Ahah giusto! Allora non sono stramba io ">
A sud del confine, a ovest del sole, di Haruki Murakami. Hajime, figlio unico cresciuto in una generazione nella quale quasi chiunque aveva almeno un fratello o una sorella, fa amicizia a scuola con Shimamoto, sola compagna con la quale riesce ad instaurare un rapporto sincero. Ma dopo le elementari i due, avendo entrambi cambiato istituto, si perdono di vista, salvo ritrovarsi venticinque anni dopo. Lui, ora sposato e con due figlie piccole, è ancora ossessionato dal tempo perduto e dal rimpianto di non aver più cercato di contattare la vecchia amica, di cui è sempre stato segretamente innamorato. Ora che i due bambini diventati adulti si reincontrano, Hajime si trova davanti ad un bivio per il suo futuro. Un Murakami più intimista del solito, in un romanzo sicuramente affascinante e stilisticamente ricchissimo che però non riesce a raggiungere le vette di altri suoi Capolavori. Due personaggi ottimamente caratterizzati che si muovono in un mondo che non sempre comprendono, con un mistero che aleggia sulla figura di Shimamoto, mistero che rimarrà tale anche dopo la conclusione. Emozioni che non mancano nel pieno stile del maestro nipponico, che si svincolano in lunghi flashback sul passato amoroso del protagonista maschile, ennesima voce narrante della sua bibliografia, anche se rispetto ad opere precedenti e future si respira sin troppo un'atmosfera da "romanzo breve", e i fatti realmente importanti si contano sulle dita di una mano. Una lettura comunque sempre piacevole soprattutto per i fan storici di Murakami.
Ho finito qualche giorno fa "Il Ritratto di Dorian Gray" di Oscar Wilde
Il romanzo è ambientato nella Londra vittoriana del XIX secolo e racconta del giovane Dorian Gray, che arriverà a fare della sua bellezza un rito insano.Dorian inizia a rendersi conto del privilegio del suo fascino quando il suo amico pittore Basil Hallward gli regala un ritratto che lo rappresenta nel pieno della sua govinezza. Egli è poi preso da un desiderio che egli formula come un voto: rimanere per sempre giovane, mentre il dipinto avrebbe registrato su di esso la decadenza riservata al corpo di Dorian. Il suo voto viene esaudito sennonché il ritratto assumerà non tanto le veci del corpo ma lo specchio della sua anima.
Nel complesso il libro è fantastico, fatta eccezione di alcuni capitoli un po' più noiosi, a causa della ristampa del volume un anno dopo la sua uscita originaria (1890) perchè Wilde ne aggiunse qualcuno per renderlo più voluminoso e per scriverci una prefazione. Il libro comunque riesce ad incantare il lettore con il suo stile di scrittura veloce e scorrevole, pieno di dialoghi mai banali e sempre nuovi e pieni degli aforismi che hanno reso Wilde famoso. Libro dunque consigliatissimo a tutti.
La giovane Jane Eyre, senza genitori nè mezzi, viene spedita in un collegio per imparare le buone maniere: crescendo va a lavorare in una casa come istitutrice e li conosce il Signor Rochester, padrone della casa nella quale lavora. L'amore nasce e cresce tra i due in maniera differente, ma proprio quando stanno per sposarsi succede qualcosa.
Bocciato.
Mi spiace, l'ho trovato pesante, noioso in parecchi pezzi. Avvezza a Jane Austen non riesco a leggere le Bronte. Ci avevo già provato con Cime Tempestose che non solo non sono riuscita a terminare, ma sinceramente volevo gettarlo tra le fiamme. L'unico personaggio di nota del Romanzo è effettivamente il Signor Rochester perchè simpatico e collerico quanto basta, ma anche dolce e passionale.
Lei invece è una piaga di donna.
È Frittella il nostro Re
Fa i pasticci, fa i bignè
Io ne mangio pure tre
È Frittella il nostro Re!!!
You're mine. Mine, as I'm yours. And if we die, we die. All men must die, Jon Snow. But first we'll live.
La cosa bella di essere guardiani? l'affetto con cui veniamo ripagati, ma anche il rispetto, la riconoscenza. E' un impegno che dà molto onore e tanta gloria (Cit @Maya )
Anch'io l'ho trovato noiosissimo, anzi non capisco in base a cosa Rochester si innamora della protagonista (se non la volontà dell'autrice, per l'appunto!).
I Guardiani della Notte - Sergej Luk'janenko
(Ominimi dei guardiani della notte delle Cronache, ma non c'entrano nulla.) ">
Considerato il romanzo fantasy russo più importante di sempre, ha fatto da base ad uno dei film russi che hanno avuto più successo e assoluto must da leggere, fino a una decina d'anni fa. Oggi, a distanza di 16 anni dall'uscita, leggere Nochnoy Dozor (titolo originale, in assenza di una tastiera cirillica) fa ancora un certo effetto. Il racconto, che riprende in chiave assolutamente innovativa e originale la lotte tra il bene e il male, o meglio tra la luce e il buio, é ambientato in una lugubre Mosca post socialistica. Gli effetti dell'apertura all'ovest si fanno sentire, gran parte della popolazione vive in condizioni pietose, violenze e abusi (specialmente di alcool) sono all'ordine del giorno.
In questo contesto, gli Altri delle Tenebre e gli Altri della Luce, tentano di vivere in pace, in rispetto del grande contratto, che scongiura una guerra tra le due forze, che sarebbe in grado di devastare l'umanitá. I Guardiani della Notte, sono una truppa scelta di Altri della Luce, che controllano l'operato degli Altri delle Tenebre, i Guardiani del Giorno, sono una truppa scelta di Altri delle Tenebre, che controllano l'operato degli Altri della Luce. Entrambi gli ordini vegliano sul grande contratto di pace, ma c'é chi sfrutta gli ordinari screzi tra gli Altri della Luce e gli Altri delle Tenebre a suo favore.
È cosí che Anton Gorodetsky, un Guardiano della Notte di grado inferiore, scopre di essere al centro di un complotto, di essere una semplice pedina su un'immensa scacchiera e scopre, che il suo amore per una giovane Altra della Luce, dovrá essere sacrificato per un bene maggiore, per una vittoria importante delle forze della Luce. Anton non ci sta, ma deve fare attenzione, essendo lui un Altro della Luce non puó commettere azioni malvagie, e compromettere un piano per portare del bene sulla terra é senz'altro un'azione malvagia.
Anton si ritroverá quindi a lottare contro il suo struggimento interno, contro gli Altri delle Tenebre e contro i suoi stessi Guardiani della Notte, per trovare una via d'uscita dalla ragnatela di complotti, e per poter preservare il suo amore.
Luk'janenko ci porta in un mondo fantastico diverso, intessendo sapientemente tre racconti in una trama unica, spesso contrita e cervellotica, ma sempre avvincente. Mi sono piaciuti sia il libro in questione sia il film, anche se sono parecchio diversi, tra loro. Sono due prodotti di un fantasy contemporaneo, duro e pessimista. Anton é il ritratto del moscovita senza prospettiva, una pedina insignificante che tenta di ribellarsi in una situazione senza speranza.
Patteggiare per lui é anche troppo facile, tuttavia questo romanzo si discosta dai cliché e dagli stereotipi del genere, con successo, i protagonisti spesso sono umani da fare schifo, con tutti i loro errori e i loro egoismi.
Come piccola pecca secondo me Luk'janenko spesso si perde un po' troppo a filosofeggiare sul bene e sul male, elaborando le complicate regole e controregole del grande contratto di pace. Nonostante questo il libro é scorrevole, il linguaggio (spesso metropolitano) facile e diretto, in contrapposizione alle trame, come dicevo spesso intricate ma sempre avvincenti.
Voto 8,5/10
Consigliato a tutti gli amanti del fantasy, che hanno voglia di buttarsi su qualcosa fuori dai canoni. A tutti i defenders dell'high fantasy, invece: statene lontani! ">
Anch'io l'ho trovato noiosissimo, anzi non capisco in base a cosa Rochester si innamora della protagonista (se non la volontà dell'autrice, per l'appunto!).
Invece a me è piaciuto proprio per quello, perchè Jane mi sembra più reale e autentica di tante altre protagoniste bellissime, intelligentissime e fortissime ed è bello vedere una protagonista normale per una volta ">
Invece a me è piaciuto proprio per quello, perchè Jane mi sembra più reale e autentica di tante altre protagoniste bellissime, intelligentissime e fortissime ed è bello vedere una protagonista normale per una volta " />
È vero che in questo è una donna normale, ma quando mai i tipi fascinosi e ricchi si innamorano di ragazze così? Sarà che mi sembra troppo favola di Cenerentola...
Invece ho trovato interessante il periodo della sua infanzia in collegio. È tragico, ma mostra com'era la situazione dell'infanzia in Inghilterra in quel periodo. E forse perché autobiografico, mi è sembrato l'unica parte del libro autentica.
Invece a me è piaciuto proprio per quello, perchè Jane mi sembra più reale e autentica di tante altre protagoniste bellissime, intelligentissime e fortissime ed è bello vedere una protagonista normale per una volta " />
È vero che in questo è una donna normale, ma quando mai i tipi fascinosi e ricchi si innamorano di ragazze così? Sarà che mi sembra troppo favola di Cenerentola...
Invece ho trovato interessante il periodo della sua infanzia in collegio. È tragico, ma mostra com'era la situazione dell'infanzia in Inghilterra in quel periodo. E forse perché autobiografico, mi è sembrato l'unica parte del libro autentica.
Questo, insieme al fatto che mi è sembrata quella più vera tra tutte, (come ha scritto Emma) ha fatto sì che diventasse uno dei miei libri preferiti .
E' vero,Jane non è bella (la classica bellezza classica, anzi è bruttarella..un po' tanto), ma ha carattere, ha testa, ha cuore ed intelligenza. Rochester anche lui non è bello, è affascinante, ha un caratteraccio delle volte e anche lui ha un passato brutto... è per la realtà dei loro caratteri che mi piacciono moltissimo.
Di Jane vediamo il perché e per come cambi, dall'infanzia con i parenti Reed, agli anni terribili del collegio fino a quando arriva a Thornfield e trova un suo posto nel mondo, la sua tranquillità, la sua felicità, la sua casa .
Rispetto ad altri romanzi, è proprio il percorso di crescita in mezzo alle difficoltà (Lowood è agghiacciante) che mi piace, Jane non molla mai e ce la fa. Rochester con i suoi demoni interiori riesce a trovare la pace con lei. Non lo trovo scontato, per nulla.
Poi oh, sarò una eterna romantica, ma questo mix tra le varie situazioni mi ipnotizza e io adoro questo libro, anche perché mi ricorda (in modo molto più blando) alcune parti della mia vita.
E mi lascia un senso di ottimismo e buon umore, dopo che si tocca il fondo, ci si rialza sempre, mai mollare
p.s. poi beh, trovo che sia scritto bene, altrimenti la storia poteva essere bella quanto volete, ma se era scritto da cani, dopo tre pagine mollavo il libro " />.
Fondatrice dei Comitati
J.W.F.D. Jonny Wilkinson Fammi un Drop - M.N.Ü.A. Manuel Neuer Über Alles - M.B.F.C. Michael Ballack Fan Club
Membro del Comitato P.J.L. Comitato Pro Jaime Lannister - Membro del Comitato G.M.S.S. Giù le mani da Sansa Stark, per la difesa della giovane lupa (gemellato con G.M.A.S. Giù le mani da Arya Stark) - Membro del Comitato W.F.D.M. Walder Frey deve morire (possibilmente nel crollo delle sue torri) - Membro del Comitato GATTARYS! Comitato Gatti Uniti per Ser Balzo sul Trono di Spade - Membro del Comitato M.L.C.V.I.R.D. Ma con La Carne ci Vuole Il Rosso di Dorne - Membro del T.B.D.F. Team Baciate dal Fuoco - Membro del Comitato F.F.C. Folletto Fan Club
Never forget what you are. The rest of the world will not. Wear it like armor, and it can never be used to hurt you.
Ecco, io sono stata super sintetica ma mi trovo esattamente d'accodo con LadyE
Oggi ho terminato di leggere "Non mi arrendo", di Hiroo Onoda, edizione Mondadori, edizione 1975.
Nel libro, l'ex tenente dell'esercito imperiale giapponese Hiroo Onoda racconta i suoi trent'anni di guerriglia nella giungla dell'isola di Lubang (una delle tante dell'arcipelago della Filippine, localizzata a sud ovest dell'isola di Luzon), dove arrivò nel 1944 e da dove ripartì soltanto nel 1974, a guerra ormai finita da una trentina d'anni. Addestrato come ufficiale esperto nelle tecniche di guerriglia e imbevuto della tradizione militarista del Giappone di allora, il tenente Onoda aveva l'incarico di guidare l'attività di guerriglia dell'isola di Lubang, ma quasi subito si trovò ad operare con soltanto pochissimi compagni. Nel corso degli anni che seguirono, Onoda e i suoi compagni affrontarono ogni genere di privazione, continuando a mantenere fede al giuramento fatto all'arruolamento e rifiutandosi di credere ai volantini fatti piovere sull'isola dagli americani prima e dalle squadre di recupero giapponesi poi, sul fatto che la guerra fosse finita e il Giappone avesse perso.
Il libro, scritto da Onoda pochi mesi dopo essere tornato in Giappone, è un affresco sincero e avvincente di vita militare del tempo, ma è soprattutto la storia di un popolo raccontata attraverso la vicenda straordinaria capitata ad un suo membro. Il rifiuto di arrendersi, l'ingegnosità nel sopravvivere con ogni mezzo, la malinconia, questo libro trasmette come pochi cosa significa(va?) essere giapponesi.
Consigliato a tutti gli appassionati di cose militari, di Giappone e a chi ama le storie incredibili ma vere.
La perfezione del male di David Morrell. Nella Londra del 1854, Thomas de Quincey è uno scrittore in disgrazia che ha dato scandalo con la pubblicazione di due opere molto contestate: Confessioni di un oppiomane, in cui descrive gli effetti della sua dipendenza dal laudano, e L'assassinio come una delle belle arti, dove loda la maestria nell'uccidere di un serial killer del 1811. Quando gli omicidi riprendono, con modalità identiche a quelle di quarant'anni prima, a causa del suo libro diventa il principale sospettato, finchè due agenti di polizia decidono di indagare più a fondo e, con l'aiuto suo e di sua figlia Emily, faranno luce sulla vicenda.
Complice l'atmosfera a metà tra Ripper Street e Criminal Minds (due delle mie serie preferite) questo libro mi ha proprio preso, con gli omicidi descritti in modo crudo ma non eccessivo e la ricostruzione storica accurata (a parte un piccolo particolare modificato per "comodità" come spiega l'autore nella postafazione).
Inoltre sono stata contenta di aver scoperto la figura di Thomas de Quincey, realmente esistito ma che non avevo mai sentito a differenza dei suoi più famosi amici Wordsworth e Coleridge... Mi ha fatto venire voglia di leggere le sue opere ">
Oggi ho terminato di leggere "Non mi arrendo", di Hiroo Onoda, edizione Mondadori, edizione 1975.
Nel libro, l'ex tenente dell'esercito imperiale giapponese Hiroo Onoda racconta i suoi trent'anni di guerriglia nella giungla dell'isola di Lubang (una delle tante dell'arcipelago della Filippine, localizzata a sud ovest dell'isola di Luzon), dove arrivò nel 1944 e da dove ripartì soltanto nel 1974, a guerra ormai finita da una trentina d'anni. Addestrato come ufficiale esperto nelle tecniche di guerriglia e imbevuto della tradizione militarista del Giappone di allora, il tenente Onoda aveva l'incarico di guidare l'attività di guerriglia dell'isola di Lubang, ma quasi subito si trovò ad operare con soltanto pochissimi compagni. Nel corso degli anni che seguirono, Onoda e i suoi compagni affrontarono ogni genere di privazione, continuando a mantenere fede al giuramento fatto all'arruolamento e rifiutandosi di credere ai volantini fatti piovere sull'isola dagli americani prima e dalle squadre di recupero giapponesi poi, sul fatto che la guerra fosse finita e il Giappone avesse perso.
Il libro, scritto da Onoda pochi mesi dopo essere tornato in Giappone, è un affresco sincero e avvincente di vita militare del tempo, ma è soprattutto la storia di un popolo raccontata attraverso la vicenda straordinaria capitata ad un suo membro. Il rifiuto di arrendersi, l'ingegnosità nel sopravvivere con ogni mezzo, la malinconia, questo libro trasmette come pochi cosa significa(va?) essere giapponesi.
Consigliato a tutti gli appassionati di cose militari, di Giappone e a chi ama le storie incredibili ma vere.
Gran bel libro.Ti Consiglio sempre sulla II. G.M. e sempre dal punto di vista nipponico,Samurai di Saburo Sakai,asso della Aviazione della Marina Imperiale Nipponica
Il gioco di Ripper di Isabel Allende. "Le donne della famiglia Jackson, Indiana e Amanda, madre e figlia, sono molto legate pur essendo diverse come il giorno e la notte. Mentre la madre vede soprattutto il buono nelle persone, Amanda, come suo padre, capo ispettore della sezione omicidi della polizia di San Francisco, è affascinata dal lato oscuro della natura umana. Brillante e introversa, appassionata lettrice, dotata di un eccezionale talento per le indagini criminali, si diletta a giocare a Ripper, un gioco online ispirato a Jack the Ripper, Jack lo squartatore, in cui bisogna risolvere casi misteriosi. Quando la città è attraversata da una serie di strani omicidi, Amanda si butta a capofitto nelle indagini, scoprendo, prima che lo faccia la polizia, che i delitti potrebbero essere connessi fra loro. Ma il caso diventa fin troppo personale quando sparisce Indiana. La scomparsa della madre è collegata al serial killer? Ora, con la madre in pericolo, la giovane detective si ritrova ad affrontare il giallo più complesso che le sia mai capitato, prima che sia troppo tardi."
E' un thriller non eccessivamente pesante nè cruento, lo consiglio vivamente, dopo un inizio un po' incerto perchè mi sembrava fin troppo descrittivo e "divagante" poi la storia mi ha catturato (forse anche perchè ho trovato parecchi tratti in comune con Amanda "> ) Insomma secondo me merita, e mi sto già informando se esista davvero il gioco di Ripper on line ">
il ragazzo selvatico di Paolo Cognetti Paolo ha trent' anni e si sente senza forze,sperduto, sfiduciato:gli sembra di non andare da nessuna parte. cosi lascia la citta dove e nato e cresciuto e se ne va a stare in montagna in una baia a duemila metri.qui nella solitudine quasi totale riscopre una vita piu essenziale e rapporti umani piu sinceri con gli unici due vicini di casa.
la storia vera di una fuga e un viaggio per ritrovare se stessi.
libro realistico scritto ben che fa pensare sui rapporti umani, lo consiglio vivamente a tutti quelli a cui piace la natura e la solitudine. " />