Sto scrivendo e posterò nei prossimi giorni, credo.
Ma solo se...
mi votate tutti
Il mio racconto, invece, è a un passo dall'aborto: riscritto varie volte, sempre cestinato. E dire che ho scelto questo tema apposta.
Eh beh,succede...spesso quando si hanno tante idee poi non se ne cava un ragno dal buco! " />
Poi magari quando meno te l'aspetti viene l'idea giusta! " />
Hai il mio voto.Sto scrivendo e posterò nei prossimi giorni, credo.
Ma solo se...
mi votate tutti
L'hai promesso a un po troppe persone sto voto, Nonnino...hihihih " />
Per l'ultima volta: l'unico titolo che mi spetta è Nonno: è già tanto che ve lo concedo. Nonnino, vegliardo, nonnetto... no, non va. " />
Se non rispetterete questa regola, il Nonno saprà come realizzare la sua terribile vendetta. " />
ok........ " /> Nonno Tyron allora...
Eccomi, con un giorno di ritardo " />
AryaStark: che crudeltà! Devo dire che senza un finale del genere sarebbe stata solo una storia ben scritta e noiosa. Per fortuna non lo è stata. Complimenti.
Erin: Molto buono. Percepivo molto bene la caratterizzazione del personaggio e il POV è ottimo. L'unica cosa forse è che lo scontro mi è sembrato un po' lento, ma su questo non posso darti alcun consiglio " />
In conclusione, brava ma... mannaggia a te, ora mi vengono in mente solo idee che terminano col concetto "è solo un gioco"!
Ci dovrò pensare ancora un po', altrimenti questa volta farò solo da spettatore.
Tyrion Hill: che dire? io stavo ancora aspettando il racconto sul "pesce grosso che mangia il pesce piccolo". La "bottiglia che gira" non mi ha convinto, non tanto per lo stile di scrittura un po' povero quanto per come hai esposto l'argomento. Sono sicuro che potevi fare di meglio. " />
Ora che noto questi tre racconti hanno tutti una cosa in comune: il finale. Tutti hanno un finale che in quaòche modo cerca di spiazzare il lettore. Coincidenza dovuta, secondo me, al teme proposto.
hola, è la volta che torno a partecipare anch'io " />
brano pronto, devo solo tagliare un migliaio di caratteri. Il limite è rimasto a 5000 caratteri o mi son dimenticata qualcosa?
Edit: controllato, dovrebbero essere 5000, brano tagliuzzato e si posta " />
Contest di scrittura creativa: il gioco
Hai impegni per il resto dell'eternità?
Sbaglia chi pensa che gli dei siano onniscienti: essi sanno molte più cose di un mortale solo perché hanno tutta un’eternità per imparare. Così Marfet vaga tra i mondi, perché ha bisogno di nuove cose da scoprire e da apprendere. Durante uno dei suoi viaggi incontrò Nanuk, che era di Aleara; cosa ne sia stato di quel mondo o se esso esista ancora non lo so e non ha importanza. Nanuk era un esperto di giochi di strategia, conosceva e padroneggiava tattiche e regole di almeno un centinaio di giochi diversi, e provenienti dai più disparati angoli dei mondi centrali. Si diceva che nessuno fosse mai riuscito neanche a pareggiare una partita con lui. Marfet gli propose uno scambio: Nanuk avrebbe condiviso i suoi segreti e le sue tattiche, e avrebbe creato un nuovo gioco apposta per lui; in cambio avrebbe ricevuto un semplice e danaroso incarico.
Nanuk accettò; era curioso, e poi non conviene contraddire un dio: Marfeat ha fama di giocatore leale, ma con gli dei non si scherza.
Fu così che Nanuk iniziò a lavorare per Marfet: il suo negozio comparve una notte nel bel mezzo della principale città di Aleara; ben presto la sua fama varcò i confini del pianeta, e clienti o semplici curiosi arrivavano da ogni angolo dell’universo. All’apparenza poteva sembrare un negozio qualunque, con Nanuk a servire i clienti e Marfet chiuso nel retrobottega a creare gli oggetti da vendere, ma erano una merce ben strana: in quel piccolo negozio venivano creati demoni custodi, esseri che una volta legati a un proprietari gli assicurano un’innaturale longevità e altri poteri straordinari.
Ma se era insolito ciò che vendeva, ancora di più era il pagamento richiesto: che se ne farebbe un dio del denaro? Ciò che chiedeva erano storie: i clienti avrebbero dovuto raccontare a Nanuk dei mondi che avevano attraversato per giungere sin lì, oppure miti e leggende della propria razza; Nanuk se li avesse ritenuti interessanti li avrebbe riferiti a Marfet, e il cliente avrebbe ottenuto il proprio custode.
In realtà Marfet queste storie non le ascoltava, o quasi mai: è raro trovare un abitante delle zone centrali che abbia visitato mondi o sentito storie sconosciute a Marfet. Nanuk cominciò a temere che nella sua merce fosse nascosto qualche inganno, ma vedendo i suoi dubbi Marfet assicurò che no, non era richiesta alcuna fantomatica anima in cambio né era nascosta una qualche maledizione: semplicemente il pagamento era una mera formalità, che preferiva mantenere per evitare che agli abitanti dell’universo venissero in mente assurdi sospetti e non frequentassero il negozio.
E così passarono i secoli, e poi i millenni. Marfet continuava a creare demoni e Nanuk a venderli, col primo che di tanto in tanto spariva per sbrigare “commissioni” e il secondo che tra un cliente e l’altro progettava il nuovo gioco. Nel frattempo Nanuk non poteva morire né invecchiare, perché da patti avrebbe potuto farlo quando fosse terminata la sua collaborazione.
Uun giorno Marfet disse al suo commesso che era giunto il momento di chiudere, liberò i pochi demoni rimasti sugli scaffali e abbandonò il pianeta, portandosi con sé lo stupito Nanuk: qualche tempo prima aveva infatti insegnato a Marfet regole e meccanismi del nuovo gioco che aveva creato per lui, e se anche il negozio non serviva più pensava di aver esaurito i suoi doveri.
Mentre viaggiavano diretti a una zona periferica dell’universo, Marfet spiegò che sì, era soddisfatto del suo lavoro e sì, anche il gioco gli era piaciuto molto, ma aveva un ultimo favore da chiedergli. Come aveva intuito, il maggior problema di un dio è la noia, e oltretutto sono pure pochi gli dei. Serviva quindi che qualcuno inventasse un gioco che richiedesse ragionamento oltre che fortuna, complesso affinchè le partite durassero abbastanza e allo stesso tempo dinamico che garantisse divertimento e rapidità. Quello creato da Nanuk era perfetto, con obiettivi da perseguire conquistando territori e oggetti, armate e abilità estratte a turno con cui gareggiare, nonché un numero massimo di giocatori infinito. Ora, quel che mancavano erano dei a sufficienza che partecipassero, e teoricamente ogni mortale avrebbe potuto diventare un dio; ma se avesse dovuto aspettare che ci arrivassero da soli, sarebbero passati eoni prima di avere una decina di nuovi arrivati; per questo aveva pensato di dare una mano al caso e di distribuire migliaia di demoni custodi in giro per l’universo, sperando che grazie a quell’aiuto dei a sufficienza e in un tempo accettabile sarebbero riusciti ad ascendere. Così era stato, e dopo qualche decina di migliaia di anni c’erano ben quarantasei nuove facce tra le fila degli immortali. Un numero sufficiente per una partita lunga ed emozionante, non trovava?
Erano pronti anche i nuovi pianeti e gli eserciti, mancava solo un arbitro, e chi meglio di Nanuk conosceva il regolamento?
E’ passata un’eternità da allora; interi pianeti e civiltà sono sorti e scomparsi, e loro sono appena alla terza partita.
4966 caratteri caratteri.
Seetharaman Toral: c'e' qualcosa di magico e sognante, nel modo in cui questa storia e' stata raccontata. C'e' anche un po' di Italo Calvino...
Il messaggio e' abbastanza scontato (almeno per me era ovvio che il gioco si mescolasse con, o creasse una, realta'), ma non ha importanza: e' l'atmosfera creata che e' importante. Come al solito i racconti di Seetharaman Toral sono come gli iceberg, il 90% del contenuto e' sotto la superficie delle parole.
Comunque forse il testo si puo' accorciare ancora un po'.
Il messaggio in sè l'ho trovato interessante, personalmente non l'ho nemmeno visto come troppo banale (e la conclusione così non l'avevo prevista).
Sì, anche secondo me più lungo del necessario. Ci sono alcune parole, o anche intere frasi, secondo me inutili. A parte questo, non è che ci siano tanti difetti specifici...
Ti segnalo gli errori di distrazione "Uun giorno Marfet" e "una volta legati a un proprietari gli assicurano", ma non danneggiano tanto il brano^^
Più che altro il modo generale di raccontare la storia mi pare un po' freddo. Una spiegazione distaccata, tranquilla e formale, con periodi lunghi, poco ritmo e soprattutto senza lanciare immagini e sensazioni concrete.
E perché mai? Ognuno l'ha interpretato in maniera diversa, mi sembra.Ora che noto questi tre racconti hanno tutti una cosa in comune: il finale. Tutti hanno un finale che in quaòche modo cerca di spiazzare il lettore. Coincidenza dovuta, secondo me, al teme proposto.
Sul finale a sorpresa, devo dire che è usato molto sin dai primi contest, ma è anche una conseguenza del dover scrivere qualcosa di breve. Magari un contest con tema "niente sorprese alla fine" potrebbe essere una sfida :-)
Ti sei letto tutti i racconti dei 12 contest precedenti? " />Sul finale a sorpresa, devo dire che è usato molto sin dai primi contest.
Quasi tutti, in un mesetto, per addormentarmi la notte :-PTi sei letto tutti i racconti dei 12 contest precedenti?
Per ora il mio preferito è quello sul tradimento, di Tyrion.