La (ex ?) Germania est sta seguendo lo stesso percorso di Ungheria e Polonia : prima un apparente successo nell'entrare negli ingranaggi ue poi il saltar fuori delle differenze piscologiche tra ovest ed est europei che si traducono in : UE cattiva che vuole comandarmi. Per dirla alla Dario Fabbri, il ceppo prussiano della popolazione tedesca sta riemergendo in forze un secolo dopo aver perso il comando della Germania al termine della prima guerra mondiale ed essere stato costretto a fingersi comunista ( ergo non nazionalista) nella guerra fredda.
Non è che sarà la Germania la prima a spaccarsi invece delle più quotate Russia, Spagna e UK ?
Che l'Europa inizi a sentirsi un po' stretta nel post storicismo ?
joramun ha scritto:Euron Gioiagrigia ha scritto:Nessuno condividerà questa splendida notizia, quindi lo faccio io. Chissà come sarebbe vivere in un mondo in cui le spese militari venissero tagliate, dato che come noto la malvagità non risiede nel cuore dell'Uomo che ne fa uso coscientemente ma gli è imposta dallo Stato, e in cui ciascuno potesse vivere "secondo i propri bisogni" (cit.).
Posto che 4 vite salvate e libere sono sempre quattro vite salvate e libere, ed è qualcosa di cui essere felici....la "splendida notizia" sarebbe che per salvarne 4 stanno facendo carne da macello di un'intera popolazione da 6 mesi?
Su Bandecchi si può pure essere d'accordo (con joramun e non con euron). Ma come *AUTOCENSURA* si fa a insinuare che nel precedente post la felicità fosse per il massacro dei palestinesi. Meravigliose vette di tendenziosità. Meravigliose nel senso di disgustose, se ci si mette a fare sti giochini da troll persino su eventi così terribili.
osservatore dal nord ha scritto:La (ex ?) Germania est sta seguendo lo stesso percorso di Ungheria e Polonia : prima un apparente successo nell'entrare negli ingranaggi ue poi il saltar fuori delle differenze piscologiche tra ovest ed est europei che si traducono in : UE cattiva che vuole comandarmi. Per dirla alla Dario Fabbri, il ceppo prussiano della popolazione tedesca sta riemergendo in forze un secolo dopo aver perso il comando della Germania al termine della prima guerra mondiale ed essere stato costretto a fingersi comunista ( ergo non nazionalista) nella guerra fredda.
Non è che sarà la Germania la prima a spaccarsi invece delle più quotate Russia, Spagna e UK ?
Che l'Europa inizi a sentirsi un po' stretta nel post storicismo ?
La risposta brevissima è: No
La riposta breve è: Non condivido questo pensiero di Fabbri, e la storia non si limita al novecento.
La risposta seria è: Non conoscendo questo pensiero di Fabbri, no comment. Quel che però posso dire con maggiore cognizione è che la "spaccatura" tedesca post 2WW è stata:
1) qualcosa di assolutamente eccezionale
2) dovuta a cause di forze maggiori esterne al "mondo" tedesco.
Al contrario, nel "dna" tedesco (per restare in tema di ceppi etnici o pressapoco) quello che possiamo riassumere semplicisticamente in federalismo/regionalismo da un lato, comunitarismo/internazionalismo (nel senso di essere parte, forte e importante quanto si vuole, ma di un qualcosa più ampio della sola Germania) dall'altro, è stato ed è tutt'ora un elemento fondamentale e millenario della loro identità (e che probabilmente loro metterebbero in relazione con le peculiari "libertà tedesche", non diversamente da come un inglese metterebbe in relazione il suo isolamento dal continente con la sua peculiare "libertà inglese", e così via, ogni popolo ha la sua narrazione). Basta pensare alla similitudine tra HRE ed UE (Holy Roman Empire e Unione Europea) e ai tanti centri di potere che hanno sempre caratterizzato la Germania (intesa in senso lato): l'area renana cattolica, l'area danubiana cattolica, l'area prussiana protestante, volendo si potrebbe persino includere l'area boema.
Cambiando argomento, o per meglio dire, spostandoci dall'altro lato del Reno, Macron ha sciolto il Parlamento. Si tratta di una mossa soprendente considerando che si tratta del primo scioglimento anticipato, e quel che più conta decretato di imperio dal Presidente (il che come sappio è la specifica anomalia del sistema francese), nell'epoca del quinquennato (che sostanzialmente coincide col 21^ secolo). Presumendo che Macron non abbia intenzione di dimettersi, questa sarebbe infatti la prima volta dal 1997 che i francesi andranno a votare per il nuovo Parlamento senza aver votato anche per il nuovo Presidente. Di conseguenza, al momento è altamente probabile immaginare una nuova, non facile coabitazione (proprio ciò che i francesi avevano voluto evitare ricorrendo al quinquennato presidenziale e "dimenticandosi" quel potere atipico). La forma di governo francese prevede tutta una serie di istituti peculiari (e criticabili) per far fronte a queste potenziali situazioni (le quali, mi ripeto, sono la naturale conseguenza di una forma di governo ibrida, in parte "presidenziale" in parte "parlamentare"), ma è indubbio che adesso si aprano scenari imprevisti quantomeno a livello politico (e come purtroppo sappiamo bene in Italia, quando la politica è impreparata ad affrontare situazioni di criticità istituzionale non è mai un bene).
"It may be a reflection on human nature, that such devices should be necessary to control the abuses of government. But what is government itself, but the greatest of all reflections on human nature? If men were angels, no government would be necessary. If angels were to govern men, neither external nor internal controls on government would be necessary. In framing a government which is to be administered by men over men, the great difficulty lies in this: you must first enable the government to control the governed; and in the next place oblige it to control itself".
Federalist No. 51, The Structure of the Government Must Furnish the Proper Checks and Balances Between the Different Departments, in The Federalist Papers, a collection of essays written in favour of the new Constitution as agreed upon by the Federal Convention, September 17, 1787
Alexander Hamilton, James Madison, John Jay
Mar ha scritto:Cambiando argomento, o per meglio dire, spostandoci dall'altro lato del Reno, Macron ha sciolto il Parlamento. Si tratta di una mossa soprendente considerando che si tratta del primo scioglimento anticipato, e quel che più conta decretato di imperio dal Presidente (il che come sappio è la specifica anomalia del sistema francese), nell'epoca del quinquennato (che sostanzialmente coincide col 21^ secolo). Presumendo che Macron non abbia intenzione di dimettersi, questa sarebbe infatti la prima volta dal 1997 che i francesi andranno a votare per il nuovo Parlamento senza aver votato anche per il nuovo Presidente. Di conseguenza, al momento è altamente probabile immaginare una nuova, non facile coabitazione (proprio ciò che i francesi avevano voluto evitare ricorrendo al quinquennato presidenziale e "dimenticandosi" quel potere atipico). La forma di governo francese prevede tutta una serie di istituti peculiari (e criticabili) per far fronte a queste potenziali situazioni (le quali, mi ripeto, sono la naturale conseguenza di una forma di governo ibrida, in parte "presidenziale" in parte "parlamentare"), ma è indubbio che adesso si aprano scenari imprevisti quantomeno a livello politico (e come purtroppo sappiamo bene in Italia, quando la politica è impreparata ad affrontare situazioni di criticità istituzionale non è mai un bene).
La mia supposizione è che voglia tentare di replicare quel che fece Sanchez in Spagna un anno prima.
Lord Beric ha scritto:Mar ha scritto:Cambiando argomento, o per meglio dire, spostandoci dall'altro lato del Reno, Macron ha sciolto il Parlamento. Si tratta di una mossa soprendente considerando che si tratta del primo scioglimento anticipato, e quel che più conta decretato di imperio dal Presidente (il che come sappiamo è la specifica anomalia del sistema francese), nell'epoca del quinquennato (che sostanzialmente coincide col 21^ secolo). Presumendo che Macron non abbia intenzione di dimettersi, questa sarebbe infatti la prima volta dal 1997 che i francesi andranno a votare per il nuovo Parlamento senza aver votato anche per il nuovo Presidente. Di conseguenza, al momento è altamente probabile immaginare una nuova, non facile coabitazione (proprio ciò che i francesi avevano voluto evitare ricorrendo al quinquennato presidenziale e "dimenticandosi" quel potere atipico). La forma di governo francese prevede tutta una serie di istituti peculiari (e criticabili) per far fronte a queste potenziali situazioni (le quali, mi ripeto, sono la naturale conseguenza di una forma di governo ibrida, in parte "presidenziale" in parte "parlamentare"), ma è indubbio che adesso si aprano scenari imprevisti quantomeno a livello politico (e come purtroppo sappiamo bene in Italia, quando la politica è impreparata ad affrontare situazioni di criticità istituzionale non è mai un bene).
La mia supposizione è che voglia tentare di replicare quel che fece Sanchez in Spagna un anno prima.
Non sono sicuro di aver capito, stai ipotizzando una coalizione di governo socialisti+macroniani (e magari pure repubblicani)? Non so, in Francia c'è il doppio turno e questo si è sempre tradotto in una maggioranza assoluta o almeno relativa delle forze maggioritarie appunto. In questo caso abbiamo il RN al 30% e più, macroniani e socialisti entrambi intorno al 15% ma ovviamente ognuno per sè, poi i melenchoniani (che si dovrebbero invece presentare coalizzati con i socialisti) al 10% e infine i repubblicani al 7%. Proprio a proposito di questi ultimi è scoppiata la furibonda polemica a proposito della possibile coalizione con i lepeniani. Qualunque alchimia ci si inventi, per esempio destre (RN+repub) vs sinistre vs macroniani, oppure lepeniani vs sinistre vs macron+repubb, dati alla mano resta comunque probabile una maggioranza lepeniana. Il secondo scenario più verosimile mi sembra quello di un parlamento semplicemente ingovernabile (e qui tornerebbero d'aiuto, al presidente, non certo al paese, gli altri criticabili poteri atipici della forma di governo francese cui facevo riferimento)
Quello che mi preoccupa aldilà della bassa macelleria politica è che con questa mossa alla "sciolgo parlamento ma non mi dimetto" (e mi ripeto, l'ultima volta che è stata usata da Chirac nel '97 ha avuto un effetto talmente controproducente da spingere l'intera classe politica a ... bla, bla, l'ho già detto) Macron ha ri-aperto le porte ad un futuro nuovo sciolgimento forzato, perchè quando nel 2027 si andrà ad eleggere il nuovo presidente (Le Pen en fin?), per quel nuovo presidente sarà facile scogliere l'assemblea eletta nel 2024 rivendicando il "diritto" (potere) di avere anch'egli/ella il "suo" parlamento. Letteralmente uno sgradevole ritorno al futuro in salsa francese. Questo ammesso e non concesso che il nuovo parlamento riesca a funzionare da ora sino ad allora.
"It may be a reflection on human nature, that such devices should be necessary to control the abuses of government. But what is government itself, but the greatest of all reflections on human nature? If men were angels, no government would be necessary. If angels were to govern men, neither external nor internal controls on government would be necessary. In framing a government which is to be administered by men over men, the great difficulty lies in this: you must first enable the government to control the governed; and in the next place oblige it to control itself".
Federalist No. 51, The Structure of the Government Must Furnish the Proper Checks and Balances Between the Different Departments, in The Federalist Papers, a collection of essays written in favour of the new Constitution as agreed upon by the Federal Convention, September 17, 1787
Alexander Hamilton, James Madison, John Jay
No, intendevo che Sanchez, dopo aver perso le regionali, chiamò le elezioni anticipate e le vinse.
Purtroppo Macron è vittima - e non sono io a dirlo, ma gente ben più titolata di me a farlo - di un eccesso di grandeur, e forse ha sottovalutato la situazione.
Sanchez partiva da una sconfitta rumorosa mediaticamente ma non eccessiva numericamente, e aveva lo spazio di concretizzare il recupero.
Questo spazio per Macron non lo vedo. A sinistra abbiamo avuto una inattesa riedizione della NUPES, a destra è vero che RN ha rinunciato all'alleanza con REC, ma quei voti li avrà comunque al secondo e forse anche al primo turno.
Resta LR, ma abbiam visto Ciotti già disposto all'accordo organico con RN, e lo stesso Bellamy, che pure rifiuta l'accordo, ha comunque detto che la desistenza di LR andrà a favore di RN. Certo, si levano voci discordanti anche su questo, ma temo siano molto minoritarie. Non trovate anche voi poetico il fatto che i nipotini di De Gaulle siano la chiave che porterà al potere i nipotini di Pétain?
Il punto è che il cordone sanitario si è rotto in tutta Europa tranne che in Portogallo e Germania (ma poco ci manca anche lì). Il confine si sposta sempre un po' più in là, è bastato candidare un Vannacci qualsiasi e negli ultimi giorni si sta dicendo che in fondo cantare Bella Ciao è peggio che inneggiare alla X MAS. E a novembre, con la vittoria di Trump, cadranno anche gli ultimi freni inibitiori.
Lord Beric ha scritto:E a novembre, con la vittoria di Trump, cadranno anche gli ultimi freni inibitiori.
Trump aveva già vinto nel 2016, nel 2018 in Brasile era presidente Bolsonaro e sempre in quell'anno qui da noi si insediò il governo Conte I - "eletto dal popolo", ovviamente - con l'allora PdCdM, ad oggi corteggiato dalle forze progressiste, protagonista di dimenticate ma non dimenticabili dichiarazioni del tipo "sovranismo e populismo sono nella nostra Costituzione". In generale, a dar retta ad alcuni, negli anni immediatamente precedenti la pandemia sembrava che Europa e USA fossero sulle soglie di un deciso cambio di registro politico e della smantellazione dello stato di diritto, con l'ondata "populista" e "sovranista" che sembrava dover sommergere tutto. È accaduto nulla di tutto questo?
Euron Gioiagrigia ha scritto:Lord Beric ha scritto:E a novembre, con la vittoria di Trump, cadranno anche gli ultimi freni inibitiori.
È accaduto nulla di tutto questo?
Solo un attacco eversivo al Campidoglio americano, un contesto internazionale teso come una corda di violino, Cutro, le rivolte in argentina, quelle di BLM in usa. Robetta.
Euron Gioiagrigia ha scritto:Lord Beric ha scritto:E a novembre, con la vittoria di Trump, cadranno anche gli ultimi freni inibitiori.
Trump aveva già vinto nel 2016, nel 2018 in Brasile era presidente Bolsonaro e sempre in quell'anno qui da noi si insediò il governo Conte I - "eletto dal popolo", ovviamente - con l'allora PdCdM, ad oggi corteggiato dalle forze progressiste, protagonista di dimenticate ma non dimenticabili dichiarazioni del tipo "sovranismo e populismo sono nella nostra Costituzione". In generale, a dar retta ad alcuni, negli anni immediatamente precedenti la pandemia sembrava che Europa e USA fossero sulle soglie di un deciso cambio di registro politico e della smantellazione dello stato di diritto, con l'ondata "populista" e "sovranista" che sembrava dover sommergere tutto. È accaduto nulla di tutto questo?
Non so bene chi siano questi "alcuni" di cui parli, io mi limito a parlare per me.
E che la situazione oggi sia molto più tesa del 2016 e del 2018 credo sia evidente.
Devo davvero fare l'elenco? :)
Cambiando un attimo discorso, Putin mette sul tavolo la sua disponibilità a parlare di pace se la base di partenza sarà la rinuncia di Kiev all'ingresso nella NATO e a quattro regioni.
Che dire... l'Occidente sanguinario non resti sordo a questo supremo sforzo del benevolo presidente russo nel nome della PACE.
Lord Beric ha scritto:No, intendevo che Sanchez, dopo aver perso le regionali, chiamò le elezioni anticipate e le vinse.
Purtroppo Macron è vittima - e non sono io a dirlo, ma gente ben più titolata di me a farlo - di un eccesso di grandeur, e forse ha sottovalutato la situazione.
Sanchez partiva da una sconfitta rumorosa mediaticamente ma non eccessiva numericamente, e aveva lo spazio di concretizzare il recupero.
Questo spazio per Macron non lo vedo. A sinistra abbiamo avuto una inattesa riedizione della NUPES, a destra è vero che RN ha rinunciato all'alleanza con REC, ma quei voti li avrà comunque al secondo e forse anche al primo turno.
Resta LR, ma abbiam visto Ciotti già disposto all'accordo organico con RN, e lo stesso Bellamy, che pure rifiuta l'accordo, ha comunque detto che la desistenza di LR andrà a favore di RN. Certo, si levano voci discordanti anche su questo, ma temo siano molto minoritarie. Non trovate anche voi poetico il fatto che i nipotini di De Gaulle siano la chiave che porterà al potere i nipotini di Pétain?
Il punto è che il cordone sanitario si è rotto in tutta Europa tranne che in Portogallo e Germania (ma poco ci manca anche lì). Il confine si sposta sempre un po' più in là, è bastato candidare un Vannacci qualsiasi e negli ultimi giorni si sta dicendo che in fondo cantare Bella Ciao è peggio che inneggiare alla X MAS. E a novembre, con la vittoria di Trump, cadranno anche gli ultimi freni inibitiori.
Ah, vabè sistema elettorale, forma di governo e tecnicamente anche forma di stato (lol) differente, poco da poter confrontare.
Eccesso di grandeur parlando di leader francesi, come dire che l'acqua è bagnata e i governanti russi sono dei dittatori sanguinari revascinsti.
A proposito di grandezza e disillusione, Pétain e De Gaulle sono stati i padri della patria francese durante le due guerre mondiali, successivamente sono diventati i leader della destra francese (vabè, più o meno, mi sto sforzando già abbastanza), accusati poi da sinistra di essere amici dei fasci/ fasci et similia, sempre per restare in tema di dibattito pubblico politico medio, quindi anche in questo caso mi stupisce di più che vengano considerati antitetici. Peraltro, e posto che non mi aspetto che una eventuale Francia a guida Le Pen esca dall'UE, dall'Euro e nemmeno dalla NATO, ma non è stato proprio con De Gaulle che la Francia è uscita dalla NATO? Per dirne una.
Stavo per rispondere sul cordone sanitario, poi però il riferimento preoccupato a Vannacci, Bella Ciao e X MAS mi ha fatto inequivocabilmente capire che era iniziata la parte sarcastica.
Riporto intanto le parole di tal Glucksmann, PS/PP (si legge PìPì):
"Per me - ha detto - l'unica cosa che conta è che il Rassemblement National (RN) non vinca queste elezioni e non governi questo Paese. L'unico modo di farlo è che ci sia un'unione di sinistra".
"Jean-Luc Mélenchon non sarà il candidato premier della sinistra", che ha bisogno al contrario "di una figura consensuale e non divisiva".
Glucksmann, che scenderà in campo con il Fronte popolare della sinistra francese, ha attaccato Emmanuel Macron per "lo sbaglio enorme" di aver "sprofondato la Francia nel caos" convocando legislative anticipate. "La verità - ha detto Glucksmann ai microfoni di France Inter - è che lui ha aperto la strada del potere, nel nostro paese, all'estrema destra. Questo presidente - ha aggiunto - gioca con le istituzioni come si gioca a poker".
Il leader di Place Publique ha spiegato le garanzie che "ottenuto" dalle forze che fanno parte della coalizione e in particolare da La France Insoumise, i radicali di sinistra di Jean-Luc Mélenchon.
"un impegno estremamente chiaro sulle forniture di armi all'Ucraina, sulle fontiere dell'Ucraina, sul sostegno irriducibile alla resistenza ucraina, sul sostegno alla costruzione europea. E che gli attacchi del 7 ottobre siano definiti massacri terroristici e chiaramente 'terroristici', un impegno chiaro nella lotta contro l'antisemitismo, nella lotta contro lo svilimento del dibattito pubblico".
"It may be a reflection on human nature, that such devices should be necessary to control the abuses of government. But what is government itself, but the greatest of all reflections on human nature? If men were angels, no government would be necessary. If angels were to govern men, neither external nor internal controls on government would be necessary. In framing a government which is to be administered by men over men, the great difficulty lies in this: you must first enable the government to control the governed; and in the next place oblige it to control itself".
Federalist No. 51, The Structure of the Government Must Furnish the Proper Checks and Balances Between the Different Departments, in The Federalist Papers, a collection of essays written in favour of the new Constitution as agreed upon by the Federal Convention, September 17, 1787
Alexander Hamilton, James Madison, John Jay
Mar ha scritto:Il leader di Place Publique ha spiegato le garanzie che "ottenuto" dalle forze che fanno parte della coalizione e in particolare da La France Insoumise, i radicali di sinistra di Jean-Luc Mélenchon.
"un impegno estremamente chiaro sulle forniture di armi all'Ucraina, sulle fontiere dell'Ucraina, sul sostegno irriducibile alla resistenza ucraina, sul sostegno alla costruzione europea. E che gli attacchi del 7 ottobre siano definiti massacri terroristici e chiaramente 'terroristici', un impegno chiaro nella lotta contro l'antisemitismo, nella lotta contro lo svilimento del dibattito pubblico".
MAGARI. Così vedremmo i comunisti francesi definire Mélenchon "fascista" e andare a sostenere...boh, chi è rimasto più a sinistra di Mélenchon? La Le Pen?
Mar ha scritto:Ah, vabè sistema elettorale, forma di governo e tecnicamente anche forma di stato (lol) differente, poco da poter confrontare.
Eccesso di grandeur parlando di leader francesi, come dire che l'acqua è bagnata e i governanti russi sono dei dittatori sanguinari revascinsti.
A proposito di grandezza e disillusione, Pétain e De Gaulle sono stati i padri della patria francese durante le due guerre mondiali, successivamente sono diventati i leader della destra francese (vabè, più o meno, mi sto sforzando già abbastanza), accusati poi da sinistra di essere amici dei fasci/ fasci et similia, sempre per restare in tema di dibattito pubblico politico medio, quindi anche in questo caso mi stupisce di più che vengano considerati antitetici. Peraltro, e posto che non mi aspetto che una eventuale Francia a guida Le Pen esca dall'UE, dall'Euro e nemmeno dalla NATO, ma non è stato proprio con De Gaulle che la Francia è uscita dalla NATO? Per dirne una.
Non ho detto che il ragionamento di Macron sia giusto, ho detto che è "molto probabilmente" quello che ha fatto. E la sua grandeur è... diciamo... piuttosto granderueggiante anche per gli standard francesi.
Riguardo al resto, ci tengo sempre a dire che io parlo per me stesso, quindi come la sinistra (francese) abbia considerato Pétain e De Gaulle credo sia più un problema loro che mio.
Però, se non in loro, qualche differenza almeno nei loro eredi* deve averla notata, se nei ballottaggi tra popolari e l'allora Front National c'è sempre stata una precisa scelta di campo.
D'altra parte, ho avuto non più tardi di alcuni giorni fa una discussione con un noto avvocato pugliese (e no, non è Giuseppi) che cercava di convincermi che la Le Pen è più a sinistra di De Gaulle, quindi chissà, magari nel 2002 la sinistra avrebbe dovuto affossare Chirac...
*Ovviamente ipersemplifico, la nascita edl FN è del 1972 e deriva dal pujaidismo e da ON, ma che Pétain sia stato elevato a mito fondativo dell'estrema destra francese - probabilmente anche oltre il personaggio - è un fatto
EDIT: non so perché mi abbia riportato in grassetto la parte quotata, non è un'operazione volontaria.
Un pensiero sulla Conferenza sull'Ucraina da poco conclusasi in Svizzera. Perdonatemi le ipersemplificazioni.
Tema centrale della Conferenza è stato il concetto di integrità territoriale, tanto in forma generale quanto applicato al caso ucraino.
Nella Carta delle Nazioni Unite del '45 è stato recepito un principio fondamentale: i confini di un Paese non possono cambiare attraverso l'uso della forza. Ogni conquista territoriale avvenuta mediante l'uso della violenza non è riconosciuta dalla comunità internazionale. Per questo si ricorre sempre a referendum (spesso farseschi) per ammantare di legalità le annessioni. In generale, questo principio è stato per un'ottantina d'anni un discreto deterrente, secondo me.
Il senso della Conferenza è stato esattamente questo: crediamo ancora in questo principio? Abbiamo la forza di farlo valere? oppure vogliamo creare un precedente per il futuro (un esempio a caso: Taiwan)?
In questo senso, ritengo positiva l'assenza della Russia. Far partecipare la Russia alla Conferenza significava darle potere decisionale in merito alla questione ucraina, ma questo non può avvenire laddove vi siano rivendicazioni territoriali considerate illegittime secondo i prinicpi stessi propugnati nella Conferenza.
A proposito di Taiwan, da notare la posizione della Cina: a livello generale sostiene il principio, all'atto pratico non ha partecipato alla Conferenza. Idem quei Paesi che pur partecipando non hanno firmato.
Che dire dell'esito? Lato ucraino, personalmetne direi buono, circa una novantina di Paesi si sono stretti intorno al caso ucraino, anche da zone del mondo poco impattate dal conflitto.
Lato comunità internazionale, io direi un fallimento. Solo il 40% dei 200 paesi del mondo (arrotondando un po' entrambi i valori) ha ribadito il proprio sostegno al principio di illegittimità dell'uso della forza nella variazione della geografia politica. Certo, il dato è puramente aritmetico e non tiene conto di PIL, popolazione e altri parametri, ma lo trovo un segnale altamente preoccupante.
Yolanda, non puoi stare cinque secondi senza umiliarti? (semicit.)
Euron Gioiagrigia ha scritto:Yolanda, non puoi stare cinque secondi senza umiliarti? (semicit.)
L'umiliazione sarebbe esattamente in...?