Mulan - 2020 - Niki Caro
Il film controverso del 2020 é finalmente approdato anche nel mio salotto. Devo dire che sono piacevolmente sorpreso. La fiaba Disney é trasposta in modo epico e concreto, non perdendo di vista il tanto blasonato masterpiece di animazione.
Gli attori di caratura mondiale come Jet e Gong Li (non imparentati) si amalgamano bene con un cast meno internazionale e danno una prova solida.
Affascinante la fotografia e la produzione. Ne nasce un film adatto a tutta la famiglia, adulti compresi. Peccato per la polemica dei titoli di coda e la pubblicazione a pagamento su Disney + in piena pandemia, che hanno sicuramente penalizzato l'output, che il film avrebbe avuto in tempi commercialmente più interessanti.
Credo che sia la trasposizione live action Disney, che mi sia piaciuta di più per adesso!
Voto 7,5/10
Io l'ho mostrato a scuola al rientro. Non ricordavo fosse così noioso. Tuttavia visivamente è ben fatto.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
Ho visto dei live action Disney mooolto piú noiosi. Cinderella Il libro della giungla (anche questo però visivamente valido) La bella e la bestia
A proposito di Disney,
Encanto - 2021 - Jared Bush e Byron Howard
Tutti sono speciali nella loro unicità. Questo sembra il messaggio di un film animato quanto mai originale. Una sorta di casa fantasma concede dei poteri straordinari alla famiglia che vi abita. Con una sola eccezione. Alla piccola Mirabel non viene concesso nessun dono. Tuttavia sarà proprio lei a rendersi conto del pericolo incombente..
La Disney, che non smette mai di tirare conigli fuori dal cilindro ci offre un film allegro e colorato, a suo modo curioso. La trama e fila abbastanza bene, ma i personaggi peccano in coinvolgimento. È tutto molto surreale e distaccato, ed é difficile immedesimarsi nella giovane protagonista Mirabel, che con il suo look da occhialuta sfortunata vuole estorgerci disperatamente un sentimento di simpatia. Peccato che sembra quasi più accattivante la tetra matrona Abuela, la controparte della protagonista.
Ho trovato davvero validi i disegni. La Disney continua ad essere punto di riferimento per un certo tipo di animazione.
Buono insomma il punto tecnico, originale la storia, non mi sono piaciuti i personaggi.
Voto 7/10
3 ore fa, Timett figlio di Timett ha scritto:Cinderella
Questo è impareggiabile quanto a noia
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
Avatar - La Via Dell'Acqua - 2022 - James Cameron
Non c'é dubbio che Avatar sia stato proclamato IL film da vedere del 2022. Enormi pressioni aleggiavano da anni su produzione e cast. Avrebbe potuto succedere tutto e il contrario di tutto. Ma James Cameron é una vecchia volpe (e un po' parac*lo) e in questa occasione é riuscito a farsi valere sia come storyteller, che come regista.
Certo, creare un mondo ambientato nell'acqua é laborioso, ma d'altra parte un mondo acquatico ha un effetto wow assicurato, quindi é anche vincere facile.
La trama é coinvolgente, parla di integrazione in un mondo affascinante e selvaggio, e se ha funzionato con Avatar, non vedo perché non dovrebbe funzionare anche con il sequel.
Il cast dieci anni dopo é ancora funzionante e motivato e le nuove leve si integrano bene con gli attori piú stagionati.
Infine visivamente il film é semplicemente stupendo! Lo spettacolo per gli occhi é assicurato.
Cameron alla fine ha riconfezionato bene un prodotto vincente, mettendoci tanta passione, ma rischiando poco. Il risultato é un successone al botteghino e altri 3 sequel assicurati. Un film, che resterà negli annali più per il successo al botteghino, che per la resa artistica.
Avrebbe potuto essere peggio.
Voto 7/10
Un pò di film visti tra le vacanze di Natale (sembrano passati anni, e non mi sono neanche riposato un pò!) e le ultime settimane.
Black Panther - Wakanda Forever (2022), di Ryan Coogler.
Parte bene, bene davvero, con l'omaggio a Boseman oggettivamente riuscito, doveroso e molto sentito. Poi passo direttamente alla sola vera cosa che mi interessava di 'sto film (che per il resto si conferma appieno il carrozzone che mi avevano anticipato ), ossia Namor. La scelta di attingere alla mitologia azteca per adattare il mito di Atlantide mi è piaciuta più di quello che pensavo, inizialmente il design degli atlantidei, o talocani, non mi aveva convinto proprio tantissimo, ma tolto questo, il personaggio mi ha abbastanza deluso, non ha un decimo del carisma e della stronzaggine del Namor cartaceo. L'altra cosa che mi interessava era l'anticipazione che il film avrebbe mosso un passo in più verso i Thunderbolts, ma alla fine si riduce tutto alla sottotrama relativa a Ross e Valentina, abbastanza piatta e molto noiosa. Neanche Ironheart mi ha particolarmente colpito, anzi, e la nuova Pantera Nera boh, per me è la Wright è sbagliatissima, per il ruolo.
Voto, 5.
Thor 4 di Waititi.
Non perdo neanche tempo a scrivere il titolo per intero, un film scarsissimo. Avevano a disposizione un personaggio come Zeus, e me lo fanno girare in gonnellina mentre fa sborone coi fulmini, Christian Bale che pareva dover interpretare chissà chi e alla fine la cosa migliore del suo personaggio è il doppiatore . Non è neanche divertente, solo ridicolo.
Voto, 3. Ma solo perchè di meno non si può dare. Come a scuola.
The Fabelmans 2022), di Steven Spielberg.
Potente, commovente e intensa opera di Spielberg, che racconta (e rischia, rischia solo, di lodare) sè stesso e la sua passione per il cinema e cerca di farci capire cosa il cinema è stato, ed è ancora per lui. Più di un hobby, e chiaramente molto più di un lavoro, forse più di uno stile di vita. Qui abbiamo uno Spielberg (quello vero, quello dietro la macchina da presa) in formissima, il film rappresenta un esempio da manuale della sua scuola, azzeccatissimo il cast, penso che sia una delle performance migliori di Michelle Williams, e mi è piaciuto anche Paul Dano, che come attore conosco pochino - e avevo ancora il suo Enigmista impresso sulla retina. Bellissimo film, da vedere.
Voto, 8.
Il filo nascosto (2017), di Paul Thomas Anderson.
Ultima prova di Daniel Day-Lewis come attore, dopo questo film si è ufficialmente ritirato dal cinema, in cui interpreta un rinomato, ricercatissimo e alquanto misterioso stilista nella Londra degli anni '50, perfezionista fino alla compulsione, totalmente dedito al suo lavoro, che svolge osservando riti e abitudini assolutamente inderogabili, e della sua insana relazione con una giovane cameriera, della quale farà prima una sua modella, poi musa, amante e moglie. E' un thriller psicologico elegante e raffinato, sia nei costumi, nelle scenografie e nella fotografia, ma che nel complesso ho trovato un pò troppo impersonale, incapace di coinvolgere fino in fondo lo spettatore. Per certi versi lo si potrebbe paragonare ad Avatar: Anderson si è attardato sulla scelta delle stoffe per poltrone e paralumi, e si è dimenticato di dare ai suoi personaggi un pò di passione. Un pò di vita.
Voto, 7.
The Menu
Saró breve: come "commedia nera/film drammatico" mi é piaciuto. Interessante l'interpretazione di Fiennes. Ho guardato il film volentieri e lo consiglio senz'altro.
MA: l'ho trovato un pó criptico e deboluccio: debole nell'umorismo (nero), nella critica (che mi doveva significare, di preciso? Che i ricchi sono ignoranti ed egoisti? Che analisi innovativa!).
L'ho trovato, in un certo senso, proprio come i piatti che venivano serviti: bellissimi a vedere, ricercati, intelligenti, ma forse un pó pretenziosi, lasciando alla fine della serata con la sensazione di aver "assaporato" qualcosa di "intrigante, di intelettuale (intellettualoide)" ma che non é stato capace di saziarti cosí che magari alla fine uno si ritrova al baracchino a mangiare un hamburger.
Mmm, stavo pensando a proposito del significato di "The Menu"... e se fosse proprio il contrario? Se non fosse una critica alla ricchezza ed ignoranza ma proprio l'opposto, ovvero una critica alla pretenziositá di certe critiche?
Nel film uno dei clienti é destinato alla morte perché lo chef non ha gradito uno dei film in cui ha partecipato. Lui replica che non era il regista, solo un attore, ma questo non sembra importare. L'accusa che gli viene fatta é vuota, come vuote sono alcune critiche e accuse che soprattutto oggigiorno vengono inserite nei sottotesti di alcuni film (vedi Glass Onion, ad esempio).
Alla fine del film, la sopravvissuta si gusta un Hamburger, "alla faccia" del menu raffinato di quella teatralata intellettualoide a cui era sopravvissuta.
Nel film, la protagonista deve "scegliere da che parte stare": tra i clienti o tra i cuochi? Proprio come nel discorso politico (che coinvolge anche l'intrattenimento) se "non sei con loro sei uno degli altri". E proprio come nella Hollywood di oggi, i "cuochi" (ovvero la hollywood che si considera intellettuale) "ucciderá" non solo chi le si oppone, ma anche se stessa, con film che dividono, non piacciono e vengono presto dimenticati.
Non mi stupirebbe scoprire che il film sia in realtá l'opposto di quello che sembra...
In realtà mi pare che questo modo di pensare sia un po' diffuso dappertutto nella nostra società, specialmente in politica ma anche nei tanti forum e aggregatori digital social.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
The menù può essere visto come una forma di critica a quella che è l'attuale fruizione delle arti.
Il personaggio di Ralph Fiennes dice espressamente che la cucina è diventata un inferno per colpa di persone come loro, persone non interessate a godersi il pasto ma tutt'altro: il riccone che partecipa all'esperienza culinaria perché è uno status symbol, l'attore che cerca di imitare meccanicamente il cuoco per tornare sulla cresta dell'onda, gli immancabili uomini d'affari interessati solo al ritorno economico, la critica culinaria interessata a trovare il marcio piuttosto che godersi il pasto, il fanboy che si riempie tanto la bocca delle tecniche di cucina ma poi non saprebbe cucinate neanche un uovo al tegamino ed il cuoco stesso che si presta a questa triste pagliacciata (ed infatti deve morire come gli altri).
Il tutto può essere trasposto anche al modo in cui consumiamo () le altre forme d'arte: pensa a tutti quelli autori di opere d'arte moderne decontestualizzate-deconcettualizzate-dequalcosizzate, pensa a tutte quelle persone che invece godersi il libro-film-serie-contenutoX si concentrano sul trovarne i difetti, guarda il rapporto che hanno gli influencer con i loro followers, ecc..
Mi piace questa interpretazione che dai, eppure non riesco a staccarmi dalla sensazione che la raffinatezza cosí esageratamente e sfacciatamente intellettuale del menu possa essere anche una critica verso una ideologicizzazione, una intellettualizzazione cosí spinta da aver fatto perdere di vista lo scopo della cucina e del cibo: nutrire, festeggiare, unire. E ci si riduce ad una contemplazione (adulazione, fruizione) dell'opera che non "sfama". Potrei pensare ad alcune opere di arte moderna, ma anche - perché no? - proprio al discorso che facevo circa l'intrattenimento: un intrattenimento che non diverte, non intrattiene, non unisce e non emoziona, perché usato solo per veicolare idee, ideologie e messaggi.
Poi, diró, non investo mai molto tempo nel "leggere" i film dal punto di vista del messaggio (non mi interessa granché), ma per questo sto facendo uno strappo
Si si credo che il tuo discorso fili perfettamente, come ho detto credo che il messaggio si adatti alla fruizione dell'arte in ogni sua forma, l'unico limite credo che sia l'interpretazione data alla "sostanza-concretezza-ciccia del cheeseburger".
Ant-Man and the Wasp: Quantumania (2023) di Peyton Reed
Primo film della Fase 5 di un MCU sempre più stanco e sfibrato, è quello che in teoria dovrebbe iniziare dal punto di vista sostanziale la saga del Multiverso vista l'anonimità della Fase 4. Senza girarci troppo attorno: film mediocre. Ho trovato brutto il modo in cui hanno rappresentato il Regno Quantico (non so però come sia nei fumetti) e ancora peggiore quello con cui hanno rappresentato MODOK (stesso dubbio di cui sopra). La storia è ovviamente scialba e fin troppo lineare, con il personaggio (nel caso specifico Janet) che sa qualcosa ma di cui non vuole parlare se non (ma che strano!) quando la frittata è fatta, l'incontro
tra buono e cattivo, nello specifico Ant-Man e Kang, con il raggiungimento di un patto che ovviamente il villain violerà appena potrà
e il solito finale scontatissimo. Le scene migliori sono quella mid-credits e post-credits il che è tutto dire. Inoltre mi sembra che ci sia qualcosa di strano nel modo in cui viene reso Kang su schermo, anche se credo sia dovuto a come è stato scritto più che a Jonathan Majors o al suo doppiatore Gabriele Lopez: si interrompe spesso mentre parla, sembra instabile oltre che malvagio e non del tutto in controllo dei suoi nervi. Il contrasto con la preminente freddezza di Thanos è evidente, ma i prossimi film ci diranno di più.
Voto: 5
1 ora fa, Euron Gioiagrigia ha scritto:Ho trovato brutto il modo in cui hanno rappresentato il Regno Quantico
Se pensi che c'è stato chi ha criticato l'uso di una luce aranciata e colori sempre simili a imitazione della JL di Zack Snyder quindi in definitiva ha dato la colpa a lui pure per questo
Comunque io invece ho recuperato
Doctor Strange 2 in the multiverse of madness.
Stranamente pur non amando la magia il primo film a lui dedicato non mi era dispiaciuto, con la giusta dose di esoterismo e tutto, ma questo... penso che il mio commento potrebbe riassumersi con MEH.
Much rumor about nothing titolava Shakespeare, e infatti questo è il riassunto della trama. Wanda che fa un sacco di casino per tipo niente? Soprattutto film che ha l'unico scopo credo di introdurre America Chavez ma i personaggi partono da A e arrivano ad A.
Nemmeno carino il siparietto nel multiverso con le versioni alternative degli eroi.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
Ah , il regno quantico. Un luogo dove le leggi della fisica scompaiono o sono completamente diverse dalle nostre. Come lo rappresentiamo ? Ovviamente come l'ambientazione di un guardiani della galassia