Tema interessante... La Dama ha un paio di idee... " /> Ora si tratta di sceglierne una e vedere se riesce a svilupparla... " />
Speriamo questa volta di riuscire a scrivere e a leggere " />
Ottimo tema!!!Questa volta mi piace!!! " /> ho già diverse ideuzze!!!
E' la volta che magari ricomincio...
non ho mai partecipato e avrei una domandina scema: qual'è più il numero massimo di caratteri consentito? se riesco a buttar giù qualcosa, mi piacerebbe partecipare:)
4000 caratteri, se non ricordo male.
Se ricordo male Qho è autorizzato a randellarmi.
Triex, posso randellarti anch'io? Sono 5000 caratteri max, Arya Stark...
grazie mille:)
Allora, eccomi qui!
Premetto che a parte i temi a scuola, oramai 5 anni fa, non ho mai scritto nulla e quindi questa è la prima volta. Fate pure tutte le critiche del caso, ogni suggerimento è gradito:)
«Un...due...tre...stella!»
Le due ragazzine si immobilizzarono, concentrate, cercando di non sbattere neppure le ciglia. Lo sfortunato di turno cui spettava contare era Luigi questa svolta, che con un o sbuffò si voltò nuovamente verso il muro cui era poggiato.
«Un...due...trestella! Ah, vi ho beccato, tornate indietro!» ghignò Luigi soddisfatto, sordo alle proteste di Linda e Maria che lo accusavano di aver contato troppo in fretta.
«Sempre a barare quello lì, non lo sopporto» sussurrò Maria alla compagna, mentre insieme tornavano alla “linea di partenza”, rappresentata da un vecchio mattone antistante il fienile.
«Non sa perdere, è insopportabile!» rincarò l'altra.
«Che c'è, volete cambiare gioco?» chiese Luigi con aria di sfida.
«No!» risposero le due bambine all'unisono.
«Allora smettetela di blaterare tra voi e mettetevi in posizione!» esclamò il bambino con fare autoritario riprendendo la posizione di conta.
«Uff, dobbiamo farlo perdere!» proruppe Maria facendo due piccoli passi avanti mentre Luigi contava. Linda annuì.
«...stella!»
Le due ragazze si erano a malapena mosse e Luigi non trovò nulla per cui rimproverarle. “ Ancora un giro così e poi le frego di nuovo” pensò il bambino, con un sorriso malevolo stampato sul volto.
«Un...due...tre...»
«Stella!!!» gridò Linda, battendo la propria mano sul muro della cascina, al di sopra della testa di Luigi.
«Non vale!!!»
«Certo che vale!»
«No che non vale!»
«E invece vale!» aggiunse Maria avvicinandosi ai suoi amichetti.
«Avete barato!» esclamò Luigi
«Ma senti da che pulpito...»
«Io non ci gioco più con voi, siete solo delle barone! Non sapete perdere.»
Le due bambine rimasero a bocca aperta: ma come si permetteva quello sbruffone!
«Luigi sei proprio uno scemo!» urlò Maria all'amico che si stava allontando, diretto verso il fienile.
Luigi si fermò e dopo un attimo si voltò.
«Io non sono scemo! Semmai è quel tuo fratellino che i tuoi nascondono in casa ad esserlo! Mia mamma mi ha detto che non sa neanche parlare! E ha 10 anni!!!» il bimbo proruppe in una risata, contento di aver colpito nel segno. Gli occhi di Maria si riempirono di lacrime mentre il volto di Linda si accese di rabbia.
«Luigi sei proprio...»
«Cosa Linda? Cosa??»
«Luigi vorrei che tu morissi!!!»
«Ah ah, tutto qui?!»
Volgendo nuovamente le spalle alle ragazzine, Luigi entrò nel fienile, soddisfatto. Vicino ad una montagnetta di fieno raccolse il suo fedele compagno di giochi che di certo non era antipatico come quelle due, il suo amato pallone. Il padre glielo aveva portato da un villaggio vicino e ora Luigi sognava di diventare un campione.
« Signori è proprio lui... scatta nella metà campo... oltrepassa un avversario... e un altro... ormai è solo davanti al portiere... tira e.... noooo, palo! »
Si udì uno scricchiolio sinistro. Gli occhi di Luigi si spalancarono dalla paura, si voltò verso l'ingresso ma era troppo tardi. Il fienile crollò con un tonfo. Maria urlò. La bocca di Linda si piegò in un sorriso.
Oh bene, finalmente sono riuscita a scrivere di nuovo nel contest. L'idea mi è venuta ieri andando a dormire, spero che piaccia " />
Tredicesimo contest di scrittura creativa: il gioco
E' solo un gioco
Brenno assaporava l’odore del sangue e della sabbia come aveva fatto centinaia di volte. Sentiva l’adrenalina salire mentre migliaia di persone attorno a lui rumoreggiavano impazienti. Gli spiriti dei geni guerrieri che aveva pregato prima di scendere nell’arena si stavano impossessando di lui, concedendogli quel furore per il quale ormai era diventato famoso, tanto da arrivare a esibirsi nella stessa Roma.
“Ammirate pure Romani!-gridò nella sua lingua-Ecco il guerriero che ha ammazzato centinaia dei vostri valorosi soldati! Guarda Cesare! Io sono colui che ha seminato il panico tra i tuoi uomini!”
Era l’unica soddisfazione che gli restava: sbeffeggiare quel popolo che gli aveva levato la terra, la famiglia, la libertà. E lui li ripagava ingiuriandoli ogni volta che entrava nell’arena, anche se sapeva benissimo che nessuno di loro avrebbe mai capito cosa diceva. Poter insultare lo stesso imperatore di Roma era quello a cui aspirava di più. Ed ora ce l’aveva fatta!
Tuttavia lui era un guerriero e non si sarebbe mai tirato indietro davanti ad un combattimento, chiunque fosse l’avversario.
Questa volta davanti a lui apparve un giovane dalla pelle chiara che sembrava troppo piccolo per l’armatura che indossava. Brenno sbottò con delusione.
“Mi insultano mandandomi contro un cucciolo?-gridò infuriato, mentre l’arbitro dava loro il segnale di iniziare-Maledetti Romani! Ecco cosa ne faccio dei vostri campioni!”
Il suo avversario era effettivamente in netto svantaggio. Dava l’idea di un bambino che per gioco indossava l’armatura del padre.
“Sciocco idiota-esclamò Brenno-ti dimostrerò che questo non è un gioco! Ma questione di vita o di morte!”
Si scagliò sull’avversario con l’intenzione di finirlo immediatamente in modo che gli mettessero contro qualcuno di più valoroso.
Quasi per miracolo il giovane riuscì a scansare il violento attacco di Brenno, gettandosi di lato e facendo perdere l’equilibrio all’arbitro. Il pubblico a questa scena scoppiò a ridere e Brenno si infuriò ancora di più
“Qui si sta insultando il mio valore!-gridò con la bava che gli schiumava dalla bocca-Mandatemi un vero guerriero e non un buffone!”
Iniziò una serie di pressanti attacchi che il giovane sconosciuto schivava alla bene e meglio, facendo leva sulla propria agilità fisica. Finalmente rallentò di una frazione di secondo e Brenno lo colpì al fianco.
Con un selvaggio grido di esultanza si girò verso la folla, ma non vedendo nessuno applaudire si volse di nuovo verso il suo avversario. Con sua sorpresa vide che non era disteso a terra sanguinante, come si aspettava. Nel fianco vi era un leggero livido ma non sgorgava alcun sangue. Attraverso l’elmo vide il volto del giovane e si accorse che sorrideva spavaldo.
“Che sporco trucco è questo?” chiese infuriato
Il giovane guerriero approffittò di quel momento di confusione di Brenno per fiondarsi su di lui con la velocità di un serpente. La spada, che risultava così grande tra le sue mani, penetrò sul ventre del possente guerriero dilaniando gli organi vitali.
Steso a terra, mentre il sangue colava copioso e le viscere cercavano di uscire dalla ferita, Brenno vacillava tra incoscienza e incredulità, mentre le confuse urla dell’arena imperversavano attorno a lui. L’aveva battuto un novellino: il suo onore di guerriero era andato perduto. Sarebbe stato degno di andare nell’aldilà a ricongiungersi coi suoi compagni?
L’ultima immagine fu quella del giovane guerriero, sopra la sua testa, che puntava la spada alla sua gola.
“E’ stato sleale-protestò Gaio mentre rientravano a casa-non è assolutamente giusto”
“Ah ah!-ridacchiò Metello-forza e coraggio, fratellino, era la tua prima volta al circo. Cosa ti aspettavi!?”
“Posso sapere che succede?”chiese Seconda entrando nel triclinium dove si erano accomodati i fratelli.
“Il nostro fratellino ha semplicemente perso venti sesterzi per una piccola scommessa”
“Si, ma lui ha vinto in modo sleale!-protestò Gaio portando la mano alla borsa di denaro che tenva alla cintura-Ha confessato! Ha fatto dare al favorito, su cui avevo scommesso, delle armi finte!”
“Oh ora finiscila di lamentarti. Piuttosto cerca di imparare come funzionano le cose nel circo-sorrise Metello-Tieniti pure i venti sesterzi, bamboccio. In fondo sei mio fratello”
“Suvvia Gaio-lo consolò Seconda, sedendosi accanto a lui- Non è il caso di prendersela per queste cose…è solo un gioco”
“Visto? Anche nostra sorella la prende con la giusta spensieratezza. Ricorda questo Gaio, è solo uno stupido gioco e come tale resta. Cerca di non spenderci dietro troppi sesterzi di nostro padre, non ne vale la pena”
“Avete ragione-ammise Gaio soppesando la sacca col denaro-…in fondo è solo un gioco”
Sono poco più di 4600 caratteri " />
Intanto commento
AryaStark: accidenti, complimenti per il finale. Nella prima parte mi stava scadendo nella banalità, ma il sorriso di cattiveria di Linda proprio non me l'aspettavo!
Molto bello il testo di Erin...rende bene il valore che i romani davano alla vita degli schiavi.
Ma anche quello di AryaStark è carino:mi piace il fatto che per la bambina la morte dell'amico è la giusta punizione, una cosa quasi senza importanza. D'altro canto per i bimbi la morte non è quello che è per gli adulti
Comunque...ecco il mio brano.
Giochi scomparsi.
La funzione funebre era terminata da un pezzo.
Le cime dei pioppi erano scosse dal solito vento gelido, intriso di pioggia; sibilava tra le croci di marmo.
Laurence si strinse nel pesante cappotto, lo sguardo fisso sulla terra smossa da poco.
Non era riuscito ad arrivare in tempo per la sepoltura.
Lentamente si avviò verso il cancello; la ghiaia scricchiolava.
Si sentiva strano: era da anni che non la rivedeva.
Si erano lasciati un giorno d'estate; c'era un sole brillante e tiepido, gli uccelli cinguettavano.
Le labbra di Laurence s’incresparono in un sorriso malinconico: il suo primo amore.
Stranamente però, per quanto cercasse di farlo, non ricordava con precisione le sue fattezze: solo il rosso dorato dei suoi capelli era rimasto negli anni un'immagine viva e presente.
Anche i suoi atteggiamenti non erano altro che una sfumatura sbiadita nella mente, flash monocromatici dello stesso colore caldo della sua chioma liscia.
Laurence aprì l'ombrello; accelerò il passo per arrivare alla stanza d'albergo che aveva prenotato.
Col tempo le strade della sua infanzia si erano trasformate: ora erano ingrigite dallo smog, e soffocate da muri di cemento.
Le vecchie piccole botteghe erano state sbranate dall'asfalto, o da supermercati; il progresso era arrivato anche nelle brughiere delle Lowlands.
Mentre camminava, Laurence ricostruiva il volto vecchio della città, quello rassicurante della sua infanzia.
Ricostruì in testa il forno, l’emporio, la scuola... il negozio di giocattoli! Sì, anche se trasformato c’era ancora!
Quanto tempo passato col naso schiacciato contro la vetrina! Quel negozietto colorato era stato lo scrigno di tutti i suoi desideri di bimbo; dei loro desideri di bimbi.
Laurence ricordava le codine sfatte di lei che si riflettevano contro il vetro… il riflesso dei suoi occhi… verdi…
Trasalì.
Come in uno specchio, lo sguardo curioso di lei contro l’espositore si era stampato nella sua mente.
L’uomo si accostò al portico, che riconobbe ancora come quello originale.
Le gambe paffutelle, pallidissime. Le sue ginocchia perennemente sbucciate.
Sentì in bocca il sapore metallico del sangue di lei, ancora come tanti anni prima.
Un vortice di colori e immagini gli travolse la mente.
I prati freschi. Le coste ventose. Le corse. I salti. Le cadute. Le carezze. Gli abbracci. I baci sulla pelle ferita. I giochi della loro innocenza.
Un tuono spaccò la notte incombete.
Il lampo. Il fulmine. Il fuoco nel boschetto. L’odore dolce della pelle di lei. Il tremore di lui. La paura e l’imbarazzo di entrambi. I giochi della loro infanzia.
Laurence si aggrappò alla piccola ringhiera di ferro battuto.
Il freddo. La superfice dura e liscia della ringhiera della camera di lei. La sua risata e i suoi bronci. L’eccitazione del rischio. I giochi della loro prima adolescenza.
La pioggia scrosciava, un rumore forte e continuo.
La cascatella del fiume. Le foglie secche ammassate contro gli argini. I piedi di entrambi che si sfioravano timidi nell’acqua. I giochi della loro pubertà.
L’uomo si sedette sugli scalini bagnati. I suoi pantaloni di velluto s’inzupparono all’istante.
I loro vestiti leggeri a terra. Lo sguardo di lei impaurito. Il suo corpo bianco come quando era piccola. I suoi capelli lunghissimi. Il sesso più scuro e caldo. Non era più solo un gioco.
Il ricordo di lei gli si piazzò prepotentemente davanti. Le sue forme morbide, il suo odore dolce, i suoi gesti sfuggenti, la sua voce distante…
‘Non è un gioco, vero Lory?’
Come aveva fatto a scordare tutto?! Com’era stato possibile?!
La sua prima compagna di giochi. La sua prima amica. Il suo primo capriccio. Il suo primo desiderio. Il suo primo amore.
Laurence si alzò. Chiuse l’ombrello e lo agganciò alla ringhiera. La pioggia gli trafiggeva la nuca.
Uscì dal vicolo.
La gente lo guardava di striscio, curiosità senza interesse.
Chiamò un taxi. Ordinò che lo portasse al boschetto.
Non era più un gioco.
Il tassista lo guardò attraverso lo specchietto retrovisore.
“Qui ormai non c’è nessun boschetto, signore. Sulla collina ora ci han costruito le ville per forestieri di giù...”
Laurence strinse i pugni.
Scese dalla macchina, sbattendo forte lo sportello.
I giochi della sua infanzia se ne erano andati. Sepolti sotto la pietra. Come lei.
AryaStark: prima di tutto, benvenuta! " /> Ti faccio anche i complimenti per aver pubblicato il testo pur non avendo mai scritto niente prima. Scrivere per la prima volta è difficilissimo.
Detto questo, di critiche e di cose da aggiustare stilisticamente ce ne sarebbero un bel po'. In poche parole è difficile spiegare bene, farei prima dirti tutto nei dettagli pezzo per pezzo. Se sei interessata a un commento dettagliato e analitico chiedi pure, in tal caso spero di poterci dedicare un po' di tempo e magari essere utile " />
In generale, la cosa che mi è piaciuta è l'idea alla base della parte finale: non è troppo banale e in particolare rientra molto nei miei gusti personali. Io adoro le cose "infantili" dissacrate
La lunga parte del gioco che c'è prima risulta noiosetta, un po' per i vari difetti stilistici e un po' perchè al di là di questi non ha nulla di così interessante: situazione tranquilla e banale, scritta senza passaggi o battute particolari. Sarebbe stata una buona idea usare espedienti vari per renderla più coinvolgente (qualche battuta spiritosa che faccia un po' ridere, o magari calarsi meglio nel PdV di un personaggio, o tanti altri modi ancora...).
Detto questo, sono contenta che ci sia un a nuova partecipante e... a maggior ragione se è una gemellina Arya " /> Le Arye conquisteranno il mondo " />
Erin: La storia mi è piaciuta, molto anche. Mi piace la sua struttura generale (l'idea di farla partire con il gladiatore tutto gasato prima di combattere, la svolta imprevedibile durante la battaglia, la rivelazione finale con tanto di cinismo). Il messaggio "cattivo" sullo scarso valore della vita rientra molto nei miei gusti ed è stata una buona idea svilupparlo con questa storia.
Stilisticamente ad essere sincera mi ha un po' deluso, nel senso che secondo me è scritto peggio di diversi tuoi racconti precedenti (o magari sono io che divento più esigente col passare del tempo... boh :-P).
Solo qualche esempio tra le cose importanti...
Gli spiriti dei geni guerrieri che aveva pregato prima di scendere nell’arena si stavano impossessando di lui, concedendogli quel furore per il quale ormai era diventato famoso, tanto da arrivare a esibirsi nella stessa Roma.
Periodo un po' troppo lungo e contorto. In un momenti simile, per trasmettere più adrenalina anche al lettore, al contrario sarebbe stata un'idea migliore velocizzare il ritmo e scrivere un periodo più "immediato" da leggere.
Tuttavia lui era un guerriero e non si sarebbe mai tirato indietro davanti ad un combattimento,
Magari mi è sfuggito qualcosa, ma "tuttavia" non mi sembra che ci stia bene. Non vedo grande contraddizione tra questa frase e la situazione precedente.
violento attacco
Che l'attacco sia violento è più che ovvio, precisarlo è davvero molto ripetitivo e inutile " />
Poi la scena del combattimento è troppo "avvolta nella nebbia". Si parla in maniera troppo generica di "pressanti attacchi" e "far affidamento sull'agilità", senza rendere la scena coinvolgente e ben visualizzabile, senza mostrare abbastanza cose davvero concrete. Troppe frasi indefinite buttate lì.
Poi vabbè, queste sono le cose più importanti che mi ricordo, poi ci sono ad esempio alcune parole o precisazioni inutili e qualche errore di battitura
La storia in sè però resta una delle più carine di tutti i contest, IMHO.
Non so se oggi farò in tempo a leggere e commentare un po' anche il brano di Metal Duchess, vedrò^^
/me randella Triex ricalcando i bernoccoli provocati dalle randellate di Tyrion Hill " />
non ho mai partecipato e avrei una domandina scema: qual'è più il numero massimo di caratteri consentito? se riesco a buttar giù qualcosa, mi piacerebbe partecipare:)
Come ti ha detto Tyrion, il numero massimo dei caratteri è 5000. Il regolamento completo, invece, lo trovi " />qhi, ma dato che anche senza partecipare mi pare tu abbia seguito altri contest, non penso che troverai molte cose nuove " />
AryaStark: Benvenuta! " /> In genere mi trovo d'accordo con i commenti di AryaSnow, ma non in questo caso: a mio parere il tuo racconto è avvincente, divertente, e scritto molto, molto bene. Lo stile è semplicissimo, ma questo per me non è mai un difetto - anzi! Per di più i dialoghi sono freschissimi e veri, e i tempi, i ritmi, la sequenza delle immagini, rasentano la perfezione. Un esempio:
Le due ragazze si erano a malapena mosse e Luigi non trovò nulla per cui rimproverarle. “ Ancora un giro così e poi le frego di nuovo” pensò il bambino, con un sorriso malevolo stampato sul volto.
«Un...due...tre...»
«Stella!!!» gridò Linda, battendo la propria mano sul muro della cascina, al di sopra della testa di Luigi.
Le bambine sono ancora lontane, hanno osato fare appena un paio di passi, tanto da far pensare a Luigi di avere ancora tempo per rimandare il suo gioco sleale. Eppure, di colpo, Linda è lì, riesce a batterlo, riuscendo a sorprendere e spiazzare non solo Luigi, ma con lui anche il lettore. Altri avrebbero magari deciso di descrivere la corsa furibonda di Linda per coprire tutto lo spazio rimanente in pochi secondi, ma questo avrebbe rovinato tutto. Davvero, ti faccio i miei più sinceri complimenti - probabilmente avrai il mio voto.
Erin: Molto ben fatto, scritto molto bene. Eliminerei solo la parola "adrenalina", all'inizio, visto che è stata scoperta nel 1900 (gli anacronismi uccidono l'immersione). Inoltre alla fine ripeti troppe volte che si tratta "solo di un gioco", e questo è decisamente fastidioso per il lettore, che si sente quasi imboccato a forza.
Metal Duchess: Il tuo migliore finora, direi. Davvero mi ha preso il cuore. Mi ha commosso profondamente, riuscendo a vincere il mio cinismo di partenza per quanto riguarda "le cose romantiche", l'amore, ecc. Davvero un lavoro stupendo, probabilmente avrà il mio voto! " />
Certo, se arrivano racconti ancora migliori nei prossimi giorni sarà una vera festa! " />
Metal Duchess: come scrittura mi è sembrato abbastanza pulito, tranne per la ripetizione davvero eccessiva del "di lei" che mi ha infastidito (non so se era intenzionale o una svista, a me però non suona bene...). A parte questo, di difetti particolari non ne ho notati molti. Inoltre scorre bene ed è adeguato al contesto.
La storia in sè è molto vista e rivista, anche nel modo generale di trattarla (anche tutti i parallelismi tra "vecchio amore" e "vecchio luogo" sono davvero abusati, idea finale del boschetto compresa). Però il brano è efficace, il sentimento mi è arrivato abbastanza, e questa è una cosa importante. Le cose romantiche non sono per niente il mio genere, quindi se il brano non mi è dispiaciuto già è tanto " />
Un'ultima cosa...
La gente lo guardava di striscio, curiosità senza interesse.
Non mi convince molto quel "curiosità senza interesse" come espressione, ma probabilmente qui non l'ho colta appieno io " />