Erin: il messaggio di fondo poteva anche essere molto stimolante, ma è tutta la trama che proprio non rispecchia i miei gusti. Troppo melodrammatica, troppo piagnucolosa e melensa (anche in alcuni passaggi particolari). Hmm... nel dialogo uno dei due interlocutori a tratti mi sembra parlare in modo troppo piatto, come un professore che spiega. Poi boh, anche l'irrealismo della lucidità finale del bambino (che ha anche compreso benissimo tutti i dialoghi) mi ha un po' infastidito.
Insomma, a questo giro con te sono proprio cattiva " />
Anya non ti preoccupare " /> alla fine è questione di gusti (per esempio a Tyrion è piaciuto). Ogni critica è sempre ben accetta ^^
Per quanto mi riguarda per ora i racconti che mi sono piaciuti di più sono quello di Ser Lostdream e di Tyrion (che, ahimè, è fuori concorso ^^'). Purtroppo per ora non trovo tempo per leggerli di nuovo e commentarli bene...spero di trovarlo entro la fine delle votazioni (evviva le proroghe! XD)
Questo brano ha avuto una genesi un po' particolare... ma lo posto lo stesso.
In questi mesi non riesco tanto a partecipare, ma questa volta ce l'ho fatta all'ultimo " />
Contest di scrittura creativa: sopravvivere
L’ultimo incompleto Incidente
Ogni volta che si coricava, arrotolando il maglione a mo’ di guanciale, il prigioniero sperava di fare un bel sogno. Quella notte venne accontentato. Il cuscino fu la chioma di una donna con cui fece l’amore, e poi le rimase abbracciato. Tendine di pizzo ondeggiavano appena, ad accompagnare i respiri regolari dei due, filtrando il chiarore lunare. Una stanza dolce. Una vita vera che mai aveva vissuto, ma era così che appariva nei film.
Tutto esplose in un incendio dorato. Il prigioniero tornò nella sala del cinema, con la luce elettrica che sembrava cavargli gli occhi dalle orbite. Si alzò a sedere, emergendo dal prato di poltrone foderate di rosso. Quattro di esse formavano il divano. Avevano i braccioli sollevati e casse piazzate dietro agli schienali della fila antistante, per evitare cadute nel sonno. Gli altri posti erano vuoti.
Per un attimo vide sua madre in fondo alla sala, il dito puntato sull’interruttore. Ora di alzarsi, Tommy. Ma subito ricordò che era spirata per un ignoto malore. Aveva lasciato lui stesso la luce accesa. Si passò le mani sul viso, sentì la barba arruffata. A che serviva badarci, chiuso lì da solo?
Succo in polvere e biscotti secchi della dispensa. Alimenti speciali a lunghissima conservazione.
Il prigioniero mangiava senza gusto, per mero nutrimento, nel piccolo bar del cinema.
Dietro al banco, una fila di identici bicchieri, bottiglie dalle etichette rosse, bianche, argentate… Oggetti muti, eppure lustrati con diligenza, con superfici curve che riflettevano la luce tutte dalla stessa parte. Un posto per mangiare si teneva pulito, gli aveva insegnato sua madre. Era stata lei a portarlo lì, prima dell’Incidente, e grazie a lei il prigioniero era l’ultima forma vivente sul pianeta. Fin da quando ricordava, il cinema era stato la sua gabbia e la sua protezione.
A quel pensiero la chiave che portava al collo parve ustionargli la pelle. Un richiamo di morte, di libertà. La tastò. Scottava davvero o era fredda la mano? Un tempo l’impugnatura aveva avuto un rivestimento di gomma, strappato a forza di giocherellarci, però il pettine si adattava tuttora al portone d’uscita.
Briciole di biscotti erano cadute sul tavolo. Gli punsero il gomito, nel momento in cui ve lo poggiò. Le spazzò via irritato. “Che schifo di vita.” La chiave era più rovente che mai. “Fuori, le radiazioni sono letali per ogni creatura. Tutto finirebbe all’istante.” Anche quello gliel’aveva spiegato sua madre. Non aprire mai, Tommy. Promettimi che resterai al sicuro. Le bottiglie lo scrutavano dalla mensola, come a sorvegliarlo ora che lei non c’era più. Del cognac era avanzato dall’ultima sbronza. Alcol e film: accoppiata perfetta per cercare conforto.
Migliaia erano le pellicole tenute nel cinema. Alcune ancora non le conosceva, mentre altre le aveva viste allo sfinimento. Certi personaggi gli erano entrati dentro. Fantasticava di essere loro, di incontrarli, di vivere storie simili. Esistenze parallele alla desolante realtà. Ci si calava profondamente, si commoveva fino a sfiorare la follia. Gioiva, scoppiava in singhiozzi, saltava tra i sedili per imitare scene d’azione. Si ritrovava sudato, col cuore martellante.
“Proprio un bel film,” pensava il prigioniero, trascinandosi tra le poltrone, barcollante per l’alcol in corpo. Dopo i titoli di coda, la sua mente era stata scaraventata nella sala, ma in parte restava altrove, a mandargli ultime scariche di entusiasmo.
Avvicinandosi al muro, tese una mano nella semioscurità verso l’interruttore. Un dolore lo colse alla pianta del piede. La puntura di un coccio di vetro. Nell’euforia, aveva mandato la bottiglia in frantumi. Anche le scarpe erano volate chissà dove. Le emozioni forti finiscono per ferirti, Tommy. Saltellò su una gamba, appoggiandosi alla parete, tastando… In fondo sarai più felice così, protetto da queste mura. Racconti di sua mamma gli vorticarono in testa, sventure e ingiustizie prima dell’Incidente. Finalmente riuscì ad accendere la luce, ridando alla sala tinte violente. La monotonia di sempre. Tolse il calzino e si assicurò di avere solo un taglietto.
... e col racconto di AryaSnow ora sono davvero nei guai: i racconti mi sono piaciuti tutti moltissimo, ma più o meno mi era fatto un'idea di chi avrei votato. Ora è proprio impossibile decidere... " />
Diciottesimo contest di scrittura creativa
Sopravvivere
Erano arrivati in tre, in sella a massicci cavalli di razza, così diversi dai piccoli e tozzi pony usati nei campi.
Diedero la notizia che tutti sapevano, e fecero quello che tutti si aspettavano: iniziarono a radunare tutti gli uomini validi.
Il fyrd era stato richiamato alle armi.
Alcuni, coloro che non lasciavano niente alle spalle, erano scappati nei boschi, ma lui non aveva potuto: aveva moglie, e figli piccoli, e suo padre era ormai vecchio e stanco, oltre la quarantina. Cercò quindi di prepararsi al meglio, indossando un giaccotto di cuoio bollito, calzando un vecchio elmo arrugginito, razziato da suo nonno ai tempi degli scontri con gli juti, ed impugnando la propria lancia da caccia, con alla cintura il coltello più lungo che aveva trovato e l'accetta per far legna.
Portava con sé tutto il cibo che aveva potuto racimolare senza rischiare di far patire la fame ai suoi familiari. I saluti furono affrettati quanto il cammino, ed altrettanto faticosi.
Lungo la strada iniziò a pensare, cosa che faceva raramente. Si rese conto di non sapere neanche contro chi andavano a combattere, per difendere (o magari attaccare) che cosa, e chissà quanto tempo sarebbe passato prima di tornare alla vita di sempre. Una vita dura, ma sempre meglio della schiavitù o della morte, quella del contadino. Una vita grigia, ritmata dalle stagioni, sempre uguali nel loro succedere, noiosa e faticosa.
I guerrieri furono infine schierati, giusto all'inizio di un campo di frumento seminato da poco, e naturalmente quelli come lui furono posizionati alle spalle dei combattenti veri, dei veterani, dei soldati di professione.
L'apatia lasciò il posto alla paura, al tremito, all'angoscia. Si guardava attorno, improvvisamente smarrito, cercando una via d'uscita, una scappatoia, una soluzione ragionevole. Capì che tutto era già stato deciso, e che nulla era nelle sue mani, nulla gli era ormai permesso. Di colpo capì appieno le credenze dei suoi avi, l'abbandono completo al destino, al filo della vita già filato e misurato da tempo. Si calmò, almeno un po', riusciva a non tremare più, ma intorno a lui si diffondeva sempre più l'olezzo di escrementi ed i rumori di insulti e canti.
L'odore della paura.
Dei corni fecero sentire il loro bramito e capì che pochi passi avanti a lui lo scontro era iniziato, e la morte era scesa su quel campo di grano a mietere il proprio raccolto.
Fu spinto in avanti dagli uomini alle sue spalle, e non poté far altro che spingere a sua volta, malgrado la vivida impressione di buttare i commilitoni avanti a lui in pasto alle armi nemiche.
Il tempo si sfilacciò, il corpo teso nello sforzo e la mente concentrata nel sostenerlo finché, non sapeva bene quanto tempo dopo, i malfermi schieramenti si ruppero, e vide chiaramente le asce arrossate che si alzavano e si abbassavano ritmicamente sempre più vicine a lui, schizzando sangue tutt'attorno. La paura tornò, per un istante, subito sommersa da un'emozione mai provata, aliena: osservava i guerrieri poco avanti a sé lottare per la propria vita, ferocemente, e per la prima volta lì ammirò profondamente, nella loro sprezzante gioia di combattere, e desiderò emularli.
Senza fiato per l'emozione si fece largo verso l'esterno dello scheramento e raggiunta la seconda linea allungò la lancia sopra di sé, ed affondò. Sentì chiaramente un urlo di morte, agghiacciante.
Il sangue gli macchiò il viso, colando dall'elmo privo di visiera.
Capì quello che aveva fatto, ed arretrò. Intorno a lui la battaglia finiva, ma non capiva bene in che modo.
Fuggì.
Attorno a lui le foglie non erano mai state così verdi, il sole così splendente, il canto degli uccelli così melodioso.
Non vedeva l'ora di riabbracciare tutti, di poter andare avanti, ancora un altro giorno.
Capì che ci era voluto un campo di sangue per fargli sopportare il campo di casa sua. Per fargli capire una cosa, una soltanto. Che era bella. Così bella.
La vita.
Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.
All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.
"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.
I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"
"Yes" said Caladan Brood "you never learn."
Voto SER LOSTDREAM " />
Darò il secondo voto solo dopo aver letto anche il brano di Lochlann, giustamente^^
Lochlann: Il tuo racconto è stupendo. Sei riuscito a fare una cosa fantastica: hai chiaramente meditato a lungo su quello che può sentire una persona in una battaglia. Con tutto quello che precede la battaglia, la sua motivazione. L'immedesimazione è facilissima, e tu lo hai permesso con il tuo lavoro.
Ci sono alcune piccole imperfezioni nel testo, ma veramente poca cosa. Quel "(o magari attaccare)" tra parentesi distrae, mettici magari un inciso meno forte, appena due virgole.
Il finale, però, devo dire che l'ho trovato deludente: non ha la forza incredibile che ha tutto il resto. Secondo me, se finisse semplicemente con le ultime scene di battaglia, e sfumasse così, sarebbe perfetto.
Questa volta, Lochlann, hai superato te stesso. Io sono sempre più nei guai, perché per votare mi sa che dovrò proprio tirare una monetina (cosa che mi ripugna, quindi non la farò - dovrò pensare a ogni minimo dettaglio per decidere).
Ora mi piacerebbe sapere come hai fatto a scrivere una cosa così bella. Sul serio. Perché voglio imparare a fare lo stesso.
Prima di tutto vorrei complimentarmi con me stesso: ho postato il racconto alle 11:59! " />
Bè l'idea di fondo del racconto mi era venuta (vagamente) già da qualche giorno. Ci ho pensato su fino a ieri per delinearla un pò più chiaramente e poi ho iniziato a stenderlo.Lochlann: Il tuo racconto è stupendo. Sei riuscito a fare una cosa fantastica: hai chiaramente meditato a lungo su quello che può sentire una persona in una battaglia. Con tutto quello che precede la battaglia, la sua motivazione. L'immedesimazione è facilissima, e tu lo hai permesso con il tuo lavoro.
Ci sono alcune piccole imperfezioni nel testo, ma veramente poca cosa. Quel "(o magari attaccare)" tra parentesi distrae, mettici magari un inciso meno forte, appena due virgole.
Il finale, però, devo dire che l'ho trovato deludente: non ha la forza incredibile che ha tutto il resto. Secondo me, se finisse semplicemente con le ultime scene di battaglia, e sfumasse così, sarebbe perfetto.
Questa volta, Lochlann, hai superato te stesso. Io sono sempre più nei guai, perché per votare mi sa che dovrò proprio tirare una monetina (cosa che mi ripugna, quindi non la farò - dovrò pensare a ogni minimo dettaglio per decidere).
Ora mi piacerebbe sapere come hai fatto a scrivere una cosa così bella. Sul serio. Perché voglio imparare a fare lo stesso.
Onestamente penso di aver scritto più che un qualcosa di cui mi sarebbe piaciuto parlare, di un'idea da esporre, un qualcosa di cui mi sarebbe piaciuto leggere, come mi sarebbe piaciuto leggerlo. Non so se mi spiego.. ^^' E anzi l'ho fatto anche parecchio frettolosamente, come si nota dall'ora in cui l'ho postato " />
Per le emozioni della battaglia, dopo averlo riletto meglio, credo di aver in qualche modo "copiato" lo stile di Cornwell, almeno in un paio di punti. Forse l'ho fatto indirettamente, nel senso che Cornwell si avvicina moltissimo all'ideale che ho di certi racconti. O forse aspetto con troppa ansia l'uscita del suo prossimo libro. :P
Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.
All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.
"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.
I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"
"Yes" said Caladan Brood "you never learn."
Modesto...
Mah, io sono davvero nei guai. NON votare per racconti che ho trovato fantastici mi fa stare davvero male. Sono tentato semplicemente di non votare del tutto. Non mi sembra giusto farlo.
Domani ci penserò meglio, ma mi sa che la cosa più giusta che posso fare è semplicemente di non votare, così i miei racconti preferiti (cioè praticamente tutti) avranno tutti esattamente la stessa preferenza da parte mia.
Questo a mio parere è stato un contest di altissima qualità. Forse il più alto.
Lochlann: dunque... la prima parte l'ho trovata un po' anonima, poi a metà circa invece c'è un pezzo che riesce a coinvolgere. Verso la fine mi cala di nuovo e questo mi accade già dal momento in cui il tizio si traumatizza e scappa per aver ucciso. L'ho trovato un po'... boh... "la solita storia" come momento...
Il finale.. l'idea in sè di inserirlo non mi ha deluso, più che altro è il modo di esprimerla che non è riuscito bene come nel mezzo.
La tematica generale si addice abbastanza ai miei gusti (anche se è abbastanza banale... ma per gusto personale non è un argomento che mi ha stufato).
Nella forma, in generale ci sono un po' di difetti piuttosto facilmente evitabili. Ad esempio alcuni periodi nella prima metà mi sembrano davvero troppo ingiustamente lunghi, oppure quel "il filo della vita filato".
Comunque è un racconto votabile in questo contest... però opto per quello di METAL DUCHESS" /> che, anche se magari come genere è meno in linea coi miei gusti, mi pare un po' più riuscito a livello globale.
Voto Ser Lostdream e AryaSnow.
Tyrion Hill: Un racconto ironico e divertente. Per fortuna che non sei in concorso, altrimenti avrei ancora più problemi a decidere quale racconto votare!
Erin: L'idea mi piace, ma c'é qualcosa che non mi convince. Soprattutto il finale. L'ultimo pensiero del bambino mi sembra... "troppo lucido". In ogni caso un buon racconto.
Metal Duchess: Io lo trovo molto in tema, ma il racconto in se non mi ha detto molto. Ho trovato la forma con cui è scritto abbastanza pesante e poco scorrevole. Specialmente per via del ripetersi delle sensazioni della protagonista sul gusto e in generale sulle sue sensazioni. E quella frase "Io non posso stare senza di te." rende il tutto un po' troppo banale; ma forse è solo perché senza le tue spiegazioni io l'avevo capita in maniera del tutto diversa...
Seetharaman Toral: L'ho trovato geniale. Come sempre scrivi molto bene e ci proponi qualcosa di molto originale.
AryaSnow: Anche qui ho poco da dire. Mi è piaciuto un sacco. Brava come sempre!
Lochlann: Che era bella. Così bella. La vita.. A me questo finale mi è piaciuto davvero molto. Il racconto è scorrevole e la storia coinvolgente.
Comunque, giusto per sicurezza, mi spieghi il finale? Sempre che Neshira non s'arrabbi perché te lo chiedo...
Per sicurezza lo metto sotto spoiler, non vorrei far arrabbiare Neshira " />
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A dire il vero.. non so come spiegarlo...
Harry sapeva bene che l'offerta di Percy era una truffa e in fin dei conti non gli interessava molto vivere. Guardandosi indietro può vedere di non averlo mai fatto veramente. Schiavo dei soldi e del tempo. Alla fine però ne vorrebbe di più, di vita (anche se non sa che farsene), e per curiosità accontenta Percy. Quando apre il portagioie, vede che come si aspettava, quel che c'era dentro era solamente una normale pastiglia o caramella che sia e la getta via. Alla fine sorge un nuovo giorno, è sopravvissuto alla notte e, anche se è stanco andrà avanti, in un modo o nell'altro. (e poi chissà, magari quella pillola avrebbe funzionato veramente...) " />
Non so se rendo bene l'idea, ma ho difficoltà a spiegare i miei racconti eheh
In ogni caso, grazie a tutti per i commenti (sia positivi che negativi)!
Ora i miei voti...
Seetharaman Toral
e
AryaSnow:
Vorrei averne un terzo per Lochlann, ma purtroppo ho dovuto scegliere...
Voto Seetharaman e per il secondo ci devo pensare...ma sarà sicuramente un'altra donna.
Il racconto di Lochlann è bello e stavolta riesce a chiudersi anche senza essere lunghissimo, ma leggendo mi da un ritmo strano come di crescendo-calando-crescendo-calando (con il finale in calando) e non si adatta molto a quell oche mi aspettavo dal tema.
Anche quello di Andrea purtroppo (per me) è molto bello - e non solo epr i dialoghi stavolta - ma almeno andando a fargli le pulci è leggermente meno in tema degli altri e posso toglierlo... ">
Voto SER LOSTDREAM e ARYASNOW.
Interessante anche Lochlann, ma con qualche immagine che poteva essere meno fumosa e qualche passaggio che poteva scorrere più fluido.
Non fai più i commenti? :-/Voto Ser Lostdream e AryaSnow.