravvissuto per poter narrare del terribile incidente, dovuto ad un errore umano, che ha posto definitivamente fine al progetto McGuffin. Progetto che purtroppo non ha mai dato risultati, nel bene o nel male. Tutto qui”.
Winston si sentì frastornato. Dovette prendere fiato più volte prima di riuscire a replicare.
“Non crederà davvero di mettermi a tacere!”
“No. Certo che no. Io voglio che lei parli. Che racconti la verità. L’unica verità: l’incidente, la tragica fatalità” disse sottolineando le ultime parole.
“Il suo progetto… Non c’è stato nessun incidente!”.
“Signor Shelby,” disse O’Brien lentamente “mi lasci chiarire una cosa: i libri di storia non parlano. È lei che parla. Lei, l’unico sopravvissuto. Lei racconterà la storia. I libri si limiteranno a ripeterla”.
“Non ci posso credere. Non può nascondere tutto. Alcuni degli uomini che hanno perso la vita erano degli eroi”.
“E altri dei mostri. Di quali pensa che si ricorderà maggiormente la gente?”
Winston restò in silenzio a riflettere.
“Inoltre, detto tra noi, chi le crederebbe? Nel migliore dei casi, si penserebbe che lei voglia sfruttare una triste tragedia, inventando una storia inverosimile, per inseguire la fama,” O’Brien soppesò le sue parole, “come le ho detto, sono un suo grande ammiratore, ma…”.
Winsotn comprese la minaccia celata dietro le parole dell’uomo.
“Pensa veramente che con i suoi soldi riuscirà a nascondere l’intera faccenda? Qualcuno della sua compagnia prima o poi parlerà”.
“Signor Shelby, il racconto di qualcuno affidabile e credibile come lei, è un sistema più economico ed efficace dei miei soldi, mi creda”.
Winston Shelby capì di avere perso. Di non avere scelta. Le spalle si incurvarono e il suo sguardo si rabbuiò.
“Siamo d’accordo?”
Winson non rispose.
Il vecchio si diresse lentamente verso la porta.
“Non può finire così” disse Winson, prima che O’Brien uscisse.
O’Brien si fermò, ma non si voltò a guardarlo.
“Ha ragione” disse sospirando, “Non può e non finirà così. Ma questo non la riguarda più”.
Il silenzio calò nuovamente nella stanza.
“Scriva il suo articolo e si faccia un favore, signor Shelby: si dimentichi tutta questa storia”.
L’uomo uscì dalla stanza, senza aggiungere altro.
Winston restò immobile a lungo. Quando si riprese, distrusse il suo quaderno degli appunti ed iniziò a scrivere.