Wall-E di Andrew Stanton
Il pianeta Terra è rimasto totalmente privo di forme di vita umane, che lo hanno abbandonato a causa dell'inquinamento. E' rimasto solo un robottino-spazzino, Wall-E appunto, che ha il compito di ripulire il globo. Dopo 700 anni sbarca sul pianeta un robot femmina, "Eve", che stringe amicizia con Wall-E e che lo accompagnerà in una divertente (ma anche inquietante) avventura con ciò che, nell'Universo, è rimasto della razza umana. Film particolare. Mi aspettavo un capolavoro e rimango un po' deluso. La parte più debole è data dal fatto che per buona parte del film la scena viene mantenuta unicamente da due personaggi (i robot) che quasi non parlano la lingua umana. Questo appesantisce oggettivamente la narrazione, seppur i momenti di ilarità non sono pochi. I punti di forza sono sostanzialmente due: 1. L'aspetto tecnico-visivo che la Pixar eleva sempre di più a ogni sua produzione 2. La rappresentazione inquietante degli esseri umani, dominati dalla tecnica e dalle macchine, sono tutti obesi e incapaci di fare qualsiasi cosa compreso il camminare. I robot Wall-E ed Eve, due macchine sono più umani degli umani stessi. Una visione estrema e forse eccessivamente apocalittica, ma da non prendere sottogamba. Per concludere: film sicuramente da vedere, ma che delude leggermente le aspettative. VOTO: 3+/5
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
Furore, di John Ford. Con Henry Fonda, John Carradine, Jane Darwell, Charley Grapewin, Doris Dowdon, Mae Marsh, John Qualen, Eddie Quillan, Frank Darien. Nei primi anni '30 la famiglia Joad, come tante altre, viene sfrattata dalla propria terra e si trova costretta a cercare fortuna in un miraggio chiamato California. Il viaggio per la "terra promessa" è però costellato di tragedie e pericoli. Intenso dramma sociale, con protagonista un nucleo familiare come tanti altri e a cui è facile affezionarsi. La lotta per i propri ideali, l'impossibilità reale di ambientarsi in nuove realtà, il dolore per la dipartita di vecchi amici. Ford è maestro nel narrare una "saga" decadente di rara emotività, e deve anche ringraziare un cast straordinario, su cui spicca il folle predicatore di Carradine. Sentito. Voto 4.5 / 5 " />
La finestra sul cortile, di Alfred Hitchcock. Con Raymond Burr, Thelma Ritter, Wendell Corey, James Stewart, Grace Kelly, Bess Flowers, Judith Evelyn. Un fotografo costretto sulla sedia rotelle per una gamba rotta, osserva dalla sua finestra le vite dei vicini. Un giorno si convince di aver assistito a un omicidio, ma nessuno sembra credergli tranne la fidanzata. Classico per eccellenza dei thriller movies, è anche un'accesa indagine sullo scomodo tema del voyeurismo, "malattia" dalla quale il protagonista sembra morbosamente affetto. Giocato su splendice "acrobazie" di inquadratura, è un giallo che aggiunge tassello dopo tassello i pezzi fino a formare un nitido quadro dell'accaduto. Ingegnoso ed elegante, soprattutto nella sobria recitazione, e se Stewart è bravissimo nel delineare un personaggio inquieto, la Kelly è davvero incantevole. Fondamentale. Voto 4.5 / 5 " />" />" />
Rabid - Sete di sangue di David Cronenberg con Marilyn Chambers, Frank Moore, Joe Silver, Howard Rishpan
Rose, in seguito a un grave incidente in motocicletta che le provoca delle notevoli ustioni sul corpo, è costretta a subire un trapianto di pelle. L'intervento riesce ma la ragazza non è più la stessa: ha una continua sete di sangue umano e, sotto l'ascella le si forma anche un pungiglione con il quale aggredisce le persone con l'intento proprio di prelevargli il sangue. A loro volta chi subisce questi attacchi diventa una specie di vampiro emofilo, alla disperata ricerca di sangue umano. Tipico horror cronenberghiano con tanto di mutazioni genetiche, pessimismo di fondo e qualche sprazzo di lussuria ma lontano qualitativamente da altre opere dell'autore come "La mosca" o "Scanners". L'impianto complessivo è infatti piuttosto debole soprattutto per via di numerose ripetizioni e qualche incongruenza. Raramente il film appassiona. VOTO: 2/5
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Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
La città proibita di Zhang Yimou con Chow Yun-Fat, Gong Li, Jay Chou, Liu Ye
Cina, 10 secolo. L'imperatore, tornato a palazzo dopo una campagna militare, impone che a sua moglie l'imperatrice sia aggiunto un componente nella medicina che prende da ormai dieci anni. Quali motivazioni spingono il sovrano a fare questo? Il film, costato ben 45 milioni di dollari, è il più costoso mai prodotto in Cina e bisogna dire che i soldi sono ben spesi. Quello che colpisce immediatamente è l'enorme sfarzo di costumi, scenografie ed effetti speciali, degni di un film in costume hollywoodiano. Forse ogni tanto emerge un certo eccesso estetizzante del regista che sembra compiacersi di questa megalomania visiva, ma visto il contesto "imperiale" della trama può essere ben tollerato. Gli attori sono molto bravi, soprattutto Gong Li nella parte dell'imperatrice, donna in parte fragile, in parte malvagia senza scrupoli che può essere una buona variante cinese della tipica "dark lady". Soprendenti anche le scene di guerra, non tanto per il gigantismo espressivo, ma piuttosto per l'originalità compositiva di queste, che appaiono allo spettatore come qualcosa di diverso delle tipiche scene di combattimento a cui è abituato. Agile e vivace anche la sceneggiatura che non lesina ripetuti colpi di scena, seppur spesso assai prevedibili. VOTO: 4/5
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Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
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Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
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happy feet e wanted.... accoppiata spaiata, ma che ci posso fare? sono eclettica!
Cape Fear - Il promontorio della paura di Martin Scorsese con Robert De Niro, Nick Nolte, Jessica Lange, Juliette Lewis
Max Cady, uno stupratore piscopatico, esce di galera dopo 14 anni e inizia a perseguitare Sam Bowden, l'avvocato che lo aveva difeso, reo di non aver svolto al meglio il suo lavoro. Dopo delle iniziali scaramucce di poco conto, le minacce di Cady assumeranno un contorno sempre più sinistro e violento e coinvolgeranno non solo Bowden, ma anche la moglie e la figlia. Questo film di Martin Scorsese del 1991, è un remake di "Il promontorio della paura" del 1962, diretto da J.Lee Thompson e con Robert Mitchum nel ruolo di Cady (qui interpretato da Robert De Niro) e Grecory Peck in quello di Bowden (che nel remake è sostituito da Nick Nolte). Bisogna dire che De Niro e Nolte svolgono il mestiere con bravura ma il confronto con i loro predecessori è perdente, così come l'intero film è inferiore a quello originale. Rimane un buon rifacimento, forse uno dei lungometraggi di Scorsese dove la sua mano è meno evidente. Il personaggio di Cady assomiglia per certi versi a quello di Travis Bickle in "Taxi Driver", interpretato dallo stesso De Niro sempre per la direzione di Scorsese, soprattutto per quanto riguarda la sua caratterizzazione di "killer-profeta", ma senza quell'alone di innocenza che caratterizzava Travis. Anche il finale apocalittico (e molto bello) ed esagerato è simile a quello di Taxi Driver. VOTO: 3,5/5
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
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The Prestige, un drammatico un po' thriller, con David Bowie, Scarlett Johansson e Hugh Jackman. Ambientato a Londra fine '800 parla di due illusionisti che si contendono la fama, ossessionati per il trucco del Trasporto Umano... ma non sto qui a raccontarvi il film Mi ha davvero appassionato, molto molto bello anche perchè vengono svelati un po' dei trucchi dell'illusionismo... Un bel 4/5 potrei anche darglielo.
Dici che Christian Bale se la prende? " />The Prestige, un drammatico un po' thriller, con David Bowie, Scarlett Johansson e Hugh Jackman.
Per rimanere IT ieri ho visto Elizabeth the Golden Age. Secondo capitolo della saga incentrata sulla figura della regina inglese che dominò la scena europea nella seconda parte del 500, questa volta il tema dominante è la guerra contro l'impero spagnolo ed in particolare la sconfitta navale dell'Invincibile Armada. Prima parte, tutta intrighi di corte, molto migliore della seconda. Tutto sommato mi aspettavo di vedere qualcosa di meglio, anche il confronto con il primo capitolo non depone certo a favore di The Golden Age. Poteva essere davvero un bel film, peccato. Senza infamia e senza lode, lo dimenticherò presto. 6/10
Dici che Christian Bale se la prende? " />
The Prestige, un drammatico un po' thriller, con David Bowie, Scarlett Johansson e Hugh Jackman.
perdonate l'ot, ma non ho citato Bale perchè di fama non lo conosco... che ha che non va con bowie? lol
Pensavo avessi confuso i nomi, visto che non citavi Bale che è il co-protagonista nel film, insieme a Hugh Jackman. Invece con mia sorpresa, non me lo ricordavo, " /> nel cast c'è anche David Bowie. Dovrò rivederlo questo film: alla ricerca dell'attore/cantante perduto. Chiedo perdono, ma adesso mi è venuta voglia di vedere la filmografia di Bowie. " />
Dici che Christian Bale se la prende? " />
The Prestige, un drammatico un po' thriller, con David Bowie, Scarlett Johansson e Hugh Jackman.
perdonate l'ot, ma non ho citato Bale perchè di fama non lo conosco... che ha che non va con bowie? lol
Rimango in tema di film visti ultimamente.
Il Dubbio. Con P.S. Hoffman, Meryl Streep, Amy Adams. In una scuola cattolica gestita dalle suore della comunità la direttrice nutre un dubbio atroce sul comportamento di un sacerdote. Questo dubbio sarà inspiegabilmente così forte da diventare una granitica certezza e provocherà uno scontro tra la direttrice e il sacerdote.
Che il film sia tratto da un'opera teatrale lo si vede subito. Se non fosse per qualche scena aggiunta esclusivamente per alleggerire alcuni momenti topici, la pellicola potrebbe essere recitata benissimo da 5-6 attori nel chiuso degli ambienti scolastici. La forza del film sono quindi i dialoghi, a quanto pare ripresi quasi uguali agli originali, e le strepitose prove attoriali dei protagonisti. Su tutti una formidabile Amy Adams, che imho meritava l'oscar più di Penelope Cruz, e P.S. Hoffman. Un gradino sotto Meryl Streep, anche se sempre di ottimo livello. E' il confronto diretto con gli altri a penalizzarla. Per il resto il film è piuttosto nella norma, anche se ben congegnato, nella seconda parte il regista sembra perdere il filo di quello che vuole raccontare. 7/10
Cielo giallo, di William A. Wellman. Con Gregory Peck, Robert Arthur, Anne Baxter, Richard Widmark, John Russell, James Barton. Una banda di fuorilegge, messa in fuga dall'esercito, si rifugia in un piccolo paesino abbandonato. Qui incrocia il proprio destino con un vecchio cercatore d'oro e con la giovane nipote, cresciuta dagli indiani. Western drammatico dall'impronta shakesperiana, laddove aleggia sempre un'aria tragica che sfocia in un finale forse prevedibile ma sicuramente intenso. Vi è qualche lungaggine di troppo, che comunque non inificia un risultato finale più che soddisfacente. Ottimo cast con un Widmark sopra tutti. Cinico. Voto 3 / 5 " />" />" />
Il promontorio della paura, di J. Lee Thompson. Con Gregory Peck, Robert Mitchum, Polly Bergen, Martin Balsam, Lori Martin, Jack Kruschen, Telly Savalas. Un detenuto uscito dopo otto anni di carcere comincia a perseguitare 'avvocato che contribuì alla sua condanna. Le sue attenzioni si soffermano sulla moglie e la figlia del legale, in un perverso gioco di vendetta. Intenso thriller, carico di tensione fisica e sessuale, che non lascia un attimo di respiro per cento minuti. Un gioco del gatto col topo che avvince e cattura raggiungendo l'apice emotivo nei minuti finali. Mitchum è assolutamente straordinario nel delineare una figura suadente e diabolica, nel ruolo che fu poi di de Niro nel remake del 1991. Accattivante. Voto 3.5 / 5 " />" />" />
Watchmen di Zack Snyder con Jeffrey Dean Morgan, Patrick Wilson, Carla Gugino, Malin Akerman
1985. Gli Stati Uniti vincono la Guerra del Vietnam, Richard Nixon viene eletto per la quinta volta Presidente e promulga una legge che proibisce ai supereroi di esercitare la propria attività. Tuttavia qualcuno incomincia a uccidere i vari supereroi in pensione e quelli rimanenti cercano di scoprire chi si cela dietro questa cospirazione. Il film è tratto dal celeberrimo fumetto di Alan Moore, considerato dai critici un vero e proprio capolavoro nella storia delle graphic novel. La riduzione cinematografica, mi dicono, è una specie di pedissequa riproposizione animata delle immagini stampate, e forse proprio per questo motivo sarà apprezzato dal popolo degli appassionati. Purtroppo, l'effetto di quest'opera sugli spettatori non già fan del materiale originale, è un po' diverso (almeno per me). Le primi fasi sono decisamente buone e per circa 30-45 minuti il film scorre via bene e sembra una buona variante del genere noir. Addirittura eccellente la sequenza dei titoli di testa, dove vengono rievocati e riprodotti alcuni eventi chiave della storia americana, svelando anche retroscena inaspettati (il vero assassino di Kennedy per esempio). Successivamente la trama si fa sempre più complicata e confusa e la perplessità aumenta. Sequenze lunghissime, flashback a ripetizione spesso inutili, dialoghi filosofici senza capo nè coda contribuiscono ad appesantire il tutto. Inoltre su tutto aleggia una certa freddezza di fondo che non permette al pubblico di appassionarsi alla vicenda. I personaggi stessi, alle prese con problemi quali assassinii, complotti e guerre nucleari, sembrano non preoccuparsi più di tanto e non essere granchè coinvolti nella vicenda. L'impressione è che il regista, volendo mantenere l'aspetto estetico/grafico del fumetto, trascuri aspetti più marcatamente cinematografici come il coinvolgimento emotivo degli attori. Regia e fotografia sono comunque di livello, meno gli effetti speciali. Positiva anche la caratterizzazione dei personaggi, tra i quali spicca Rorschach, supereroe insoddisfatto, unico a non abbandonare l'attività dopo lo stop governativo. Insopportabile invece il Dr. Manhattan. Un flm davvero esagerato nel bene e nel male, che presumibilmente spaccherà in due il pubblico in favorevoli e contrari. Consigliato a chi piacciono film "strani" con trame complesse e bizzarre (alla David Lynch). VOTO: 2/5
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
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