47 minuti fa, Lyra Stark ha scritto:Come a me per il romanzo, per il film avevo letto che è molto finto e patinato e immaginavo potesse essere deludente.
In effetti ero tentato di andare a vederlo avendo visto il film precedente, ma forse ho fatto bene a risparmiare i soldi del biglietto, anche perché non ho mai letto un romanzo di Agatha Christie.
2 ore fa, Lyra Stark ha scritto:Come a me per il romanzo, per il film avevo letto che è molto finto e patinato
Che sia l'Orient Express che l'Egitto si prestino a visioni patinate e romantiche non mi sorprende né in realtá dispiace, é proprio la resa visiva che non mi ha convinto.
3 ore fa, Lyra Stark ha scritto:Che invidia! Un sogno della mia vita!
Spero di riuscire a rifarlo, un giorno
Up (2009) di Peter Docter e Bob Peterson
Decimo lungometraggio della Pixar, è una pellicola che come da tradizione della casa madre dà molti ottimi spunti di riflessione senza soffrire eccessivamente delle atmosfere spesso smielate della Disney, pur non raggiungendo il cinismo dei primissimi lavori come A Bug's Life - Megaminimondo. Il tema principale di questo film è la forza dei sogni, i quali però a volte possono diventare incubi ed ossessioni come dimostra il personaggio di Charles Muntz, una sorta di versione cattiva di Fredricksen. Altro tema, questo più tipicamente disneyano, è l'importanza dei sentimenti che non possono essere legati semplicemente ad oggetti materiali come la casa del protagonista. La durata è abbastanza contenuta e questo evita lungaggini e momenti vuoti, e le gag si concentrano sull'interazione tra Russell e Carl (con il primo che in qualche modo rappresenta il figlio che Carl non ha mai avuto) e i momenti con Kevin e Dug. Anche i momenti più tristi sono ben distribuiti, specie all'inizio e prima del finale. Nel complesso promosso.
Voto: 8
Visto batman.
In attesa di scrivere una recensione lunga posso dire che è un film molto interessante. Non lo considero il capolavoro descritto dalla critica, posso capire perché alcuni non ne sarebbero entusiasti ma è indubbiamente fatto molto bene e riesce a mescolare trama, atmosfera e azione portando avanti una visione dei personaggi precisa. Merita un sequel
Ho rivisto Kingsman e visto, per la prima volta, anche il seguito. Mi sono piaciuti molto entrambi, hanno qualcosa di catartico
Stasera credo guarderemo "le origini". Ne ho sentito parlare sia male che bene, ma mi sono fatto l'idea che anche se non riuscitissimo, abbia qualcosa di interessante da dire
Per quanto mi riguarda ha un po' l'effetto del brutto che piace perché bene o male me lo riguardo se lo passano.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
Visto anche Kingsman: le origini e mi é piaciuto! É evidente che hanno voluto modificare un pó il tiro con questo film: non piú solo azione sanguinolenta,ma anche una forte, fortissima vicenda personale che si sono presi il tempo di approfondire. Ho trovato interessantissima la scelta dell'ambientazione, con lo scoppio di una prima guerra mondiale illustrato nei dettagli, e attraverso alcuni personaggi iconici resi con efficacia (in particolare Rasputin).
Assassinio sul nilo - 2022 - Kenneth Branagh
Il detective Hercule Poirot é di servizio in Egitto. L'incarico, che prevede anche la sua presenza durante una crociera sul Nilo, sembrerebbe essere uno di quelli piacevoli. Peccato, che una serie di omicidi gli complicano decisamente il suo lavoro.
Un film, che aspettavo con impazienza e con aspettative tutto sommato alte. Il tempo é passato piacevolmente, sono riuscito a godermi ogni singolo minuto, anche se per tutto il tempo non ho mai avuto la sensazione di vedere qualcosa di speciale.
Grande pecca é la fotografia. Insomma, siamo su una crociera sul Nilo!! Un po' di paesaggi e di templi autentici avrebbero fatto un figurone decisamente migliore. Spero tanto che sia colpa della pandemia, che ha reso impossibile il viaggio in Egitto, e non del fatto che invece la CGI ormai costa meno del trasferimento.
I dialoghi sono deliberatamente banali ed eccessivamente esplicativi, come se si avesse paura che lo spettatore non riuscisse a seguire le vicende, quando invece si suscita un certo senso di fastidio e si distoglie l'attenzione dalla trama.
Nonostante questo, il film ha un bel ritmo e riesce a tenere alta la tensione e ad essere discretamente avvincente.
La colonna sonora si tiene decentemente in sottofondo ma si esalta nei piacevoli siparietti di musica Blues (non tanto consoni all'epoca). La stessa cosa vale per il sonoro. Sempre pacato, tranne i colpi di pistola, che sono delle vere frustate.
Ho trovato convincenti la maggior parte degli attori. Non mi piace tanto Poirot. Branagh secondo me mette troppa carne sul fuoco. Forse si é sopravvalutato a voler seguire la regia e al contempo voler interpretare un attore principale tanto peculiare.
Voto 7/10
59 minuti fa, Timett figlio di Timett ha scritto:Spero tanto che sia colpa della pandemia, che ha reso impossibile il viaggio in Egitto, e non del fatto che invece la CGI ormai costa meno del trasferimento.
Spero anche io, ma ho i miei dubbi. Sia perché se hanno potuto girarlo, non credo avrebbero avuto problemi ad andare in Egitto, sia perché lo hanno comunque dovuto rimandare di un paio di anni o giú di li, quindi se davvero ci tenevano a girarlo in loco, un modo lo avrebbero trovato.
È una scelta, anche il precedente era tutto CGI e teatri di posa. È proprio come se volessero dare l'idea di finto, quasi di essere a teatro.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
Puó essere. Anche alcune delle inquadrature in effetti sarebbero state quasi impossibili se avessero girato dal vero, come se non ci provassero neppure a spacciarla per una scena "girata dal vivo".
15 ore fa, Lyra Stark ha scritto:È una scelta, anche il precedente era tutto CGI e teatri di posa. È proprio come se volessero dare l'idea di finto, quasi di essere a teatro.
Mi pare che sia la tendenza dominante, ormai, per i film storici o comunque ambientati in epoche (anche non poi così) lontane - per dire, anche in The Nice Guys, una commedia con Russel Crowe ambientata nella LA degli anni '70 hanno usato la CGI per ricostruire scorci e panoramiche della città, e parliamo degli anni '70 del XX secolo, non del XIX.
Che è anche una scelta azzeccata, perchè permette senz'altro di immergere ulteriormente lo spettatore nella finzione del film - peccato per l'effetto patinato che si riscontra quasi sempre.
The Batman (2022), di Matt Reeves
Nuovo Batman, vecchio metodo - o almeno, collaudato. Dopo il Batfleck di Snyder, che si destreggia tra dei, metaumani, cyborg e alieni, con il Battinson di Reeves si torna al metodo Nolan; ambientazione più realistica (e cupa, addirittura più della trilogia di Snyder che per quel motivo è stata sbeffeggiata parecchio), Batman giovane ed inesperto (e quasi depresso, al punto che potrebbe giocarsela col Supes di Cavill che chiama la mamma nel cuore della notte per chiederle come mai non piace a nessuno ), con una marea di gadget ed attrezzature che sembrano fatte in casa - il giocattolo più tecnologico - l'unico - che gli vediamo usare
sono le cyber-lenti a contatto con le quali registra tutto ciò che vede
.
ll nuovo Batman si discosta parecchio dalle sue precedenti incarnazioni, così come il suo alter ego Bruce Wayne - perchè mai così come in questo film abbiamo la chiara percezione di chi dei due sia la maschera dell'altro. Il Batman di Nolan ci presentava uno Wayne che si addormentava alle riunioni dopo aver passato le notti a pestare a sangue criminali a bande intere alla volta, e che quasi viveva la sua vita diurna come un'impedimento a quella notturna - quella vera. Reeves porta questo concetto all'estremo, mostrandoci un giovane pallido, perennemente esausto e quasi fotosensibile che vive in una Wayne Tower gotica al punto da essere più adatta a Dracula che a Batman, che ha chiaramente accantonato tutto il resto tenendo dei diari (veri e propri giornali di guerra alla Rorschach) e vivendo in funzione della sua missione. Si tratta comunque di un Batman in fase evolutiva - che nel film inizia come spirito della vendetta, temuto perfino dai poveretti che corre a salvare, e finisce per diventare simbolo di speranza per un'intera città.
Attorno a lui gravitano una serie di personaggi, tutti molto ispirati, anche se alcuni lo sono più di altri; Jim Gordon/Jeffrey Wright, il poliziotto onesto ed incorruttibile (che però sembra eccessivamente dalla parte di Batsy al punto da sembare più una spalla che un partner, diversamente dal Gordon di Oldman, che invece riusciva a brillare di luce propria); Andy Serkis/Alfred, non più figura paterna per Bruce, ma più simile invece ad un mentore - e indaffaratissimo co-amministratore della società di famiglia; Zoe Kravits/Catwoman, la ladra sensuale e letale (anche lei però troppo al rimorchio di Batman, pur conservando una sua certa indipendenza); Colin Farrell/in Pinguino, lo scagnozzo di Falcone che anela alla vetta del potere criminale di Gotham; Farrell è praticamente irriconoscibile, grazie a qualche chilo di trucco prostetico (e ancor più di imbottiture nel resto del corpo) e da vita ad un personaggio straordinario, che però ha bisogno di un'astuto gioco di luci ed ombre per evitare che il trucco diventi troppo evidente - come accade nell'unica scena girata alla luce del giorno che lo vede presente. E poi il Carmine Falcone di John Turturro, che potrebbe tenere in piedi il film da solo.
Sul lato opposto della barricata c'è l'Enigmista di Paul Dano; anche a lui è stato applicato il metodo Nolan, la formula Joker, e così quello che ricordavo come un tizio in bombetta verde che lasciava indovinelli quasi sempre collegati a timer e candelotti di dinamite diventa un serial killer squilibrato che prende di mira la classe dirigente gothamita, accusata di aver abbandonato le fasce più deboli della popolazione per riempirsi le tasche e finisce col contemplare un piano che sfiora la strage indiscriminata di massa.
Nel complesso si tratta di un'eccellente nuovo Batman, di certo migliore di Affleck - non tanto per via dell'interpretazione, il suo Batman è stato un'ottimo Cavaliere Oscuro, sotto molti aspetti, ma Batman funziona al suo meglio come detective, l'ombra elusiva che scivola nelle tenebre, funziona meno quando c'è da affrontare alieni e mostri mutanti al fianco di Uomini (e Donne) d'Acciaio, coi quali, al netto dei giocattoli e delle tecnologie, non può reggere il confronto.
Migliore di Affleck, quindi, ma non (ancora) ai livelli di Bale, che ad oggi resta il Batman più completo. Battinson però è agli inizi. E la tabella di marcia della DC lascia intravedere ampissimi margini di miglioramento.
Voto, 8.
The Batman (2022) di Matt Reeves
Avevo una discreta fiduciosa in questo prodotto, ero convinto che la Warner avrebbe saputo sfruttare bene l'universo fumettistico del Crociato Incappucciato e le sue caratteristiche, e fortunatamente avevo ragione. Non è un capolavoro perché gli manca un po' di quell'ambizione metafisica dei lavori di Snyder (in BvS e ZSJ ci sono simbolismi di ogni tipo), ma si tratta di un ottimo thriller urbano dalle atmosfere noir (è quasi sempre girato di notte) la cui lunghezza di tre ore non lo rende mai pesante e che tocca comunque alcuni temi di attualità tipicamente americani ma purtroppo anche in parte europei, come la povertà diffusa, la corruzione delle autorità e della polizia e le ingiustizie sociali. Molte scene strizzano l'occhio alle caratteristiche più evidenti del protagonista Batman, come la grande forza fisica, l'abilità nel combattimento e soprattutto le sue doti da detective: tutta la storia non è altro che la risoluzione di alcuni casi di omicidio particolarmente efferati, e questo permette di introdurre una vasta platea di personaggi del mondo di Batman come Carmine Falcone, l'Enigmista, Catwoman, James Gordon e probabilmente in un ipotetico sequel
il Joker, che dovrebbe essere il criminale che dialoga con l'Enigmista in una delle ultime scene del film.
Le scene d'azione sono ottime, movimentate ma non confuse, e Robert Pattinson nel complesso si dimostra un buon Batman, anche se continuo a rimanere più affezionato alla versione invecchiata e cattiva di Ben Affleck basata sui fumetti di Frank Miller. Ottimo anche il resto del cast, in particolare Zoë Kravitz e Colin Farrell. Un film davvero egregio, e spero che abbia successo così che la Warner possa continuare ad esplorare questo universo narrativo alternativo al DCEU e regalarci dei sequel. Potremmo avere un progetto davvero autorevole sull'Uomo Pipistrello quasi ai livelli della trilogia di Nolan, che già erano usati dal regista inglese per parlare del presente.
Condivido una recensione di Everyeye molto positiva e un articolo sempre di Everyeye che spiega la brevissima scena dopo i titoli di coda: https://cinema.everyeye.it/articoli/recensione-the-batman-capolavoro-cavaliere-oscuro-56598.html e https://cinema.everyeye.it/notizie/the-batman-decifrato-messaggio-codice-scena-post-credit-sta-arrivando-574882.html
Voto: 9
La fiera delle illusioni (Guillermo del Toro, 2021)
Non ho molto da dire in realtá: mi sono piaciute le scenografie e il design, oltreché l'aspetto generale (fotografia etc) ma visto il regista me lo aspettavo.
É un film che ho guardato volentieri, ma che non credo di aver bene colto: voleva significare qualcosa? Un messaggio? C'erano diversi elementi che avrei giurato fossero simbolici (come il neonato nel vaso), ma qual'era il loro significato?
Mi pare di non aver colto la prospettiva per interpretarlo correttamente. Mi é comunque piaciuto.