@misterpirelli, @maya, grazie mille
Saretta!
Che bello leggere di nuovo qualcosa di tuo dopo tanto tempo! " />
Per quanto si parla sempre di soldati, abbiamo impostato la cosa in maniera totalmente diversa. La tua ambientazione, non so perché, in qualche modo mi ha ricordato quella di Warhammer 40.000 (chissà, forse per tutto questo parlare di Impero; considera che spesso Luca mi fa una testa così per spiegarmi quel mondo).
Ti dirò, sulle prime ho avuto un attimo di difficoltà perché non capivo se era tutto un flashback oppure se ci fosse un'alternanza tra realtà e sprazzi di ricordi.
Ma alla fine mi è piaciuto molto come concetto: l'idea di eliminare la memoria per creare dei soldati perfetti che pensano solo a combattere per l'impero è davvero azzeccata
Molto bello anche il tuo di racconto, Drilli... quasi mi viene la voglia di non postarlo più, il mio racconto, visto che a mio avviso non è bello come i vostri. Poi però ho pensato che anche voi probabilmente pensate lo stesso dei vostri racconti, quindi alla fine ho deciso di postarlo, lo trovate qui di seguito " /> .
Il mio racconto è molto meno "serio" dei vostri, e potrei anzi dire che se vi faccio almeno sorridere, sono riuscito nel mio compito " /> . Per il resto, spero che questo racconto non sia OT, anche se almeno a caratteri è regolare (sono 3083). Per il resto c'è poco da dire... l'ho scritto prendendo una mia esperienza recente ( " /> ) e mettendoci al posto mio un personaggio più giovane (e stupido XD ).
p.s. mi era uscito un refuso, ora l'ho sistemato
XXII Contest di scrittura creativa.
Traccia: Inganno, tradimento della memoria.
Titolo: Una storia quasi vera
Il ragazzo fissava lo schermo bianco del suo pc con un misto di sconsolatezza e di stizza.
“Basta, mi arrendo” pensò, e chiuse la finestra di Microsoft Word.
I suoi guai erano cominciati giorni prima. Sul forum che frequentava più spesso era stato aperto un nuovo gioco per gli utenti, un contest di scrittura creativa, al che lui si era entusiasmato. La scrittura era sempre stata una sua grande passione, ma fino ad allora aveva potuto scrivere soltanto per se stesso; ora che invece si presentata questa occasione, avrebbe mostrato a tutti di che pasta era fatto.
“Vincerò sicuramente!” aveva pensato; poi però era stato pubblicato il tema del contest, e la sua euforia era del tutto scemata:
“”Inganni, tradimenti della memoria”… ma che vuol dire?” si era chiesto, sentendosi quasi stupido. Aveva continuato a ragionarci molto a lungo, quella sera, ma invano: più pensava e meno capiva. Ad un certo punto, aveva deciso di spegnere tutto e di andare a dormire: doveva essere una serata strana, ed era meglio aspettare l’indomani, quando sarebbe stato più riposato. Eppure, nei giorni successivi il giovane non riuscì a cavare un ragno dal buco, per quanti tentativi facesse, per quanto impegno ci mettesse.
«Ma che diavolo significa, quella traccia?» sbottò una sera di molti giorni dopo, chiacchierando con un amico.
«Beh… a te la memoria non fa mai cilecca?» aveva ribattuto quest’ultimo.
«No, la mia memoria è sempre perfetta.»
«Allora non so che dirti, amico. Comunque sia, fossi in te, io a questo punto mi arrenderei.»
«Credo purtroppo che dovrò proprio farlo, alla fine.» aveva concluso il giovane, con tono sfiduciato.
Il giorno successivo, aveva provato un ultimo tentativo, cercando di comprendere come la memoria potesse ingannare una persona; dopo ore passate a scervellarsi, tuttavia, si era ritrovato soltanto davanti alla schermata di Word, che aveva infine chiuso irritato.
“Che umiliazione!” aveva pensato, mentre avviava Google Chrome e digitava l’indirizzo del forum, con l’intento di annunciare il suo ritiro. Era entrato quindi nel thread del contest, che la sfiducia aveva portato a non aprire più dalla sera della pubblicazione della traccia; e subito si era paralizzato, incredulo.
«Ma che diavolo!» aveva urlato, nonostante fosse solo. Com’era possibile che l’ultimo messaggio annunciasse già il vincitore del contest?
“Sono passate solo tre settimane! Che significa tutto ciò?” aveva rimuginato il giovane, colto da un misto di stupore e di rabbia; ciò che lo meravigliò di più avvenne però subito dopo, quando scorrendo il topic tornò al post iniziale. La durata del concorso era di sole due settimane, e lo era dall’inizio, il regolamento non era stato modificato.
“Ed io che ricordavo fossero quattro, pure molto chiaramente. Porca miseria, eccolo un modo in cui la memoria può tradire!” aveva realizzato il giovane, scoppiando subito dopo a ridere di se stesso, della sua stupida arroganza, e dell’essersi così addentrato in quella sua ossessione da non aver minimamente considerato che la soluzione potesse essere così elementare.
@ser Matthews
ripeto qui quello che ti ho appena detto in chat (aggiungendo anche qualcosina in più)
Trovo la storia molto carina ed originale e da scrittrice dilettante posso ben capire il disagio del protagonista quando proprio la storia non vuole uscire fuori. Leggendolo pensavo che volessi intendere l'inganno della memoria nell'incapacità di scrivere e mi stavo chiedendo se fosse un'interpretazione attinente (in fondo si tratta di mancanza d'ispirazione xD). Ma poi il finale mi ha davvero spiazzata e ti giuro che mi sono messa a ridacchiare. E' stato un bel colpo di scena... che fa anche un po' da lezione morale: si è perso tanto tempo a lamentarsi della mancanza d'ispirazione che ci si è scordati della scadenza XD
Dopo le interpretazioni più pesanti date da me e da Idriel, questo è un vero e proprio toccasana ^__^
@ser Matthews
ripeto qui quello che ti ho appena detto in chat (aggiungendo anche qualcosina in più)
Trovo la storia molto carina ed originale e da scrittrice dilettante posso ben capire il disagio del protagonista quando proprio la storia non vuole uscire fuori. Leggendolo pensavo che volessi intendere l'inganno della memoria nell'incapacità di scrivere e mi stavo chiedendo se fosse un'interpretazione attinente (in fondo si tratta di mancanza d'ispirazione xD). Ma poi il finale mi ha davvero spiazzata e ti giuro che mi sono messa a ridacchiare. E' stato un bel colpo di scena... che fa anche un po' da lezione morale: si è perso tanto tempo a lamentarsi della mancanza d'ispirazione che ci si è scordati della scadenza XD
Dopo le interpretazioni più pesanti date da me e da Idriel, questo è un vero e proprio toccasana ^__^
Grazie! Ora aspetto altre opinioni... " />
Al massimo domani lo posto....
Eccomi, ho avuto un po' di tempo a disposizione e ho finito, spero di essere in tema....non ho ancora letto gli altri, per scaramanz
ia, ora lo farò! I caratteri con il conteggio di libreoffice sono 4998.
XXII Contest di scrittura creativa.
Traccia: Inganno, tradimento della memoria.
Titolo: Un uomo qualunque
Il corteo si stava mettendo in marcia, muovendosi per la via, poco affollata. Mary pensava che quella giornata di luglio era perfetta per andare al mare, ma poi si sorprendeva a ricordare che Oliver non c'era più, e la loro vita insieme era finita. A quel punto le lacrime sgorgavano fuori, richiamate da un dolore che pochi attimi prima non c'era, come qualcosa di sfocato che prende forma improvvisamente e mozza il respiro.
I bambini si muovevano spaesati all'interno dell'auto. Claudia voleva un gelato, e ogni pochi minuti continuava imperterrita la sua richiesta, come solo i bambini di quattro anni sanno fare. Paul, invece, dall'alto dei suoi otto anni, quando riteneva che la sorellina stesse esagerando la riprendeva, dicendole che quello era un funerale e che i gelati ci sarebbero stati, forse, ma dopo.
Tutta la famiglia Clifford viveva un secondo alla volta; istanti in cui il ricordo dei giorni precedenti affiorava nitido, e attimi di offuscamento in cui la giornata scorreva come sempre. Mary si trovava spesso a fantasticare, catapultata in scene di vita familiare, così rassicuranti e realistiche da chiedersi se non stesse ammattendo.
Oliver, sempre pronto a sorridere, che tornava da una giornata di lavoro e baciava la moglie, poi chiamava i figli per giocare con loro e farsi raccontare quali momenti della loro infanzia si era perso. Oliver, che apprezzava sempre le curiose prove culinarie di Mary, e la teneva per mano con dolcezza.
Oliver, Oliver, Oliver, tutta la loro vita girava intorno a quell'uomo.
L'automobile si era fermata, dovevano scendere. C'era tutto il paese alle esequie di Oliver Clifford, un onesto rappresentante di elettrodomestici, che viaggiava per lavoro, amava la sua famiglia ed era sempre disponibile ad aiutare il prossimo.
Oliver era divertito, tutta quella gente era accorsa per lui, per rendergli l'estremo saluto: che razza di dementi!
Nonostante la situazione difficile, essere morto ed in attesa di essere giudicato da una figura non proprio identificata – Dio, il diavolo, o chi per loro? - Oliver sorrideva. Era trapassato da uomo qualsiasi, ma aveva avuto dalla sua breve esistenza molto di più.
L'adrenalina degli appostamenti, per scegliere la sua preda, non avevano eguali nella sua piatta vita di coppia. I giorni passati a studiare ogni minimo dettaglio, per non perdere l'attimo in cui la sua sete poteva, finalmente, estinguersi.
Oliver aveva pazienza, e non gli pesava attendere, a volte per mesi. Doveva essere attento ai particolari, per far collimare i suoi orari con quelli delle donne che si accingeva a seguire. Le studiava, immaginava la loro vita, riusciva a capire che interessi avevano, se avevano famiglia, o se erano studentesse fuori sede. A lui non importava chi fossero, si limitava ad annotare le loro generalità e abitudini quotidiane. Quando era sicuro di avere successo, colpiva.
Non c'era al mondo emozione più grande! Avere il controllo sulla vita di un altro essere umano lo mandava in estasi. C'era solo quel momento, e l'attesa lo rendeva ancora più bello. Cercava spesso di prolungarla, ma poi l'intensita scemava, soprattutto quando si mettevano a implorare. Per alcuni minuti Oliver le ascoltava, ma erano sempre la stessa sequenza di suppliche, comprese di lacrime, che a volte sfociavano in urli di terrore. Questa parte era la meno entusiasmante, non la sopportava, e quando iniziava il piagnisteo, lui decideva di finire. La sua opera era tutta lì: un colpo veloce con la sua calibro 45, silenziata e regolarmente denunciata.
C'era poi la parte più infima di tutta la storia: raccogliere le prove, compreso quel povero mucchio di ossa e carne, e portare tutto alla discarica della vicina città.
Nessuno aveva mai segnalato qualcosa, a parte la scomparsa: questo la diceva lunga sulle precauzioni che Oliver prendeva nella scelta di quelle che chiamava “i suoi angeli”.
Ne aveva sepolte trentanove. Non era soddisfatto, credeva di avere più tempo, ma la malattia lo aveva stroncato prima. Era iniziato tutto con dei forti mal di testa, e la sentenza dell'oncologo non aveva lasciato speranze: i suoi angeli lo avrebbero rivisto presto.
Voleva che Mary sapesse che uomo aveva sposato. Forse sarebbe inorridita, ma lui doveva lasciare una traccia. Tutti dovevano sapere chi era Oliver Clifford!
Insieme al testamento aveva lasciato una chiave, che apriva la sua cassaforte personale. All'interno il suo diario, con gli appostamenti, i dettagli e i luoghi delle sepolture. Entro pochi giorni avrebbe potuto vedere la reazione di tutta la cittadina alle sue gesta. Era in fremente attesa, dal suo punto di vista privilegiato.
Mary non sapeva che farsene di quel diario. Incuriosita, lo aveva letto, e aveva capito. La testa le girava ancora. La giornata era stata irreale ed i bambini dormivano nei loro letti. Lei non poteva, guardava quei fogli, quei nomi, e piangeva. Decise subito quello che avrebbe fatto: non avrebbe atteso. Nel giardino c'era il bidone della carta, che con poca difficoltà prese fuoco.
Erin mi è piaciuto il tuo racconto, tra quelli proposti è quello che preferisco. Bella l'idea di Idriel forse c'era bisogno di qualche riga in più. Divertente Ser Mattews
Stamattina mi sono preso un po di tempo per leggere gli altri racconti e dirvi che cosa ne penso...
@ Idriel Stark
bella la tua idea del soldato perfetto. Il tema lo hai centrato a pieno e il testo è scritto bene... L'unica nota di perplessità: ci ho messo un po per capire che il tuo racconto è ambientato nel futuro. Forse qualche descrizione ambientale in più sarebbe stata utile per mettere il lettore subito nel contesto giusto. Ma mi rendo conto che non è facile, il tema è complesso e le battute a disposizione sono quelle che sono...
@ Ser Matthews
hai descritto alla perfezione quello che io ho passato in questi giorni e ho trovato il tuo testo molto divertente. Mi sono ritrovato sul 99% delle cose che hai scritto. Specie la prima parte (”Inganni, tradimenti della memoria”… ma che vuol dire? ).
L'unica cosa che non ho capito, come mai questa scelta del trapassato remoto (aveva pensato, aveva ribattuto, etc etc). Secondo me, se avessi scelto il passato remoto o prossimo, il testo sarebbe stato più d'impatto... ma si tratta solo di una mia opinione...
@Ygritte
ho apprezzato la scelta del serial killer e della moglie che da subito fuoco alle prove, per salvare la memoria del marito. Strana la scelta di raccontare la seconda parte del racconto dal punto di vista di un deceduto, ma funziona...
Io sto continuando a lavorarci. Ho finalmente partorito un idea, ma non so se ci arriverò entro lunedì, vedremo, male che vada pubblicherò il testo non completo, anche se da squalifica, giusto per dimostrare che i compiti li ho fatti...
domanda rivolta ai moderatori: ma come funzione con le parolacce? Possiamo usarle nel nostro testo o dobbiamo censurarle con i soliti asterischi???
tanto per sapere...
Finalmente trovo il tempo di postare il mio.
XXII Contest di scrittura creativa.
Traccia: Inganno, tradimento della memoria.
Titolo: Il destino dell'uomo di Keiroth
Battute (Spazi inclusi): 4882
L'uomo di Keiroth aveva ascoltato le parole del Maestro. Le aveva ascoltate con le orecchie e le aveva ascoltate con il cuore, proprio come gli era stato insegnato, ma non per questo gli erano risultate meno oscure. Le parole del Maestro a volte erano come la nebbia che nasconde la realtà agli sguardi, ma che quando si dirada la rivela, mostrando particolari del tutto nuovi. Tante volte le parole del Maestro lo avevano dapprima reso cieco, per poi aprirgli gli occhi permettendogli di vedere ancora e per la prima volta. Tante volte lui, l'uomo di Keiroth, come lo chiamavano i suoi compagni, aveva chiesto al Maestro. Stavolta invece era stato quest'ultimo a chiedere a lui. L'uomo di Keiroth aveva sempre confidato nel Maestro, anche quando non gli era stato proprio possibile capire. Ancora una volta era dunque stato certo di non sbagliare nel rimettersi a quell'uomo dal passato semplice, dal presente tormentato e dal futuro già scritto.
- Hai ascoltato le mie parole? - gli aveva domandato il Maestro.
- Le ho ascoltate - aveva risposto lui.
- E lei hai dunque davvero comprese? -
- Ho ascoltato e compreso - aveva assicurato.
- Quanto ti chiedo di fare, ti condannerà - aveva spiegato il Maestro all'uomo di Keiroth. - Il tuo nome sarà maledetto dagli uomini e dalle donne in questo tempo ed in quelli che devono ancora venire. Il tradimento e l'inganno porteranno per sempre il tuo nome. I peggiori tra tutti saranno chiamati tuoi figli. Se farai quanto ti sto chiedendo, quello che deve essere sarà: tutti troveranno la via della salvezza, ma tu ti perderai -.
- Se è questo che deve essere, se è questo che vuoi da me, farò quello che mi chiedi - aveva confermato con determinazione. Il Maestro lo aveva allora abbracciato e se ne era andato, senza aggiungere niente altro.
I giorni seguenti avevano fornito il modo, il tempo e l'occasione perché il destino dell'uomo di Keiroth si compisse così come il Maestro aveva detto. Andare da quegli uomini saggi a vendere carne e sangue di un uomo innocente non era stato difficile come aveva creduto all'inizio. Aveva detto loro tutto quello che sapeva ed accettato ogni cosa che gli avevano chiesto. Aveva promesso e gli uomini saggi in cambio gli avevano assicurato la libertà, ma anche ricchezza sufficiente a goderne. Nemmeno fingere con i compagni era stato difficile. Tutto era rimasto come sempre era stato. Avevano continuato a chiamarlo fratello e lui aveva fatto lo stesso con loro.
Quando poi era giunto il momento, si era trovato pronto come non avrebbe mai creduto di poter essere. Aveva atteso e dato il segnale così come era stato stabilito. Era rimasto a guardare, colpevole ed impotente, mentre l'uomo innocente veniva trascinato via dai soldati arrivati con gli uomini saggi. Uno di questi ultimi, prima di andar via, gli aveva consegnato una sacca piena di argento, come gli era stato garantito. - Quanto hai fatto non sarà mai dimenticato - . gli aveva detto quello prima di andarsene. L'uomo di Keiroth sapeva già che sarebbe stato così. Ma si era dunque domandato se una sacca di argento era stata sufficiente per tradire un uomo innocente, quanto argento sarebbe stato invece necessario per comprare il perdono per quel gesto e riabilitare la memoria dell'uomo che l'aveva compiuto. Mentre se lo chiedeva, sapeva però che non esisteva una risposta, perché nessuno si sarebbe mai posto quella domanda.
Nei giorni successivi però niente era più stato facile. I compagni che fino a qualche giorno prima lo avevano chiamato fratello erano svaniti, come le ombre di un bel sogno all'arrivo dell'alba. Aveva allora cercato consolazione nel ricordo delle parole del Maestro. Aveva ripensato alle promesse fatte ed al prezzo che aveva detto di essere pronto a pagare per mantenerle. Quando però era venuto a sapere che l'uomo innocente era stato condannato a morte, le sue certezze e tutta la sua risolutezza erano venute meno. Era allora tornato dagli uomini saggi a restituire l'argento ricevuto, implorando e proclamando l'innocenza dell'uomo che stavano mandando a morire di una morte atroce ed umiliante. Quegli uomini saggi però non volevano il suo argento e tanto meno la sua verità. L’uomo di Keiroth se ne era andato via, schiacciato dal peso del rifiutoe della colpa per quell'azione che non si poteva cancellare, ma per cui sarebbe stato per sempre ricordato.
Le parole del Maestro erano ormai solo più l'eco di una memoria spezzata, frammenti di un ricordo che ora non era più certo che fosse mai stato reale. Aveva fatto quanto il Maestro gli aveva chiesto oppure questa era solo la spiegazione che cercava ora di dare al suo tradimento? La risposta arrivò all'improvviso, un attimo prima che il nodo intorno al collo chiudesse la sua gola in ultimo respiro, un attimo prima che la luce del mattino avvolgesse in un ultimo, caldo abbraccio il corpo dell'uomo di Keiroth, che ancora ondeggiava nel silenzio.
Contest di Scrittura de LaBarriera.net is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non Commerciale - Non opere derivate 2.5 Italia License
Maya mi piace molto questo racconto! Complimenti!
@Ygritte
il tuo racconto mi è piaciuto, l'ho trovato carino e ben scritto. Il pov del marito morto è una bella idea ed ho apprezzato come tu abbia descritto le sue sensazioni quando compiva i suoi delitti. Ti dirò, sono rimasta un po' nel dubbio nella parte finale, proprio per il concetto chiesto dal contest: mi sono domandata se il tradimento della memoria consista nel fatto che Mary tradisce la memoria del marito, buttando il diario e facendo finta di niente (del resto il paragrafo prima si concludeva con lui che era impaziente di vedere quel momento)... oppure se l'inganno sia compiuto da Mary stessa nei confronti della propria memoria e dei propri ricordi. Ma è anche vero che c'è anche una terza interpretazione che prevede entrambi i tipi di tradimento/inganno.
O, almeno, questo è quello che è arrivato a me: un'eventuale interpretazione soggettiva da parte del lettore ci sta benissimo (poi magari ho capito male ed invece era tutto molto chiaro o a senso unico... nel caso domando scusa " /> )
@Maya.
Man mano che procedevo con la lettura mi dicevo "Questa storia mi ricorda qualcosa..." e difatti...
E' stata un'interpretazione davvero originale: probabilmente il tuo è per ora il mio racconto preferito! Ovviamente il tradimento da parte di quell'uomo di Kairoth è un qualcosa che era già stata predisposta dai "piani alti", ma mi ha spiazzato la prima parte in cui è un qualcosa che gli viene chiesto specificatamente dal maestro che lo mette al corrente di quali saranno le conseguenze di quel gesto.
E' quasi un circolo vizioso dalla quale il nostro protagonista non può uscire, se non con la morte: per quanto sia almeno in parte consapevole di non aver fatto altro che eseguire quanto gli aveva detto il Maestro, dall'altra non riesce a reggere il peso di quanto ha fatto. Un destino in cui lui stesso è rimasto intrappolato, così come la memoria che il mondo avrà di lui: un traditore, quando in realtà non ha fatto altro che fare quanto richiesto dal suo maestro, per scrivere quella pagina fondamentale che è la base della dottrina cristiana.
Molto bello, complimenti per questa particolare visione/presentazione dell'episodio.
Complimenti a tutti!!!
Ragazze e ragazzi siete davvero bravi.
Mattia lo avevo già "assaggiato", è bravo a sorprendere
Erin e Idriel hanno scritto qualcosa di simile eppure tanto diverso, come si vede lo stile, evidentemente.
Mi sono piaciute entrambe.
Poi mi sono fermato a leggere... perché, e questo è il bello del leggere, mi è venuta voglia di scrivere anche io!
Non so se posso, credo ci sia stata una iscrizione al gioco, al contest, e io non mi sono iscritto. " />
In ogni caso, se non vi dispiace, io posterei anche fuori concorso, per me è lo stesso
Fatemi sapere, voglio proprio condividere anche io qualcosa, ed è diverso tempo che non scrivevo qualcosa di più lungo di una frase
Adesso mi leggo le altre storie " />
Bravi!!!
Poi mi sono fermato a leggere... perché, e questo è il bello del leggere, mi è venuta voglia di scrivere anche io!
Non so se posso, credo ci sia stata una iscrizione al gioco, al contest, e io non mi sono iscritto. ">
In ogni caso, se non vi dispiace, io posterei anche fuori concorso, per me è lo stesso
Fatemi sapere, voglio proprio condividere anche io qualcosa, ed è diverso tempo che non scrivevo qualcosa di più lungo di una frase
Nel contest non c'è alcuna iscrizione. Chiunque voglia postare un racconto e farlo concorrerlo può farlo senza chiedere alcunché, purché si rispettino le regole. Tu hai tempo fino a lunedì alle 21 (quasi) per postare un racconto che sia in tema e rispetti i limiti di caratteri indicati. Non esitare, scrivi anche tu quindi.. siamo curiosi di leggerti. Per qualsiasi altro dubbio potete rivolgervi a me in privato o qui nei topic dedicati al contest.
Addio Got
"Lo scempio ha due teste"
Ho letto tutte i racconti pubblicati fino ad ora, e mi sono piaciuti davvero...ho già un mio preferito
E vai! Allora posto " />
intanto mi sono letto anche i racconti di Ygritte e Maya!!!
Ma che brave! Diamine, qui siamo tra scrittrici(comprese anche Erin e Idriel eh), praticamente professionali, se non professioniste.
Unico maschietto è Mattia , per ora... e lui già lo avevo messo tra le letture piacevoli, non si è smentito nemmeno questa volta.
Andiamo col mio ehm... racconto " />
XXII Contest di scrittura creativa.
Traccia: Inganno, tradimento della memoria.
Era la strada più lunga e dritta che avesse mai preso…
Aveva cominciato presto, quella mattina, come ogni volta del resto,
quando sapeva di potersi prendere tempo per se, dal lavoro, dagli impegni, dal “mondo”.
Usciva fuori, non era mai stato sicuro se, in quei momenti si svestisse di una corazza temprata da giorni e giorni di vita “necessaria”,
oppure se, invece,
solo allora metteva la maschera e si trasformava.
“Ma che importanza ha…” si disse,
spesso si trovava a chiedersi cose tutto sommato stupide, superflue.
“Importante è accendere il motore e andare”.
Una liberazione, seppure le prime vie e le prime curve erano le medesime che faceva ogni giorno,
per andare al lavoro, per andare a prendere i figli dalla scuola, per andare in centro…
“Sempre le stesse cose faccio…”
Ecco, ancora a pensare “stupidamente” si era scoperto.
Oggi era il giorno in cui quelle strade avevano tutto un altro sapore.
“sapore… che sapore avrebbe mai una strada?”
Stavolta, semplicemente si mise a ridere.
Dopo diverse ore, passate in sella alla guida delle sue ruote,
come piaceva considerare che fosse,
per sentire se stesso in estensione, proteso a toccare la strada,
si era fermato;
si fermava sempre in luoghi diversi, sceglieva sempre di seguire “l’ignoto”,
magari si lasciava ispirare da un filo, un cavo della corrente piuttosto che un altro,
oppure un segno di qualche frenata, o anche cartelli stradali “simpatici”, come ne trovava alcuni.
Era la strada più lunga e dritta che avesse mai preso…
Stavolta davvero ne era stupito, eppure gli sembrava di aver preso vie molto meno “singolari” di quanto avesse deciso di fare altre volte.
Dopo quella sosta, aveva girato a destra, ancora un paio di volte, e poi quella strada.
“Che strano… nemmeno l’ombra di una piccola correzione di direzione.”
“Dritta!”
Incredibilmente dritta che sembrava surreale, infinita verso l’orizzonte, fermo, lì lontano e davanti,
a mangiare chilometri d’asfalto come niente fosse.
Tanto vuota, inoltre, che i pensieri avevano il tempo di considerare qualunque cosa,
e lui era abituato a farlo, pensare, considerare, domandarsi cose, si, spesso stupide.
Ma gli piaceva, anche, era libero del resto, in quel modo, o no?
…e rise ancora.
Dannatamente dritta che sembra averla percorsa ogni volta!
“Sembra di conoscerla a memoria, non so dove sto andando, ma conosco la strada…
Maledizione, ...la parafrasi della mia vita”.
“Adesso mi sembra perfino di vedere auto e traffico, gente e semafori, maledetti semafori…
Non mi lasciano in pace nemmeno qui…”
Regole, regole, regole…
Dritto, dritto, dritto…
“Basta!”
Esclamò con vigore, e si fermò bruscamente.
“Posso fare solo una cosa, per andare contro questo maledetto ripetersi,
girare e tornare indietro!”
Era la strada più lunga e dritta che avesse mai preso…
Persino dopo ore di marcia verso il ritorno, aveva già considerato quella dannata frase più volte.
Cominciava persino a dubitare se non si fosse in qualche modo… confuso,
e avesse preso nuovamente ad andare nella stessa direzione.
“No!”
“Attento a quello che pensi…”
“Non vorrei ritrovarmi a girare a vuoto, senza sapere dove sto andando… per cui da adesso, sempre dritti, sempre avanti, e… fa***lo!!! Da qualche parte arriverò prima o poi!”
Era la strada più lunga e dritta che avesse mai preso…
“…”
Era la strada più lunga e dritta che avesse mai preso…
“…”
Era la strada più lunga e dritta che avesse mai preso…
“…”
Era la strada più lunga e dritta che avesse mai preso…
Era la strada più lunga e dritta che avesse mai preso…
Era la strada più lunga e dritta che avesse mai preso…
…