Moonrise Kingdom - Una fuga d'amore
Film originale, a tratti divertente e quasi poetico. Colpisce anche a livello visivo e sonoro
Moonrise Kingdom - Una fuga d'amore
Film originale, a tratti divertente e quasi poetico. Colpisce anche a livello visivo e sonoro
L'ho visto anche io e mi è piaciuto molto, Wes Anderson mi piace molto.
Ieri sera ho visto 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni e l'ho trovato veramente bello.
Ginger e Fred, di Federico Fellini. Con Marcello Mastroianni, Giulietta Masina, Franco Fabrizi, Frederick Ledenburg, Martin Maria Blau. Piero e Amelia, ballerini famosi tra gli anni '30 e '40, conosciuti allora come Ginger e Fred poiché ricreavano le scene dei film della Rogers e Astaire, si ritrovano dopo molti anni per partecipare ad un programma televisivo, al quale sono invitati anche personaggi eccentrici, bande di nani, travestiti e loschi criminali. Fellini fotografa con una agghiacciante lucidità la deriva consumistica dell'Italia, negli anni '80 ormai schiava della televisione e della pubblicità, con un occhio di riguardo alla sconcezze delle emittenti private, qui ricettacolo di trash e pietismo esasperato. Una farsa grottescamente profonda, nella quale Mastroianni e la Masina offrono la loro bravura e le loro rughe con immutata maestria. Dolceamaro.
http-~~-//www.youtube.com/watch?v=4a8EfE-j2cY
Ballata di un soldato, di Grigori Chukhraj. Con Vladimir Ivachev, Janna Prokhorienko. Il soldato Aliosha, appena 19enne, ottiene in seguito ad un'azione eroica cinque giorni di licenza per andare a trovare la madre. Durante il lungo viaggio in treno conoscerà uomini e donne provati dalla brutalità della guerra, e forse troverà anche l'amore. Ma... Intenso dramma bellico che nonostante una certa schematicità offre un ritratto sincero e privo di retorica su come i conflitti segnino per sempre i destini delle persone. Diretto con una certa maestria, e interpretato ottimamente da tutto il cast, personaggi secondari inclusi, è un'opera preziosa in grado di emozionare a più riprese. Sentito.
http-~~-//www.youtube.com/watch?v=Gw6omDDF7Gg
Kiseki (I wish), di Hirokazu Koreeda. Con Koki Maeda, Ohshirô Maeda, Ryôga Hayashi, Cara Uchida, Kanna Hashimoto, Rento Isobe, Hoshinosuke Yoshinaga. I piccolo fratelli Koichi e Ryunosuke vivono lontani da quasi sei mesi, in seguito alla separazione dei genitori. Il primo vive ora a Kagoshima con la madre e i nonni, il secondo a Fukuoka con il padre, un chitarrista rock spiantato. Tra i banchi di scuola circola però una leggenda, secondo la quale nel punto d'incrocio tra due treni ad altissima velocità vi sia un luogo in grado di esaudire i desideri. Koichi e Ryunosuke, sperando di poter riunire la famiglia, decidono di incontrarsi proprio lì, e partono per questo viaggio insieme ad alcuni rispettivi compagni di classe, ognuno con un proprio sogno da realizzare. Koreeda dopo il suo capolavoro Nobody Knows, torna ancora una volta a indagare nei meandri dell'infanzia, con una naturalezza e spontaneità incredibili, supportato da un cast di giovanissimi assolutamente all'altezza della magistrale regia. Un'opera che riesce a commuovere e divertire al contempo, evitando facili patetismi e riuscendo ad appassionare con un'atmosfera credibilmente magica. Risvolti non banali, finale incluso, per un film brillante e ricco di umanità capace di regalare più di un non futile sorriso. Adorabile.
http-~~-//www.youtube.com/watch?v=M63wEJBzupE
Vita di Pi (Ang lee), che dire, il film mi ha attirato fin dal trailer visto prima del film Un viaggio inaspettato. Intenso, riesce a coinvolgere e far immedesimarsi nel personaggio, un indiano che racconta la sua vita, partendo dall'origine bizzarra del bizzaro nome che porta. Successivamente il protagonista deve lasciare la terra natale con gli animali dello zoo del padre, ma qualcosa va storto e si ritrova in compagnia di una tigre su una scialuppa di salvataggio. Il resto è poesia.
Tratto da un libro, il film riesce a spiazzare e a far riflettere.
Tra i più bei film visti. Estremamente consigliato.
[cut]
Ho appena visto Up!. Stranamente, per la prima volta assoluta, mentre credo lo conoscerete tutti.
Io... davvero non so che dire. Razionalmente so che si, bella animazione, carino tutto, ma c'è sicuramente di meglio. Eppure mi sono ritrovata a piangere come una fontana dopo i primi 10 minuti perché credo sia quello in cui la Pixar riesce meglio.
E si, stavolta ci sono decisamente riusciti.
Mi chiedo come abbia fatto a non guardarlo prima.
Il Golem - Come venne al mondo, di Paul Wegener, Carl Boese, Henrik Galeen. Con Paul Wegener, Albert Steinruck, Lyda Salmonova, Carl Ebert, Jacob Tiedtke. Per scongiurare un evento nefasto presagitogli dagli astri, un rabbino costruisce con le sue mani un golem, una creatura gigantesca. Quando poco dopo tempo l'imperatore firma un editto che sancisce la cacciata degli ebrei, la presenza dell'automa sarà fondamentale per le sorti del popolo. Un classico del Cinema muto, ispirato ad antiche leggende, e che qui trova una messa in scena d'eccezione, espressionista e potente, ricca di scene visivamente magnifiche impreziosite da suggestive scenografie. La figura del Golem, interpretata con algida bravura dallo stesso Wegener, ispirerà per molti versi il successivo Frankenstein di James Whale realizzato undici anni dopo. Monumentale.
Gli ultimi fuochi, di Elia Kazan. Con Robert Mitchum, Tony Curtis, Robert De Niro, Jeanne Moreau, Jack Nicholson, Dana Andrews, Ray Milland, Anjelica Huston, John Carradine, Donald Pleasence. Produttore cinematografico all'apice del successo rischia di perdere tutto per l'amore di una donna, promessa sposa di un uomo impegnato in guerra. Solo l'amicizia della figlia del suo boss potrà salvarlo dall'oblio. Un film apparentemente sul mondo del Cinema, ma in realtà sulla vita e le delusioni di un uomo incapace di trovare un giusto equilibrio e che diventa più cinematografica del tema stesso proprio nella sua normalità. Tratto da un romanzo incompiuto di Francis Scott Fitzgerald, sceneggiato da Harold Pinter e diretto dal grande Elia Kazan, Gli ultimi fuochi è un'opera non così semplice, a tratti eccessivamente verbosa, ma non priva di momenti suggestivi e di un grande cast di nomi della Hollywood d'oro che affiancano un ottimo de Niro protagonista. Disilluso.
The future, di Miranda July. Con Miranda July, Hamish Linklater, David Warshofsky, Angela Trimbur, Isabella Acres. Sophie e Jason, insieme da ormai quattro anni, decidono di adottare un gatto ferito entro 30 giorni. Durante questo periodo scelgono di dare un netto cambiamento alle loro vite, licenziandosi dai propri lavori e cercando di vivere al massimo il mese rimanente. Ma le cose non vanno come speravano: lui comincia a lavorare con scarsi risultati per un'associazione di lotte ambientaliste, mentre lei rimane affascinante da un uomo di mezz'età conosciuto per caso... Dopo un esordio folgorante come Me, You and Everyone we Know, Miranda July fa di nuovo centro con un piccolo grande film, sempre in sospeso tra reale e magico, tra consapevolezza e una profonda malinconia. Un'analisi lucida e struggente della crisi di una coppia e sull'importanza delle scelte nella vita resa con un tocco unico e originale, fantasioso nelle sue toccanti diramazioni fantastiche (su tutte il voice over del gatto in attesa di adozione), e interpretato ottimamente dai due protagonisti (tra cui la stessa regista), credibili e intensi oltre ogni misura. Gioiellino.
http-~~-//www.youtube.com/watch?v=ZqEIhG59ebc
Singolarità di una ragazza bionda, di Manoel de Oliveira. Con Ricardo Trepa, Catarina Wallenstein, Diogo Dória, Julia Buisel, Leonor Silveira. Il giovane contabile Macario in un viaggio in treno racconta alla sua vicina di posto la storia del suo struggente amore per una giovane ragazza, che abitava nel palazzo di fronte all'ufficio di suo zio dove lui lavorava. 101 anni e non sentirli: Manoel de Oliveira, nonostante la veneranda età, continua a cimentarsi con successo dietro la macchina da presa. Singolarità di una ragazza bionda è un film semplice, nella accezione più positiva del termine, che scorre via, complice anche la durata che supera di poco l'ora, con una leggerezza invidiabile, raccontando in questa controversa e difficile storia d'amore anche l'immobilità del suo Portogallo, con personaggi e situazioni che sembrano uscite da un altro tempo. Non tra le opere più significative del maestro, ma sicuramente migliore di molti film degli ultimi anni. Delicato.
http-~~-//www.youtube.com/watch?v=OBHbvjMrmS0
Per la prima volta in vita mia, stasera ho visto, su RaiTre, il bellissimo "Papillon".
Girato nel 1973 da Franklin J. Schaffner ed interpretato da due bravissimi Steve McQueen e Dustin Hoffman, il film, basato sull'omonimo romanzo di Henri Charrière, narra le avventure del galeotto Henri Charrière (Steve McQueen), detto "Papillon" per via di una farfalla tatuata sul petto. Accusato ingiustamente di omicidio, viene deportato nella Guyana Francese, sede all'epoca di uno dei più feroci sistemi carcerari del mondo. Il suo forte desiderio di libertà lo spingerà a tentare di evadere, mentre nel frattempo stringe un saldo legame col compagno galeotto Louis Dega (Dustin Hoffman), un noto falsario.
Il film è una piacevole mescolanza di sequenze d'azione con altre più intime (memorabile il pezzo del film dove
Papillon viene rinchiuso in isolamento per la prima volta e dove quasi impazzisce, pur continuando a rifiutare di tradire l'amico Dega, che l'aveva aiutato nel suo primo, fallito, tentativo d'evasione
). Su tutto domina il personaggio di Papillon e il suo inarrestabile desiderio di fuga, col mite Dega che offre una spalla di lusso al nostro eroe.
Un must per chiunque ami i film d'ambientazione carceraria.
Bel film con due interpretazioni magistrali (Joaquin Phoenix e il solito Philip Seymour Hoffman).
In lontananza, si entra negli schemi di una setta (che ricalca Scientology), ma il fulcro del film è sui turbamenti, le debolezze e la solitudine degli uomini. Il sentirsi persi che può sfociare in un tentativo di dominio, o di resa a qualcun altro, o in un lasciarsi trasportare alla deriva dalla corrente.
Il gusto del sakè, di Yasujiro Ozu. Con Chishu Ryu, Shima Iwashita, Keiji Sata, Nakabura Nobuo, Kyoko Kishida. Un dirigente d'azienda, vedovo, cerca di maritare la propria figlia prima che sia troppo tardi. Con l'aiuto di alcuni amici, e nonostante la paura di rimanere solo, riuscirà nell'impresa. L'ultima opera di Ozu è l'ennesimo Capolavoro del maestro giapponese, un film tanto semplice quanto ricco di significati, sempre, magnificamente, in bilico tra ironia e malinconia, con una lucida rappresentazione della media "borghesia" giapponese negli anni della rinascita, e con una figura femminile meno emancipata che in passato. Straordinari gli interpreti, cari a Ozu e anche in questo caso genuinamente in parte. Soave.