sorvolando certi eccessi che lo vedono da un lato un essere inetto in preda a fluttuazioni quantiche e dall'altro un essere superiore (in quanto dotato di anima) e come tale degno di disporre a proprio piacimento del creato
Anche gli animali hanno l'anima, stando alla Bibbia ^_^
Tuttavia, quello che si può fare, è confrontare le varie società rispetto a determinati valori. I ragionamenti di Lyga verso i diritti umani non mi paiono espressioni di cieca fede o fanatismo, ma mi sembrano invece il risultato di riflessioni, argomentate e motivate per quanto personali e quindi non necessariamente condivisibili
Non vorrei aver dato un'impressione sbagliata: non sto dicendo che Lyga si esprima sulla base di una fede cieca e immotivata; il mio discorso era di carattere piú generale, volto alla concezione che molto spesso vede i diritti umani come qualcosa di Giusto, in assoluto, Giusti perché Giusti in sé, senza possibilità d'appello. Quelle persone cui se chiedi perché la pena di morte è sbagliata ti rispondono "Perché nessuno può arrogarsi il diritto di uccidere", e se gli chiedi perché nessuno può farlo ti rispondono che perché è sbagliato, creando un circolo auto-referenziale da cui non sanno uscire. Questa è fede, paragonabile a quella religiosa, in quanto non c'è, come giustamente detto anche da te, nessuna base al di là delle idee del singolo per dire che sia giusta.
Mornon (così facciamo sempre gli esempi sui Greyjoy
^_^
Mornon è stato più abile di me e non ha fornito prove decisive agli investigatori, oppure io sono crollato durante un interrogatorio. A me la pena di morte, a Mornon no. Crimine uguale, ma pena diversa. Anzi, ad un criminale più abile (in senso criminoso, naturalmente) corrisponde una pena minore
Insinui che i Greyjoy siano criminali, per quanto abili? ^_^
Seriamente, lo stesso discorso si potrebbe però applicare a qualunque pena: tu prendi l'ergastolo, io no; tu prendi una multa, io no; tu prendi uno scappellotto, io no. Vero è che una differenza non da poco è la non reversibilità della pena, ma il discorso sull'iniquità vale per tutte le pene.
E' innocente, punto...ehm, mornon, ti mando la parcella via mp
Aspetto, grazie :D:
Edit Lord Beric in merito a crimini uguali, pene uguali:
il caso che hai fatto non è indicativo, perchè nel diritto vale la verità _processuale_ non quella _sostanziale_. Se Mornon è stato più bravo di te, non ha commesso un crimine proprio perchè non puoi dimostrare che lo ha fatto: come fai, quindi, a sostenere che ha commesso lo stesso tuo crimine? E' innocente, punto...ehm, mornon, ti mando la parcella via mp ;
Mi sa che mi sono spiegato male. Mi riferivo al caso in cui, come d'altra parte affermato da qualcuno nell'antico topic sulla pena di morte, ci si ponesse nella condizione di usare questa pena solo nel caso in cui non vi sia alcun dubbio sulla colpevolezza. Costoro proponevano: innocenza = libertà. Colpevolezza perché la corte ha deciso così ma non provabile oltre ogni dubbio (caso che non dovrebbe esistere ma esiste) = ergastolo. Colpevolezza provata al 100% = pena di morte. In questo caso due persone colpevoli, e riconosciute colpevoli dalla corte, subiscono pene diverse.
Questo dovrebbe rispondere anche a Mornon quando assimila il caso a tutte le altre pene. Io prendo una multa e tu no dipende dall'essere riconosciuti colpevoli o meno, e che ho liquidato con un "cosa succede se si uccide un innocente?". Invece, l'esempio su cui mi sono dilungato di più è quello per cui entrambi siamo stati riconosciuti colpevoli, ma le circostanze, l'abilità degli investigatori o la tua resistenza agli interrogatori hanno stabilito che per me c'è una certezza tale da rendere ammissibile la pena di morte.
Ho tirato in ballo questo esempio perché generalmente il proporre la pena di morte solo per i casi di certezza assoluta è la risposta che viene data alla prospettiva di uccisione di un innocente. Quindi: o tutti i casi in cui non vi è una certezza assoluta, totale e incontrovertibile si riducono ad assoluzioni (e mi domando quanti sarebbero i colpevoli nel mondo, allora... Certo una soluzione del genere non piacerebbe a tutti gli italiani che si lamentano delle maglie larghe della giustizia), oppure si definiscono due categorie di colpevoli, istituendo di fatto quell'iniquità di cui sopra.
Mi sa che mi sono spiegato male. Mi riferivo al caso in cui, come d'altra parte affermato da qualcuno nell'antico topic sulla pena di morte, ci si ponesse nella condizione di usare questa pena solo nel caso in cui non vi sia alcun dubbio sulla colpevolezza. Costoro proponevano: innocenza = libertà. Colpevolezza perché la corte ha deciso così ma non provabile oltre ogni dubbio (caso che non dovrebbe esistere ma esiste) = ergastolo. Colpevolezza provata al 100% = pena di morte. In questo caso due persone colpevoli, e riconosciute colpevoli dalla corte, subiscono pene diverse.
Scusa, ma continuo a non capire...come fa Tizio ad essere colpevole se la sua colpevolezza non è provata oltre ogni dubbio ragionevole? La corte di Cassazione (in italia, ovviamente) casserebbe la sentenza...
O sei colpevole o innocente. E questo viene stabilito in un processo. Esistono crimini uguali, ma non processi uguali: ci sono troppe circostanze e atti irripetibili che possono variare.
seguendo il thread,e per una volta tanto cercando di evitare di buttarmi in plateali provocazioni rimango basito dalla tua incredibile arroganza balon.guarda,ti giuro,per me non è un problema,però forse ti conviene raccogliere le tre o quattro persone che consideri degne e chiuderti nella tua cameretta,e lasciare che a parlare di società diritti et similia siano quel 98% di buoi che nonostante tutto compongono la società italiana e che almeno si considerano pari tra loro.
sinceramente a me non è che piaccia tanto l'idea che le sorti del mio paese dipendano dall'umore delle casalinghe di Voghera (è aumentato di 50 centesimi il prezzo del prezzemolo: Stato ladrone!)
insomma, anche questa vanerazione per la democrazia... perché? perché la democrazia dovrebbe essere migliore dell'Oligarchia?
BALON SWANN Lo Stato deve permettere all'individuo di esercitare la propria libertà entro dei limiti concordati... Al di fuori di questo c'è la DITTATURA... quando la Stato ha deciso di dominare l'individuo il risultato sono stati i totalitarismi del 900... Capisco che ''fa scena'' voler fare i duri e puri ma prima di parlare bisognerebbe informarsi un po' e non piazzare lì delle citazioni a caso e dire che la maggioranza del popolo è ignorante...
Non ti fanno onore queste affermazioni, vanificando quanto di "intelligente" hai scritto. Ovviamente, è una mia opinione, ma la mancanza di rispetto verso il 90% della popolazione (mondiale, italiana o di questo forum?) non ti rende affatto un privilegiato nè, tantomeno, più acculturato di loro.
ma il popolo è ignorante... mentre io non lo sono.
insomma, facciamo un test di cultura generale tra me e l'elettricista e poi vediamo... non che io abbia niente contro gli elettricisti, ma le loro nozioni di storia, geografia e politica sono pressochè nulle (con le dovute eccezioni)
il 90% era riferito alla popolazione italiana... e forse è un po' eccessiva... diciamo 85%
se parliamo di popolazione mondiale, la percentuale sale
se parliamo di questo forum, la percentuale scende. E di parecchio.
Mi limito a fare un esempio: se prendiamo come riferimento l'equità della pena, una società che si avvalesse della pena di morte a mio avviso sarebbe decisamente iniqua. Cosa accade se si uccide un innocente? E se invece, come da molte parti si propone, si limitasse la pena di morte ai casi realmente accertati, l'equità andrebbe a farsi benedire: io uccido una persona, Mornon (così facciamo sempre gli esempi sui Greyjoy ) uccide una persona. Nelle stesse identiche circostanze. Logica vorrebbe, o meglio, tutte le legislazioni di questo mondo predicano che a crimine uguale debba corrispondere una pena uguale. Che poi tra me e Burlando vi sia diversità di trattamento se guidiamo contromano è una faccenda diversa, al momento fuori dal ragionamento. Dicevo, crimine uguale, pena uguale. Tuttavia, Mornon è stato più abile di me e non ha fornito prove decisive agli investigatori, oppure io sono crollato durante un interrogatorio. A me la pena di morte, a Mornon no. Crimine uguale, ma pena diversa. Anzi, ad un criminale più abile (in senso criminoso, naturalmente) corrisponde una pena minore.
ma allora anche la nostra società è iniqua... tu dici: cosa succede se uccido un innocente? e io dico: cosa succede se do l'ergastolo a un innocente? non è forse la stessa cosa?
sul tuo esempio (che può valere sia x la pena di morte che per una settimana di arresti domiciliari) che cosa proporresti di fare? graziare l'assassino meno abile? così invece di una sola ingiustizia ne otterresti due.
diceva Robespierre in "Danton" (e io non concordo, ma fa riflettere) "meglio che periscano 100 innocenti piuttosto che un solo colpevole sfugga alla giustizia"
Rileggi la precisazione che ho fatto (se tre persone hanno capito male mi sa che mi sono davvero spiegato in modo pessimo...).
Non intendo il caso in cui la giustizia prenda un abbaglio e decida di uccidere un colpevole. Intendo il caso in cui la giustizia, di fronte a due colpevoli, o ritenuti tali, decide di comminare pene differenti NON a causa di un crimine differente, ma solo a causa del fatto che in un caso, per dire, i poliziotti sono stati meno abili. La pena a questo punto è qualcosa di scollegato dal crimine, perdendo in pratica il suo senso di essere.
Ovvio che anche la nostra società non è perfettamente equa. Ma mi pare che la pena di morte aggravi la situazione, a causa dell'irreversibilità della pena.
scusa, chi è che ha invenato "i diritti umani"? una specie di Dio in terra? e perché mai dovrebbero valere per chiunque? La tua è una cieca e fanatica fede nei "Diritti Umani", mi sembra
e perché mai? perché la morte è così terribile? chi lo ha detto? mi pare che tu non sia credente, quindi non puoi rispondere con "è peccato"... quindi? cosa c'è di male a interromere un paio di impulsi nervosi e alterare un po' la pressione sanguigna?
...
Lo Stato dovrebbe essere superiore al singolo, dovrebbe poter disporre della vita dei suoi cittadini come meglio crede (ricordate la buona vecchia Prussia?). Nello Stato dovrebbe realizzarsi lo spirito della storia (Hegel)
Pur portando un punto di vista indubbiamente provocatorio e inusuale, a mio parere c'è almeno un punto interessante, e innegabile: i "diritti umani" sono creazioni dell'Uomo, non hanno discendenza divina, e in quanto tali non sono assoluti. L'Uomo ha deciso che sono giusti, inalienabili, universali, ma lo ha fatto sulla base delle sue idee, della sua soggettività; magari sarà anche giusto che abbia fatto cosí, ma al di là di tale soggettività quali basi oggettive ci sono per sostenere che siano assoluti? Del resto, in natura tale concezione non c'è.
Mmmm...forse sono stato frainteso! Non, spero, da quelli che mi conoscono bene... ^_^
Mettiamo le cose in chiaro, sono un convinto sostenitore dell'individualismo e del libero pensiero, pertanto l'idea che i diritti umani siano una cosa a cui bisogna essere fanaticamente devoti "perche si!" non mi è mai passata nemmeno per l'anticamera del cervello. Anche perchè un pensiero del genere sarebbe in totale contraddizione con i bei discorsetti che ho fatto prima sull'italiano medio che ragiona "a tifoserie" e sulla necessità di dover cambiare questa impostazione (e senza rinchiudersi in posizioni "elitarie", ma discorrendo con persone che ragionano in quest'ottica rinunciando, a mio avviso, ad idee proprie).
La mia serrata difesa dei diritti umani non parte dal presupposto dell'esecuzione degli ordini di una "Volontà Superiore" o roba simile, ma perchè, ragionandoci su, mi sono convinto:
A) che rappresentano la via da privilegiare per eliminare, o quanto meno ridurre al minimo, i mali del mondo; senza il rispetto dei diritti umani il primo fesso in posizione sovraordinata rispetto a te potrebbe, in ipotesi, liberamente disporre della tua persona per i motivi più arbitrari (es. perchè politicamente non la pensi come lui). Qualcuno ha detto "Myanmar"? O "Cina", magari?
B) che la pena di morte è totalmente INUTILE, tanto dal punto di vista umano, quanto, e soprattutto, dal punto di vista giuridico. L'unica utilità da riconoscersi alla pena di morte è di tipo "elettorale", dato che spesso viene usata per ottenere consensi. Una campagna elettorale sul sangue della gente, diciamo.
Da premettere che ho avuto un periodo nella mia vita in cui ero un cauto sostenitore della pena di morte, quindi non parto da idee preconcette. Raginandoci su ho cambiato radicalmente posizione. Se ora c'è qualcuno che riesca a portare avanti i propri ragionamenti riesca a convincermi della utilità e dell'opportunità della pena di morte ben venga...
La morte non è poi così terribile e non c'è nulla di male nell'interrompere "un paio di impulsi nervosi". Stai dicendo che posso entrare in casa tua e sparare in testa a te ed ai tuoi familiari senza nemmeno sentirmi in colpa? La mia è ovviamente una provocazione, ma il senso della tua frase mi è sembrato anche questo... ^_^
Peraltro tu giustamente mi dici che non sono credente, quindi permettimi di restituirti il favore.
Il Cristianesimo (lettera maiuscola non a caso) non dovrebbe basarsi su tante simpatiche frasettine quali "porgi l'altra guancia", "rispetta il prossimo tuo come te stesso", e "non uccidere"?
Ultimo appunto: il modello di Stato a cui fai riferimento tu non si limita alla vecchia Prussia, ma si estende ad altri casi.
Ho presente un altro Stato che "disponeva della vita dei suoi cittadini come meglio crede": si chiamava Terzo Reich.
Strano, perchè dai tuoi post precedenti mi era sembrato di capire che Eichmann non fosse in cima alla lista delle tue simpatie, o mi sono sbagliato? ^_^
Intendo il caso in cui la giustizia, di fronte a due colpevoli, o ritenuti tali, decide di comminare pene differenti NON a causa di un crimine differente, ma solo a causa del fatto che in un caso, per dire, i poliziotti sono stati meno abili. La pena a questo punto è qualcosa di scollegato dal crimine, perdendo in pratica il suo senso di essere.
Provo a spiegarmi meglio io...
Ti faccio una domanda: come si fa, anche dopo un processo, a conoscere la "vera verità"?
Il processo conduce ad una pena, tenendo conto della "verità" che in esso emerge.
Non esiste la sentenza che condanna Tizio a 10 anni, anzichè 30 perchè i poliziotti sono stati meno abili. Nè può essere quest'ultimo un parametro di riferimento.
Che poi la pena di morte (io, per inciso, sono contrario) sia iniqua perchè irreversibile concordo, sopratutto se consideri che a volte anche le confessioni apparentemente più incrollabili si rivelano fasulle...
Se poi ti riferisci alle circostanze che possono aggravare od attenuare un crimine, questo è un altro discorso. E' chiaro però che la massima pena va inflitta al crimine che l'ordinamento giudica più grave; se è l'ordinameto stesso a prevedere parametri di gradualità non vedo il problema, dal momento che presuppongono crimini differenti.
Intendo il caso in cui la giustizia, di fronte a due colpevoli, o ritenuti tali, decide di comminare pene differenti NON a causa di un crimine differente, ma solo a causa del fatto che in un caso, per dire, i poliziotti sono stati meno abili. La pena a questo punto è qualcosa di scollegato dal crimine, perdendo in pratica il suo senso di essere.
Provo a spiegarmi meglio io...
Ti faccio una domanda: come si fa, anche dopo un processo, a conoscere la "vera verità"?
Il processo conduce ad una pena, tenendo conto della "verità" che in esso emerge.
Non esiste la sentenza che condanna Tizio a 10 anni, anzichè 30 perchè i poliziotti sono stati meno abili. Nè può essere quest'ultimo un parametro di riferimento.
Che poi la pena di morte (io, per inciso, sono contrario) sia iniqua perchè irreversibile concordo, sopratutto se consideri che a volte anche le confessioni apparentemente più incrollabili si rivelano fasulle...
Se poi ti riferisci alle circostanze che possono aggravare od attenuare un crimine, questo è un altro discorso. E' chiaro però che la massima pena va inflitta al crimine che l'ordinamento giudica più grave; se è l'ordinameto stesso a prevedere parametri di gradualità non vedo il problema, dal momento che presuppongono crimini differenti.
La penso esattamente come te, per questo ho portato l'esempio che ho portato.
Quando si parla di pena di morte, in genere si chiede: "ma la pena di morte è irreversibile, cosa fai se ammazzi un innocente?". La risposta che in genere sento consiste in: "ah, ma io sarei per applicare la pena di morte solo quando c'è la certezza più assoluta, negli altri casi non utilizzerei mai questa punizione".
Vedi quindi che in questo caso la severità della pena risulterebbe scollegata dalla gravità del crimine, andando a colpire una persona in base alla sua resistenza agli interrogatori, alla sua capacità nel nascondere le tracce, alla bravura della polizia nel trovare prove irrefutabili, o meglio quel tanto che basta per convincere gli assertori dell'affermazione sopra citata che si è superata la soglia della "certezza più assoluta". Perché in un caso, un crimine, senza la certezza assoluta, sarebbe punito in un modo, nell'altro, con la certezza assoluta, in un modo doverso.
(Anche) per questa ragione ritengo che un Paese dove vige la pena di morte sia meno giusto, rispetto a quelli che per me sono i valori da prendere in esame, di uno dove tale pena non sia ammessa.
In ogni caso, l'intero mio esempio era volto ad affermare che, mentre le materie religiose sono in quanto tali questioni di fede, un ragionamento sui diritti umani (e lo dice la parola stessa) può essere affrontato, come Lyga ha già prontamente affermato, sulla base del ragionamento, della logica e dell'etica.
Pur portando un punto di vista indubbiamente provocatorio e inusuale, a mio parere c'è almeno un punto interessante, e innegabile: i "diritti umani" sono creazioni dell'Uomo, non hanno discendenza divina, e in quanto tali non sono assoluti. L'Uomo ha deciso che sono giusti, inalienabili, universali, ma lo ha fatto sulla base delle sue idee, della sua soggettività; magari sarà anche giusto che abbia fatto cosí, ma al di là di tale soggettività quali basi oggettive ci sono per sostenere che siano assoluti? Del resto, in natura tale concezione non c'è.
Non sono una persona alla quale piace disquisire all'infinito di piccoli dettagli per fare sfoggio delle mie doti oratorie: non sono un sofista, nè un giurista, nè voglio diventarlo. Ammiro la capacità che molti di voi hanno nell'argomentare le proprie tesi e l'uso che ne fanno, però questo induce spesso a cercare sottotesti intellettualmente stimolanti anche dove non ci sono. Un esempio è ciò che ha cercato di fare Mornon nel testo quotato qui sopra. Me ne rammarico perchè non ci vedo proprio niente di condivisibile nella posizione di uno (Balon Swann) che si ritiene superiore al 90% della popolazione e che fucilerebbe qualcosa come 3-4 persone al giorno per "reati minori", così giusto per dare l'esempio.
A parte questo, tale discussione è arrivata a mettere in dubbio la bontà e la grandezza della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.
La Dichiarazione del 10 dicembre 1948 non se la sono sognata di punto in bianco quattro emeriti sconosciuti.
Essa è la sintesi e il coronamento di migliaia di anni di ricerca filosofico-giuridica da Platone, a Hobbes, a Kant e voi lo sapete meglio di me. Di un processo di evoluzione che passa attraverso la Rivoluzione Francese e due Guerre Mondiali. Mi pare veramente assurdo che la si metta in ridicolo solo per il piacere della discussione, visto specialmente l'argomento del topic.
ps x Mornon
A chi dovevamo chiedere il permesso per redigere la Dichiarazione dei diritti umani, a delle scimmie super dotate? (scusa ma la battuta acida era doverosa ^_^ )
insomma, anche questa vanerazione per la democrazia... perché? perché la democrazia dovrebbe essere migliore dell'Oligarchia?
scusa scusa,mi sembra di aver letto vanerazione....devo aver fatto uno sbaglio...dev'essere sicuramente venerazione...
comunque,c'è gente che è MORTA per la democrazia,gente che ti era sicuramente superiore persino nel campo del meteorismo.
caro il mio utenteberto,forse nel tuo sproloquio pro dittatura illuminata te ne sei dimenticato.
gente che credeva in qualcosa,e che lo voleva per TUTTI.sofisti nani scoreggioni e piscialetto.
carissimo.se il prezzo del prezzemolo salisse di 50 centesimi ci sarebbe sicuramente un bel problema.o forse non hai la più pallida idea di quanto costi il prezzemolo?
in tal caso dovrei ricordarti che se ti atteggi in questo modo qualcosa dovresti saperlo,e non scoreggiare fregnacce deliranti.lo capisci?
gente come te è peggio rifiuto dello zarro che impenna col phantom,della casalinga di voghera e di fabrizio corona.
vatti a nascondere,e studiati la storia.
La morte non è poi così terribile e non c'è nulla di male nell'interrompere "un paio di impulsi nervosi". Stai dicendo che posso entrare in casa tua e sparare in testa a te ed ai tuoi familiari senza nemmeno sentirmi in colpa? La mia è ovviamente una provocazione, ma il senso della tua frase mi è sembrato anche questo...
Beh ci sono casi (vedi malavita organizzata, ma anche chi entra in casa per rubare e ammazza chi gli capita solo perché non ha trovato abbastanza denaro) in cui nessuno sente minimamente il rimorso di aver eliminato dei rivali o dei personaggi scomodi...e questi ti sembrano persone graziabili?
Mi dispiace, sono frustrato da quanto in casino stia andando la società attuale e certi individui vorrei vederli morire sulla pubblica piazza tra le più atroci sofferenze...anch'io credo nei diritti umani ma se non si da un brusco giro di vite in un qualche modo saranno gli inermi a soffrirne...anche la troppa libertà può rivelarsi dannosa (leggasi ANARCHIA).
Anch'io conosco Hegel e la scuola di pensiero tedesca ma credo che uno stato democratico debba funzionare sullo stesso principio di una buona monarchia, ovvero se chi comanda lo fa avendo a cuore i suoi cittadini così come un padre dei suoi figli deve continuare a governare, se si rivela un despota interessato solo a se stesso la gente ha il pieno diritto di sostituirlo.
Ragazzi, la "tolleranza zero" del titolo non significa certo che va applicata nei confronti delle idee degli altri utenti diverse dalle proprie, perciò vedete di moderare i termini prima che arrivi qualche Mod che, giustamente, chiuda il topic anche in faccia a gente che passa qui solo per esporre le proprie idee senza necessariamente cercare la rissa.
Mi rivolgo prevalentemente a Edd l'addolorato...anch'io non sono esattamente sulla stessa linea d'onda di Balon, ma se permetti preferisco parlare con persone a cui la democrazia è indigesta piuttosto che con persone che cercano la rissa verbale.
Senza offesa, naturalmente.
Luca.
P.S. l'eventuale proseguio di questa discussione preferirei farlo via MP.
MODERATOR MODE ON
Ragazzi, finora la discussione è stata tranquilla: non sarebbe male se le cose continuassero così.
Sarebbe (ed è) molto male, invece, cercare di affermare le proprie opinioni insultando gli altri, e calpestando le loro opinioni. Di qualunque tipo esse siano.
Non si tratta soltanto di violare le regole di questo forum: si tratta di violare regole di civile convivenza.
Questo è il primo ed ultimo avvertimento: se la discussione continua sul tono di qualcuno degli ultimi post, verrà chiusa seduta stante.
Oltre a questo, ricordo che quando c'è qualcosa che non va l'unico comportamento accettabile è chiedere ai mod di intervenire. Può dare molto fastidio essere giudicati o rimproverati da chi non è preposto a farlo.
MODERATOR MODE OFF
Mi dispiace, sono frustrato da quanto in casino stia andando la società attuale e certi individui vorrei vederli morire sulla pubblica piazza tra le più atroci sofferenze...anch'io credo nei diritti umani ma se non si da un brusco giro di vite in un qualche modo saranno gli inermi a soffrirne...anche la troppa libertà può rivelarsi dannosa (leggasi ANARCHIA).
A questo proposito mi viene spontaneo citare un brano piuttosto noto:
Quando un popolo divorato dalla sete della libertà si trova ad avere a capo dei coppieri che gliene versano quanta ne vuole, fino ad ubriacarlo, accade allora che, se i governanti resistono alle richieste dei sempre più esigenti sudditi, sono dichiarati tiranni.
E avviene pure che chi si dimostra disciplinato nei confronti dei superiori è definito un uomo senza carattere, un servo; che un padre impaurito finisce per trattare il figlio come suo pari e non è più rispettato, che il maestro non osa rimproverare gli scolari e costoro si fanno beffe di lui; che i giovani pretendono gli stessi diritti e la stessa considerazione dei vecchi; e questi, per non parer troppo severi, danno ragione ai giovani.
In questo clima di libertà, nel nome della medesima, non vi è riguardo né rispetto per nessuno.
In mezzo a tanta licenza nasce e si sviluppa una mala pianta: la tirannia
Platone (427 - 347 a. C.) - La Repubblica, libro VIII
Certi passaggi saranno anche opinabili ma dà parecchio da pensare.
non potevi trovare citazione migliore della "RePublica di Platone"...comunque riprendendo anche il discorso di alcuni di voi sulla difesa della democrazia rispetto alle dichiarazioni di Balon, non saranno dotte come le citazioni di Platone ma mi sembrano anch'esse adeguate come risposta:
"...un'assemblea legittimamente eletta può calpestare i diritti di un uomo quanto un Re..."
"...preferisco un tiranno a 3000 miglia di distanza che 3000 tiranni lontani solo un miglio..."
Mel Gibson ne "Il Patriota"
....una democrazia non è necessariamente migliore di un'altra forma di governo poiché in tutti i casi al governo vi sono degli uomini, non delle divinità onniscienti ed infallibili...