Bisogna saperlo fare... " /> Prendi ad esempio "Gioco d'ottobre" di Ray Bradbury (o era Richard Matheson?).
Il racconto sul cenone di Natale nooooo, vi prego :-P
madonna santa che racconto macaberrimo.
Sì.
Tyrion Hill: Ti associ anche sul fatto che non sembra molto in tema?
Ma tu non volevi scrivete un racconto sul pesce grnde che mangia il pesce piccolo? Non mi sembra che il mio sia molto lontano...
Sarebbe stato lo stesso! " />
Per quanto riguarda i nomi degli indiani (termine inapropriato secondo me) morti... Beh non potevo chiamarli indiano1, indiano2, indiano3, indiano4,
Quindi il problema è marginale. Meglio mettere dei nomi carini allora
Non ho certo nè il tempo nè la voglia di tenerti "lezioni" sul processo creativo o sulla stesura di una trama adatta alla lunghezza assegnata per un racconto (e poi ci sono tanti manuali di scrittura creativa, in giro)! " />
Come sei cattivo! " />
Scherzo, non ti ho chiesto affatto lezioni solo qualche consiglio, dato che il contest è nato appunto per scambiarci consigli cui nostri elaborati.
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AryaSnow: Grazie di essere stata così "terribile"!
Solo un appunto: Notte nei Capelli è il nome proprio di uno degli indiani quindi non ci va l'articolo davanti.
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Sì vabbè lo so, ho sbagliato a riscrivere... il punto da far notare lì era un altro " />
Beh, aspetta... Prima devi leggere il racconto, e poi giudicare se è in tema o no. Ad esempio, una storia di un pescione che arriva, nuotando, poi vede un pesce piccolo, e se lo mangia, non solo sarebbe deludente ma non sarebbe in tema. Lo so che a prima vista potrebbe sembrarti assurdo, ma è quello che ho scritto in un mio messaggio precedente: per fare un racconto fantasy non basta mettere i draghi al posto dei cavalli. Cioè, dire che "ci sono i draghi, allora è fantasy", è decisamente ingenuo. Ne segue che non basta che ci sia qualcuno che "mangi" per dire che un racconto è sul tema "mangiare".Ma tu non volevi scrivete un racconto sul pesce grnde che mangia il pesce piccolo? Non mi sembra che il mio sia molto lontano...
Per fare un altro esempio (oh, come sono prolisso), se tu scrivi una storia in cui un uomo e una donna escono la sera, e descrivi il gioco di seduzione, ecc., non basta osservare che la scena si svolge in un ristorante per affermare che è in tema con "mangiare".
Un racconto è sul tema dato se e solo se il tema è assolutamente centrale per quel racconto (idealmente, anche se venisse tolto il titolo, un lettore direbbe che "questo è un racconto sul 'mangiare').
Ma come ragioni, scusa? Se due cose sono uguali, questo implica che sono tutte e due buone? Magari sono tutte e due ugualmente cattive. E in questo caso lo sono, secondo me.Quindi il problema è marginale. Meglio mettere dei nomi carini allora " />Sarebbe stato lo stesso! " />
Per quanto riguarda i nomi degli indiani (termine inapropriato secondo me) morti... Beh non potevo chiamarli indiano1, indiano2, indiano3, indiano4,
No, l'aveva intesa in altro modo...
L'utilizzo di nomi propri mi rendeva più facile la descrizione delle azioni. Diventa molto più difficile la descrizione di cose o persone, o le loro azioni, se queste non hanno nomi o ne hanno di generici.
E giusto per inaugurare bene l'anno, ecco qui il racconto della Dama, sperando che incontri i gusti anche dei vostri palati...
Dodicesimo Contest di Scrittura: Mangiare
Il Demone fissò con desiderio la donna stesa sul suo letto, mangiandola con gli occhi, bevendo ogni curva del suo corpo non più nascosto da inutili indumenti, pregustando l’istante in cui l’avrebbe assaporata.
Non c’era paura negli occhi di quell’umana, benché sapesse cosa la attendeva; il suo sguardo emanava solo la voglia di poter finalmente soddisfare una fame che si portava dentro da tempo, consumandola.
Non era stato poi così difficile sedurla: si era incarnato nel corpo di un uomo piuttosto attraente; una cena romantica, qualche trucco da diavolo e lei gli aveva presto schiuso la sua anima, e a breve avrebbe fatto altrettanto col suo corpo…
Si avvicinò a lei, sentendo tutti gli appetiti di quel corpo in cui si era insinuato risvegliarsi prepotentemente. Persino l’odore che emanava da lei gli faceva venire l’acquolina in bocca: la sua pelle profumava di frutta, i capelli odoravano di mandorle e miele, il suo alito aveva ancora la fragranza delle fragole col vino che avevano mangiato insieme per dessert.
Si chinò sulla sua bocca, assaggiando la calda morbidezza della lingua tra le labbra, mentre le sue mani le carezzavano i fianchi, lisci e seducenti come la pelle di una pesca appena colta, ancora tiepida per i raggi del sole che l’avevan fatta maturare.
La passione che lei metteva in quel bacio era la stessa con cui a cena aveva addentato il succulento boccone d’arrosto che lui le aveva offerto dalla punta della forchetta, gli occhi socchiusi a sottolineare l’evidente piacere che le procurava.
Il Demone fece scivolare il suo viso verso il collo di lei, mordendolo con gusto, sentendo palpitare sempre più velocemente il suo cuore… Per un istante desiderò lacerarle la pelle per gustare il sapore del suo sangue, ma si trattenne: non voleva farle del male, voleva darle piacere, e divorarla.
Nel momento in cui lui affondò il viso tra i suoi seni, dalle labbra della donna sfuggì un gemito, intenso e voluttuoso, che lo spinsero a lambir le rosse aureole dei suoi capezzoli, così simili a dolci ciliegie disposte ad arte sulla sua pelle ambrata come il caramello.
Ogni parte del suo corpo aveva un sapore differente, e il Demone fu contento di non aver ascoltato il suggerimento che lei gli aveva dato: “Porta della panna, o del cioccolato, da spalmarmi addosso: sentirai come posso essere dolce e appetitosa”, aveva detto con malizia e bramosia. Ma lui aveva rifiutato, voleva gustarla al naturale, senza doversi sforzare di riconoscere il gusto della donna.
Le dita di lei si muovevano con crescente eccitazione tra i suoi capelli, massaggiandogli la testa, come se stessero preparando con passione l’impasto per qualche dolce afrodisiaco.
Lui le prese una mano e se la portò alle labbra, iniziò a succhiarle lentamente un dito dopo l’altro, mordicchiandole i polpastrelli, percorrendole con la lingua le linee che segnavano il suo palmo.
D’un tratto un nuovo seducente aroma si levò dal corpo di lei, e il Demone si accorse che finora aveva gustato solo l’antipasto di tutto ciò che quella donna poteva offrirgli.
Sentì le cosce di lei aprirsi con deliberata lentezza, come se volessero invitarlo ad un segreto e più eccitante banchetto. Senza alcuna esitazione il Demone tuffò il viso verso il suo ventre, per assaggiar la sua più intima passione: schiuse le labbra, bevve ogni stilla della sua eccitazione, degustando il suo piacere come fosse il più pregiato dei liquori. E proprio come un liquore, sentì quel sapore andargli alla testa, smuovere qualcosa nel suo corpo, risvegliando in lui una fame che mai avrebbe pensato di poter provare.
Risalì sul suo corpo, leccando, mordendo ed assaggiando ogni centimetro di pelle che gli si parava davanti, gustando con avidità quel corpo che gli veniva concesso così liberamente, come un invitante pasto su di una tavola riccamente imbandita.
Aderì alla pelle della donna, lasciandosi inondare da tutti i profumi che emanavano da quel corpo, saziandosi del piacere che provava nel sentirsi completamente fuso a lei.
Vedeva riflesso sul suo viso la stessa voglia che divorava le sue carni e si lasciò docilmente condurre quando lei lo guidò dentro di sè.
Olfatto, gusto e tatto si fusero in una sola potente sensazione mentre il Demone sentiva il movimento dei due corpi uniti, il sapore del lobo del suo orecchio si confondeva col dolce profumo che si sprigionava dal suo collo, amalgamandosi con il freddo tocco dell’orecchino che gli si muoveva tra le labbra.
Nel momento in cui raggiunse il culmine del piacere, sentì la schiena della donna inarcarsi sotto di sé, le cosce stringergli i fianchi, e seppe che anche lei si sentiva appagata e soddisfatta come lui, la sua passione finalmente sazia. In quel momento lasciò che dal suo corpo fluisse la sua anima, insieme all’ultimo spasmo di eccitazione. La divorò, gustandone ogni parte come aveva fatto col suo corpo.
“Gola e lussuria”, si ritrovò a pensare, mentre lentamente anche gli odori di quel corpo ormai svuotato svanivano nell’aria, “senza dubbio i miei peccati preferiti!”.
Lysmaya: davvero un ottimo racconto, molto erotico senza scadere nella volgarità.
Ci sono passaggi assolutamente perfetti, perché usi espressioni nuove (tue), per di più molto efficaci (il calore della pelle spiegato col calore del sole sulla pesca è davvero geniale). Anche la continua rievocazione della cena è molto furba, e quel sentire il suo cuore accelerare i battiti solo attraverso le vene sul collo (senza nominarle - bravissima!!!).
L'unica pecca è che la parola "corpo" è davvero ripetuta troppo spesso (me ne sono accorto però solo a una seconda lettura).
I collegamenti tra sesso e cibo mi sembrano curati e riusciti e anche e me è piaciuto più di tutto il paragone con la pesca. Di difetti, a parte la ripetizione davvero eccessiva di "corpo", c'è un uso eccessivo delle parole sua/di lei/suo (anche quando non serve) e qualche altra parolina superflua.
Poi, forse qui c'è un errore...
Non c’era paura negli occhi di quell’umana, benché sapesse cosa la attendeva; il suo sguardo emanava solo la voglia di poter finalmente soddisfare una fame che si portava dentro da tempo, consumandola.
Immagino che fosse la fame a consumare la tipa, non viceversa. Quindi mi sembra grammaticalmente scorretto dire "consumandola", perchè il soggetto che consuma dovrebbe essere lo stesso soggetto della frase precedente ("una fame che lei si portava dentro da tempo").
O ho capito male io? " />
Però, come ho già detto, il brano è riuscito rispetto al suo intento, anche se non è il mio genere. I tuoi racconti che fanno più per me sono quelli che non sono interamente costituiti dalla lunga descrizione "poetica" di una cosa, ma qui è questione di gusti^^
ok, ci sono più aggettivi e 'ricami' del solito e una cosa del genere la trovo sempre un po' pesante....ma non importa, siamo in periodo cenoni e non quaresima ^^ ^^
questo è uno dei possibili racconti che aspettavo da quando ho letto 'mangiare'. Se arriva anche l'altro ha il mio secondo voto :P
Bello il racconto di Lysmaya...come al solito non mi metterò a scrivere pecche stilistiche o altro...semplicemente,nonostante ci fosse qualcosa che mi disturbava,l'ho trovato comunque piacevole. " />
Soprattutto non sei caduta nella volgarità,come diceva il nostro Grandpa
Ora, che ho recuperato le ore di sonno dell'altra notte, mi sento in condizione di commentare il racconto di lysmaya.
Davvero molto bello! C'è un sapiente uso di aggettivi, similitudini deliziose e poetiche (nulla di meglio per non rendere l'erotismo volgare), e ho trovato alcune sinestesie molto interessanti.
Forse l'unica pecca è che i paragoni tra la cena e l'amplesso li ho sentiti leggermente forzati. Se li hai inseriti, cosìccome la gola nella battuta finale, per un discorso di tema, beh è un po' una delusione, secondo me il racconto avrebbe funzionato benissimo anche senza.
Ti faccio ancora i complimenti! Brava!
Alloira, intanto un grazie a Nonno Tyrion, che le ha dato un paio di preziosi consigli (anche se alcuni la Dama ha preferito ignorarli " /> )
Venendo ai commenti...
In effetti la parola "corpo" ricorre un po' troppo spesso, la Dama se n'è accorta praticamente subito dopo aver postato, per cui, ormai era troppo tardi...
Sul "suo/sua/di lei" il problema era che altrimenti si rischiava di non far capire chi facesse/provasse cosa, o almeno questa era l'impressione della Dama; ha cercato di togliere tutti quelli che le sembravano di troppo, ma tanti è stata quasi costretta a lasciarli...
Sulla frase evidenziata da AryaSnow: forse hai ragione... Alla Dama continua a suonare, le sembra ovvio quale sia l'interpretazione corretta, ma magari è davvero sbagliata... Di preciso non lo sa...
Per quanto riguarda gli eccessivi ricami: tra tutti gli ultimi brano postati dalla Dama forse questo è quello che più si avvicina al suo classico modo di scrivere... Di solito cerca di limitarsi, perchè i fronzoli non stanno bene in ogni brano, ma qui le sembrava che non stonassero...
@Metal Duchess: per favore, se hai trovato pecche, o cose che non ti suonano, alla Dama farebbe piacere conoscere la tua opinione: è proprio grazie a questi suggerimenti che si può migliorare...
@Stark from Jugoslavia: in realtà il racconto è partito proprio dalla frase finale; la Dama ha spesso associato gola e lussuria, per cui nel momento in cui ha letto il tema "mangiare" le è subito venuta in mente l'ambientazione erotica... Inoltre, posta lì in chiusura, voleva anche essere un piccolo omaggio all'ultima frase del film "L'avvocato del diavolo", anche se lì il peccato era differente (la vanità, se non ricorda male)...
Quanto ai paragoni fatti con la cena, in effetti sono solo due: quello delle fragole era funzionale a spiegare perchè l'alito della donna avesse quel profumo, mentre il boccone d'arrosto avrebbe dovuto far intendere come spesso la soddisfazione di un piacere della carne (sia esso culinario, o di carattere sessuale) porta ad esprimere il piacere in modo molto simile...
In ogni caso, la Dama ringrazia per tutti i complimenti (e ovviamente per tutte le critiche " /> )... " />
Lysmaya:a meno di dover utilizzare il testo per un contest serio, non mi sembra il caso di smembrare un racconto. Credo che tutte ste critiche puntigliose ammazzino proprio il testo...Quindi da me non aspettatevi mai analisi alla AryaSnow! " />
Posso dire comunque che il testo mi è sembrato un po pesante nello scorrimento...un po troppo barocco(anche se a dirlo io sembra quasi una bestemmia XD).Troppi aggettivi e metafore.Forse un po forzato.
Ma come ho detto, merita.
Mi è piaciuto molto il racconto di Lysmaya!
Io avevo capito che i due lupi erano i genitori... pensavo fossero licantropi o roba del genere...Ah, una cosa sul mio brano che mi è tornata in mente ora...
Il fatto che si parli di Yara e Nassa, così come il lupo come logo, sono anche cose fondamentali per la trama.
I lupi (due, come le ragazze) arrivano proprio nel momento in cui un malvivente sta per entrare, proteggendole e non mostrando la minima ostilità verso di loro. Questo fatto è dato proprio dal legame tra i lupi e gli Stark, altrimenti la credibilità della storia sarebbe molto più debole (i lupi che scelgono di venire guardacaso quando c'è un criminale, che fanno del male e lui e sono perfettamente inoffensivi con loro...).
Ovviamente è solo una risposta al discorso fatto prima, poi ognuno è libero di farsi piacere/non piacere il brano come gli pare e per il motivo che gli pare " />