In ogni caso, una dittatura in meno. Non mi pare poco.
Anche qualche irakeno di meno.......
Some people choose to see the ugliness in this world, the disarray. I choose to see the beauty. To believe there is an order to our days. A purpose.
Anche qualche irakeno di meno.......
Non esistono pasti gratis. Tutto ha un prezzo. Anche la dittatura di Saddam richiedeva il suo tributo di sangue (curdo, iraniano, iracheno-sciita). Bisogna scegliere.
Mi auguro davvero che, alla fine della fiera, (fine che è ancora moooolto lontana), davvero il conto del pranzo sia equo e gli irakeni rimasti possano ulrlare: OK, il prezzo è giusto.
Ti prego però, se permetti, di lasciarmi sull'argomento le mie forti perplessità.
Some people choose to see the ugliness in this world, the disarray. I choose to see the beauty. To believe there is an order to our days. A purpose.
Ti prego però, se permetti, di lasciarmi sull'argomento le mie forti perplessità.
Ma è ovvio. Mi pare evidente che lasci liberi tutti di pensarla come me.
Scherzi a parte, il 31 gennaio sarà la data fatidica. Dopo dovrebbe esserci la svolta. Speriamo almeno.
C'è stato un'attentato stamattina: ci sino tre dei nostri ragazzi morti, insieme ad un rumeno. Un quarto è grave.
Purtroppo l'ho letto!!...non so davvero ke ci stiamo li a fare. Riusciremo mai a porre fine a questi attentati??
Bry
mi dispiace davvero.
non è ora di smetterla con quest'occupazione?
non è una considerazione per fare polemica, ma perchè ne fanno le spese dei ragazzi
Non è occupazione, è operazione di pace, identica a quelle che vedono impegnati i nostri soldati in Afghanistan, in Kosovo e in diverse altre parti del mondo.
Siamo là non perchè abbiamo fatto la guerra, alla quale infatti non abbiamo partecipato, ma per portare ordine, pace e sicurezza, nonchè per addestrare i locali a svolgere questi compiti autonomamente il più presto possibile.
A chi svolge tutto questo va il mio sostegno.
A chi cade nell'impresa, falciato da attacchi codardi, la mia gratitudine e riconoscenza.
Grazie ragazzi, voi contribuite a rendermi orgoglioso di essere Italiano.
Tutta la mia solidarietà alle famiglie, ogni altra parola è superflua in questo momento
Anzi, per fare un piccolo riassunto sugli eventi...
Dal sito del Corriere della Sera
NASSIRIYA - Il contingente italiano a Nassiriya è finito di nuovo nel mirino dei terroristi. Verso le 7,30 ora italiana una bomba esplosa al passaggio di una pattuglia composta da militari italiani e rumeni ha provocato la morte di quattro soldati.
LE VITTIME - Tre sono le vittime nel contingente italiano: il capitano dell'esercito Nicola Ciardelli, del 185esimo battaglione dei paracadutisti di Livorno; il maresciallo capo dei carabinieri Franco Lattanzio, 38 anni di Pacentro (L'Aquila); e il maresciallo capo dei carabinieri Carlo de Trizio, 37 anni di Bisceglie (Bari) deceduto in ospedale. È rimasto gravemente ferito il maresciallo aiutante Enrico Frassinito, 41 anni, di Padova ma residente a Sommacampagna (Verona): ha riportato con ustioni su circa il 30% del corpo ma pare non in pericolo di vita. Nell'esplosione ha perso la vita anche un caporale della polizia militare rumena, Bogdan Hancu, di 28 anni. La Polizia militare rumena ospitata a Camp Mittica è formata da 100 uomini.
IN IRAQ DA SOLI 13 GIORNI - Frassinito e de Trizio si trovavano in Iraq da soli 13 giorni, erano giunti a Nassiriya il 14 aprile scorso. Mentre Lattanzio era giunto in Iraq il 3 dicembre del 2005. Frassanito è stato trasportato in elicottero dall'ospedale della base militare italiana all'ospedale militare americano Rol 3, che si trova a circa 150 chilometri dalla sede della missione italiana. L’ospedale statunitense, da quanto viene riferito, sarebbe più attrezzato ad affrontare l’emergenza. Nessun altro militare italiano è rimasto ferito nell'attentato. Le persone coinvolte sono state esclusivamente quelle a bordo del secondo veicolo del convoglio, sotto il quale è scoppiato l'ordigno.
LA MATRICE - Non è ancora chiara la matrice dell'attentato. Gli organismi investigativi e di intelligence sono al lavoro - analizzando ogni particolare al microscopio, dalla particolarità dell'esplosione al tipo di esplosivo usato - per capire chi c'è dietro all'attacco di una violenza inedita, per la «tranquilla» provincia di Dhi Qar, almeno con riferimento agli ultimi mesi. Secondo gli artificieri che hanno analizzato gli ordigni «improvvisati» (come quello usato oggi a Nassiriya), i cosiddetti IED (Improvised Explosive Device).
DINAMICA - L'ordigno, collocato al centro della carreggiata,è esploso al passaggio di un convoglio del contingente internazionale e ha colpito una camionetta italiana. Faceva parte di un convoglio che marciava lungo una strada a sud ovest dell'abitato di Nassiriyah, e si stava recando al PJOC (Provincial Joint Operation Centre, la sala operativa integrata delle Forze di sicurezza della Provincia). Era formato da quattro veicoli protetti del Reggimento carabinieri della Msu (Multinational Specilaized Unit) con a bordo un Ufficiale dell'Esercito, 15 militari dell'Arma dei carabinieri e graduato della Polizia Militare rumena. Lo scopo del traferimento era quello di rilevare il personale in servizio presso un comando locale della polizia irachena. L'attentato è avvenuto in un punto di «un percorso stradale noto e che i militari italiani percorrevano da quasi tre anni» ha riferito il maggiore Marco Mele, portavoce del contingente italiano in Iraq. Mele ha anche sottolineato che benché l'area di Nassiriya sembri essere più tranquilla rispetto ad altre del Paese iracheno, «in realtà la situazione è sempre potenzialmente a rischio». Quanto infine al clima che ora si respira tra i componenti del contingente italiano, il portavoce ha detto che «la vigilanza resta alta, è questo un colpo da ko e però ci risolleveremo. Ricordiamo che la nostra è una missione di sicurezza, umanitaria di collaborazione con le autorità locali per la convivenza civile e andremo avanti».
PRECEDENTI - L'ultima «azione ostile» nei confronti dei militari italiani si era avuta solo 5 giorni fa: un ordigno posto ai lati della carreggiata, fatto esplodere, anche in quel caso, al passaggio di un convoglio. Ma si parlò di una bomba a basso potenziale e di un'azione che poteva dunque essere soltanto dimostrativa. In tre anni di operazioni in Iraq sono morti, compreso l'attentato di oggi, 29 militari e 7 civili, fra i quali il funzionario del Sismi, Nicola Calipari.
Non è occupazione, è operazione di pace, identica a quelle che vedono impegnati i nostri soldati in Afghanistan, in Kosovo e in diverse altre parti del mondo.
Siamo là non perchè abbiamo fatto la guerra, alla quale infatti non abbiamo partecipato, ma per portare ordine, pace e sicurezza, nonchè per addestrare i locali a svolgere questi compiti autonomamente il più presto possibile.
Sissì missione di pace...Viviamo nel mondo creato da Collodi eh?
Mi unisco al cordoglio per i soldati italiani uccisi,auspicando in tempi brevissimi il ritiro delle truppe dall'iraq,mandati lì per una guerra preventiva che non ci riguardava e che sta facendo troppe ma troppe vittime
Unisco il mio cordoglio per queste persone morte nell'adempimento del loro dovere...
Posso non condividere le ragioni della loro presenza lì, ma una volta presenti, i militari italiani si sono comportati con grande professionalità e impegno, aiutando dove possibile la ricostruzione.
Sissì missione di pace...Viviamo nel mondo creato da Collodi eh?
Va bene essere in disaccordo, ma è tanto difficile evitarsi simili uscite? :figo:
auspicando in tempi brevissimi il ritiro delle truppe dall'iraq,mandati lì per una guerra preventiva che non ci riguardava e che sta facendo troppe ma troppe vittime
Strettamente parlando, come giustamente fatto notare l'Italia non ha partecipato alle operazioni di guerra, è arrivata dopo per le opere di sostegno e di mantenimento dell'ordine.
I militari italiani fanno il loro dovere e quindi i loro caduti vanno rispettati come chiunque cada facendo il proprio compito....
Però ricordiamo che non tutti gli iraqeni voglioni militari stranieri e quindi gli attacchi sono da mettere in conto .... è inutile mostrarsi scandalizzati o sorpresi quando accade ...... sarà così fino a quando la situazione si stabilizzerà ( e ci potrebbero volere ancora anni ) o quando le truppe saranno ritirate
auspicando in tempi brevissimi il ritiro delle truppe dall'iraq,mandati lì per una guerra preventiva che non ci riguardava e che sta facendo troppe ma troppe vittime
Strettamente parlando, come giustamente fatto notare l'Italia non ha partecipato alle operazioni di guerra, è arrivata dopo per le opere di sostegno e di mantenimento dell'ordine.
teoricamente l'operazione di pace dovrebbe essere ordinata e gestita dall'onu, non dai singoli governi
in ogni caso spero che l'esercito italiano possa ritornare al più presto in patria e che la situazione venga gestita dall'onu quanto prima
ricordo che manca la legittimazione internazionale...
in ogni caso mi spiace per quei poveri ragazzi, vittime di attacchi da codardi