- 439 sono i reattori nucleari funzionanti nel mondo (104 USA, 59 Francia, 55 Giappone, 31 Russia)- questa produzione copre il 6,4% di tutta la energia prodotta nel mondo, e il 15% dell’energia elettrica mondiale
- il fotovoltaico copre il 6,4 della produzione globale di elettricità (fonte European Photovoltaic Industry Association), cresce del 40% annuo
- nel 2006 l’eolico copriva l’1% della produzione globale, cresce del 25% annuo
Fin qui tutto vero...il fotovoltaico mi sembra un po' alto ma prendiamolo per buono
A memoria, i dati IEA 2005 sono piú bassi per il fotovoltaico, e forse anche per l'eolico; da controllare, comunque.
- secondo AIEA (agenzia internazionale energia atomica) le riserve di uranio sono di 4,7 milioni di tonnellate e si trovano in Australia (28%), Kazakistan (18%) e Canada (12%)- l’uranio andrà in esaurimento a consumo attuale, nel 2055, con nuove centrali molto prima. Il costo dal 2005 al 2008 si è quadruplicato (da 20 a 85 dollari)
Questa è una sottostima delle riserve...poi il prezzo è aumentato ma come ho già avuto modo di dire questo influisce solo per il 2-3% sul prezzo finale dell'elettricità.
L'Uranio non finirà nel 2055 perchè le stime serie e gli studi seri sono concordi su almeno 100 anni di autonomia
Il costo a memoria è basso (mi pare sia andato oltre gli 85$, se non ricordo male anche oltre i 100 $; almeno, parlando di yellow cake); le riserve risultano superiori anche a me; capire quando finirà l'uranio non è semplice, perché si deve vedere di quanto aumenta la domanda: se non aumenta, a memoria si va oltre i cento anni; se aumenta, il tempo può diminuire moltissimo.
Non ho chiaro, con quei dati di distribuzione delle riserve, che fine faccia il restante 42%.
Sono 2 buffonate: prima di tutto il problema scorie è risolto, nonostante tutte le baggianate che si sentono in giro. Yucca mountain in Nevada accoglierà anche le scorie di 3° grado...che saranno già diventate di 2° perchè per legge il combustibile quando è tolto dal reattore deve restare in centrale nelle apposite piscine per almeno 10 anni, tempo necessario ai prodotti più radioattivi di decadere in parte ed entrare nel livello 2.
Secondo il costo del kWh è ben noto e chiaro. C'è stata una ampia discussione fra me e Mornon un po' di tempo fa e il mondo (Coiante a parte) è convinto che il costo sia di 35$/MWh ovvero 35 centesimi al kWh, inoltre una centrale funziona senza problemi 50 anni e alcune anche 60 senza battere ciglio. Lo smantellamento e lo stoccaggio sono costi già inseriti nel pagamento iniziale per le centrali costruite post-70
Coiante e altri a parte, tra cui ASPO-Italia e forse anche l'ASPO internazione, e si è visto che Coiante usa per esempio un modello economico migliore di quello dello studio pisano, e questi calcoli sono inoltre precedenti agli ultimi aumenti, che secondo alcune fonti (The Times?) sono andati dal raddoppiare al quadruplicare; detto questo (non per riniziare la discussione, ma solo perché "Coiante a parte" è uno sminuire la questione, a mio parere), che costi piú o meno personalmente non è che mi tocchi, nel senso che, anche costasse di piú (salvo ovviamente costasse troppo di piú), i vantaggi ambientali varrebbero il costo. E basterebbe una tassa sulle esmissioni di gas serra per ripareggiare le cose.
Sulle scorie: cosa caratterizza il passaggio da III a II grado?
Altra cavolata i 15 anni, ne bastano 4. Poi ti sfido a far funzionare qualcosa che va con il sole quando è notte o è nuvoloso (fermi restando i problemi di stabilità della rete che ho già citato un miliardo di volte e che insorgono quando circa il 15% di elettricità arriva da fonti aleatorie come sole o vento)
In italia il dato certo a memoria dovrebbe essere del 20%; ossia, potrebbe anche essere inferiore, ma ci sono prove pratiche che una diminuzione improvvisa del 20% fa collassare la rete.
Tempi di costruzione: caso italiano a parte (sarò pessimista, ma dubito che in Italia, su simili opere, si riescano a tenere i tempi esteri), non era di cinque anni, l'ultima volta?
Sulla moralità del solare che produce 5 volte la CO2 che produce il nucleare
Qui il discorso è piú complesso, perché se non altro si dovrebbe andare a vedere dove si ottiene il silicio adatto: se parto prendendo scarti di altre industrie, di fatto l'inquinamento prodotto per avere quello scarto "non conta", nel senso che sarebbe stato prodotto anche se non lo avessi usato; anzi, non lo avessi usato magari sarebbe andato sprecato. Ma qui al momento non ho dati, quindi non commento oltre.
per il solare serve tanto spazio e noi non ce l'abbiamo
Questo no: è vero che serve tanto spazio, ma se non ricordo male ho visto calcoli secondo cui bastererebbe la superfcie dei capannoni industriali (pannelli sui tetti) per coprire, a memoria, il fabbisogno italiano, senza contare le case, e la possibilità d'installare i pannelli verticali (rendono di meno, ma rendono comunque). Se interessa, posso provare a cercare i dati in questione.
Uno dei tanti problemi della rete elettrica è che la corrispondenza fra energia richiesta ed energia erogata dovrebbe essere perfetta. Ovviamente non lo è perchè poi ci sono delle perdite più o meno dappertutto eccetera..ma il margine è molto stretto
Ma le perdite fanno parte dell'energia richiesta, nel senso che è richiesta dal sistema; la differenza sicuramente può esserci tra energia ottenuta dal combustibile ed energia elettrica generata, ma tra energia elettrica generata, ed energia elettrica consumata (perdite e tutto compreso), non sono certo che ci sia, anche perché è la fisica stessa del sistema, al di là dei controlli umani, a modificare il sistema per avere questo equilibrio.
Sulle batterie: le ultime tecnologie stanno ottenendo buoni risultati, anche come rendimento, il problema è che non penso siano ancora adatte a immagazzinare grandi energie; si può fare per un impianto isolato (fotovoltaico con batterie), ma questo, oltre ad aumentare i costi, non è pensabile in grande.
Il modo a oggi migliore per immagazzinare energia forse è ancora l'idroelettrico: riempio una diga, e quando mi serve uso l'acqua per generare.
se parto prendendo scarti di altre industrie, di fatto l'inquinamento prodotto per avere quello scarto "non conta"
Ma dipende dal tipo di silicio. I rendimenti migliori si ottengono con il monocristallino, volendo usare il policristallino si può recuperare ma il rendimento scende parecchio...almeno 5 punti.
Sulle scorie: cosa caratterizza il passaggio da III a II grado?
Dipende dall'attività. L'attività di un radionuclide è inversamente proporzionale alla vita media...cioè meno vive e più "spara" poi ovviamente dipende anche dal tipo di radiazione.
dipende dal tipo di silicio
Certo, anche per questo dicevo che il discorso è piú complesso, proprio perché non esiste un unico silicio, prodotto in un unico modo, partendo da un'unica purezza di materiale.
Dipende dall'attività. L'attività di un radionuclide è inversamente proporzionale alla vita media...cioè meno vive e più "spara" poi ovviamente dipende anche dal tipo di radiazione
Differenze tra il III e il II grado?
Sullo sbilanciamento, cosa intendevi?
Comunque ho letto l'articolo su Le scienze sulla posizione contraria al riciclaggio del combustibile esausto. Personalmente non mi trovo d'accordo e dò la mia posizione.
E' vero che comporta dei costi (ma questo problema si può risolvere con le quantità) ma permette di ridurre in maniera enorme il volume di scorie e di ridurre gli elementi a lunga vita. Un impianto di ritrattazione e di trasmutazione del combustibile permette di chiudere in maniera efficiente il ciclo del combustibile nucleare con reattori termici e veloci, sfruttando al massimo la risorsa e minimizzando la quantità di scoria e di radiazione da andare a stoccare.
Il problema del plutonio per le bombe, che poi dire che ha una radioattività bassa e che non si vede ai controlli è una bestialità, può essere risolto in maniera semplice con una agenzia internazionale affiliata all'ONU che controlli gli impianti.
La strategia "once through" è la peggiore dal punto di vista ambientale e della sostenibilità, senza contare che nel giro di un migliaio di anni l'Uranio 238 sotterrato comincerebbe ad avere percentuali da non sottovalutare di Plutonio...e quindi è ancora peggio...
pare che in francia ci sia stato un nuovo problema e nuove polemiche, con annesso problema delle scorie...
>_>
L'ho letto sul sito de Il Giornale (a dimostrazione che non è il signore oscuro che dice che le info non devono passare) e attendo qualche dato. Probabilmente è il solito discorso di piccole fughe che non creano problemi anche se, giustamente, è stato disposto un controllo per le falde acquifere. L'incidente, che poi già chiamarlo tale è sbagliato, non è un problema.
Il problema esiste nel momento in cui suona un allarme e il controllo è fatto con sufficienza. Il sistema di sicurezza ha funzionato, al solito il personale se è incompetente si comporta in questo modo.
Sul problema scorie bisogna capire se effettivamente quel materiale è stato interrato e, nel caso, trovare le eventuali falle dello schermo. Gli affari militari sono sempre trattati con discrezione ma quello sarebbe stato davvero un lavoraccio.
per quanto riguarda l'incidente del 8 luglio, ho letto che quelle acque non sono più potabili, vista la presenza nelle falde acquifere di 64 microgrammi di uranio per litro, certificato dall'istituto di radioprotezione e sicurezza francese.
Per le falde è stato richiesto un controllo a seguito della seconda fuoriuscita, ripeto che con fughe di queste entità l'impatto sull'ambiente sarà nullo... e per esami accurati e sensati 10 giorni non bastano.
beh, ma leggevo che il limite è di 15 microgrammi, quindi siamo sempre ben oltre il limite, il margine di errore quanto può essere?L'impatto sembra averlo già avuto.
Ti ripeto che in 10 giorni non si fanno esami sensati e accurati. Il livello di 64 microgrammi è molto alto, dubito che:
1- sia il livello effettivo
2- che con quella fuga minima si possa raggiungere tale livello in un fiume
beh, saranno primi esami, a cui penso ne seguiranno altri, non conosco le procedure, ma comunque siamo ben oltre il limite per le falde acquifere, e l'istituto che le ha compiuto penso sia molto attendibile, non hanno interesse a creare "panico" da nucleare.
E poi bisogna anche capire dove hanno misurato.. ci sono decine di variabili. Sono più che convinto che quella concentrazione non è possibile con la sola fuga che c'è stata e soprattutto che tale concentrazione verrà poi confermata alla fine di tutto.
Fra parentesi, questa misura dove l'hai letta? Dal sito dell'ente o da qualche altra parte?
dal sito della stampa e dall'unità.
Dall'articolo della stampa si legge in maniera chiara che i controlli che riportano 64 microgrammi non arrivano da misurazioni fatte adesso ma da una situazione già presente. Questo è un problema diverso. Le due fughe che ci sono state in questi 10 giorni riguardano quantità irrisorie di materiale radioattivo e assolutamente non possono portare a quei livelli e questo io avevo detto.
Dietro questi livelli ovviamente c'è altro, potrebbe essere un danno strutturale, potrebbe essere che quei rifiuti interrati non siano ben comfinati, potrebbero essere un sacco di cose ed è giusto indagare come e perchè sia così (fermo restando che potrebbe essere anche una causa naturale).
Ora sottolineo un dato, senza voler dare addosso al resto dell'articolo intendiamoci:
fuga di esafluoruro d’uranio portò il livello di radioattività dell’aria a 130 bequerel per metro cubo, «quando il dato normale è di 0.00001»
Ora, 130 Bq/m^3 non sono niente...e livelli di 0,0..01 di Bq non esistono da nessuna parte. Questo perchè un corpo umano di 80 Kg produce da solo fra gli 80 e i 100 Bq. Quindi l'autore dovrebbe informarsi su questo genere di dati, non credo sappia cosa sia 1 Bq.
Allora, ho recentemente avuto alcuni documenti su Chernobyl. Si tratta di roba classificata e posso divulgare solo il summary:
The Chernobyl accident was the product of a lack of “safety culture”. The
reactor design was poor from the point of view of safety and unforgiving for the
operators, both of which provoked a dangerous operating state. The operators
were not informed of this and were not aware that the test performed could have
brought the reactor into an explosive condition. In addition, they did not comply
with established operational procedures. The combination of these factors
provoked a nuclear accident of maximum severity in which the reactor was
totally destroyed within a few seconds.
Il che, come ho sempre sostenuto, riporta il problema agli operatori che prima di tutto non erano a conoscenza della struttura e che soprattutto non hanno seguito le procedure standard.