ti rispondo con questo frammento:
BILANCIO PROVVISORIO DALLA SERA DEL 28 MARZO AL 2 APRILE 1979
L'acqua radioattiva di cui dicevamo fu scaricata in gran parte nell'ambiente attraverso le fughe successive dal primario. Insieme all'acqua fuoriuscirono i gas radioattivi. Durante l'incidente lo strumento situato alla sommità dell'edificio indicava che la dose diffusa era di 30.000 rad l'ora e ciò vuol dire che un essere umano avrebbe assorbito in meno di un secondo la dose massima ammissibile per un intero anno, cioè 5 rad. Nella parte bassa dell'edificio vi erano 2400 metri cubi d'acqua radioattiva provenienti da primario. Questa fu la radioattività che l'edificio preposto allo scopo (la terza barriera) ha contenuto.
Intorno alle ore 20 del 28 marzo anche la seconda barriera sembra essere tornata a funzionare. Si trattava ora di tentare di spegnere il reattore per procedere alle riparazioni.
Sembra comunque che i gestori abbiano scoperto l'eventuale presenza di una bolla di idrogeno incondensabile in cima al contenitore del nocciolo tra la notte dal 28 ed il 29 ed il giorno 29. In ogni caso, nonostante l'intervento dell'autorevole e potente NRC (Nuclear Regulatory Commission) USA, del Ministero dell'Industria e di vari tecnici, per oltre 5 giorni, si è avuta una completa confusione. Il volume di questa bolla era valutato in maniera indiretta poiché non vi era nessuno strumento dentro il contenitore d'acciaio che potesse dare indicazioni in tal senso. La presenza di idrogeno preoccupava non poco poiché una sua eventuale ricombinazione con ossigeno prodotto da processi d'irraggiamento, avrebbe provocato un'esplosione. Tale esplosione, se avesse creato delle fessure nell'involucro del nocciolo, l'incidente sarebbe potuto diventare di gran lunga più grave. La NRC escludeva comunque una tale possibilità. E, fortunatamente, si riuscì ad evacuare lentamente la bolla di idrogeno dapprima dissolvendo il gas nell'acqua del primario e quindi liberandosi di tale acqua attraverso la sommità del controllore di pressione. Per quel che riguarda invece l'idrogeno presente nel circuito di contenzione, esso fu eliminato con grandi difficoltà, dovute agli elevatissimi livelli radioattivi presenti, nei giorni successivi mediante un ricombinatore catalitico in dotazione al reattore (recombineur d'hydrogène, in figura 6).
La vicenda dei liquidi radioattivi presenti nelle parti basse della centrale ha fatto molto discutere. I proprietari della centrale hanno sostenuto di averli eliminati mediante stockaggio. Lo Stato di Pennnsylvania ha sostenuto invece che erano stati eliminati attraverso il fiume.
DAL 2 APRILE
I proprietari della centrale tentano di tranquillizzare le popolazioni ed il governo degli USA. Affermano di aver fatto interventi tali da essere tornati alla completa sicurezza, soprattutto mediante l'uso delle pompe di raffreddamento all'arresto (RRA). Purtroppo queste pompe sono all'esterno dell'edificio di contenzione ed il loro essere stagne è completamente in predicato. I proprietari, di fronte a tali obiezioni, hanno operato in modo da ripristinare i generatori di vapore (GV) anche se la cosa ha richiesto un impegno fino alla fine di aprile. Nonostante ciò, ancora alla fine di luglio, la situazione del reattore era disastrosa: la pressione primaria era intorno alle 20 atmosfere e la temperatura intorno ai 70 °C. Il reattore è quindi fuori uso per la produzione di energia e, a detta dei proprietari, l'attività dell'acqua del primario a fine luglio è intorno ai 130 curie al metro cubo, quindi nella norma di legge (anche se non ancora ai valori iniziali), mentre la radioattività intorno all'edificio del reattore era intorno ai 40 rad l'ora. Sarà solo intorno alla metà del 1980 quando si potrà entrare nell'edificio, aprire il contenitore del nocciolo per vedere cosa è accaduto. Questo rapporto che è precedente alla apertura suddetta conclude affermando che si sono avute gravi perdite economiche per i proprietari della centrale. BASTA.
Furono evacuate 140 mila persone e, secondo dati ufficiali, non vi furono conseguenze per le persone. Si trattò di un incidente gravissimo, ma la struttura del reattore - più sicuro rispetto a quelli sovietici proprio per quell'edificio di contenzione - limitò i danni, evitando il dramma. Ma neppure oggi (2004), a 25 anni dall'incidente, si sa con assoluta sicurezza che cosa sia esattamente successo. Il termine tecnico dell'incidente è «meltdown», cioè la fusione del nocciolo. L'unica conseguenza accertata al 100% del dramma è che la compagnia elettrica proprietaria della centrale, la Metropolitan Edison, fallì, non potendo far fronte né alle ingenti spese di decontaminazione dell'area, né ai risarcimenti da pagare. Secondo l'inchiesta, a Three Mile Island, il reattore surriscaldato raggiunse una temperatura di 2.650 gradi, solo 150 gradi in meno rispetto al punto di fusione del nucleo di uranio, il che avrebbe provocato una tragedia di dimensioni apocalittiche. Vicino a Harrisburg c'è infatti Filadelfia, ci sono Washington e Baltimora e una megalopoli come New York non è lontana. Ancora oggi, come si deduce dalla serie di articoli che il quotidiano locale, il Philadelphia Enquirer, sta pubblicando in questi giorni, rimangono molti punti oscuri.
L'incidente di Three Mile Island benché gravissimo (fusione di un terzo del nocciolo del reattore) non ha avuto conseguenze così drammatiche come quelle di Cernobyl: nessuna vittima, nessun decesso, nessun incidente dovuto ad errori umani, sempre possibili [...]
La quantità di sostanze radioattive che è stata rilasciata nell'ambiente a TMI è dell'ordine di 1 milione di volte meno che a Cernobyl. Ugualmente il bilancio di Cernobyl è dell'ordine di un centinaio di vittime delle radiazioni, per il momento (come ordine di grandezza - potrebbe essere dell'ordine di 1000 a lungo termine) mentre a TMI non c'è stata alcuna vittima perché non vi è stata alcuna indagine epidemiologica. Le morti per cancro furono numerose nella regione, ma è impossibile capire quante furono quelle provocate dalle radiazioni della centrale. Nessuno inoltre ha mai calcolato il numero dei morti per cancro nell'area dopo il 1988 (alcuni tumori si manifestano solo dopo 30 anni); nessuno dei lavoratori che hanno decontaminato il sito, lavorandoci anche per 10 anni, è stato seguito dai sanitari in modo continuo. E la Metropolitan Edison si è sempre rifiutata, nonostante le ripetute richieste ufficiali, di tenere un registro sulle condizioni di salute dei lavoratori della centrale.
Non ho approfondito in alcun modo i dati sugli effetti sanitari delle due tragedie. Non voglio entrare in un dibattito inutile perché sia le più grandi "dittature" che le più grandi "democrazie" hanno sempre fatto a gara a chi nascondeva meglio i dati, salvo quelli eclatanti e qui, nel nucleare, i danni eventuali non sono clamorosi perché diluiti nel tempo anche a 30 anni di distanza.
Secondo te a queste condizioni è facile disquisire dati alla mano su un avvenimento accaduto 30 anni fa???
Vorrei citare una cosa:
Libro: Introduction to Nuclear Engineering, terza edizione 2001
Autori: John R. Lamarsh & Anthony J. Baratta
Pagina 708, capitolo 11 Reactor Licensing, sezione 11.8 Accident Risk Analysis
"Individual risk Acute fatalities per year 2x10^-10;
Individual risk Acute Illness per year 1x10^-8;
Individual risk Latent cancers per year 1x10^-8"
Mi sembra chiaro che non sono io a sostenere certe posizioni ma è la comunità scientifica...e queste analisi sono relative a centrali di generazione II..
indubbiamente per metterceli su di un libro di testo di ingegneria nucleare un buon motivo scientifico e comprovato dovrebbero avercelo....
Non ho mai detto una cosa simile
Io dico di sí ("La Terra ha una sua radioattività naturale e questa emissione non ha alterato nè globalmente nè localmente") :figo:
E questo a parte che, se cambia la radioattività, c'è stato un effetto; e io ho espressamente detto che "effetto trascurabile" ed "effetto zero" sono due cose diverse. Ora, con "effetto zero" intendevi "nessun effetto rilevante"? Bene, potevi dirlo la prima volta che ho sottolineato quella differenza... io non so cosa intendi con "effetto zero", ma se io dico che almeno la radioattività naturale locale sarà variata (e sottolineo "variata", non "variata in modo dannoso"), e tu dici di no, unito alle altre cose non posso che pensare che con "effetto zero" intendi quello che hai detto: effetto zero (da altre parti mi pare tu abbia detto anche "nessun effetto").
Le "bombe ad orologeria" sono ormai nella lista degli artificieri e destinate in tempi non troppo lontani a venire smantellate e rimpiazzate con impianti nuovi. Pensiamo a come sono messe a livello di sicurezza le centrali costruite da metà degli anni '90 e non a come stanno quelle costruite negli anni '50.
Sono paginate che lo dico
E io sono paginate che non lo nego >_> Il punto è, ripeto di nuovo sperando che ci sia una risposta univoca (anche un "sí" o "no"), tra le centrali nucleari di oggi e quelle del passato ci sono dieci ordini di grandezza? Se sí, allora sono delle specie di bombe a orologeria (nel senso detto); se no, quanti sono)? E che miglioramenti alla sicurezza sono stati fatti?
Per i dati che hai fornito, vedi dopo.
Secondo te a queste condizioni è facile disquisire dati alla mano su un avvenimento accaduto 30 anni fa?
No, infatti non l'ho mai detto; ma, se non è facile disquisire, su quali base una tale certezza nell'affermazione "effetto zero"? Se non è facile disquisire in un senso, non lo è nemmeno nell'altro. In altri termini, se "Le morti per cancro furono numerose nella regione, ma è impossibile capire quante furono quelle provocate dalle radiazioni della centrale" (cosa che tra l'altro sembra implicare che ce ne siano state; e che, se "numerose" è quantificato, può permettere un'analisi statistica), come si fa a dire con certezza "effetto zero"?
E parti come "la radioattività intorno all'edificio del reattore era intorno ai 40 rad l'ora" mi sembrano sostenere (notare: "sostenere", non "dimostrare") i miei dubbi: se 30 000 rad/h significa "che un essere umano avrebbe assorbito in meno di un secondo la dose massima ammissibile per un intero anno", 40 rad/h significa che quella quantità sarebbe stata assorbita in 7,5 minuti. Alla faccia dell'effetto zero e della non variazione della radioattività naturale.
Anche il fatto che "la Metropolitan Edison, fallì, non potendo far fronte né alle ingenti spese di decontaminazione dell'area, né ai risarcimenti da pagare" mi lascia perplesso: effetto zero, ma costi di decontaminazione e risarcimenti talmente alti da far fallire la ditta... alla faccia dell'effetto zero. Ma, anche ipotizzando che tutti quei costi fossero interni alla centrale (cosa che viene messa in dubbio già solo dalla questione dei 40 rad/h), rimane il resto.
Il punto è: io metto il dubbio; Blackfyre sostiene la certezza dell'effetto zero; se la cosa è cosí insicura, se quanto detto in quell'articolo è vero, non capisco su che base tale certezza. È incerto? Allora, non c'è certezza.
P.S.: frammento preso da... ?
Mi sembra chiaro che non sono io a sostenere certe posizioni ma è la comunità scientifica...e queste analisi sono relative a centrali di generazione II
Non posso che far notare che ci sono dai quattro ai sei ordini di grandezza, con i dati che hai fornito tu; e che io ho sempre espresso il dubbio sui dieci ordini di grandezza, non sui quattro; in altri termini, va bene, ma sono dati che non ho mai contestato, e non rispondono a quanto ho detto io.
Faccio notare inoltre che il discorso era su incidente con fuoriuscita, non su cancro, morte o che altro; e sostenere la percentuale di incidente con fuoriuscita portando i dati di cancri derivati non ha base, visto che, come tu stesso dici, non tutte le fuoriuscite portano a cancri. A questo punto, di cosa stiamo parlando? Abbiamo iniziato con guasti con fuoriuscita, poi sei passato a guasti con fuoriuscita non controllata, ora mandi dati sulle malattie derivanti (che sono indicativi di parte di quei guasti, ma non di tutti)... di cosa stiamo parlando?
indubbiamente per metterceli su di un libro di testo di ingegneria nucleare un buon motivo scientifico e comprovato dovrebbero avercelo
Vero, è auspicabile; la parte interessante è che non li ho mai negati :figo:
di cosa stiamo parlando?
Stiamo parlando della sicurezza delle centrali nucleari, sicurezza a cui ho corredato dei dati verificabili i quali però ti lasciano dubbioso. Di questo stiamo parlando.
Effetto zero e nessun effetto significa che la differenza da prima a dopo non si nota. Se ti fanno una carezza cambia qualcosa? No. Se ti danno un pugno cambia? Si. Nel primo caso non ti fai male mentre nel secondo si. Se ti viene trasmessa tutta l'energia di un pugno con delle carezze dilazionate nel tempo ti fai male? No..ecco il concetto base, è detto in soldoni ma penso che sia chiaro.
Non posso che far notare che ci sono dai quattro ai sei ordini di grandezza, con i dati che hai fornito tu
Ho specificato che i dati forniti adesso sono per una Generazione II mentre quelli forniti prima sono per le Generazione III+ e IV.
No, infatti non l'ho mai detto; ma, se non è facile disquisire, su quali base una tale certezza nell'affermazione "effetto zero"? Se non è facile disquisire in un senso, non lo è nemmeno nell'altro. In altri termini, se "Le morti per cancro furono numerose nella regione, ma è impossibile capire quante furono quelle provocate dalle radiazioni della centrale" (cosa che tra l'altro sembra implicare che ce ne siano state; e che, se "numerose" è quantificato, può permettere un'analisi statistica), come si fa a dire con certezza "effetto zero"?E parti come "la radioattività intorno all'edificio del reattore era intorno ai 40 rad l'ora" mi sembrano sostenere (notare: "sostenere", non "dimostrare") i miei dubbi: se 30 000 rad/h significa "che un essere umano avrebbe assorbito in meno di un secondo la dose massima ammissibile per un intero anno", 40 rad/h significa che quella quantità sarebbe stata assorbita in 7,5 minuti. Alla faccia dell'effetto zero e della non variazione della radioattività naturale.
Anche il fatto che "la Metropolitan Edison, fallì, non potendo far fronte né alle ingenti spese di decontaminazione dell'area, né ai risarcimenti da pagare" mi lascia perplesso: effetto zero, ma costi di decontaminazione e risarcimenti talmente alti da far fallire la ditta... alla faccia dell'effetto zero. Ma, anche ipotizzando che tutti quei costi fossero interni alla centrale (cosa che viene messa in dubbio già solo dalla questione dei 40 rad/h), rimane il resto.
Il punto è: io metto il dubbio; Blackfyre sostiene la certezza dell'effetto zero; se la cosa è cosí insicura, se quanto detto in quell'articolo è vero, non capisco su che base tale certezza. È incerto? Allora, non c'è certezza.
E' inutile continuare a parlare del sesso degli angeli. La versione che ho dato io è quella effettiva, perchè è risultato che a TMI nessuno sia stato male, non si sono rivelati cambiamenti nella flora e fauna locale e quindi nessun cambiamento e quindi effetto zero.
Il punto è, ripeto di nuovo sperando che ci sia una risposta univoca (anche un "sí" o "no"), tra le centrali nucleari di oggi e quelle del passato ci sono dieci ordini di grandezza?
Ma allora io cosa scrivo a fare? Quando posto delle cifre vuole dire che le ritengo corrette (anzi lo sono) e di conseguenza la differenza è quella che si vede. Le centrali di Generazione II hanno la sicurezza che ho detto, quelle nuove quell'altra. Entrambe queste sono molto maggiori di quelle di qualunque altro tipo di centrale che funziona bruciando qualcosa.
Il mio punto è, tu stesso dici che la situazione non è chiara, e hai portato articoli che lo sottolineano. Reputi che si possa dire per certo che non ci sono stati effetti? Se sí, allora non vedo che senso abbia dire che la situazione non è chiara; se no, stai dicendo quello che dico io.
Stiamo parlando della sicurezza delle centrali nucleari, sicurezza a cui ho corredato dei dati verificabili i quali però ti lasciano dubbioso
Aspetta: il discorso è iniziato sull'evento "Guasto con fuoriuscita". Non "Guasto con fuoriuscita grave", ""Guasto con fuoriuscita e conseguenti malattie", ""Guasto con fuoriuscita e morti", o che altro, e io ho esplicitamente detto che una fuoriuscita, per quanto piccola, è una fuoriuscita, e che non mi convincevano i numeri anche per quello. Non sto a ripetere tutto, ma se stiamo parlando di "Guasto con fuoriuscita" (come era il discorso iniziale) è una cosa, già solo "Guasto con fuoriuscita grave" è un'altra.
Se ti fanno una carezza cambia qualcosa? No. Se ti danno un pugno cambia? Si. Nel primo caso non ti fai male mentre nel secondo si. Se ti viene trasmessa tutta l'energia di un pugno con delle carezze dilazionate nel tempo ti fai male? No..ecco il concetto base, è detto in soldoni ma penso che sia chiaro
Sí, ma l'articolo che ha segnalato Lord Robb Stark approfondisce il perché dei miei dubbi: sono state fatte analisi statistiche sui tumori? Perché la ditta si è rifiutata di tenere un registro delle condizioni di salute di chi ha decontaminato? 40 rad/h (il che stando a quel documento significherebbe assorbire la radiazione massima annua in 7,5 minuti) di radioattività esterna alla centrale è "Non cambia nulla"? Risarcimenti e spese di decontaminazione sono state talmente alte da far fallire la ditta, e tutto per un effetto che non ha cambiato nulla?
Io non sto dicendo che ci siano stati necessariamente milioni di danni, ma la situazione non mi sembra cosí chiara, soprattutto se quanto detto (ma anche solo parte) nella pagina citata da Lord Robb Stark è vero, da poter dire con certezza che non sia cambiato nulla.
Ho specificato che i dati forniti adesso sono per una Generazione II mentre quelli forniti prima sono per le Generazione III+ e IV
Lo so; ma se io espongo dubbi sui dati per le generazioni III+ e IV, e non su quelli della generazione II, e tu porti dati della generazione II; bello, ma a cosa serve? Quello che volevo dire è semplicemente che mi fa piacere (e non sono ironico, sia chiaro) aver letto quei dati, ma essendo dati che non ho mai contestato non è che cambino qualcosa.
E' inutile continuare a parlare del sesso degli angeli. La versione che ho dato io è quella effettiva, perchè è risultato che a TMI nessuno sia stato male, non si sono rivelati cambiamenti nella flora e fauna locale e quindi nessun cambiamento e quindi effetto zero
E i 40 rad/h esterni? E i mancati controlli sui tumori? E i mancati controlli sugli operai che hanno fatto la decontaminazione? Ecc. Stai dicendo che tutto quanto riportato in quel pezzo è falso? >_>
allora io cosa scrivo a fare? Quando posto delle cifre vuole dire che le ritengo corrette (anzi lo sono) e di conseguenza la differenza è quella che si vede
Non posso che ripetere che tu hai dato 10^-14 per l'evento "Guasto con fuoriuscita", 2·10^-10 per l'evento Individual risk Acute fatalities, 10^-8 per Individual risk Acute Illness, e 10^-8 per Individual risk Latent cancers. Considerando che l'evento relativo al 10^-14 è diverso da tutti e tre gli altri eventi per cui hai fornito numeri, non posso fare un paragone tra i numeri relativi allo stesso evento, quindi non si vede la differenza di cui si stava parlando. Per vederla, servirebbe il dato dele centrali di II generazione relativo all'evento "Guasto con fuoriuscita".
Inoltre, quanto hai detto non risponde alla domanda su quali sarebbero state le migliorie alla sicurezza operate nel corso degli anni.
mornon, ma questo l'hai letto?
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B. CAUSE DEI DANNI SANITARI
I danni sanitari conseguenti all'esplosione del reattore di Cernobyl non erano una conseguenza inevitabile. Le sole conseguenze inevitabili dell'esplosione erano la distruzione completa del reattore, la morte di due operatori presenti sul tappo del reattore al momento dell'esplosione e la contaminazione radioattiva di vasti territori. Tuttavia le circostanze furono tali da dare danni sanitari, che riassumiamo prima di esaminare le cause immediate e le cause profonde.
B1. I danni sanitari
La realtà dei danni sanitari che sono conseguiti all'incidente di Chernobyl ha dato luogo, dal 1986, a molte polemiche. Gli organi nucleari mondiali se sono visti spesso rinfacciare di minimizzarne l'entità. Al contrario gli ambienti politici - in particolare gli ecologisti -, i giornalisti e gli industriali (quelli che vivono di energie fossili) non si sono peritati di drammatizzare ingiustificatamente. L'obiettività scientifica nel caso in questione, fu e rimane assente troppo sovente.
Questa ricerca di obiettività ci porta a riferirci all'ultimo rapporto dell'UNSCEAR - United Nations Scientific Comitee on the Effects of Atomic Radiations, Comitato Scientifico delle Nazioni Unite sugli Effetti delle Radiazioni Ionizzanti. I rappresentanti di 21 paesi partecipano ai suoi lavori. È sui risultati scientifici elaborati dall'UNSCEAR che i Governi mondiali si basano per la stima dei rischi e la determinazione delle regole di radioprotezione.
Il § 136 del rapporto consegnato all'ONU dall'UNSCEAR il 6 giugno 2000, afferma:
"Oltre all'aumento del cancro della tiroide nei bambini esposti, 14 anni dopo l'incidente di Chernobyl non vi sono evidenze di un impatto significativo sulla salute pubblica. Non si sono osservati aumenti della frequenza o della mortalità da cancro che possano essere attribuiti alle radiazioni ionizzanti. Il rischio di leucemie, principale preoccupazione, non è cresciuto, neppure tra i "liquidatori". Non vi è ugualmente alcuna prova di altri disturbi non maligni, somatici o mentali legati alle radiazioni ionizzanti"
Segnaliamo che queste conclusioni dell'UNSCEAR sono coerenti con le osservazioni fatte dal 1945 su 86500 sopravvissuti ai bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki, che costituiscono ul gruppo epidemiologico di studio detto Coorte Hiroshima-Nagasaki (CHN). Questi sopravvissuti hanno evidentemente subito delle dosi e, ancor più, dei ratei di dose molto superiori a quelli degli irraggiati di Chernobyl.
Ricordiamo i dati seguenti che caratterizzano i danni sanitari di Chernobyl. Sono relativi ad una zona di 150 000 km2 ubicata attorno a Chernobyl e comune a Bielorussia, Ucraina e Federazione Russa.
a. 31 persone sono morte per gli effetti acuti dell'esplosione di Chernobyl. L'esplosione ha ucciso 2 operatori (nulla poteva evidentemente risparmiare la vita di questi due malcapitati) ; tra le 134 persone che hanno subito un irraggiamento acuto 28 sono deceduti nei 3 mesi seguenti all'incidente, 1 altro paziente è morto di trombosi coronarica
b. Circa 1800 casi di tumore alla tiroide sono stati registrati all'inizio del 2000 tra i soggetti che avevano meno di 18 anni al momento dell'incidente. Questo cancro, a mortalità molto bassa in linea di principio se curato bene e rapidamente, nel caso di Chernobyl ha causato qualche decesso: 10 fino ad oggi. Si può ritenere che ulteriori casi di tumore alla tiroide si presenteranno in futuro, con una mortalità ancora più bassa
c. Crescita del numero di suicidi e, più in generale, di morti violente presso i "liquidatori" e nella popolazione evacuata, che ha visto una consistente diminuzione della sua qualità della vita. È in questa popolazione evacuata e tra i liquidatori (313 000 ufficialmente) che risiede il danno sanitario di gran lunga peggiore (spesso mortale ma di fatto non valutabile), risultato di questa catastrofe.
d. Non si sono osservati eccessi d'anomalie congenite, né leucemie, né tumori solidi (a parte il cancro della tiroide).
Per quanto riguarda la Francia, non è stato messo in luce alcun effetto patologico. L'aumento della dose da radioattività ricevuto dalla popolazione francese a causa di Chernobyl sarà, nei 60 anni successivi alla catastrofe, dell'ordine di 1/100 della radioattività naturale. Nell'Est e Sudest del paese - zone più colpite perché più vicine e/o più sottoposte ai venti che hanno trasportato la radioattività proveniente da Chernobyl - l'eccesso di dose è stato, nei primi 12mesi seguenti all'esplosione, dell'ordine del 10% della radioattività naturale. E la stessa varia da 1 a 10 da una regione all'altra della Francia senza che alcun studio epidemiologico abbia messo in evidenza un qualunque impatto sulla salute.
B2. Le cause immediate
In mancanza di un piano di intervento tipo "ORSEC" o di un Piano Specifico di Intervento [in Francia l'ORSEC è un piano di emergenza, che comprende un team di esperti,d a applicare in caso di calamità nazionali, comprese quelle nucleari. Il Piano Specifico di Intervento(PSI) è l'equivalente dei Piani di Emergenza Esterni delle installazioni nucleari italiane. ORSEC e PSI sono gestiti dall'autorità pubblica - NdT], le semplici ed elementari precauzioni che si elencano non furono messe in opera o, nel migliore dei casi, lo furono in ritardo:
· informazione immediata alla popolazione della consegna di restare a casa, con porte e finestre chiuse (informazione data 36 ore dopo l'esplosione)
· divieto di consumare latte fresco
· divieto di consumare tutti i prodotti agricoli locali
· distribuzione ed ingestione immediata di iodio stabile
· distribuzione di dispositivi di protezione individuale ai liquidatori del primo momento.
Lo iodio 131 (vita media 7,5 giorni) fu, nelle prime settimane, il principale responsabile degli incidenti di irraggiamento e, particolarmente negli anni che seguirono, dei numerosi casi di cancro alla tiroide. L'ingestione immediata di iodio stabile satura la tiroide ed impedisce di conseguenza la fissazione di iodio 131 cancerogeno su questa ghiandola.
B3 Le cause profonde
Come per l'esplosione del reattore, le cause profonde dei danni sanitari sono politici. Le misure elementari (indicate al § B.2) da prendere immediatamente furono ignorate dalle autorità locali e, sembra, dalle direzione della Centrale. Esse non conoscevano alcun piano di intervento rapido e non disponevano né di medicinali né di materiale di protezione o di misure di radioattività e di dose.
E tuttavia i problemi posti dagli incidenti nucleari erano conosciuti in URSS dagli anni '50: in quel decennio l'incidente di esercizio del complesso di Mayak aveva prodotgto più di 1800 casi di irraggiamento, ai quali si aggiungono gli incidenti a bordo di sottomarini nucleari. In totalei 500 casi di irraggiamento acuto causarono la morte di 433 persone. Negli anni '50 quindi, scienziati, medici, radiobiologi e fisici nucleari sovietici erano stati costretti a studiare la questione molto seriamente allo scopo di sviluppare delle tecniche efficaci di radioprotezione e di cura.
Nonostante la politica handicappante del segreto che impediva troppo spesso agli esperti ed ai ricercatori sovietici di partecipare alle riunioni ed incontri internazionali, le loro conoscenze in materia non avevano niente da invidiare a quelle dei paesi del mondo libero.
Il ricercatori sovietici avevano inoltrato al potere pubblico dei loro paesi le raccomandazioni utili: esse purtroppo furono, in gran parte, ignorate.
Negli anni '70 gli esperti sovietci avevano sviluppato, sperimentato (sugli animali e sugli uomini) e messo a punto un medicinale radioprotettore (denominato "preparato B", efficace contro l'irraggiamento esterno da raggi gamma e neutroni. La produzione industriale del "preparato B" cominciò nel 1977 allo scopo di predisporne degli stock in prossimità ed in tutte le installazioni nucleari civili e militari. Una versione più elaborata B-190 fu messa a punto nel 1984.
I biologi sovietici conoscevano altrettanto bene e da molto tempo il meccanismo di fissazione dello iodio sulla tiroide e l'importanza che rappresenta l'arma semplice ed efficace dello iodio stabile: avevano scelto lo ioduro di potassio. Dagli anni '70 conoscevano ugualmente come contrastare gli effetti del cesio e dello stronzio radioattivo.
Le complicazioni amministrative sovietiche, le difficoltà di budget e le diatribe politico-scientifiche fecero sì che, nel 1986, nessuna delle difese messe a punto, in particolare né il "preparato B" né lo ioduro di potassio fossero disponibili a Chernobyl!!
Precisiamo infine che, dal 1964, fu lanciato un progetto per l'elaborazione di un pianto di radioprotezione di urgenza in caso di incidente nucleare. Questo piano prevedeva tutte le misure oggi universalmente note: non rimanere all'esterno, chiudere porte e finestre, distribuire iodio stabile, evacuazione temporanea delle popolazioni minacciate, proibizioni o limitazioni nel consumo di prodotti alimentari contaminati, trasferimento del bestiame verso pascoli non contaminati, divieto di consumo di prodotti caseari locali, etc. Ogni azione è accompagnata dai criteri del livello di radiazione che ne giustifica l'avvio. Questo piano di emergenza fu approvato dal Ministero della sanità dell'URSS il 18 Dicembre 1970… più di 15 anni pirma di Chernobyl ma rimase lettera morta. Un nuovo piano fu presentato nel 1985 ma respinto nel Settembre dello stesso anno, 7 mesi prima dell'incidente, dal Ministero dell'Ingegneria Nucleare dell'URSS perché l'incidente aveva effetti, ai quali il piano intendeva porre rimedio "che erano - disse - impossibili in URSS"!!!
La grande mole e la grande varietà delle conoscenze sviluppate dai ricercatori sovietici non furono diffuse fuori dalla comunità medica e nucleare dell'URSS. Le autorità civili locali non ne erano a conoscenza o le trascuravano. Al punto che, dopo l'esplosione, la maggioranza degli attori - operatori, quadri, dirigenti della centrale, autorità locali, autorità supreme - erano impreparate, incapaci di valutare le dimensioni del disastro, incapaci di definire le priorità ed avviare le azioni più urgenti…
È per questo che certi soccorritori - principalmente i pompieri della centrale - ricevettero delle dosi di irraggiamento mortali per aver lavorato troppo a lungo senza dispositivi di protezione adeguati e persino senza dosimetri nei posti dove il livello di radioattività era elevato. 28 di loro ci lasceranno la vita: questi 28 sacrifici erano evitabili.
È per questo che la popolazione di Pripyat (da 3 a 5 km dal punto zero) non fu informata ed evacuata solo il pomeriggio del 27 aprile, 36 ore dopo l'esplosione.
È per questo che non furono somministrate - o troppo tardi - agli abitanti delle zone circostanti le pastiglie di IK che avrebbero protetto la loro tiroide dall'assorbimento di iodio 131 cancerogeno. Notiamo al proposito che la distribuzione di iodio stabile avvenne in Polonia e questo paese, di conseguenza, non ha visto eccessi di tumori tiroidei tra i giovani benché alcune zone di questo paese sono state abbondantemente interessate dalle ricadute di Chernobyl.
È per questo che l'offerta degli USA, il 1° maggio (5 giorni dopo l'esplosione) di inviare d'urgenza grandi quantità di iodio stabile (sotto forma di NaI) fu respinta.
È per questo gli 1800 cancri alla tiroide registrati ad oggi - e probabilmente imputabili allo iodio 131 liberato in atmosfera dal reattore esploso - erano quasi tutti certamente evitabili.
È per questo che bisognerà attendere il 2 maggio (7 giorni dopo l'incidente) perché venga proibito il consumo di latte e prodotti agricoli delle zone vicine a Chernobyl.
È per questo che, durante la primavera 1986, furono finalmente evacuate 120 000 persone senza che, per mancanza degli strumenti di misura necessari e per mancanza ugualmente di buona gestione da parte della comunità medica e scientifica delle conoscenze di radioprotezione e radiobiologia che avevano sviluppato gli scienziati sovietici ed il mondo intero, nessuno conoscesse la giustificazione di questa evacuazione.
È per questo che la paura si è instillata in una popolazione mal informata o disinformata e che ha capito presto che il potere pubblico non riusciva a gestire la situazione.
È per questo che la popolazione fu vittima delle leggende metropolitane che hanno fatto, e fanno ancora, la fortuna dei mercanti di paura della stampa locale, regionale ed internazionale.
È per questo che lo stress psicologico si è abbattuto su un grande numero di "liquidatori" e di evacuati, oltre a numerosi suicidi questi traumi psichici hanno portato a malattie respiratorie, digestive e cardiovascolari. Esse non sono direttamente collegate alle radiazioni ma costituiscono certamente di gran lunga il maggior danno sanitario imputabile a Chernobyl.
È per questo che il contesto politico ha impedito di evitare questi considerevoli danni sanitari e nonostante, da anni, tutte le tecniche mediche preventive e curative fossero presenti in URSS.
Si può dunque affermare che il danno sanitario dell'incidente di Chernobyl è, anche lui, sovietico prima di essere nucleare.
CONCLUSIONI
L'esplosione di Chernobyl e i danni sanitari che ne sono conseguiti sono stati resi possibili da un sistema politico che coltivava la segretezza e che non aveva ritenuto utile dare priorità allo sviluppo di una cultura di sicurezza adatta all'esercizio dei reattori nucleari. In questo, l'accaduto è innanzitutto sovietico.
Questa grave mancanza di cultura della sicurezza si è manifestata a tre livelli: quello della progettazione, quello dell'esercizio e quello dei piani di emergenza dopo un incidente grave. Con l'aiuto degli occidentali i reattori RBMK hanno beneficiato progressivamente, dal 1986, di miglioramenti concettuali in particolare relativi alle barre di arresto rapido ed alla stabilità del nocciolo. Ma la mancanza di edificio di contenimento dimostra ciò che che costituisce evidentemente una debolezza inaccettabile. Circa la sicurezza di esercizio, essa è stata migliorata, ugualmente con l'aiuto dei paesi occidentali, da una parte con l'elaborazione e la messa in pratica di procedure molto più precise e soprattutto meglio rispettate e, d'altra parte, con un vigoroso sforzo di formazione del personale operativo. Una nuova esplosione tipo Chernobyl su uno dei 13 RBMK ancora funzionanti è quindi divenuta poco probabile. Tuttavia, nel contesto del livello molto elevato di sicurezza usuale nei paesi sviluppati, la situazione attuale non può essere considerata come totalmente accettabile: essa esige che vengano proseguiti i miglioramenti intrapresi.
Infine sono stati messi in atto nell'ex-URSS dei piani di emergenza destinati alla protezione della popolazione… laddove, prima del 1986, erano stati considerati un inutile lusso.
Gli errori di concezione degli RBMK sono intrinseci e, in particolare, la mancanza di confinamento del blocco reattore. Tutti gli altri reattori del mondo intero, compresi i reattori sovietici di recente costruzione (VVER 1000 e VVER 440 di 2a generazione) sfuggono a questi errori e sono, in particolare, dotati di contenimento. Se quantunque avvenisse una fusione del nocciolo, estremamente poco probabile ma teoricamente non esclusa, l'edificio di contenimento, come mostra il precedente di T.M.I nel 1979, impedirebbe ogni fuga di prodotti radioattivi pericolosi per l'ambiente e la salute. Riguardo alla protezione della popolazione circostante, dal 1957 l'incidente di Windscale (reattore gas-grafite senza edificio di contenimento in calcestruzzo precompresso) ha mostrato l'effcacia di un piano di intervento ben elaborato, messo in opera e verificato . È quindi possibile concludere che un evento tipo Chernobyl (esplosione distruttiva del reattore e del suo contenimento accompagnata da conseguenze sanitarie ed ambientali molto gravi) non è possibile fuori dall'ex-URSS e suoi paesi satelliti.
Non dimentichiamoci inoltre che anche il reattore di Chernobyl, com'era nel 1986, non sarebbe esploso se lo staff di operazione, al fine di eseguire fedelmente un programma di test mal definito e pericoloso, non avesse deliberatamente messo fuori servizio numerosi dispositivi di sicurezza.
Jacques FROT
Novembre 2000
*J. Frot Ingegnere, ex-Direttore di Mobil Oil Française; Membro del Comitato Scientifico dell'AAPN (Associazione Ambientalisti Per il Nucleare), fondatore e animatore del Gruppo Comunicazione (GR.COM) dell'AAPN.
se qui si dice che i danni sanitari e biologici di chernobyl sono stati esageratamente sovrastimati, con dati alla mano provenienti dalle ricerche e dai monitoraggi della commissione internazionale incaricata, vuoi che in un caso migliaia di volte minore (non vorrai mica paragonare TMI a Chernobyl spero...) come TMI ci siano state queste disastrose conseguenze?
vuoi che in un caso migliaia di volte minore [...] come TMI ci siano state queste disastrose conseguenze?
A questo punto ti chiederei di indicarmi il messaggio dove ho parlato di "disastrose conseguenze" >_> Ora, non so se non riesco a spiegarmi, o cosa, quello che mi lascia dubbio è il "Nessun effetto": se il rischio di tumore aumenta del 5%, non sarà un disastro, ma non è niente (può sembrare poco, ma vallo a dire a chi si ammala); se due persone si sono ammalate di cancro, sicuramente non è una conseguenza disastrosa (parlo in generale, per loro e famiglie lo sarebbe stata), ma non è "Nessun effetto". Se parlo di effetto, e non di disastri, sarà perché non intendo disastri, ma effetto :figo:
Poche conseguenze: posso accettarlo.
Nessuna conseguenza: mi lascia perplesso.
Piú schematico di cosí non so come spiegarlo...
E ripeto di nuovo una domanda, cui non hai ancora risposto: sei stato tu a dire che la situazione non è chiara; se non è chiara, come si può dire per certo "Nessun effetto"? Se si potesse dire, sarebbe chiara. Sto solo cercando di capire cosa vuoi dire, perché sostenere che la situazione non è chiara, ma che si può dire per certo che non c'è stato effetto, è contraddittorio.
P.S.: "Non si sono osservati aumenti della frequenza o della mortalità da cancro che possano essere attribuiti alle radiazioni ionizzanti"; il che sembra implicare che comunque frequenza e mortalità siano aumentate, dopo Chernobyl, al che sarebbe interessante sapere il perché.
quello che mi lascia dubbio è il "Nessun effetto": se il rischio di tumore aumenta del 5%, non sarà un disastro, ma non è niente (può sembrare poco, ma vallo a dire a chi si ammala); se due persone si sono ammalate di cancro, sicuramente non è una conseguenza disastrosa (parlo in generale, per loro e famiglie lo sarebbe stata), ma non è "Nessun effetto".
statisticamente parlando una persona in più su tutta la costa atlantica con il cancro significa che l'impatto è stato 0. per lui singolo sarà un dramma, al resto del pianeta non importa un accidente.
E ripeto di nuovo una domanda, cui non hai ancora risposto: sei stato tu a dire che la situazione non è chiara; se non è chiara, come si può dire per certo "Nessun effetto"? Se si potesse dire, sarebbe chiara. Sto solo cercando di capire cosa vuoi dire, perché sostenere che la situazione non è chiara, ma che si può dire per certo che non c'è stato effetto, è contraddittorio.
i dati che possediamo indicano effetto 0. Il fatto che questi dati derivino da monitoraggi a volte discontinui, a volte superficiali, a volte assenti o insabbiati, è un altro discorso.
P.S.: "Non si sono osservati aumenti della frequenza o della mortalità da cancro che possano essere attribuiti alle radiazioni ionizzanti"; il che sembra implicare che comunque frequenza e mortalità siano aumentate, dopo Chernobyl, al che sarebbe interessante sapere il perché.
se c'è scritto che non sono casi attribuibili alle radiazioni, perché ti ostini a cercarci il nesso??? E' normale e naturale che ci possa essere un aumento di tumori.
Lo so; ma se io espongo dubbi sui dati per le generazioni III+ e IV, e non su quelli della generazione II, e tu porti dati della generazione II; bello, ma a cosa serve?
Serve a farti vedere come anche in centrali obsolete le percentuali siano estremamente basse. Poi aggiungi l'avanzamento tecnologico ed ecco spiegato in maniera molto chiara come si arriva a 10^-14. Poi a te sembra basso, ma questo è un problema tuo; la spiegazione c'è per chi la vuole leggere.
Se parlo di effetto, e non di disastri, sarà perché non intendo disastri, ma effetto
Il punto è che l'effetto non c'è..
Bisogna anche prendere atto del fatto che i dati (solitamente) americani e sovietici sugli incidenti relativi alle proprie centrali nucleari (ed a qualsiasi alto punto nevralgico del paese, che riguardi energia, rifornimenti, salute ed esercito), in particolare se anteriori al 1990, sono parziali e pesantemente influenzati da politica e segreto militare (Guerra Fredda), il caso di Chernobyl è stato un unicum perché l'entità della catastrofe ha costretto il governo sovietico ad accettare una commissione internazionale di sorveglianza in situ, nonostante la centrale fosse stata progettata e costruita principalmente per la produzione di plutonio per scopi militari, produzione che continuò negli altri 4 reattori della stessa centrale ancora in funzione anche dopo il disastro.
Se intendi i dati dei reattori a scopi unicamente militari e per i sottomarini hai ragione. Gli impianti civili, soprattutto al di qua della cortina di ferro, non avevano segreti militari o cose simili.
indubbiamente avevano i loro buoni motivi (anche gli americani) per parlare il meno possibile di eventuali problemi ai propri impianti nucleari...
statisticamente parlando una persona in più su tutta la costa atlantica con il cancro significa che l'impatto è stato 0. per lui singolo sarà un dramma, al resto del pianeta non importa un accidente
A parte che va considerata l'area d'influenza dell'evento, e non tutta la costa atlantica (salvo che sia quella l'area d'influenza, ma se è stato cosí ben contenuto dubito), era un esempio volutamente basso :blink: Senza mettere numeri che possano essere equivocati, io vorrei semplicemente sapere se c'è veramente stato un effetto nullo (modifiche alla radioattività naturale non pericolose, ecc.), oppure se c'è stato un effetto basso, ma comunque presente (tumori, anche se pochi, dovuto a quello, ecc.). Non mi pare una domanda assurda.
E poi, allora perché considerare tra le conseguenze di Chernobyl quello morto per trombosi coronarica? Uno sulla popolazione mondiale, statisticamente è meno di zero.
Io non sto dicendo che abbia avuto chissà quali conseguenze, ma se ha causato qualche tumore mi piacerebbe saperlo; se è possibile che lo abbia causato, mi piacerebbe saperlo. Se poi la risposta è "Effetto nullo perché, anche se qualcuno è morto a causa di quello, è statisticamente irrilevante", semplicemente non la condivido. Anche perché è ovvio che, se l'evento (e quindi le conseguenze) è stato contenuto dai sistemi, le conseguenze siano basse; quindi scartarle in quanto basse mi sembra assurdo.
Del resto, la Red Bull è stata messa sotto inchiesta perché si è sospettato che la morte di tre persone potesse essere in qualche modo collegata alla bevanda.
Il fatto che questi dati derivino da monitoraggi a volte discontinui, a volte superficiali, a volte assenti o insabbiati, è un altro discorso
Ma questo altro discorso potenzialmente invalida il primo, e quindi non si possono trattare i due separatamente (o, peggio, ignorare il secondo)...
se c'è scritto che non sono casi attribuibili alle radiazioni, perché ti ostini a cercarci il nesso??? E' normale e naturale che ci possa essere un aumento di tumori
A parte che, se vuoi, cerco quegli studi che dicono il contrario (non sto dicendo che dicano il vero, ma il fatto che uno studio dica una cosa non implica che diventi dogma), mi cito: "il che sembra implicare che comunque frequenza e mortalità siano aumentate, dopo Chernobyl, al che sarebbe interessante sapere il perché". Ho detto che sarebbe interessante sapere il perché dell'aumento (o, aggiungo, se semplicemente si sono espressi male e tale aumento non c'è stato), non che ci sia un nesso con Chernobyl.
Poi a te sembra basso, ma questo è un problema tuo; la spiegazione c'è per chi la vuole leggere
Non è questione di volere, quanto di potere: non ho trovato il documento ENEA cui fai riferimento, tu non lo hai fornito, ho poco da leggere...
Comunque, dimostrare la realtà dei dati che non ho mai contestato non aggiunge nulla sui dati su cui ho espresso dubbi, visto che non averli contestati significa che parto dal presupposto di prendere quei dati come veri. E, a parte questo, la domanda sulle migliorie è ancora senza risposta ^_^
Inoltre, ancora non ho chiaro a cosa si riferisca quel 10^-14, visto che inizialmente lo hai portato come "Guasto con fuoriuscita", e poi è diventato "Guasto con fuoriuscita non controllata"; sapere a cosa si riferisce sicuramente aiutarebbe.
Il punto è che l'effetto non c'è
Lo hai detto, e il semplice ripeterlo dubito mi convincerà piú della prima volta che lo hai detto; io ho spiegato il perché del mio dubbio, e diverse parti restano ancora senza risposta; quanto riportato da Lord Robb Stark supporta il mio dubbio; se si continua cosí, mi sa che siamo a uno stallo.