I fischi dell'Olimpico di Roma, i cori ultrà dello stadio di Torino, gli episodi di violenza che si sono verificati al di fuori degli stadi...
E' passata solo una settimana e oltre a dimenticare che sono morte due persone si è fatto capire che tutto è tornato come prima.
Che tristezza... Ma cosa ci dobbiamo aspettare se il padre del presunto omicida di Raciti è riuscito a dire, durante il suo delirio, che suo figlio ha "solamente" reagito alle provocazioni dei poliziotti che era "colpevoli" per aver lanciato i lacrimogeni??
Bye bye ;) ;)
Bè, la tua è stata una scelta totalizzante e la rispetto. Però il calcio è una passione per tantissima gente per cui la sua sopravvivenza è direttamente proporzionale alla durata di questa passione.
...
Riguardo alla tolleranza. Il fatto è che quando la stragrande maggioranza dei processi si conclude con l'assoluzione il problema della certezza della pena, pur se presente, diventa relativo.
Che il calcio possa esser passione per alcuni non lo metto in dubbio, dato che lo è stato anche per me. Ma come ho detto in un mio precedente intervento adesso si è oltrepassato il confine della passione, e chi dopo tutto quel che è successo riesce ancora a seguire il campionato senza farsi venire i conati di vomito è affetto da autolesionismo, mica da passione per la propria squadra...
Sulla tolleranza va poi detto che se ci sono sentenze d'assoluzione vuol dire che ci sono norme che le impongono; i giudici infatti mica vanno avanti ispirandosi al buonismo indiscriminato! Se c'è una legge che ti toglie tre anni di reclusione dalla pena che subisci (com'è che si chiama...indulto?), il giudice può fare ben poco. Se c'è una legge che stabilisce la decurtazione di 1/3 della pena a chiunque chieda il rito abbreviato (anche se si tratta di imputati per omicidio, stupro, rapina, estorsione...), il giudice è tenuto ad applicarla. Se la legge dice che senza sufficienti prove l'imputato vada assolto, in quanto la presunzione di innocenza è prevista dalla Costituzione...ciccia!
Allora:
1- finiamola con indulti, condoni, decreti salva-calcio, deroghe indiscriminate e quant'altro. Basta mettere un pò di pepe nel sedere dei soggetti tenuti al rispetto delle leggi e vengono fuori curiose situazioni. Come è successo a Milano, dove si è fatto in due notti il lavoro che non si è riuscito a fare in due anni;
2- se le leggi ci sono vanno applicate, e la concessione di benefici va fatta con parsimonia, in modo da premiare coloro che effettivamente lo meritano e non agevolare coloro che non se ne dimostrano degni;
3- che si facciano buone leggi in materia di acquisizione di prove; il biglietto nominativo può essere un buon inizio, ma si può fare di più. Qualcuno ricorda il famoso "braccialetto elettronico"? Non può essere applicata questa normativa ai diffidati, per tracciare tutti i loro movimenti?
P.s. alla luce degli avvenimenti recenti il campionato andrebbe sospeso e mandato in soffitta, tutt'al più facendo salva la classifica attuale; in formula 1 se durante il GP muore un pilota il GP è sospeso, facendo salvi i piazzamenti al momento della sospensione. In casi particolarmente gravi, come la famigerata stagione 1994 si è parlato esplicitamente di sua sospensione definitiva. C'è da dire che attorno alla formula 1 ruota un giro d'interessi svariate volte più consistente rispetto a quelli che girano attorno al calcio. C'è anche da dire che nessun tifoso di formula 1 se ne va in giro devastando città e mettendo a rischio la vita di altre persone e l'incolumità pubblica.
In Italia però una sfera di cuoio è più importante della vita umana e dell'ordine pubblico.
Come è successo a Milano, dove si è fatto in due notti il lavoro che non si è riuscito a fare in due anni
Precisiamo: in due notti sono stati messi gli stornelli e i metal detector, 28 e 28 da parte di personale pagato dal Milan e, credo, anche dall'Inter. I lavori in teoria dovrebbe farli il comune di Milano, e qui viene ad avere ragione Galliani. Questo perchè Milan e Inter hanno dato 20 milioni di euro al comune per i lavori, comune che ha appaltato e per una serie di burocrazie i lavori non sono finiti (o forse neanche iniziati). Sarebbe ora, oltre a leggi più severe e niente sconti e indulti vari, di vendere gli stadi alle società...
Che il calcio possa esser passione per alcuni non lo metto in dubbio, dato che lo è stato anche per me. Ma come ho detto in un mio precedente intervento adesso si è oltrepassato il confine della passione, e chi dopo tutto quel che è successo riesce ancora a seguire il campionato senza farsi venire i conati di vomito è affetto da autolesionismo, mica da passione per la propria squadra...
Con tutto il rispetto, a me pare esagerata la tua considerazione sull'autolesionismo. Ripeto, posso capire la tue scelta personale; ma da qui ad arrivare a dire che chiunque dovrebbe avere il tuo tipo di reazione mi pare eccessivo. La passione quando finisce finisce; però quando è ancora viva non vedo nulla di male a coltivarla. Anche perchè il mondo è pieno di violenza che non bisognerebbe uscire più di casa ;)
Se un gruppo di criminali ha usato come pretesto per uccidere una partita di calcio, il marcio - imho - non è nel calcio come gioco, bensì nella società che produce queste drammatiche distorsioni.
Sulla tolleranza va poi detto che se ci sono sentenze d'assoluzione vuol dire che ci sono norme che le impongono; i giudici infatti mica vanno avanti ispirandosi al buonismo indiscriminato! Se c'è una legge che ti toglie tre anni di reclusione dalla pena che subisci (com'è che si chiama...indulto?), il giudice può fare ben poco. Se c'è una legge che stabilisce la decurtazione di 1/3 della pena a chiunque chieda il rito abbreviato (anche se si tratta di imputati per omicidio, stupro, rapina, estorsione...), il giudice è tenuto ad applicarla. Se la legge dice che senza sufficienti prove l'imputato vada assolto, in quanto la presunzione di innocenza è prevista dalla Costituzione...ciccia!
Scusa, ma non ti seguo. Hai ragioni su indulti, condoni e ammenicoli vari ma sul resto c'è da dire che il favor rei e la presunzione di innocenza sono principi conquistati a caro prezzo nel corso dei secoli. Il fatto che non vengano condannati non è grave di per sè. Nel senso che se il Pm non riesce a dimostrare la sussistenza di un reato c'è poco da fare. Ed è per questo che esistono i riti alternativi che premiano l'ammissione di colpevolezza da parte degli imputati. Ma stiamo andando Ot.
Io avevo solo risposto alla tua affermazione sulla certezza della pena. Concordo, è importante, ma nei reati collegati al tifo probabilemente è l'ultimo dei problemi se prima non li condanni ti pare?
Sulla politica processuale poi, potremmo discuterne per giorni interi. ;)
Per quanto riguarda l'aspetto economico,mi si rizzan i capelli sulla testa sentendo parlare certi giornalisti in tv, che fan di tutto per far passare delle idee strampalate,come se "senza il calcio l'italia sarebbe finita".Diciamoci la verità,le squadre di calcio son la "ferrari" o la "maserati" dei grandi imprenditori nostrani, beni a perdere in cui buttan e dilapidano fortune per fini terzi rispetto alla remunerazione del capitale investito.E intanto ti vedi in televisione fior di giornalisti sbracciarsi con frasi d'effetto tipo "il calcio è la terza impresa del paese (:unsure:)" e vaccate simili.Il vero problema,son le società di calcio italiane che nascono e si sviluppano non secondo le logiche di business delle squadre inglesi,ma secondo altre logiche di cui ho già accennato.Vogliam davvero imitare il modello inglese?Bene,facciamolo in toto,non solo per la sicurezza.Qui in Italia senza diritti televisivi le società sarebbero spacciate:la tanto acclamata "perdita" sugli incassi rappresenta ormai voce residuale nel bilancio della società italiche,il che è rappresentativo e disarmante.Gli stadi inglesi invece per le società,che guadagnano non solo dalal vendita dei biglietti,ma da tutto il business stadio, rappresnetano un vero e proprio investimento:dal nome,dato in locazione agli sponsor esterni, dalla struttura agibile tutta la settimana in qualità di centro commerciale ad esempio; stadi che ospitano musei al loro interno, che affitan sale conferenze dutante la settimana...e andate a guardare quante società di calcio inglesi son in perdita o ridotte alla stregua delle società nostrane.Svegliamoci che è meglio.
Su catania,vorrei spendere meno parole possibili,i fatti si commentano da soli.Solo condoglianz vive e sentite alla famiglia Raciti.E un quotone ad un pezzo dell'intervento di Lyga
Allora:
1- finiamola con indulti, condoni, decreti salva-calcio, deroghe indiscriminate e quant'altro. Basta mettere un pò di pepe nel sedere dei soggetti tenuti al rispetto delle leggi e vengono fuori curiose situazioni. Come è successo a Milano, dove si è fatto in due notti il lavoro che non si è riuscito a fare in due anni;
2- se le leggi ci sono vanno applicate, e la concessione di benefici va fatta con parsimonia, in modo da premiare coloro che effettivamente lo meritano e non agevolare coloro che non se ne dimostrano degni;
3- che si facciano buone leggi in materia di acquisizione di prove; il biglietto nominativo può essere un buon inizio, ma si può fare di più. Qualcuno ricorda il famoso "braccialetto elettronico"? Non può essere applicata questa normativa ai diffidati, per tracciare tutti i loro movimenti?
Con tutto il rispetto, a me pare esagerata la tua considerazione sull'autolesionismo. Ripeto, posso capire la tue scelta personale; ma da qui ad arrivare a dire che chiunque dovrebbe avere il tuo tipo di reazione mi pare eccessivo.
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Scusa, ma non ti seguo. Hai ragioni su indulti, condoni e ammenicoli vari ma sul resto c'è da dire che il favor rei e la presunzione di innocenza sono principi conquistati a caro prezzo nel corso dei secoli. Il fatto che non vengano condannati non è grave di per sè. Nel senso che se il Pm non riesce a dimostrare la sussistenza di un reato c'è poco da fare. Ed è per questo che esistono i riti alternativi che premiano l'ammissione di colpevolezza da parte degli imputati. Ma stiamo andando Ot.
Io avevo solo risposto alla tua affermazione sulla certezza della pena. Concordo, è importante, ma nei reati collegati al tifo probabilemente è l'ultimo dei problemi se prima non li condanni ti pare?
Sulla politica processuale poi, potremmo discuterne per giorni interi. ^_^
Mah guarda, per quel che riguarda il primo punto tengo a precisare che tutto quello che scrive riflette un'opinione strettamente individuale, e non una legge dello stato. Basta leggere la frase che mi scorre in firma per sapere cosa penso in proposito delle mie opinioni... :D
Ad ogni modo quello che ho scritto era un invito a farmi capire. Farmi capire perchè il calcio vada ancora seguito.
I fatti di Catania sono, per così dire, la punta dell'iceberg, e non dico ciò per sminuire la loro importanza, sia ben chiaro. Quel che è successo a Catania è la "cicatrice", la cosa sotto gli occhi di tutti. Sono le "lesioni interne", quelle che non si vedono direttamente ma di cui ne percepiamo gli effetti che porteranno probabilmente alla "morte" del calcio. I rapporti torbidi tra società, governo, tifoserie più o meno violente e mass-media. Calciopoli non ha insegnato nulla. E' stato alzato un gran polverone e poi, come nella migliore tradizione italiana è stato dato un bel colpo di spugna. Che non ci si illuda, perchè sotto la superficie gli intrallazzi continuano come, e forse peggio di prima.
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Un'altra piccola precisazione: hai preso solo metà del mio discorso... :D
Figuriamoci se metto in discussione la presunzione di innocenza o il favor rei...quel che propongo è di potenziare gli strumenti di acquisizione probatoria, in modo tale da non vedere più esagitati fermati la domenica e scarcerati il lunedì. Anche perchè, una volta visto l'andazzo questi soggetti non ci mettono nulla a fare lo stesso la domenica successiva.
Sui riti alternativi hai ragioe tu quando dici che se ne potrebbero dire tante, ma poi rischieremmo di andare OT, quindi mi limito... ^_^
Ho capito che è la tua opinione, ti ho detto anche che la rispetto. E' solo che questa frase da te scritta ("e chi dopo tutto quel che è successo riesce ancora a seguire il campionato senza farsi venire i conati di vomito è affetto da autolesionismo, mica da passione per la propria squadra...") mi era sembrata esagerata, dal momento che - comunque - esprimi un giudizio su comportamento altrui. In ogni caso no problem, la pensiamo solo in modo diverso.
Come la vediamo diversamente sul fronte dei rimedi...penso - infatti - che potenziare i mezzi di acquisizione probatoria sia rischioso e controproducente. Imho, ripeto, è necessario potenziare le misure di prevenzione, operando a monte per ridurre il fenomeno teppismo a casi isolati e facilmente individuabili e riportare nel calcio i principi di sportività che gli sono propri.