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Contest di scrittura creativa
Q di Qhorin Halfhand
creato il 11 giugno 2009

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Ilyn Payne
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Ilyn Payne
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Inviato il 06 gennaio 2010 22:37

Penso che nessuno di noi abbia una grande dimestichezza, però intanto il tuo brano è uno di quelli tecnicamente scritti meglio di tutti i contest di questo forum. Uno dei pochi che mi soddisfano sotto questo aspetto.

Mi fa davvero piacere, grazie. Ma non scherzavo nel dire che ho poca dimestichezza: l’ultimo mio “racconto” (in realtà uno dei primi), risale a un po’ di tempo fa e credo l’abbiano letto solo Mornon, Neshira e qualcun altro, e parlava di un Euron Greyjoy che, da bravo capitano, sacrificava il suo esercito per salvarsi il c**o. Non so neanche se esiste ancora :-)

 

Le due frasi poco chiare:

- che la donna si era già allontanata in una scia di sangue

Sì, è vaga e surreale. Volevo dire che la donna, nell’allontanarsi, lasciava a terra una scia di sangue, presumibilmente colato da sotto i vestiti. Sempre che non fosse nuda.

- la stilo si ritrasse dal ripiano e con un colpetto si tramutò in punto esclamativo

Mi piaceva l’idea di questa penna che si allontanava dal ripiano della scrivania, ma di poco, e che accompagnasse via via le battute dell’uomo. Perpendicolare al ripiano dopo il colpetto, da lontano, appare come una linea con un punto (riflesso sul ripiano). In effetti potevo essere più chiaro. Ma ci sono cose che cambierei ancora, ogni volta che lo rileggo.

 

Ilyn Payne: scritto benissimo, con anche il montaggio al contrario che è tanto attuale. Un virtuosismo, ma non si capisce il senso. Forse sono troppo poco post-moderna per apprezzare e comunque non ho mai letto/visto le opere a cui fai riferimento. E in ogni caso credo che i racconti debbano avere un messaggio. L'arte per amore dell'arte mi lascia freddina.

Non direi che è montato al contrario. Diciamo che la sequenza cronologica più esatta è (brava a capirlo) V(erde)-B(lu)-R(rosso) – sono i colori dominanti di ciascun pezzo, nominati o richiamati in continuazione –, ma ogni immagine è descritta in modo da poter essere invertita con le altre senza che la storia cambi più di tanto. Non per nulla ho iniziato con R, perché mi sembrava l'introduzione più "forte" e cinematografica (carne, sangue, ossa e frasi ambigue). La B è più dolce (cioccolato, bambini, cielo), di passaggio, ma anche la più importante. La V mostra le premesse, è fredda e rivelatrice, una volta capito il senso.

Mi ricordava un modo di sperimentare coi colori molto in voga nel periodo storico a cui pensavo. Warhol, ad esempio: stessa immagine, colori e sensazioni diverse. Se vuoi il nome di un libro in cui parte della storia procede a ritroso, ti dico Underwolrd di Don Delillo. Sì, mi piace il postmoderno, anche se non sempre lo capisco.

Questo è il primo strato del racconto.

 

La sequenza cronologica, però, non ha importanza *da questo punto di vista* e c’è un perché.

Uso lo spoiler, perché non voglio costringervi tutti a leggere un discorso abbastanza noioso e che non dovrebbe influenzare il giudizio sul racconto. Certe cose andrebbero intuite, più che spiegate.

 

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Qual è l’unica cosa a non essere mai descritta fisicamente nell’intero racconto? La donna. Cambia l’atteggiamento, cambia il modo d’esprimersi, sappiamo dove va e cosa fa e possiamo anche immaginarcela, ma non la vediamo mai davvero. La faccio specchiare per due volte senza mai dire ciò che vede, ma solo quello che prova. Perché? Perché la storia avviene dal suo punto di vista. Ma non solo: il fatto che il mondo intorno a lei cambi grottescamente di sequenza in sequenza, vuol dire che ci troviamo all’interno della sua mente. Alcune delle cose descritte sarebbero infatti plausibili solo pensandole e cambiano solo perché cambia la prospettiva da cui vengono osservate. E se siamo nella sua mente, è inutile parlare di inizio e di fine, perché il suo pensiero o ricordo sono istantanei. Possiamo quindi giocare, divertirci con le tre scene e scambiarle di posto a piacimento, tanto la storia non muta perché la donna conosce già lo svolgimento.

È come quando leggiamo: in realtà, nel leggere in una lingua a noi familiare, il nostro cervello non vede le lettere in sequenza, ma recepisce la parola nel suo insieme e la riordina in un secondo momento.

So che, detto così, sembra molto cervellotico, ma vi assicuro che è molto più semplice immaginarlo che spiegarlo. Si perde anche un po’ di poesia, nello spiegare. Leggendo il racconto al contrario, comunque, l’ultima frase diventa “Il filmato si riavvolse e ricominciò daccapo, ma lentamente”. Figo, eh?

Il filmato in bianco e nero è ispirato alla prima moviola di calcio trasmessa in italia, ottobre 1967, un mese dopo la messa in onda in Inghilterra di The Prisoner. Gol di Rivera in un derby milanese, convalidato ingiustamente: da lì, il calcio si è rovinato.

 

 

Non ci ho capito un ca**o (non ho mai visto The Prisoner), ma mi è piaciuto lo stesso. E quindi lo voterò. Mi piacerebbe anche capirlo, quindi esigo spiegazioni.

Lo faccio solo per il voto.

 

Trama del telefilm:

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Il tema principale di The Prisoner è, grosso modo, il condizionamento della società sull’individuo. Il protagonista è una spia inglese che dà le dimissioni. Un governo non ben specificato lo rapisce e lo rinchiude in un villaggio da cui è impossibile fuggire. In questo villaggio ci sono, senza che il protagonista capisca mai chi è chi, dei guardiani e dei prigionieri. I prigionieri subiscono continui lavaggi di cervello, sia chimici che psicologici, al fine di fornire informazioni ai guardiani e accettare la nuova vita a cui sono costretti. Ogni persona viene identificata da un numero: il protagonista è Number Six. Chi tenta di spezzarlo (senza successo) e gli impedisce di fuggire (con successo) è Number Two, un ruolo in cui si succedono dopo ogni fallimento varie persone. L’identità di Number One, chi tira le fila di tutto, viene rivelata solo nell’ultima puntata, Fall Out.

In quella puntata viene ripetuta per due volte Dry Bones, la canzone del racconto col suo ticchettio che mi è piaciuto tanto.

 

 

Detto ciò, non è fondamentale conoscere questa sinossi per leggere il mio raccontino amatoriale. Ci sono solo alcune citazioni e viene reinterpretato il tema principale. In realtà volevo solo offrirvi tre sequenze animate, o tre istantanee, e farvele piacere per quello che erano, esteticamente. Se vi sono piaciute, allora va bene così, per me. Tutto il resto, se si capisce è bene, se non si capisce fa nulla. Avessi voluto far capire tutto, non avrei usato allegorie.

 

Ora, se vuoi sapere il perché di ogni singola frase, ti invito a trovartelo da solo, prima. Ma se proprio sei curioso di sapere quanto sono stato perverso, allora leggi lo spoiler contro la mia volontà.

 

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La donna si chiama 9 perché è un 6 (Six) rovesciato, infatti fa l’esatto opposto di 6: decide di consegnarsi e si arrende. Come in The Prisoner, i personaggi sono simbolici.

La donna è l’individuo, l’uomo la società in tutte le sue sfaccettature. Non solo l’autorità, il potere e il governo, come nel telefilm, ma anche la quotidianità della famiglia e della gente comune. Non va vista, quindi, come un qualcosa di negativo e tirannico in assoluto.

La premessa è che la donna sia ribelle o asociale o anticonformista o una semplice e perenne adolescente problematica. È infelice, lo capisce, e decide di “affidarsi” alla società, da cui si è spesso tirata fuori, per ritrovare il benessere, pur sapendo di rinunciare a una parte di sè stessa. Questa premessa è un po’ accennata da qualche atteggiamento nella sequenza V(erde), la sequenza rivelatrice e quindi messa per ultima, ma sarebbe servito più spazio per parlarne.

 

Trama (ordine V-B-R):

La donna entra quindi nello studio dell’uomo, in un ambiente per lei freddo e sgradevole, e non lo vede. Lo identifica per gli oggetti che indossa, dei simboli, non per quello che è. Per lei, tutto è ancora estraneo perché è lei stessa a essere estranea. Allora l’uomo la invita a spogliarsi delle sue scelte personali, i vestiti. Senza i vestiti, nessuno può più giudicarla. Si sente meglio e si piace di più. Dimentica i problemi, dimentica il suo nome, inizia a vedere il corpo e le espressioni dell’uomo perché inizia ad assomigliargli. Vede le mani rassicuranti di un padre, o di un nonno che le offre i dolcetti. Vede il volto di un amico con cui confidarsi. L’uomo le assegna un nome nuovo, illudendola che la scelta del nome sia sua (della donna).

L’ambiente si fà sempre più confortevole e intimo. Il ticchettio della musica, uno stimolo esterno, condiziona ogni movimento. L’uomo la corteggia e lei è felice. La società inizia a offrirle il divertimento, il divertissement, la distrazione dai suoi problemi, a prescindere da quali essi siano. Musica, televisione, sport. Il termine “sangue” viene accuratamente evitato, perché non lo riconosce più per quello che è come all’inizio, prima di entrare nello studio. Manca solo una cosa perché la propria trasformazione mentale sia completa: diventare un tutt’uno con l’uomo. A quel punto viene inglobata, fagocitata dalla società. Le entra in circolo.

Hence (come direbbe Tarantino dopo la spiegazione di Like a Virgin)… viene mangiata.

 


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StarkfromJugoslavija
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StarkfromJugoslavija
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Inviato il 06 gennaio 2010 23:38

pur con tutti i miei limiti espressivi e la mia poca dimestichezza con la scrittura. Una schifezza, insomma,

 

Ne sei sicuro?? ;)

Forse la tua e solo poca autostima.

A me il tuo racconto è piaciuto veramente molto. E' decisamente avantguardistico e surreale, una perla, anche se non dalla sfericità perfetta (chissà se esistono le perle triangolari? ;) ).

Detto questo, penso che ora andrò alla ricerca di questa meravigliosa serie. Divagando un po' ora mi è venuta in mente una canzone degli Iron Maiden che si intitola proprio The Prisoner e inizia con un dialogo che penso sia tratto proprio dalla serie. Per chi è interessanto posto un link: Iron Maiden-The Prisoner


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lysmaya
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lysmaya
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Inviato il 06 gennaio 2010 23:59

Alloira, intanto complimentissimi a ilyn Payne... Scritto davvero bene, molto bello... E dopo le spiegazioni (tutte le spiegazioni) diventa ancora più bello...

Appena letto il riferimento a "The Prisoner", pur non conoscendo la storia, anche a lei è subito venuta in mente la canzone dei Maiden ( ;) )!

E poi, un bentornata a Nymeria Sand...

In effetti tutti gli appunti che ti son stati fatti sono più che condivisibili...

La Dama, comunque, non aveva intuito che fosse un vero e proprio vampiro: pensava avesse solo "sete di vendetta", e il suo bere il sangue della vittima fosse un gesto di spregio, o anche solo dettato dalla fame...

Bello comunque...

Ah, la Dama spera, comunque, di non averti infastidito col suo brano, visto che comunque ti ha imbarazzato... E' stata un po' titubante, in effetti, non sapeva se sarebbe potuto risultare eccessivo...

Ehm, ;) giusto per sapere... Lemon?

 

P.S.: Mi scuso per non avere postato il mio pezzo, ma in questo periodo ho una relazione epistolare con una grafomane. Forse riuscirò a scriverlo nei prossimi giorni, nella fase di votazione - tanto il mio brano sarebbe in ogni caso fuori concorso.

 

Nonostante la "celestiale corrispondenza d'amorosi sensi", come avrebbe detto una vecchia professoressa della Dama, qui si è impazineti di leggere il tuo brano!


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StarkfromJugoslavija
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Inviato il 07 gennaio 2010 0:08

Stark from Jugoslavija: mi piace molto l'atmosfera, si può quasi sentire la neve e l'odore degli alberi. mi dispiace che tu abbia dovuto tagliare.

 

;) Grazie, così mi commuovi... Allora penso che tu sarai una delle poche a cui piacerà la versione integrale.

Venendo al tuo racconto devo dire che mi ha piacevolmente coinvolto, complice l'atmosfera molto ben definità. Al di là di piccole pecche come quelle già citate e questa qui che mi è suonata male rileggendola, “Ero quasi riuscito ad ucciderti, figlio del demonio...” riuscì a gracchiare con voce colma di disprezzo., l'ho trovato ben scritto e orchestrato. Mi è piaciuto il fatto che la trama si sveli lentamente durante la lettura, quasi costingendo il lettore a "scartare" un'informazione per volta; infatti per comprendere a fondo il tutto ho dovuto rileggere il racconto una seconda volta, ma non è stata la stessa cosa.

Inoltre i catari mi sono sempre stati simpatici! ;)

 

Devo dire che fino a ieri avrei optato per un singolo voto visto che i racconti di questo contest sono pochi, ma dopo le ultime pubblicazioni sono più che indeciso.

 

Nonnino, ma quando lo leggeremo il tuo racconto?? Sono proprio curioso <img alt=" />

 

qui si è impazineti di leggere il tuo brano!

 

Appunto! Chiedo scusa alla Dama ma non avevo letto il suo commento quando ho postato <img alt=" />


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Tyrion Hill
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Tyrion Hill
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Bannato
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Inviato il 07 gennaio 2010 0:35

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Qual è l’unica cosa a non essere mai descritta fisicamente nell’intero racconto? La donna. Cambia l’atteggiamento, cambia il modo d’esprimersi, sappiamo dove va e cosa fa e possiamo anche immaginarcela, ma non la vediamo mai davvero. La faccio specchiare per due volte senza mai dire ciò che vede, ma solo quello che prova. Perché? Perché la storia avviene dal suo punto di vista. Ma non solo: il fatto che il mondo intorno a lei cambi grottescamente di sequenza in sequenza, vuol dire che ci troviamo all’interno della sua mente. Alcune delle cose descritte sarebbero infatti plausibili solo pensandole e cambiano solo perché cambia la prospettiva da cui vengono osservate. E se siamo nella sua mente, è inutile parlare di inizio e di fine, perché il suo pensiero o ricordo sono istantanei. Possiamo quindi giocare, divertirci con le tre scene e scambiarle di posto a piacimento, tanto la storia non muta perché la donna conosce già lo svolgimento. [...]

 

 

Molto, molto acuto. Molto, molto intelligente. Ilyn, mi hai molto impressionato. Tu hai capito un sacco di cose. E le sai pure mettere in pratica...

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La donna si chiama 9 perché è un 6 (Six) rovesciato, infatti fa l’esatto opposto di 6: decide di consegnarsi e si arrende. Come in The Prisoner, i personaggi sono simbolici.

La donna è l’individuo, l’uomo la società in tutte le sue sfaccettature. Non solo l’autorità, il potere e il governo, come nel telefilm, ma anche la quotidianità della famiglia e della gente comune. Non va vista, quindi, come un qualcosa di negativo e tirannico in assoluto.

La premessa è che la donna sia ribelle o asociale o anticonformista o una semplice e perenne adolescente problematica. È infelice, lo capisce, e decide di “affidarsi” alla società, da cui si è spesso tirata fuori, per ritrovare il benessere, pur sapendo di rinunciare a una parte di sè stessa. Questa premessa è un po’ accennata da qualche atteggiamento nella sequenza V(erde), la sequenza rivelatrice e quindi messa per ultima, ma sarebbe servito più spazio per parlarne.

 

Trama (ordine V-B-R):

La donna entra quindi nello studio dell’uomo, in un ambiente per lei freddo e sgradevole, e non lo vede. Lo identifica per gli oggetti che indossa, dei simboli, non per quello che è. Per lei, tutto è ancora estraneo perché è lei stessa a essere estranea. Allora l’uomo la invita a spogliarsi delle sue scelte personali, i vestiti. Senza i vestiti, nessuno può più giudicarla. Si sente meglio e si piace di più. Dimentica i problemi, dimentica il suo nome, inizia a vedere il corpo e le espressioni dell’uomo perché inizia ad assomigliargli. Vede le mani rassicuranti di un padre, o di un nonno che le offre i dolcetti. Vede il volto di un amico con cui confidarsi. L’uomo le assegna un nome nuovo, illudendola che la scelta del nome sia sua (della donna).

L’ambiente si fà sempre più confortevole e intimo. Il ticchettio della musica, uno stimolo esterno, condiziona ogni movimento. L’uomo la corteggia e lei è felice. La società inizia a offrirle il divertimento, il divertissement, la distrazione dai suoi problemi, a prescindere da quali essi siano. Musica, televisione, sport. Il termine “sangue” viene accuratamente evitato, perché non lo riconosce più per quello che è come all’inizio, prima di entrare nello studio. Manca solo una cosa perché la propria trasformazione mentale sia completa: diventare un tutt’uno con l’uomo. A quel punto viene inglobata, fagocitata dalla società. Le entra in circolo.

Hence (come direbbe Tarantino dopo la spiegazione di Like a Virgin)… viene mangiata.

 

 

Contro la tua volontà ho letto (come hanno fatto tutti). Per me sei un genio. Vorrei conoscerti. Devo parlare con te, è urgente. Insegnami a vivere, ti prego! <img alt=" />

 

Dimmi almeno quanti anni hai...

 

 

pur con tutti i miei limiti espressivi e la mia poca dimestichezza con la scrittura. Una schifezza, insomma,

 

Ne sei sicuro?? ;)

Forse la tua e solo poca autostima.

 

Io direi falsa modestia... ;)(Nonno invidioso...)

 

Nonnino, ma quando lo leggeremo il tuo racconto?? Sono proprio curioso <img alt=" />

 

Nonno: non nonnino... <img alt=" />

 

Forse manderò il mio racconto nei prossimi giorni (ma non è più su pesce grande mangia pesce piccolo...)



AryaSnow
Assassina al servizio della Barriera
Guardiani della Notte
17764 messaggi
AryaSnow
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Guardiani della Notte

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Inviato il 07 gennaio 2010 8:58

Ma ci sono cose che cambierei ancora, ogni volta che lo rileggo.

Succede sempre così ;)

 

Comunque, la spiegazione finale riguardante riguardante il significato del racconto è molto interessante, così come il gioco dei colori. Che la tipa non venga mai descritta fisicamente è cosa sacrosanta proprio per il motivo che hai detto.

Continua a non convincermi la scelta di invertire l'ordine delle scene. Non mi sembra che quelli spiegati da te siano motivi sufficienti per farlo (la maggior parte delle storie, se per questo, vengono narrate dal PdV di un personaggio). Mi dà quindi l'impressione di aggiungere difficoltà e confusione inutilmente.


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Ilyn Payne
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Ilyn Payne
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Inviato il 07 gennaio 2010 17:48

Continua a non convincermi la scelta di invertire l'ordine delle scene. Non mi sembra che quelli spiegati da te siano motivi sufficienti per farlo (la maggior parte delle storie, se per questo, vengono narrate dal PdV di un personaggio). Mi dà quindi l'impressione di aggiungere difficoltà e confusione inutilmente.

Insisto: le scene non sono state invertite. Lo so che alcune parti potevano essere più chiare o intuitive (infatti avrei voluto sentire più critiche - non che non mi piacciano i complimenti!), ma ci tengo a dire che ogni scelta è ragionata.

 

Nelle mie intenzioni, le scene sono tre immagini messe a formare un cerchio. In una, un uomo e una donna "cenano". In un'altra, un uomo e una donna approfondiscono la loro conoscenza. In un'altra ancora, una donna esce da uno studio, e ne entra un'altra, dove incontra un uomo.

Le donne sono due. Oppure è la stessa persona, talmente cambiata da non riconoscersi più. Non ha importanza, è tutto allegorico. L'importante è che entrambe vivano la stessa situazione in un evento ciclico, infinito e istantaneo come un ricordo. Il racconto è una ruota chiusa, ci metti un criceto e ce lo fai correre all'infinito, intrappolato (come la canzone, messa alla fine per ricollegarti all'inizio).

Se leggi il testo della canzone, noterai che ha lo stesso andamento. Prende spunto da un passo della Bibbia (sempre il solito Ezechiele :-P), ma si trasforma in una filastrocca sulle ossa del corpo umano. Parte dalla punta del piede e arriva fino alla testa; arrivati alla testa, fa tutto il percorso al contrario sino alla punta del piede. Ma nè il piede nè la testa sono l'inizio o la fine. Sono due semplici estremità.

 

La scena B è ambigua per questo:

La donna si sente priva di una parte di sè: possono essere i vestiti, o la propria carne.

Sente un ticchettio: la canzone al giradischi, o la penna sulla scrivania.

Guarda una finestra chiusa con bimbi che giocano a pallone: può essere il televisore di prima, trasformato, o una semplice finestra.

L'uomo posa un oggetto: la penna, o una posata.

E non sentiamo neanche qual è il numero preferito della donna.

 

Certamente, se vuoi ricostruire gli eventi in maniera razionale, come ha fatto Nymeria, allora devi immaginare che la donna mangiata, a un certo punto della propria vita, entri nello studio. E ti accorgi che la storia regge anche al contrario o ripartendo da R. Nello spiegare la trama, è meglio partire da V. Senza dubbio. Nel raccontare la storia, però, V deve stare alla fine, altrimenti il cerchio si spezza.

 

E dire vi avevo anche avvisato: drogatevi, prima di leggere -__-''


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Tyrion Hill
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Tyrion Hill
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Inviato il 07 gennaio 2010 18:15

Grandissimo Ilyn! ;)


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Ser Lostdream
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Ser Lostdream
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Inviato il 07 gennaio 2010 21:47

Dodicesimo contest di Scrittura: Mangiare

 

I bambini hanno fame

 

 

I bambini hanno fame.

Bam! Bam! Bam!

I colpi andavano avanti da giorni, ma la signora Francine non si era ancora abituata all’insistente picchiare sulla porta della cameretta.

Suo marito, Steve, non aveva resistito e se n’era andato dopo due giorni dall’incidente.

Bam! Bam! Bam!

Ancora. Francine lasciò cadere la cesta piena di patate gemendo. Il cuore le batteva all’impazzata. La mente gli ordinava di piangere, gli occhi si rifiutavano: Le lacrime erano finite.

“Aspettate bambini” la voce rotta da un singhiozzo “Aspettate solo un altro po’, la mamma vi sta preparando una cena bella sostanziosa”.

Bam! Bam! Bam!

“Ancora poco” questa volta le parole le uscirono in un sussurro.

Francine, rassegnata, si chinò a raccogliere le patate e a riporle nel cesto.

 

“Un po’ di prezzemolo, sale” la donna si allungò in punta di piedi per prendere dal ripiano più alto della credenza altre spezie “aglio e…. pepe. Perfetto!”.

Mentre condiva il contorno un timido sorriso le illuminò il viso: “I miei ragazzi saranno entusiasti”.

Una volta messo in forno la teglia non le restava che preparare anche l’insalata e apparecchiare la tavola. Doveva essere tutto perfetto.

Poco più tardi canticchiava mentre versava olio e spezie per condire la carne nella vasca da bagno al piano di sopra. Si sentiva più rilassata e anche i bambini sembravano essersi calmati visto che i rumori della cameretta erano diminuiti.

Quando tutto fu pronto, si spogliò e vi s’immerse.

La sensazione dell’olio sulla pelle le diede una sensazione strana e dopo pochi minuti il peperoncino iniziò ad irritarle la pelle.

Probabilmente tutta quell’attenzione non sarebbe stata necessaria, ma Francine aveva sempre adorato i lavori fatti bene, così chiuse gli occhi e provò a resistere il più possibile.

 

Lei era pronta.

La tavola era pronta.

Bam! Bam! Bam!

I colpi avevano ricominciato, diventando sempre più insistenti.

Francine diede un’occhiata al forno per vedere se le patate erano pronte e il profumo le fece venire l’acquolina in bocca. Per un attimo prese in considerazione l’idea di mangiarne una, ma subito ci ripensò.

“Ragazzi, tra poco la mamma apre la porta. Di sotto vi aspetta la cena” le parole faticavano ad uscire davanti a quella porta. In risposta i soliti colpi dati al legno dalle piccole mani.

Francine scese e si sdraiò sul tavolo tra i piatti, facendo attenzione a non rovesciare nulla. Prese tra la corda che avrebbe aperto la porta dei quattro figli e per un attimo si ritrovò ad esitare mentre il ricordo dell’ultima discussione avuta con il marito le rimbombava nella testa.

 

“Santo cielo Francine! Quelli non sono più i nostri figli” le mani strette sulle spalle, lo sguardo disperato fisso su di lei “Sono diventati come loro. Hai sentito anche tu quello che hanno detto in televisione”.

“Sono sempre i nostri figli!”.

“Se ne sono andati” la voce dell’uomo venne rotta dal pianto “Devi lasciarli andare ed io devo fare l’unica cosa sensata in questa situazione di me**a”.

Steve si allontanò da lei e si avviò su per le scale impugnando il grande fucile da caccia. I passi erano lenti e distesi, uno scalino alla volta.

In quel momento dentro Francine si ruppe qualcosa e capì che non sarebbe mai più potuta tornare indietro. Afferrò la prima cosa che le capitò tra le mani, un vaso in porcellana, e lo scagliò contro il marito: lo mancò.

Il colpo del vetro frantumato contro la parete scosse l’uomo più di quanto avevano fatto le urla e le lacrime della moglie.

“Sono sempre i miei figli!” urlò Francine “Sono sempre i miei bambini!”

L’uomo si voltò verso di lei e non riuscì a dire nulla, semplicemente se ne andò e Francine non lo rivide più.

 

“Sono sempre i miei figli” ripeté la donna stringendo più forte la corda “E i miei bambini hanno fame”

Tirò con forza e la porta di sopra si spalancò.

I colpi erano finiti. Un rumore di passi in corridoio e poi finalmente li vide che correvano verso di lei scendendo di corsa le scale.

“Venite piccoli” le braccia protese, come volesse abbracciarli “Vi voglio bene”.

Un morso alla gamba e uno al braccio.

Francine si trattenne dall’urlare e ben presto non poté fare più nulla.

Era morta come i suoi ragazzi.



Neshira
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Neshira
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Inviato il 07 gennaio 2010 21:52

Mi fa davvero piacere, grazie. Ma non scherzavo nel dire che ho poca dimestichezza: l’ultimo mio “racconto” (in realtà uno dei primi), risale a un po’ di tempo fa e credo l’abbiano letto solo Mornon, Neshira e qualcun altro, e parlava di un Euron Greyjoy che, da bravo capitano, sacrificava il suo esercito per salvarsi il c**o. Non so neanche se esiste ancora :-)

 

Veramente hai solo sparato idee a raffica in chat alle tre del mattino ma il risultato completo non si è mai visto. Ora che SO che esiste e che non l'hai 'pubblicato' potrei votare Nymeria solo per questo ;)

 

a proposito, sono andata a ripassare un po' di informazioni spicciole su catari e, dopo, l'atmosfera del racconto sembrava ancora più 'giusta'. Eppure su di loro hai messo solo un paio di righe...suggestione? ;)

Però mi sembra comunque un merito.


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lysmaya
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Inviato il 07 gennaio 2010 22:03

Dunque, la Dama riconosce di partire prevenuta nel suo giudizio, e le spiace, ma per quanto ben scritto, il brano di Ser Lostdream proprio non incontra i suoi gusti... Dopo due anni e mezzo col Cavaliere che mangiava pane e zombi, ne ha decsiamente fatto indigestione (complice anche il fatto che lei è una fifona di prima categoria, su certe cose, e, sebbene non le fosse mai capitato prima, a furia di sentire Lord Mortarion citarli a pranzo, cena, merenda e colazione, ormai, 9 volte su 10, quando ha un incubo, ci sono gli zombi).

Tolto questo, che è un deficit suo e di cui il brano non ha alcuna colpa, il pezzo in sè non è affatto male...

Ci sono però un paio di errori...

"La mente gli ordinava"... La mente di Francine, giusto? dunque "LE" ordinava: "gli" è maschile...

"Una volta messo in forno la teglia"... Anche qui, al femminile, "MESSA"...

E poi, devi aver saltato un "le mani" quando prende la corda... La Dama ha riletto tre volte la frase per capire cosa si era persa...

Ma a parte questo, è bello, davvero...



Neshira
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Inviato il 07 gennaio 2010 22:22

Ah, mi ero persa l'ultimo.

Bello bello ^^. Un altro di quelli che aspettavo. Il terzo non arriva ma che abbondanza...

Ha ragione la dama però, ci hai abituato troppo bene per inserire delle sviste del genere ora ;).

Um, un altro racconto che senza titolo potrebbe essere interpretato più come 'fame' invece di 'mangiare', parlando di mostri sarà normale...


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AryaSnow
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AryaSnow
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Guardiani della Notte

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Inviato il 07 gennaio 2010 22:24

Ilyn Payne: capisco... abbastanza figo dai^^ Non so fino a che punto una cosa così "incasinata" incontri il mio ideale di letteratura (nel senso: una volta che lo spieghi non è così incasinato da capire, ma è difficile capire il senso di tutto ciò leggendo e basta) e fino a che punto ritenere necessario tale "casino", ma è interessante e per me in ogni caso il tuo è di gran lunga il brano migliore di quelli che ho letto in questo contest.

 

(infatti avrei voluto sentire più critiche - non che non mi piacciano i complimenti!).

E sarei troppo morbida persino io? Oh, se proprio ci tieni rileggo e ti faccio critiche più particolareggiate ancora ;) Ma penso che sarebbero grossomodo già cose ad un livello più "approfondito"...

 

Ser Lostdream: Ho avuto l'impressione che nello scrivere questo brano tu sia stato un po' frettoloso. Ci sono alcuni difetti davvero bruttini...

Ho notato le cosine che ha detto lysmaya e poi:

La sensazione dell’olio sulla pelle le diede una sensazione strana e dopo pochi minuti il peperoncino iniziò ad irritarle la pelle.

 

“Ragazzi, tra poco la mamma apre la porta. Di sotto vi aspetta la cena” le parole faticavano ad uscire davanti a quella porta.

Poi qualche altra cosa, ma queste sono quelle proprio gravi...

Diciamo che la scrittura sarebbe stata piuttosto pulita senza queste cose principali.

 

La storia è carina (più che per gli zombie in sè, per il rapporto madre-figli espresso), anche se non particolarmente originale e sinceramente avevo già previsto e capito tutto nel momento in cui lei si è infilata nell'olio ;)

 

PS: Neshi, non ti stai fissando veramente troppo con questa storia del tema? Vabbè, ognuno ha i suoi criteri :-P


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lysmaya
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Inviato il 07 gennaio 2010 22:35

PS: Neshi, non ti stai fissando veramente troppo con questa storia del tema? Vabbè, ognuno ha i suoi criteri :-P

 

Be', dal momento che una delle regole del contest è scrivere brani che siano in tema, il rientrare in tale parametro è quasi fondamentale... Poi, per carità, ognuno ha i suoi gusti e decide in base a ciò che reputa importante, ma se il tema non fosse la base da cui partire, tanto varrebbe postare semplicmente racconti sul primo argomneto che viene in mente...

Una delle "difficoltà" dei contest (e uno dei suoi pregi maggiori, secondo la Dama", è proprio il doversi confrontare con un tema, e trovare una storia che vada bene per QUEL tema, non adattare qualcosa per farlo rientrare nel contest, a forza o quasi...

Anche per la Dama vedere quanto un racconto riesce a dare "un'anima" all'argomento scelto è uno dei criteri su cui basa la sua scelta... uno di quelli basilari...


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Ser Lostdream
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Ser Lostdream
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Inviato il 07 gennaio 2010 22:40

Purtroppo malgrado la durata del contest é stata più lunga del solito, ho potuto scoprire il tema solamente tardi poiché in vacanza non avevo internet... E ho dovuto fare parecchia fatica per trovare un'idea da scrivere... E sono caduto nell'orribile tantazione della non-rilettura... e come già mi avete fatto notare il risultato in termini di scrittura é stato abbastanza brutto ;)

 

Il principale problema comunque era appunto cercare di restare il più possibile sul tema del mangiare.. perché tutto quel che mi passava per la testa era solo rivolto alla fame, spero di non essere andato troppo fuori tema quindi...

 

In ogni caso, non voglio giustificare nulla: Gli errori che mi avete segnalato sono davvero gravi!

 

 

 

P.S. W gli Zombie ;)


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