Nell'arco di questo lungo e noioso autunno ho guardato tutti e quattro i film tratti dalla saga thriller danese di Jussi Adler-Olsen, con protagonista l'ispettore Carl Mørk (interpretato da Nikolai Lie-Kaas, già visto in Angeli e Demoni e nella serie tv Britannia).
In generale i film mi sono piaciuti, sebbene si avverta una qualità di regia e di scrittura non proprio altissima; alla fine i film tratti dai best seller nordici non mi convincono mai del tutto (penso anche a L'uomo di neve o all'ultimo Quello che non uccide)... gli unici che mi erano davvero piaciuti sono L'ipnotista di Lasse Hallström e, ovviamente, Uomini che odiano le donne di Fincher.
In ogni caso qui parliamo di una produzione tutta europea, per cui se non altro non ci si può lamentare di una "americanizzazione" del prodotto.
Carl Mørk - 87 minuti per non morire
Non mi è dispiaciuto, è abbastanza coinvolgente, anche se mi sarei aspettata che il personaggio di Carl Mørk emergesse maggiormente, si delineasse con maggiore forza: i presupposti per un personaggio che lascia il segno c'erano, ma rimane tutto un po' abbozzato.
Voto: 7
The Absent One - Battuta di Caccia
È il capitolo che mi ha turbata più di tutti. Una storia di amore malato, sottomesso, un sentimento che tiene prigionieri per tutta la vita, a un prezzo altissimo. I personaggi cominciano a emergere maggiormente, anche la trama ha qualche pretesa in più. Sicuramente più convincente rispetto al primo film.
Voto: 7/8
A Conspiracy of Faith - Il messaggio nella bottiglia
Sicuramente il capitolo che mi ha convinta di più, anche grazie alla presenza di un antagonista che, nella sua macabra ostinazione, rimane abbastanza impresso: è più presente nella narrazione rispetto al villain del primo film, più indagato interiormente rispetto a quello del secondo. Anche lo sviluppo della trama ha un buon ritmo e una discreta imprevedibilità.
Voto: 8
Paziente 64 - Il giallo dell'isola dimenticata
Purtroppo non mi ha convinta. Troppa carne al fuoco e risvolti che risultano poco credibili. Bello il colpo di scena che arriva circa a tre quarti di film, ma con un po' di intuito assolutamente prevedibile. La divaricazione temporale in questo caso non arricchisce la trama, al contrario la indebolisce: sarebbe stato meglio seguire uno solo dei due binari proposti.
Voto: 6.5
Il peggior Natale della mia vita (2012) di Alessandro Genovesi
Prosegue la mia discesa nella commedia italiana degli ultimi anni. Questo film si è dimostrato un po' più divertente e cinico del precedente, come dimostra la prima parte in cui
si mantiene l'equivoco sulla presunta morte del personaggio di Abatantuono.
Nella seconda però come prevedibile il film tende a sfilacciarsi per approdare ad un finale tutto sommato buonista, sebbene non manchi qualche gag politicamente scorretta. In ogni caso buona recitazione del cast protagonista, e ho apprezzato le comparsate di Ale e Franz.
Voto: 6
Il 28/8/2020 at 08:59, Manifredde dice:@Phoenix ok, grazie
Tenet (Christopher Nolan, 2020)
I
Concordo in gran parte con la tua recensione, soprattutto per le parti negative: le scene d'azione confuse, le spiegazioni affrettate e soprattutto la freddezza generale dell'atmosfera e dei personaggi.
Va dato atto a Nolan di portare sullo schermo delle ottime e originali idee, fantascientifiche e non, ma il connubio tra cervellotico e blockbuster, per me, risulta in un flop.
La complessità si abbina meglio a film più rilassati, più caldi, che abbiano una loro personalità. Per questo, secondo me, il film più riuscito di Nolan rimane Memento, e i film basati su idee complicati, come quelli che citi (Coherence, Primer, ecc.) sono migliori, perchè non impastano la parte contorta in mezzo a scene d'azione, esplosioni, rumori e in generale l'atmosfera da blockbuster plastificato.
Riguardo la domanda che ti fai alla fine
Cita-Il finale non mi é chiaro: i protagonisti parlano tra loro in quello che sembra un mezzo spiegone cammuffato ma che presumerrebbe l'aver compreso il resto. Cosí non é, e posso solo immaginare di cosa parlassero
Mi pare di capire che Neil sia il ragazzino, Max, cresciuto. Fanno intendere che Max conosce il protagonista da tanto, perchè evidentemente quello riprende i contatti con Max e la madre, anche se il protagonista (ancora) non lo sa.
Il nome allungato del bambino è MAXIMILIEN -->reverse-->NEIL
5 hours fa, Metamorfo dice:
Riguardo la domanda che ti fai alla fine
Mi pare di capire che Neil sia il ragazzino, Max, cresciuto. Fanno intendere che Max conosce il protagonista da tanto, perchè evidentemente quello riprende i contatti con Max e la madre, anche se il protagonista (ancora) non lo sa.
Il nome allungato del bambino è MAXIMILIEN -->reverse-->NEIL
Ah si, il fatto che loro si conoscessero da tempo (tempo di Neil) mi era chiaro, e la teoria che sia max l'ho trovata subito abbastanza convincente. Mi riferivo peró alla nuova incursione di Neil durante la battaglia. Durante la visione del film, non avevo assolutamente capito il "percorso" che aveva fatto durante quei 10 minuti, e quindi quando ha detto che doveva "ritornare alla battglia" non mi era del tutto chiaro il meccanismo
Il 1/12/2020 at 11:01, Corvina dice:Nell'arco di questo lungo e noioso autunno ho guardato tutti e quattro i film tratti dalla saga thriller danese di Jussi Adler-Olsen, con protagonista l'ispettore Carl Mørk
Io non sapevo esistessero, ho letto tutti i libri!
È Frittella il nostro Re
Fa i pasticci, fa i bignè
Io ne mangio pure tre
È Frittella il nostro Re!!!
You're mine. Mine, as I'm yours. And if we die, we die. All men must die, Jon Snow. But first we'll live.
La cosa bella di essere guardiani? l'affetto con cui veniamo ripagati, ma anche il rispetto, la riconoscenza. E' un impegno che dà molto onore e tanta gloria (Cit @Maya )
La casa di Jack, Lars Von Trier (2019)
Genio assoluto. Un film incatalogabile, sicuramente non per tutti, - è crudele, blasfemo, immorale, provocatorio - una grande dissertazione filosofica sotto forma di pellicola, in cui si discute di arte, di religione, delle pulsioni primordiali dell'uomo e delle sue debolezze, il tutto intercalato da scene di violenza estrema (ma neanche troppo, mi sarei aspettata di peggio), sonate di Bach e Fame di David Bowie. Ma la vera perla, il gin nel martini di questo film, è la cornice narrativa: il confronto tra Jack e il Virgilio "trieriano" - interpretato dal grandissimo Bruno Ganz - che accompagna tutto il film, in un omaggio grottesco e geniale alla Commedia, con il protagonista novello Dante dei dannati, è qualcosa di talmente bello da non poter essere descritto.
Voto: 9
Gran Torino (2008) di Clint Eastwood
Uno dei migliori e più rappresentativi film di Eastwood regista, girato con uno stile classico e sobrio privo di fronzoli registici, ma anche con una delicatezza che non ci si aspetterebbe dal regista interprete di tanti noti western. Eastwood scava efficacemente nella psicologia del protagonista da lui interpretato, offrendo un'interpretazione memorabile. A livello generale, emerge un ritratto di un'America preda di divisioni, razzismo e delinquenza di strada, ma il finale agrodolce lancia una nota di speranza. A livello intimistico, il protagonista Walt Kowalski è la metafora dei tempi che passano e delle idee di una volta (non tutte positive, va detto), ma alla fine si dimostra capace nonostante tutti i suoi difetti di fare la cosa giusta fino alla fine. Promosso a pieni voti.
Voto: 10
Artemis Fowl, Kenneth Branagh (2019)
Non ci siamo.
Sono una delle poche ragazze, probabilmente, ad aver letto i libri di Colfer quando ero piccola (credo sia una saga più "maschile", infatti i libri erano di mio fratello) e li ricordo con grande affetto, come storie originali, appassionanti e piene di ironia. La cosa più singolare, che mi è rimasta impressa, era come l'autore riuscisse, nonostante si trattasse di libri per bambini, a dare un tocco di maturità attraverso un senso dell'umorismo veramente incisivo.
Ma ecco che poi arriva la Disney a rovinare quello su cui mette mano, come spesso accade ultimamente. No, dai, non proprio tutto: almeno dal punto di vista visivo è proprio tutto come lo immaginavo: casa Fowl, Cantuccio, le uniformi e le armi della LEP, i personaggi... - Fermi tutti. Chi è quell'elfo interpretato da Judi Dench che comanda la Libera Eroica Polizia? Dove diavolo è Julius Tubero?
Semplice. L'hanno cambiato di genere.
Perchè?
A sentire il regista, "perchè il rapporto tra Spinella e il comandante in questo modo potrà essere sviluppato in modo più interessante". E no invece. Perchè nel film non c'è alcun rapporto tra Spinella e Tubero. Il rpporto che avevano nel libro, quello era interessante. Quel maschilista di Tubero, che non mancava mai di fare frecciate al suo unico agente donna, che alla fine doveva riconoscerla come il proprio miglior agente. Un rapporto fatto di contrasti e affetto che era sicuramente una delle dinamiche più divertenti del libro. E invece, ancora una volta il politicamente corretto ha trionfato (che è, non c'erano abbastanza personaggi femminili altrimenti...?), e in modo del tutto gratuito oltretutto, senza che venga aggiunto nulla alla trama, ma anzi impoverendola. Se non altro Artemis e Spinella sono proprio come dovevano essere: due ragazzini; azzeccata la scelta degli attori, per loro.
Il vero problema però, aldilà delle scelte attoriali discutibili, è che questo non è Artemis Fowl. È un film liberamente ispirato, e in modo piuttosto maldestro e confusionario, ai primi due libri della serie, di cui però hanno mantenuto giusto le dinamiche di base, i nomi dei personaggi e un paio di scene.
Mal gestiti anche i tempi, conseguenza della totale incapacità nel mettere insieme le trame di due libri:
Il film dura una misera ora e mezza, e a circa 40' siamo già all'attacco della L.E.P. a casa Fowl; a questo punto mi aspettavo una ventina di minuti per sbrigare la battaglia e poi concentrarsi su Opal e il salvataggio di Artemis Fowl Senior (interpretato da un Colin Farrel sprecatissimo). E invece niente, la battaglia è noiosa e semplicemente interminabile, e non sono nemmeno riusciti a trasporre fedelmente lo scontro tra Leale e il Troll: quella era una delle scene più epiche e drammatiche del libro, con Spinella che riusciva per un soffio a salvare la vita della guardia del corpo di Artemis... Qui invece è ovviamente tutto un carnevale, con tanto di siparietto di Leale che chiede "non ho pianto, vero?" Ça va sans dire che alla seconda questione verranno dedicati tipo cinque minuti.
Un'altra cosa gravissima è la caratterizzazione del protagonista: Artemis non si comporta mai, neanche un secondo, come un criminale. E dire che nel primo libro quasi quasi si potrebbe azzardare che sia proprio lui il "cattivo", e il Piccolo Popolo i buoni. Qui invece è solo un ragazzino superdotato che tra l'altro non fa valere le idee geniali che aveva nel libro -
come cavolo fanno a sfuggire al campo di stasi nel film? Nel libro Artemis drogava se stesso, Juliet e Leale in modo da evitare l'esplosione, qui invece non si capisce come facciano a sopravvivere.
C'è poi una cosa che a livello di trama non è molto influente, ma che mi ha infastidita perché, nei libri, era uno spunto molto interessante: le creature fatate traggono il loro potere dalla terra, da tutto ciò che cresce e germoglia, un emblema del rapporto di simbiosi tra esse e la natura. Nel film invece non si capisce bene come funzioni la magia, ridotta a una specie di flusso elettromagnetico che può essere chiuso o aperto. Bah.
In definitiva, mi trovo d'accordo con chi ha scritto che questo si preannuncia essere un film introduttivo su un personaggio che non troverà mai seguito. Ed è un peccato, perché sarebbe bastato un minimo di rispetto in più per verso l'opera originale per renderlo un ottimo lavoro, godibile, divertente, adatto ai bambini ma anche a quei giovani nostalgici che da piccoli hanno amato, e amano tutt'ora, il fantasy.
Voto: 5.5
Ho letto critiche terrificanti su questo film...
Il 22/9/2020 at 11:01, Manifredde ha scritto:Time Trap (MArk Dennis e Ben Foster, 2017)
FIlmetto che propone uno scenario legato al tempo. Non c'é molto da dire senza spoilerare tutto: l'idea di base é molto interessante e secondo me i registi hanno colto alcuni momenti chiave efficaci (sia come ideazione che come rappresentazione) per mostrare il senso di meraviglia nell'esperienza che vivono i protagonisti. Trovo peró che nella storia ci abbiano buttato dentro svariate idee in maniera poco organizzata, giusto perché sembravano "divertenti" e che magari le potenzialitá della premessa potevano essere sviluppate in maniera ben piú interessante.
Si tratta comunque di un buon intrattenimento, fatto con evidente passione, con alcuni momenti intriganti e ben fatti: come una partita a D&D, non serve che il master abbia in mano una avventura da premio pulitzer, se ció che ha basta a divertire per una serata.
Concordo anche con questa.
Una buona idea, non complessa, ma diversa dalle solite che riguardano distorsioni della temporalità e con molte potenzialità (potrebbero fare altri film, migliori di questo, sfruttando l'idea).
La realizzazione meno impressionante: tra plot holes, recitazione mediocre, cose buttate a caso o lasciate inspiegatem e i pochi soldi che si capisce sono stati impiegati, l'idea di base perde forza.
Shazam!, David F. Sandberg (2019)
Commedia supereroistica semplice e godibile. Semplice nel senso che non pretende di avere una trama complicata o degli effetti speciali d'oltremondo. È facile provare simpatia per il giovane personaggio principale, ma é l'interpretazione della sua trasformazione in eroe (interpretato da Zachary Levi) a bucare lo schermo. Allo spettatore traspare il sincero divertimento dell'attore ad interpretare quel ruolo, un bambino nel corpo di un supereroe, che sperimenta i suoi superpoteri. Assolutamente esilarante.
Sia trama che recitazione continuano a ricordare, che in fondo si tratta di un film per ragazzi. Specialmente nel finale, con la
famiglia di supereroi
questa caratteristica viene portata all'esasperazione. Peccato, perché al difuori del voler continuamente rimarcare per quale pubblico é stato girato, il film é molto equilibrato.
Voto 7/10
@Corvinasei stata fin troppo gentile. film terribile. x me un bel 2.
@Euron Gioiagrigia i personaggi peggiori sono alla lunga i familiari. da una visione molto triste della famiglia americana diciamo doc. al contrario alla fine lui si trova meglio invece coi suoi nuovi vicini, più umani e rispettosi. cmq film stupendo del grande clint.
The Circle (2017) di James Ponsoldt
Basato sul romanzo omonimo di Dave Eggers, è una pellicola che affronta temi sicuramente attuali e importanti (la privacy, il controllo e la manipolazione dei dati personali, i social), ma lo fa in modo mediocre e dilettantesco. I dialoghi non sono quasi mai all'altezza, alcune scelte di trama non le ho capite come il fatto che
a un certo punto la protagonista Mae, dopo essere stata salvata dall'affogamento, sembra abbracciare la causa dell'azienda (lavaggio del cervello?)
e in generale si respira un senso di debolezza generale di trama e sceneggiatura per tutto il film. Non ho letto il libro in questione quindi non so se ciò dipende da un'eventuale debolezza del materiale cartaceo, ma il risultato filmico è piuttosto malriuscito. Anche il finale, in teoria agrodolce visto che
i dirigenti dell'azienda vengono sbugiardati in diretta ma ciò non cancella l'esistenza dell'azienda e dei suoi mille occhi in giro per il mondo come dimostra la scena finale,
non trasmette nessuna sensazione. Bocciato, come bocciata è l'interpretazione della Watson.
Voto: 5
@euron Letto il libro, visto il film, nessuno dei due mi ha entusiasmato ma almeno il libro è coerente nel film ci sono cambi di trama che risultano essere veramente peggiorativi, scelte scellerate.
Concordo, il film non ha convinto neanche me.
Vogliamo una società socialista che corrisponda alle condizioni del nostro paese, che rispetti tutte le libertà sancite dalla Costituzione, che sia fondata su una pluralità di partiti, sul concorso di diverse forze sociali. Una società che rispetti tutte le libertà, meno una: quella di sfruttare il lavoro di altri esseri umani, perché questa libertà tutte le altre distrugge e rende vane.
Enrico Berlinguer
What is honor compared to a woman's love? What is duty against the feel of a newborn son in your arms… or the memory of a brother's smile? Wind and words. Wind and words. We are only human, and the gods have fashioned us for love. That is our great glory, and our great tragedy.
George R. R. Martin (A Game of Thrones)
The measure of a life is a measure of love and respect,
So hard to earn, so easily burned
In the fullness of time,
A garden to nurture and protect
It's a measure of a life
The treasure of a life is a measure of love and respect,
The way you live, the gifts that you give
In the fullness of time,
It's the only return that you expect
Neil Peart (The Garden)
Ernest Hemingway once wrote, ‘The world is a fine place, and worth fighting for.’ I agree with the second part.
Andrew Kevin Walker (Seven)
In this game that we’re playing, we can’t win. Some kinds of failure are better than other kinds, that’s all.
George Orwell (Nineteen Eighty-Four)