innaznitutto se ami una persona non smetti di volerle bene nel momento in cui incontri qualcun altro.
Se ti attira qualcun'altro è perchè non ami più quella persona, o non è più come prima. Se stai camminando sulle nuvole felice della persona con cui stai, gli altri accanto a te non li vedi neanche.
non puoi con tale leggerezza mandare a quel paese qualcuno a cui hai giurato amore, se veramente le volevi bene.
Non capisco l'associazione fra onestà e leggerezza. Se "le volevo bene" e adesso per qualche ragione il sentimento si è dissipato, non è per forza una scelta leggera quella di ammetterlo e agire di conseguenza. Però è un atto dovuto.
non puoi fare una promessa a una persona e poi dirle "scusa ma non era vero"
Gli puoi dire "era vero all'epoca per quel che credevamo e per quel che ne sapevamo, adesso non è vero".
Prova a pensare alle varie storie che tutti hanno, non è che siccome alla fine di una storia non ami la persona allora non l'amavi neppure all'inizio. Prima la amavi, poi no. Per questo dicevo che è presuntuoso dire "per sempre": non si ha il potere di decidere i sentimenti (e per fortuna).
nè puoi metterti a fare figli se poi non garantirai una mamma e un papà come si deve., non due persone che si tirano dietro i piatti o che si guardano in cagnesco, o che semplicemnte se ne vanno ognuno per fatti suoi. Se vuoi avere dei bambini e non garantir loro tutto questo, allora non ne fare.
Interessante. Sai, non so se tutti i figli di genitori divorziati la pensino come te. Forse chi ha avuto i genitori che si tiravano i piatti fra di loro ne ha comunque un'alta opinione e prova affetto profondo. Non so se ti rendi conto delle implicazioni del tuo discorso.
Inoltre quello che dici tu presuppone che la gente accetti come normale l'eventualità di finire malamente, secondo te quale coppia comincia con questa convinzione?
Forse sono genitori peggiori quelli che vanno avanti a smorfie e finti sorrisini pur di tenere i cocci insieme. Non ingannano nessuno, soprattutto persone acute come lo sono i bambini.
è una contraddizione impegnarsi in qualcosa di vincolante se poi si ammette la possibilità di poter ritrattare
"Ritrattare" mi fa pensare a qualcosa che affermi come certo e su cui poi ti rimangi la parola. Ma chi può mai dire con certezza che si starà insieme per sempre e di buon accordo? Io non crederei a chi mi dicesse che guadagnerà per sempre un milione al mese o vincerà sempre medaglie d'oro. Perchè in amore la gente ci crede?
non puoi fare una promessa a una persona e poi dirle "scusa ma non era vero"
Il punto è che può essere non "Scusa ma non era vero", quanto "Scusa: era vero, ma qualcosa è cambiato"; la prima posizione presuppone mala fede, la seconda no. Magari le due persone erano seriamente intenzionate a stare insieme, a crescere insieme i figli, ma che ne sai di cosa capiterà tra dieci, venti anni?
Premesso che la mia risposta alla domanda del topic é:Assolutamente Si......
Ricette non ne ho,la manualistica mi è sempre stata sulle scatole e con un argomento del genere per me è ridicolo applicarla,in quanto esercizio di logica del tutto incompatibile con l'argomento Amore,e inadatto a spiegare razionalmente qualcosa che forse non puo essere neppure spiegato.....
Tendenzialmente mi trovo in disaccordo con molte delle cose dette finora,ma aggirandomi sui 40 circa di febbre non sarei in grado di argomentare nemmeno nome e cognome,quindi mi riservo il diritto di ripassare a guarigione avvenuta..... :blush:
:blush: :blush: :indica:
Io invece credo nel matrimonio, ma non solo per la religione. Lo vedo come un atto di impegno vero a far funzionare le cose e mettercela tutta per farlo durare per sempre, se ciò é possibile. Il mio ragazzo é una cosa, mio marito un altra....con questo non voglio dire che una famiglia non sia tale solo perché non é sposata, anzi!Non é il matrimonio a formare una famiglia, ma a me servirà come rito che dimostri la vera volontà di vivere con il partner fino alla vecchiaia. Certo non posso negare che la componente religiosa é comunque presente, forse se non credessi in Dio non sentirei il bisogno di sposarmi.
La questione finanziaria mi intristisce, quelli che si scannano per i soldi....bo che rispetto e amore avevavo prima uno per l'altra?
Io credo che con il mio futuro marito dividerò tutto ciò che ho con equità, senza dire "questo é mio", tutto sarà nostro e diviso. Se le cose poi vanno male, da persone adulte e civili si dividerà ciò che si é comprato insieme e ognuno si terrà ciò che ha comprato da solo.
Grazie per le vostre opinioni, sono tutte interessanti!!
io credo nell'Amore (con la A maiuscola), credo che possa durare in eterno e che due persone possano stare assieme amandosi per tutta la vita (ed oltre).
Purtroppo questo è un caso su un milione, dato che è tutto l'insieme morale e sociale che ci sta attorno a scardinare questo assunto.
Il vincolo del matrimonio 100 anni fa, quando il 90% della popolazione era Cristiana credente e praticante e non esisteva il divorzio, era un legame vita natural durante, una volta sposati si imparava a vivere assieme, a sopportare i difetti reciproci, a condividere i momenti di difficoltà ed a lottare assieme, e l'amore dal focoso sentimento giovanile maturava ed evolveva in un legame solido e duraturo. Certo, in alcuni casi il rapporto si deteriorava, ma erano casi un po' più rari d'oggi e comunque si restava uniti giocoforza, anche perché dei due coniugi uno lavorava e l'altro si occupava della casa.
Oggi il problema è che il matrimonio non è più sentito come vincolo, perché divorziare è molto facile, quindi si parte già inconsciamente con il presupposto "se va bon, altrimenti si divorzia", ci si sposa convinti che qualche anno di convivenza sia stato un test più che sufficiente mentre in realtà tra convivenza e matrimonio (autentico) c'è un abisso (l'estrema libertà della convivenza è stata traslata nel matrimonio, scardinandone l'effetto legante), alcuni si sposano dopo pochissimo tempo che si conoscono, trascinati solo dalla foga del sentimento, fiamma che spesso si spegne fatalmente dopo un paio d'anni lasciando adito ad odi e litigi, gli stili di vita attuali rendono molto più schiavi del denaro, entrambi si dedicano alle rispettive carriere trascurando la famiglia, i figli vengono spesso desiderati quando non ci sono e senti come un peso/intralcio alla carriera ed alla libertà quando arrivano.
Insomma, si è andato a perdere il senso della famiglia.
Non dico di tornare in dietro come 100 anni fa, ci mancherebbe, ma se si recuperasse un po' di senso di responsabilità e senso della famiglia ci sarebbero molti meno problemi.
Se ti attira qualcun'altro è perchè non ami più quella persona, o non è più come prima. Se stai camminando sulle nuvole felice della persona con cui stai, gli altri accanto a te non li vedi neanche.
dopo anni e anni che stai con una persone l'effetto "camminare sulle nuvole" passa. Questo non vuol dire che tutto diventi scialbo e amorfo, ma l'effetto chimico dell'innamoramento passa, lasciando molto più spazio alla razionalità. Quello tra le due persone è sempre amore, ma stavolta molto più "cosciente" rispetto a prima, e spesso il "prima", ovvero la fase d'innamoramento, non era affatto una fasa di amore grande, altrimenti un sacco di coppie non scoppierebbero dopo tre anni quando fino a pochi mesi prima sembravano innamorati alla follia.
Prima la amavi, poi no.
su questo non sono d'accordo. Premettendo che per me amore e voler bene sono sinonimi ed amore è erroneamente usato per definire un qualcosa di indefinito che dovrebbe essere "più grande" del voler bene (che assurdità!), non si smette di voler bene a una persona (a meno che questa persona non si renda un mostro insopportabile), dire "non ti amo più" è una delle scuse più vecchie e abusate del mondo.
Si dica piuttosto "mi son rotto i maroni della nostra storia", "ho incontrato qualcuno/a che mi attizza di più", "voglio tornare a vivere da single", e blablabla, almeno nn è una presa in giro. Oppure si dica, se è quello il caso, "mi è passato l'innamoramento e ho deciso che non ti voglio bene più di tanto".
Interessante. Sai, non so se tutti i figli di genitori divorziati la pensino come te. Forse chi ha avuto i genitori che si tiravano i piatti fra di loro ne ha comunque un'alta opinione e prova affetto profondo. Non so se ti rendi conto delle implicazioni del tuo discorso.
Inoltre quello che dici tu presuppone che la gente accetti come normale l'eventualità di finire malamente, secondo te quale coppia comincia con questa convinzione?
Forse sono genitori peggiori quelli che vanno avanti a smorfie e finti sorrisini pur di tenere i cocci insieme. Non ingannano nessuno, soprattutto persone acute come lo sono i bambini.
io di amici con genitori divorziati, nei più svariati modi, ne ho uno caterva, e non sto dicendo che non amino i loro genitori, ma che l'ideale per una persona, sopratuttto se giovane, è l'avere una famiglia solida, non due adulti che giocano ai bambini menandosi in tribunale o che corrano dietro alle gonnelle o ai palestrati, mandando a quel paese il concetto stesso di famiglia.
"Ritrattare" mi fa pensare a qualcosa che affermi come certo e su cui poi ti rimangi la parola. Ma chi può mai dire con certezza che si starà insieme per sempre e di buon accordo? Io non crederei a chi mi dicesse che guadagnerà per sempre un milione al mese o vincerà sempre medaglie d'oro. Perchè in amore la gente ci crede?
essere fidanzati o lo stare insieme ha implicazioni diverse dall'essere una famiglia (che sia con o senza figli).
Quando con un'altra persona prendi l'impengo ad essere una famiglia non sei più la coppia di persone che adesso si amano e poi si vedrà: diventare una famiglia vuol dire stare insieme per il resto della vita, se qualcuno non se la sente che rimanga allo "stare insieme", che non è una cosa brutta.
L'essere una famiglia implica il per sempre: non c'è più la passione bruciante tra i due (cosa che fisiologica a una certa età, non certo indice di minor amore) e a un certo punto a lui/lei passa accanto un/a figo/a pazzesco/a? Se uno/a ha una famiglia, con altri/e non ci deve andare, anche se il quel momento qualcun altro l'attizza di più.
Se due persone fanno funzionare bene un rapporto è perchè lo vogliono, e quando si sceglie di essere una famiglia non potranno permettersi con leggerezza ritrattazioni. Finisce tutto a scatafascio quando uno o entrambi si mettono a fare i bimbi piccoli o gli orgogliosi.
Il vincolo del matrimonio 100 anni fa, quando il 90% della popolazione era Cristiana credente e praticante e non esisteva il divorzio, era un legame vita natural durante, una volta sposati si imparava a vivere assieme, a sopportare i difetti reciproci, a condividere i momenti di difficoltà ed a lottare assieme, e l'amore dal focoso sentimento giovanile maturava ed evolveva in un legame solido e duraturo. Certo, in alcuni casi il rapporto si deteriorava, ma erano casi un po' più rari d'oggi e comunque si restava uniti giocoforza, anche perché dei due coniugi uno lavorava e l'altro si occupava della casa.
mah, sai quante conra e scatafasci vari c'erano anche ai tempi di mio nonno, altro che "alcuni casi"..anzi, direi che primai mariti mettevano le corna alle moglio con una nochalance pazzesca...
Io credo che con il mio futuro marito dividerò tutto ciò che ho con equità, senza dire "questo é mio", tutto sarà nostro e diviso. Se le cose poi vanno male, da persone adulte e civili si dividerà ciò che si é comprato insieme e ognuno si terrà ciò che ha comprato da solo.
certo, certo, ma mi raccomando separazione dei beni. Questo non vuol dire mettere le etichette suelle cose e pretendere il permesso prima dell'utilizzo di qualche cosa, ma che ognuna abbia l'auto che usa intestata a sè, una casa intestata a sè, e via dicendo, che se uno fa l'imb****le non lascia l'altro col fondoschiena per terra
Il vincolo del matrimonio 100 anni fa, quando il 90% della popolazione era Cristiana credente e praticante e non esisteva il divorzio, era un legame vita natural durante, una volta sposati si imparava a vivere assieme, a sopportare i difetti reciproci, a condividere i momenti di difficoltà ed a lottare assieme, e l'amore dal focoso sentimento giovanile maturava ed evolveva in un legame solido e duraturo. Certo, in alcuni casi il rapporto si deteriorava, ma erano casi un po' più rari d'oggi e comunque si restava uniti giocoforza, anche perché dei due coniugi uno lavorava e l'altro si occupava della casa
Non sono cosí sicuro che fossero tanto piú rari... se non si dividessero perché volevano restare insieme, o perché non potevano, non è dato saperlo; è come quando qualche anno fa uscí tutto il casino sui cani, che sembravano impazzire a migliaia: il numero di incidenti era aumentato, o semplicemente i mezzi di informazione gli davano maggior risalto?
Poi, sicuramente un maggior approfondimento dell'altro, del rapporto, prima del matrimonio, aumenta le possibiità che questo duri, se non per sempre, almeno piú tempo; ma non so quanto fossero piú rari i casi che avrebbero voluto il divorzio, rispetto a oggi. Del resto, gli amanti sono sempre esistiti; e, se si cerca un amante, qualcosa che non va c'è...
Comunque, tra un rimanere insieme forzato, e un separarsi con cognizione e onestà mentale, personalmente mi pare piú corretta la seconda opzione. Del resto, il matrimonio non sarà piú sentito come vincolo, ma... ha senso che lo sia? Ossia, sicuramente sposarsi significa assumere dei doveri, dei vincoli di correttezza, ma ha senso che questo vincolo si riduca a un "Dovete stare insieme, anche se vorreste lasciarvi"? Onestamente, mi parrebbe uno svilire il matrimonio...
Premettendo che per me amore e voler bene sono sinonimi ed amore è erroneamente usato per definire un qualcosa di indefinito che dovrebbe essere "più grande" del voler bene (che assurdità!), non si smette di voler bene a una persona (a meno che questa persona non si renda un mostro insopportabile), dire "non ti amo più" è una delle scuse più vecchie e abusate del mondo
Però il bene che si vuole a un'amica è diverso dal bene che si vuole alla propria compagna: in un caso è definito "amicizia", nell'altro "amore"; del resto, "sinonimo" non significa che le due cose abbiano lo stesso significato.
Per questo dire "Non ti amo piú" non mi sembra una scusa, significa semplicemente che il tipo di sentimento che provo per te non è piú quello verso una compagna, quanto magari piuttosto quello verso un'amica.
diventare una famiglia vuol dire stare insieme per il resto della vita
Non condivido: voler diventare una famiglia al massimo vuol dire voler rimanere insieme il resto della vita, credendoci veramente; ma non vuol dire necessariamente stare insieme il resto della vita, anche se la vita coniugale diventa per qualche motivo insopportabile. A mio parere, l'importante è che all'inizio ci sia correttezza da entrambe le parti, il desiderio di creare una famiglia; poi, torno a dire, cosa si penserà tra dieci, venti anni, nessuno può saperlo; se quindi la condizione per creare una famiglia fosse la certezza che si resterà insieme per sempre, per correttezza nessuno dovrebbe crearsene una, in quanto nessuno può dare la certezza che tra vent'anni vorrà ancora stare insieme a quella persona.
su questo non sono d'accordo. Premettendo che per me amore e voler bene sono sinonimi ed amore è erroneamente usato per definire un qualcosa di indefinito che dovrebbe essere "più grande" del voler bene (che assurdità!), non si smette di voler bene a una persona (a meno che questa persona non si renda un mostro insopportabile), dire "non ti amo più" è una delle scuse più vecchie e abusate del mondo.
Si dica piuttosto "mi son rotto i maroni della nostra storia", "ho incontrato qualcuno/a che mi attizza di più", "voglio tornare a vivere da single", e blablabla, almeno nn è una presa in giro. Oppure si dica, se è quello il caso, "mi è passato l'innamoramento e ho deciso che non ti voglio bene più di tanto".
sono sinceramente perplessa dalla tua affermazione :blush:
come altri ti facevano notare, la differenza tra "amare" e "volere bene" esiste eccome.
Voglio bene ai miei genitori, ai miei amici, ai miei cani ma certo non li amo.
L'amore implica dinamiche ben differenti, le cui radici affondano dritte nella sfera sessuale (che poi, per motivi pratici, l'amore possa anche restare platonico è un altro discorso).
Volere bene sì, è un sentimento quasi sempre duraturo, amare lo è già un po' meno, statisticamente parlando.
Di nuovo straquoto iskall :blush: che ha toccato quello che, secondo me, è il nocciolo della questione: di vita ce n'è una sola e, prima di giudicare gli altri vediamo di giudicare noi stessi. la ricerca della felicità individuale può passare per una vita di coppia fortunata al primo colpo, ma è raro. Ci saranno altri amori, ognuno diverso da quelli che lo hanno preceduto e ognuno entusiasmante a suo modo. meno male... siamo vivi! :blush:
Però il bene che si vuole a un'amica è diverso dal bene che si vuole alla propria compagna: in un caso è definito "amicizia", nell'altro "amore"; del resto, "sinonimo" non significa che le due cose abbiano lo stesso significato.
Per questo dire "Non ti amo piú" non mi sembra una scusa, significa semplicemente che il tipo di sentimento che provo per te non è piú quello verso una compagna, quanto magari piuttosto quello verso un'amica.
e quindi ilvoler bene che priv verso un'amica è di serie b rispetto a quello che provi verso una moglie?
L'amore, il volersi bene, chiamatelo come volete, ma è lo stessa identica cosa cnhe se rivolata verso persone diverse. Se ami una persona vuol dire che per te non è solo "l'amico con cui esci la sera e fai quattro chiacchiere", non è "il partner con cui trovi simpatico passere inseme il tempo", amare vuol dire innanzitutto rispettare profondamente l'oggetto del prorpio sentimento, amare la sua presenza sia fisica che mentale. La persona che poi uno sceglie come "dolce metà" sarà quella con cui ci sarà anche piacimento fisico, manon è quella per la quale si prova un qualche "sentimento supremo"
Per questo per me parlare degliamici come qualcosa a cui si vuole un "bene diverso" suona strano, se chiamo qualcuno "amico" vuol dire che gli voglio ugualmente un bene dell'anima, non chiamo amico un conoscente.Questo per spiegare lamia precedente affermazione anche a raya.
Non condivido: voler diventare una famiglia al massimo vuol dire voler rimanere insieme il resto della vita, credendoci veramente; ma non vuol dire necessariamente stare insieme il resto della vita, anche se la vita coniugale diventa per qualche motivo insopportabile. A mio parere, l'importante è che all'inizio ci sia correttezza da entrambe le parti, il desiderio di creare una famiglia; poi, torno a dire, cosa si penserà tra dieci, venti anni, nessuno può saperlo; se quindi la condizione per creare una famiglia fosse la certezza che si resterà insieme per sempre, per correttezza nessuno dovrebbe crearsene una, in quanto nessuno può dare la certezza che tra vent'anni vorrà ancora stare insieme a quella persona.
sottolineo la frase perchè ho specificato che se due persone non si sopportano più non devono certo rimanere in convivenza coatta, però se un'unione naufraga così vuol dire che uno dei due (o entrambi) non ci hanno messo l'impegno che il legame comportava, e poi ovvio che se uno/a fa lo/a str..l'altro/a non debba certo stargli dietro. Però questo spesso non ce'ntra con l'amore o i sentimenti, un sacco di gente soffre le pene dell'inferno quando l'altro esasperato lo manda a quel paese. Amare qualcuno non vuol dire diventare perfetti, nè mandare all'aria un rapporto vuol dire averlo fatto per mancanza d'amore.
Se un'unione rimane in piedi è perchè entrambi s'impegnano affinchè ciò avvenga, non esistono intoppi che fanno saltare in aria tutto. Non esiste solo l'amarsi o l'odiarsi, non ci dev'essere amore folle per tenere unite due persone. Per decidere di essere una famiglia sicuramente uno dei presupposti è il volersi bene o amarsi (sottolineo che per me amore è sinonimo nel vero senso della parola di voler bene), è il volersi bene non sparisce d'incanto. Se due persone si vogliono bene, entrambe s'impegnano a mantenere vivo il loro rapporto senza "distruggersi", perchè dovrebbero mollarsi prima o poi?
Se poi uno si rende conto che non pensa di voler essere sempre fedele alla stessa persona, o che davvero una convivenza a lungo termine non fa per lui, sarebbe egoistico impegnarsi con qualcuno che non sia della stessa idea in un rapporto familiare (e risottolineo che "famiglia" e "stare insieme" non sono la stessa cosa)
ilvoler bene che priv verso un'amica è di serie b rispetto a quello che provi verso una moglie?
Dove lo avrei detto? Essere diversi non implica necessariamente una superiorità. Dici nuovamente che l'amore e il volersi bene sono la stessa identica cosa; amicizia ed amore sono entrambe forme di volersi bene, certo, ma questo non signfica che siano identiche; altrimenti, perché il sentimento che si prova verso un'amica e verso una compagna sono diversi? Amore e amicizia significano entrambi voler bene a qualcuno, ma in due modi diversi; non per questo uno è superiore all'altro, sono semplicemente diversi. Per questo, il discorso "Non ti amo piú" può benissimo valere, perché per esempio si può essere passata dall'amore a un altro modo di volersi bene (esattamente come si può considerare una persona amica per anni, per poi iniziare ad amarla come compagna).
Per questo per me parlare degliamici come qualcosa a cui si vuole un "bene diverso" suona strano, se chiamo qualcuno "amico" vuol dire che gli voglio ugualmente un bene dell'anima, non chiamo amico un conoscente
Non voler un bene diverso, ma voler bene in modo diverso; mi pare innegabile che il sentimento che si prova verso un'amica, e quello che si prova verso la propria compagna, siano diversi. Ora, se parli di voler bene e di amore, sí, in un certo senso sono la stessa cosa, nel senso che l'amore è un sottoinsieme del voler bene; ma se dici che amore e amicizia sono la stessa cosa allora no, non capisco su che base lo sostieni, visto che il sentimento che si prova verso un amico, o verso un compagno, sono diversi, per quanto entrambi importanti. Vuoi sposare il tuo compagno; ma dubito che voglia sposare ogni tuo amico/a.
se due persone non si sopportano più non devono certo rimanere in convivenza coatta, però se un'unione naufraga così vuol dire che uno dei due (o entrambi) non ci hanno messo l'impegno che il legame comportava
E perché? Magari entrambe ci hanno messo tutto l'impegno di 'sto mondo, semplicemente qualcosa è cambiato, magari, come già detto, è cambiato il tipo di sentimento che si prova verso l'altro. In altri termini, è vero che se un'unione rimane in piedi è perché entrambi si impegnano (salvo che uno dei due accetti tutto passivamente); ma non è vero il contrario, ossia la presenza dell'impegno non implica automaticamente che il rapporto rimanga in piedi, e se un'unione non rimane in piedi non è necessariamente per mancanza d'impegno: impegnarsi in qualcosa non significa riuscire automaticamente, e per quanto due persone possano impegnarsi nel cercare di mantenere un rapporto non è detto che questo riesca.
Perché se due persone si vogliono bene dovrebbero voler interrompere un rapporto coniugale? Per esempio perché nessuno vuole sposarsi tutti i suoi amici, il che significa che "voler bene" e "mantenere un rapporto coniugale" non sono necessariamente legati, anzi; quindi, posso benissimo voler bene alla persona con cui sono sposato, ma contemporaneamente voler interrompere il rapporto coniugale (che è estremamente diverso dal rapporto interpersonale).
P.S.: il "verso senso della parola" di "sinonimo" non indica una completa sovrapposizione di significato, ma una sostanziale sovrapposizione di significato; ossia, significati simili, ma con accezioni diverse.
Premettendo che per me amore e voler bene sono sinonimi ed amore è erroneamente usato per definire un qualcosa di indefinito che dovrebbe essere "più grande" del voler bene (che assurdità!), non si smette di voler bene a una persona
e quindi ilvoler bene che priv verso un'amica è di serie b rispetto a quello che provi verso una moglie?L'amore, il volersi bene, chiamatelo come volete, ma è lo stessa identica cosa cnhe se rivolata verso persone diverse. Se ami una persona vuol dire che per te non è solo "l'amico con cui esci la sera e fai quattro chiacchiere", non è "il partner con cui trovi simpatico passere inseme il tempo", amare vuol dire innanzitutto rispettare profondamente l'oggetto del prorpio sentimento, amare la sua presenza sia fisica che mentale.
Sinonimi O_o
A parte il fatto che si può smettere eccome di voler bene a una persona, i sentimenti si possono raffreddare o anche trasformare in sentimenti negativi, come fanno amore e voler bene a essere sinonimi?
In primo luogo non c'è una gerarchia, non esiste di dover scegliere tra l'amico di tutta la tua vita e il partner di tutta la tua vita e un tuo fratello...
Secondo, l'amicizia non è quella cosa per cui esci e fai chiacchiere. Per me l'amicizia è qualcosa di più prossimo alla tua descrizione di amare, sia per il rispetto che per l'amarne la presenza.
Ti faccio un'ipotesi: una persona omosessuale che cosa prova di diverso per il suo partner rispetto al suo più caro amico? E parlo di amicizia seria, profonda, non simpatia. La risposta è: attrazione erotica. La differenza fra amore e amicizia passa da lì. Come diceva Raya :blush: è solo per motivi pratici che l'amore resta platonico, in sè coinvolge a fondo la sfera sessuale.
io di amici con genitori divorziati, nei più svariati modi, ne ho uno caterva, e non sto dicendo che non amino i loro genitori, ma che l'ideale per una persona, sopratuttto se giovane, è l'avere una famiglia solida, non due adulti che giocano ai bambini menandosi in tribunale o che corrano dietro alle gonnelle o ai palestrati, mandando a quel paese il concetto stesso di famiglia.
Questo giudizio mi fa venire freddo. Secondo te le coppie che vanno in crisi in modo drammatico stanno giocando ai bambini, correndo dietro alle gonnelle...?
E poi hai detto questo:
Se vuoi avere dei bambini e non garantir loro tutto questo, allora non ne fare.
Secondo te i figli di divorziati in situazioni di crisi vanno a dire ai loro genitori: "volevo altri, non voi" o "non dovevate farmi nascere"? Voglio una risposta su questo.
Se due persone fanno funzionare bene un rapporto è perchè lo vogliono, e quando si sceglie di essere una famiglia non potranno permettersi con leggerezza ritrattazioni. Finisce tutto a scatafascio quando uno o entrambi si mettono a fare i bimbi piccoli o gli orgogliosi.
In base a quali esperienze dici questo? Pensi davvero che succeda così?
Non sono d'accordo che la frase "non ti amo più" sia sbagliata o una scusa.
Credo infatti che sia possibile smettere di amare qualcuno. Se ho vissuto con una persona e l'ho amata come si ama solo un compagno/a, posso ritrovarmi a dovere ammettere a me stessa di non averlo/a più come si dovrebbe amare un partner. Con il tempo possiamo accorgerci che non proviamo più lo stesso amore, ma che esso si sia tramutato nel tipo di amore che si prova per esempio per un amica/o.
Ok,allora.....
Premesso che la mia visione sul tema è la piu sdolcinata,romantica e idealistica possibile......
Io sono in totale disaccordo con la corrente di pensiero "il confine tra amore ed odio è una linea sottile" e robe simili.Per me il confine tra amore e odio è una muraglia alta 8 metri con vedette che girano ogni cinque minuti.Non penso che si possa arrivare a odiare una persona che prima si amava,per il semplice fatto che si tratta di due stati emotivi che presuppongono un totale coinvolgimento e che stanno su due poli opposti.
E sono anche in disaccordo con chi afferma l'eguaglianza dei sentimenti di amicizia e di amore:esistono delle discriminanti fondamentali tra l'uno e l'altro,uno dei quali è certamente (come diceva Iskall) l'attrazione sessuale;non sono d'accordo però nel ritenere che sia l'unica discriminante:la differenza tra quello che provo per il mio amico Odoacre Globus e quello che provo per la mia compagna non sta solo nel fatto che Odoacre non me lo farei mai.Anche a livello psico-emotivo esistono delle differenze sostanziali tra i due sentimenti.
Sul discorso di divorzi et similia non mi ci addentro,non conoscendo le dinamiche psicologiche di tale fenomeno potrei dire delle grandi castronerie.Spero di non trovarmi mai in quella situazione però.......
Solo una cosa:il discorso della separazione dei beni mi vede totalmente contrario:non perchè voglio presupporre una dipendenza di uno dei due partner rispetto all'altro,ma perchè penso che la nascita di una famiglia sia il frutto di una precisa volonta di entrambi i membri di una coppia di anteporre agli aggettivi "mio" e "tuo" l'aggettivo "nostro".....se non nasce con questo spirito,secondo me è destinata a fare poca strada.
:blush: :blush: :blush:
sul discorso tra amore ed odio io posso dire che per esperienza personale l'amore può trasformarsi in odio. Certo, per arrivarci ce ne vuole, si deve passare attraverso il più cupo abisso di disperazione, ma quando si scavalca quella "Barriera" l'odio è tanto grande quanto lo era prima l'amore, ed è il peggiore dei modi di odiare possibili, il più profondo, feroce e totale.
Tra il sentimento che lega alla propria metà e quello che lega ad amici e parenti c'è un'enorme differenza, che non passa solo attraverso il sesso, altrimenti tra un amico ed un genitore gli si vorrebbe ad entrambi bene alla stessa maniera, e non mi sembra sia una cosa fattibile...
Il mio discorso sul matrimonio "di una volta" non voleva sottolineare il fatto che una coppia DEBBA restare assieme per forza per il resto della vita una volta sposati, o che quando non esisteva il divorzio tutti si amassero reciprocamente alla follia senza tradimenti o velleità di separazione, anzi! Il ragionamento su cui volevo calcare è il fatto che all'epoca, in quanto il matrimonio era sentito come un'unione profonda, sacra e definitiva, ci si pensava (oltre ai casi di matrimoni combinati o d'interesse, ovvio) almeno 100000 volte prima di fare un passo del genere. Indubbiamente c'erano le coppie che "scoppiavano" anche allora, ma un matrimonio che crollava era sulla bocca di tutti in paese dato che era un evento raro e per certi aspetti catastrofico, proprio perché la famiglia era considerata qualcosa di sacro e granitico.
Quindi, lungi da me sostenere il matrimonio come forma di "convivenza coatta", ma sono molto critico sulla visione troppo relativista, burocratica e, soprattutto, deresponsabilizzata e dissacrata del matrimonio nella società attuale.
Mi incuriosisce il fatto di poter arrivare ad odiare la persona che prima amavi.
Non posso dire con certezza che non mi capiterà mia, ma credo di non riuscire ad odiare il mio compagno. Magari provare un forte sentimento negativo sì...., ma proprio odio non credo. Certe volte però capitano delle situazioni nelle quali forse capisco perché si arrivi ad odiare (per esempio nei casi nei quali il marito comincia a picchiare la moglie,ecc).
Spero non non provare mai odio verso una persona che ho amato profondamente e farò in modo che ciò non accada e speriamo in bene!!!!hihihiihi
Joramun anche per me la muraglia é etremamente alta :blush:
Lord Robb Stark secondo te si può evitare di provare odio per la compagna/il compagno?magari mettendo in atto determinate tattiche in anticipo, prima che il sentimento si trasformi in odio?se sì quali?