Tutti i figli di Dio danzano, di Haruki Murakami. Un uomo, abbandonato dalla moglie, parte in vacanza per la città di Hokkaido dove deve consegnare un pacco per un suo collega. In una località balneare una ragazzina scappata di casa stringe un intenso rapporto con un pittore appassionato di falò. Un giovane, che ha perso la fede, insegue per la città un uomo senza un lobo che egli ritiene essere il padre mai conosciuto. Una dottoressa, in vacanza a Bangkok, cerca di liberarsi di un peso che la opprime da molto tempo. Un impiegato bancario si ritrova in casa un enorme ranocchio che gli propone di aiutarlo a salvare Tokyo da un imminente terremoto. Tre amici sin dall'università tra amori nascosti e segreti celati. Libro di racconti per Murakami, altalenante come spesso in questi casi ma ricco comunque di emozioni, alcune più surreali (il racconto del Ranocchio è assai suggestivo) ed altre più terrene (nell'ultimo, diviso in due parti, riecheggiano vaghi echi della Yoshimoto), altre ancora più poetiche (splendido l'episodio che da il titolo alla raccolta). Tema centrale che collega più o meno tutte le storie è quello del terremoto di Kobe del 1995, un vero e proprio trauma che colpì il Giappone ben prima dell'assai più disastroso tsunami di sedici anni dopo.
American Gods di Neil Gaiman
Il romanzo, pubblicato nel 2001 ha vinto il premio Bram Stocker nello stesso anno, il premio Nebula e il premio Hugo nel 2002, ed è senza dubbio uno dei libri migliori che io abbia mai letto.
Il libro racconta di Shadow, che viene rilasciato dalla prigione con qualche giorni di anticipo per assistere al funerale di sua moglie. Per strada gli viene offerto lavoro da un tale Wednesday, un personaggio, che sembra si guadagni da vivere tramite piccoli e grandi imbrogli. Shadow impara presto a sue spese, che Wednesday ha dei nemici piuttosto sgradevoli, e che il suo simpatico e burbero datore di lavoro stia per progettare un affare grosso. Tanto grosso da coinvolgere le divinità stesse..
E così Shadow dovrà schierarsi, e combattere la sua silenziosa guerra, che subirà varie complicazioni, dalla sua moglie non morta alle sparizioni di bambine in un paesino apparentemente perfetto, dall' essenza spirituale del continente americano a un sacrificio ancestrale da compiere. Il buon Shadow comunque non sembra prendersela tanto e continua stoicamente il suo cammino verso il baratro..
La trama è originalissima, mai letto un fantasy contemporaneo del genere, intriso di noir, e con una spiccata ironia tipicamente americana e a tratti amorale.
Il linguaggio stesso è un grandissimo punto di forza del libro (l'ho letto in inglese), con livelli di slang che probabilmente finora sono insuperati in prosa. Questo senza sembrare rozzo, e anzi, ci sono alcune perle letterarie, come citazioni classiche o riflessioni filosofiche, che risaltano ancora di più in un contesto grezzo del genere.
Interessante anche come sono resi i flashback, che sono delle vere e proprie storie di contorno, che non c'entrano niente con la trama centrale.
Come se non bastasse, il libro, come la maggior parte dei fantasy contemporanei ha un' immediatezza che ti impedisce quasi fisicamente di interrompere la lettura.
Insomma, libro da leggere, amanti del fantastico o meno. Per quanto mi riguarda, se la gioca con la saga dei Guradiani della Notte, altro capolavoro, questo di Luk'janenko, per il romanzo fantasy-rivelazione del primo decennio del nuovo secolo.
Voto 9/10
La porta proibita, di Tiziano Terzani. Nel 1984 Tiziano Terzani venne arrestato dalle autorità di Pechino, imprigionato e costretto a confessare i suoi "crimini antisocialisti", ed infine espulso dal Paese. In questo interessante libro reportage, meno personale (eccetto l'intenso capitolo finale) rispetto ad altri lavori dell'autore ma più descrittivo e ricco di informazioni sulla Cina post-maoista, emergono tutte le contraddizioni di un paese alle prese con una nuova modernizzazione che deve però pagare dazio al recente passato. Dalle cime elevate del Tibet alla vastità della Manciuria un viaggio che mette in mostra le due facce di una società, tra la ricerca di una lenta modernizzazione e il richiamo agli antichi valori, scavando con lucidità negli errori e nei crimini etici commessi dalla rivoluzione culturale e offrendo spunti sul possibile futuro. Con "ospiti narratori" d'eccezione i figli Folco e Saskia a darci una visione in prima persona della vita nelle scuole cinesi.
Limit (di Frank Schatzing)
Un ricchisimo imprenditore visionario costruisce un ascensore per raggiungere una stazione spaziale e, da li, la luna. Per attrarre investitori, invita alcuni ricconi e personaggi della comunicazione ad una vacanza speciale. Ma qualcuno non é chi dice di essere e sta tramando qualcosa.
Contemporaneamente, in cina un investigatore sta cercando una ragazza, scomparsa dopo aver scoperto un segreto. In Canada, un esponente di una compagnia petrolifera viene ferito e una giornalista indaga.
É difficile per me descrivere questo libro. Seguendo la scuola King, Schatzing scrive un libro di 1200 o 1300 pagine per una storia che ne avrebbe richieste non piú di 800
E sfortunatamente questo di quando in quando si sente. Ad esempio, dal fatto che la vicenda inizia a decollare solo dopo 300-400 pagine, cioé quando molti altri libri stanno per concludersi. O quando a un lunghissimo inseguimento di 25 pagine che a malapena sono riuscito a terminare, ne segue subito un altro di altre 20. O quando vengono introdotti contemporaneamente 20 personaggi, e poi per 150 pagine non li si segue piú. O quando dopo 600 pagine ancora non si capisce bene come le tre linee narrative siano collegate etc etc.
In compenso, viste le premesse, riesce a catturare l'attenzione abbastanza da incoraggiare il proseguimento della storia, e in qualche modo alla fine ci si arriva (piú o meno: attualmente mi sono un pó arenato sulle 30+ pagine di azione verso pagina 1100).
Uno dei punti notevoli di questo libro é la straordinaria opera di documentazione, scientifica ma non solo. Anche politica e culturale: la descrizione che da della Cina in cui si muovono i personaggi é tanto vivida che mi sono chiesto piú volte se l'autore non abbia davvero vissuto a lungo in quelle zone. Questo é una delle caratteristiche che mi hanno permesso di continuare la lettura di un libro pieno di eventi, ma troppo lento nel decollare e, in ultima analisi, troppo lungo.
Non lo consiglierei ad un pubblico generico, ma il giudizio complessivo che do non é negativo.
Ho appena terminato "I giorni dell' eternità", la conclusione dell'epica trilogia " The Century" di Ken Follett dedicata al novecento. Trilogia, a mio modesto parere, appassionante e superiore anche ai " Pilastri della terra".
Due anziani vengono ritrovati massacrati e morenti (lei viva per poco, lui morto), nella loro fattoria. Due crimini orribili, di violenza inaudita che scuote l'intera cittadina e soprattutto il Commissario Wallander già di suo in un momento piuttosto traballante della sua vita privata. In una Svezia subito dopo il crollo del Muro di Berlino che sta cambiando più rapidamente di quanto si possa immaginare, Wallander dovrà presto rendersi conto che i vecchi tempi sono definitivamente spariti.
Primo libro di Mankel sul commissario Wallander. Mi è piaciuto: ultimamente i giallisti svedesi mi prendono un sacco. Nutrivo buone aspettative su questo primo lavoro e sono stata ampiamente ripagata. Adesso spero di riuscire ad recuperare anche tutti gli altri.
Consigliato a tutti gli amanti dei libri gialli, soprattutto a quelli che amano le atmosfere fredde e un po' malinconiche della Svezia.
È Frittella il nostro Re
Fa i pasticci, fa i bignè
Io ne mangio pure tre
È Frittella il nostro Re!!!
You're mine. Mine, as I'm yours. And if we die, we die. All men must die, Jon Snow. But first we'll live.
La cosa bella di essere guardiani? l'affetto con cui veniamo ripagati, ma anche il rispetto, la riconoscenza. E' un impegno che dà molto onore e tanta gloria (Cit @Maya )
Ieri ho finito di leggere la guerra dei nani seguito delle cinque stirpi della saga dei nani di markus heitz
Davvero un bel libro crudo ma non troppo e tiene alta voglia di leggere lo consiglio vivamente
Ho da qualche settimana terminato "Cent'anni di solitudine" ma solo adesso ho scoperto questo topic!
Per chi non lo sapesse è il romanzo di punta dello scrittore premio Nobel Gabriel Garcia Marquez, scomparso ad Aprile.
Il romanzo racconta delle vicende di alcune generazioni della famiglia Buendìa, i fondatori della città (non realmente esistente) di Macondo.
È stato uno dei libri più belli che abbia mai letto! In particolare mi hanno colpito i temi fondamentali del romanzo quali la solitudine e la distinzione tra realtà e finzione. È uno di quei libri che ti tengono con gli occhi incollati fino alla fine... e che fine!!
VOTO: 10/10... mi sento buono!
Ho riletto le "Le avventure di Gunther Brodolini" di Alessandro Gori a.k.a. Lo Sgargabonzi.
Un libro non per tutti, non perchè sia difficile, colto o elevato, ma non adatto a chi pensa si possa scherzare solo sui potenti.
E' un libro di umorismo nero condito abbondantemente con del nonsense ben fatto e strutturato.
Breve e scorrevole, che sono sia i punti di forza che deboli, perchè alla lunga può stufare la componente più fantasiosa, ma visto che costa poco una lettura lo merita.
Si dice che il diavolo sia nei dettagli. E nessuno è più sensibile ai dettagli di Tempe Brennan, che per mestiere studia le ossa dei morti a caccia di particolari rivelatori: dell'età, del sesso, della fisionomia di una vittima, dell'epoca e delle cause della morte. Quando tracce di un macabro rito pagano affiorano nello scantinato di una casa in corso di ristrutturazione a Charlotte, North Carolina, Tempe è chiamata a dare il suo contributo alle indagini. C'è il teschio di una ragazzina di colore, tra i resti che deve interpretare per provare a capire cosa sia accaduto in quel luogo impregnato di mistero e di orrore. Ma prima che il lavoro di Tempe possa dirsi concluso, il fiume Wylie restituisce il corpo decapitato di un ragazzo sul cui petto sono stati incisi simboli satanici. E mentre dagli schermi TV di tutto lo stato un commissario con ambizioni politiche tuona contro gli adepti del male, un santero dal passato pieno di ombre viene trovato morto. Storie di prostituzione, gelosia, fanatismo e superstizioni ancestrali si confondono in uno scenario terribilmente intricato. Solo ascoltando la verità delle ossa, Tempe può sperare di arrivare alla soluzione. A patto di riuscire a sfuggire alla furia di un assassino oscuro e spietato come il diavolo stesso. (http://www.libreriauniversitaria.it/ossa-diavolo-reichs-kathy-bur/libro/9788817032643)
Continua la serie di Temperance Brennan alle prese con ossa e cadaveri, questa volta solo a Charlotte. Niente Quebec e non è male, secondo me.
Diciamo che rispetto ai primi non è un capolavoro, ma rispetto agli ultimi sì. Una buona lettura senza dover stare troppo concentrati. Fregano solo tanti nomi che si incastrano tra loro.
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Gironzolando in libreria per un regalo, mi è caduto l'occhio su un romanzo illustrato"Arrivano i mostri!",da cui recentemente è stato tratto il film d'animazione"Boxtrolls.le scatole magiche."
Arthur è il protagonista di"Arrivano i mostri!"dello scrittore e animatore inglese Alan Snow, primo volume delle bizzarre" Cronache di Ponteratto".Proprio in occasione dell' uscita nelle sale cinematografiche dell'adattamento cinematografico, la casa editrice Mondadori ha pensato bene di riportare in libreria la serie di avventure che vedono Arthur, unico ragazzino tra personaggi singolari, abitante del sottomondo, e i suoi amici impegnati a sgominare una pericolosa banda di malfattori.
"Arrivano i mostri!"è un'avventura rocambolesca senza un attimo di tregua, che precipita i lettori da nove anni in su in una spirale di misteri e divertimenti. Basta soltando dare un' occhiata ai luoghi e ai nomi dei personaggi soprannominati per capire. Alan Snow ha immaginato e disegnato con un pennino appuntito un mondo in bilico fra passato vittoriano e immaginario fantastico, popolato di esseri stravaganti che appartengono sia al regno umano che animale(ratti e cornacchie parlanti),ma anche alla tradizione fantasy(i troll) e all'avventura(i pirati lavandai, il prigioniero con i calzari di ferro),oltre che invenzioni e marchingegni degni della piu'immaginifica narrativa steampunk.
Per destreggiarsi nell'intricato ma godibilissimo puzzle narrativo di Ponteratto sono utili sia una propensione ad apprezzare il genere grottesco e l'umorismo non-sense all'inglese, sia una buona dose di intrepidezza:il racconto non fa proprio paura, ma sorprende a più riprese.
Per concludere diciamo che a conquistarmi più che la storia originalissima e surreale, sono state le illustrazioni dell'autore, che occhieggiano alle incisioni ottocentesche e ai fumetti contemporanei, e i suoi personaggi un po'mostri, un po'mostri, un po'buffe caricature.
Voto 7/10
Le sei reincarnazioni di Ximen Nao, di Mo Yan. Nel 1950 il proprietario terriero Ximen Nao viene ucciso agli albori della rivoluzione cinese. Dal giorno della sua morte inizia un percorso di reincarnazioni, nelle quali assumerà l'esistenza di un asino, di un toro, di un maiale, di un cane e di una scimmia, e lo vedono attraversare il cambiamento del proprio Paese, giacché in veste animale la parvenza della coscienza umana è rimasta nella sua anima. Intorno a lui le vicende della sua famiglia e della cittadina dov'è sempre vissuto alle prese con il mutamento dei tempi e la fine di un'era. Ennesimo, straordinario, romanzo fiume del premio nobel cinese, Le sei reincarnazioni di Ximen Nao vede nuovamente l'autore alle prese con un ritratto sentito e toccante, tragicamente lucido, di una nazione visto attraverso gli occhi di un copioso numero di personaggi, in una narrazione che vede lo spirito di Ximen Nao rimembrare quanto avvenuto durante le sue sei reincarnazioni. Non privo di una feroce ironia che guarda in parte ad Orwell, e con una società animale qui raccontata che si rispecchia facilmente in quella degli uomini, Mo Yan si concede anche il lusso di inserire se stesso nel proseguio della storia come co-protagonista "corollario" ma fondamentale in molti degli eventi. Pagine memorabili e avvincenti che nonostante un'eccessiva lunghezza riescono a evocare luoghi e situazioni nel migliori dei modi, scritte col solito eccellente stile al quale lo scrittore ci ha ormai abituati.
Solo con gli occhi, di Wataya Risa. Al primo anno di liceo, la giovane Hatsu è una ragazzina introversa che non riesce, e non vuole, farsi nuovi amici. L'unico suo contatto con il mondo è una sua compagna d'infanzia, Kuniko, ma anche con lei i rapporti si stanno deteriorando... Un giorno, per puro caso, entra in contatto con Ninagawa, uno studente pure lui solitario, che la invita ad andare a casa sua dopo aver scoperto che Hatso, molti anni prima, aveva conosciuto la idol Oni-Chan, dalla quale il giovane è follemente ossessionato. Tra Murakami (Haruki) e la Yoshimoto, senza mai raggiungerne la qualità dei suddetti, il secondo, pluripremiato in patria, romanzo della scrittrice Wataya Risa è una breve, piccola storia di solitudini che si incontrano e si sfiorano senza mai toccarsi del tutto, se non nel possibile futuro che il finale (molto) aperto fa presagire. Ne esce un ritratto da un lato affascinante e lucido della gioventù nipponica (tra otaku e idol di sorta) ma al contempo non sviluppato a pieno, scritto con uno stile senza dubbio promettente ma ancora in divenire.
Il segreto della signora in nero di Anne Brontë. Le sonnacchiose esistenze degli abitanti di un villaggio inglese sono scosse dall'arrivo della misteriosa signora Graham e del suo bambino, che vivono in solitudine in un'ala della diroccata Wildfell Hall. I pettegolezzi su di lei iniziano a rincorrersi, ma Gilbert Markham, che si sta innamorando di lei, è deciso a non credervi.
Sono pessima a raccontare trame e non ne ho trovata una in italiano, ma il romanzo è molto più di come appare da queste poche righe. Anne è la meno conosciuta delle sorelle Brontë, ma questo suo romanzo è un piccolo capolavoro che all'epoca della sua uscita scandalizzò per il linguaggio diretto e per la descrizione della società inglese in tutti i suoi difetti e vizi.
Si configura come una lunga epistola scritta da Gilbert Markham all'amico Halford, ma gran parte del romanzo è composto dal diario personale che Helen Graham consegna a Gilbert per spiegare il suo segreto e i motivi per cui la loro unione è ostacolata. Secondo me questa è la parte più riuscita:
Anne riesce a rendere benissimo il graduale cambiamento di Helen da giovane innamorata a moglie tradita e umiliata, e descrive in modo quasi brutale le conseguenze, fisiche ma soprattutto psicologiche e comportamentali, che l'alcol e la vita dissoluta hanno sul marito e come lo portino alla distruzione. La figura del marito Arthur è parzialmente ispirata al fratello di Anne, Branwell, a lungo dipendente da alcol e oppiacei; purtroppo proprio per questo le descrizioni sono così accurate ed efficaci.
Consigliato agli amanti dei classici e del genere letterario "alla Jane Austen" :)
Ho finito di leggere "il destino dei nani" quarto libro della saga dei nani. .che dire heitz è davvero bravo,l ultimo libro è bello,la trama mi è piaciuta,forse i protsgonisti in certi punti sono un po troppo aiutati,però non annoia mai e il finale è inaspettato....consiglio la saga a chi ha voglia di una lettura scorrevole che non annoia e che voglia vedere le cose da un punto di vista un po diverso..i nani vi accontenteranno