A prescindere dal contenuto dell'articolo, secondo me un magistrato - specialmente di quel calibro - non dovrebbe mai esternare pubblicamente le proprie opinioni, sopratutto se di narura politica.
Per di più, le sue affermazioni sono anche di una certa gravità.
C'è un organo (anche piuttosto auterevole) preposto e sinceramente non ho mai condiviso la mania di protagonismo dei magistrati.
A prescindere dal contenuto dell'articolo, secondo me un magistrato - specialmente di quel calibro - non dovrebbe mai esternare pubblicamente le proprie opinioni, sopratutto se di narura politica.Per di più, le sue affermazioni sono anche di una certa gravità.
C'è un organo (anche piuttosto auterevole) preposto e sinceramente non ho mai condiviso la mania di protagonismo dei magistrati.
e la libertà di parola dove la lasciamo? adesso se uno dice cose gravi è mania di portagonismo? non potrebbe essere sinceramente preoccupato, a prescindere dal fatto che dica cose giuste o no? mah
A prescindere dal contenuto dell'articolo, secondo me un magistrato - specialmente di quel calibro - non dovrebbe mai esternare pubblicamente le proprie opinioni, sopratutto se di narura politica.Per di più, le sue affermazioni sono anche di una certa gravità.
C'è un organo (anche piuttosto auterevole) preposto e sinceramente non ho mai condiviso la mania di protagonismo dei magistrati.
e la libertà di parola dove la lasciamo? adesso se uno dice cose gravi è mania di portagonismo? non potrebbe essere sinceramente preoccupato, a prescindere dal fatto che dica cose giuste o no? mah
Non si parla di libertà di parola ma di opportunità. Anche secondo me le parole di quel magistrato sono tendenziose ed esagerate. Detto questo non è che Berlusconi faccia meglio. E' il solito capitolo della lotta Berlusconi-Magistratura.
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
Premesso che un diritto assoluto non è mai un paravento (altrimenti non sarebbe assoluto), la rispota alla domanda è: Certo che possono, anzi non è infrequente ed un caso recente è quello di "vallettopoli", durante il quale sono stati fatti decine di nomi, ma poi tutto è finito in una bolla di sapone: non è lesione della privacy (secondo te) il fatto che Tizio (F. Vento) divulghi certe "dicerie" su Caio (F. Totti) riprese da tutti gli organi di stampa e poi giudicate assulutamente prive di fondamento?
Nessuna pensa alla vita privata di Caio? ai suoi rapporti matrimoniali? al coinvolgimento della prole?
E' questo è solo un caso tra i tanti.
Nella mia ignoranza in materia di diritto mi sembra che ci siano già gli strumenti idonei per difendersi da calunnie e diffamazioni a mezzo stampa. Il signor Caio, nel caso citato, ha dalla sua parte la legge sulla privacy, abbastanza restrittiva rispetto agli altri paesi europei e che ha già compiuto 15 anni, che gli permetteva di fare i dovuti ricorsi sia contro Tizio che contro gli editori che hanno pubblicato le "dicerie". Quindi direi che, dal mio punto di vista, i motivi con i quali si è giustificato questo disegno di legge, la privacy e il costo delle intercettazioni, sono poco significativi e se proprio vogliamo essere cattivi, anche abbastanza superficiali. Soprattutto mi chiedo, perchè questa fretta?
Il discorso sarebbe diverso se questo disegno di legge fosse inserito un una riforma più ampia della giustizia, ma se bisogna considerarlo solo ed esclusivamente una misura isolata, in mancanza di pronunciamenti in altro senso, appare quanto meno furbesca la sua discussione contemporaneamente al pacchetto sicurezza. Come si dice, se tre indizi fanno una prova:
-La lettera di Berlusconi a Schifani
-L'emendamento salva-Silvio
-Il lodo Schifani 2
La legge sulle intercettazioni, si inserisce come l'ennesimo tassello nella politica ad personam della maggioranza, e il fatto che debba sentire un ministro della giustizia dire che le intercettazioni "occupano il 33% del bilancio della giustizia" solo per giustificare una modifica che ha tante motivazioni, ma non certo quelle economiche, mi da molto fastidio.
Il fatto che poi venga colpita la stampa e in particolare i cronisti giudiziari e non venga dato nessun segnale per i magistrati e le varie "talpe" che creano le fughe di notizia, per atti ancora secretati,i vari Pompa e Pollari, mi fa sorgere ancora di più il dubbio che questo disegno di legge della privacy dei cittadini onesti non si occupi affatto, mentre della privacy dei disonesti si occupi fin troppo.
Comunque mi sembra che da buon affabulatore qual'è, il buon Silvio sia ancora riuscito a spostare l'attenzione dall'effetto principale che avrà questo disegno di legge se non dovesse subire modifiche sostanziali. Stiamo parlando da pagine intere di legge sulla privacy e pubblicazioni di atti pubblici, quando la domanda che ci dovremmo porre secondo me è un'altra. La stampa verrà imbavagliata? Entreremo in un regime dolce senza nemmeno fiatare? La magistratura verrà liquidata ad ordine sottoposto al controllo dei poveri cristi mentre i colletti bianchi ed i mafiosi saranno liberi di delinquere? E' questo quello che dovrebbe importarci, che potrebbe davvero fare la differenza.
Ammiro la precisione con cui è stato trattato l'argomento dai più esperti in materia, ma più della forma del testo e degli articoli, a me piacerebbe discutere dell'effetto di una futura legge. (ammetto di guardare al pratico)
Quindi la domanda conclusiva è questa: tralasciando i difetti di forma che potranno essere rivisti in aula, quale sarà l'effetto di questa legge. Ci farà "solo" risparmiare 1 euro all'anno? Bene. Impedirà ai giornalisti di fare il loro lavoro. Ci impedirà di sapere se un personaggio di pubblico interesse delinque? Bene lo stesso, ma almeno parliamo degli effetti che avrà sulla nostra vita. :D :D scusate lo sfogo, ma che ci posso fare.. :D
Nella mia ignoranza in materia di diritto mi sembra che ci siano già gli strumenti idonei per difendersi da calunnie e diffamazioni a mezzo stampa. Il signor Caio, nel caso citato, ha dalla sua parte la legge sulla privacy, abbastanza restrittiva rispetto agli altri paesi europei e che ha già compiuto 15 anni, che gli permetteva di fare i dovuti ricorsi sia contro Tizio che contro gli editori che hanno pubblicato le "dicerie".
ricorsi che - tra dieci anni - gli avrebbero garantito una somma a titolo di risarcimento ma che non potranno restituirgli una moglie e/o dei figli...
Rispetto la tua opinione ma non concordo affatto...
Quindi la domanda conclusiva è questa: tralasciando i difetti di forma che potranno essere rivisti in aula, quale sarà l'effetto di questa legge. Ci farà "solo" risparmiare 1 euro all'anno? Bene. Impedirà ai giornalisti di fare il loro lavoro. Ci impedirà di sapere se un personaggio di pubblico interesse delinque? Bene lo stesso, ma almeno parliamo degli effetti che avrà sulla nostra vita. :D :D scusate lo sfogo, ma che ci posso fare.. :D
I tuoi interrogativi sono legittimi, sia i tuoi dubbi condivisibili...purtroppo però difficilemente potremo avere risposte immediate perchè la pratica giudiziaria è sempre un enigma ;)
e la libertà di parola dove la lasciamo? adesso se uno dice cose gravi è mania di portagonismo? non potrebbe essere sinceramente preoccupato, a prescindere dal fatto che dica cose giuste o no? mah
io mi riferisco alle doti che - imho - un magistrato dovrebbe avere...che c'entra la libertà di parola :D
io mi riferisco alle doti che - imho - un magistrato dovrebbe avere...che c'entra la libertà di parola
si ma scusa se una legge tratta di processi, perchè un magistrato non dovrebbe parlarne? chi dovrebbe farlo? poi uno può non essere d'accordo su quello che dice, ma dire che uno ha manie di protagonismo o che parla solo per dar contro a una parte politica mi sembrano cattiverie gratuite, a meno che uno non abbia elementi che lo portino a quella conclusione, se no, io di solito preferisco lasciare almeno il beneficio del dubbio
e poi mi sembra che ce ne sia fin troppa di gente che non parla, io preferisco che lo facciano tutti e poi decidere su cosa essere d'accordo sinceramente
se in italia i processi durano un 'infinità non è una scusante
Cosa che non cambierebbe nulla su quanto ho detto: vieteresti a un innocente nemmeno accusato di fare una cosa, e lo vieteresti tramite un processo alle intenzioni. Definirlo "illegale" mi pare un eufemismo, onestamente.
Sul secondo punto, la tua osservazione non è correttissima: le pene sono state inasprite, ma non rese retroattive: un ubriaco che oggi investe qualcuno sconterà una pena maggiore di uno che lo ha fatto nel 2001
Sí, mi sono espresso male :D
Serve perché, in uno Stato normale, l'opposizione dovrebbe garantire l'applicazione della parte negativa della democrazia, ovvero la tutela dei diritti delle minoranze. Tuttavia, salvo procedimenti particolari come l'ostruzionismo o la mancanza del numero legale, questa tutela dipende dalla volontà di dialogo della maggioranza. Se questa decide di tirare dritto per la propria strada (una volta trovata), e ha i numeri per farlo (e questo è il caso), può fregarsene del dialogo
Vero, ma nel discorso penso (chiederò conferme a chi mi ha esposto quell'idea) che rientri anche una sicurezza per eventuali dissidi interni, e (forse soprattutto) il "tribunale mediatico": l'opposizione dice che faccio una legge assurda a prescindere di cosa dico? Allora ne presento una ancora piú assurda (o veramente assurda, a seconda dei punti di vista), cosí poi posso rispondere al loro "attacco" pubblico modificandola, ma senza togliere quello che veramente volevo fare. Non sto dicendo sia necessariamente cosí, ma l'idea non mi pare assurda.
In che senso "parte negativa"?
Sull'IVA, a me (e a wiki) risulta il contrario: l'accisa fa parte del netto del prodotto, quindi aumenti delle accise incidono sull'IVA
Da Wikipedia, "L'accisa concorre a formare il valore dei prodotti, ciò vuol dire che l'IVA sui prodotti soggetti ad accisa grava anche sulla stessa accisa"; forse ho capito male, ma l'ho interpretato come "Se ho il 20% d'IVA, anche le accise vengono aumentate del 20%" (prezzo cento, formato da 80 di valore e 20 di accisa, con l'IVA al 20% diventa 120, e non 116).
il discorso è molto semplice e va a monte: se io voglio fare il carabiniere, mi spulciano la fedina penale mia, dei miei parenti dei miei cani fino a tot gradi. se poco poco sono inquisito, non mi prenderanno mai. giusto, ci sto
E io no: se io sono innocente, ma un mio parente colpevole, non puoi punire me, altrimenti la responsabilità personale muore. E io pretendo che, se Marco ha preso vent'anni per l'omicidio di mio zio, ma è morto dopo dieci, gli altri dieci se li faccia il figlio di Marco.
Parimenti, se un politico è indagato (quindi nemmeno accusato), o sotto processo (comunque innocente), perché dovrebbe essere bloccato? È innocente, su che base limiti i diritti di una persona innocente?
Inoltre, il nostro sistema prevede che chi ha scontato tutta la sua pena è riabilitato; quindi su che base limitare il suo diritto di fare politica? Si dovrebbe cambiare l'idea alla base del sistema, allora.
Intercettazioni rilevanti per un'indagine le cui prove sono nel loro complesso insufficienti per arrivare ad un processo possono realmente ledere la privacy del cittadino?
Se rivelano qualcosa di privato, sí; poi si può vedere se questo qualcosa sia in qualche modo lesivo della reputazione, ecc., del cittadino, ma di fatto la privacy viene lesa.
in altri paesi, come la svezia, i ministri si dimettono solo quando un loro comportamento è sconveniente, seppur lecito. voglio dire, dovrebbe essere PACIFICO che un politico coinvolto in scandali si dimetta, e non si candidi fino alla fine del suo processo
Non cosí pacifico: sotto questo aspetto, preferisco il sistema italiano: se io sono un politico, e sono accusato di qualcosa, sono comunque innocente. Perché dovrei dimettermi? Se io so di essere innocente, non ho motivo di farlo, di essere penalizzato per qualcosa che non ho fatto; sotto certi aspetti, potrebbe quasi suonare come una sorta di ammissione di colpevolezza...
Ancora di piú se ho fatto cose lecite.
Quelle che dici saranno tutte ottime ragioni (anche se in Italia per esempio la terza diventa inutile, con i tempi processuali), ma sono tutte ottime per scegliere di mollare, non per obbligare a livello legale.
Il signor Caio, nel caso citato, ha dalla sua parte la legge sulla privacy, abbastanza restrittiva rispetto agli altri paesi europei e che ha già compiuto 15 anni, che gli permetteva di fare i dovuti ricorsi sia contro Tizio che contro gli editori che hanno pubblicato le "dicerie"
Lo Stato, attraverso la magistratura, decide che delle notizie sono pubbliche, e chi le pubblica sarebbe in qualche modo colpevole? Concetto che non mi convince, se una cosa è pubblica, è pubblica, l'azione va fatta a monte :D
il fatto che debba sentire un ministro della giustizia dire che le intercettazioni "occupano il 33% del bilancio della giustizia" solo per giustificare una modifica che ha tante motivazioni, ma non certo quelle economiche, mi da molto fastidio
C'è chi si trova d'accordo con le motivazioni economiche: che non ci siano è un'opizione; lecita, ma comunque nulla di assoluto.
QUOTE(Skie Lannister @ Jun 20 2008, 09:05 PM)il discorso è molto semplice e va a monte: se io voglio fare il carabiniere, mi spulciano la fedina penale mia, dei miei parenti dei miei cani fino a tot gradi. se poco poco sono inquisito, non mi prenderanno mai. giusto, ci sto
E io no: se io sono innocente, ma un mio parente colpevole, non puoi punire me, altrimenti la responsabilità personale muore. E io pretendo che, se Marco ha preso vent'anni per l'omicidio di mio zio, ma è morto dopo dieci, gli altri dieci se li faccia il figlio di Marco.
Parimenti, se un politico è indagato (quindi nemmeno accusato), o sotto processo (comunque innocente), perché dovrebbe essere bloccato? È innocente, su che base limiti i diritti di una persona innocente?
Inoltre, il nostro sistema prevede che chi ha scontato tutta la sua pena è riabilitato; quindi su che base limitare il suo diritto di fare politica? Si dovrebbe cambiare l'idea alla base del sistema, allora.
scusa, mi sono male espresso...era "un giusto, ci sto" generico, come da dire, mi adeguo. è chiaro che ci sono requisiti per entare nell'arma fin troppo severi. quello che volevo mettere in luce io sta nella discrepanza tra io, povero lavoratore, che go limitazione anche solo per un processo che coinvolge un parente, ed un politico che, sebbene IMPUTATO (non solo indagato), svolge un ruolo di rappresentanza istituzionale.
il nostro sistema, vero, prevede la riabilitazione dopo aver SCONTATO la pena, non durante un processo. anzi, nelle maggiori categorie professionali si viene sospesi dall'albo, spesso, in casi gravi.
inoltre, vedi, il mestiere del politico è un qualcosa di unico. perchè un politico ha in mano le chiavi per cambiare la legge stessa che lo mette sotto processo. ora, se io, capo del governo, sono IMPUTATO in una decina di processi per reati finanziari, posso ad esempio depenalizzarli (siamo gli unici al mondo che depenalizzano certi reati, non ti dice niente?), oppure, studiando le carte, posso accorciare i tempi prescrizionali secondo ciò che mi fa comodo, o cambiare i metodi di acquisizione probatoria dall'estero (come vedi, sto facendo tutti esempi di "capolavori" già in essere). capisci? se sono a capo di una salda maggioranza, in questo modo di fatto sono legibus solutus. il che, in democrazia, è un controsenso. ecco perchè proprio per il mestiere del politico bisogna che i canoni di accesso all'elettorato passivo siano più severi, e non più permissivi.
QUOTE(Skie Lannister @ Jun 21 2008, 09:03 PM)in altri paesi, come la svezia, i ministri si dimettono solo quando un loro comportamento è sconveniente, seppur lecito. voglio dire, dovrebbe essere PACIFICO che un politico coinvolto in scandali si dimetta, e non si candidi fino alla fine del suo processo
Non cosí pacifico: sotto questo aspetto, preferisco il sistema italiano: se io sono un politico, e sono accusato di qualcosa, sono comunque innocente. Perché dovrei dimettermi? Se io so di essere innocente, non ho motivo di farlo, di essere penalizzato per qualcosa che non ho fatto; sotto certi aspetti, potrebbe quasi suonare come una sorta di ammissione di colpevolezza...
Ancora di piú se ho fatto cose lecite.
Quelle che dici saranno tutte ottime ragioni (anche se in Italia per esempio la terza diventa inutile, con i tempi processuali), ma sono tutte ottime per scegliere di mollare, non per obbligare a livello legale.
beh, prima di tutto ci sono degli aspetti, per così dire, di forma. secondo una mentalità che condivido, un rappresentante delle istituzioni deve comportarsi in maniera esemplare. se non lo fa, a casa. perchè tale è il suo compito. poi ci sono delle considerazioni politiche e giuridiche. perchè un ministro che si dimette, per dire, non gode dell'immunità parlamentare PER SUA SCELTA, non perchè obbligato. non è un'ammissione di colpevolezza, ma il contrario. invece, un ministro o un capo di governo o un parlamentare che si trincera dietro l'immunità somiglia in maniera terrificante a quanto di peggio abbiamo visto durante tangentopoli...
il mestiere del politico è un qualcosa di unico. perchè un politico ha in mano le chiavi per cambiare la legge stessa che lo mette sotto processo. ora, se io, capo del governo, sono IMPUTATO in una decina di processi per reati finanziari, posso ad esempio depenalizzarli [...], oppure, studiando le carte, posso accorciare i tempi prescrizionali secondo ciò che mi fa comodo, o cambiare i metodi di acquisizione probatoria dall'estero
Non dico di no, ma come già detto vietare di fare il politico in quella situazione significa vietare a un innocente di accedere a una carica, e vietarlo sulla base di un processo alle intenzioni, nemmeno su prove. "Illegale" è eufemistico, a mio parere, e "costituzionale" vorrei sapere se si adatta. A questo punto, si deve cambiare l'ordinamento: processi alle intenzioni permessi, almeno in determinati casi, e anche gli innocenti possono vedersi penalizzati magari per anni (da chiedersi poi come gli si rende tutti quegli anni).
prima di tutto ci sono degli aspetti, per così dire, di forma. secondo una mentalità che condivido, un rappresentante delle istituzioni deve comportarsi in maniera esemplare. se non lo fa, a casa. perchè tale è il suo compito. poi ci sono delle considerazioni politiche e giuridiche. perchè un ministro che si dimette, per dire, non gode dell'immunità parlamentare PER SUA SCELTA, non perchè obbligato. non è un'ammissione di colpevolezza, ma il contrario. invece, un ministro o un capo di governo o un parlamentare che si trincera dietro l'immunità somiglia in maniera terrificante a quanto di peggio abbiamo visto durante tangentopoli
In maniera esemplare, secondo che canoni? Visto che lo Stato ha una legge, a mio parere ha senso che il canone sia la legge: se nel suo privato è un sado-masochista, e questo esce (a parte che non dovrebbe uscire), per quale motivo questo dovrebbe portarlo a dimettersi?
Sulla colpevolezza, non ho detto che sia un'ammissione di colpevolezza, ma che "potrebbe quasi suonare come una sorta di ammissione di colpevolezza", il che è diverso; e continuo a pensarlo: se sono innocente, non vedo motivo per smettere di fare (almeno in teoria) il bene del mio Paese, visto che sono stato eletto per farlo.
io la vedo più come un aspetto di correttezza. quante volte, in fondo, ci siamo lamentati perchè molti politic coinvolti in scandali giudiziari non si sono dimessi e si sono aggrappati alla loro carica per non subire processi? un'infinità.
mornon ripeto, non si parla di processi alle intenzioni, ma di faccende che coinvolgono la integrità del politico. per tornare all'esempio che hai fatto tu, non mi importa nulla se il sen. Chissenefrega in privato si fa frustare da un omaccione vestito solo di pelle nera, o cose così. mi importa molto, invece, se lo stesso sen. Chissenfrega viene coinvolto in un affare di corruzione, o associazione mafiosa. in questi casi, tu ti sentiresti rappresentato da un possibile criminale? ora, ripeto, non parlo di indagini, ma di IMPUTAZIONE, che è una cosa ben diversa. nel caso del nostro presidente del consiglio, ebbene, lui è IMPUTATO, non indagato. e adesso, rispondi ad una domanda: tu daresti le chiavi di casa tua ad un tizio che ha tutto l'interesse a demolirla? ed allo stesso modo, tu daresti la possibilità di cambiare le regole processuali ad uno che a tali regole deve essere sottoposto? io no. siccome la politica è un fatto per il quale si è RAPPRESENTANTI di qualcuno, tale fatto implica che il rappresentante si comporti in maniera corretta, possibilmente che sia al di sopra del sospetto. il che, ovviamente, nel caso che ci occupa recentemente, non è.
p.s.
quando parlavo di dimissioni anche per fatti leciti: sia chiaro, non parlo di obbligo di dimissioni. non c'è l'obbligo nè morale nè giuridico. solo, magari, di buon comportamento istituzionale. è chiaro che non mi importa se il nostro ipotetico sen. viene coinvolto in un'orgia che finisce sul giornale, se non c'è altro, nè c'è l'obbligo di dimettersi. sarebbe, magari, di buon gusto.
ricordo che negli USA un politico coinvolto anche solo in scandali di natura unicamente privata e morale viene rispedito a casa dall'opinione pubblica.
beh, forse lì è persino esagerato, ma l'esempio dimostra come, in una democrazia, il politico DEBBA rispettare certi canoni di comportamento e soprattutto certe convenzioni istituzionali, cosa che da noi non accade....
beh, si parte dal presupposto che il politico DEBBA ESSERE MORALMENTE IRREPRENSIBILE in quanto esempio e rappresentante del popolo che lo ha eletto.
Forse esagerano un po' nel senso che gli scandali morali sono usati là come qua usano scandali finanziari o problemi giudiziari per attaccare questo o quell'avversario politico, ma il principio è corretto.
io la vedo più come un aspetto di correttezza. quante volte, in fondo, ci siamo lamentati perchè molti politic coinvolti in scandali giudiziari non si sono dimessi e si sono aggrappati alla loro carica per non subire processi? un'infinità
Personalmente non so se l'ho mai fatto, ma considerando che trovo assurda l'idea che uno debba dimettersi solo perché indagato direi di no. La correttezza sarebbe, ma qui siamo nell'utopia, dimettersi se si sa di essere colpevoli; ma se so di essere innocente, non vedo correttezza nel dimettermi, né scorrettezza nel rimanere.
Comunque, continuo a pensare che sia un processo alle intenzioni: saranno anche cose che coinvolgono l'integrità del politico, ma "Non puoi essere eletto perché se lo fossi ti avvantaggieresti cambiando le leggi" è un processo alle intenzioni, al pari di "Non puoi avere una pistola, perché se l'avessi uccideresti qualcuno".
Ho capito che tu parli di imputanzioni; ma essere imputato significa essere colpevoli? No.
Poi, se lo si vuole fare, come detto allora cambiamo l'ordinamento per permettere processi alle intenzioni, e limitazioni almeno in campo politico, anche per decenni, a un innocente. Ma pensiamo anche a come ripagare quei decenni persi, perché "Scusa, ci siamo sbagliati" non è una gran cosa, e anche i soldi non li rendono.
quando parlavo di dimissioni anche per fatti leciti: sia chiaro, non parlo di obbligo di dimissioni. non c'è l'obbligo nè morale nè giuridico. solo, magari, di buon comportamento istituzionale. è chiaro che non mi importa se il nostro ipotetico sen. viene coinvolto in un'orgia che finisce sul giornale, se non c'è altro, nè c'è l'obbligo di dimettersi. sarebbe, magari, di buon gusto
Non lo trovo nemmeno di buon gusto, onestamente: se mi piacciono le orge, e un giornalista decide che dev'essere di pubblico dominio, per quale motivo sarebbe di buon gusto dimettermi? Ma saranno fatti miei se ho dei gusti (1) totalmente legali, (2) che non danneggiano nessuno, (3) che non inficiano la mia resa come politico, (4) che nemmeno causano conflitti d'interesse. E dovrei dimettermi perché un *** di giornalista ha deciso che era giusto farlo sapere a tutti?
ricordo che negli USA un politico coinvolto anche solo in scandali di natura unicamente privata e morale viene rispedito a casa dall'opinione pubblica
Non a caso, come detto, sotto questo aspetto preferisco l'approccio italiano.
l'esempio dimostra come, in una democrazia, il politico DEBBA rispettare certi canoni di comportamento e soprattutto certe convenzioni istituzionali, cosa che da noi non accade
O, meglio, dimostra come in certe democrazie ci debba essere quel rispetto, ma non dimostra che tale necessità sia giusta, o che tale democrazia sia migliore di quelle in cui tale necessità non ci sia. Non vedo per quale motivo l'essere un politico debba limitare, per fare un esempio, la mia libertà in sfere esclusivamente private come quella sessuale.
Forse esagerano un po' nel senso che gli scandali morali sono usati là come qua usano scandali finanziari o problemi giudiziari per attaccare questo o quell'avversario politico, ma il principio è corretto
Forse è corretto, dipende da cosa si intende con "moralmente irreprensibile": se questo comprende, per riallacciarmi all'esempio fatto, "In una sfera esclusivamente privata come quella sessuale non puoi decidere di fare orge con altre persone consenzienti", allora non condivido.
Perché abbiamo due concezioni di Stato molto diverse.
Anche per me, come in questo esempio il principio americano (matrice Prussiana), lo Stato viene prima ed al di sopra delle libertà del singolo cittadino. Se tu vieni scelto per rappresentare il tuo popolo e la tua Nazione, certi lussi non te li devi permettere. Punto. Troppo facile volere la botte piena e la moglie ubriaca.
Non lamentatevi per chi al governo continua a fare i cavoli suoi per i suoi interessi privati, il principio è quello.