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B di Blackfyre
creato il 23 maggio 2008

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M
Maynard
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Maynard
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Inviato il 26 ottobre 2008 12:54

 

 

 

ti dico solo che quando il catino era già pieno, il grosso del corteo non era ancora arrivato

Ma se dentro ce ne stanno due-trecentomila, e una parte non indifferente era vuota (quindi la capienza si abbassa), significa che fuori ce ne dovrebbero essere quattro volte tanto che dentro: "il grosso" è estremamente vago, numericamente cosa significa?

 

 

Io numeri non ne posso dare, non mi son messo a contare, ma il circo massimo si è riempito subito, tanta gente non ha sfilato ma ci è andata direttamente...il circo massimo era già pieno quando ancora gran parte del corteo era per strada, e arrivava fino all'altare della patria e ancora più su...


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Algor
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Algor
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Inviato il 26 ottobre 2008 16:39

Consiglio a Walter: in tempo di Fascio si millantavano cifre esorbitanti riguardo le proprie forze, e sappiamo tutti com'è andata a finire... Ho visto le foto a confronto sul sito del Corriere della Sera: mi sembra che la manifestazione di sabato non regga il confronto con quella della CGIL del 2002 e lo Scudetto della Roma nel 2001.


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Calinn Vojnngat
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Calinn Vojnngat
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Inviato il 26 ottobre 2008 16:54

Si, ma voi parlate di foto e foto...non dimenticate che le foto sono istantanee di un singolo momento, mentre la manifestazione si è protratta per ore con gente che si muoveva, si spostava, andava, arrivava e tornava. Non credo si possano fare stime in base alla foto di una parte di manifestazione.


Your ears and my eyes / Machinery of discord
If art is a world within ourselves / Baby we’re living on distant planets

joramun
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joramun
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Inviato il 26 ottobre 2008 18:16

Personalmente non credo che ci siano stati i 2 milioni e passa di persone dette dagli organizzatori (che un po gonfiano i numeri),ma nemmeno credo ai 200.000 detti dalla questura (che invece tende sempre a sgonfiare i numeri)

Ma poi........perchè tutto sto sbattimento per i numeri?Per dire una cosa intelligente,una persona basta e avanza.


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sharingan
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sharingan
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Inviato il 26 ottobre 2008 19:47
Sulla bontà della riforma si è poi espressa Emma Marcegaglia, la stalinista Confindustriale : "ma di quale riforma si parla? Io ho visto solo un decreto di tagli."

 

Ha anche detto che''quello di Gelmini e' un decreto che riduce delle storture, ma ci vuole una vera riforma''. Quindi non ha dato un vero giudizio negativo. Che poi non sia una riforma è vero. In realtà il grosso di ciò che viene contestato mi pare più opera di Tremonti.

 

@sharingan: il fatto che ci siano persone che non danno esami, oltre a non seguire corsi, implica forse che non impattino sul costo della didattica? Un docente non può permettersi di prenotare aule con posti minori degli iscritti al corso. Punto. Anzi, visto che in genere ti mettono una fila si e una no occupando un banco ogni 4 il sovradimensionamento segue un fattore moltiplicativo più che additivo.

 

Impattano di meno però. Questo è sicuro. E se sono meno servono meno prof. Ma poi vorrei chiedere una cosa: è vero che ci sarà un taglio di insegnanti o è vero che ci sarà un blocco di assunzioni? Ancora non l'ho capito con certezza.

 

Sui link che hai riportato, Il Giornale era quello che tentava di sostenere che il riscaldamento globale era causato delle fluttuazioni della popolazione di insetti. Do massimo credito a qualsiasi testata giornalistica, ma i precedenti in questo caso mi convincono che sia necessario un altro po' di approfondimenti... Sempre che il calcolo abbia senso e vi sia effettivamente una diversa e significativa incidenza in termini di costi tra studenti frequentanti e non frequentanti.

 

Certo. Infatti ho messo vari link, non solo quello de Il Giornale. Per la cronaca lo stesso ragionamento c'era anche su Libero....

 

Comunque per mera informazione risulta anche che l'Italia sia particolarmente colpita dal fenomeno dei "fuoricorso" oltre che da coloro che mollano gli studi. Articolo del Corriere: Link. Motivo?

 

1 - la legge 113 permette di incidere sugli sprechi o taglia a pioggia? Cosa c'è nel decreto che obblighi a spendere meglio? Niente. Si spenderà meno, e basta. Che l'equazione spendere meno = spendere meglio sia falsa, lo si vede dall'esperienza quotidiana. Sono decenni che i fondi per la scuola pubblica vengono tagliati. Ogni anno, sistematicamente. Forse la qualità del servizio è migliorata?

 

Sicuro? In assoluto? Non erano stati assunti nuovi insegnanti?

 

2 - il trattamento riservato dal governo per la scuola pubblica ha riscontri altrove? Ovvero, se c'è una crisi e si deve tagliare, perché per Alitalia lo Stato ha fatto quel che ha fatto? Perché i comandanti di aereo sono stati promossi manager? Perché sono stati messi sul tavolo da Tremonti un numero di soldi illimitato ("il peso del decreto salvabanche non è quantificato, e ci sarà la possibilità di stornare altre voci di bilancio dal DPEF triennale di giugno") per salvare le banche e dare potere assoluto a Unicredit? In breve, perché altrove lo Stato spende e spreca come ai tempi dell'oro e per la scuola pubblica invece si tira la cinghia? Perché il discorso sui costi della politica, sollevato quotidianamente ai tempi di Prodi, non è più tirato in ballo? Perché si tagliano 8 miliardi nella scuola e non, per dire, 4 nella scuola e 4 nei costi della politica?

 

Su Alitalia sono più o meno contrario ma si è deciso per una scelta strategica. Da un lato la Lega Nord pretendeva che Malpensa non venisse depauperata, dall'altro si è ritenuto che AirFrance e quindi la Francia potessero usare Alitalia per le loro strategie turistiche, e siccome per l'Italia il turismo è vitale si è scelta la via più tortuosa e costosa. Non sono d'accordo con la scelta del Governo però un senso ce l'ha.

 

E non si può proprio dire che solo la scuola venga tagliata. Brunetta mi pare stia agendo bene nella Pubblica Amministrazione. Io starei attento piuttosto al federalismo e ai compensi che si dovranno dare. Finora sono stati premiati i comuni spreconi come Catania mentre Milano viene penalizzata, senza contare che serve denaro per organizzare l'Expo.

 

Per la cronaca ecco le nuove pensate di Brunetta: Link

 

Comunque per tornare alla questione scuola, mi trovo d'accordo con quanto detto da Sergio Romano nell'angolo della posta del Corriere della Sera. Trascrivo più la risposta data a un lettore critico verso la politica del Governo sulla scuola:

 

Mi rendo conto che la riforma modificherebbe le abitudini e lo stile di vita degli italiani. Ma vedo delle ostilità alla riforma Gelmini molte resistenze corporative che non mi convincono. La scuola italiana costa troppo e produce complessivamente risultati insoddisfacenti. Il nuovo ministro sta tentando un'operazione difficile e lavora con un certo coraggio. Il silenzio dei politici non mi dispiace. A un altro dibattito pubblico, come quelli a cui abbiamo frequentemente assistito negli anni scorsi, preferisco il cambiamento. E' meglio correggere una riforma sbagliata che non fare niente.

 

Infine concludo con una domanda. Per ora come siete orientati per le elezioni europee dell'anno prossimo? Confermerete il voto delle politiche o state pensando di cambiare? E per chi avete deciso?


 

« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »

 

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Maynard
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Inviato il 26 ottobre 2008 20:40

Consiglio a Walter: in tempo di Fascio si millantavano cifre esorbitanti riguardo le proprie forze, e sappiamo tutti com'è andata a finire... Ho visto le foto a confronto sul sito del Corriere della Sera: mi sembra che la manifestazione di sabato non regga il confronto con quella della CGIL del 2002 e lo Scudetto della Roma nel 2001.

 

Anche io ho visto le foto sul sito del Corriere, e sono piuttosto ingannevoli. Non c'è dubbio che nel 2002 con Cofferati ci fosse più gente, ma l'inquadratura dello scatto è differente...in quella della manifestazione di ieri si vede solo il catino, ma c'era moltissima gente anche più dietro fuori dall'inquadratura...la parte dietro, dove c'è la torretta medioevale era transennata, per quello non c'era gente, ma ce n'era tanta di fuori...


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Lady Lyanna
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Lady Lyanna
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Inviato il 26 ottobre 2008 21:11

Negli USA la retta la paga totalmente lo studente a meno che non abbia delle borse di studio (interne o esterne all'università). Noi paghiamo delle tasse relativamente basse perchè è una cosa pubblica, in questo modo l'accesso è più facile anche a chi non ha mezzi economici. Il problema è che da noi esenzioni dalle tasse (o riduzioni) ci sono solamente per chi ha un basso reddito e non per chi ha un altro rendimento. Faccio un esempio: un mio amico al primo anno di Ing. Biomedica a Cesena ha conseguito 21 crediti (3 esami più l'idoneità di inglese) con una media del 22 e ha diritto alla borsa di studio...a me non sembra giusto. Io al primo anno ho conseguito tutti i crediti con una media del 29 e borsa di studio neanche a parlarne (e non sono ricco)..questo non è normale. I soldi li buttano via in tantissimi modi ma personalmente di borse di studio regalate e di professori (interi dipartimenti spesso) che non fanno niente ne ho visti a valanghe e sinceramente spero proprio che i tagli vadano a colpire queste cose.

 

Specifico solo una cosa: a Bologna l'esenzione dalle tasse e la borsa di studio sono due cose distinte.

L'esenzione dalle tasse, totale o parziale, avviene in base alla fascia di reddito a cui si appartiene.

Le borse di studio sono elargite dall'Arstud e vi si può fare domanda in base al reddito. Una volta che per reddito la si può richiedere, se e quanto ti viene assegnato di borsa dipende esclusivamente dal merito. Non è che se a Bologna ci sono 3 mila studenti con una famiglia a reddito basso viene automaticamente data la borsa a tutti ma l'Arstud ha disposizione tot euro da assegnare come borse (Io come studente in sede con due genitori lavoratori e casa di proprietà ho preso per ogni anno 2000 euro di borsa (i sufficienti per pagare le tasse più qualcosina per i libri), un mio compagno di corso essendo fuori sede ne prendeva 4000 (gli veniva conteggiato anche l'affitto)). E' assolutamente fondamentale avere una media alta per poter essere ai primi posti in graduatoria ed essere certo di ricevere la borsa altrimenti puoi essere il più poveraccio di Italia ma con la media del 18 non hai un centesimo.

Inoltre, ma su questo non ho certezza non ricordo bene, esenzione e borsa li hai se sei in regola con gli anni non è che se vai fuori corso di 3 hai l'esenzione solo perchè sei un poveraccio.


Lady delle Gocciole Extra Dark


We are only human, and the gods have fashioned us for love. That is our great glory, and our great tragedy.

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xaytar
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xaytar
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Inviato il 26 ottobre 2008 21:25

Infine concludo con una domanda. Per ora come siete orientati per le elezioni europee dell'anno prossimo? Confermerete il voto delle politiche o state pensando di cambiare? E per chi avete deciso?

 

Al 99% cambierò, con un salto un pò più a sinistra.


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Darrosquall
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Darrosquall
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Inviato il 26 ottobre 2008 23:38

sinistra democratica sicuramente.



Lord Beric
Custode dei Corvi Messaggeri
Guardiani della Notte
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Lord Beric
Custode dei Corvi Messaggeri



Guardiani della Notte

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Inviato il 27 ottobre 2008 11:08

Fin dal primo anno si sono sempre usate le macchinette, mai andato a ritirare gli statini in Dipartimento, e le dispense erano portate in sala stampa e stampate in funzione del numero di studenti (sempre esperienza mia, ovvio); a questo si aggiunge inoltre che molte dispense sono riutilizzabili, quindi eventuali giacenze possono venir usate l'anno dopo.

Non so quale delle due sia la norma, ma proprio per questo usarlo come dato per avere un'idea dei costi (con questo non dico che i non frequentanti non incidono sui costi) diventa difficile :unsure:

 

Per carità, non volevo dare io le regole per la valutazione del calcolo dei costi. Ho solo fatto degli esempi di come anche uno studente che non frequenta può essere un costo per l'Università che frequenta.

 

Lo spazio lasciato libero però è ben maggiore del palco, e non solo limitato a esso, a vedere la foto mandata da sharingan considerare uno spazio libero di 120 000 metri quadri mi pare esagerato (diciamo che lo spazio vuoto è anche solo un quinto? Si scende a circa 96 000 metri quadri, ossia oltre sei persone a metro quadro, per averne 600 000).

Comunque, duecentomila, quattrocentomila, seicentomila o un milione, personalmente sto cercando di capire quale sia l'ordine di grandezza; ma parlare di un milione di persone, quando il Circo Massimo ne contiene (considerando le dimensioni esterne completamente libere e sei persone a metro quadro) 745 200, mi suona strano. E, proprio perché la gara è a chi la spara piú grossa, sto cercando di farmi un'idea mia.

 

Non ho capito... Vuoi calcolare il numero di persone presenti alla manifestazione o il numero di persone presenti nel Circo Massimo?

 

Impattano di meno però. Questo è sicuro.

 

Ecco, mi fai un esempio di spesa che possa incidere adeguatamente sul bilancio dell'Università tale per cui io che vado a lezione tutti i giorni costo più di uno che non va?

Una serie di costi tali per cui si possano considerare eventuali statistiche che contano il numero complessivo di studenti come false, ovviamente. :wacko:

 

Ma poi vorrei chiedere una cosa: è vero che ci sarà un taglio di insegnanti o è vero che ci sarà un blocco di assunzioni? Ancora non l'ho capito con certezza.

 

Allora, la storia è questa: il governo precedente aveva deciso per la stabilizzazione di 80000 precari in tre anni, sia per corpo docente, sia per personale di supporto come bidelli, tecnici di laboratorio, personale di segreteria eccetera.

Chi è di destra ha ritenuto fosse una stabilizzazione di fannulloni e un tentativo per dare un posto sicuro agli amici degli amici dei parenti, chi è di sinistra ha ritenuto fosse un qualcosa di dovuto perché esistono scuole che campano sul personale precario, che fa i lavori del personale normale e viene pagato la metà.

 

Al di là dell'ideologia, ritengo naturalmente che la verità stia nel mezzo, ovvero che vi siano esempi dell'uno e dell'altro fenomeno; precari che è giusto stabilizzare perché mandano avanti la baracca e precari che sarebbe meglio cambiassero lavoro perché sono lì solo perché ce li hanno messi.

 

Sia come sia, questo governo ha bloccato il diritto acquisito all'assunzione (così come è nell'aria il blocco per il diritto acquisito al pensionamento: anche se io ho maturato i diritti per andare in pensione e desidero fermarmi di più, la mia permanenza sul lavoro, nel caso cambino le regole per il pensionamento, potrebbe farmi perdere il diritto acquisito. Ovvero: io ho i diritti per andare, decido di fermarmi un anno, ma scompare la legge sul diritto acquisito. Cambia la riforma pensionistica, io sono obbligato e fermarmi 3 anni. Non è il migliore incentivo per chi desidera fermarsi a lavorare...), bloccando la stabilizzazione dei precari. Lo sappiamo, per questo governo il precariato non è un male, e aprirò poi una parentesi sulla politica del lavoro, di questo governo e in generale.

 

Oltre a questo, ha indetto un taglio generale di personale non docente, e il blocco alle assunzioni di personale docente. Ovvero un turnover di 1 assunto ogni 10 pensionamenti per il 2009, 1 ogni 5 per il 2010 e uno ogni 3 per il 2011.

Cosa succede quindi? Vero, il numero di insegnanti calerà. Che sia un bene o un male credo dipenda dal caso specifico, le cifre sono nelle tabelline, ognuno tragga le sue conclusioni.

Tuttavia, mi preme far notare due cose:

1 - la classe insegnante italiana è già tra le più anziane d'Europa. Questa riforma, limitando il turnover, impedisce un adeguato ricircolo di insegnanti. E francamente, avere professori sessantenni che non sanno come si accende un computer lasciando a casa generazioni di trentenni che tanto potrebbero dare alla scuola non mi piace. Una adeguata combinazione di esperienza e innovazione sarebbe decisamente meglio.

2 - perché, per l'appunto, verranno penalizzati solo i giovani? Perché le tasse degli insegnanti statali le incamera lo Stato. E un professore anziano paga molte più tasse di un insegnante giovane (per quanto le possibilità di carriera nell'insegnamento siano limitatissime: vero che si entra con 1200, ma si esce con 1700 se uno è fortunato). Se si fosse trattato della FIAT, o, nome a caso, dell'Alitalia, o di SEAT Pagine Gialle (il prossimo è previsto per il prossimo anno e riguarderà 1000 persone, non sparo nomi a caso), o di Telecom, o dell'ItalSider, o dell'ENEL, o di una qualsiasi grande azienda, avremmo avuto prepensionamenti a raffica. Qualcuno ricorda dei prepensionamenti nella scuola pubblica? I tanto odiati insegnanti pubblici, il cui lavoro sembra essere diventato unicamente tenere i bambini lontani da casa mentre i genitori lavorano, sono spremuti come tanti piccoli limoni. Che lavorino poi 5 ore al giorno è una leggenda. Anche se il genitore tiene a scuola il pargolo per mezza giornata, e per lui quello è il lavoro dell'insegnante, tra corsi di aggiornamento, collegi docenti, corsi di formazione professionale su inglese, informatica e quant'altro, non dico che si arrivi alle canoniche 8 ore al giorno, ma poco ci manca. Aggiungo inoltre che un dipendente pubblico, a differenza del settore privato, non ha mai avuto la facoltà di riscattare la propria liquidazione prima del tempo. Al massimmo la cessione del quinto: lo Stato ti presta un quinto della liquidazione maturata, e tu la devi restituire pagando pure degli interessi. Perché? Perché c'è bisogno di soldi per mandare avanti lo Stato, e quelli degli statali sono lì e pronti all'uso; perché darglieli?

 

Cosa fa la riforma Gelmini, o se preferisci, il decreto Tremonti? Decide che, dal momento che i giovani precari possono tranquillamente restare tali per qualche altro decennio (e lo Stato risparmia in pensioni), saranno loro i perdenti posto, saranno loro a doversene andare, lasciando la scuola pubblica in mano a sessantenni che, diciamocela, quel che potevano lo hanno già dato.

 

Certo. Infatti ho messo vari link, non solo quello de Il Giornale. Per la cronaca lo stesso ragionamento c'era anche su Libero....

 

Comunque per mera informazione risulta anche che l'Italia sia particolarmente colpita dal fenomeno dei "fuoricorso" oltre che da coloro che mollano gli studi. Articolo del Corriere: Link. Motivo?

 

Come ho già accennato, nessuno nega che in Italia vi siano molti studenti che non frequentano. Mi piacerebbe capire se questo veramente introduce una differenza di costi nell'Università. Tu sei iscritto, e l'Università provvede a te, anche se poi non frequenti.

 

Sul fenomeno dei fuori corso, l'Università italiana, per scelta, ha deciso di lasciare l'accesso libero a tutti. Quella francese, per dire, screma tantissimo all'ingresso e poi coccola i superstiti fino alla laurea. Da noi c'è un sistema differente.

Meglio o peggio? Io le ho provate entrambe e mi sono trovato bene in entrambe, in generale ognuno preferiva il metodo di casa propria.

Si presume, dando facoltà di scelta, che lo studente italiano sia maturo. Che sia in grado di rendersi conto che, se è fuori corso di due anni, forse ha scelto la strada sbagliata. Se ci sono trentenni a cui sta bene spendere e finanziare l'Università malgrado risultati penosi, e genitori che accettano questo stato di cose, allora forse la colpa andrebbe ricercata lì. :D

 

Sicuro? In assoluto? Non erano stati assunti nuovi insegnanti?

 

Come accennato prima, il governo Prodi si era espresso per la stabilizzazione di 80000 precari. Non sono propriamente nuove assunzioni. E malgrado questo, se si rileggono le Finanziarie dell'epoca, Padoa-Schioppa prevedeva una cura dimagrante per la scuola pubblica di 3 mld in tre anni. Quella di Tremonti è una cura di 8 mld nello stesso lasso di tempo.

Tremonti e Gelmini introducono sistemi di controllo della spesa? Tremonti e Gelmini ci tutelano dicendo: "i soldi che potranno sprecare saranno di meno". Questo è occuparsi della scuola pubblica? NO.

Questo è semplicemente dire: "la scuola pubblica spreca soldi, diamone meno così si faranno meno danni". Non c'è alcun interesse a fornire un servizio decente, a introdurre meccanismi di verifica della spesa, di realizzare una scuola pubblica funzionante.

No, la scuola è un buco nero. Buttiamoci dentro un po' di meno e cniudiamola lì. Però alle tasse degli insegnanti anziani non ci rinunciano, eh. :wacko:

 

Su Alitalia sono più o meno contrario ma si è deciso per una scelta strategica. Da un lato la Lega Nord pretendeva che Malpensa non venisse depauperata, dall'altro si è ritenuto che AirFrance e quindi la Francia potessero usare Alitalia per le loro strategie turistiche, e siccome per l'Italia il turismo è vitale si è scelta la via più tortuosa e costosa. Non sono d'accordo con la scelta del Governo però un senso ce l'ha.

 

Apro qui la parentesi sulla politica lavorativa.

Partiamo dal presupposto che il lavoro serve ed è utile qualora ci sia necessità di un prodotto o di un servizio. Nel caso di Alitalia si tratta della necessità di un certo volume di persone di spostarsi da X a Y.

Se questa necessità è presente, ci sarà lavoro. Poi, che questo lavoro lo faccia Alitalia o Lufthansa o la Barone Rosso SPA viene dopo.

Se la Lega dice che Malpensa deve sopravvivere a tutti i costi, sfidando la legge del mercato, la Lega opera una distorsione pazzesca, pari a quella dei dipendenti delle PA messi lì solo per far figura.

Secondariamente, l'italianità di Alitalia ottenuta in questo modo, introduce fenomeni di corruzione e clientelarismo, e in generale ingerenza politica, che sono altri costi per lo Stato.

 

Ho fatto esempi molto puntuali: Autostrade per l'Italia, i terreni di Ligresti, i limiti ambientali sull'ILVA (e giusto ieri, in seguito all'inchiesta di Repubblica della settimana scorsa, Vendola ha sollevato un polverone). Lo Stato paga per favori di imprenditori, e le multe dell'UE o i costi in generale sono a carico dei cittadini.

 

Dove sta esattamente il piano industriale? La scelta di mercato lungimirante?

L'orgoglio di avere una compagnia italiana vale così tanto?

 

Vale in proporzione più della decenza della pubblica istruzione? Forse l'istruzione pubblica non è un investimento sul futuro? Forse la ricerca di base nelle università, la cui situazione è stata tanto bene riassunta da Jun, non è un investimento? Quale politica sarebbe stata lungimirante, a ben vedere?

 

Parliamoci chiaro, gli studenti che protestano, e come si sottolienava ad Omnibus ieri mattina non è una manifestazione politica, dal momento che riguarda persone di ogni ideologia e rappresentanti della CGIL e del PD sono stati fatti allontanare, protestano perché sono la prima generazione che sa per certo che vivrà peggio di quella che l'ha preceduta. Questa generazione sa che dovrà affrontare un mondo dove lavorare non servità per vivere, ma per sopravvivere.

 

C'è il precariato? Bene, c'è ovunque del precariato. Ma nel resto del mondo il precariato, o meglio la flessibilità, è inserito in un mondo dove c'è lavoro. Dove sai che se esci da una parte hai le possibilità per entrare da un'altra.

Quando, tanti anni fa, alla vigilia delle politiche 2006, mostravo i grafici relativi all'occupazione e alla quantità di lavoro effettivo nel quinquennio berlusconiano, intendevo esattamente questo. La politica di occupazione del governo Berlusconi era stata una regolarizzazione di 700000 immigrati e la rotazione dei turni più rapida, favorendo il part-time eccetera.

Ora, ha creato nuovi posti di lavoro? No. Ha aumentato il numero di occupati? Sì. 700000 persone che prima non esistevano sono esistite, e si calcola che altre 132000 persone abbiano trovato lavoro in questo modo.

 

Ma è servito al PIL? Questo è servito a creare maggiore ricchezza all'Italia? No. La questone è semplice. Il lavoro è una merce come tutte le altre. Se quella merce resta invariata, e la dividi tra un numero maggiore di persone, il valore pro-capite scende.

Questa a mio modestissimo parere è la più dannosa, deleteria, infame politica economica che possa essere fatta in uno Stato.

 

Gli studenti di oggi sono i lavoratori di domani. Il precariato sarebbe accettabile se vi fosse lavoro. Ecco quale sarebbe la risposta. Lavoro. Creare lavoro. Creare domanda. E la domanda non la creano i ricchi. La crea il ceto medio che spende e che vuole sentirsi ricco. Un ricco compra una Ferrari, 100 impiegati comprano 100 Punto. Chi ha creato maggior lavoro? Chi permette all'economia di girare?

Adesso che le cose vanno male, adesso che c'è la crisi, adesso è il momento di rilanciare!

Sostenere le banche è certamente lodevole, per evitare il blocco del sistema creditizio, ma altrettanta importanza dovrebbe avere il sostegno al consumo.

Perché è inutile che le banche abbiano soldi da prestare ma non ci sia domanda sul mercato.

 

Il richiamo che lanciano i giovani studenti di oggi non è la voglia di un posto fisso, o essere mantenuti. Queste persone chiedono la possibilità di farcela con le loro forze. Chiedono che lo Stato non chiuda le porte in faccia alle loro possibilità. Chiedono che lo Stato non li tratti da nemici, ponendo ostacoli sul loro cammino.

Chiedono che la pubblica istruzione resti sinonimo di educazione libera, non piegata alle esigenze di questo o quel privato. Chiedono che la ricerca non sia limitata e veicolata dal finanziatore-proprietario dell'Università.

Queste persone, a mio parere, o meglio, quelle che si muovono spinte dall'ideale e non dalla voglia di perdere una lezione, vedono lontano.

Perché si da fiducia ai colonnelli della Lega e si spendono miliardi per salvare Malpensa, perché si travasano milioni nelle casse disastrate di Comuni irresponsabili (giustamente ricordi Catania) e non si presta anche ascolto a costoro?

 

Comunque per tornare alla questione scuola, mi trovo d'accordo con quanto detto da Sergio Romano nell'angolo della posta del Corriere della Sera. Trascrivo più la risposta data a un lettore critico verso la politica del Governo sulla scuola:

 

Mi rendo conto che la riforma modificherebbe le abitudini e lo stile di vita degli italiani. Ma vedo delle ostilità alla riforma Gelmini molte resistenze corporative che non mi convincono. La scuola italiana costa troppo e produce complessivamente risultati insoddisfacenti. Il nuovo ministro sta tentando un'operazione difficile e lavora con un certo coraggio. Il silenzio dei politici non mi dispiace. A un altro dibattito pubblico, come quelli a cui abbiamo frequentemente assistito negli anni scorsi, preferisco il cambiamento. E' meglio correggere una riforma sbagliata che non fare niente.

 

Mi permetto di essere in disaccordo con Romano in questo. <_<

Il cambiamento tanto per cambiare non mi piace. Il cambiamento non lo considero un valore in sé stesso. Ci sono cambiamenti in meglio e cambiamenti in peggio. I primi mi piacciono, gli altri no. E credo sia giusto accordarsi su cosa è "meglio" tra tutti i chiamati in causa.

Il discorso del "preferisco cambiare" a prescindere mi ricorda tanto quello del "ma la stabilità di un governo è un valore a prescindere", alludendo al fatto che la legislatura 2001-2006 è arrivata al termine senza troppe turbolenze. Il PCUS ha offerto stabilità politica per 70 anni, è stato forse un valore? :wacko:


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Lord dei Pan di Stelle - Lord Comandante dei Peluche

The best fantasy is written in the language of dreams. It is alive as dreams are alive, more real than real... for a moment at least... that long magic moment before we wake.
Fantasy is silver and scarlet, indigo and azure, obsidian veined with gold and lapis lazuli. Reality is plywood and plastic, done up in mud brown and olive drab.
Fantasy tastes of habaneros and honey, cinnamon and cloves, rare red meat and wines as sweet as summer. Reality is beans and tofu, and ashes at the end.
Reality is the strip malls of Burbank, the smokestacks of Cleveland, a parking garage in Newark. Fantasy is the towers of Minas Tirith, the ancient stones of Gormenghast, the halls of Camelot.
Fantasy flies on the wings of Icarus, reality on Southwest Airlines.
Why do our dreams become so much smaller when they finally come true?
We read fantasy to find the colors again, I think. To taste strong spices and hear the songs the sirens sang. There is something old and true in fantasy that speaks to something deep within us, to the child who dreamt that one day he would hunt the forests of the night, and feast beneath the hollow hills, and find a love to last forever somewhere south of Oz and north of Shangri-La.
They can keep their heaven. When I die, I'd sooner go to Middle-earth.

 

[George R. R. Martin]

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Mago del Chaos
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Mago del Chaos
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M

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Inviato il 27 ottobre 2008 13:09

sinistra democratica sicuramente.

 

Quoto in pieno


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sharingan
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sharingan
Confratello

S

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Inviato il 27 ottobre 2008 19:26
Ecco, mi fai un esempio di spesa che possa incidere adeguatamente sul bilancio dell'Università tale per cui io che vado a lezione tutti i giorni costo più di uno che non va?

 

Se c'è un tot di studenti in aula servono un tot di insegnanti. Se ce ne sono di meno ne servono di meno. E serve anche meno personale ausiliario.

 

Una serie di costi tali per cui si possano considerare eventuali statistiche che contano il numero complessivo di studenti come false, ovviamente.

 

Questo credo sia impossibile. A meno che il ministero non fa chiarezza sulla cifre e sui metodi che usa per rilevare le statistiche.

 

Questo è semplicemente dire: "la scuola pubblica spreca soldi, diamone meno così si faranno meno danni". Non c'è alcun interesse a fornire un servizio decente, a introdurre meccanismi di verifica della spesa, di realizzare una scuola pubblica funzionante.

No, la scuola è un buco nero. Buttiamoci dentro un po' di meno e cniudiamola lì. Però alle tasse degli insegnanti anziani non ci rinunciano, eh.

 

Per adesso. A quanti mi risulta questa è solo la prima fase. Mi pare ci dovrebbe essere anche una legge organica sull'Università.

 

Parliamoci chiaro, gli studenti che protestano, e come si sottolienava ad Omnibus ieri mattina non è una manifestazione politica, dal momento che riguarda persone di ogni ideologia e rappresentanti della CGIL e del PD sono stati fatti allontanare, protestano perché sono la prima generazione che sa per certo che vivrà peggio di quella che l'ha preceduta. Questa generazione sa che dovrà affrontare un mondo dove lavorare non servità per vivere, ma per sopravvivere.

 

E' una preoccupazione legittima ma io questa certezza non ce l'ho. Certo prima o poi bisognerebbe anche che arrivi qualcuno che dica quale il segreto del funzionamento della scuola, visto che da decenni è un disastro totale. La protesta in questo caso mi sembra fatta per mantenere la condizione esistente non per migliorarla. Insomma non vedo tutta questa gioventù propositiva e volenterosa ma piuttosto una gioventù impaurita e che secondo me dà retta a chi non se lo merita (i prof baroni).

 

Perché si da fiducia ai colonnelli della Lega e si spendono miliardi per salvare Malpensa, perché si travasano milioni nelle casse disastrate di Comuni irresponsabili (giustamente ricordi Catania) e non si presta anche ascolto a costoro?

 

Io no. Fiducia nella Lega proprio non ce l'ho. Questo non toglie che non sia d'accordo con la protesta. Anche perchè gli studenti non sono un blocco uniforme. C'è anche (secondo me i più) chi non protesta, c'è chi è d'accordo, c'è chi ci crede per davvero, c'è chi gli piace la caciara, etc... Insomma il concetto è che le posizioni sono diverse.

 

Il cambiamento tanto per cambiare non mi piace. Il cambiamento non lo considero un valore in sé stesso. Ci sono cambiamenti in meglio e cambiamenti in peggio. I primi mi piacciono, gli altri no. E credo sia giusto accordarsi su cosa è "meglio" tra tutti i chiamati in causa.

Il discorso del "preferisco cambiare" a prescindere mi ricorda tanto quello del "ma la stabilità di un governo è un valore a prescindere", alludendo al fatto che la legislatura 2001-2006 è arrivata al termine senza troppe turbolenze. Il PCUS ha offerto stabilità politica per 70 anni, è stato forse un valore?

 

La lettera è molto corta e sintetica. Ma a me pare di capire che Romano vede qualcosa di positivo nella "riforma". Non credo sia tipo da "il cambiamento fine a sè stesso".

 

Comunque ho trovato questo articolo del Sole24Ore che parla dei punti principali della riforma: Link. Eccone un'altro: Link2

 

 

Per quanto riguarda il mio voto sono un po' perplesso. Ho due esigenze: la prima è punire il PD per la pochezza, lo scarso riformismo e la confusione mostrate fino'ora; dall'altra non voglio rafforzare nessun altro partito di nessuno schieramento. Quindi sono indirizzato all'astensione.


 

« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »

 


joramun
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Inviato il 27 ottobre 2008 20:45

Un articolo de La Stampa di oggi:link.

Intanto nei giorni che precedono la grande manifestazione nazionale del 30,ci saranno scioperi,sit-in,occupazioni e cortei in varie città d'italia tra cui Torino, Perugia, Roma, Firenze, Palermo, Genova.

 

FORZA RAGAZZI,NON MOLLATE!!! :unsure: :wacko: :wacko:


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Inviato il 27 ottobre 2008 20:46

Se posso vorrei informare per chi è di Roma e ha voglia di ascoltare una lezione importantissima e attualissima che domani, martedì 28 ottobre, si terrà una lezione di Antropologia ( tenuta anche da professori di storia) a Piazza Vittorio Emanuele alle ore 14.00 con argomento: " Immigrazione, Integrazione e Razzismo " (Proff. Bevilacqua, Sobrero, Nasini, Naso)

 

Credo che sia un'iniziativa che possa interessare anche a qualcuno al di fuori dei corsi di laurea specifici, che riguarda ognuno di noi, e che può aiutare a capire qualcosa in più sulle conseguenze della riforma sulle classi differenziate :unsure:

 

Baci a tutti!


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Inviato il 28 ottobre 2008 11:17

Più che tutti i discorsi sulla manifestazione e sui numeri, quello che mi ha ribrezzo sono le parole di berlusconi: veltroni ha perso, staremo qua 5 anni, meglio che si riposi per la campagna elettorale che ci sarà tra 5 anni.

 

Un conto è criticare una iniziativa dell'opposizione (come a parti inverse successe nel 2006 a dicembre), parlare dei temi e confutare, ma dire queste cose è insensato.

Sembra come che la morale sia "adesso governiamo noi, voi state zitti, non dovete dire niente, non contate niente".

 

Veramente assurdo!!


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