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Politica internazionale
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GIL GALAD
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Inviato il 13 agosto 2015 16:04

Secondo alcuni sarebbe in corso una guerra valutaria tra Cina e USA. Washington è disperata dopo la creazione della Banca per lo sviluppo dei Brics capeggiata da Pechino e ha la fobia di un'alleanza a tutto campo mortale per il già declinante dominio americano nel mondo tra Cina e Russia. Per questo stanno tentando di tutto quei cervelloni o meglio scervelloni:

 

 

USA-Cina: la guerra valutaria continua

 

di Giuseppe Masala

 

 

 

Moltissimi sono i commenti che vorrebbero spiegare la decisone di oggi della banca centrale cinese di svalutare lo yuan di circa il 2% rispetto al dollaro. Commenti, permettetemi, male informate. Almeno così la vede zeroconsensus.La Cina, in un contesto di rallentamento dell’economia mondiale (compresa la propria). ha deciso senza dubbio di dare maggior respiro alle proprie esportazioni. Questa è la spiegazione “strumentale”; certamente vera. Però ve ne è un altra, più profonda e altrettanto vera.La Cina da anni sta progettando/accompagnando lo yuan verso la piena e libera convertibilità sul mercato della moneta e conseguentemente la sua trasformazione in moneta di riserva mondiale, quantomeno al pari del dollaro.Questa trasformazione non è facile e consta di vari passaggi:1) Accumulo di enormi riserve d’oro.2) Firma di contratti bilaterali (currency swaps) con altre banche centrali per l’utilizzo dello yuan (e della moneta della controparte) negli scambi commerciali bilaterali.3) Vi è stato il tentativo di accrescere il proprio “peso azionario” all’interno del FMI, tentativo fino ad ora fallito a causa del veto USA.4) In conseguenza al punto 3 la Cina ha allora costituito la New Developement Bank con i paesi “Brics” e la Banca Asiatica d’Investimento per le Infrastrutture. Queste due istituzioni sono un’aperta sfida all’FMI e all’egemonia USA in questa istituzione.In questo contesto, è proprio di questi giorni la notizia che vi è stato il diniego da parte del FMI ad introdurre lo yuan nel basket dei Diritti Speciali di Prelievo (Special Drawing Rights) del FMI. L’entrata tra le monete che compongono gli SDR sarebbe stata una bella legittimazione per lo yuan nella sua ambizione di diventare moneta globale. Gli USA che vogliono che il Dollaro sia l’unica moneta “indispensabile” hanno bloccato questa richiesta.Ed ecco a stretto giro di posta è arrivata oggi, da parte cinese, la svalutazione dello yuan sul dollaro.La guerra valutaria continua. Nel silenzio generale.

 

https://zeroconsensus.wordpress.com/2015/08/11/usa-cina-la-guerra-valutaria-continua/


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Inviato il 16 agosto 2015 15:25

Ci si prepara alla guerra, pure i preti se ne accorgono e finalmente denunciano:

 

http://www.lonesto.it/?p=17257


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Inviato il 19 agosto 2015 12:18

Un articolo molto interessante per chi segue la faccenda della svalutazione dello Yuan cinese:

 

 

https://aurorasito.wordpress.com/2015/08/19/la-svalutazione-dello-yuan-testa-lascesa-della-cina-a-potenza-mondiale/

 

 

Leggetevi poi questo bel approfondimento del mio amico Giovanni Petrosillo:

 

LA FINE DI UN MONDO, NON DEL MONDO

 

 

LA FINE DI UN MONDO, NON DEL MONDO

 

Gli analisti specializzati in questioni militari e geopolitiche lanciano l’allarme sulle crescenti tensioni tra Occidente e Russia che potrebbero presto sfociare in guerra aperta. Il cosiddetto orologio dell’apocalisse, il Doomsday Clock, che misura quanto manca potenzialmente alla fine del mondo, segna la mezzanotte meno tre minuti. A mezzanotte in punto l’umanità potrebbe essere incenerita dai suoi errori. Non sarebbe, comunque, una grande perdita per gli spazi sconfinati dell’Universo, la scorreggia con la quale usciremmo di scena non si udirebbe al di là del nostro sistema solare e forse nemmeno fuori dalla nostra atmosfera.Solo nel 1984, in piena Guerra Fredda, le lancette del meccanismo si erano avvicinate così tanto all’ora fatale, ma si trattava (e si tratta) sempre di un minuto in più del 1952, quando, a causa dei test atomici delle maggiori superpotenze, si giunse ad un soffio (-2) dal disastro totale. Quindi calma e gesso, 60 secondi virtuali di vantaggio sui fatti di mezzo secolo fa sono già abbastanza rassicuranti.Non fatevi impressionare dalle cassandre che profetizzano la catastrofe finale, per ora non scoppierà nessun conflitto globale, di questo possiamo star sicuri, anche se l’instabilità mondiale e i teatri di scontro tra big planetari si moltiplicheranno man mano che entreremo nel cosiddetto multipolarismo, cioè in una fase in cui i differenziali di potenza e i rapporti di forza tra nazioni aspiranti all’estensione delle rispettive sfere egemoniche si riequilibreranno, per poi sbilanciarsi nuovamente (policentrismo) trasfigurando la scacchiera planetaria sotto i nostri occhi. Insomma, sta per finire un mondo, non il mondo e questi mutamenti sono il risultato di inarrestabili dinamiche storiche suscitate dal conflitto strategico che sottende lo sviluppo delle società umane.Così come si è conclusa la lunga stagione del bipolarismo Usa-Urss, con la vittoria dei primi, in prospettiva assisteremo alla metamorfosi degli attuali assetti geopolitici fondati sulla supremazia statunitense, con l’emergere di inediti poli di predominio, antagonisti dell’atlantismo, oggi, nonostante qualche difficoltà, primeggiante. Non sarà un passaggio indolore (basta guardare ai numerosi conflitti in atto: Medio-Oriente, Mediterraneo, confini orientali europei ecc. ecc.) ma per ora è ancora persistente quella fluidità delle posizioni e quella differenziazione degli interessi che impedisce il formarsi di alleanze stabilizzate, preludio ad uno scontro tra schieramenti omogenei per condurre un conflitto diretto. Che attualmente appare ancora un’ipotesi remota, al di là delle minacce e dei comportamenti aggressivi verso il momentaneo deuteragonista (la Russia), il quale, appunto, è un comprimario, nonostante si stia attrezzando per rubare il palcoscenico al vero protagonista (gli Usa). C’è da augurarsi che si riducano i tempi di questa compensazione, che il recupero del gap ancora esistente tra Washington, Mosca (e poi anche Pechino) acceleri, precludendo agli Stati Uniti le soluzioni arbitrarie, gli interventi manu militari ovunque essi ritengano sia in gioco la loro sicurezza e le ingerenze nella sovranità di nemici ed amici. Se questa eventualità dovesse concretizzarsi assisteremmo ad una riduzione del caos, con la derubricazione di certe emergenze globali (terrorismo islamico, califfato, jihadismo ecc. ecc.) a diatribe meno che locali. Perché, bisogna denunciarlo, nella loro dimensione più realistica, tali fenomeni sono solo questioni periferiche, tribali, gonfiate dagli Usa per gettare nello scompiglio il mondo, con l’obiettivo di trascinare gli avversari nel pantano geopolitico artatamente creato e fidelizzare gli alleati, vendendo loro sicurezza contro le paure terroristiche da essi stessi innescate. Del resto, i centri d’intelligence statunitensi quando parlano fuori dai denti non nascondono questi obietti: “Il punto più critico per gli Stati Uniti è quello di creare un unico piano integrato che tenga conto delle sfide più urgenti. Tale piano deve iniziare definendo un teatro di operazioni sufficientemente coerenti geograficamente da consentire manovre politiche integrate e di pianificazione militare… [occorre] coinvolgere tutti gli avversari contemporaneamente, ma concettualmente, è essenziale pensare in termini di un centro di gravità coerente di operazioni”. (G. Friedman).Come ha scritto anche il pensatore veneto G. la Grassa, animatore delle nostre analisi: “Oggi, dunque, non è soltanto il multipolarismo che avanza al posto del bipolarismo di un tempo. No, c’è di più e soprattutto di diverso. Gli Usa non sono in situazione di supremazia lentamente crescente nell’apparente “equilibrio tra due”, bensì vedono accentuarsi, sempre con lenta progressione e molte cautele, l’antagonismo russo. Si accresce pure un disordine via via più manifesto nell’insieme dell’area per loro cruciale (europea). Dove, non a caso, vi sono organismi politici che, sia pure ancora troppo timidamente, alzano i toni contro le prevaricazioni e la predominanza statunitensi. Per gli Usa è necessario indebolirli e creare in tutte le aree, dove può svilupparsi l’antagonismo russo o l’affermarsi di subpotenze, il massimo disordine possibile. Per intanto si promuove il caos – ma programmato, non poi tanto casuale! – e poi si dovrà intervenire più direttamente (ma sempre subdolamente e magari per “interposta forza”) in aree in grado di impegnare la Russia in contrasti difensivi. E’ indubbio che gli Usa sono attualmente all’offensiva. Tuttavia, è un’offensiva che richiede un certo affanno, un affrontare situazioni impreviste, un mettere nel conto insuccessi o lo sfuggire di mano di dati processi. Non più il lento ma sicuro sgretolarsi e poi affondare dell’Urss, bensì una crescita della forza di attuali o potenziali antagonisti e l’incertezza circa l’andamento dei processi in pieno svolgimento”.Dunque, sono sviluppi che noi abbiamo capito da lunga pezza e che da lunga pezza cerchiamo di sceverare, praticamente inascoltati. Si dà spazio mediatico a chi urla che la civiltà è sull’orlo dell’abisso per venti di guerra imminenti, a chi conciona di dittatura finanziaria nazistoide. Tutte scemenze (s)qualificanti questi improvvisatori di ciarle fuorvianti che però vengono elevati, et pour cause, ad infallibili maître à penser. Oltre ai facili slogan, costoro non ne hanno azzeccata una, eppure sono seguitissimi da orde di sciocchi facilmente impressionabili. E’ tempo di usare la testa per comprendere appieno le metamorfosi epocali in corso, non di perderla dietro ai pifferai magici che vi affogano in un fiume di vane parole per rincoglionirvi. Pensare nella maniera corretta è già un buon (iniziale) modo di agire.

 

Modificato il 05 July 2024 17:07

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Inviato il 23 agosto 2015 14:40

Finite le ferie, si torna in città ma le notizie continuano ad essere brutte sul fronte Russia-Nato:

 

https://aurorasito.wordpress.com/2015/08/23/putin-sigla-lordine-settembre-di-guerra-autorizzando-lattacco-nucleare-alla-nato/


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Inviato il 24 agosto 2015 17:56

Ancora queste notizie di terza guerra mondiale?

Chi ne ha veramente interesse, a parte gli scarafaggi che credo siano gli unici esseri viventi capaci di sopravvivere a un disastro nucleare?


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Inviato il 24 agosto 2015 18:26

Gli scarafaggi hanno piú cervello di noi umani ahimé, cmq leggetevi questo post sulle parole di Kissinger e poi non ditemi che sono solo io il gufo, ben inteso il sottoscritto si augura che siano tutte panzane....

 

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Alyssa Arryn
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Inviato il 25 agosto 2015 1:58

Ben ritrovati.

Mi sembra che questa sia la discussione giusta per chiedere cosa ne pensate del TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), il trattato di libero scambio fra UE ed USA il cui iter di ratifica sta procedendo in modo estremamente discreto presso la Commissione Europea.

I mezzi d'informazione di massa evitano accuratamente di parlarne, io sono venuta a conoscenza della sua esistenza e di quella del movimento che vi si oppone solo tramite Greenpeace ed il sito del periodico "Internazionale"

Modificato il 05 July 2024 17:07


Erin la Spezzata
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Inviato il 25 agosto 2015 10:56

Personalmente sono abbastanza preoccupata per questo TTIP. Ne sono venuta casualmente a conoscenza guardando una puntata di Report. Ufficialmente si tratta di un accordo per favorire gli scambi e le esportazioni tra USA e UE eliminando i vari dazi doganali e le varie norme, cosa che non sembrerebbe poi male di per se, ma il fatto che il tutto si stia svolgendo con accordi quasi segreti tra poche persone fa temere il peggio.

 

A quello che ho capito il problema è che i vari standard europei ed americani dovrebbero unificarsi, e questo vuol dire che gli standard europei si abbasserebbero (a tutto danno dei cittadini). Tra i settori più colpiti ci sarebbero l'agricoltura e l'alimentare, verrebbero tolte le norme europee sui pesticidi (in USA il principio di precauzione non esiste, una sostanza chimica è ritenuta sicura fino a prova contraria) e sull'etichettatura dei prodotti favorendo così principalmente i prodotti delle multinazionali. Questo significherebbe distruggere le produzioni agricole locali e la qualità del cibo che mangiamo, praticamente il contrario del messaggio che sta tentando di dare l'Expo di Milano!

Un'altra cosa preoccupante è poi l'istituzione di un tribunale per le multinazionali: se una di queste ritiene che le normative di uno Stato sono di intralcio ai suoi interessi può citare in giudizio lo Stato stesso. A quanto pare cose di questo genere si sono già verificate. In Egitto una società straniera che aveva l'appalto per smaltire i rifiuti ha dovuto aumentare lo stipendio minimo ai lavoratori e perciò ha chiesto il risarcimento all'Egitto; l'Uruguay è stato citato per danni da una multinazionale del tabacco per la pubblicità antifumo.

In pratica per gli Stati sarà sempre più difficile far valere i principi di tutela del lavoro e difesa della salute e dell'ambiente, saranno sempre più inermi davanti al potere delle multinazionali.


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Inviato il 25 agosto 2015 16:22

Il TTIP è un'autentica iattura io direi anche peggio ma mi debbo contenere.

 

Il Ttip consentirebbe alla finanza internazionale e alle multinazionali di piegare le leggi degli stati nazionali ai loro interessi, compromettendo la tutela dell’ambiente e della salute, la riconoscibilità dei prodotti alimentari italiani, i diritti dei lavoratori già molto compromessi e tanto altro ancora. Leggetevi questi due articoli e cominciate a preoccuparvi:

 

http://www.ilfattoalimentare.it/ttip-ue-usa-sicurezza.html

 

http://www.corriere.it/inchieste/reportime/economia/ogmormoni-antibiotici-rischi-trattato-segreto-usa-europa/85481b02-56ec-11e4-ad9c-57a7e1c5a779.shtml

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Inviato il 29 agosto 2015 18:45

Riporto questa notizia che se avesse conferme future vedrebbe gli USA come finanziatori dietro a questa ondata attuale migratoria senza precedenti in europa volta a portare il caos nel vecchio continente. Dato che l'articolo riporta rimandi e fonti secondo me serie ve lo propongo pronto a eventuali aggiunte o smentite:

 

http://www.maurizioblondet.it/negri-e-scafisti-finanziati-dagli-usa/

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Inviato il 31 agosto 2015 16:51

Parla Edward Snowden l'ex agente della NSA che ha rivelato gli scandali di spionaggio compiuti dal suo paese ed ora sotto protezione in Russia; se ciò che dice fosse vero saremmo difronte alla più grande macchinazione e cospirazione della Storia. Secondo Snowden Bin Laden è vivo, si trova alle Bahamas nei lussi e negli agi:

 

http://worldnewsdailyreport.com/bin-laden-is-alive-and-well-in-the-bahamas-says-edward-snowden/

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Inviato il 31 agosto 2015 17:36

in GB c'è chi vorrebbe fare marcia indietro da Schengen: http://www.corriere.it/esteri/15_agosto_30/migranti-londra-schengen-causa-stragi-stop-anche-europei-da3442ae-4f0b-11e5-ad01-b0aa98932a57.shtml?cmpid=SF020103COR

 

Personalmente, l'ho sempre ritenuta una grande prova di apertura e di unione tra Paesi Europei (EU e non). Da quanto leggo si gettano invece le basi di una selezione all'ingresso sul modello statunitense. Che ne pensate?


"Il peccato più sciocco del diavolo è la vanità" (La ragazza nella nebbia - Donato Carrisi)

 

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Inviato il 01 settembre 2015 9:30

In verità non saprei che dire; posso solo portare l'esperienza indiretta avuta da due inglesi che ho conosciuto in vacanza quest'anno e che mi hanno raccontato che anche da loro l'immigrazione è un problema. Loro vivono a Londra e quotidianamente si leggono sui giornali o si sente ai TG di persone morte nel tentativo di attraversare il tunnel sotto la Manica a piedi. Addirittura ci sono stati casi di persone nascoste nei carrelli degli aerei che o sono morte assiderate o, all'apertura dei carrelli, sono caduti sfracellandosi al suolo o sui tetti delle case....

Anche Francia e Germania hanno simili problemi migratori, per non parlare della Grecia......quest'anno in vacanza mi sono fatta una certa "cultura" in merito e, tutti coloro con cui ho parlato dicono le stesse cose, a prescindere dalla nazione da cui provengono. E' ora che l'Europa affronti la cosa in modo coerente e responsabile.

Modificato il 05 July 2024 17:07


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Inviato il 01 settembre 2015 12:53

Riguardo i TTIP: sarebbero positivi solo se gli standard (bassi) americani si uniformassero agli standard (alti) europei in materia di qualità e sicurezza dei prodotti. Ma ovviamente questo è assurdo, quindi sì, c'è da preoccuparsi


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Inviato il 01 settembre 2015 16:05

Una notizia curiosa oggi sulla scena internazionale: pare che dopo oltre un secolo la Nuova Zelanda voglia cambiare bandiera per abbandonare l'attuale vessillo simbolo del colonialismo inglese e così simile alla bandiera australiana. Personalmente ne sarei contento, non vedo perché una nazione debba avere nella sua bandiera l'immagine di un altro paese che per di più era il tuo padrone. Se cambiano fanno solo bene come fece alcuni decenni fa il Canada che anch'essa aveva nella sua bandiera quella della GBR. Voi che ne pensate?

 

 

http://www.formiche.net/2015/09/01/quale-sara-la-nuova-bandiera-della-nuova-zelanda/


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