Hancock.
Supereroe (?) completamente sballato. C'è un bel punto di svolta a metà del film che era inaspettato, ma che rende il film più interessante nel finale. Anche se poi non si sprecano il perché e il come...lasciandosi così la porta a un eventuale seguito.
Divertente e godibile.
3/5
diciamo che non è propriamente una prima visione... " /> ma mi sono visto Giulio Cesare, quello con marlon brando per capirci... ESTASI PURA! " /> dialoghi teatrali, recitati e doppiati in modo superbo, ambientazione bellissima, ritmo strepitoso. lo so, in pratica di sceneggiatura non hanno speso un soldo, era pari pari alla tragedia di shakespeare, ma quanto era bello! marlon brando/marco antonio che fa il discorso sul cadavere di cesare è qualcosa che abbiamo quantomeno intravisto decine di volte, è un classico del cinema, però vi consiglio di vederlo dall'inizio...semplicemente LEGGENDARIO, un'interpretazione grandiosa in un ruolo che tutto sommato nemmeno è da protagonista.
impeccabile cassio, calato in un ruolo da furetto libertario, e maiuscolo Bruto, integerrimo e percorso dai sensi di colpa. bello anche cesare, anche se la scena della sua morte poteva essere fatta meglio...si lascia proprio cadere all'improvviso...magari era buona per il teatro, ma al cinema, con la telecamera, serviva qualcosina di diverso. nel complesso un film che DEVE essere visto, dagli amanti di shakespeare e non.
voto 4/5
Thirteen Days di Roger Donaldson con Kevin Costner, Bruce Greenwood, Steven Culp, Dylan Baker
Questo film racconta i tredici giorni durante i quali nel 1962 si consumò la cosiddetta "Crisi dei missili di Cuba" tra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica. La vicenda è raccontata dal punto di vista del segretario particolare di Kennedy interpretato da Kevin Costner. Complessivamente la resa è buona, la narrazione appare precisa e lineare e l'intera storia è raccontata bene con realismo e verosimiglianza. Tutto il resto però non è eccezionale. Soprattutto non sempre si coglie la giusta drammaticità di un'evento così grande e importante e solo nel finale i protagonisti sembrano rendersi conto della situazione in cui si trovano. Recitazione e regia buone ma senza eccellere. VOTO: 2,5/5
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
Chicago, di Rob Marschall con Richard Gere, Catrine Zeta Jones, Rene Zellweger, Queen Latifah e tanti altri. Film, questo, destinato ad un posto importante nella storia del musical. Troppo perfetta è la scelta del cast, i costumi, le luci, le coreografie, le musiche e le interpretazioni da non lasciare un segno per gli anni a venire. La continuità tra recitato e cantato, la sovrapposizione tra realtà e sogno, è solo una delle particolarità strordinarie di questa pellicola. Tutte queste caratteristiche fanno di Chicago un film che si continua ad apprezzare in successive visioni. Quasi doverosa la visione in lingua originale, sforzandosi di cogliere le sfumature del parlato. Un applauso va fatto a tutto il cast, veramente magnifico, che ha compiuto un lavoro davvero eccellente facendo di questo film un capoloro in assoluto. E a dirigire tutto magistralmente ci ha pensato Rob Marchall senza tralasciare il minimo dettaglio. Che dire di più ?? Un must !! 4,5 and all that Jazz !! " />" />" />
Mamma mia.. Ieri sera
Mamma mia !!! E' proprio il caso di dirlo... Partito in punta di piedi, e senza troppe aspettative, questo musical è arrivato a conquistare il mondo intero con il suo brio e la sua leggerezza. Spumeggiante, esilarante e ironico, questo musical non risulta per nulla pesante, lento e noioso; anzi coinvolge lo spettatore e lo rende partecipe senza lasciarlo in alcun modo passivo. Lo straordinario cast femminile, capeggiato da un'impareggiabile Meryl Streep, ci regala delle straordinarie performance non solo canore, che contribuiscono a rendere il tutto ancora fantastico. Non si può dire lo stesso del cast maschile che, seppur non sfigurando, non appare all'altezza di quello femminile. La bellezza delle isole greche, locations del film, e le stupende musiche degli Abba, nonchè l'originalità della storia fanno il resto, trasportandoci e coinvolgendoci, per circa 1 ora e 30, in quello che pare uno stupendo sogno dal quale non vorremmo svegliarci mai. Un plauso speciale va a Meryl Streep che, con la sua ennessima prestazione eccelsa e con la sua magnifica voce, alla soglia dei 60 anni si conferma come la miglior attrice in assoluto e pone un'ipoteca alle nomination agli oscar. Un film bello, intenso e leggero allo stesso tempo... Veramente strepitoso !! Che altro dire ?? E' assolutamente da non perdere... Mamma Mia !!! 4 da vedere " />" />
pensavate che il film più bello di tutti i tempi fosse Surf Nazis must die
Poi avete visto Denti, e l'avete giudicato un capolavoro.
Ma non avevate ancora visto...
Black Sheep voto 100/5
Semplicemente il film più bello della storia, il picco più alto della sublime arte cinematografica.
Un film in cui le citazioni si sprecano: dal dramma di Saw alla follia di Carmageddon, fino all'epica scena della cavalcata delle pecore-rohirrim.
L'eterna lotta tra l'uomo e la pecora, e il sogno di poter raggiungere il punto di contatto tra le due razze, apparentemente così distanti. Ma è un film con una speranza, per palati fini.
E nel momento massimo di pathos, dopo un breve richiamo al mito atavico della Dea-Madre Lorena Bobbit, ecco che il climax si raggiunge
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nella sconfitta totale degli ovini malefici, dando fuoco ai loro peti e causando un'esplosione di inaudita potenza.
E non è finita qui. L'idillio finale è interrotto dall'eterno dilemma filosofico, dal punto metafisico, gnostico e catartico dell'eterna domanda che attanaglia l'uomo da generazioni. La domanda senza risposta, a cui questo mastodontico capolavoro del cinema riesce a dare una risposta, nient'affatto semplice ma non per questo poco coraggiosa:
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Il cane bela.