Il problema è che le visioni del mondo degli stati europei sono troppe diverse.
Una guerra vera con la Russia per baltici e polacchi sarebbe esistenziale mentre per noi italiani sarebbe un conflitto non sentito e da cui avremmo sempre la tentazione di fare un accordo, anche a costo di concedere ai russi qualcosa.
D'altra parte mi immagino quanto un olandese sarebbe disposto a rischiare la vita nel Sahel nel caso l'Italia convincesse la UE a inviarvi un fantomatico esercito europeo
Oggi gli elettori di El Salvador sono chiamati alle urne per eleggere il presidente, il vicepresidente e tutti i 60 deputati dell’Assemblea legislativa. Se necessario, ci sarà il ballottaggio presidenziale il 3 marzo.
In gioco c'è il futuro democratico di El Salvador. Nayib Bukele, presidente uscente può infatti usarle per consolidare la sua svolta autoritaria. La politica salvadoregna è stata dominata da quasi 30 anni dall’Alleanza Nazionalista Repubblicana (ARENA) a destra e dal Fronte Farabundo Martí di Liberazione Nazionale (FMLN) a sinistra.
Nel 2019, Nayib Bukele ha ribaltato la politica salvadoregna, vincendo la presidenza con un messaggio fortemente populista e antipartitico. Una volta eletto, Bukele ha trasformato il panorama elettorale salvadoregno sfidando le istituzioni e le norme politiche. Con un profilo moderno sui social media e una strategia politica aggressiva, Bukele e il suo governo hanno minato lo stato di diritto e i contrappesi democratici.
Nei suoi quattro anni di presidenza Bukele ha posto la riduzione del crimine al centro della sua agenda attraverso il suo piano di controllo territoriale . Nel febbraio 2020, Bukele ha occupato l’Assemblea legislativa insieme a membri armati delle forze armate per fare pressioni per l’approvazione di un prestito di 109 milioni di dollari dalla Banca centroamericana per l’integrazione economica che avrebbe finanziato la terza fase del suo piano.
La Costituzione di El Salvador formalmente vieta ad un presidente uscente di candidarsi per un secondo mandato. Ma Bukele, che nel frattempo ha riempito la Coste Costituzionale di giudici a lui fedeli, è riuscito con uno stratagemma a candidarsi comunque: si è formalmente ritirato dalla presidenza per sei mesi, facendo nominare dal parlamento presidente ad interim la sua segretaria ma rimanendo di fatto il leader del paese. Bukele è quindi la prima persona a candidarsi per la rielezione dal 1939, ai tempi della dittatura militare di Martínez.
Bukele è estremamente popolare e vincerà le elezioni senza bisogno di frodi. Il suo indice di gradimento è enorme, grazie in gran parte alla campagna mediatica che ruota intorno alla sua presidenza, ma anche al “pugno duro” contro la criminalità organizzata che ha portato ad incarcerare circa l’1% della popolazione del paese.
Il tasso di omicidi stava già diminuendo prima che Bukele prendesse il potere. Ma la spietata repressione della criminalità da parte del governo Bukele ha fatto precipitare la violenza. Da allora, centinaia di migliaia di salvadoregni sono stati liberati dalla morsa delle bande che per anni hanno estorto loro denaro.
D'altro canto la repressione di Bukele viola pesantemente i diritti umani: le ong hanno documentato innumerevoli casi di tortura e di esecuzioni extragiudiziarie da parte delle forze dell’ordine. Ma ciò non ha influito sulla popolarità del presidente.
Il disprezzo di Bukele per le regole non si placherà se vincesse un secondo mandato. Nel 2021 il suo partito ha ottenuto una supermaggioranza nell’Assemblea Legislativa, ma da allora ha ulteriormente rafforzato il suo controllo sul parlamento, ad esempio modificando i collegi elettorali in modo da favorire i candidati del suo partito. Ciò significa che gran parte degli altri partiti potrebbero essere spazzati via in queste elezioni. Bukele ha nominato uomini a lui fedeli per incarichi cruciali che dovrebbero essere indipendenti dalla presidenza, come il procuratore generale, e ha sostituito un terzo dei giudici con persone a lui favorevoli.
osservatore dal nord ha scritto:Il problema è che le visioni del mondo degli stati europei sono troppe diverse.
Una guerra vera con la Russia per baltici e polacchi sarebbe esistenziale mentre per noi italiani sarebbe un conflitto non sentito e da cui avremmo sempre la tentazione di fare un accordo, anche a costo di concedere ai russi qualcosa.
D'altra parte mi immagino quanto un olandese sarebbe disposto a rischiare la vita nel Sahel nel caso l'Italia convincesse la UE a inviarvi un fantomatico esercito europeo
Infatti servirebbe uno o più organi legislativi (governo e/o presidente) che possa tracciare la linea almeno di politica estera, legittimato dal parlamento (nel caso del governo) e dal popolo (in caso del presidente) che renderebbe gli stati più deboli rispetto all'ente centrale, mantenendo al contempo la maggioranza della politica interna.
Per far ciò, ovviamente, bisognerebbe modificare profondamente l'organizzazione dell'UE, rendendola più democratica e meno dipendente dai singoli stati (con veti e pressioni esterne).
Giovedì 8 febbraio si svolgeranno le elezioni in Pakistan per il rinnovoo dell'Assemblea Nazionale, così come per quello di alcuni dei parlamenti regionali (Punjab, Sindh, Khyber Pakhtunkhwa e Belucistan).
Il Pakistan, paese di 241 milioni di abitanti a forte maggioranza islamica, versa attualmente in un periodo di crisi economica: la rupia pakistana è oggi terribilmente svalutata, con conseguente aumento dell'inflazione trainata dai beni di importazione (carburante, medicinali cibo). Le fortissime inondazioni del 2022 hanno portato sott'acqua il 15% circa del territorio nazionale, un evento senza precedenti che ha provocato danni per miliardi di dollari e che ha costretto il governo a richiedere prestiti dal FMI in cambio dei quali ha dovuto attuare politiche di asuterità. Le regioni occidentali del Paese sono funestate da frequentia ttacchi terroristici (si contano circa 1.500 vittime nel solo 2023); le forti tensioni con l'Afghanista (due milioni di migranti deportati lo scorso anno) e con l'Iran (i due Paesi ospitano ciascuno frange separatiste dell'altro, e vi sono stati episodi di reciproci bombardamenti).
Ai problemi economici, ambientali e sociali, si è sommata una crisi politica. Il primo ministro Imran Khan, che era uscito vincitore dalle elezioni del 2018, è stato prima sfiduciato dal parlamento e poi arrestato con accuse che i suoi sostenitori ritengono fabbricate ad arte per impedirgli di tornare al potere. Il suo partito, il Partito della Giustizia del Pakistan (PTI) non potrà presentare il proprio simbolo in queste elezioni e i suoi candidati sono costretti a presentarsi come indipendenti. Questo nonostante Khan rimanga di gran lunga il politico più popolare del paese. Se le elezioni fossero libere ed eque molto probabilmente il suo partito tornerebbe al potere con una maggioranza ancora più ampia di quella delle scorse elezioni. A questo si somma il fortissimo potere dell'esercito. La lezione è chiara: ogni volta che un politico ha tentato di ridurre l'ingerenza militare, è stato arrestato o esiliato... e dietro la deposizione di Khan ci sono proprio le forze armate. Una volta rimosso Khan, i militari hanno messo al potere Sharif, esponente di centrodestra a capo di una coalizione che raccoglie tutti gli oppositori di Khan, e poi un governo "tecnico" che in teoria doveva traghettare il paese a nuove elezioni, ma che ha tergiversato il tempo necessario affinché Khan venisse condannato e la commissione elettorale avesse quindi la pezza dì'appoggio per impedire al PTI di presentarsi alle elezioni.
Dietro alla crisi politica pakistan c’è come in passato la mano dei militari. Da sempre l’esercito ha un ruolo preponderante nella vita politica pakistana. In passato tutte le volte che un politico ha cercato di ridurre il potere dei militari è stato deposto e spesso arrestato o esiliato. L’esercito è l’istituzione più potente del paese e riesce ad influenzare le decisioni del governo, del parlamento, della magistratura e della commissione elettorale. Khan che era andato al governo proprio grazie all’appoggio dei miltiari, ha poi cercato di cambiare questo equilibrio di potere, cosa che i militari non gli hanno perdonato, facendolo deporre dal parlamento e mettendo al suo posto nel 2022 come primo ministro Shehbab Sharif, un politico di centrodestra a capo di una vasta coalizione di partiti avversari del PTI di Khan. Questa coalizione è stata poi sostituita da un governo “tecnico” lo scorso agosto, che avrebbe dovuto tenere le elezioni entro novembre alla scadenza naturale della legislatura. Il governo ha poi posticipato le elezioni per presunti ritardi sul censimento, in realtà per dare tempo ai giudici di condannare Khan e alla commissione elettorale di impedire al PTI di presentarsi alle elezioni.
Sono tre i protagonisti di queste elezioni:
- Imran Khan, che non potrà presentarsi alle elezioni, ma la cui popolarità potrebbe comunque trainare i suoi candidati presentati come indipendenti. La sua azione politica è stata caratterizzata da una forte vicinanza a Cina e Russia, nonché a frange estremiste islamiche. Particolarmente infelici certe sue uscite che sono suonate come una giustificazione alla violenza sulle donne.
- l'ex primo ministro Nawaz Sharif (fratello dello Sharif indicato come PM dai militari nel post-Khan, il cavallo su cui punta l'esercito (da cui era in passato stato deposto): rientrato dal suo esilio in Gran Bretagna, sa che l'appoggio dei militari è molto volubile, essendo già stato deposto tre volte a causa del loro intervento
- Bilawal Bhutto Zardari, del PPP di centrosinistra, figlio di Benazir Bhutto (prima donna presidente del Pakistan) e nipote Zulifak Ali Bhutto, emtrambi vittime di omicidio politico. Attualmente sta portando avanti una campagna elettorale populista da sinistra, promettendo mirabolanti aumenti ai salari e miglioramenti dello stato sociale, finanziando il tutto con generici tagli agli sprechi. Impossibile una sua vittoria, ma il PPP potrebbe essere l'ago della bilancia del post-elezioni
La posizione unica (geograficamente e/o politicamente) del Pakistan tra Afghanistan, India, Iran, Cina, Russia e USA lo rende uno dei Paesi strategicamente più significativi dell'Asia. Queste elezioni saranno determinanti per capire i futuri equilibri dell'area, se non dell'intero continente.
Sul Pakistan Nova Lectio ha fatto un paio di video che personalmente ho apprezzato.
Il problema del Pakistan è che, nonostante sia simile politicamente ad altre decine di paesi che vedono nell'esercito l'attore politico principale, ha una potenza militare (anche atomica), economica (seppur non sfruttata a pieno) e sociale (con una forte identità nazionale esasperata dalle crisi e dall'odio verso i vicini) che lo rendono una scheggia impazzita anche più pericolosa dell'Iran potenzialmente.
Al primo livello di giudizio, sono stati respinti i ricorsi di Trump in merito alla sua richiesta di immunità in merito ai fatti di Capitol Hill.
In questo caso si trattava di una corte d'appello federale formata da un collegio di tre giudici di Washington D.C. Vale la pena sottolineare che erano due di nomina dem e uno rep, ma vale anche la pena sottolineare che la decisione è stata presa all'unanimità.
Resta quindi inalterata la deadline di marzo in merito all'inizio del processo, ma è plausibile che Trump voglia portare avanti la richiesta di immunità, dapprima ad una corte d'appello plenaria, e poi alla Corte Suprema.
Resta il fortissimo precedente di una sentenza di 57 pagine che ha scritto una pagina inedita della giustizia americana (un posto dove i precedenti contano tantissimo): mai prima d'ora ci si era posti la domanda se un ex-presidente potesse essere incriminato per fatti svoltisi mentre era in carica. Adesso, sia pure con possibiltà ribaltamento, una risposta c'è.
For the purpose of this criminal case, former President Trump has become citizen Trump, with all of the defenses of any other criminal defendant [cut] But any executive immunity that may have protected him while he served as president no longer protects him against this prosecution.
Stando a quanto riporta la NBC, la commissione elettorale russa ha impedito la partecipazione alle prossime presidenziali di Boris Nadezhdin, oppositore di Putin soprattutto sul tema della guerra in Ucraina.
Immagino che come segno di distensione per l'avversario politico, nell'ottica della franca cordialità che da sempre caratterizza l'arco politico russo, Putin potrebbe ora invitare Nadezhdin a prendere un tè. Magari nel suo ufficio al quarto piano, c'è anche la finestra aperta per far entrare la brezza di questo anticipo di primavera...
Non so se avete avuto modo di deliziarvi con l'intervista di Tucker Carlson a Vladimir Putin.
Non metterò link perché non voglio dare pubblicità a quella persona (per quanto il titolo di giornalista sia abbastanza screditato, mi rifiuto di considerare tale Carlson) e ad un certo social network, ma in ogni caso i video sono facilmente reperibili online.
Carlson, per capirci, è quel giornalista che:
Potrei continuare, ma queste mi parevano le più divertenti.
Vorrei però dare evidenza ad uno dei passaggi più significativi dell'intervista a Putin, quello in cui il Presidente della Federazione Russa afferma che Hitler voleva solo realizzare i suoi piani, che implorò i polacchi di lasciargli Danzica, ma che l'atteggiamento non cooperativo della Polonia obbligò la Germania all'attacco e al via della WWII.
Ora, che Putin sia il feticcio dell'estrema destra lo capisco. Che attiri simpatie da sinistra, forse da qualche nostalgico che ancora pensa che la Russia di oggi sia l'URSS di qualche decennio fa... io proprio non ci arrivo.
Lord Beric ha scritto:Ora, che Putin sia il feticcio dell'estrema destra lo capisco. Che attiri simpatie da sinistra, forse da qualche nostalgico che ancora pensa che la Russia di oggi sia l'URSS di qualche decennio fa... io proprio non ci arrivo.
È un riflesso condizionato, e non credo neanche riguardi poche persone di quella parte politica. Mosca è stato un polo attrattore della sinistra per così tanto tempo che non tutti si sono accorti che da quelle parti il vento è cambiato, anche se una cosa è rimasta costante: l'autoritarismo.
Lord Beric ha scritto:Vorrei però dare evidenza ad uno dei passaggi più significativi dell'intervista a Putin, quello in cui il Presidente della Federazione Russa afferma che Hitler voleva solo realizzare i suoi piani, che implorò i polacchi di lasciargli Danzica, ma che l'atteggiamento non cooperativo della Polonia obbligò la Germania all'attacco e al via della WWII.
Aggiungerei che l'esercito russo è spalleggiato da varie milizie di estrema destra che non hanno nulla da invidiare al tanto polemizzato battaglione Azov. Diciamo che la verità su come stanno andando le cose in quel pezzo di mondo è abbastanza evidente e che occorre impegnarsi per non vederla.
Domani si vota in Indonesia, la terza più grande democrazia al mondo in termini di popolazione. Il voto è un'impresa logistica veramente titanica, dal momento che il Paese conta un po' meno di 20.000 isole, e ci vorrà quasi un mese per avere i risultati definitivi. Il sistema è un proporzionale al 4%, possono partecipare i partiti o le coalizioni che alle precedenti elezioni hanno ottenuto il 20% dei seggi o il 25% dei voti.
la notizia forte è che l'uscente Jokowi (sostenuto da una coalizione di centrosinistra) non appoggerà il candidato del suo partito (PDI-P), Pranowo, ma al contrario sosterrà il candidato di destra Subianto.
La motivazione non è politica ma del tutto personale, dettata dal tentativo di Jokowi di mantenere potere e influenza della politica indonesiana: Jokowi ha infatti modificato la legge affinché suo figlio possa candidarsi come vicepreseidente di Subianto. La soglia per la candidatura alla vicepresidenza era infatti 40 anni, ma il figlio di Jakowo ne ha appena 36. Vale la pena sottolineare come il tribunale che ha approvato la modifica della legge fosse presieduto nientemeno che... dal cognato di Jokowi.
Pranowo è sostenuto dal suo partito, il PDI-P, dai moderati islamici e altri partiti minori, Subianto è invece sostenuto da un insieme di otto liste che spaziano dalla destra nazionalista ai socialdemocratici. Completa il quadro delle elezioni Baswedan, che si presenta come candidato laico e indipendente ma che è in realtà sostenuto di partiti della destra islamica.
I nomi mi hanno un po' confuso, ma credo di aver capito più o meno. 😅
Vogliamo una società socialista che corrisponda alle condizioni del nostro paese, che rispetti tutte le libertà sancite dalla Costituzione, che sia fondata su una pluralità di partiti, sul concorso di diverse forze sociali. Una società che rispetti tutte le libertà, meno una: quella di sfruttare il lavoro di altri esseri umani, perché questa libertà tutte le altre distrugge e rende vane.
Enrico Berlinguer
What is honor compared to a woman's love? What is duty against the feel of a newborn son in your arms… or the memory of a brother's smile? Wind and words. Wind and words. We are only human, and the gods have fashioned us for love. That is our great glory, and our great tragedy.
George R. R. Martin (A Game of Thrones)
The measure of a life is a measure of love and respect,
So hard to earn, so easily burned
In the fullness of time,
A garden to nurture and protect
It's a measure of a life
The treasure of a life is a measure of love and respect,
The way you live, the gifts that you give
In the fullness of time,
It's the only return that you expect
Neil Peart (The Garden)
Ernest Hemingway once wrote, ‘The world is a fine place, and worth fighting for.’ I agree with the second part.
Andrew Kevin Walker (Seven)
In this game that we’re playing, we can’t win. Some kinds of failure are better than other kinds, that’s all.
George Orwell (Nineteen Eighty-Four)
In Indonesia ha stravinto - almeno stando ai primi dati - Prabowo Subianto, molti elettori storici del PDI-P si sono spostati su di lui (lampante il risultato di Giava) proprio per il figlio di Jakowo candidato vicepresidente.
Molto interessanti invece le supplettive di stanotte in USA. Molti risultati degni di nota in diverse elezioni statali (intese come relative a specifici stati, non federal), ma il più importante è sicuramente quello delle supplettive per la Camera, Long Island NY03, che flippa da R a D. Non stupisca che esista un distretto di NY contendibile: Long Island ha una discreta tradizione repubblicana.
Nel 2022 alle midterm i Repubblicani avevano vinto il seggio 54-46, ora Suozzi lo ricolora di blu 54-46: uno smottamento del 16%..
Lo scrissi in merito alla Georgia: gli esiti delle elezioni locali *non* sono compatibili con i sondaggi nazionali. Vero che alle presidenziali non è tanto R vs D quanto Trump (processi permettendo) vs Biden, ma c'è una dissonanza troppo forte tra i sondaggi e le urne.
Il risultato di stanotte porta i Repubblicani a mantenere il controllo della Camera per un solo seggio.
Lord Beric ha scritto:Vorrei però dare evidenza ad uno dei passaggi più significativi dell'intervista a Putin, quello in cui il Presidente della Federazione Russa afferma che Hitler voleva solo realizzare i suoi piani, che implorò i polacchi di lasciargli Danzica, ma che l'atteggiamento non cooperativo della Polonia obbligò la Germania all'attacco e al via della WWII.
Tra le altre cose durante l'intervista Putin ha sparato una serie di supercazzole storiche e quello che a quanto pare è l'ex presidente della Mongolia non ha perso tempo a prenderlo in giro
https://twitter.com/elbegdorj/status/1756818696700657935
Euron Gioiagrigia ha scritto:È un riflesso condizionato, e non credo neanche riguardi poche persone di quella parte politica. Mosca è stato un polo attrattore della sinistra per così tanto tempo che non tutti si sono accorti che da quelle parti il vento è cambiato, anche se una cosa è rimasta costante: l'autoritarismo.
Appunto, la Russia è sempre se stessa. Quello che cambia, ammesso sia vero, è solo il paravento ideologico, non ciò che c'è dietro. Prendiamo un qualunque uomo politico/militare russo degli ultimi tre o quattrocento anni, secondo voi quanto ci mette ad acclimatarsi alle nuove "dinamiche" di politica interna ed estera, più o meno di un quarto d'ora?
Lord Beric ha scritto:Ora, che Putin sia il feticcio dell'estrema destra lo capisco. Che attiri simpatie da sinistra, forse da qualche nostalgico che ancora pensa che la Russia di oggi sia l'URSS di qualche decennio fa... io proprio non ci arrivo.
Cioè? Cos'era l'URSS di qualche decennio fa? Non ho capito, il dubbio è come possa un nostalgico di Stalin, di Budapest '56, di Praga '68, di Afghanistan '79 e via discorrendo, simpatizzare per Putin e la Russia del XI secolo ?
"It may be a reflection on human nature, that such devices should be necessary to control the abuses of government. But what is government itself, but the greatest of all reflections on human nature? If men were angels, no government would be necessary. If angels were to govern men, neither external nor internal controls on government would be necessary. In framing a government which is to be administered by men over men, the great difficulty lies in this: you must first enable the government to control the governed; and in the next place oblige it to control itself".
Federalist No. 51, The Structure of the Government Must Furnish the Proper Checks and Balances Between the Different Departments, in The Federalist Papers, a collection of essays written in favour of the new Constitution as agreed upon by the Federal Convention, September 17, 1787
Alexander Hamilton, James Madison, John Jay
Shift mostruoso verso il Labour alle supplettive in UK di ieri. Se fosse applicato sul nazionale, alle prossime politiche i Tories dovrebbero conservare tipo una quindicina di seggi.
Stavolta la storica capacità della sinistra mondiale di suicidarsi agli appuntanenti elettorali sarà messa a durissima prova.
Intanto nella religiosissima Grecia, dove ancora sono obbligatorie le preghiere a scuola, diventa legge il matrimonio omosessuale. Già fioriscono i meme in merito alla possibilità di celebrare matrmoni lesbo a Lesbo.
Alexei Navalny, tra i noti oppositori di Vladimir Putin in Russia, sembrerebbe essere morto. La comunicazione è arrivata poche ore fa dalla prigione di massima sicurezza IK-3 nel Circolo Polare Artico in cui Navalny era stato trasferito lo scorso Dicembre. A quanto pare si sarebbe sentito improvvisamente male durante una passeggiata.
Attivista politico apertamente anti-putiniano, dopo anni di esilio e un tentato avvelenamento, all'inizio del 2021 Navalny era rientrato inaspettatamente in Russia per poi essere immediatamente arrestato.
L'ultima apparizione pubblica di Navalny risale al giorno prima del presunto decesso (ieri?): apparentemente stava bene.
Che dire? La notizia coglie inaspettati ma senza sorprendere davvero.