un'economia che in italia c'era,a differenza della grecia,con tutte le sue storture e ingiustizie,ma c'era prima della cura europea,e ti dirò che l'economia italiana tende a resistere nonostante le politiche economiche cervellotiche e antisviluppo degli ultimi anni.
il fatto è che drenando risorse all'infinito uccidendo la produzione e i redditi prima o poi le residue speranze,che ancora l'italia ha,vanno ad assottigliarsi.
io mi baso sul semplice calcolo,ed l'austerity ha fatto l'effetto contrario ,si cercava di pagare il debito ed invece aumenta,si cerca di diminuire la spesa ed invece essa aumenta.
perchè?
perchè non è costituzionalmente possibile rimuovere le storture antiche italiane,come le pensioni esagerate ,non si pensa a quanto costano le assamblee regionali invece si toccano le province che tanto male non fanno e si lasciano fallire i comuni.
si aumentano le tasse senza pensare che ogni impresa che fallisce è nuova spesa di cassa integrazione,ogni posto di lavoro perso sono meno consumi.
senza pensare al terrorismo ideologico verso chi vuole essere indipendente e fare piccioli,in america un grande ,un self-made man,in italia un criminale ,evasore anche se non lo è.
e di esempi ne potrei fare milioni,sia di macro che di micro.poi se invece di guardare la luna vogliamo fermarci al dito che la indica facciamo pure.
Tutto quello che vuoi, ma questi problemi non li risolvi stampando più banconote. E non li hai certamente risolti prima iniettando tanta liquidità nel sistema. Anzi, hai semplicemente accentuato i problemi.
Anche tralasciando i tempi meno recenti dove alle inefficienze si rispondeva stampando carta, cosa è successo quando si è iniettata liquidità sotto forma di "aiuti alle imprese" prima che cominciasse l'austerity?
Si sono spesi soldi per fare innovazione? Il grosso delle volte no. Si sono alimentati carrozzoni politici che sono sopravvissuti non certo per merito anzi si sono spesso ingranditi divenendo zavorra. E oggi dobbiamo continuare a pagare per mantenerli lì. E i soldi si tolgono a quello che dovrebbe essere l'investimento.
sei sicuro che l'italia facesse cosi schifo,checchè ne dicano gli europeisti l'italia era la seconda economia europea e la 7 nel mondo.
aveva un grande debito ma il pil pro capite piu alto d'europa,quindi boh fatti dire da un tedesco che non te lo meritavi
Seconda economia in europa ho serie perplessità visto che siamo stati costantemente sotto per lo meno a Francia e Germania, per cui la vedo ardua essere secondi quando già si sa che si è per lo meno terzi :)
Ma a parte questo, se osservi le serie storiche potrai vedere che il picco di inflazione che abbiamo negli anni '70 ha sancito l'inizio del distacco con la francia. Poi si è ritrovato un'equilibrio quando l'inflazione è calata, ma al nuovo incremento attorno agli anni 90 è semplicemente seguito il tracollo.
Non è questione di fare schifo, semplicemente stampare carta non è la soluzione.
aveva un grande debito ma il pil pro capite piu alto d'europa
E poi ti svegli tutto sudato..
Maddai su, siamo seri perfavore. La verità è che solo il mero fatto di essere entrati nell'euro ci ha permesso, quasi dall'oggi al domani, di risparmiare fino a sette punti di Pil puliti in minori spese per interessi sul debito. Si potevano fare un sacco di cose, dal portare il bilancio in pareggio al diminuire di quattro punti la pressione fiscale, senza contare le riforme strutturali che non sono quelle che dicono a Bruxelles ma quelle che ha fatto la Germania nell'industria e la Spagna nel settore primario, non dovevamo neanche essere originali, bastava prendere appunti e copiare pari pari. E invece ci siamo fatti mangiare le quote di export dalla più competitiva Germania, nel mercato interno abbiamo pensato bene di fare concorrenza sul prezzo alla Cina e il poco che avanzava ce lo siamo mangiati e bevuti in corruzione, inefficienze e sprechi.
E poi c'è gente che dice viva Craxi che se n'è scappato dal suo amico dittatore ad Hammamet, viva Berlusconi che ha aumentato il debito pubblico come nessun altro e che non discute perchè lui ha ragione ma si secca di dimostrarlo. E ci domandiamo pure come siamo finiti a questo punto? Per me è abbastanza chiaro.
Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.
All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.
"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.
I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"
"Yes" said Caladan Brood "you never learn."
vabbè passo e chiudo
è evidente che parliamo di 2 storie diverse,una quella che ti spiegano per convincerti che l'italia merita questo destino,dando la colpa a craxi e berlusconi,pura propaganda di sinistra
poi si nega che l'economia italiana fosse superiore a quella tedesca,insomma meglio evitare richiami dai moderatori
abbandono,anzi non avrei proprio dovuto prenderlo sto discorso
Ser Balon Swann
1) se l'occidente/nato/onu non è disposta a intraprendere campagne militari a lungo termine, costose in termini di danaro e vite umane, con l'obbiettivo ben chiaro di presidiare il territorio e stabilizzare le regioni interessate, attraverso il dispiegamento di numerose forze terrestri
[...]
3) se non vogliamo affidarci ai tutti i santi del paradiso, mettere la testa sotto la sabbia e pregare che tutto vada bene, in fondo non è ancora successo niente
[...]
affidarsi alle medie potenze regionali. Agli Stati e alle nazioni degne di questo nome, con delle strutture, una storia, un popolo. Egitto, Turchia, Iran, Pakistan, Arabia. Lasciare che estendano la propria sfera di influenza e rimettano in riga quegli staterelli fantoccio figli di quel processo abborracciato, dilettantistico e ipocrita (autodeterminazione o sostituzione delle vecchie potenze coloniali con il dominio di quelle che credevano di essere le superpotenze del futuro?) chiamato decolonizzazione. Se per farlo esigono di piazzare la bandierina su qualche sorgente, diga, pozzo di petrolio, città, regione strategica, facciano pure.
E poi sì, trattare con loro in caso di problemi. Usare il buon vecchio diritto internazionale e le buone vecchie conferenze di pace. Non è che l'Egitto diventa il quarto reich se piazza qualche suo asset in più in Libia.
La diplomazia non funziona se applicata a una galassia di staterelli instabili perennemente in mano a bande tribali e fazioni di estremisti e guerre civili.
Concordo. Effettivamente non è che possiamo sempre fare i gendarmi globali ad ogni costo. D'altra parte l'opinione pubblica occidentale si è mostrata poco interessata ai massacri che accadono a sufficienti chilometri di distanza; quindi suppongo che non stiamo ancora utilizzando questa strategia per motivi di mero sfruttamento economico e per non consentire a scomode potenze regionali di sorgere?
Forse quest'isis darà la spintarella che serve...
Ma per quale motivo continui a tirare in mezzo la storia che le tesi diverse dalle tue sono mera immondizia prodotta dalla forza politica opposta alla tua? Ammesso che i vari Lochlann e co. siano tutti elettori di sinistra, cosa che tra l'altro in questo caso non dovrebbe importare nemmeno.
E quando mai l'economia Italiana vinceva su quella tedesca ??? Negli ultimi decenni le uniche volte che siamo riusciti a superarli é stato sul campo da calcio. E non per niente c'è quella famosa frase di Churchill
E nessuno si augura il fallimento del proprio Paese, ma cosi come esistono diritti e doveri, a qualunque azione in qualunque ambito, esiste una reazione\ conseguenza. Gia lo si é detto, l'Ue non ha mai costretto nessuno e se anche fosse stato, e ancora una volta é un concetto giá detto, nel peggiore dei casi, anche se non é particolarmente onorevole o gratificante, si poteva copiare gli esempi di quei Paesi che hanno semplicemente dimostrato di essere migliori. E sulle riforme, le innovazioni, le politiche economiche si parte alla pari, non ci azzecca davvero nulla parlare di stati nazisti e cattivi
Un interessante pezzo su come UE e Giappone affrontano le deflazione:
La deflazione giapponese e la lunga stagnazione di questi ultimi due decenni sono un avvertimento per l’Europa. Ma mentre nel Sol Levante la Banca centrale si rende conto che la deflazione è legata alla stagnazione salariale, in Europa la BCE chiede riforme del mercato del lavoro che rischiano di innescare una spirale di recessione e deflazione.
di Ronald Janssen – Social-Europe.eu
Mentre Mario Draghi ha preso tutta l’attenzione con il suo discorso a Jackson Hole, un altro discorso, quello di Haruhiko Kuroda, governatore della Banca del Giappone, è in realtà ancora più interessante. Le osservazioni introduttive di Kuroda sono brevi e semplici e riguardano i 15 anni di deflazione che il Giappone ha registrato a partire dalla metà degli anni novanta.
La lezione chiave è che uno shock negativo sulla domanda, se non gestito bene, innescherà meccanismi che mantengono a lungo l’economia in uno stato di depressione dopo che lo shock iniziale è terminato.
Nel caso del Giappone, lo shock iniziale che ha colpito la domanda aggregata è stato lo scoppio di una grande bolla speculativa all’inizio degli anni ’90. A sua volta, questo ha creato un circolo vizioso di depressione e deflazione, in moto dalla metà degli anni ’90 in poi. I suoi effetti si fanno ancora sentire nel mercato del lavoro di oggi.
Ecco come Haruhiko Kuroda spiega questo circolo vizioso nel dettaglio: è iniziato con le imprese giapponesi che non sono state in grado di aumentare i prezzi di vendita a causa della generale mancanza di domanda nell’economia, provocata dallo scoppio della bolla speculativa di cui sopra. Le imprese hanno reagito a questa situazione tagliando le spese, il costo del lavoro in particolare. Questo scelte da parte delle imprese ricadono sui dipendenti non regolari, i cui salari possono essere compressi più di quelli dei lavoratori con contratti regolari. Le imprese inoltre hanno iniziato ad abbandonare la cosiddetta “offensiva di primavera” in cui il management e i sindacati delle grandi imprese si riuniscono ogni primavera per accettare aumenti simultanei dei salari. Poiché le imprese volevano tagliare i salari a causa del calo dei prezzi, hanno iniziato a vedere tale coordinamento come un ostacolo.
Inoltre, dalla fine del 1990 in poi, i salari nominali hanno iniziato a cadere più velocemente dei prezzi, provocando un forte calo della quota salari sul PIL giapponese. Con la diminuzione dei salari che insegue la caduta dei prezzi, la deflazione è diventata radicata. Inoltre, attraverso l’influenza sugli gli investimenti delle imprese, la deflazione è diventata ancora più radicata. Infatti, con le imprese che attendono che i loro prezzi di vendita continuino a cadere, la propensione all’investimento è evaporata. Perché un’impresa dovrebbe mettere su una certa quantità di finanziamenti per investire in attrezzature e macchinari se sa che i futuri flussi di cassa, che saranno generati producendo questo prodotto, soffriranno di un tendenziale costante calo dei prezzi? In tal caso, la cosa razionale da fare è di non investire in macchinari, ma di utilizzare l’aumento dei margini di profitto per accumulare grandi quantità di denaro. Ciò genererà un tasso di interesse reale positivo e può fungere da tampone contro potenziali perdite future.
La caduta degli investimenti costituisce l’anello di retroazione che chiude questo circolo vizioso. Infatti, il calo degli investimenti significa che la domanda aggregata dell’economia si ridurrà ulteriormente, e così la pressione al ribasso sui prezzi continua. L’economia quindi si ritrova intrappolata in un equilibrio deflazionistico in cui la caduta dei prezzi, la caduta dei salari e la riduzione degli investimenti si sostengono l’un l’altro. Il grafico qui sotto, tratto dalla introduzione di Kuroda, illustra come i prezzi giapponesi e i salari si sono mossi strettamente insieme e hanno sostenuto reciprocamente le loro tendenze deflazionistiche.
Lezione per “i principianti” della deflazione in Europa
Tutto questo suona familiarmente preoccupante per il dibattito qui nella zona Euro. Le imprese in Europa stanno reagendo alla mancanza di domanda e all’incapacità di imporre aumenti di prezzo anche moderati nello stesso modo delle imprese giapponesi. Esse sono profondamente convinte che i costi della manodopera debbano essere tagliati in modo da far diventare le imprese ancora più competitive e che, per farlo, ogni meccanismo di fissazione dei salari che ostacoli l’azienda nella direzione dei tagli salariali e tutte le disposizioni del diritto del lavoro che proteggono la stabilità del posto di lavoro stesso devono essere eliminate.
La differenza con il Giappone, tuttavia, è che i responsabili politici laggiù si sono resi conto che una tale agenda della competitività è una “strada senza uscita”. E che questa è ciò che Keynes chiamava una “fallacia di composizione”, in cui le decisioni che sembrano razionali dal punto di vista di una singola impresa sono semplicemente disastrose per l’economia nel suo complesso. Sorprendentemente, questa consapevolezza nei circoli dei politici giapponesi si estende anche alla sua Banca Centrale.
Questo, purtroppo, non è il caso della BCE. Mentre il discorso di Draghi a Jackson Hole sembra mostrare che la BCE si sta finalmente (!) accorgendo del pericolo che economia dell’Area Euro si posizioni vicino ad inflazione zero, non si sta per nulla afferrando il ruolo perverso che gioca la flessibilità del mercato del lavoro e dei salari in questo processo di deflazione. Invece di scorgere gli indizi giusti dalla vicenda del Giappone, riconoscendo che questo tipo di flessibilità rafforza ulteriormente il processo di deflazione e la depressione, il discorso di Draghi fa il contrario. In cambio di una vaga (!) promessa di allentare la politica monetaria, Draghi in realtà sta chiedendo una maggiore flessibilità del mercato del lavoro, dando priorità ai contratti collettivi a livello aziendale al di sopra degli accordi di livello più alto [a livello nazionale, ndr], riducendo la protezione del lavoro.
Questo significa giocare col fuoco. Se il programma di flessibilità di Draghi sarà infatti perseguito, poi le stesse istituzioni che fungono da cuscinetto contro l’auto-rafforzamento del processo di deflazione saranno ulteriormente distrutte. Premendo per la deregolamentazione dei mercati del lavoro e dei loro meccanismi di determinazione dei salari, il Presidente della BCE finirà con lo scatenare lo spettro della deflazione sulla zona Euro invece di prevenirlo.
Fonte: http://www.social-europe.eu/2014/09/japanese-deflation/
Gil Galad - Stella di radianza
Sembra incredibile, ma Putin dopo aver non so quante volte cessato le forniture di gas come ricatto, ora lamenta che gli ucraini hanno sospeso le forniture di gas ai territori che i russi hanno invaso, parlando ora di genocidio:
Insomma si autocondanna con le sue stesse parole
Nel mentre se c'è una cosa buona che sta uscendo da questa invasione è che finalmente sembra che qualcuno ai piani alti abbia finalmente capito che dipendere energeticamente da una dittatura come quella russa è piuttosto controproducente.
LaRouche: “La Grecia non deve niente. Il saccheggio non costituisce un debito legittimo”
“Il saccheggio non costituisce un debito legittimo”. Lo afferma Lyndon LaRouche in una dichiarazione in cui chiede il pieno sostegno internazionale della Grecia e della sua richiesta che il debito venga sensibilmente ridotto. Il debito, aggiunge LaRouche, è illegale, è impagabile “ed è il frutto di un’impresa criminale guidata da Londra che va soffocata del tutto, se il mondo vorrà sopravvivere nei prossimi mesi senza l’eruzione di una guerra generale nel centro dell’Europa“.
Come rileva un servizio dell’agenzia Eir, il nuovo governo greco chiede all’Unione Europea non soltanto di porre fine al saccheggio senza fine della popolazione greca ma anche alla gigantesca frode bancaria perpetrata da Wall Street e Londra, e di rendere nuovamente possibile la crescita economica in Europa.
Il fatto che, in alcune occasioni, funzionari greci corrotti si siano resi complici di questa truffa insieme a partner come Goldman Sachs non rende meno criminale questo debito. Tuttavia, invece di porre fine alla frode, la Cancelliera tedesca Merkel ed altri “leader” europei, insieme al Presidente Obama, esigono che la Grecia consegua un avanzo primario di bilancio del 4,5% esclusivamente per ripagare un debito presunto “greco”, un obiettivo semplicemente irraggiungibile.
La truffa dell’UE in Grecia – precisa l’Eir – è parte dello stesso schema per salvare le banche che fu lanciato dalla Federal Reserve negli Stati Uniti nel 2008, per coprire le perdite subite con i mutui subprime, anch’essi impagabili.
In Europa le banche, oltre ad acquistare titoli ipotecari dalle banche americane, hanno emesso montagne di prestiti impagabili, non solo mutui per la casa a proprietari privati, ma anche ai governi, come quello greco, privi di mezzi per ripagarli.
Le banche di Wall Street, in particolare Goldman Sachs, con un trucco hanno fatto apparire un prestito alla Grecia come un semplice “currency swap” invece che un debito. Tutto questo debito subprime europeo è esploso in faccia alle big banks nel 2009. Tutti i governi dell’UE si sono superindebitati per creare un fondo di 750 miliardi di Euro detto European Financial Stability Facility (EFSF), poi diventato ESM. In tutto sono stati spesi quasi 487,75 miliardi di Euro per ripagare il “debito subprime dei governi” di diversi paesi, per quanto impagabile.
La truffa del debito greco è classica. Nel 2009, il debito greco era di 180 miliardi di Euro. A quel punto alla Grecia furono “concessi” due giganteschi bailout, uno nel 2010 e l’altro nel 2012, per un totale di 246 miliardi. Meno del 10% di questi “aiuti” furono spesi dal governo greco, e oltre il 90% andò direttamente nelle casse di Deutsche Bank, HSBC, JPMorgan Chase, e di hedge fund speculativi. Solo le banche greche furono costrette a cancellare il loro “debito greco”, quello delle banche di Wall Street e Londra fu garantito al 100%.
Dal 2010, i paesi che hanno chiesto aiuti (Grecia, Irlanda, Portogallo, ecc.) hanno dovuto pagare il conto. Hanno imposto un’austerità omicida alla propria popolazione, costretta ad emigrare per la mancanza di lavoro, è aumentato il tasso di mortalità e sono crollate le nascite. Ecco perché il nuovo governo greco esige che l’Europa metta fine a questa frode bancaria globale e cancelli un debito impagabile, investendo nell’economia reale a partire da nuove infrastrutture economiche.
Tratto da ImolaOggi
Gil Galad - Stella di radianza
Questa notizia è assai inquietante, come diceva Andreotti a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca (i complottisti non dicono sempre cose a vanvera come qualcuno talvota dice) :
Gil Galad - Stella di radianza
l'Italia aveva un'economia ricca ma fragile, basta andare a riguardarsi le previsioni che si facevano negli anni '80 e '90 (quindi ben prima dell'entrata nell'Euro) sul futuro dell'economia Italia e dei rischi che correva , per capire che non c'è stato nessuno gomblotto internazionale ordito da chissà chi alle nostre spalle, semplicemente ci siamo fo**uti con le nostre mani.
se vogliamo che paesi terzi ci concedano prestiti o ci condonino debiti o in generale ci facciano concessioni, dobbiamo dimostrare di essere affidabili (idem per la grecia), di saper stare ai patti e rigare dritto. Altrimenti fanno benone a tenere il guinzaglio stretto.
Solo allora si potranno togliere le politiche di "austerity" e riaprire il flusso degli investimenti: in caso contrario è solo un modo veloce e sicuro per buttare i soldi nel wc.
dai cavolo basta vedere l'esempio italiano stesso, guardare in casa nostra... come ha usato il sud Italia le valangate di soldi che annualmente gli venivano regalate aggratis per lo sviluppo, cassa del mezzogiorno e altre smenate simili? Se li è bruciati allegramente.
E come ha usato la Sicilia la sua autonomia fiscale e finanziara (più i soldi inviati regolarmente da Roma)? Si è visto quali gloriosi successi sono stati in grado di porre in essere. Perché? Perché hanno un sistema politico/economico marcio.
Regioni con un sistema politico/economico più sano, viceversa, hanno saputo ben sfruttare questi privilegi
oppure nel settore privato... se un azienda/società fa affari nel modo sbagliato, non produce e specula, gli amministratori si intascano le mazzette e i dipendenti sono impreparati, puoi foraggiarla di danaro quanto ti pare, invece di fallire in sordina in 5 anni fallirà in modo rumoroso in 20, trascinando i suoi creditori fessi con sé.
E' una cosa così evidente e intuitiva che se investo in un soggetto sano ciò assicura a lui uno sviluppo e a me un ritorno, mentre che se investo in un soggetto marcio ciò assicura a lui magnamagna improduttivo e a me una bella inchiappettata, che non dovremmo neanche star qui a discuterne...
e mettiamocelo in testa: l'Italia non è un soggetto sano, non lo è più da almeno 30 anni. E la Grecia men che meno.
dovrebbe essere altresì abbastanza intuitivo ed evidente che, su scala ancora più macro, i problemi delle economie ricche ed occidentali sono principalmente da attribuirsi all'ascesa economica dell'Asia.
Hanno una forza lavoro che noi ci sognamo, un mercato interno così vasto che potrebbero anche fregarsene di eventuali atteggiamenti protezionistici da parte nostra, con gli standard ambientali e ai diritti dei lavoratori ci si puliscono il deretano e quindi sono ultra-competitivi, e come ciliegina sulla torta le democrazie di bottegai anglosassoni o filo anglosassoni, finito il pericolo sovietico e sicuri di poter dominare il mondo dall'alto del loro non si sa bene cosa, gli hanno svenduto gran parte della nostra tecnologia e la quasi totalità della nostra attività industriale e produttiva, che ops, adesso cinesi e compagnia padroneggiano come se non meglio di noi.
che poi una moneta inaffidabile e una unione economica artificiosa e piena di inutile forzature possa aggravare la situazione non ci piove, e in molti post ho espresso la speranza che l'UE sia in grado di riformare sé stessa, anche facendo un passo indietro in alcuni campi importanti, ma se pensiamo che facendo saltare l'Euro, uscendo dall'UE e dichiarandoci insolventi, allora i nostri problemi si risolveranno magicamente, stiamo freschi.
La cosa bella è leggere delle ennesime riproposizioni di modelli che hanno fallito sotto tutti i punti di vista, che ora se ne escono semplicemente per fallire per l'ennesima volta. Mettiamoci in testa che se vogliamo fare qualcosa dobbiamo rimboccarci le maniche e faticare. Tutte le altre cose sono solo fuffa.
La grecia ci deve dare l'esempio di quello che non dobbiamo diventare. Ed è meglio che la germania e soprattutto le altre nazioni in situazioni difficile come spagna, portogallo e irlanda insistano nell'atteggiamento severo e nel non dare scuse. Questa è forse l'ultima occasione che abbiamo per fare riforme strutturale serie che vadano a costruirci il futuro. Il tempo dei balocchi è finito.
La Russia rompe le catene del dollaro che imprigionano il mondo
Gli USA stanno conducendo una guerra contro la Russia. Per il momento, non si tratta di una guerra convenzionale con armi e bombe, ma a colpi di sanzioni, ritorsioni e soprattutto cercando di minare la sua economia alla base.
La Russia è il principale produttore mondiale di petrolio (con oltre 10 milioni di barili al giorno) per cui nei propositi degli USA un crollo del prezzo del petrolio le avrebbe inferto un colpo mortale, come era successo con la ex Unione Sovietica.
Gli USA, in alleanza con le monarchie arabe, grandi riserve e grandi produttori di petrolio, hanno fatto crollare i prezzi del petrolio; contemporaneamente, assieme ai paesi europei hanno imposto sanzioni ed impedito lesportazione di prodotti agricoli verso la Russia con la scusa della crisi creata ad hoc in Ucraina. Insomma, gli USA ed i suoi alleati contano di stroncare la Russia, attaccandola políticamente, economicamente e mediaticamente.
La Russia è una potenza in ascesa, alleatasi apertamente con la Cina, con la quale ha stipulato grandi accordi commerciali bilaterali tendenti a superare luso del dollaro nelle transazioni; basta citare lo storico accordo per la fornitura di gas alla Cina. Inoltre, è del primo dicembre scorso laltro storico accordo con la Turchia per lestensione del Blue Stream, loleodotto che trasporterà gas dalla Russia alla Turchia, passando per il Mar Nero; dalla Turchia il gas arriverà ai paesi dellEuropa meridionale (Grecia ed Italia), allAustria ed ai paesi dei Balcani. A questo oleodotto che porta il gas russo allEuropa, si unirà un ramo che porterà anche il gas dellIran e dellAzerbaigian. I paesi dellEuropa che lo desiderano hanno totalmente assicurato lapprovvigionamento gassifero. Tutto ciò rappresenta una minaccia per la potenza USA, perchè tale gas non sarà certo fornito utilizzando il dollaro come strumento di pagamento.
Questi accordi commerciali in cui si elimina lutilizzo del dollaro, si stanno diffondendo grazie alla Russia (ed alla Cina) anche ad altri stati, come Malesia, Nuova Zelanda e vari paesi dellAmerica Latina.
Un eventuale abbandono del dollaro come moneta di riserva internazionale avrebbe conseguenze catastrofiche sulleconomia statunitense, anzi minerebbe lesistenza stessa dellUnione, per cui gli USA sono impegnati a fermare con ogni mezzo (sanzioni, ritorsioni, guerra economica, fino ad arrivare a bombardamenti ed invasioni) tutti coloro che cercano di superare luso del dollaro. E questa la política che stanno portando avanti anche contro la Russia.
La Russia, però non è liraq di Suddam Hussein o la Libia di Geddafi, paesi di pochi milioni di abitanti, che bombardati ed invasi sono stati prontamente sottomessi, o per essere più esatti gli USA ed i media occidentali presumono o diffondono lidea di averli sottomessi.
La Russia non è facile da sottomettere, anzi sta reagendo e, come avevamo previsto, Il tentativo degli occidentali (statunitensi ed europei) di isolare la Russia determinerà un boomerang, ossia alla fine a rimetterci saranno europei e statunitensi".
Come sta reagendo la Russia? Lattacco alla Russia (politico, economico e mediatico) ha determinato una riduzione nel valore del rublo e dei titoli russi, titoli di stato e azioni delle imprese statali quotate alla borsa di Mosca. La Russia ha approfittato di questa caduta del prezzo dei titoli di stato e delle azioni delle imprese statali per ricomprarseli a prezzi scontati. Anche le sanzioni ed in particolare il divieto per i paesi europei di esportare in Russia beni agricoli ed alimentari, ha contribuito a stringere alleanze con altri produttori, come Argentina, Nicaragua ed altri paesi dellAmerica Latina e di altri continenti.
Ciò che preocupa maggiormente loccidente, in particolare gli USA è la vendita dei titoli del debito pubblico statunitense.
La Russia nel mese di ottobre del 2012 deteneva titoli del debito pubblico statunitense pari a 171 miliardi di dollari ed era allottavo posto tra i principali paesi finanziatori del debito pubblico statunitense, dopo Cina, Giappone, Banche caraibiche, Paesi esportatori di petrolio, Brasile, Taiwan e Svizzera. Da allora ha progressivamente ridotto tale quota. Secondo lultimo dato disponibile e pubblicato pochi giorni fa dal Tesoro USA, a dicembre del 2014 la quota russa del debito pubblico statunitense (Bond USA) era scesa a 86 miliardi. In particolare, nellultimo mese (dicembre 2014) è passata da 108 miliardi a 86, con una riduzione di oltre il 20%.
Anche laltro grande alleato dei Russia, la Cina sta tagliando i finanziamenti al Governo USA; infatti dai 1.316 miliardi di dollari in titoli del debito USA del novembre 2013 è passata a 1.244 miliardi del dicembre 2014.
La Russia malgrado i duri attacchi economici subiti negli ultimi mesi, non solo è riuscita a ricomprarsi quote del proprio debito pubblico, come visto sopra, ma ha accresciuto le proprie riserve in oro. Quella di accrescere le riserve in oro è una política che sta sviluppando da lungo tempo; infatti, nellultimo decenio, la Russia è il paese che ha maggiormente incrementato le proprie riserve, acquistando una media di circa 100 tonnellate di oro allanno: dalle 386 tonnellate di riserve doro del 2005 è arrivata alle 1.208 tonnellate del 2014 (Vedasi grafico sottostante). Nellultimo anno lincremento è stato di ben 173 tonnellate. Cè da aggiungere che i dati del 2014 non sono ancora definitivi essendo aggiornati al mese di novembre.
In conclusione, la stipula di contratti commerciali in cui si utilizzano monete nazionali, lestensione del Blue Stream alla Turchia, loleodotto che porterà gas ai paesi dellEuropa meridionale e dei balcani, laumento delle riserve in oro, evidentemente per sostenere la propia moneta e la riduzione dei titoli del debito USA in dollari dimostra che la Russia si sta allontanando sempre più dal dollaro.
Elaborazione Attilio Folliero su dati del WorldGold Council
Tratto da ItalianIrib
Gil Galad - Stella di radianza